Le teorie nutrizionali del sign. Panzironi non meriterebbero riscontro se non per il fatto che si pone in una posizione diametralmente opposta a quella sostenuta dagli istituti di ricerca a da scienziati più accreditati del pianeta e dal fatto che la sua “scienza” alimentare non può che tradursi a danno delle persone disposte a dargli credito.
Nelle sue continue comparse serali su canale 12, Lazio Tv “Il cerca salute”, intese a vendere il suo libro “Vivere fino a 120 anni” (nelle cui trasmissioni sono stato chiamato in causa), la sua dieta prevede il consumo di carne, verdure e poca frutta che, a mio avviso, è una dieta più adatta ai cani che a noi esseri umani. Da dove tragga le sue teorie è veramente incomprensibile quanto sbalorditivo. Probabilmente preferisce ignorare gli studi di anatomia comparata dove viene evidenziata la natura frugivora dell’uomo privo di qualunque arma naturale adatta a dilaniare la preda; sprovvisto di artigli, denti secodonti, insufficiente acido cloridrico nello stomaco, di enzima uricasi, pH del sangue, intestino adatto ecc.
Se la carne è un alimento fondamentale per la dieta umana come spiega l’eccellente salute di coloro che non ne fanno uso contrariamente a quanti invece si alimentano in modo onnivoro? Se la carne è il primo e fondamentale alimento per noi umani, poi le verdure e per ultimo la frutta, significa catalogare gli umani tra la categoria dei carnivori, poi tra gli erbivori ed infine tra i frugivori, cosa invece diametralmente opposta dal momento che gli umani sono strutturati come le scimmie antropoidi, cioè come gli orango, i gorilla, gli scimpanzé non come le tigri, i leoni o le mucche e le pecore. E come spiegare che i popoli più longevi del pianeta non adottano la sua dieta ma quella vegetariana? Come gli Hunza, il popolo dei Vilcabamba, gli indigeni del Monte Hagen; i Carani Guarani dell’America del Sud ecc.
Le persone più longeve che si conoscono non hanno seguito l’alimentazione indicata dal Panzironi, cioè non hanno consumato o non consumano carne, verdura e poca frutta, ma principalmente verdure, cereali, legumi, frutta, poco formaggio e, molto raramente, carne o pesce. Ma la testimonianza più incontrovertibile dei benefici dell’assenza della carne nella dieta umana viene dalla longevità dei grandi filosofi vegetariani: Pitagora 72; Ippocrate 83; Teofrasto 85; Tiziano 86; Sofocle 91; G. B. Shaw 94; B. Russel 98 ecc. in tempi in cui la lunghezza della vita media era di circa 40 anni.
Se fossimo carnivori avremmo: placenta zoniforme, incisivi poco sviluppati, molari appuntiti, saliva e urina acida, stomaco semplice, intestino lungo tre volte il tronco. Se fossimo erbivori avremmo: placenta non caduca, saliva e urina acide, stomaco in tre parti , intestino lungo 12-18 volte il tronco. Se fossimo onnivori il nostro organismo sarebbe formato da: placenta non caduca , incisivi assai sviluppati, molari con piego, saliva e urina acide, fondo dello stomaco arrotondato, intestino lungo 10 volte il tronco. Mentre noi esseri umani abbiamo: placenta discoidale, incisivi ben sviluppati, molari smussati, saliva e urina alcalina, stomaco con duodeno, intestino lungo 12 volte il tronco.
Sicuramente il Panzironi è al corrente che la carne, essendo un alimento biologicamente squilibrato perché privo di carboidrati, vitamine, sali minerali, fibra ed oligoelementi; capace di generare radicali liberi, leucocitosi, crisi enzimatica, carenza di vitamine, aumento di colesterolo e battito cardiaco, acidificazione del sangue, prelazione di calcio, uricemia, ipertensione, reumatismo, gotta. Che le proteine in eccesso della carne si possono trasformare in glucidi e grassi di deposito e che i grassi di favoriscono l’arteriosclerosi, le malattie del cuore e il cancro.
Inoltre è da considerare che la carne, come il pesce, deve essere necessariamente cotta e la cottura distrugge gran parte delle proprietà nutrizionali degli alimenti: le proteine flocculano, i grassi si ossidano, la vitamine specialmente le termolabili vengono distrutte, i minerali da organici diventano in inorganici e quindi inutilizzabili, gli enzimi che dopo i 42° vengono annientati e senza questi l’organismo li sottrae a se stesso, alla fine resta un prodotto morto, adatto ai cadaveri. La cottura distrugge completamente 2 aminoacidi, la lisina e glutammina. Nei carnivori si riscontrano più tumori che negli erbivori a dimostrare che la carne non fa bene neppure ai leoni.
Demonizza pasta, pane, riso, pizza e legumi perché ricchi di zuccheri (ed in questo ha ragione specialmente se non sono integrali). Ma il cervello umano, organo che funziona a glucosio (ne consuma circa 200 gr al giorno) si trova principalmente nella frutta che il Panzironi relega all’ultimo posto nella sua dieta. Ma da dove traggono il glucosio i nostri muscoli, cuore e cervello dalla carne che né è totalmente priva? Dalla scarsa presenza nella verdure? dalla quasi inesistente percentuale del latte o del pesce? Tra l’altro, il Selenio, potente antiossidante e antitumorale, si trova principalmente nei cereali integrali, nei legumi, nella patate e nei semi oleaginosi.
Inoltre, le proteine animali, a differenza di quelle vegetali, danno come residui fissi (acido urico, fosforico, solforico) che possono essere eliminati solo attraverso il rene. E siccome le scorie acide non possono essere eliminate continuamente come il respiro si accumulano nel tessuto intercellulare provocando acidosi metabolica e tutti gli stati patologici. Senza menzionare che nella carne si possono trovare più di 2700 sostanze tossiche.
Ma Panzironi giustifica il tutto convinto che l’essere umano sia per sua natura un animale cacciatore/raccoglitore. Ciò è sbagliato perché la caccia coincide con l’invenzione delle armi (e per estreme necessità di sopravvivenza non per predisposizione naturale a cacciare) e questo appartiene alla storia recente dell’uomo, mentre per milioni di anni i nostri antichi progenitori nelle foreste si cibarono di frutti, bacche, germogli, foglie, radici e semi, non certo di carne, pesce o formaggi che invece il Panzironi considera gli alimenti ideali per vivere 120 anni.
Condannando i carboidrati (in effetti più adatti agli animali granivori che a noi) come il nemico principale della salute umana, dimentica però che la civiltà umana si è sviluppata proprio dal momento in cui gli umani da stanziali hanno iniziato a coltivare vegetali e incrementato l’uso dei semi in modo massiccio, cioè da circa 10.000 anni a questa parte.
Il consumo di carne ha effetti devastanti, sul pianeta e sul genere umano, non solo perché con l’oggettivazione dell’animale si avalla la legge del più forte; non solo perché la carne è portatrice delle peggiori patologie che stanno mietendo il genere umano; non solo perché è la causa principale dell’inquinamento generale, della distruzione delle foreste, dello sperpero di acqua potabile e di risorse energetiche; non solo perché contribuisce ad affamare il Terzo Mondo ma perché rende insensibile la coscienza umana alla sofferenza dell’animale e preclude la nostra evoluzione civile, morale e spirituale.
Ed infine a proposito di B12, secondo il sign. Panzironi la carenza di tale vitamina è la prova provata che la dieta vegana non è adatta alla nostra specie. Ma la carenza di B12 non è affatto causata dalla mancanza di carne nella dieta. Sia gli animali che l'uomo non producono vitamina B12 ma la ricavano dai batteri: se la carne contiene B12 è perché l’animale l’ha assunta dai cibi vegetali contaminati da terra e dai batteri che la sintetizzano. Per questo gli allevatori arricchiscono i mangimi sintetici degli animali d’allevamento con supplementi di vit. B12. A questo punto è più ragionevole assumerla direttamente che attraverso gli animali. Probabilmente le generazioni che ci hanno preceduti non avevano questo problema perché consumavano gli alimenti vegetali al loro stato naturale: l’alimentazione industrializzata e l’eccessiva igiene attuale uccide i batteri, fonte primaria di tale vitamina. Infatti, a differenza dei Paesi dove l'igiene degli alimenti è una pratica consolidata, in Paesi dove il cibo e l'acqua sono contaminati, raramente si riscontra carenza di B12. Tali carenze si verificano soprattutto per mancanza di Fattore Intrinseco gastrico, e senza il quale, prodotto dallo stomaco, non è possibile l’assimilazione della B12, a causa di gastriti, antiacidi ed inibitori di pompa protonica. Per questo la carenza di B12 è più frequente negli onnivori che negli stessi vegani. La carenza di B12, che dipende dalla condizioni di salute dell’organismo, può manifestarsi anche dopo molti anni di regine vegano.
Insomma, è molto meglio essere vegan e rischiare carenza di tale vitamina, facilmente arginabile con un integratore, che essere onnivori e avere la quasi certezza di morire di infarto o di tumore.
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Pane, Vino e Olio Santo... tutti rigorosamente avvelenati da Pesticidi o modificazioni genetiche. E il Vescovo del Pro-secco? ...ci rimarrà secco anche lui se non smette di usar pesticidi sui propri vigneti.
Perché non seguire i consigli dell'Enciclica "Laudato sì" di Papa Francesco...
Qualche notte fa alla Rai notte con il buon Mensurati, dopo li giornale radio di mezzanotte, si parlava di prosecco ...ho provato a spiegare che solo il sistema biologico risolve i problemi di mercato, salute e ambiente.
Utilizzando i fondi europei disponibili per pagare ai viticultori biologici le minori rese (fino al 40%), i maggiori costi per manodopera e cure biologiche, più un 20% per i costi burocratici, più un 30% laddove i Sindaci dichiarano i territori biologici attivando un'azione collettiva a immenso beneficio territoriale, dal momento che proprio per la disponibilità di questi fondi obbligatori e prioritari, sufficienti per tutta l'agricoltura italiana, non vi sono ostacoli di natura economica alla riconversione biologica e alla tutela della salute ambientale.
Abbiamo tutto a disposizione e non lo usiamo... Anzi, spesso usiamo questi fondi agroambientali europei per l'esatto opposto cui sono destinati, ovvero regalandoli ad agricoli che acquistano pesticidi secondo un elenco di sostanze chimiche ammesse molto superiore all'uso convenzionale, attraverso quella che viene chiamata agricoltura integrata (che dovrebbe altresì integrare tutte le tecniche alternative ai pesticidi chimici), mentre invece è una semplice lotta chimica "guidata" dagli interessi dei venditori di Pesticidi.
Pratica oltretutto obbligatoria e che pertanto non può godere di fondi agroambientali europei erogati per impegni facoltativi degli agricoltori a fronte di un beneficio ambientale e sanitario collettivo.
In osservanza all'art. 3, comma 2 della Costituzione italiana che obbliga alla rimozione degli ostacoli ai fini della realizzazione sociale dell'attività economica. Socializzando appunto i costi della riconversione biologica dell'agricoltura per il bene nostro e dei nostri figli.
15 miliardi all'anno sono disponibili per l'agricoltura italiana dal 2018 al 2020 ne bastano 7 per riconvertirla tutta alla produzione biologica Mentre, invece, tra poco solo l'Italia userà pesticidi tra Governatori del Cancro e Sindaci dei Cimiteri ...col Vescovo, innaturalmente, per l'estrema unzione.
Brindiamo alla salute dei vivi e sani con prosecco biologico per il recupero del paradiso terrestre... ...trasformato in inferno dalla stupidità umana.
Metodo scientifico rigoroso per arrivare a risultati, che sono frutto di un intenso lavoro di gruppo. È su questi binari che la scienza deve muoversi quando fa ricerca sulle cause del cancro, “fuori da ogni conflitto d’interesse”: un ragionamento che valeva quando era il fumo a essere al centro del dibattito scientifico, che vale per l’asbesto e anche per il glifosato, sulla cui pericolosità oggi ancora si discute. Anche in questo caso, a dispetto di tutto “saranno i risultati scientifici evidenti in modo chiaro a sgombrare il campo da ogni dubbio”.
Ne è convinto Kurt Straif, direttore della sezione monografie di Iarc (International agency for research on cancer), un organismo indipendente, nato nel 1965 e che oggi conta 25 paesi in cui ha sedi e che fa, appunto, dell’indipendenza della ricerca e del rigore il suo baluardo. La scuola di specializzazione di Oncologia medica del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, insieme all’Istituto Ramazzini, lo ha invitato a raccontare il lavoro della Iarc e, nello specifico, della sezione “monografie” che Straif dirige, sulle cui ricerche si basano le agenzie nazionali e internazionali della salute. Noi lo abbiamo intervistato.
Dottor Straif, lei ha detto più volte durante la sua lezione di non voler nominare quella cosa, ma crediamo che la gente abbia il diritto di sapere come finirà la battaglia sul glifosato.
Siamo scienziati ed esperti nell’identificazione delle cause del cancro e per noi il messaggio deve essere quello di sostenere le conclusioni a cui arriva il gruppo di lavoro che, in questo caso ha stabilito che il glifosato è probabilmente cancerogeno per gli umani: abbiamo una chiara evidenza nel caso degli animali, una limitata per ciò che riguarda gli uomini. Sebbene Abbiamo un’evidenza ad oggi ancora limitata sulla cancerogenicità per gli esseri umani ma sappiamo che probabilmente è dannoso. Anche i dati cosiddetti meccanici ne rilevano la tossicità. Come scienziati possiamo dire con forza che nel medio termine emergerà l’evidenza scientifica in modo netto.
Nel frattempo, cosa si fa? La Monsanto non sembra dare segni di cedimento..
Noi abbiamo cercato di comunicare a un livello scientifico, ma sono usciti articoli molto generici che criticavano il lavoro svolto da Iarc. Così abbiamo risposto spiegando che gli scienziati della Iarc si posizionano “dietro” il metodo scientifico e i risultati a cui approda il lavoro di gruppo. La mancanza di risorse ha certamente messo in difficoltà la nostra capacità di comunicare in modo diffuso e forte questi concetti affinché fossero di dominio pubblico, ma non è facile quando dietro a certe posizioni ci sono anche tanti interessi... Sono state fatte nei nostri confronti delle accuse false ma noi, ad un certo punto, invece che rispondere direttamente, abbiamo scelto di pubblicare sul nostro sito una spiegazione molto chiara per documentare come le questioni originali e i responsi originali sono stati fraintesi, manipolati contro la Iarc. Lo abbiamo fatto in un’ottica di trasparenza e chiunque può leggere.
Come ha agito la Monsanto?
Quello che ha fatto la Monsanto è stato fare uscire, ancora prima che la Iarc fosse arrivata alle conclusioni definitive del lavoro, una loro ricerca tesa proprio ad andare con forza contro le conclusioni a cui noi saremmo arrivati, mettendo insieme i loro scienziati e i loro avvocati – con l’appoggio di industrie amiche e vicine a cui hanno chiesto di sottoscrivere le loro relazioni. Hanno pianificato una strategia anticipando le valutazioni della Iarc. Ciò significa che sapevano in anticipo quale fosse l’evidenza scientifica e cosa fare contro di essa. Questo è uno dei tanti esempi. Tuttavia, sono ottimista. In fondo la terra è solo un pianeta che gira nell’universo, uno dei tanti. La ricerca deve proseguire e credo che la ragione scientifica prevarrà.
da il SALVAGENTE
Troppi medici specialisti furbetti che pensano più ai loro interessi che ai pazienti. Intanto, nei prossimi 5 anni i medici di base tenderanno a sparire, per mancata programmazione da parte del ministero della Sanità.
Dunque, specialisti che operano nel privato, in cliniche e studi, che quando hanno a che fare con un paziente, si preoccupano subito di come poterlo spennare, anche perché negli ospedali le cose non vanno affatto bene.
Prenotazioni che viaggiano a passo di lumaca, per cui chi può si rivolge alle strutture private, convenzionate o non.
E così capita che si vada dall’oculista, dove viene diagnosticata una cataratta, e suggerito l’intervento in una clinica dove si appoggia.
Allora si risponde che è meglio andare all’Oftalmico. La risposta è lapidare : “ ci vorrà almeno un anno prima dell’intervento”. Si risponde, facendo il finto tonto : “ Va bene, intanto mi dia le lenti più idonee alla vista”. E così, come per incanto, si ritorna a vedere perfettamente.
Per non parlare degli urologi, dove, gira e rigira, tutti vogliono subito effettuare la biopsia prostatica, per un presunto nodulo od ispessimento della superficie ghiandolare, anche in presenza di un’ecografia, che invece sentenzia di curare la prostatite, e che non vi sono presenze di noduli.
Poi, non si dice se si effettua un prelievo transrettale o con ago da altra parte ( randoom) con punture a casaccio che non servono a nulla. Però si paga. E questo è l’importante.
Ma di una eventuale cura per la prostatite, non se ne parla affatto. Qualcuno azzarda il Prostamol , sponsorizzato sui media, che però non è un curativo, ma solo paliativo, per far fare cassa alla casa farmaceutica che lo produce.
Di prodotti efficaci per la cura, invece, ne esistono, come il Prostalgene , prodotto e venduto negli Usa, come dei cerotti cinesi, prodotti in Olanda,ProstaPlast, ma non disponibili in Italia.
Dunque, ecco solo alcuni esempi di come viaggia la sanità privata, adatta più ai polli da spennare che agli esseri umani.
Intanto si è accesa la miccia sui medici di base. Nei prossimi 10 anni ne andranno in pensione 30.000 , mentre le nuove leve ammontano a 900 l’anno. Se ne deduce che mancheranno all’appello oltre 21.000 unità. Inimmaginabile? No realtà.
E gli sfasci della sanità pubblica e privata, a chi si denunciano? Manca un call center nazionale di riferimento a cui esporre denunce e malversazioni, per cui tutto continuerà a peggiorare.
Chiudiamo sulla malasanità con un ultimo caso segnalatoci qualche giorno fa. Un uomo ricoverato per rottura del femore all’ospedale di Velletri è stato tenuto su di un lettino in astanteria per sei giorni. Poi, operato, dopo due giorni è deceduto.
Le strutture sanitarie e medici, naturalmente, non pagheranno mai le loro inadempienze, come, d’altronde, anche i vertici delle banche che hanno dissanguato gli investitori, Poste comprese.
I pareri sulla cancerogenicità e genotossicità del glifosato, impiegati dalle autorità di regolamentazione europee e statunitensi, sono direttamente sponsorizzati dall’industria e contengono gravi difetti scientifici
– Tra il 2012 e il 2016 Monsanto e altre aziende dell’agribusiness hanno finanziato e promosso la pubblicazione di recensioni scientifiche che sostenessero la non cancerogenicità o genotossicità del glifosato e delle sue formulazioni. Pareri le cui conclusioni sono state falsate tramite l’omissione di dati rilevanti o la loro classificazione come “risultati casuali non significativi”. E nella maggior parte delle valutazioni, l’approccio impiegato evita accuratamente la forza probante dei dati, escludendo linee di evidenza complementari. Come se questo non bastasse a portare l’ago della bilancia a favore delle aziende, tali recensioni hanno assegnato anche un maggior peso agli studi condotti dalle industrie e non pubblicati, piuttosto che a quelli pubblicati in riviste scientifiche specializzate dopo un severo processo di valutazione (peer-reviewed).
L’accusa arriva dal nuovo rapporto “Glyphosate and cancer: Buying science”, rilasciato oggi dall’associazione ambientalista austriaca GLOBAL 2000. Il documento, redatto con il contributo di Avaaz, BUND, Campact, CEO, GMWatch, Pesticide Action Network (PAN) e l’istituto ambientale di Monaco di Baviera, spiega come la letteratura scientifica a sostegno del controverso erbicida, sponsorizzata dall’industria di settore per mantenere la formula sul mercato, abbia influenzato i regolamenti statunitensi ed europee in materia.
A differenza dell’Agenzia di ricerca sul cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che non considera questi articoli di revisione (e che ha bollato il glifosato come “probabilmente cancerogeno”), l’Agenzia per la Protezione Ambientale USA (EPA), l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) vi fanno diretto riferimento per valutare i rischi per la salute connessi all’utilizzo di agenti pesticidi ed erbicidi. Ma la reticenza mostrata da sempre da queste autorità alle richieste di mostrare i dati impiegati nella valutazione, ha contribuito nel tempo ad aumentare i sospetti di pesanti ingerenze da parte dell’agribusiness.
Come sottolinea il titolo stesso del report, molti degli autori di queste recensioni hanno conflitti di interesse con l’industria o con organismi collegati al settore. Alcuni sono legati all’Istituto Internazionale di Scienze della Vita (ILSI), un’organizzazione finanziata anche da società che producono erbicidi, come Monsanto, Dow e BASF, e il cui lavoro è quello sviluppare e promuovere test e metodi di valutazione del rischio.
“I produttori di glifosato hanno ingannato le autorità di regolamentazione di tutto il mondo in ogni modo per minimizzare gli effetti allarmanti del glifosato sulla salute. Il fatto che le agenzie abbiano accettato la loro ‘assistenza’ è niente di meno che uno scandalo “, spiega il biochimico Helmut Burtscher, uno degli autori dello studio.
La posizione dell’EFSA è ormai da tempo arroccata sulla non cancerogenicità del glifosato. Posizione condivisa ora anche dall’ECHA che, nella sua valutazione, classifica l’erbicida unicamente come dannoso per gli occhi e tossico per gli organismi acquatici con effetti duraturi.
Due posizioni che pesano moltissimo sulla decisione che dovrà prendere la Commissione Europea in merito al rinnovo o meno della licenza al glifosato.
Le organizzazioni che presentano il report “Buying Science” sono tra i promotori dell’Iniziativa dei Cittadini Europei “Fermiamo il Glifosato” che oggi – come parte dei suoi obiettivi – richiede alla Commissione europea di “garantire che la valutazione scientifica dei pesticidi per l’approvazione regolamentare dell’UE si basi unicamente su studi pubblicati, che siano commissionati dalle autorità pubbliche competenti anziché l’industria dei pesticidi”. “Le decisioni sul futuro del glifosato – conclude Burtscher dovrebbero essere guidate dalla revisione indipendente delle prove da parte della IARC.”
Altra “spallata”alla Sanità : togliere l’intramoenia dagli ospedali ed affidarla alle cliniche più grandi. Ma non solo, si va verso la Sanità gratuita per gli immigrati , mentre gli italiani pagano ticket e superticket. Dunque ,dopo la chiusura della guardia medica notturna e l’accorpamento dei medici di base, che dovrebbero essere disponibili fino alla mezzanotte ( cosa che avviene in rarissimi casi, ed il ministero della Salute se ne guarda bene da effettuare controlli ), ecco l’ennesimo colpo di genio della ministra Lorenzin, a cui le Regioni dovrebbero adeguarsi, e sembra che già la regione Lazio abbia dato l’ok.
La chiusura dell’intramoenia negli ospedali sarebbe dovuta alla mancanza di disponibilità di camere, per cui si è pensato, guarda caso,di chiamare in causa le grandi cliniche, proprio per far spazio all’intramoenia.
C’è da segnalare, inoltre, che non si costruiscono più ospedali e, bene che vada, si mette qualche pezza a quelli già esistenti.
Poi si rileva che i pronti soccorso sono ridotti al lumicino , quanto a personale e posti letto.
E così i pazienti rimangono a lungo sulle barelle della Croce Rossa, a sedere, od addirittura sdraiati per terra.
Basti pensare che al S. Spirito di Roma, a due passi dal Vaticano, grazie ai tagli, al pronto soccorso operano quattro medici ed un radiologo, mentre l’otorinolaringoiatra è presente in ospedale solo due ore,dalle 8,30 alle 10,30, per poi proseguire in altre strutture sanitarie.
Ed anche al fate Bene Fratelli, le cose non vanno meglio. Manca l’otorinolaringoiatra, ma all’occorrenza, se necessita c’è una lista di specialisti da chiamare per trovarne uno disponibile.
Dunque, la Sanità pubblica è “alla frutta”, eccettuate alcune eccellenze, soprattutto private, come il Gemelli ed il Bambin Gesù.
Certo è che i medici ospedalieri, oltre che insufficienti sono anche mal pagati. Si pensi che uno specialista con un’esperienza trentennale percepisce 3.200 euro al mese, spesso con sovraccarichi di lavoro.
Di contro, se la prendono comoda i medici di base, che percepiscono, per chi sfiora i 1500 pazienti, oltre 10.000 euro al mese. Una follia per ciò che fanno, meglio, per ciò che non fanno, senza alcuna responsabilità, e con orari esterni che nessuno controlla. Nella sostanza, il medico di base prescrive lo specialista e le ricette, a partire da aspirina e tachipirina come soluzione di ogni male.
Capita così di avere un dolore al fegato e dal cilindro magico esce la prescrizione di un’aspirina. Oppure si dice che il naso sanguina copiosamente da alcuni giorni, e si prescrive l’otorinolaringoiatra, quando invece si tratta di una piccola rottura all’aorta nasale, dovuta all’alta pressione. Ma di misurarla, anche su richiesta del paziente, non se ne parla.
Infine, orari di studio sempre più risicati e su appuntamento, perché il resto del tempo serve per effettuare le visite a casa. Di chi? Non esiste un elenco di chi si è andato a visitare, così anche in caso di un eventuale controllo, non si sa dove il medico si è recato.
Conclusione: la Lorenzin prima se ne va e meglio è per tutti.
Il Qatar a caccia di ospedali italiani di eccellenza. Ora nel mirino anche il Gemelli di Roma, dopo l’acquisto dell’ospedale sardo Mater Olbia ( 1,2 miliardi).
Perché un ospedale di eccellenza, oltre che render bene da anche la possibilità di poter effettuare scambi con altri principali ospedali esteri e centri di ricerca collegati. Tant’è che per lo sviluppo dell’ospedale di Olbia, i primi 100 assunti dovranno parlare correttamente due lingue.
E la Sanità italiana è piena di eccellenze, come è anche piena di imboscati e nulla facenti, come troppo spesso accade per i medici di base, lavativi, senza responsabilità, e senza controlli, pur toccando cifre da capogiro, tra stipendio ed indennizzi vari ( anche oltre 10 mila euro al mese).
Fatto è che la ministra Lorenzin, ha tagliato drasticamente nel settore della Sanità, ad iniziare dai posti letto e medici specialisti, per cui il pronto soccorso è al collasso. Capita sempre più spesso, a partire da Roma, che non ci siano posti dove ospitare i malati, ne medici sufficienti per curarli.
Infine non si programmano né si costruiscono nuove strutture ospedaliere, per cui si assiste anche allo scandalo dell’ex Forlanini ( attaccato al S. Camillo) che invece di essere ricostruito lo si lascia nel degrado più totale, come dormitorio per i senza fissa dimora oltre che per cani e gatti abbandonati.
Ed a forza di tagli del personale sanitario, capita che al S. Spirito di Roma, se un ricoverato ha problemi con naso, orecchie o gola, non può essere visitato, perché l’otoringoiatra non c’è. E’ presente solo due ora la mattina dalle 8 alle 10, poi si fa il giro di altre strutture sanitarie. Come anche al Fate Bene Fratelli, dove lo specialista in questione non esiste, ma sull’urgenza c’è sempre qualcuno che viene. Questo “parto” scriteriato per far ammalare definitivamente la Sanità pubblica, oltre alla Lorenzin, porta anche la firma di Zingaretti. E così, per esempio, le strutture dei pronto soccorso gravano tutte su medici insufficienti all’accoglienza. E per dare l’idea di che cosa stiamo parlando, al S. Spirito i medici addetti al pronto soccorso sono in tutto cinque, con una media di 120 pazienti al giorno. Di questo passo si potrebbe andare avanti nella descrizione dei misfatti della Sanità pubblica, che così viene diretta tra le braccia di quella privata.
Carnivorismo umano: il più perverso, deleterio e distruttivo sistema convenzionale
Quando si parla di carne si sta parlando delle parti anatomiche strappate ad un essere, capace di intelligenza e sentimenti, appositamente ucciso, e che come noi amava la vita e aveva paura di morire. Ma molta gente è convinta che la carne sia necessaria alla nostra salute. Se questo fosse vero sarebbe difficile spiegare l’eccellente salute di coloro che non la mangiano, quella di moltissimi personaggi recenti e della storia passata, oltre delle popolazioni che per tradizione sono vegetariane.
La domanda fondamentale da porsi è se l’alimentazione carnea genera benefici o danni. Quali sono i benefici del consumo di carne nella dieta umana per la nostra salute? Assolutamente nessuno. Non è possibile menzionare in alcun modo un solo beneficio apportato dalla carne, mentre i danni prodotti sono molteplici e dimostrabili da qualunque patologia ad essa correlati: danni alla salute, all’ambiente, all’economia, al Terzo Mondo, alla coscienza umana… non v’è malattia che non sia correlata al consumo di carne, come non v’è rimedio in cui si consigli l’eliminazione della stessa dalla dieta.
Mangi una bistecca ed hai tutti i nutrienti necessari? Nulla di più falso. Se mangiassi solo carne non arriveresti alla fine del mese, mentre se mangiassi solo vegetali otterresti una salute eccellente, questo perché la carne è l’alimento nutazionalmente più scompensato esistente in natura: è privo di carboidrati, amidi, fibra, vitamina A,C ed E.
La carne fa male (come il pesce) non solo perché agli animali d’allevamento vengono somministrati ormoni per accelerarne la crescita, oltre a vari farmaci, come antibiotici per immunizzarli alle malattie cui andrebbero incontro a causa di una vita disumana, ma perché è ricca di colesterolo, grassi saturi; perché acidifica il sangue, sottrae calcio alle ossa, ma soprattutto perché tutti gli organismi in putrefazione sviluppano ptomaine come indoli, fenoli, cadaverina, istamina sostanze altamente dannose, indipendentemente dal fatto che la carne provenga da animali d’allevamento o da animali che vivano allo stato brado.
Per certi nutrizionisti che in televisione ipocritamente giurano che gli animali italiani sono esenti da farmaci, significativa arriva in questi ultimi giorni la dichiarazione della Coop che ufficialmente dichiara“…si vuole impegnare a migliorare le condizioni degli animali d’allevamento pereliminare o ridurre l’uso degli antibiotici in modo da contrastare l’incremento dei batteri resistenti”. Il problema dell’antibiotico resistenza che va sviluppandosi negli ultimi tempi è di gravità enorme. Ma pare che all’essere umano non importa morire: l’importante farlo con la bocca piena.
Ancora una volta, dopo innumerevoli volte, ci ritroviamo a dover riconoscere il carattere mendace di una delle tante “certezze” delle neuroscienze in merito al nostro apparato cerebrale, la cosa più affascinante e abissalmente misteriosa dell’intero universo …
La neuroscienziata Angela Sirigu, direttrice di ricerca all’Istituto di Scienze cognitive Marc Jeannerod del Centro nazionale di ricerca scientifica (Cnrs) di Lione, è riuscita, attraverso elettrostimolazioni al nervo vago protratte per un intero mese, a fare recuperare la coscienza ad un paziente immerso da quindici anni in stato vegetativo giudicato “irreversibile”. Il paziente, al fine di rendere particolarmente significativo l’esperimento, era stato scelto proprio per la gravità delle sue condizioni e per il fatto di non aver mai manifestato, dal giorno dell’incidente subito quindici anni prima, mai alcuna forma di benché minimo miglioramento.
“E’ stato molto importante - ha dichiarato la Sirigu nel corso di un’intervista (Avvenire 28 settembre) - scoprire che i cambiamenti osservati dopo la stimolazione del nervo vago riproducono esattamente ciò che accade in natura quando un paziente migliora autonomamente da stato vegetativo a stato di minima coscienza, il che suggerisce che abbiamo attivato un meccanismo fisiologico naturale. Inoltre l’esperimento dimostra che anche in pazienti gravissimi, finora ritenuti privi di speranza, dopo molti anni la plasticità del cervello permane (la Pet ha registrato la comparsa di nuove connessioni nervose) e che un recupero della coscienza è sempre possibile.”
Ovviamente, ora si dovrà passare a sperimentare il trattamento su un ampio numero di soggetti in condizioni analoghe e non è certo possibile, al momento, prevederne gli esiti né tantomeno ipotizzare i possibili sviluppi delle ricerche. A noi non resta che augurarci che il crollo di una simile “certezza” sia fonte preziosa di prospettive più larghe e di approcci più cauti e, soprattutto, più onestamente umili.
Di importanza straordinaria è già, fin da ora, infatti, la conclusione che la neuroscienziata italiana ha potuto ricavare da quanto osservato:
“Da oggi la parola “irreversibile” non si potrà più dire”.
E, ancora una volta (pur non ignorando affatto le oggettive differenze fenomenologiche), mi trovo a domandarmi, con immensa amarezza, come mai una sana, elementare, minima dose di buon senso non susciti, nella mente di tutti noi, neppure un piccolissimo dubbio sulle tanto sbandierate “certezze” relative alla (presunta) assoluta irreversibilità della condizione un cui si verrebbero a trovare gli sfortunati pazienti dichiarati (in base a criteri opinabili e differenti da paese a paese) “cerebralmente morti”…
E se si applicasse anche su di loro un trattamento come quello sperimentato dalla dottoressa Sirigu, invece di fare a pezzi i loro poveri corpi, dopo soltanto qualche ora, al fine di prelevarne (pervasi da afflato filantropico) organi vivi, caldi e funzionanti?
Prostatite e possibili noduli tumurali. Troppi urologi incompetenti , grazie anche al ministro della Salute Lorenzin.Prima o poi, agli uomini capita a tutti, superati i 50 anni, e forse anche prima,di doversi confrontare con la prostatite, una infiammazione della ghiandola, che tra l’altro serve anche alla procreazione, ma anche ad altro, cioè alla sfera sessuale in generale. E già, perché se qualcosa si inceppa, si rischia anche di rimanere impotenti. Ma cosa che non viene detta è ciò che accade nel retrobottega, cioè quando ci si reca dall’urologo. Alcuni professori di levatura internazionale sostengono che effettuare una biopsia alla cieca alla prostata, e non su un nodulo preciso, è come cercare un ago nel pagliaio. Eppure ci sono ancora ospedali, anche a Roma, come ad esempio il S. Camillo, dove effettuano anche 50 punture ed oltre alla prostata, senza trovare un bel nulla. Come anche al Fate Bene Fratelli, dove ancora si eseguono biopsie a grappolo e non mirate , naturalmente con i costi che ne conseguono e con gli strascichi di dolore per il paziente. E nessuno di questi ospedali ha suggerito, invece, di effettuare una risonanza magnetica multiparametrica, l’unica in grado di scovare cellule tumorali ove vi fossero. Ma costa troppo , oltre il fatto che se anche ne avessero i macchinari si dovrebbe attendere troppo prima di poterla effettuare. E così indirizzano verso cliniche private, come per esempio il Pio XI od il Salvatur Mundi, dove il costo sfiora i 900 euro. Vuoi provare a salvarti la pelle? Allora paga. Questi i risultati della politica dei tagli alla Sanità pubblica della non laureata ministra della Salute, Lorenzin.
Ma il dramma è che troppi urologi non sappiano neanche che esista la risonanza magnetica multiparametrica, e così continuano con l’imposizione del dito e le biopsie a grappolo, che non servono a nulla, e con tanto di anestesia totale, tanto per metter soldi nel portafoglio. Cliniche private? La musica non cambia. Biopsia a grappolo ed anestesia totale, per non trovare nulla. Poi, per fortuna esiste qualche urologo che sostiene di effettuar una biopsia mirata, con due tre punture, sul nodulo sospetto, senza anestesia e senza dolore. Ma sono pochi. A chi credere? A Belzebù? Quasi nessuno, invece, prova a curare il malessere come prostatite, eventualmente prima di procedere oltre. Ma alcune cliniche, addirittura, in caso di biopsia mirata, fanno firmare un documento che le scagiona da qualsiasi eventuale danno collaterale. Qual’è la verità? Che ci sono più stregoni che medici, mentre la Lorenzin resta imperturbabile, inviata speciale di Alfano, ad effettuare tagli alla Sanità invece che occuparsi del suo reale funzionamento. E presto ci auguriamo torni a casa ad occuparsi delle faccende domestiche, sempre che sia in grado di farle.
Proviamo ad immaginare le parti anatomiche di un corpo umano; immaginiamo che il cuore, il fegato, la milza, il rene, il polmone, il cervello, gli intestini, alcune costole, alcuni muscoli, siano stati levati in obitorio ad una persona deceduta e messi in un recipiente. E ora immaginiamo gli stessi organi prelevati dal cadavere di un animale, per esempio un maiale, e messi in un altro recipiente vicino al primo. Queste misere parti risultano, ad occhio profano, identiche, indistinguibili. Ebbene, pensare di cucinare e mangiare le prime farebbe vomitare, inorridire chiunque dotato di sensibilità e di senso estetico; invece, per le massaie o per i cuochi, cucinare e mangiare le seconde viene considerata una prelibatezza da leccarsi le dita.
Eccetto i cannibali, chi se la sentirebbe di cucinare e mangiare la coscia, il petto, il piede, la faccia, i testicoli, la milza, il pancreas o qualunque altra parte del corpo di un essere umano? Solo l’idea certo sconvolge ogni persona normale, mentre è considerato un piatto prelibato se ad essere cucinate sono le identiche parti anatomiche di un qualunque animale ritenuto commestibile.
Chi utilizzerebbe per il proprio pasto un recipiente in cui c’è stato del sangue umano e messi a giacere i resti di un’operazione chirurgica? Invece, per la stragrande maggioranza delle massaie o dei cuochi è considerato normale usare recipienti in cui sono stati utilizzati resti del cadavere di un animale.
Chi consumerebbe a colazione latte di donna? Credo nessuno. Mentre è considerato normale utilizzare il latte di un animale, igienicamente meno adatto e meno compatibile con la nostra vita.
Chi mangerebbe un uovo uscito dalla vagina di una donna? Sfido chiunque a superare questa ipotetica prova. Mentre è considerato normale utilizzare, a profusione, uova uscite dall’utero di un animale, tra l’altro ritenuto, erroneamente, il meno dotato sotto l’aspetto cerebrale, estetico, spirituale.
Come può succedere tutto questo? Perché l’essere umano si è abituato a convivere con ciò che è raccapricciante, stomachevole, disgustoso e contro la sua stessa natura di essere emotivamente, eticamente ed esteticamente sviluppato? Perché l’essere umano, per sua natura frugivoro, ritiene normale mangiare un animale mentre considera crudele quando animali carnivori agiscono allo stesso modo e pur non avendo gli attributi anatomici degli animali predatori si comporta come tali?
Come ha potuto arrivare a considerare buoni da mangiare dei pezzi di cadaveri sanguinolenti ed in via di decomposizione? Come può un essere umano mettere nel suo stomaco lo stomaco cucinato di un animale? Nel suo intestino l’intestino di un animale? Il piede o la gamba di un animale? Che differenza c’è tra gli occhi, le orecchie o la lingua di un essere umano e gli occhi, le orecchie e la lingua di un vitello, cavallo o maiale?
Così si comportavano gli uomini delle caverne, gli uomini dell’età della pietra, al tempo della grande fame, quando spinti da estreme necessità di sopravvivenza dovettero violentare la loro stessa natura emulando gli animali predatori. Ma oggi che necessità c’è di restare ancorati ad abitudini primordiali e a pasti cadaverici? Può l’umanità decaduta risollevarsi se resta capace di giustificare, con il piacere della gola, comportamenti così aberranti?
Il 24 Luglio 2017, in occasione della manifestazione del Movimento per libera scelta in materia di salute, è intervento a Roma, nella Piazza di Montecitorio, il Presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato.
Il Presidente ha dichiarato che con questo decreto legge si sta commettendo un gravissimo reato, lesivo della dignità delle persone, della loro salute e dei loro diritti, riconosciuti dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Uomo.
Imposimato ha invitato tutti ad opporsi a questo decreto legge, in quanto criminale e illegale, oltre che illegittimo. Ha esortato a fare disobbedienza civile, perché nostro diritto e dovere fermare la prepotenza e la violenza contenuti nel dl proposto da Beatrice Lorenzin. Ha invitato esplicitamente a fare resistenza perché mai, dalla fine della guerra in poi, si era veduto tale livello di arroganza e di illegittimità. Ha confermato che la Corte Costituzionale, già nel 2014, aveva sottolineato che quando si parla di diritti della salute non si possono fare decreti, che non sono consentiti dalla nostra Costituzione, che in materia di salute è possibile procedere solo per legge ordinaria, mai per decreto legge.
Ha dichiarato, inoltre, che si batterà personalmente con tutto il suo pool, contro questo decreto, attraverso il quale – ha ribadito più volte – si sta commettendo un grave crimine, che essi saranno in prima linea, procedendo ad aprire indagini, chiedendo tutte le verifiche del caso, denunciando l’omissione di atti d’ufficio relativo alla secretazione dei dati relativi alle migliaia di casi per reazione avversa ai vaccini, che procederanno a fare ricorso al TAR, impugnando l’illegittimità del decreto Lorenzin, ciò in tutte le sedi ufficiali.
Ha affermato infine che, in una vita intera di lotta dedicata alla difesa della legalità, mai si era visto prima il malaffare che si è raggiunto con questo decreto. Ha concluso esortando tutti a non avere paura, a non arrendersi, sostenendo che non sono fuori legge coloro che stanno lottando affinché sia riconosciuto il sacrosanto diritto garantito dalla Costituzione – ovvero la piena libertà di scelta in tema di salute – bensì fuorilegge sono coloro i quali, in accordo con una multinazionale farmaceutica come la Glaxo (condannata in tutto il mondo per violazione delle norme penali, delle norme sulla salute, delle norme civili), stanno imponendo questo decreto, definendolo immondo, col quale stanno commettendo un reato grave, un tremendo abuso ai diritti delle persone, mettendo a rischio la salute dei bambini, e agendo contro la Costituzione della nostra Repubblica.
Sotto il video documento dell’intervento del Presidente onorario aggiunto Ferdinando Imposimato:
per gentile concessione dell'agenzia di stampa Pressenza
Finché gli esseri umani si nutriranno come le belve si comporteranno come le belve
I continui episodi di improvvisa violenza che si stanno verificando in Italia, e non solo, non hanno precedenti nella storia recente. Non passa giorno che non si registri una esplosione di follia con efferati risvolti drammatici di cui le vittime sono quasi sempre le donne e i minori.
Questa lunga catena di delitti, in apparenza inspiegabili, riconduce il problema al fenomeno di pochi anni fa della cosiddetta mucca pazza diventata tale perché alimentata con residui di carnami inadatti alla sua natura di animale erbivoro. L’identico effetto non lo si può non associare all’essere umano per sua natura frugivoro. Mai l’umanità ha consumato quantitativi di carne come in questo periodo storico, e siccome la carne è un alimento adatto agli animali predatori (serve a dar loro la necessaria aggressività per uccidere la preda) la logica vuole che se gli umani consumano questa sostanza è probabile che si verifichino i medesimi effetti e di conseguenza si verificheranno “inspiegabili” comportamenti aggressivi e violenti.
Se una persona si nutre di alimenti scarsi di un determinato principio nutritivo, (per esempio di piante coltivate su un terreno povero di un certo minerale), anche il suo organismo accuserà la stessa carenza e questa si riflette inevitabilmente sulle funzioni del suo organismo. Ogni nutriente può far funzionare meglio o peggio un organo del corpo e di conseguenza l’intero organismo.
Il nostro cervello è una macchina che funziona prevalentemente a glucosio, se scarseggia tale nutriente funzionerà male, con le conseguenze che si immaginano. Noi siamo quello che mangiamo e quello che mangiano determina la nostra condotta. Questo l’aveva previsto già il grande Krisha che Nella Bhagavad Gita rispondendo ad Ariuna che gli chiede come potersi salvare dalle conseguenze delle vite passate e raggiungere la liberazione dal ciclo di rinascita e morte. E il Dio risponde: “Tu sei ciò che mangi e le tue attività modellano la tua vita. Se regoli il cibo e le attività puoi vincere le tendenze demoniache e promuovere le tendenze pure dentro di te. Il cibo è la principale forza creativa: la condotta morale, le buone abitudini, o sforzo spirituale, tutto dipende dalla qualità del cibo”.
Vi sono aminoacidi (come la tirosina, di cui sono ricchi i prodotti animali) che favoriscono la concentrazione nel cervello dei neurotrasmettitori dopamina e adrenalina i quali inclinano l’individuo alla competizione, alla litigiosità, all’aggressione, alla violenza (gli yogi indiani sostengono che i carnivori non possono mai raggiungere l’estasi). Anche la fenilalanina, di cui sono ricchi le carni, i formaggi ed anche i legumi, e un eccesso di zuccheri e di colesterolo nel sangue risultano essere tra i maggiori imputati.
Per contro altri principi nutritivi presenti principalmente nei prodotti vegetali, in virtù del loro altro contenuto in amidi e fibra consentono la concentrazione di triptofano nel cervello consentendone la trasformazione in serotonina, neurotrasmettitore che favorisce uno stato di calma, di serenità, di socievolezza la di empatia, di disponibilità verso gli altri. Anche l’ossitocina, ormone dell’amore, predispone all’ empatia, alla fiducia negli altri. In sostanza, è possibile aumentare o diminuire certe funzioni cerebrali, introducendo con la dieta certi aminoacidi in misura maggiore o minore di altri.
E’ documentato che grassi di origine animale, zuccheri e carboidrati raffinati compromettono la salute del cervello, mentre una dieta vegana svolge un’azione protettiva. Due importanti cardiologi (Michael Cooper e Michael Agent) hanno dimostrato come la meditazione è in grado di abbassare di un terzo il livello di colesterolo nel sangue: e se la mente è in grado di condizionare la materia allo stesso modo la materia (il cibo) è in grado di condizionare il pensiero e di conseguenza la condotta dell’individuo. In sostanza, siccome ogni cibo entra in relazione con la nostra coscienza e con la nostra mente, modificando la dieta si influisce anche sulle emozioni e sul comportamento della persona.
La cattiva alimentazione impoverisce le facoltà cognitive e favorisce la demenza. La droga rende apatici, assenti, modifica il pensiero e il comportamento delle persone. Il profumo inebria, calma e rilassa. Traumi in specifiche zone del cervello ledono specifiche funzioni. Certi settori del cervello coinvolti in processi emotivi lo sono anche nella elaborazione dei pensieri. Differenti emozioni attivano differenti zone del cervello e viceversa.
"I nostri risultati dimostrano che ciò che si mangia influenza il modo di pensare", ha detto Fernando Gomez-Pinilla, professore di neurochirurgia presso la David Geffen School of Medicine presso la UCLA e un professore di biologia integrativa e fisiologia nel Collegio UCLA di Lettere.
Studiosi dell’University of California hanno dimostrato che anche i batteri presenti nell’intestino possono modificare alcune funzioni psichiche; in sostanza si può modificare lo stato psichico dell’uomo utilizzando specifici alimenti (intuizioni che risalgono ad Ippocrate). Modificando la flora batterica intestinale si possono influenzare le risposte psichiche, e con esse migliorare o peggiorare determinati comportamenti.
Anche gli stati d’animo e le emozioni si riflettono su tutte le cellule e le funzioni del corpo. Le emozioni negative generano disarmonia nelle funzioni fisiche e alterano i battiti cardiaci. Sentimenti come l’odio, la gelosia, la paura se persistono possono arrivare a provocare dei cambiamenti organici e quindi delle vere malattie. I capelli di una donna belga condannata a morte dai tedeschi divennero improvvisamente bianchi nella notte precedente l’esecuzione. Non solo la mente ma anche la coscienza umana è un’energia capace di modificare il mondo fisico.
La meditazione, la preghiera, giocano ruoli determinanti nei processi di guarigione. La mente ha il potere di attivare le difese immunitarie dell’organismo ed operare la guarigione. Un terzo delle persone guarisce attivando il potere della mente. Un atteggiamento attivo nei confronti della malattia influenza pesantemente il decorso. Anche l’ipnosi risulta essere un potente mezzo di guarigione. Gli esperimenti placebo sono una realtà riconosciuta anche dalla medicina ufficiale. Addirittura mente e cuore possono interagire al di fuori della dimensione spazio e tempo.
Seneca faceva notare che tra i mangiatori di carne si trovano i tiranni, gli organizzatori di eccidi, di faide e di guerre fratricide, i mandanti di assassinii, gli schiavisti, mentre coloro che si nutrono dei frutti della terra sono caratterizzati da comportamenti miti e socievoli. E Porfirio (considerato da S. Agostino il più grande dei filosofi) scriveva: “Non è tra i mangiatori di vegetali ma tra i mangiatori di carne che si trovano gli assassini, i ladri, i tiranni. Il regime vegetali più di ogni altro è adatto a dare una salute perfetta e una mente riflessiva e filosofica”. E Rousseau: “Comunque si voglia spiegare il fenomeno, è certo che i mangiatori di carne sono in genere feroci e crudeli più degli altri uomini. E’ quindi necessario non abituare i bambini a nutrirsi di carne, se non per la loro salute almeno per il loro carattere”. Lamartine: “Sono convinto che uccidere gli animali per nutrirsi della loro carne sia una delle disgrazie della razza umana. Io credo che queste immolazioni questo appetito di sangue, questa vista di carni palpitanti, siano fatti per rendere il cuore più duro e brutale”.Questo l’aveva intuito già Platone, vegetariano, che consentiva il consumo di carne solo ai soldati che partivano per la guerra.
Le popolazioni, o le comunità più pacifiche e miti, sono quelle che hanno escluso la carne dalla loro dieta, come gli Hunza del Kashmir, i russi del Caucaso, gli indiani del Toda e dello Yucatan (centro America), i Vilcabamba nell’antico Perù, gli indigeni del Monte Hagen nella Nuova Guinea, i Carani Guaranti dell’America del Sud, certe tribù dell’Africa o gruppi di Indios del Brasile nord-occidentale o gli Indios Piaroa in Venezuela. In questi non c’è traccia di aggressività e di violenza e l’odio è sconosciuto.
UNA RIFLESSIONE, CON DATI ALLA MANO, SULL'INCREMENTO DI COPERTURA VACCINALE
Gentile ingegner Nicola Pomaro,
parafrasando la Sua sincera lettera possiamo dire che nulla è più imparziale dei danni da vaccino: le reazioni avverse ai farmaci vaccini possono toccare qualunque bambino senza guardare al censo, al conto corrente dei genitori, al loro credo confessionale o posizione ideologica. Negli anni passati è accaduto a figli di alcune persone che abbiamo conosciuto. Uno di noi - firmatari della presente - ottemperando all'obbligo di calendario vaccinale imposto dall'Autorità sanitaria - si ritrovò, poi, il secondogenito vittima di danno da vaccino irreversibile (reazione/evento avverso, il cui nesso causale fu riconosciuto dalle apposite autorità, Commissione Medico-Ospedaliera, CMO, e dal Ministero della Salute).
Potrebbe toccare anche ad alcuni figli di suoi amici. Non glielo auguriamo, ing. Pomaro ma, se capitasse a delle persone a Lei care, probabilmente capirebbe molte cose.
Comprendiamo che sua figlia di 5 anni è il bene più grande che Lei ha e che voglia proteggerlo, essendo la bambina immunodepressa, ma chieda al sig.Giorgio Tremante di Verona - che decenni addietro perse due dei suoi figli a causa delle vaccinazioni obbligatorie e dei trattamenti farmacologici applicati - se l'obbligo vaccinale sia necessario e sempre cosa buona e giusta (nel 1995 una commissione ministeriale individuò il "nesso di causalità" tra il vaccino antipolio Sabin e la malattia dei figli Tremante, ma il Ministero rifiutò successivamente l'indennizzo).
Marco ed Andrea Tremante morirono rispettivamente nell'ottobre 1971 all'età di 5 anni, e nel settembre del 1980 all'età di 4 anni, dopo vaccinazione contro la poliomielite il primo, e dopo un trattamento con farmaci immunosoppressori il secondo, su un fisico già indebolito dalla vaccinazione a cui aveva risposto con reazioni avverse. Un terzo figlio del sig. Tremante – il gemello del secondo morto - scampò alla morte ma pagando un prezzo enorme: Alberto Tremante, relegato su una sedia a rotelle a vita, e dipendente da un respiratore automatico.
Gli chieda se la strada della coercizione, della minaccia della sanzione e della discriminazione sociale rispetto a questo atto sanitario, sia la strada più eticamente e scientificamente opportuna. Lo chieda, anche, alle migliaia e migliaia di famiglie sconvolte da loro familiari vittime di danni da vaccino in tutto il mondo nelle ultime decadi.
La vita di sua figlia è sacra e Le auguriamo tutto il bene possibile, e soprattutto che possa presto sconfiggere l'immunodepressione che la affigge , con il miglioramento delle tecniche e delle conoscenze mediche. Ma Lei, ingegnere, è davvero certo che innalzando la percentuale di immunizzati come Lei chiede nell'appello a Luca Zaia del Veneto – cioè rinunciando ad impugnare il Decreto 73/2017 di fronte alla Corte Costituzionale – per ottenere con la forza e con la minaccia della sanzione e della discriminazione sociale, alte coperture vaccinali scolastiche anche superiori al 95%, Sua figlia sarà sempre e comunque al riparo dal contagio di malattie infettive?
Ad esempio, gli ultimi 9 casi di poliomielite in Italia - registrati dal 1995 al 2002, anno in cui l'Europa fu dichiarata polio free -sono stati casi di polio-vaccino associati, e non da poliomielite causata da virus selvaggio (dati ISS, Istituto Superiore della Sanità): si tratta, cioè, di bambini che hanno contratto una sorta di paralisi flaccida a causa del vaccino stesso che avrebbe dovuto proteggerli dall'agente patogeno per cui si vaccinavano. Tanto è vero che, da alcuni anni, il virus vivo ma attenuato della poliomielite (nel vaccino orale di tipo Sabin, OPV), non si somministra più nella prima infanzia in Italia, proprio per ridurre il rischio di contrarre la stessa malattia, e si opta per l'inoculazione del virus ucciso (vaccino inattivato, di tipo Salk, IPV).
Inoltre, cosa ancora più importante, i bambini che vengono vaccinati contro il morbillo e la varicella con virus vivo ma attenuato , per alcune settimane dovrebbero poi astenersi dal frequentare luoghi e comunità in cui sono presenti bambini non coperti da immunità naturale od indotta, oppure soggetti immunodepressi / immuno- compromessi, perché proprio l'immunizzazione artificiale (vaccinazione), può essere causa di contagio in una determinata finestra temporale.
Le risulta che questa misura di sicurezza e prevenzione venga sempre rispettata nelle scuole, nelle case e nei centri di aggregazione giovanile e sportiva? Inoltre, negli anni passati, vi sono stati casi in Canada, Stati Uniti d'America e Cina, in cui comunità scolastiche, con alta copertura vaccinale (almeno 1 o più dosi ricevute), anche vicine al 99% della comunità, registrassero focolai epidemici di morbillo.
Per esempio in Canada, nel Quebec, nel 1989 in una popolazione dove la copertura vaccinale totale contro il morbillo era del 99% , si verificò un focolaio epidemico con 563 casi, ed il parere degli esperti fu che la incompleta copertura vaccinale non poteva essere una valida spiegazione del focolaio epidemico di Quebec City ( "Major measles epidemic in the region of Quebec despite a 99% vaccine coverage" , Autori: Boulianne N1, De Serres G, Duval B, Joly JR, Meyer F, Déry P, Alary M, Le Hénaff D, Thériault N.).
Per non parlare del focolaio epidemico di morbillo verificatosi nella città di Corpus Christi, nel Texas (USA), ove, nella primavera del 1985 più del 95% della popolazione scolastica in esame era immune contro il morbillo studenti, 74 su 1806, non mostrava titoli anticorpali, dopo essere stati sottoposti a saggi immunologici, e 14 fra i 74 studenti con assenza di anticorpi, contrassero il morbillo nonostante fossero stati tutti vaccinati (si legga"Measles outbreak in a fully immunized secondary-school population" , N Eng J Med, 1987, Mar 26;316(13):771-4, Autori: Gustafson TL, Lievens AW, Brunell PA, Moellenberg RG, Buttery CM, Sehulster LM.).
Significativo è stato poiil recente focolaio registrato in Cina a Beijing , in cui la trasmissione del morbilloè avvenuta fra individui di una popolazione scolastica già immunizzati con la vaccinazione ("A measles outbreak in a middle school with high vaccination coverage and evidence of prior immunity among cases, Beijing, P.R. China." , Autori: Ma R1, Lu L2, Zhangzhu J1, Chen M1, Yu X1, Wang F3, Peng X3, Wu J1., 2016. Published by Elsevier Ltd.).
Lei era al corrente di questi dati ufficiali? Se a questo aggiungiamo che:
1)
il virus del morbillo è a RNA, non a DNA. Esso, pertanto, per struttura genetica tende a mutare più velocemente di altri virus a DNA ed è più instabile rispetto a quest'ultimi; tende a mutare a seconda dell'ambiente in cui vive e degli ostacoli che incontra; dunque, potrebbe elaborare efficaci strategie di fuga dall'estinzione per non soccombere;
2) da diversi decenni si tenta in tutto il mondo la sua eradicazione, su indicazione della OMS: anche nei Paesi avanzati;
3) in passato ci si ammalava facilmente di morbillo da bambini;il morbillo era considerato una malattia esantematica a decorso benigno nella grande maggioranza dei casi e quando i bambini che ne erano affetti si trovavanoin buone condizioni di salute, la vincevano senza complicanze e dunque si otteneva una immunità naturale sempre attiva (a vita),senza essere necessario ricorrere a vaccini ed ai relativi richiami (immunizzazione a scadenza) ; oggi si rischia di trasformare una malattia esantematica con rare complicanze, in un qualcosa di diverso, di più aggressivo ed insidioso proprio per le strategie di coperture vaccinali a tappeto intraprese anche nei Paesi avanzati del mondo, e non solo in taluni Paesi africani ed asiatici, dove i determinanti sociali non sono soddisfacenti in termini di igiene, alimentazione ed assistenza sanitaria.
Inoltre, supponiamo anche che la Sua richiesta al Governatore del Veneto Luca Zaia di rinunciare ad impugnare il Decreto Legge nr. 73/2017 sui vaccini, davanti alla Consulta, venga accolta e che, nel frattempo, il Decreto venga convertito in Legge dal Parlamento senza sostanziali modifiche che lo snaturino, e che, per molti anni a venire, resti Legge dello Stato, recepita da tutte le Regioni e Province Autonome d'Italia. Ebbene,Lei, ha mai pensato che l'incremento di copertura vaccinale, in termini percentuali che Lei si auspica, comporterà nei prossimi anni anche un aumento delle sospette reazioni avverse ai vaccini?
Lo dice la statistica, che è una scienza basata su regole quantitative atte a classificare anche situazioni analiticamente incerte: considerando la mole di dati raccolti dalla farmacovigilanza nel corso degli ultimi anni, aumentando proporzionalmente il numero dei soggetti da immunizzare ed anche il numero delle diverse vaccinazioni previste per ogni individuo dalla nuova normativa varata d'urgenza, potrebbe aumentare sempre proporzionalmente, la frequenza di sospette reazioni avverse registrate. Dunque, ci faccia capire, per mettere al riparo sua figlia e quelli immunodepressi come Lei, dal rischio di contrarre una malattia infettiva da virus o batterio selvaggio, dovremmo pagare il prezzo di avere alcune decine, centinaia, o, addirittura migliaia di possibili reazioni avverse alla vaccinoprofilassi in più, nei prossimi anni: da quelle lievi e passeggere, a quelle più o meno gravi non invalidanti a vita, a quelle gravi che richiedono ospedalizzazione e che rischiano di lasciare danni irreversibili all'integrità psicofisica di chi riceve i vaccini, fino ad arrivare alla morte in casi estremi, come nel sopracitato caso del sig. Tremante.
Mi sembra che la vita di Sua figlia e quella di altri bambini immunodepressi - che non è detto possano dirsi al riparo dal contagio con malattie infettive, per i motivi sopra esposti - verrebbero pesate su un piatto di una bilancia, e sull'altro piatto vi sarebbero le vite di altri bambini e delle relative famiglie, che pagherebbero un prezzo sconosciuto , obbligati alla vaccinazione per non perdere il diritto alla socialità, alla scolarizzazione nelle materne, ed al ruolo di genitori.
Che ne dice?
E’ veramente convinto che la Sua soluzione sia davvero esente da rischi per Lei ed anche per tutti i bambini che verrebbero vaccinati in più rispetto ad oggi, in maniera coercitiva, e con un numero di vaccinazioni bbligatorie triplicato in una sola volta (da 4 a 12)? Noi non saremmo così categorici e sicuri come Lei e come lo sono i medici che potrebbero averLa consigliata al riguardo, e con cui, probabilmente, interagisce.
Nel caso si senta appagato del sacrificio da parte di altri bambini e delle rispettive famiglie, per trarre un indubbio beneficio di sicurezza personale aggiuntivo, anche psicologico, o nel caso tutto ciò costituisca un dolore ed un peso sulla Sua coscienza tranquillamente sopportabile, pur di dare a Sua figlia una certezza di protezione in più (oppure, più probabilmente, l'illusione di essa), ciò è umano e comprensibile. Altresì, Lei non può dire che ciò sia accettabile senza battere ciglio da parte di chi dovrebbe subire passivamente questa sua decisione, senza nessuna possibilità di scelta, addirittura sottostando alla minaccia di perdita o affievolimento della esponsabilità genitoriale, e della propria tranquillità/sicurezza economica.
Come vede, ingegnere, la questione non si può liquidare in una soluzione a senso unico.
Ecco perché una adesione consapevole alla prassi vaccinale - all'interno di una cornice autenticamente corrispondente ad un consenso libero ed informato da parte dei genitori , con accertamenti preventivida effettuare prima delle vaccinazioni scelte - è da preferirsi ad una imposizione vessatoria e ricattatrice da parte delle Autorità.
La profilassi vaccinale - che presenta indubbi vantaggi se praticata con cautela e prudenza soprattutto in caso di reale necessità ed in determinati momenti storici, epidemiologici e di criticità igienico-sanitaria - non è fatta solo di luci ma anche di ombre, perché sempre di trattamento farmacologicosi tratta, e gli effetti collaterali e gli eventi avversi sono contemplati come possibilità dalle stesse case farmaceutiche , non solo dagli organi di vigilanza come l'AIFA.
La Germania - Paese europeo dove l'obbligatorietà della vaccinoprofilassi è assente (nonostante riceva da anni migliaia e migliaia di migranti ogni anno, da Paesi africani, asiatici e mediorientali), essendo le vaccinazioni solo raccomandate e non obbligatorie in territorio teutonico, così come nella vicina Austria -possiede una normativa di legge di indennizzo per danni da vaccino sin dagli anni'60 del secolo scorso, ed è stata fra i primi Paesi ad introdurla nel Vecchio Continente.
Noi abbiamo dovuto attendere il 1992 con la Legge nr. 210 e s.m.i (Legge nr. 229/2005) , per dare dignità e riconoscimento alle tante vittime di danni da vaccino precedenti alla sua introduzione. Non crediamo che una persona onesta intellettualmente e rispettosa dello Stato di diritto, potrebbe candidamente negare l'esistenza delle reazioni avverse, dei danneggiati da vaccino e della relativa normativa vigente a tutela di essi.
Grazie per la Sua attenzione.
Luca Scantamburlo, Gianluca Musumeci, Mauro Ottogalli
30 giugno 2017, genitori del Friuli Venezia Giulia e del Veneto
Lettera aperta in riferimento all'articolo: “Caro Zaia, ci ripensi: i vaccini obbligatori salveranno mia figlia”,La lettera di un papà al governatore del Veneto: "La sua vita è legata al fatto che gli altri siano immunizzati",
di ENRICO FERRO,la Repubblica, 28 giugno 2017
Fonte:
http://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2017/06/28/news/_caro_zaia_ci_ripensi_i_vaccini_obbligatori_salveranno_mia_figlia_-
169345271/
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