Print this page

TURCHIA: NUOVAMENTE ARRESTATO IL PRESIDENTE DI AMNESTY INTERNATIONAL – La Free Lance International Press rivolge un vibrante appello alla stampa libera perché denunzi questo atto di ingiustizia arbitraria perpetrato dal governo turco.

By Roberto Fantini February 02, 2018 8996

 IMG 20180203 WA0012 Venerdì 2 febbraio, un sit-in organizzato dalla sezione italiana di Amnesty International, nei pressi dell’Ambasciata turca a Roma, ha tentato di richiamare l’attenzione sulle gravi violazioni dei diritti umani che continuano ad accadere in Turchia, anche in vista dell’ormai imminente visita di Erdogan nel nostro paese.

In particolar modo, si è inteso protestare con fermezza contro la decisione di arrestare nuovamente il presidente di Amnesty International Turchia, soltanto poche ore dopo un provvedimento di rilascio da parte di un tribunale.

Il presidente di Amnesty International Turchia Taner Kılıç, è stato arrestato il 6 giugno, mentre altri dieci difensori, tra cui İdil Eser, direttrice dell’organizzazione, sono stati arrestati un mese dopo. Dopo quasi quattro mesi nella prigione di massima sicurezza di Silivri, otto di loro, in seguito alla prima udienza, sono stati rilasciati su cauzione. Per tutti l’accusa è gravissima: “appartenenza a un’organizzazione terroristica”.

L’accusa contro i difensori dei diritti umani sostiene, in pratica, che normali attività in favore dei diritti umani possano essere ritenute equivalenti a fornire “assistenza a un’organizzazione terroristica“.

Taner Kılıç è accusato di aver scaricato e usato l’applicazione di messaggistica ByLock, che, secondo la procura, era stata usata dal movimento gülenista per le proprie comunicazioni. Ma ben due perizie indipendenti commissionate da Amnesty International hanno avuto modo di dimostrare che quell’applicazione, sull’apparecchio di Taner Kılıç, non è neppure mai stata installata.

In questi mesi, numerosi sono stati i rappresentanti della cultura e della politica che hanno chiesto alle autorità turche di annullare le grottesche accuse di terrorismo nei confronti di Taner e degli altri difensori dei diritti umani. Oltre 20 parlamentari britannici hanno sottoscritto una mozione che chiede l’immediato rilascio di Taner Kılıç e l’annullamento delle accuse nei confronti degli altri difensori dei diritti umani. Lo stesso hanno fatto 22 membri del Congresso Usa, così come il segretario generale del Consiglio d’Europa Thorbjørn Jagland, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e il presidente della Commissione diritti umani del Parlamento europeo Pier Antonio Panzeri.

Il rilascio di Taner Kılıç è stato richiesto, inoltre, da un lungo elenco di governi, istituzioni e leader politici,  tra cui la Commissione europea, il dipartimento di Stato Usa, rappresentanti delle Nazioni Unite, Angela Merkel e il governo tedesco e i governi di Austria, Belgio e Irlanda.

   “Nelle ultime 24 ore - ha detto il segretario generale di Amnesty International, Salil Shetty - abbiamo assistito a una parodia della giustizia di proporzioni epiche. Ottenere il rilascio solo per vedersi spietatamente chiudere in faccia la porta della libertà è devastante per Taner, la sua famiglia e per tutti quelli che in Turchia sono dalla parte della giustizia. Quest’ultimo episodio, un arresto pretestuoso, ha distrutto le speranze di Taner e quelle di sua moglie e delle sue figlie, che lo avevano aspettato tutto il giorno all’esterno della prigione per accoglierlo”.

Il nuovo arresto di Taner Kılıç è avvenuto poche ore dopo la decisione presa il 31 gennaio da un tribunale di porlo in libertà condizionata in attesa del processo, decisione contro cui il procuratore ha fatto appello.

“Questo - ha aggiunto Salil Shetty - è l’ultimo esempio della crisi del sistema giudiziario turco, che continua a distruggere vite e a svuotare di senso il diritto a un processo equo”.

“Il nuovo arresto di Taner, che è un affronto alla giustizia e non tiene conto delle schiaccianti prove della sua innocenza, non fa che rafforzare la determinazione a continuare la nostra battaglia per lui. Un milione di voci si sono già levate chiedendo il suo rilascio. Non avrebbe mai dovuto essere arrestato, e non ci fermeremo finché non sarà di nuovo libero”.

Intanto, in attesa della prossima udienza del 21 giugno, l’Associazione invita tutti i suoi membri e simpatizzanti, nonché tutti coloro che hanno a cuore la causa dei diritti umani, a sottoscrivere il seguente appello:

 

https://www.amnesty.it/appelli/turchia-liberare-difensori-dei-diritti-umani/

Rate this item
(0 votes)
Last modified on Saturday, 03 February 2018 16:54