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IL BAROMETRO DELL’ODIO - Amnesty Int. Italia monitora l’uso del linguaggio d’odio in campagna elettorale

By Roberto Fantini February 25, 2018 8963

Con il Rapporto 2016-2017 (Infinito Edizioni)*, presentato in questi giorni, Amnesty International ha lanciato un forte allarme in merito ai rischi di un uso politico sempre più diffuso ed insistito della retorica deleteria e disumanizzante del “noi contro loro“, prassi che sta determinando in moltissimi paesi un inquietante regresso nei confronti dei diritti umani.

Il 2016 è stato l’anno in cui il cinico uso della narrativa del ‘noi contro loro’, basata su demonizzazione, odio e paura, ha raggiunto livelli che non si vedevano dagli anni Tenta dello scorso secolo. Un numero elevato di politici sta rispondendo ai legittimi timori nel campo economico e della sicurezza con una pericolosa e divisiva manipolazione delle politiche identitarie allo scopo di ottenere consenso“, ha dichiarato Salil Shetty, Segretario generale di Amnesty International.

Le politiche di demonizzazione, infatti, diffondendo, in maniera più o meno esplicita, la pericolosa idea che alcune persone siano meno importanti di altre, privano interi gruppi di persone della loro piena umanità e finiscono inesorabilmente per favorire vergognosi passi indietro nel modo di intendere i diritti umani.

Così - ha messo in guardia Shetty - si rischia di dare via libera ai lati più oscuri della natura umana“.

Al fine di cercare di arginare e contrastare il discorso violento, aggressivo, discriminatorio e l’uso scorretto del linguaggio, Amnesty International Italia, alla vigilia delle elezioni politiche e regionali 2018, ha lanciato “Conta fino a 10”**, una interessante e innovativa campagna di sensibilizzazione che sta mobilitando i suoi attivisti su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di realizzare il monitoraggio delle dichiarazioni e dei commenti postati sui profili social ufficiali dai candidati alle elezioni, verificando così il livello d’odio nel discorso politico, l’uso di stereotipi, espressioni offensive, razziste e gravide di violenza, in particolar modo nei confronti delle categorie sociali più vulnerabili (migranti, rom, persone Lgbti, donne, comunità islamiche).

Purtroppo il clima di odio che circola nel paese alla vigilia della campagna elettorale non prelude a nulla di buono. C’è chi l’odio, anziché contrastarlo, lo semina, favorendolo e persino giustificandolo. Speriamo che questa campagna renda ognuno e ognuna più consapevole delle parole che usa e dell’effetto che possono suscitare” ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, il quale, insieme a Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia, ha scritto ai leader dei maggiori partiti politici in corsa alle elezioni 2018, informandoli dell’avvio del monitoraggio e chiedendo loro di proporre un linguaggio non discriminatorio.

E per combattere la cosiddetta “fabbrica della paura”, favorita dai discorsi politici che si nutrono della narrativa dell’”invasione” e della retorica del “noi contro loro”, la campagna si servirà dello strumento del “barometro dell’odio“. In merito ad esso, alle sue finalità e al suo auspicato effetto “antibarbarie”, ci siamo rivolti a Viviana Isernia, Responsabile di Amnesty Lazio.

 

  • In questi giorni di campagna elettorale, Amnesty International sta portando avanti una originale campagna intitolata “Conta fino a 10”, che ha il suo principale punto di forza nel cosiddetto “barometro dell’odio”. Di cosa si tratta?

  • Il “barometro dell'odio” è uno strumento di monitoraggio che si basa sull’aggregazione di dati quantitativi e qualitativi raccolti grazie al supporto dei nostri attivisti e vuole rappresentare l’andamento dei discorsi d’odio in campagna elettorale. Il barometro dell’odio misura in che modo (offensivo, grave o molto grave) e contro di chi (i bersagli, le vittime) si sviluppano discorsi d’odio durante la campagna elettorale 2018.

  •   Quali risultano essere, al momento, le manifestazioni di odio più ricorrenti e più pericolose?

  • Al momento (dati aggiornati al 22/02/2018) le più ricorrenti sono le dichiarazioni rivolte contro migranti, rifugiati, immigrati e rom con 253 frasi. Pericolose, in realtà, sono tutte le dichiarazioni che incitano o cercano di incitare al pregiudizio, all’odio, alla paura, alle discriminazioni o persino alla violenza contro una persona o gruppo di persone sulla base dell’appartenenza, vera o presunta, ad un gruppo sociale, all’identificazione basata sull’etnia, la religione, la lingua, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o particolari condizioni fisiche o psichiche.

  • Ritieni che questa iniziativa, certamente encomiabile, possa contribuire davvero a rendere meno barbarico e violento il clima politico del nostro paese?

  • Sì, certo. Il linguaggio di odio, con il suo corredo di fake news, rischia di creare una società sempre più divisa, favorendo gravi passi indietro nei confronti dei diritti umani.La diminuzione dell'uso del linguaggio violento, aggressivo e discriminatorio nei confronti di categorie vulnerabili, migranti e rifugiati, donne e sulla base di ogni altra caratteristica o situazione personale, compresi l'identità di genere e l'orientamento sessuale, può senza dubbio condurre a una società più inclusiva e accogliente.

  •   E’ possibile constatare già qualche risultato di una certa importanza?

  • Da un primo monitoraggio, la quasi totalità delle oltre 500 dichiarazioni discriminatorie o che incitano all'odio segnalate di 117 candidati, sono da attribuire a Lega Nord, Fratelli d'Italia e Forza Italia.  E' importante ricordare che il monitoraggio riguarda i candidati di tutti i partiti.

  • Quando potremo avere un bilancio complessivo della campagna?

  • I risultati complessivi saranno pubblicati in un report finale dopo il 2 marzo.

* https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-annuale-2017-2018/

** https://www.amnesty.it/conta-10-luso-del-linguaggio-dodio-campagna-elettorale/

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Last modified on Monday, 26 February 2018 16:53