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RAPPORTO 2020-21 DI AMNESTY INTERNATIONAL: L’EMERGENZA PANDEMICA HA COLPITO MAGGIORMENTE I GRUPPI OPPRESSI DA DECENNI

By Roberto Fantini April 29, 2021 2625

 E 'di enorme importanza il Rapporto 2020-2021 di Amnesty International, presentato all'inizio di aprile, soprattutto per l'approfondita analisi in merito alle tendenze globali registrate nel campo dei diritti umani in seguito all'emergenza pandemica.

 

Il quadro che ne scaturisce è oltremodo allarmante, in quanto il fenomeno pandemico ha gravemente amplificato le situazioni di disuguaglianza e di oppressione provocata da inique politiche distruttivamente discriminatorie.

 

“La pandemia - spiega la segretaria generale Agnès Callamard - ha brutalmente mostrato e acuito le disuguaglianze all'interno degli stati e ha evidenziato l'incredibile disprezzo che i nostri leader manifestano per la nostra comune umanità. Decenni di politiche divisive, di misure di austerità errate e di scelte di non investire nelle traballanti strutture pubbliche hanno fatto sì che in tanti finissero per essere facili del virus. "

 

Il Rapporto evidenzia, infatti, come le disuguaglianze attuali, frutto di decenni di malgoverno, ha prodotto un impatto sproporzionatamente negativo su minoranze etniche, rifugiati, anziani e donne, andando a peggiorare, in particolar modo, la condizione di rifugiati, richiedenti asilo e migranti , rimasti spesso ingabbiati in campi privi di servizi essenziali o lasciati abbandonati in zone di frontiera.

 

Le risposte adottate nella sede governativa hanno finito per sfruttare il fenomeno Covid 19 per condurre spietati attacchi nei confronti dei diritti umani.

 

Emblematico il caso dell'Uganda, considerato fino a poco fa lo stato più ospitale dell'intero continente africano, il quale ha sbarrato immediatamente le frontiere, costringendo, in tal modo, ben 10.000 persone a rimanere in una sorta di limbo, al confine con la Repubblica Democratica del Congo.

 

Il rapporto, poi, sottolinea il grande aumento di casi di violenza di genere e di violenza domestica, favoriti dall'isolamento e dal forte di servizi dedicati alle vittime, venutesi e trovare sempre più indifesi di fronte alla violenza esercitata nei loro confronti.

 

“Stiamo raccogliendo - ha sottolineato la Callamard - quanto seminato in anni di calcolato diniego dei diritti da parte dei nostri leader. Nel 2020, durante l'eccezionale evento della pandemia, i sistemi sanitari sono stati sottoposti alla prova definitiva e le persone sono state lasciate in una caduta libera economica. Gli eroi del 2020 sono gli operatori sanitari in prima linea per salvare vite umane e persone i quali, sebbene collocati alla fine della scala del reddito, hanno lavorato per nutrire le famiglie e mantenere in funzione i servizi essenziali. E 'crudele ma è così: coloro che hanno dato di più sono stati protetti di meno ”.

 

Aggiungendo, poi, che “Le risposte dei nostri leader sono state di volta in volta mediocri, mendaci, egoiste, fraudolente. Alcuni hanno cercato di normalizzare le misure eccessive di emergenza adottate per contrastare la pandemia, altri sono andati oltre, intravedendo la possibilità di rafforzare il loro potere. Invece di sostenere e proteggere le persone, hanno semplicemente usato la pandemia come un'arma per attaccare i diritti umani ".

 

Un modello ricorrentemente impiegato nel corso del 2020 è stato quello della adozione di leggi miranti a criminalizzare qualsiasi forma di critica nei confronti delle strategie governative:

 in Ungheria sono state introdotte pene fino a cinque anni di detenzione per “diffusione di informazioni false” sulla pandemia; Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Oman, grazie all'accusa di "diffusione di notizie false", hanno rinvigorito gli attacchi al diritto alla libertà di espressione, avviando duri procedimenti penali contro gli autori di commenti critici pubblicati sui social media .

 

In alcuni paesi, come le Filippine e la Nigeria, le circostanze sono state sfruttate per legittimare ed estremizzare addirittura l'uso della forza nei confronti delle proteste popolari. In Brasile, fra gennaio e giugno, le forze di polizia hanno ucciso almeno 3181 persone (una media di 17 al giorno).

In altri paesi, come India e Cina, si è fatto anche ricorso alla vicenda pandemica come fattore "distraente" per inasprire ulteriormente (in nome della sicurezza nazionale) attività di repressione politica.

 

La Callamard, inoltre, registra con grande amarezza come le istituzioni internazionali come il Tribunale penale internazionale ei meccanismi delle Nazioni Unite sui diritti umani, nati per obbligare gli stati a rendere conto delle proprie azioni, siano stati indotti in una sorta di "stallo politico" (e quindi messi fuori uso) dalle abili mosse delle forze governative.

 

“Siamo a un bivio. - ha concluso la Segretaria internazionale di Amnesty International - Possiamo allentare le catene che degradano la dignità umana. Possiamo ripartire da zero per costruire un mondo basato sull'uguaglianza, sui diritti umani e sull'umanità. Dobbiamo imparare dalla pandemia e unirci in un'azione coraggiosa e creativa affinché ognuno sia in una posizione di uguaglianza. "

 

Alquanto debole, purtroppo, la posizione assunta in merito alla campagna vaccinale in corso, limitandosi Amnesty (come anche altre importanti organizzazioni come Medici senza frontiere ed Emergency) a richiedere l'adozione e il rispetto dei criteri di equità nella distribuzione dei vari “vaccini” . Sarebbe stato, invece, oltremodo necessario ed auspicabile che venissero sottolineati i numerosi aspetti anomali ed inquietanti della campagna attuale, tali da richiedere doverose cautele e ben precise garanzie:

 

·          Reale natura "sperimentale" dei farmaci che stanno somministrando e relativa oggettiva impossibilità di definire "vaccini" in senso proprio.

 

·          Impossibilità di prevedere con adeguati controlli e garanzie gli effetti di tali "pseudo vaccini", sia per quanto concerne la loro reale efficacia, sia per quanto concerne le eventuali conseguenze nocive (in parte già registratesi).

 

·          Mancanza di una corretta informazione in merito e di confronto dialettico fra diversi punti di vista scientifici.

 

·           Eterodossia delle procedure adottate dagli organi di controllo per rendere possibile l'emissione sul mercato dei suddetti farmaci.

 

·          L'orientamento in atto da parte di vari governi di rendere obbligatorio il cosiddetto “vaccino” (soprattutto per determinate categorie).

 

·          I tentativi in ​​corso di adottare misure discriminatorie fra "vaccinati" e "non vaccinati", con pesanti limitazioni di diritti per questi ultimi.

 

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Last modified on Thursday, 06 May 2021 21:57