L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

CHI CI DIFENDERA’ DAI DIFENSORI DEL PRESEPE?!

            “Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.

Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

           Credo che potrebbero bastare queste poche righe tratte da Gli auguri scomodi didon Tonino Bello per ricordarci che il Natale meriterebbe di essere sentito, interpretato e vissuto in maniera ben più complessa e profonda di quanto normalmente siamo abituati a fare, schiacciati fra cristallizzate liturgie e consumismi decerebralizzanti. E potrebbero bastare anche a suggerire ai vari opinionisti (di destra e di sinistra) che si sono cimentati in questi ultimi giorni in mediatiche lapidazioni di presidi e di docenti, rei di “presepicidio” o, addirittura, di “natalicidio”, un modo meno strombazzante e un po’ più ragionato di valutare le scelte operate da chi ha la non facile responsabilità di guidare una comunità scolastica, sforzandosi di non ledere i diritti di ognuno (soprattutto delle minoranze e dei soggetti più vulnerabili) e di favorire una serena e pluralistica convivenza.

Tutto è insopportabile in questa patetica crociata trasversale abbattutasi contro il presunto crimine di vilipendio di presepe e canti natalizi in ambito scolastico.

Perché si dimentica, innanzitutto, che simili problemi, in una scuola normalmente laicizzata di un paese normalmente e sanamente democratico, dovrebbero apparire agli occhi di tutti come relitti di epoche lontane e buie.

Perché si confondono folklore, identità confessionali e radici culturali, in sarabande ipocrite che inducono a fare quadrato intorno ai ritualismi e alle tradizioni care ad alcuni, mentre si offendono e si negano oscenamente quelli che dovrebbero essere i valori e i diritti di tutti.

Perché da politici, giornalisti e sottosegretari (tutti professionisti della parola pagata a peso d’oro) ci si aspetterebbe un lavoro serio ed accurato di documentazione, al posto di mere blateranti deprecazioni, nonché uno sforzo di comprensione nei confronti di chi si trova a prendere (collegialmente e sulla base delle proprie esperienze professionali) decisioni non semplici (e certamente opinabili e migliorabili).

Perché solo una scuola liberata da stucchevoli canzoncine natalizie, da simbologie e ritualismi convenzionali, da privilegi secolari a vantaggio unico ed assoluto di un’unica fede, da gerarchizzazioni e da esclusioni potrà rendersi autenticamente aperta all’incontro paritario, allo scambio generoso, alla collaborazione fraterna, alla sinergia rispettosa ed amichevole fra passati diversi, in vista di un comune destino di pace.

                           “Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.

(Gli auguri scomodi, don Tonino Bello)

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Last modified on Monday, 30 November 2015 15:55
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