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UN PONTE PER RESTARE UMANI: "Ponte delle spie" di Steven Spielberg, ovvero: quando la ragione da` scacco all`odio ideologico.

Anche in periodo natalizio, fra i tanti filmini e filmetti in circolazione, ineluttabilmente convergenti nell`indurre al rimpianto del denaro sborsato, puo` capitare di imbattersi in espressioni importanti di cinema vero. E` questo il caso di "Ponte delle spie" di Spielberg. Un film che ricostruisce  una pagina ignota quanto avvincente del periodo convenzionalmente denominato "guerra fredda"  (pagina relativa ad uno scambio di prigionieri fra USA e URSS) e che, oltre a fornirci un quadro indubbiamente efficace di quel terribile periodo, riesce ad inviarci anche  messaggi  attualissimi.


Ci dice, infatti, che, sempre e in ogni caso, i principi di umanita` possono essere difesi e salvati e addirittura imposti alla prepotenza delle  varie "Ragioni di Stato"; che ci puo` essere sempre spazio per uno slancio empatico, per tendere una mano, per sentirsi responsabili della vita di chi non puo` difendersi; che ci puo` essere sempre una via inesplorata da percorrere, una strategia scompaginante da adottare, per far si` che la fantasia e l`intelligenza riescano ad imporre la prassi del dialogo e del negoziato a quella fin troppo collaudata delle clave e delle bombe.


'Ponte delle spie" e` un film magnificamente realizzato, che ci lascia dentro il sapore denso delle cose ben fatte e il sorriso carezzevole della ragione umana che non sa e che non vuole arrendersi agli schemi  reificanti  inventati da uomini miopi e stolti per  potersi etichettare, maledire e uccidere gli uni con gli altri ...

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Last modified on Sunday, 03 January 2016 10:10
Roberto Fantini

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