L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Kaleidoscope (1457)

Free Lance International Press

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 Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

Covid-19, Vino e dintorni

Pandemia, Tutti a casa, Economia al collasso, Manifestazioni rinviate (minimo un anno), Cantine che traboccano di vino invenduto, Ricerca disperata di vie per vendere qualche bottiglia, Rischio di non portare avanti la vendemmia per carenza di personale ed incentivi per pagarlo. Tutto questo il tragico scenario causato dal Covid-19. Adesso, da subito, oltre salvare il salvabile, dobbiamo progettare il “primo futuro” appena si allenterà la morsa.

Pubblico alcuni frammenti che partono dalle fake news per proseguire con le prime riflessioni raccolte (che contengono proposte provenienti dal mondo lavorativo vinicolo) terminando con un gradevole fai da te (tanto per tirar su un po’ di morale).

Frammento n. 1

Il Vino non contamina

Il Consorzio Vini Valpolicella contro la fake news di presunte contaminazioni del vino al tempo del Covid-19. Daniele Accordini, DG ed enologo di Cantina Valpolicella Negrar, rassicura sul bere il vino e contrasta con viva forza l’immotivata campagna denigratoria che circola su alcuni media rischiando di infierire duri ulteriori colpi all’economia del vino italiano. Il DG di Negrar, oltre a ricordare che molti esponenti della comunità medico-scientifica hanno divulgato i loro autorevoli pareri per cui la sopravvivenza del virus appare impossibile grazie alla presenza nei vini di alcool e fenoli, ricorda il rigoroso rispetto, da sempre, delle norme igieniche da parte dei produttori dovute dalle costanti verifiche delle autorità sanitarie.

 

 

Frammento n. 2

Una proposta: “Riduciamo le rese”

Il Presidente del Consorzio Vignaioli del Trentino, Lorenzo Cesconi, scende in campo proponendo alle autorità preposte un provvedimento d’urgenza finalizzato alla riduzione della resa di uva a ettaro. Il tutto riconducibile agli effetti negativi dati dalla riduzione delle vendite. In parole più semplici cambiare i limiti esistenti producendo meno. La proposta avanzata è per un taglio orizzontale tra il 20% e il 30% delle rese.

 

 

Frammento n. 3

Da una ripresa lenta e graduale un primo futuro realistico.

"Il contraccolpo sarà pesante". Così l’Assessore Regionale all’Agricoltura del Veneto dopo l’enorme calo delle vendite di vino (Prosecco in primis). I dati raccontano che in Veneto i consumi registrano un calo del 30-40%. Al momento tengono solo i consumi nella grande distribuzione mentre sono ferme le esportazioni. A preoccupare i consorzi dei vini Dop del Veneto sono le prospettive per la prossima vendemmia, i surplus produttivi che si genereranno in cantina a fronte del vino 2019 rimasto invenduto, la crisi di liquidità determinata dalla frenata di vendite ed export, gli impegni finanziari richiesti dai programmi di promozione e commercializzazione. Gli strumenti ci sono, dalla riduzione della resa, all'aumento degli stoccaggi, fino a forme parziali di "vendemmia verde" o distillazioni di crisi (anche se limitata a contesti particolari). L'obiettivo è superare questo "annus horribilis". Poi il primo futuro: tutti i fondi risparmiati ora da aziende e consorzi a seguito dell'annullamento di fiere e manifestazioni, dovranno essere investiti in una futura grande campagna di promozione e commercializzazione.

 

 

Frammento n. 4

Consoliamoci con un cocktail da fare in casa.

 
 Stefano Santucci

Della serie: mi ispiro ad un film per preparare un cocktail. A proporlo il Barman Stefano Santucci, head barman dell’Hotel Hassler di Roma. L’ispirazione? Il film “The Irishman”, di Martin Scorsese, 2019. Ingredienti:

2 cl Maker’s Mark bourbon

2 cl Connemara Peated Single Malt whiskey

2 cl Amaretto di Saronno

scorza di limone, cannella e amarena per guarnire

(se in casa non avete le bottiglie sopra indicate arrangiatevi con prodotti simili). Preparazione:

Riempire di ghiaccio un mixing glass fino a tre quarti della sua capacità per raffreddarne le pareti, successivamente scolare l'acqua in eccesso. Versare i tre ingredienti, miscelarli con un bar spoon e quindi versare il contenuto con uno strainer per trattenere il ghiaccio nel bicchiere Old Fashioned con ghiaccio. Infine, decorare con una lunga striscia di buccia di limone, una amarena e rametti di cannella.

Ma qual è il fil-rouge che lega il cocktail al film secondo Stefano Santucci? Tutti gli ingredienti sono scelti in base alla nazionalità dei personaggi:

Robert De Niro, che nel film impersona Frank Sheeran, detto L’Irlandese è raccontato dall'unico whiskey irlandese torbato, il Connemara;

Joe Pesci, che impersona Russell Bufalino, capo di una famiglia mafiosa italiana è l'Amaretto di Saronno,

Al Pacino - Jimmy Hoffa è l'americano che ha legami con la mafia è il bourbon Maker’s Mark.

Preparatelo e nel berlo pensate al film. Non avete visto il film? Non importa, il cocktail è gradevolissimo e sicuramente è un presidio anti Covid-19. Chapeau!

Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)

April 04, 2020

 Bruxelles - Oggi non tutti i politici dell'Unione europea hanno capito che le precedenti sfide e rischi dottrinali prioritari dell'UE si sono già sciolti come miraggi.

Oggi tutti i Paesi si trovano in uguali cattive condizioni, in una catastrofe sociale ed economica in cui il nostro mondo è precipitato a causa della pandemia di COVID-19. I regimi di emergenza, l'introduzione di severe misure di quarantena e persino il coprifuoco, come in guerra, sono ora solo mezze misure, sfortunatamente caotiche e troppo spesso assunte in ritardo.

In atto, le vite di migliaia o milioni di persone nel mondo, valgono più del sistema artificiale di competizione globale e delle direttive dei vecchi politici, che, come si è scoperto, possono cadere a pezzi come un castello di carte a causa di un virus mortale. Nelle condizioni di caos generale e di rischi crescenti di una catastrofe sociale e umanitaria, l'Unione Europea non è rimasta sola, come hanno dimostrato le azioni di Russia, Cina e Cuba. La vita è al di sopra della politica e, nella nuova realtà odierna, purtroppo, l'Unione europea non ha potuto dimostrare la propria unità.

La realtà in cui il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato la priorità delle tecnologie verdi e l'aumento della mobilità degli europei per il prossimo periodo a lungo termine della pianificazione fiscale dell'UE, è cambiata in appena un mese, come i piani che tutti abbiamo realizzato per l'estate o per l'anno a venire. Sulla tabella di marcia di un'Europa unita, un focolaio di malattia in Italia con migliaia di morti, si è rivelato come un inaspettato caso di forza maggiore che i politici di Bruxelles non sono riusciti a gestire. La leadership e la popolazione italiana apprezzano molto l'assistenza della Russia, osservando che i russi sono stati i primi a precipitarsi nel focolaio della pandemia e stanno cercando la soluzione al problema globale sorto.

Sfortunatamente, la situazione appare esattamente in questi termini: i medici russi sono venuti in aiuto della popolazione del paese dell'UE, mentre i partner dell'Europa occidentale e della NATO, sono fermi in pausa di esitazione e non hanno alcuna fretta di aiutare il paese più colpito dalla malattia. Che cosa è successo all'unità di tutti gli stati d'Europa dai tempi del grande umanista Robert Schumann? Perché ora ciascuno agisce per conto proprio e per sé stesso? La Repubblica Ceca ha tentato di appropriarsi di mascherine e medicinali inviati in Italia dalla Cina. La Polonia non ha concesso il proprio spazio aereo ai mezzi inviati dalla Russia, con forniture umanitarie così necessarie per gli italiani, e c'è stato forse un politico a Varsavia, che abbia proposto di inviare mascherine e test rapidi a Milano o Roma, per il coronavirus prodotti in Polonia?

Purtroppo, l'assistenza gratuita offerta agli italiani da Russia, Cina e Cuba, ha assunto nello spazio informativo occidentale forme mostruose. L’agenzia di stampa Bloomberg (USA) ha affermato che l'aiuto della Russia è stato presumibilmente fornito in cambio del voto dell'Italia, per revocare le sanzioni economiche anti-russe. Questa è una totale assurdità, il governo ed il popolo italiano hanno il diritto di decidere da soli. La verità è che Washington si è lavata le mani e la Russia sta aiutando gli italiani con azioni efficaci in tempo reale.

Naturalmente, la propaganda è in grado di svalutare e gettare fango su qualsiasi atto umano, ma in una pandemia, quando si contano migliaia di morti, questo appare semplicemente disgustoso. Per rendere chiara la disposizione dell'animo dei russi, si può citare un detto russo: "l'amico si riconosce nel momento del bisogno".

L'Italia sostiene il corso paneuropeo delle sanzioni anti-russe e proprio la Russia è venuta in suo aiuto nel momento critico, offrendo tutta la sua solidarietà, non mancando di onorare nobilmente l’aiuto richiesto e sostenendo l’amico in difficoltà!

La situazione attuale italiana ha dimostrato che tutti i meccanismi globali esistenti della politica comune nel campo della sicurezza, non sono in grado di affrontare nuove minacce e rischi. Purtroppo, questi rischi, nell'UE e nella NATO, sono stati sottovalutati o ignorati, proprio durante il periodo in cui si è costantemente sostenuta una folle politica anti-russa e persino russofoba. Alla prova dei fatti, durante questi giorni di prova, tutto ciò si è rivelato come una Fata Morgana, per tutti gli stati e tutti i popoli del mondo globalizzato.

BILL GATES BATTE CASSA PRESSO I BILANCI PUBBLICI ?

Perché non vuole rischiare nulla nella produzione di un vaccino?

Ma se l'industria farmaceutica-biotech ha bisogno di sovvenzioni pubbliche «per mettersi subito al lavoro», in quanto non vogliono assumersi rischi economici, perché non portarle sotto controllo pubblico, nazionalizzandole?

Perché non ricondurre la ricerca scientifica sotto il controllo dello Stato, se è lo Stato in ogni caso ad assumersi i costi e i rischi correlati, pagando i danni "collaterali" alla popolazione?

Soprattutto se il diritto alla Salute è prevalente su quello del profitto.

E se vogliamo essere curati e non abbandonati per mancanza di ricerca e farmaci (es. estratti di Cannabis) o sottoposti ad assunzione forzata di farmaci con dipendenze e controindicazioni.

E magari a vaccinazioni rischiose...

Le industrie vogliono prolungare il tempo dei brevetti a tutela dei profitti, contro l'esigenza della scienza e della salute. Non abbiamo altra strada…

 
 Montalcino

È trascorso un mese dal 21 febbraio, il primo giorno di Benvenuto Brunello 2020. Adesso, causa Covid-19, ho tempo a sufficienza per sistemare gli appunti, rassettare i depliant delle aziende presi “in fretta e furia”, riordinare le idee.

Si fa presto a dire : il Brunello è un vino unico, eccezionale! E le vigne, magnifiche! Le cantine di produzione, fantastiche! Il vitigno Sangiovese Grosso, unico!

Mi domando: ma in che senso?

Passeggio nel borgo, incontro amici e colleghi. Quattro chiacchiere tutte improntate immancabilmente all’evento eccezionale, magnifico, fantastico, unico. L’enfasi che si respira al posto dell’aria.

Passano in secondo piano le necessità, le occorrenze di comprendere ed interpretare le annate 2015, le Riserve 2014, il Rosso 2018, il Moscadello e il Sant’Antimo.

E tutti gli anni è la solita storia, il solito copione. Nessuno parla del Vino Italiano prodotto con quella disciplina che ne è l’essenza, il suo rigido sistema di classificazione che dura nel tempo, dei vincoli produttivi ai quali i produttori devono assoggettare le scelte.

Ed ecco allora che il mio spirito critico ha un senso, ecco perché tutti gli anni mi presento qui, a Montalcino, ed essere partecipe , se pur in piccolissima parte, di quella che è la magia del Benvenuto Brunello.

Senza dimenticare la “gerarchia delle annate”, da queste parti come assegnazione delle stelle.

Materia sdrucciolevole della quale ho sempre evitato di parlarne. Intervengono diversi fattori che non possiamo ignorare. Personalmente, da appassionato più che da comunicatore, mi rifugio in una frase detta da un “certo” Aubert de Villaine che aveva a che fare con la Romanée Conti:È vero che niente è più seducente di un grande vino in un’annata eccezionale, ma non c’è nulla di più ammirevole di un grande vino in una piccola annata”.

I territori vitati a Nord, ad Ovest, a Sud, ad Est diversi tra loro, molto diversi. Nel tentativo di dargli un loro connotato ti accorgi dell’emergere delle eccezioni rafforzando e consolidando il concetto di vino di Montalcino.

Di conseguenza ogni anno mi trovo nelle vie del borgo antico con l’esigenza di comprendere e interpretare.

Quest’anno ho optato per il contatto diretto con i produttori per capire, recepire i loro messaggi. Ne ho selezionato 9 (nove) tra i 146 presenti nel Complesso di Sant’Agostino. Parlerò di loro nelle settimane a seguire.

Produttori che non hanno quella visibilità come altri pur svolgendo con altrettanta passione il loro lavoro.

Produttori con vigneti dislocati in località diverse a rappresentare la realtà territoriale e i diversi terroir.

- Corte dei venti;

- Fornacella;

- La Fornace;

- Lambardi;

- Le Gode;

- Mocali;

- Poggio Antico;

- Sesta di Sopra;

- Terre Nere.  

Inoltre, durante la mia tre giorni ilcinese, ho visitato la Cantina Ridolfi , la Cantina Casisano e il Casato Prime Donne con intervista a Donatella Cinelli Colombini. Tutto materiale per prossimi articoli.

Benvenuto Brunello, appuntamento annuale nel mio intimo. Ogni anno un intreccio di ricordi e nuove sensazioni. Chapeau!

Urano Cupisti

Consorzio del Vino Brunello di Montalcino  

Via Boldrini, 10

Montalcino (Si)

Tel: 0577 848246

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www.consorziobrunellodimontalcino.it

La circolare militare - È ormai da alcuni giorni che ci imbattiamo in anticipazioni mediatiche inerenti la possibilità di qualche progresso nella ricerca terapeutica di questa pandemia. Tra queste   è stata inserita in rete telematica una circolare sull’ argomento, con intestazione della Infermeria Presidiaria dei Carabinieri Paracadutisti, “Tuscania”, con sede a Livorno. Si tratta della copia del documento in tema di coronavirus che si presume trasmesso in ambito militare al personale di stanza nello stesso Presidio.

In questo si raccomanda di non assumere ai minimi sintomi di malattia, i farmaci antinfiammatori che vengono elencati, in quanto sarebbero contro indicati; mentre a titolo di precauzione, viene raccomandato di preferire la tachipirina.

Lo stesso documento prosegue con consigli e raccomandazioni agli Enti in indirizzo (cancellati nella copia disponibile) informando i destinatari per meglio affrontare i pericoli della pandemia. Si tratta evidentemente dei militari che in questo periodo sono esposti in prima linea per porre i cittadini nelle migliori condizioni di sicurezza operativa, in caso di necessità.

Sulla circolare si legge anche tra le raccomandazioni, il consiglio di assumere ogni giorno uno o due grammi di vitamina C che stimola l’attivazione del sistema immunitario.

Il medesimo consiglio viene dato per la vitamina D nei dosaggi indicati, in quanto questa vitamina mitiga il processo infiammatorio alla base della malattia da Covid-19.

 

Il pregiudizio come prova - Mentre da parte della Infermeria Presidiaria tutto tace, si leggono “on line” a commento del documento in questione, le opinioni degli immancabili contro interessati all’uso delle menzionate vitamine. Questi infatti affermano che il documento è falso, ma non perché le firme degli ufficiali che lo hanno sottoscritto siano altrettanto false così come falsa, l’intestazione e il protocollo che l’Ente avrebbe apposto, prima della divulgazione. Le loro deduzioni sono infatti basate sul fatto che il documento sarebbe falso in quanto a loro stesso avviso, la vitamina C e la vitamina D non comportano alcun beneficio al sistema immunitario e quindi, la circolare, è una “fake news”.

La apodittica dimostrazione della non autenticità del documento circola  on line, appunto anche con l’apposizione di una sorta di timbro, ieri con: “Fake news “ e oggi “Notizie false”.

Chi smentisce così categoricamente la  circolare militare che potrebbe portare, un beneficio anche alla popolazione civile fortificando il sistema immunitario con le due vitamine, non si cura però, di informarsi alla fonte  della sua autenticità né sull’importanza di questi semplici e innocui rimedi; rimedi per chi non dispone di alcuna alternativa di cura, ossia , per tutti noi, contestatori compresi.

 

 

L’ esame del documento - Nessuno ha la bacchetta magica, ma osservando il documento si può anche meglio capire perché l’ Ente militare non risponde alle provocazioni che si leggono in rete. Le due firme apposte a margine e a chiusura del l’ atto, sono quelle dell’ Ufficiale medico proponente e del responsabile della Infermeria Presidiaria tipiche della copia in minuta.

La circolare ufficiale sarà invece firmata solo da quest’ ultimo  con l’ apposizione del relativo timbro personale, nonché di quello tondo dello Stato.

Il documento in rete non è quindi un atto ufficiale per cui è molto probabile che l’ Ente non risponda alle provocazione di “Face news”, attribuita soprattutto al contenuto, in quanto il consiglio di assumere la vitamina C e la vitamina D non è stato gradito dai contestatori.

 

 

Anche la trippa alla romana

Se poi si vuole dimostrare la nocività della vitamina C e della vitamina D riferendosi però, ad una dose eccessiva fino alla tossicità, allora è evidente, così come per ogni altra sostanza, che l’eccesso porta sempre ad un risultato tossico.

Possiamo però aggiungere che qualsiasi sostanza, anche la più innocua presa in eccesso, determina uno stato patologico. Ne è esempio l’alcol nelle sue varie espressioni enologiche, il sale da cucina e persino l’acqua potabile che se assunta in quantità eccessiva diviene tossica e può condurre alla morte. Persino la trippa alla romana che è   una vera delizia,   se mangiata fino al’ indigestione potrebbe portare all’ ultima cena. Affermare quindi che la vitamina C e la vitamina D sono nocive, autorizza ad dire che anche tutte le sostanze alimentari di questo mondo se ingerite in quantità eccessiva arrivano allo stesso risultato. In questo particolare momento di generale confusione sulle   altalenanti notizie di falsità o di autenticità della circolare, non si deve sottovalutare che l’ interesse della collettività in questa tragica circostanza ha il valore insuperabile della nostra stessa salute e di quella dei nostri cari.

 
 Luc Montagnier

In una recente intervista apparsa in alcuni giornali ancora reperibili on line, qualche settimana fa  il Premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier si è chiaramente espresso in modo contrario alle apodittiche affermazioni contro le due vitamine dichiarandosi invece convinto dell’apporto positivo al sistema immunitario della vitamina C e della vitamina D contro il coronavirus.

E allora da parte dei contestatori, tante “…...”  per nulla.

March 26, 2020
 
 Tiberio Graziani

La pandemia causata dal COVID-19 sta cambiando il panorama politico oltre che frantumando le economie a livello mondiale: la politica globale e le relazioni internazionali così come le abbiamo conosciute cesseranno di esistere. Così dicono gli analisti.

 

Ad oggi, il virus mortale, rilevato per la prima volta nella Cina di Wuhan alla fine di dicembre, ha praticamente infettato oltre 458.000 persone in quasi ogni paese del mondo, uccidendo quasi 20.000 persone ( le statistiche sono della Johns Hopkins University).  L'11 marzo l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato l'epidemia come una pandemia. "Le relazioni internazionali dopo Covid-19 probabilmente non saranno più le stesse. Gli stessi principi che hanno governato le relazioni internazionali finora sembrano diventare obsoleti giorno dopo giorno.  

L'equilibrio di potere sta cambiando", così dichiara Tiberio Graziani, presidente di Vision &  Global Trends, International Institute for Global Analyzes. Secondo Graziani il cambiamento potrebbe diventare irreversibile a meno che organizzazioni come le Nazioni Unite, il Fondo monetario internazionale e l'OMS, nonché la NATO adottino "strategie adeguate". Nuove relazioni internazionali e nuove classi dirigenti potrebbero nascere come conseguenza della pandemia, ha detto Graziani. "Da questo punto di vista, le nazioni meglio apprezzate saranno, probabilmente, quelle che affermeranno i valori della solidarietà e della comunità come fondamento della sovranità politica", per Graziani.

 

La globalizzazione dell'economia è stata messa in discussione, anche per Wyn Grant, professore di politica internazionale alla Warwick University. "Chiaramente la pandemia attira l'attenzione sui rischi che sorgono dalle catene di approvvigionamento associate alla globalizzazione. Ciò può portare a politiche economiche più centrate a livello nazionale. A parte la risposta delle banche centrali, la solidarietà internazionale e il coordinamento sono stati relativamente limitati". Afferma inoltre Alan Cafruny, professore di affari internazionali all'Hamilton College : "La crisi ha notevolmente migliorato la posizione della Cina nei confronti della leadership globale. Nonostante la sua iniziale e lenta risposta all'insorgere del Covid-19, il suo rapido contenimento contrasta con l'incompetenza, la confusione e l'incapacità dell'amministrazione Trump di fornire alla popolazione americana cure mediche di base, articoli come mascherine chirurgiche, respiratori e kit di test, o con lo sviluppo di un piano coordinato per il contenimento “. 

Secondo l'esperto, c’è una marcata differenza negli approcci di Pechino e Washington per quanto riguarda l'epidemia, anche a livello internazionale. Il governo cinese ha fornito assistenza e forniture mediche alle nazioni colpite, tra cui l'Italia e l'Iran. Il co-fondatore di Alibaba Jack Ma ha inviato maschere chirurgiche, kit di test e attrezzature mediche in ogni regione del mondo a causa della carenza globale.  Gli Stati Uniti, dal loro canto, hanno dimezzato il loro contributo all'OMS e sospeso i voli dall'Europa senza consultarsi prima con i leaders europei. E questa crisi, secondo Cafruny, ha approfondito la spaccatura tra Washington e Pechino.  I due paesi hanno cooperato ampiamente di fronte ad altre importanti sfide del 21 ° secolo come l'epidemia di SARS del 2003, la crisi finanziaria globale del 2008 e l'epidemia di H1N1 nel 2009, ma questa volta non è stato così. "La pandemia di Covid-19 ha approfondito la rivalità geopolitica e ha evidenziato la mancanza di leadership degli Stati Uniti. Assistiamo ad una vera e propria guerra di accuse. Funzionari del governo e politici di spicco delle due parti parlano di guerra biologica e qualche giornalista è anche stato espulso. Praticamente, manca la cooperazione e c’è assenza di comunicazione comune ".

Dello stesso parere anche il professor Grant, dell'Università di Warwick: "La risposta dell'amministrazione americana nel dare la colpa alla Cina per lo scoppio dell'epidemia ha ulteriormente peggiorato le relazioni", ha affermato. Ma, per lo studioso la crisi per il COVID-19 ha sollevato ombre anche sulle istituzioni europee vecchie di decenni come l'Unione Europea: gli stati membri hanno esitato a fornire il necessario supporto all'Italia gravemente colpita, che finora ha registrato un totale di 74.386 casi, tra cui oltre 7000 decessi: "sorgono ulteriori domande sull'efficacia dell'UE in una crisi. l'Italia ritiene che le sia stato dato un sostegno insufficiente. Ciò ha evidenziato la fragilità della solidarietà all'interno della stessa UE". I punti di vista del professore sono stati ripresi da Graziani, il quale ha osservato che Cina, Russia e Cuba erano le uniche nazioni che hanno preso provvedimenti concreti per aiutare l'Italia nella crisi, a parte una piccola ong americana.

"Al momento, gli europei sembrano regredire nell'egoismo nazionale e persino regionale ... La pandemia ha dimostrato l'inadeguatezza delle strutture sovranazionali basate sul modello democratico liberale e sui cosiddetti valori occidentali. Dovranno essere costruite nuove istituzioni, basate su relazioni di solidarietà ", ha detto il Presidente di Vision &  Global Trends, International Institute for Global Analyzes e il professor Cafruny, continuando nell’analisi, ha sottolineato come l'incapacità dei sistemi sanitari degli Stati membri dell'UE a rispondere adeguatamente all'emergenza, è derivata da "anni di tagli drastici causati dall'imposizione dell'austerità guidata dalla Germania" – che ha imposto il blocco del debito dell'Eurozona come risposta alla crisi economica del 2009.

25 marzo  - Il magma mediatico in cui, nostro malgrado, ci siamo trovati immersi negli ultimi mesi, sembra avere imboccato univocamente la deriva dell’informazione da terrorismo psicologico.

Per nulla facile distaccarsi da un meccanismo che ha condensato nella logorroica locuzione “RESTATE A CASA” quasi l’unico antidoto al momento consentito al Coronavirus, prontamente ribattezzato CoVid 19.

Pericoloso e letale, non già per la sua diffusione patologica ma soprattutto per quella mediatica e percettiva che ne consegue, l’eufemistico virus, ha già provocato danni inestimabili.

Mentre la nazione si paralizza nello slancio emotivo di salvaguardare la propria e l’altrui incolumità senza garanzia alcuna se non l’imposizione dall’Alto, le Istituzioni sembrano aver rinunciato a qualunque forma di tutela, ad ampio spettro, della pubblica salute.

Già, perché le manovre politiche degli ultimi anni, i cosiddetti “tagli alla sanità” voluti dai nostri imparentati d’Oltralpe che ora, con molta umiltà, ci hanno sbattuto le porte in faccia, non sono certo stati fatti in funzione di un’epidemia annunciata ma di una logica sovrannazionale che tende a privilegiare sempre chi sta meglio.

E, per stringere ulteriormente il cerchio, si sottoscrive un, non meglio identificato, “Patto per la Scienza” che vede tra gli attori fondatori nientemeno che Grillo, fondatore e tuttora garante del Movimento 5 Stelle, il virologo del momento Roberto Burioni, la cui figura non sembra essere mai stata particolarmente gradita ai 5 Stelle e al loro leader, a sua volta, piuttosto noto per le sue precedenti idee antivaccinistiche.

Ma di certi ribaltamenti improvvisi solo la politica è capace!

“Nobile intenzione” del fantomatico Patto che vanta, tra le altre, anche la firma del premier Renzi, sarebbe quella di definire la Scienza “valore dell’umanità” e salvaguardare essa stessa da qualunque forma di pseudoscienza.

Che, ormai, non tanto alle cose scontate, quanto piuttosto a quelle banali e infondate siamo abituati è sicuramente un dato di fatto!

Che, così posta la questione, di fronte a tale ovvietà cosa si potrebbe obiettare?

Eppure sembra tuttavia lecito porsi qualche domanda.

In che modo e secondo quale prassi stabilire cosa sia Scienza e cosa pseudo tale?

E, soprattutto, il valore Etico della Scienza non dovrebbe esulare da Qualunque forma di collaborazione politica?

Non sarà mai che ci stia sfuggendo qualche passaggio (forse troppo rapido!) proprio in momenti in cui un certo panico di massa ci sta rivelando uomini, prima ancora che cittadini, vulnerabilissimi e più influenzabili e gestibili che mai?!

Forse mentre quei morti, quelle morti rievocano scenari che credevamo sepolti sotto un cimitero di ideologie che hanno fatto buona parte del secolo appena trascorso, la burocrazia e la diplomazia si stanno giocando la partita a tavolino.

E, mentre quei morti chiedono pietà a trionfare, ancora una volta, è l’empietà.

E, sempre per rimanere nell’ambito di quei ribaltamenti della politica, tanto cari alla storia, gli aiuti alla povera Italia, ancora in nome di quell’“Amore”di cui sembriamo aver perso il senso ultimo e primo, sono arrivati nientemeno che dalla Cina, da Cuba e dalla Russia. “Con Amore”, appunto.

Quali sono quindi oggi i regimi dittatoriali e quali quelli liberal democratici?

Non si sta forse tentando di mettere a tacere tutte quelle voci non allineate prima ancora di valutarne la potenziale valenza oggettiva solo per favorire una “soluzione” rispetto ad un’altra già a priori considerata meno accreditata?

Potere e Consenso, che esso sia democratico o coercitivo poco importa.

Il Paese che si vanta di essere la culla del diritto, oggi può affermare, con ampio margine di verità, di riuscire a garantire quel diritto, primo forse fra tutti quelli umani, che è il diritto alla salute?

Eppure l’art. 32 della nostra Costituzione recita proprio questo.

Saremo incostituzionali solo perché abbandoniamo le nostre case qualche volta in più rispetto a quello che ci è consentito dalla Legge e, dal tanto auspicato buon senso (civico?) o anche per qualcos’Altro?

Le epidemie, da sempre, hanno il loro correlativo oggettivo nell’ordine.

A che cosa sia finalizzato e quali scopi persegue questo ordine, oggi, davvero non ci è dato saperlo!

A Primavera-Estate, tempo di zucchine. Al vapore con un filo d’olio, bollite con aggiunta di carote, cipolle, patate per un secondo leggero (sempre condite con olio vergine di oliva a crudo), trifolate (ottime, saporite, saltate in padella) ed infine come prodotto principale per torte. Ed è di queste ultime che voglio parlare: La Scarpaccia

Torta semplice, genuina, saporita sia nella versione salata che dolce. Nome che non deriva da una scarpa rotta ma bensì dallo spessore della torta simile ad una vecchia e consumata suola da scarpe. La torta dell’orto, quello spazio vitale tipico di ogni abitazione di un tempo ormai remoto, dove il piccolo allevamento di animali da cortile si integrava con le coltivazioni di verdure che mutavano a seconda delle stagioni. Patate, cipolle, pomodori, piselli, insalate e zucchine. Ed è proprio con questo prodotto dell’orto, raccolto in primavera ed estate  che ha origine questa scarpaccia.

La ricerca nel tempo trova una data: 1400, quando la Repubblica di Lucca offriva a qualsiasi cittadino disposto a stabilirsi sulla Marina, al di la  del monte, tre coltre di terreno per costruirvi la casa e coltivare orti. Significava urbanizzare, con il concetto rurale, la fascia pedemontana rivolta al mare ancora in parte acquitrinosa (l’attuale Versilia).

A Camaiore, borgo medioevale costruito lungo la via Francigena già  famoso nel periodo romano come Campus Major (accampamento maggiore della vicina Lucca), nella primitiva versione salata era un vero piatto nel comune desinare. Zucchine, fiori di zucchina e cipolle, ingredienti tipici dell’orto. Oggi la si trova in qualche pizzeria a taglio o durante sagre e fiere rievocative.

La versione dolce è un piatto tipico della cucina viareggina, elaborata, nata come merenda pomeridiana e integrativa alla dieta legata prevalentemente ai prodotti del mare. Ancora oggi nelle famiglie la tradizione continua come dolce di stagione nel momento migliore delle zucchine

Abbinamento:

Anche la vite era elemento importante degli orti. Con il sistema d’impianto a pergola riparava dalla calura estiva e forniva l’uva da tavola e da vino. In particolare l’ibrido americano (post filossera)  prodotto da  vitis labrusca e vitis vinifera conosciuta meglio come uva fragola. E un bicchiere di fragolino, con il suo spiccato profumo di framboisier e il sapore deciso di cassis, accompagna benissimo la Scarpaccia. Ricercando un vino da dessert del territorio toscano sicuramente il migliore abbinabile è il Moscadello di Montalcino (85% moscato bianco e 15% altre uve a bacca bianca) da non confondere con il Vin Santo nella versione uve trebbiano e malvasia. Oro brillante, piacevolmente aromatico con un leggero tocco muffato, beverino con il suo 10,5% di volume litro di alcool,  molto misurato nella dolcezza con un finale rispondente e perfettamente abbinabile.

LE RICETTE

Versione salata:

ingredienti: zucchine, fiori di zucchine, cipolla, farina, olio vergine d’oliva.

Affettate finemente sia la cipolla che i fiori di zucchine e le zucchine (mi raccomando a rotelle) in egual misura, insaporite con sale e pepe. Aggiungete dopo circa due ore della farina, senza aggiunta di acqua, amalgamando il tutto. Teglia unta pronta, versare il tutto fino ad ottenere uno strato al di sotto di un centimetro, cospargere il preparato con un filo d’olio vergine e via in forno fino a quando la superficie non avrà  raggiunto quel bel colore dorato (temperatura di cottura media 150°)

Versione dolce:

ingredienti: 300 gr di farina bianca 00, 400 gr di zucchine pulite e tagliate a rondelle, 1 bicchiere di latte, 250 gr di zucchero, 50 gr di burro, 2 uova, 1 bustina di vaniglia.

Preparare una pastella con tutti gli ingredienti ad esclusione delle zucchine (ricordarsi di aggiungere un pizzico di sale), versare nella teglia già  imburrata il preparato (meglio cospargere prima il fondo con  un velo di pangrattato) anche in questo caso non superare 1 centimetro di spessore (ne è la caratteristica), aggiungere le zucchine a rotelle, un filo d’olio vergine di oliva e infornare  fino a quando la superficie non avrà  raggiunto quel bel colore dorato (temperatura di cottura media 150°)

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L’umanità si può considerare come un condominio circondato da moltissimi altri condomini (le altre specie) verso i quali da millenni si sente legittimata a sfruttare,  sottomettere, rapinare, sterminare ogni cosa che ha vita, senza distinzione di forma,di specie, di razza ecc..

Abituati a distruggere di tutto, dal filo d’erba alla sequoia, dal corallo alla balena: mucche, vitelli, cavalli, maiali, pecore, conigli, galline, tacchini, volpi, cervi, stambecchi, orsi, lupi, rane, criceti, insetti, fagiani, lepri, anatre, tigri, elefanti, rinoceronti, cammelli; volatili di ogni specie, pesci di ogni dimensione, crostacei, molluschi, aragoste, gamberi, ecc. insomma non si salva niente e nessuno dalla mano implacabile dell’uomo che considera gli altri esseri viventi alla stregua di cose da utilizzare, schiavizzare, uccidere, torturare, fare a pezzi, macinare, schiacciare, tagliare, friggere, arrostire, bollire, triturare ecc. Pochi animali vicini all’uomo muoiono di morte naturale: per il resto è un’ecatombe.

Ora la natura, che geme ferita e dolorante, si ribella alla distruzione dei boschi, alla profanazione dei mari, dei laghi, dei fiumi, della terra avvelenata, dall’aria infestata. Ma quando si violano le leggi naturali bisogna aspettarsi implacabile l’urto dell’onda di ritorno.

L’atmosfera è satura del terrore degli animali immolati a miliardi; la terra è impregnata del sangue di queste creature che inutilmente ed inascoltate urlano e piangono. Ma di questa inarrestabile orgia di sangue, per la quale nessuno si sente colpevole, la responsabilità non è tanto degli esecutori materiali, i rozzi e insensibili macellatori di

animali, quanto dei mandanti, coloro che delegano altri a commettere ciò che in prima persona non avrebbero il coraggio di fare: la gentile signora, l’esigente signore, il raffinato chef, la madre di famiglia ecc. tutti sono colpevoli, i duri di cuore, i boia del’era moderna. Ma per la morte di milioni di animali simmetricamente altrettanti umani cessano di vivere a causa di tali perversioni alimentari.

Gli animali vengono allevati e macellati in condizioni infernali in un mix di sangue, escrementi, fetore, sporcizia, residui di farmaci, terrore. I luoghi di certe popolazioni che vivono in promiscuità con gli animali che sgozzano e spellano, spesso ancora vivi, in una sporcizia e mancanza di norme igieniche spaventose. Come potrebbe tale abominevole attitudine non produrre cibo maledetto, pestilenziale e nocivo? Infatti, tutto si paga, perché tutto è conseguenza.

Noi tutti, potenzialmente addestrati a prevaricare sul diverso,  sul debole; addormentati dalla cultura dominante dei media che spinge all’edonismo, alla violenza, al sesso; noi condizionati e plasmati da una cultura religiosa che considera gli animali cose a disposizione dell’uomo e con gran parte della classe medica che ritiene necessario  nutrirsi di cadaveri, ingoiare con indifferenza lo strazio e l’agonia delle carni martoriate dei nostri fratelli animali; con questo tipo di mentalità e di coscienza, come otremmo non essere inclini al crimine e alla violenza verso il suo stesso simile e a non pagarne le conseguenze anche a livello fisico?

Emblematiche le immagini del ragazzo cinese che stacca a morsi la testa di un grosso topo e con gusto ne mastica le ossa. Dai topi venne nel 14° secolo la peste bubbonica che, a causa dello sterminio dei gatti in una crociata voluta dalla Chiesa che vedeva in essi l’incarnazione di Satana, proliferarono i topi che uccise quasi la metà della popolazione di allora.

 “La verità vi renderà liberi”. Solo conoscendo la vera causa del problema si avrà la risoluzione. La causa non potrebbe essere l’infezione trasmessa dall’animale infetto all’uomo, nell’abominevole mercato degli animali di Huanan dove il pipistrello è tradizionalmente consumato come zuppa? Ed è probabile che un filo rosso colleghi Sars, Ebola Hiv, Coronavirus dovuto al drammatico calo delle difese immunitarie della specie umana causato dal dissennato e strafottente modo di vivere e di alimentarsi.

E ora, ognuno interroghi se stesso per capire se è la causa o la soluzione del problema.

 
 Fattoria di Fiano

Le manifestazioni rappresentano, sotto certi aspetti, una specie di “banca dati” da salvare e parlarne alla bisogna. Mi spiego meglio.

Le aziende vinicole presenti agli eventi non hanno solo lo scopo di generare business ma di farsi conoscere, presentare i loro prodotti, farli assaggiare, raccontare le loro storie, intrattenersi con i wine lovers, con chi fa comunicazione (come il sottoscritto). Ed allora ecco che dal moleskine esce un nome: Ugo Bing, Fattoria di Fiano.

La manifestazione di riferimento: Sangiovese Purosangue del novembre 2019 svoltasi a Siena. L’incontro con l’enologo e amico Angelo Bertacchini. Gli assaggi dietro la sua descrizione. E l’azienda?

“L'antico borgo di Fiano, vicino a Certaldo, in origine si chiamava “Alfiano”, perché apparteneva alla nobile famiglia fiorentina degli Alfani. E' situato sulla cima della collina che divide la Valdelsa dalla Valdipesa, nella zona del Chianti Colli Fiorentini. È proprietà della famiglia Bing sin dal 1940. Questi terreni, unici per esposizione e origine geologica, sono naturalmente vocati alle produzioni di alta qualità”. Così l’inizio della chiacchierata con Angelo tra un sorso e l’altro.

La bottaia

“I terreni sono esposti a ventaglio da est a ovest, per oltre 65 ettari, e orientati a sud in corrispondenza del vigneto Poggio ai Monti, situato a 330 metri di altitudine. Altri 14 ettari di vigneto si trovano a Novoli, circa 1 km più a nord-est, nella valle del Vergignolo”. Interessante il racconto. Del resto la descrizione dei terreni, del microclima, degli allevamenti e il conseguente lavoro in cantina, meglio dire del terroir, aiutano a capire più soddisfacentemente i vini.

Tutto non è nato per caso. Ugo Bing, agronomo, si è dedicato allo studio del comportamento della varietà dei vitigni nei diversi appezzamenti . Applicare la propria filosofia basata sulla fedeltà al terroir, nel rapporto stretto, totale, tra uomo e terra.

In seguito, insieme al figlio Francesco, calpestare le vigne perché è in vigna che nasce il vino. Senza dimenticare le operazioni in cantina, la scelta dei legni per l’invecchiamento e l’accompagnamento verso la bottiglia.

“Il vino "Ugo Bing" di Fattoria di Fiano è un vino rosso, fermo e secco, vinificato da uve nel contesto delle tipologie previste dalla denominazione Chianti DOCG sottozona Colli Fiorentini”.

In degustazione le “riserve” .

Le note aziendali descritte da Angelo:   “Si presenta come un vino tipico del territorio, con l’austerità della Riserva ma con un taglio morbido. Ottenuto da sangiovese, canaiolo e colorino vinificati in barrique. Uve da vigne di 15/20 anni che rendono i profumi molto intensi con sentore di elicriso, ciliegia e nelle annate più calde profumi di macchia mediterranea. Nella maturazione i profumi si arricchiscono di note di sottobosco, muschio, e di tartufo, che da queste parti, nascono in buone quantità. Un vino sapido, strutturato e di corpo”.

Devo dire che mi sono ritrovato appieno nella descrizione sensoriale dell’amico Angelo. Aggiungerei:

- Chianti Colli Fiorentini Docg Riserva 2016. Un tocco di selvatichezza aromatica con buona struttura tannica. Aiutato da un’ottima vendemmia. Voto ottimo, 89/100

- Chianti Colli Fiorentini Docg Riserva 2011. Trasuda austerità, intensità verticale e, anche questo millesimo, con marcata struttura tannica. Ottimo, 89/100

- Chianti Colli Fiorentini Docg Riserva 2009. Direi, nella sua tipologia, disteso, rilassato, elegante. Mi è piaciuto superando la soglia dell’eccellenza: voto eccellente, 91/100

- Chianti Colli Fiorentini Docg Riserva 2005. Il “vecchio” del panel. Da questo millesimo non è possibile ottenere di più. Onore al merito. Ottimo, 88/100

Autentica passione che deriva dal lavoro in vigna e in cantina mossa da tradizione e ricerca. La cura maniacale dei vari processi, con la mente sempre rivolta al terroir, “ideale”alla base della continua ricerca di un'identità riconoscibile e della massima qualità dei prodotti finali. Chapeau!

Urano Cupisti

Fattoria di Fiano

Località Fiano

Certaldo (Fi)

Tel:     0571 669048

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www.ugobing.it

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