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Michele Giuttari - Un poliziotto, un uomo, uno scrittore di successo.

By Marzia Carocci July 04, 2021 2834
 
 Michele Giuttari

Ci sono scrittori che hanno la capacità di trasportarci in mondi, situazioni e condizioni tali da sentirci quasi partecipi e testimoni durante la lettura. Non è facile: ci vuole maestria, competenza, cognizione di ciò che vanno a raccontate rendendo l’immaginario perfettamente reale nella testa e nella sensazione del lettore attento.

L’autore che oggi ho l’onore di intervistare fa parte di questa élite ed è uno dei migliori scrittori che il nostro panorama italiano può vantarsi di annoverare. La sua esperienza in campo investigativo ha preceduto l’attività di scrittore legando l’esperienza lavorativa- professionale alle stesure dei  libri che ha scritto ricevendo le giuste gratificazioni del pubblico. Parliamo di Michele Giuttari.

Ha fatto parte della Squadra Mobile di Reggio Calabria, ha diretto la Squadra Mobile di Cosenza. Ha svolto le indagini di mafia nel 1993 quando Firenze subì la tremenda  strage di Via Georgofili. 

Dal 1995 al 2003 è stato Capo della Squadra Mobile di Firenze. Capo del pool investigativo GIDES (Gruppo Investigativo Delitti Seriali).

Di fondamentale importanza la sua attività investigativa sul Mostro di Firenze e sui “compagni di merende”così scaltro e attento nelle investigazioni da suscitare processi e ingiuste polemiche  su fatti  infondati  successivamente azzerati perché sterili e inutili oltre che inesistenti.

A volte la verità viene fatta tacere (n.d.r.).

 

·LIBRI DI MICHELE GIUTTARI

 

·Compagni di sangue- 1998 con la collaborazione di Carlo Lucarelli

·Assassini a Firenze- 2001

·Scarabeo - 2004

·La loggia degli innocenti- 2005

·Il Mostro. Anatomia di un'indagine- 2006

·Il basilisco - 2007

·La donna della ‘ndrangheta- 2009

·L’Ammiratore – 2009 Racconto in Tre metri sotto il cielo

·L'investigazione- 2010 (saggio)

·Le rose nere di Firenze- 2010

·I sogni cattivi di Firenze- 2012

·Il cuore oscuro di Firenze- 2013

·Confesso che ho indagato- 2015 (autobiografia)

 

Veniamo adesso a conoscere meglio il nostro autore:

 

Gentile dott.re Giuttari, intanto grazie per la sua gentile disponibilità.

 

 

D-La prima domanda che vorrei farle, è sapere quanto della sua Carriera in Polizia ha avuto importanza nella sua attività di scrittore

 

R- La mia esperienza investigativa, acquisita sul campo in oltre 30 anni in zone particolarmente impegnative (Sardegna – Sicilia - Calabria – Campania – Toscana), è stata importante nella mia seconda vita di scrittore nella costruzione delle storie e anche dei personaggi.

Il mio vissuto, però, non ha costituito la trama portante perché, in questo caso, non mi sarei divertito a raccontare fatti già conosciuti da molti, ma ha fornito diversi spunti.

Mi riferisco alle procedure d’indagine, al linguaggio dei poliziotti, all’atmosfera che si respira negli uffici di polizia, alle tecniche d’indagine (interrogatori, perquisizioni, intercettazioni telefoniche e ambientali). In pratica agli strumenti reali di un investigatore. Un patrimonio inestimabile diventato fonte di ispirazione trasferito sulle pagine di un thriller che per definizione, come ogni romanzo, è finzione e la fedele realtà cambia per ubbidire alle leggi dell’efficacia della trama. Ecco allora che in un gioco enigmistico i tempi necessariamente si abbreviano, come pure gli ostacoli di varia natura , quali quelli burocratici o delle piste false che nella scrittura scompaiono o sono solo accennati per non appesantire i lettori mentre nella realtà rivestono un peso talvolta notevole. Conta, dunque, molto l’abilità per conseguire un esito piacevole quanto credibile in grado di soddisfare i lettori.

 

D- Cosa la infastidisce di più come uomo di giustizia?

R- Come uomo di giustizia non tollererei certe situazioni come quando i superiori dovessero disapprovare il lavoro o i magistrati dimostrare di non crederci ovvero ancora  quando si potrebbe intuire che altri personaggi di ambienti diversi dovessero cercare di mettersi di mezzo rimanendo nell’ombra.

Questa sarebbe una giustizia malata destinata a lasciare certi casi insoluti e forse addirittura avvolti da un’aureola di mistero. E credo che di questi casi se ne siano registrati diversi nel nostro Paese anche durante il fenomeno del terrorismo.

Certo la vita di un investigatore può essere segnata anche da episodi di questo tipo, ma è importante non farsi condizionare e proseguire dritto nel cammino intrapreso con la coscienza a posto fiducioso che col tempo la serietà del lavoro sarà dimostrata e ti verrà riconosciuta venendo ripagato degli eventuali colpi bassi che hai incassato.

 

D- Quanto di Michele Giuttari uomo e investigatore trasferisce nelle sue storie?

R-In realtà le mie attività di uomo e investigatore e di scrittore si sono complementate in maniera del tutto spontanea anche perché non ho avuto bisogno di ispirarmi a nessun vero investigatore per il protagonista delle storie avendo preso a modello me stesso.

In Michele Ferrara, infatti, c’é molto di me. Mi somiglia perfino fisicamente e ha il mio stesso carattere un pò chiuso, il mio senso del dovere, la stessa fedeltà alla propria donna, e anche la stessa determinazione a raggiungere la verità a tutti i costi, anche scontrandosi con le istituzioni. Può darsi che nel descrivermi mi veda un pò meglio di quanto in effetti non lo sia. Non sta, però,  a me giudicare.

Non saprei proprio a quale degli investigatori di carta potrei paragonarlo. Forse un po’ a Maigret, un po’ a Dupin…ma non riesco a trovare un modello preciso perché forse assomiglia davvero parecchio a me stesso.

 

D- Nella sua produzione libraria si sente molto l’autorevolezza e la grande esperienza investigativa. Come nascono le storie dei suoi libri?

 

R- La scrittura è nata come un hobby, che mi faceva prendere le distanze dalla quotidianità del mio lavoro aiutandomi a rilassarmi dagli impegni delle indagini reali. Ho iniziato ispirandomi a temi veri (serial killer, pedofilia, massoneria deviata…) con riferimenti di vita vissuta rielaborati dalla fantasia contestualizzandoli in altra epoca ed in altro luogo. Ho cercato di curare in particolare la trama che deve essere avvincente per tenere incollato il lettore a ogni pagina. Forse in un thriller è proprio la creazione di una trama che funzioni la parte più difficile del lavoro. Inoltre cerco di far capire la realtà di tutti i giorni esplorata in diverse delle sue pieghe convinto che anche con un romanzo poliziesco, comunque possa definirsi, può parlarsi del nostro mondo reale, dei problemi presenti (criminalità, droga, mafia…).

E’ importante poi la cura dei personaggi che devono essere dalla vita interessante, ben definiti e credibili anche nel linguaggio, con i quali potremmo interagire per vari motivi nella quotidianità.

Una volta delineata la traccia, anche solo generica, della trama è poi la scrittura che man mano che avanza mi porta a svilupparla definendola sempre meglio anche con l’inserimento delle mie esperienze lavorative.

 

D- So che ci sono grandi novità editoriali in arrivo. Sappiamo che prima di un’uscita vige una specie di “silenzio stampa” ed è giusto così. Ma in confidenza e sottovoce, può dirci qualcosa in merito? Giusto due parole...

R- Ormai è prossima la pubblicazione del nuovo thriller edito da Fratelli Frilli Editori.

E’ una nuova avventura del commissario Michele Ferrara alle prese con una complessa indagine che si svolge non solo a Firenze e che fa capire come il mondo non è tutto nero o bianco perché è sufficiente chiudere un attimo gli occhi per vederlo grigio.

Come gli altri, ha il tipico taglio anglosassone e alla fine ritorna l’ordine, sconvolto dai delitti, in maniera del tutto normale senza alcuna forzatura grazie alle tecniche investigative.

D- Il titolo del suo ultimo romanzo è “Sangue sul Chianti” Uscirà il 15 luglio 2021. Ha già qualche data di presentazione? Quando e dove?

 

R- Sono già diverse le richieste di presentazione a partire dai primi giorni di agosto (Pontremoli al Salotto d’Europa, Salsomaggiore, Orzinuovi…) e spero di aderire alla maggior parte ove possibile per incontrare i miei lettori anche in Toscana e a Firenze come per i precedenti libri. Sono occasioni a cui cerco sempre di non mancare anche all’estero partecipando, come in passato, alle  più importanti manifestazioni Crime ad Harrogate, Unna, Dortmund, Monaco, Usa….

 

D- Lascio sempre ai nostri autori una domanda “bianca” dove liberamente ci piacerebbe che scrivessero di propria iniziativa quel “qualcosa” che amano rendere pubblica. Non importa quale argomento, non importa se è il classico sassolino nella scarpa o il desiderio di comunicare una sensazione, una notizia o semplicemente raccontare di sé.

 

R- Mi piace concludere spiegando agli amanti delle indagini di polizia quali sono per me le qualità e le doti di un vero investigatore. In fondo anche di quello di carta.

Pazienza, sagacia, esperienza possibilmente di casi simili, intuizione, particolare capacità di analisi dei fatti dando il valore giusto a quanto si va raccogliendo e osservando, anche a quei dettagli che in quel momento potrebbero apparire insignificanti. E soprattutto essere propositivo rappresentando al pubblico ministero, titolare dell’inchiesta, non solo i fatti, nudi e crudi, ma anche la prospettiva tecnica-operativa ritenuta utile per lo sviluppo dell’inchiesta.

E’ questo il vero investigatore. E Michele Ferrara credo che presenti queste caratteristiche.

La ringrazio per le interessanti domande.

 

Ed è con questa strana ultima domanda che la voglio salutare in attesa di essere presente alla presentazione del suo nuovo parto letterario dove sarò onorata di stringerle la mano- L’aspetto a Firenze!

 

 

 

 

 

 

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Last modified on Sunday, 04 July 2021 12:49