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RIFIUTATA LA RICHIESTA DI SCARCERAZIONE PER IL RICERCATORE EGIZIANO PATRICK GEORGE ZAKI.

By Roberto Fantini January 15, 2020 3657

Purtroppo, sembra proprio che il ricercatore egiziano Patrick George Zaki, partito da Bologna per trascorrere un periodo di vacanza ad al-Mansoura, sua città natale, e arrestato al Cairo il 7 febbraio, dovrà restare in stato di detenzione preventiva ancora per almeno 15 giorni.

I suoi avvocati hanno riferito ad Amnesty International che gli agenti dell’Agenzia di sicurezza nazionale (NSA), durante l’ interrogatorio all’aeroporto, hanno tenuto Patrick bendato e ammanettato per ben 17 ore, picchiandolo sulla pancia e sulla schiena, sottoponendolo anche a scosse elettriche.

Obiettivo dell’interrogatorio risulterebbe essere quello di raccogliere informazioni in merito al suo lavoro in materia di diritti umani durante il suo soggiorno in Egitto e allo scopo della sua residenza in Italia.

Zaki è stato poi trasferito in una struttura di detenzione della NSA (non rivelata) ad al-Mansoura.

Il giorno seguente all’arresto, i pubblici ministeri di al-Mansoura hanno ordinato la sua detenzione per 15 giorni, in attesa di indagini su accuse tra cui “diffusione di notizie false”, “incitamento alla protesta” e “istigazione alla violenza e ai crimini terroristici. Tale scelta è stata giustificata sulla base di una decina di post pubblicati su Facebook, senza che, però, sia stato consentito né a Patrick né al suo avvocato di poterli esaminare.

Sabato 15 febbraio, i giudici hanno confermato la detenzione preventiva, con nuovo appuntamento in tribunale per il 22 febbraio.

Intanto, dopo aver potuto vedere, seppur per pochissimo, i suoi familiari, Zaki dovrà restare a Talkha, poco lontano da al-Mansoura, in un’altra struttura detentiva.

                           “L’arresto arbitrario e la tortura di Patrick Zaki rappresentano un altro esempio della sistematica repressione dello stato egiziano nei confronti di coloro che sono considerati oppositori e difensori dei diritti umani, una repressione che raggiunge livelli sempre più spudorati giorno dopo giorno -  ha dichiarato in una nota ufficiale Philip Luther, direttore delle ricerche sul Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty International -. Chiediamo alle autorità egiziane il rilascio immediato e incondizionato di Patrick, in stato di fermo esclusivamente per il suo lavoro sui diritti umani e per le idee espresse sui social. È necessario che le autorità conducano un’indagine indipendente sulle torture che ha subito e che sia garantita la sua protezione in maniera tempestiva“.

Amnesty International ha dichiarato Patrick George Zaki prigioniero di coscienza, detenuto, cioè, esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media.

Molte le iniziative di questi giorni per richiedere la scarcerazione di Zaki:

  • 14 febbraio, Pescara, sit in dalle 19 in piazza Salotto (piazza della Rinascita);
  • 14 febbraio, Padova, flash mob dalle 18 organizzato dagli studenti universitari UDU e ASU presso il Palazzo comunale;
  • 15 febbraio, Milano, sit in dalle 18, via Sondrio, parcheggio limitrofo al Consolato d’Egitto;
  • 15 febbraio, Firenze, presidio e raccolta firme dalle 15.30, Piazza San Marco;
  • 16 febbraio, Forlì, ore 11, sit in per la liberazione di Patrick in collaborazione con associazioni studentesche dell’università;
  • 16 febbraio, Brescia, ore 16, mobilitazione per Patrick presso Largo Formentone;
  • 19 febbraio, Verona, ore 18.30, presidio presso il ponte Pietra.
  • Prevista, per mercoledì 19 (nel pomeriggio), una mobilitazione a Roma, nei pressi dell’ambasciata d’Egitto.

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Last modified on Wednesday, 04 March 2020 00:16
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