L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Publishing (195)

 

Lorena Isabellon
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June 13, 2025
da sx Laura Pezzino, moderatrice, Elisabetta Rasy - Perduto è questo mare (Rizzoli), Michele Ruol -  Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (TerraRossa), Nadia Terranova - Quello che so di te (Guanda), Paolo Nori  - Chiudo la porta e urlo (Mondadori), Andrea Bajani -  L’anniversario (Feltrinelli).

 

Lo Strega Tour presente in numerose città italiane, lo scorso 11 giugno ha raggiunto Saint-Vincent (Valle d’Aosta) -  i cinque finalisti hanno presentato le loro opere letterarie dialogando con Laura Pezzino, giornalista, scrittrice e direttrice della fiera Book Pride di Milano.

Lo Strega Tour è promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Strega Alberti Benevento e BPER Banca.

Il vincitore sarà annunciato giovedì 3 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, la cerimonia sarà trasmessa in diretta televisiva da Rai Tre.

 

 

Andrea Bajani -  L’anniversario (Feltrinelli)

Il romanzo pone al centro le dinamiche familiari, spesso segnate da conflitti, manipolazioni, mancanza di comunicazione e forme di abuso. Famiglie senza amore e di un amore senza futuro, dove i  soggetti  si ritrovano spesso da soli contro tutto e tutti. Un libro lucido, freddo, scarno e tuttavia sotto ogni aspetto di una forza eccezionale. Di pagina in pagina una sottile inquietudine si impadronisce del lettore: merito di un autore capace di scavare con grande abilità nelle paure di molte famiglie di oggi.

 

 

 

Nadia Terranova - Quello che so di te (Guanda)

Un sorprendente ritratto dell’animo femminile, condensato in pagine intime e spiazzanti. Le “vicissitudini della vita",  le difficoltà, le traversie e le sfide della bisnonna Venera rinchiusa per un breve periodo in un ospedale psichiatrico. Un libro intenso e struggente, che ha la capacità di dare voce a chi non ce l’ha e di raccontare il mondo segreto e solitario delle donne spesso chiuse fra le mura di casa e destinate solo a obbedire nella solitudine. Al centro delle ricerche anche le cartelle cliniche dei vecchi manicomi. Un libro da respiro ampio che getta luce  sulle trame che legano le vite delle persone.

 

 

 

Elisabetta Rasy - Perduto è questo mare (Rizzoli)

I dialoghi brillanti insieme alla ricchezza di registri, caratterizzano questo romanzo che trabocca di storie intrecciate sotto il segno del “mare di Napoli”, a sua volta personaggio centrale che trasmette segnali e travolge le  esistenze. Una storia esemplare di due amici diversi eppure profondamente legati: il padre di Rasy e lo scrittore Raffaele La Capria. Un grande romanzo contemporaneo che include anche  tutte le sfaccettature  del difficile rapporto tra padre e figlia, situazioni che l’autrice  collega a grandi pensatori come  Kafka ed Enea; una riflessione sulla  storia e sulla condizione umana e un invito a riflettere su l'esperienza di transizione e di ricerca di un nuovo inizio.

 

Paolo Nori  - Chiudo la porta e urlo (Mondadori)

Un libro che fonde mirabilmente le vite di grandi pensatori con la letteratura dialettale  di Raffaello Baldini. Oltre a raccontare la vita del poeta e scrittore di Santarcangelo di Romagna questo romanzo vuole essere anche punto di riferimento per riflettere sulla vita e sulla ricerca di un senso esistenziale. Il romanzo corre veloce e ci porta nel mezzo della storia, a vivere, lottare  e riflettere insieme ai protagonisti. Un ritratto fuori dagli schemi. Un libro di storia personale e collettiva, scritto con devozione e cura, quasi un’opera d’altri tempi, che si legge d’un fiato.

 

 

 

Michele Ruol -  Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (TerraRossa)  

Un romanzo che riesce a mantenersi lieve ma offre piacevoli sorprese attraverso  l’enumerazione e descrizione di singoli oggetti.  Gli oggetti diventano "ponte" tra ciò che è stato e ciò che non sarà più, soprattutto, come in questo caso,  in situazioni di lutto. E riconosceremo in questa storia quella di ogni famiglia che ha il coraggio di deviare la rotta del destino.  Non solo un romanzo di formazione ma anche una fiaba a tinte forti, di cui possiede l’inesorabile fatalità dei personaggi, degli oggetti e degli eventi.

 

 

 

 

 

 

 

 

June 11, 2025

 

Un’indagine stimolante per riflettere su noi stessi. Faggin scrive il “grande romanzo del mondo interiore” portando in porto un lavoro insieme di documentazione e profetico. La spiritualità si  distingue da una teoria scientifica perché pretende di incarnare una verità eterna mentre la scienza è consapevole della propria fallibilità, del proprio essere soggetta a  continue modifiche. Parole oggi più he mai attuali, che rendono questo libro una preziosa arma di autodifesa intellettuale. Federico Faggin, un brillante divulgatore innamorato della scienza,  da alle stampe questa raccolta di riflessioni invitandoci a meditare sui grandi temi del vivere. La scienza e la spiritualità, la coscienza e il tempo e soprattutto il mutevole tempo interiore dell’io, sono i temi del nuovo saggio di Federico Faggin, l'inventore del microprocessore, la cui profonda competenza scientifica si innerva di un’appassionata sensibilità verso la spiritualità. Uno sconfinato mare, una dimensione fondamentale  della psiche e della vita che lo scienziato-umanista ci invita ad attraversare con animo sempre attento.

 

FEDERICO FAGGIN risiede negli Stati Uniti dal 1968. Fu capo progetto e progettista del microprocessore Intel 4004 e responsabile dello sviluppo dei microprocessori Intel 8008 Intel 4040 e Intel 8080 e delle relative architetture. Fu anche lo sviluppatore della tecnologia MOSS con gate di silicio che permise la fabbricazione dei primi microprocessori e delle memorie EPROM e RAM dinamiche e sensori CCD. Nel 1974 fondò e diresse la ditta Zilog, la prima azienda dedicata esclusivamente ai microprocessori, presso cui dette vita al famoso microprocessore Z80, tuttora in produzione. Nel 1986 Faggin co-fondò e diresse la Synaptics azienda che sviluppò i primi touchpad e touch screen. Ha ricevuto importanti riconoscimenti per la tecnologia e l’innovazione: nel 2010 dal Presidente Obama e nel 2019 dal Presidente Mattarella. Nel 2011 ha fondato la Federico and Elvia Faggin Foundation, un’organizzazione no profit dedicata alla studio scientifico della coscienza, con cui sponsorizza programmi di ricerca teorica e sperimentale presso università e istituti di ricerca statunitensi e italiani. www.fagginfoundation.org

 

Federico Faggin

OLTREL'INFINITO Dove scienza e spiritualità si uniscono

Edizioni Mondadori pagine 301

 

June 03, 2025

Bruna Osimo

UNA DONNA SOLA AL COMANDO 

MARISA BELLISARIO, IL GRANDE SOGNO

Giacovelli Editore pagine 177

Una biografia sincera, che rappresenta un’occasione straordinaria per osservare da vicino la vita di una donna temeraria, decisa e ferma nelle proprie azioni e decisioni, così sedotta dal lavoro da trasformare le sue intuizioni in capolavori aziendali futuristici. Un tentativo onesto di rivisitare gli avvenimenti mostrandone i successi ma anche i lati nascosti o controversi sul coraggio di una donna manager che volle e seppe resistere in un ambiente lavorativo dominato da stereotipi e pregiudizi. Il libro  è godibile e fa riflettere sul fatto che l'uguaglianza di genere nelle aziende è tuttora un problema complesso e diffuso, con diverse sfaccettature che vanno oltre il semplice divario retributivo. “Marisa Bellisario ha insegnato che perseguire i propri sogni è un atto di coraggio, promuovere un ambiente di lavoro sano, che mette al centro le persone non è impossibile, ma anzi è il fattore che supporta il delicato processo che permette ad un’idea di diventare realtà”.

BRUNA OSIMO ha lavorato in Italel, testimone diretta dell’avventura vissuta dall’azienda negli anni Ottanta dove ha anche collaborato all’attuazione di un programma di formazione del personale interno per la riconversione all’elettronica di prodotto e di processo, nello scenario di transizione al digitale che inizia in quegli anni delle telecomunicazioni e in Italia. Ha vissuto a Mosca, dove a metà degli anni Novanta è responsabile della start up di un centro di formazione per tecnici di telecomunicazione (Mositatel Training Center), una joint venture non profit tra Itatel e l’Università di Telecomunicazioni e informatica di Mosca (MTUSI). È libera professionista, e da dieci anni collabora con una società di Milano nell’outplacement, forte anche dall’esperienza di Orientamento attitudinale maturata nella collaborazione con l’Università Bocconi a partire dal 2003. Appassionata di arte e musica, è laureata in filosofia.

 

May 30, 2025

 

Alberta Biressi, esperta praticante ed insegnante di Yoga al suo esordio letterario, ci racconta una storia drammatica di una vita profondamente ferita che ha saputo rifiorire, scoprendo la dimensione dell’incontro e dell’affratellamento. Ci racconta una storia ambientata nell’area pasolinianamente nota dell’Idroscalo di Ostia, una storia di degrado, ma anche di ritrovata umanità. E ci parla del protagonista del racconto (Cesare), che, superate vicende di grande sofferenza, è approdato ad una concreta forma di saggezza personale, in cui si coniugano il messaggio dell’Attimo fuggente di Peter Weir e quello di Uno psicologo nel lager di Viktor E. Frankl:

 saper riempire di senso, di valore e di bellezza il presente che ci è donato e saper resistere all’odio ed alla violenza, trovando dentro di sé la forza di camminare nell’amore.

Con Alberta, delicata scrittrice di rara sensibilità, autrice di un libro prezioso che meriterebbe di entrare nelle aule delle nostre scuole, è nata la conversazione che segue.

  • La storia che racconti è colma di dolore, ma, nello stesso tempo, portatrice di un luminoso messaggio di fiducia nella inconoscibile e incalcolabile capacità di riscatto presente nell’animo umano. Una storia, insomma, non semplicisticamente “buonista”, ma una storia che parla di cammino interiore e di metamorfosi dell’anima.

Cosa ti ha spinto maggiormente a narrarcela? La stima verso il suo protagonista? La speranza che possa risultare di aiuto e di

   Alberta Biressi

insegnamento a qualcuno? Oppure?

La prima cosa che mi ha colpito di Cesare è stata la voce, chiara, determinata, intonata nel cantare durante la messa all’Idroscalo. E’ così che l’ho notato. Poi mi hanno incuriosito le cose che diceva di sé. Raccontava di essere stato un delinquente, una persona spregevole e, dato che ho sempre avuto una particolare attrazione per le persone dal vissuto difficile, gli ho chiesto se aveva voglia di dirmi qualcosa di più.  Conosciuta poi la sua storia, ho sentito quasi come “ un dovere” scriverne.

 I maltrattamenti sui deboli, come lo sono i bambini, gli anziani e gli animali, mi toccano sempre molto e credo che questo sia il principale motivo per cui ho scritto di lui.

 

  • Il protagonista del tuo racconto, ad un certo punto, afferma di essere riuscito a sentirsi “amico degli esseri umani e della vita”, senza aspettarsi niente in cambio. Quali eventi, in particolar modo, gli hanno consentito di raggiungere un così felice risultato?

 

 Cesare ha più volte ricordato, durante i nostri incontri, l’importanza della presenza di frate Mario, conosciuto in riformatorio. So che ancora oggi, ogni tanto, lo sente. Lui gli ha insegnato a essere prima di tutto amico di se stesso, a prendere in mano la sua vita, a diventare più consapevole e responsabile. Gli ha dato fiducia e gli è stato vicino nei momenti più bui, aiutandolo nel lungo percorso di riconoscimento ed elaborazione del male subito e la via liberatoria del perdono. Oggi Cesare parla con grande rispetto e gratitudine della sua compagna e della famiglia di lei che lo ha accolto con semplicità e senza pregiudizi; la presenza dei nipotini lo rende felice e lo motiva.

 

 

  • All’inizio dell’ultimo capitolo, ci proponi una citazione di Jorge Luis Borges, in cui leggiamo che

Ogni persona che entra nella nostra vita è unica … Due anime non si incontrano mai per caso.”

Insomma, se non è il “caso” a farci incontrare determinate persone … allora, cosa?

 Io so che quando sono attratta, incuriosita da una persona che non conosco, ho bisogno di lasciare che l’incontro accada, quindi mi rendo disponibile, restando aperta a cogliere una qualsiasi forma di dialogo (uno sguardo, un sorriso, un gesto, una parola);

a volte sono io a  stimolarlo, altre volte c’è bisogno dell’intermediazione di qualcosa, per esempio un libro, il cane che ci accompagna, che diventa il pretesto per “rompere il ghiaccio”. Ci sono stati degli incontri, anche solo della durata di un viaggio in treno, in autobus  o nelle sala d’attesa di un qualsiasi posto, che mi porto dentro con gioia e gratitudine  per la loro immediatezza e gratuità. Estranei, mai più rivisti, di cui non conosco neanche il nome, con i quali, anche solo per poco tempo, si crea una certa confidenza e intimità. 

 Idroscalo di Ostia

 Sento che  questi momenti danno maggiore vita alla mia giornata.

Che cosa sia di preciso non so, ma so che non è mai un caso e che tutto questo ha un senso.

 

  • Volendo tentare una sorta di bilancio conclusivo relativamente all’ incontro con il Cesare del tuo racconto, chi, fra voi due, ha potuto imparare di più dall’altro/a?

Non so dare una risposta sicura;

 io non ho mai chiesto a Cesare che significato abbiano avuto per lui i nostri incontri, ma dalla semplicità e disponibilità con cui sono avvenuti, credo che ci sia stata reciproca stima e simpatia e che entrambi abbiamo scoperto qualcosa di noi stessi dal nostro esserci conosciuti.

 

 QUALCHE CENNO AUTOBIOGRAFICO

Mi chiamo Alberta Biressi, sono nata a Bergamo il 20 marzo 1958.

Ho trascorso la mia infanzia e adolescenza in una casa isolata ai confini del bosconelle vicinanze della città; nella nostra casa non c’era la TV, ma neanche il riscaldamento, l’acqua potabile e d’inverno si andava a scuola con la slitta, in compenso si leggeva e così ho trascorso molto del mio tempo tra i libri; è nato così l’ amore per la scrittura che è sempre stato il mio canale privilegiato di comunicazione.

 Taciturna, solitaria, ho trovato il modo di esprimermi scrivendo.

Mi sono trasferita a Roma ventisette anni fa per amore, o almeno così credevo che fosse, ma in questa città mi sento sempre “ una turista per caso”.

Abito a Ostia in una casa di fronte al mare.

Da quarantasette anni insegno yoga, questa è la mia professione. Attualmente mi occupo soprattutto di Formazione; dirigo una mia scuola e collaboro con altre.

 

ALBERTA BIRESSI

NESSUNO NASCE IMPARATO

Homeless Book (www.homelessbook.it)

Febbraio 2025

May 26, 2025

La poesia ha da sempre avuto un ruolo importante nel raccontare la storia sociale di un popolo. Scrivere poesie è un modo difficile e severo, come quello dello scienziato, dell’economista o dello storico di comprendere e spiegare il mondo

Premessa

La poesia in generale è un vasto e complesso campo di studio. Attraverso letture e ricerche di diverso impegno storico- artistico, morale e civile e annotazioni scritte durante i mei viaggi compiuti nei primi anni novanta ho focalizzato la mia analisi sui punti chiave e degli eventi storici che hanno caratterizzato la nascita e l’evoluzione della poesia in Africa, Asia, Sud America e Nord America, quattro dei sette continenti della Terra insieme all’Europa, all’Oceania e all’Antartide.   Raccontare la storia della poesia in modo conciso e con lo stile giornalistico è un’impresa complessa. Raccontarla con chiarezza e passione e senza annoiare è ancora più difficile.

La poesia in Africa, che per molti secoli fu un continente silenzioso, ha ricominciato a parlare; ma il suo dramma consiste nel non avere voce, cioè lingua propria. Il colonialismo europeo ha molti torti nei riguardi del continente africano: per imporre l’imperialismo economico e sfruttare le risorse della terra, ha spogliato gli indigeni di tutti i loro beni e soprattutto della loro cultura, imponendo lingue, costumi e governi europei. Oggi la situazione sta mutando: è l’Africa che entra in Europa, fa sentire la sua voce e vuol far conoscere la sua civiltà, che per un secolo si è nascosta nelle foreste, fra i riti delle tribù, nelle favole e nei canti ripetuti oralmente, nelle musiche trasmesse dai tam- tam. Dopo la distruzione compiuta dai coloni francesi della preziosa biblioteca araba di Abdel Kader, nel 1847, l’unica grande biblioteca nazionale africana fu il popolo stesso che salvò il patrimonio culturale arabo attraverso la tradizione orale.

Nel tempo del colonialismo, l’Europa aveva costruito un’immagine falsa dell’uomo di colore, deformando l’interpretazione sudamericana dei riti religiosi e di costumi storici in miti che giustificavano l’iniziativa di cosiddetta civilizzazione. Cosicché in Europa gli africani  servivano solo come ballerini o suonatori di jazz, pugili, o portieri d’albergo, e soprattutto come truppe da guerra; in patria erano braccia per i lavori più estenuanti. Nel ‘700 cominciò una lentissima e saltuaria opera di revisione (specialmente per opera di Montesquieu), insieme con il processo di decolonizzazione. Il progresso della scienza, lo sviluppo dell'antropologia e dell’etnologia, l’affermazione democratica del II dopoguerra, le ideologie politiche che seguirono, hanno favorito l’opera di liberazione dell’Africa. La nuova generazione di poeti esce generalmente da famiglie borghesi che hanno potuto mandare i figli a istruirsi a Berlino, Londra, Parigi e Roma, e quindi sono ritornati in Africa con conoscenze, competenze  e una lingua non africane ma decisi a servirsene per affermare i loro diritti. I poeti africani tentano di liberarsi da questa sudditanza forzando il mezzo linguistico ad accogliere gli elementi dei loro dialetti indigeni e cantando il mondo originario della loro natura autentica, del loro amore e del loro soffrire e di tutte le passioni prepotenti ignote all’ormai stanca Europa La poesia africana ha eliminato ogni traccia di folklore e ha esaltato il senso della libertà, la ricchezza delle passioni, la grandiosità della natura di una terra non ancora guastata dalla tecnica, il giusto rapporto dell’uomo con la natura, ha cantato il senso religioso, la storia del popolo e la sua tradizione di favole. L’avvenire della cultura africana sta nel recupero e nella conservazione intatta del proprio patrimonio passato di tradizioni, canti, riti e di vita collettiva e al tempo stesso nel suo superamento verso strade completamente nuove. Merita una citazione Guy Tirolien poeta della Guadalupa, una delle voci più accorate e autentiche della più della nuova letteratura africana. La giovane Africa esprime nei canti del suo poeta la volontà di essere se stessa e di salvare il suo amore per la natura e il suo patrimonio di tradizioni.

La poesia asiatica ha tradizioni antichissime, millenarie e profonde radici religiose. Dalla Palestina all’India, alla Cina, la poesia religiosa, epica e popolare, presenta documenti remoti di rara maturità culturale. Meritano una citazione, i nomi dei Libri dei Salmi (Ebrei), del Mahabarata e del Ramayana (India), dell’Avesta (Persia) e il Libro dei Fiori (Cina). Le forme espressive sono mutate nel tempo, ma il misticismo è sempre rimasto alla base del canto dei poeti, specialmente orientali. Il Confucianesimo, il Taoismo, il Buddismo, hanno dato di volta in volta alla poesia contenuti di pensiero che variano di popolo in popolo, ma che hanno in comune il denominatore religioso.

Nel secolo XIX, la cultura asiatica dall’Armenia, all’India, alla Cina ha subito le influenze delle culture occidentali, chi dell’America, chi dell’Inghilterra.

Dal secolo scorso, si cercano nuove strade alla poesia: in quasi ogni Paese sta realizzandosi una riforma culturale autonoma che cerca di collegare il presente al passato, recuperando ciò che di autentico e originale aveva la poesia antica, ma sfrondandola di quell’apparato di complesse regole metriche e linguistiche che rendevano la cultura accessibile solo alle classi dominanti. È rimasta tuttavia nella poesia orientale una ricchezza di sentimenti, una delicatezza di toni, un senso sublime dell’amore e del dolore umano che collega senza fratture la poesia di oggi a quella del passato. Della saggezza asiatica meritano una citazione: Mencio (filosofo - Cina 372-389 a. C.), Ardaschir I (Persia III Secolo); Nichiren (monaco buddista giapponese).

La letteratura statunitense rispecchia i contrasti e i fermenti di una società giovane e composita e riassume e interpreta la storia avventurosa e contradditoria di un Paese che è nato, si è consolidato ed è balzato alla guida del mondo in un giro rapidissimo di anni. La poesia statunitense, nata di recente, per evidenti motivi storici, è cresciuta col complesso d’inferiorità rispetto alla madre europea di cui aveva ereditato la lingua e le tradizioni, finche, grazie alla vitalità della sua natura e alle spinte formatesi nel suo interno, ha spezzato i vincoli di sudditanza e ha proceduto con piena autonomia. Il gusto dell’avventura e l’ottimismo di una società in rapida crescita hanno dato vita a una letteratura epica che ha avuto nelle imprese dei pionieri il suo tema favorito. La società americana si è sviluppata su radici religiose, che poi si sono mescolate con la baldanza e la completa disponibilità dei cercatori di terre e d’oro, con le frustrazioni degli emigrati cariche di una disperata volontà di affermazione a qualsiasi costo e di rivalsa sugli altri, in un crogiuolo d’idee e di contradizioni che non si è ancora sedimentato e chiarito. Tutto ciò si riconosce e si trova nella poesia americana. Questa è nata dopo la narrativa - una narrativa di frontiera in cui sono confuse storia e leggenda e che ha creato le ottimistiche fantasiose avventure, allegre e iperboliche, di David Crokett e Pecos Bill -  e al suo inizio si ridusse a canti popolari o a deboli imitazioni della lirica europea. Il primo poeta che diede forme originali allo spirito pionieristico è Walt Whitman. E’ questi è sempre un verseggiatore spesso prolisso ed enfatico, che tuttavia rappresenta la nuova America, fiera delle sue origini, certa del suo futuro. E’ il poeta dell’ottimismo che si contrappone alla delusione e alla protesta dei poeti d’oggi poiché la società in cui cantava Whitman non aveva ancora preso coscienza delle sue contraddizioni: i problemi più scottanti erano ancora latenti e col passare dei decenni sono emersi con l’inasprirsi delle disuguaglianze – più amare in una società opulenta – con il risveglio del gruppo nero che ha spaccato in due anche il mondo bianco, e infine con la complessità delle angosce dalle quali l’uomo di cultura americano si è improvvisamente reso conto di essere dominato. Il ritmo febbrile della vita occupata quasi esclusivamente da problemi di lavoro, di benessere, di successo e di potenza, il problema delle città sempre più gigantesche e soffocanti, la solitudine dell’uomo, crescente di pari passo con il crescere delle dimensioni sociali; il senso di colpa di una società forte e ricca verso i deboli e poveri; l’insufficienza di prospettive del modo di vivere americano, sono le cause che hanno portato alla formazione accanto al gruppo perfettamente integrato della grande finanza, del potere politico, del divismo, dell’affarismo, del tecnicismo portato al massimo, dell’industrializzazione gigantesca, e della sovrapproduzione, anche di fenomeni di distacco, che si configurano nel vagabondo, prima, e poi nel beat, nell’hippy e altro. Nella poesia americana tutto ciò è presente e alimenta sia la protesta sia il lamento.

La poesia afroamericana si presenta  dapprima con i work songs: canti anonimi di lavoro che con il loro ritmo regolare e martellante accompagnavano i movimenti delle persone costrette al lavoro forzato e senza libertà nella loro uguale fatica; e ci furono i plantation songs, canti delle piantagioni, i railroad songs, che nascevano tra i lavoratori delle ferrovie, gli steam beat songs, dei battelli fluviali i chain gang songs, dei lavori forzati.  Poi quando la comunità nera incontrò la parola di Cristo, è in essa trovò un appoggio e speranza, nacque quella forma affascinante e unica, mista di musica e di preghiera, di misticismo e sensualità, di religione e di protesta accorata, che è lo spiritual.

La letteratura sudamericana ha fortemente risentito degli eventi storici che hanno interessato il continente. Colonizzate dagli spagnoli e dai portoghesi, le popolazioni indigene sono state spogliate non solo del potere politico ed economico e della loro libertà, ma della loro religione, del sistema giuridico, delle arti, delle tecniche agricole e industriali, del costume in senso pieno. Civiltà nobili e prestigiose come quella Maya, Quiché, Azteca, Quechua, e Inca, sono state distrutte. Le lingue native sono state soppiantate dalle lingue dei colonizzatori e ne restano solo esigue testimonianze, salvate grazie alla vastità del territorio che ha impedito la totale penetrazione degli invasori.

L’influenza spagnola ha quindi dominato e domina tuttora ogni espressione artistica, in questo continente. Nella prima metà del XIX, l’esempio dell’indipendenza degli Stati Uniti, della rivoluzione francese e il tramonto dell’impero spagnolo favorirono le esigenze di libertà dei paesi sudamericani. Questi, dal 1800 al 1821, conquistarono la loro indipendenza politica dalla Spagna e dal Portogallo, ma non si sottrassero alla loro influenza culturale: tuttora la cultura del Sudamerica è chiamata ispanoamericana  e risulta dalla fusione di elementi europei con le profonde radici indigene sopravvissute e ricuperate.

I poeti sentirono tuttavia la necessità di riscoprire la propria terra nel suo paesaggio elementare, nelle sue tradizioni antiche e nel bisogno presente di riprendersi la propria libertà e i costumi autentici della razza. Cosicché, fin dal suo nascere, la poesia, anzi tutta la letteratura sudamericana è da considerarsi “ impegnata”, perché legata alla rinascita nazionale e alla trasformazione politica e sociale del Paese. Nel secolo scorso la situazione storica politica del Sudamerica si è ulteriormente complicata: le ideologie europee vi hanno trovato un terreno di lotta: le idee socialiste si sono diffuse, favorite da forti squilibri economico sociali; le avventure dittatoriali sono state incoraggiate dall’instabilità politica. I poeti riuniscono in unico discorso le ragioni diverse delle battaglie, economiche, culturali, contro i padroni esterni e interni, vecchi e nuovi. Merita una citazione, il fenomeno letterario che fiorì negli anni sessanta tra le baracche del Brasile: Quarto de Despejo è il diario struggente di Carolina Maria de Jesus, che ha rivelato al mondo il tesoro di sensibilità e d’ingegno che, nonostante la degradazione della fame, riuscì a esprimersi attraverso le parole di una raccoglitrice di stracci.  Il successo del libro ebbe un grande merito: liberò Carolina e i suoi figli dalle favelas. La seconda opera della coraggiosa scrittrice brasiliana cadde nel silenzio e l’autrice rientrò nel mondo dei favelados. Il problema delle favelas nel Brasile è tuttora attuale e complesso. Nonostante alcuni progressi nella pacificazione e nell'urbanizzazione, le favelas rimangono aree di grave povertà, marginalizzazione sociale.

Conclusioni

La poesia può dare voce a chi non ha voce, a chi è spesso escluso dai racconti storici ufficiali, permettendo di conoscere e comprendere meglio le dinamiche sociali più nascoste ma la curiosità dei consumatori di libri è spesso effimera e i libri di poesia che appartengono a un genere elitista, tendono a essere letti meno rispetto ad altri generi letterari.

“Occorre leggere la poesia come se essa fosse la cosa più importante del mondo perché essa è stata tale per chi l’ha scritta” affermava Giosuè Carducci,

 

 

 

 

 

April 17, 2025

Da sempre l’essere umano si è interrogato sul significato della vita e sulla creazione, senza riuscire a dare una risposta definitiva. Nel corso della storia, in tanti si sono affidati a credenze religiose e spirituali, che hanno offerto conforto, ma talvolta alimentato anche paura e incertezze. Le religioni hanno spesso posto l’accento sul mistero della morte e dell’aldilà, senza fornire spiegazioni definitive. Con questo saggio, l’autore intende esplorare i grandi misteri dell’Universo, indagare il male, la sofferenza, la felicità, cercando di comprendere meglio ciò che è sempre stato avvolto nel mistero. E’ un personale tentativo di far luce su questioni fondamentali, andando oltre le tradizioni, per avvicinarsi alla verità in modo più consapevole e sereno.

 

In vendita su Amazon

April 17, 2025
Col fratello del Presidente il senatore Ted 

È uscito nelle librerie e online il volume “Ecco chi ha ucciso John Kennedy” di Diego Verdegiglio, curato da Andrea Proietti Lupi, per l’editore Carlo Mancosu di Roma. L’opera è una riedizione aggiornata di quanto Verdegiglio e Mancosu pubblicarono nel 1998. Dopo decenni di dubbi, polemiche e ricerche controverse, questo libro è l’opera italiana più completa e aggiornata su quella tragedia. Da essa emerge con chiarezza l’identità del vero assassino, svelando una conclusione del tutto sorprendente. Basandosi sulle varie investigazioni ufficiali e su ricercatori accreditati, sia in Italia che all’Estero,

Con la sorella del Presidente
Jean Kennedy Smith 

Verdegiglio (che vide sfilare il Presidente a Napoli il 2 luglio 1963) ripercorre, fin dalle prime ore del dramma, tutte le indagini pubbliche e private, nonché le numerose “rivelazioni” succedutesi in questi sessantadue anni, avvalendosi anche della collaborazione di noti patologi legali, criminologi e periti balistici.

A conferma dei dati emersi dalle ricerche, l’Autore ha effettuato personalmente delle prove di tiro col fucile italiano Carcano 91/38 utilizzato da Lee Oswald e vari sopralluoghi a Dallas, a Washington, a Boston e a New Orleans, analizzando e confutando anche le teorie di Jim Garrison, Mark Lane, Oliver Stone, Giovanni Minoli e Gianni Bisiach. L’opera ci guida attraverso i meandri di una storia tragica e appassionante al tempo stesso e costituisce la risposta più convincente e veritiera a tutte le domande che ci siamo posti in questi decenni sul “delitto del Novecento”. Il recentissimo ordine di desecretazione degli ultimi documenti sul “delitto Kennedy” da parte del presidente americano Donald Trump ha creato ulteriore attesa per conoscere i dati definitivi di una storia che nel 1963 sconvolse il mondo. Per chi legga i risultati di questa ricerca di Verdegiglio scevro da pregiudizi e da errate valutazioni, sarà possibile apprezzarne la validità storica e la serietà documentaria. Le tesi anticonformiste dell’Autore susciteranno sicuramente un acceso dibattito e un grande interesse negli studiosi e negli appassionati di Storia del Novecento. Il volume è già stato presentato con successo al Teatro Comunale di Sant’Oreste (Roma) e alla Libreria Borri della stazione Termini. Sono intervenuti come esperti il professor Leonardo Grimaldi, medico legale dell’Università Cattolica di Roma, lo psichiatra

Presentazione del libro

criminologo clinico Prof. Vincenzo Mastronardi, della Sapienza, e l’esperto balistico Dott. Giorgio Matarazzo.

 

March 27, 2025

Il libro è la versione in inglese, pubblicata nel 2025 su Amazon, di un'antologia, a cura di Roberto Donati, che comprende i principali scritti delle c.d. fasi (rispettivamente liberale, autoritaria e totalitaria) del Fascismo, a partire dalla fondazione, nel 1921, del PNF (Partito Nazionale Fascista), fino al voto di sfiducia, da parte del  Gran Consiglio del Fascismo, nei confronti di Mussolini, nel Luglio del 1943. I testi inclusi in questa antologia sono il "Programma del Partito Nazionale Fascista", "La carta del lavoro", "Il diario della volontà", La dottrina del Fascismo",  "La carta della scuola" e infine "Il primo e il secondo libro del Fascista".  I testi sono stati inclusi nella loro versione integrale, con pochi o nessun commento da parte del curatore dell'antologia, con il preciso intento di lasciare al  lettore degli spunti di riflessione per una sua interpretazione il più possibile autonoma. La traduzione in inglese dell'antologia è stata affidata ad Antonio Menna.

Su Amazon

https://www.amazon.it/ANTHOLOGY-HISTORICAL-ITALIAN-FASCIST-1921-1943/dp/B0DY1NXP13

 

https://www.youtube.com/live/E8jl8HhicMg

 

 

March 23, 2025

 

È dell’autore, scrittore e compositore musicale Domenico Guida, il libro “Le Istantanee di un’Atmonauta” Raccolta di pause e poesie, di cui si parla al momento.

Edito nel 2024 da Progetto Cultura e segnalato nel web su ben 20 siti di vendita libri, tra i quali: libreria Rizzoli, Libraccio, Unilibro, Luccasapiens e tanti altri; una visibilità che prosegue inoltre, attraverso interviste radio. Le presentazioni dal vivo animate a seguire, da concerti, ne arricchiscono la percepibilità e la percettibilità visto che si tratta di poesie e testi di canzoni, composti ed interpretati dall’autore: una multiesposizione che rende merito alla dinamica contaminazione nelle svariate espressioni artistiche dell’autore che collega il libro al suo ultimo progetto: Retorika, un Concept-album con allegata una Graphic-Novel nella rappresentazione di ATMO,  Alter-Ego di Domenico Guida; un itinerario grafico tra parole, immagini e suoni.

Attraverso istantanee elaborate e Qr Code, il Guida ci conduce verso un viaggio insolito, mai banale, alla riscoperta di vibranti note dell’anima tra giochi di-versi, quale abile manovratore di assonanze, similitudini, allitterazioni, significative cesure e giochi di parole tra sentieri liberi e sciolti, attraversati dal vento, “inventandosi coraggiosamente le ali per fermare un istante, per esserci, nel suo “qui e ora”. Tre le sezioni del libro: Istantanee, Dagherrotipia, Multiesposizione; Sessantatré poesie; Qr Code di Videoclip musicali, canzoni ed elaborate istantanee compongono ordinatamente un fantasioso cocktail artistico dai più svariati colori, dagli evocati profumi (agrumi, caffè, salsedine) e gradevoli sapori di questo libro che si fa toccare, sfogliare per farci volare tra le sue pagine sollevati da un soffio improvviso di vento nel mentre che spazio e tempo… si con-fondono.

 

 

Libro di Domenico Guida
Le Istantanee di un Atmonauta
Raccolta di Pause e Poesie
Edizioni Progetto Cultura 2024
pp.126 – Euro 14

 

 

February 04, 2025

 

Diciamoci la verità: spesso le presentazioni di libri sono eventi preparati e gestiti con molta cura e trepidazione, ma poi frequentati soltanto da sparuti drappelli di affezionati parenti e vecchi amici del cuore.

Ma ci sono, come sempre, in questo strano mondo, regno dell’impermanenza e dell’imprevedibilità, anche splendide eccezioni.

Sabato scorso, alla presentazione del libro di Gabriella Gagliardi su Pico della Mirandola*, ci siamo ritrovati in una splendida sala romana arcigremita da persone interessate e colte (almeno un centinaio), bramose di sapere di più intorno a quel geniaccio raffinato ed elegante, sublime sognatore di mondi diversi affratellati tutti dalla luce filosofica, capace di scavalcare ogni fossato e abbattere reticolati e muraglie divisorie.

Belli e coinvolgenti gli interventi di analisi e commento del testo in questione, rivolti soprattutto a mettere in risalto l’attualità dei messaggi derivanti dal pensiero del nostro filosofo umanista:

  • concetto di libertà del soggetto umano chiamato (anzi “obbligato”!) ad autodeterminarsi, scegliendo perennemente (e mai una volta per tutte) cosa essere e cosa fare della propria esistenza;
  • bisogno di costruire un mondo in cui possano finalmente regnare il dialogo, la volontà di ascoltarsi, di comprendersi e di incontrarsi, imparando a scoprire e ad apprezzare, senza più pregiudizi, il Bello e il Vero presenti in ogni scuola di pensiero e in ogni credo;
  • necessità assoluta di recuperare un rapporto di Armonia filiale nei confronti di una Natura percepita non più come mero serbatoio di risorse destinate unicamente a soddisfare la nostra presuntuosa avidità antropocentrica, ma come corpo vivente di una Vita Infinita e infinitamente sapiente.

 

Tanti anche gli interventi del pubblico, pertinenti e ponderati, a coronare un momento felice, ricco di filosofia vera, lontanissima dalle elucubrazioni parolaie che tanto il mirandolano detestava. Un momento anche di scambio e di coinvolgimento emotivo, ricco della filosofia amata e vissuta da Pico:

una riflessione aperta ed onesta  sulla condizione umana, per affermarne l’ innata dignità e per esortare  tutti noi a farci amanti della Concordia e laboriosi costruttori di Pace.

 

 

NOTE

*PICO  DELLA MIRANDOLA: ORIGINALE ED ATTUALE MAESTRO DI SAGGEZZA. Conversazione con Gabriella Gagliardi, autrice di Giovanni Pico della Mirandola. Un genio riscoperto che parla al presente. Il vero pensiero oltre la “vulgata”    - FlipNews - Free Lance International Press

*GABRIELLA GAGLIARDI

Giovanni Pico della Mirandola,

ARMANDO EDITORE, GENNAIO 2025

10,00€

 

 

 

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