
| L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Ho sempre nutrito per Ivana Franzoso Crespi, storica libraia di Courmayeur un sentimento misto di ammirazione e diffidenza. Mi sono
sempre chiesta quale fosse la componente principale del suo fascino. Credo che Ivana, a forza di frequentare testi di storia, saggi, romanzi di autorevoli autori, intellettuali e grandi editori è divenuta lei stessa una specie di aristocratica. In realtà, è un’orgogliosa discendente della casata della grande letteratura, quella a cui appartiene, e non per nascita ma per destino e, per vocazione. L’ho incontrata lo scorso 2 agosto 2025 a Courmayeur in Via Roma 4, nella sua libreria Buona Stampa (aperta tutti i giorni anche nel dopo cena) e in occasione di una pausa pranzo ho avuto il piacere e l’onore di intervistarla. Non c’è bisogno di interrogarla, perché è lei che racconta, felice di comunicare come se si liberasse di un peso. In realtà le piace avere in pugno la conversazione, e ho il sospetto che poi, questa donna minuta (il volto, nonostante l’età della saggezza, è rimasto di bambina) dall’apparenza così fragile, sappia tenere in pugno tante altre cose.
Ivana Franzoso Crespi nasce a Rovigo. Nel periodo della sua adolescenza la famiglia si traferisce a Milano, qui si innamora di un critico letterario, di vent’anni maggiore di lei. Il matrimonio con Giuseppe Maria Crespi le apre le porte del mondo dell’editoria allora più elitario che mai. Il compianto marito Pino Crespi, i libri li amava e non aveva bisogno di leggerli. Sapeva d’istinto quel che contenevano. Il suono che davano quelle pagine egli riusciva a misurarlo da sfumature che non provenivano dal testo , ma che Pino Crespi poteva cogliere come nessun altro. Era un conoscitore di grandi uomini e siccome i soggetti che avvicinava erano scrittori, poeti, editori, intellettuali e autorevoli studiosi, quando sceglieva di presentare un libro non sbagliava mai. Ivana me ne parla con gli occhi lucidi e sottolinea che il paternalismo di suo marito era autentico e non dettato solo dal calcolo.
C’era nel suo fascino, questa preponderante umanità che temperava la grandeur e il culto della personalità da cui era circondato. “Un uomo del suo stampo sa che una certa parola pronunciata al momento giusto vale più di qualsiasi altra cosa; la sua vocazione di scoprire narratori e promuovere purosangue concorrenti ai Grandi Premi della Letteratura, si proiettava sull’impeccabile organizzazione di incontri dibattito sia nella piazza principale di
| Ivana Franzoso Crespi |
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Courmayeur sia in quelle di altri comuni della Valle d’Aosta. Ho imparato tutto da mio marito - afferma Ivana - egli concepiva il nostro mestiere di librai, come un rischio, una scommessa da vincere ogni volta. Pino non aveva altro hobby che il suo lavoro e per me medesima è lo stesso, dalle due librerie di Champoluc aperte nei primi anni settanta alla Buona Stampa di Courmayeur, il nostro progetto di promuovere la cultura non si è mai interrotto ”. Alla morte del marito Pino Crespi avvenuta nel 2006, Ivana non si risposa. La letteratura ha assunto per lei un significato tale da riempirle la vita. La sua vita sono i libri, gli autori, gli incontri letterari che prosegue ad organizzare anno dopo anno ed in essi proietta i suoi interessi e la sua carica umana. Ivana crede fortemente nei libri cartacei, parla di saggi, romanzi, libri di storia, di montagna con una certa disinvoltura, pensa alle novità nel mondo dell’editoria, sostiene e promuove le riviste di cultura, merita una citazione per l’impeccabile elaborazione grafica di copertina e l impaginazione il periodico Wonder Courmayeur Mont Blanc (Editore Platinum Medialab – Milano - www.platinummedialab.com) e la concorrenza del mondo digitale non la spaventa e non la demotiva affatto. Ivana Franzoso Crespi, per celebrare l’impegno profuso nella valorizzazione di Courmayeur, avviata con grande riscontro di pubblico dal marito Pino Crespi, con la preziosa collaborazione di Stella Bertarione (archeologa) , Raffella Nobbio (giornalista e fotografa), Leonardo Acerbi (coordinamento editoriale) e Aimone Bolliger (autore del progetto grafico di copertina), nel 2010 da alle stampe, una guida turistica unica nel suo genere dal titolo: Courmayeur e Dintorni – Itinerari fra storia e Natura (Edizioni BUONA STAMPA– Courmayeur – Via Roma, 4 ) Una guida particolarmente
gettonata e apprezzata anche per tutta la parte iconografica. Quando i passanti, residenti o turisti entrano nella sua bella libreria Buona Stampa a Courmayeur, il suo interesse non è mondano, è autentico, connaturato a quella idea di cultura che in lei tende sempre al sublime. Non ci sono aneddotti su di lei, anche perché Ivana non ama raccontare di sé, o meglio fa in modo da presentarsi sempre in un’immagine sia chiusa, sia empatica che offre davvero pochi appigli all’ironia. La letteratura resta la sua grande passione, ma in lei donna, ancora prima che libraia, mi piace immaginare che le protagoniste del Rinascimento si sono davvero incarnate.
Libreria Buona Stampa
Via Roma , 4 - Courmayeur
Tel 0165. 846771
Erano anni che gli amici e gli appassionati lettori di Stefano Zinanni aspettavano l’uscita del suo prossimo libro. Io per primo lo bombardavo di domande: «Stefano, ma il tuo libro quando esce?» Lui si faceva desiderare: «Porta pazienza, a breve uscirà...».
Ho sempre pensato che le giornate di Stefano non durassero 24 ore come quelle delle persone normali. No, le sue giornate devono essere di almeno 48 ore per contenere le sue mille e variegate attività: imprenditore, organizzatore di eventi, scrittore e uomo dedito alla famiglia (la dedica alla moglie Alessandra all’inizio di questo libro è commovente, così come il ricordo degli amati genitori che troverete più avanti).
Poi, quando ormai avevo perso le speranze, Stefano mi chiama per darmi una bella notizia, unita a una domanda che, in realtà, fa parte di quei regali che ogni tanto la vita ti fa: «Caro Giulio, il libro è pronto e vorrei che tu mi scrivessi la prefazione». E’ difficile spiegare la gioia che ho provato. Il mio non è solo motivo di orgoglio ma anche un’ideale medaglia da apporre sul petto. Leggendo questo libro, troverete tutte le personalità che hanno scritto le prefazioni dei vari libri di Stefano e, sinceramente, paragonandomi a loro mi sento come un abitante di Lilliput di fronte a tanti giganti Golia. Sono nomi di altissimo livello che fanno parte dell’élite culturale del nostro Paese: Vincenzo Mastronardi, Enrico Malizia, Antonio Spinosa, Claudio Angelini, Enrico Vanzina e Domenico Malan. Quest’ultimo, al quale sono legato da un’amicizia fraterna e ultradecennale, è colui che mi ha aperto le porte del magico mondo di Zinanni, prima regalandomi i suoi libri e poi presentandomelo. «Giulio, – mi disse Domenico anni fa – devi assolutamente conoscere Stefano Zinanni, è un uomo straordinario. In lui si fondono le qualità di un artista e la pragmaticità di un imprenditore di successo. Inoltre, è di una bontà infinita. Ha sempre il sorriso sulle labbra».
Il mio amico Domenico Malan aveva ragione. Stefano Zinanni è un uomo straordinario perché nonostante il mondo sia stato devastato da pandemie e crisi economiche e l’orrore delle guerre non ci abbandoni mai, lui continua, da oltre 30 anni, a parlarci del sorriso. Ma il nostro caro Stefano non si limita a parlare e a scrivere di questa meraviglioso strumento che ogni uomo possiede (il sorriso). Stefano fa sorridere tutti coloro che gli stanno intorno, regalando momenti di serenità, divertimento e spensieratezza. Date un’occhiata ai canali social di Stefano e alle foto e video dei suoi eventi. Vedrete solo gente felice e contenta e tutto questo grazie a lui che si dona senza esitazione al prossimo in quella che per lui è ormai una missione: far sorridere la gente.
Ho definito questa sua ultima fatica letteraria un’opera rivoluzionaria. Quale altro scrittore ha mai messo in un libro le precedenti prefazioni delle sue opere precedenti? Nessuno! Così Stefano, da grande artista quale in effetti è, ha sconvolto le regole della letteratura, tirando fuori un lavoro innovativo. “L’importanza di sorridere dopo 30 anni” sembra quasi un’antologia musicale di un cantante famoso, come quei dischi chiamati “The best of…”. Sì, il libro che vi apprestate a leggere è il “The best of Stefano Zinanni” in forma letteraria.
Ma non si tratta della parola fine sulla sua attività di scrittore, perché la mente sempre accesa di Stefano chissà quale altre sorprese sta meditando per noi, per il magico popolo dello “Zinan’s club”.
Buona lettura a tutti e ricordatevi, come dice Stefano, «un sorriso non costa nulla ed è la migliore medicina del mondo».
* STEFANO ZINANNI è nato a Roma il 28 agosto 1956 dove vive. Laureato in Giurisprudenza, svolge una attività imprenditoriale che riesce a conciliare con i suoi interessi culturali.
La sua azienda “Zinanni Infissi” annovera tra i suoi clienti prestigiosi enti, come Istituti di credito e la Città del Vaticano.
È vincitore di due premi letterari, “Premio Internazionale dell’Umorismo” a Sanremo, nel 1993, con il libro “L’Importanza di sorridere” e il “Premio Città di Roma” per la letteratura italiana, nel 1996, conferitogli in Campidoglio, per il libro “Se fossi nato donna”, pubblicato nel 1995.
È in terza edizione con il libro “Sorrisi da sballo” pubblicato nel 1997. Nel 2000 presenta il libro “Come ho fatto a difendere le donne”, mentre il romanzo “Il sorriso di Lorenzo” del 2002, rappresenta il suo esordio nella narrativa.
Con “Ho sognato mia madre”, pubblicato nel 2008, Stefano Zinanni si cimenta con un nuovo tipo di struttura narrativo-letteraria, fondendo sapientemente la propria vicenda autobiografica e la celebrazione-rielaborazione del lutto materno, con una attenta e affascinante analisi della nostra società e di tutti quei fattori socio-culturali che hanno contribuito a trasformarla.
Con la sua ultima fatica letteraria l’autore vuole ricordare che è lui L’Importanza di sorridere. Infatti sfogliando le pagine del libro si nota che chi ha sempre frequentato, oppure conosciuto Stefano Zinanni, ha visto il suo modo ironico di vivere la vita, soprattutto in questi ultimi anni.
Il suo libro è un inno al sorriso come metodo di vita contro le avversità che abbiamo tutti e la compagnia di alcune pagine di lettura possono alleviare i momenti più tristi.
acquistabile su Amazon
Accattivante ricco di aneddoti, ma non per questo meno rigoroso il romanzo di Alessandra Selmi concatena gli eventi in un racconto documentato e mai pedante. Alla trattazione storica sempre puntuale, frutto dei più recenti studi, si uniscono infatti il resoconto di aneddoti memorabili e ritratti di personaggi assolutamente straordinari. Il risultato è un meraviglioso viaggio nel tempo partendo da Villa Reale a Monza nel giugno 1868; un percorso che ci conduce a scoprire le radici di una vicenda storica che ruota intorno al matrimonio di Margherita e Umberto, mostrando in tutta la sua complessità un fenomeno dinamico e quanto mai gravido anche di conseguenze. Re Umberto I morì assassinato a Monza il 29 luglio 1900. Margherita assunse il titolo di regina madre, mantenendo un forte legame con la corte e la famiglia reale e, continuò a dedicarsi ai suoi interessi, come la montagna e l'alpinismo, e sostenne varie iniziative culturali e benefiche. Nonostante non fosse più sovrana, Margherita conservò una certa influenza e continuò ad essere una figura rispettata e ammirata. Dal libro dell’autrice Selmi “Uscire di scena con garbo, dignità ed eleganza: è l’ultimo sacrificio che le impone la Corona -“ La felicità del mio popolo è ciò che mi rende felice”.
Un intenso romanzo che alza il velo su un capitolo poco noto di due donne non ordinarie. Due facce della stessa medaglia: Margherita di Savoia, una donna di grande personalità, capace di unire eleganza e cultura, passione per la montagna e amore per la vita sociale, lasciando un'impronta significativa nella storia d'Italia e, Nina (un'invenzione letteraria) non è solo una persona che lavora al servizio della regina, ma diventa un'amica, una confidente e un'assistente personale, contribuendo al suo benessere e alla sua vita quotidiana.
Alessandra Selmi consegna un romanzo fatto anche di vicende che si inanellano una nell’altra tra Monza, Napoli, Roma e Gressoney. Luoghi particolari che riaccendono la sostanza leggendaria delle donne dell’epoca per dirci che tutti , anche una cameriera, anche le dimore come la Villa reale di Monza , il rifugio di una montagna a Gressoney in Valle d’Aosta, le ampie stanze di Palazzo Quirinale, portano sempre con sé anche la buona notizia dell’amore. Questa apprezzata opera ci regala la poesia e la freschezza delle passioni assolute, raccontandoci il miracolo e la tragedia della seduzione e delle bugie di facciata che ieri come oggi non conoscono logica né morale; le corti reali, sono sempre state luoghi di intrighi e potere, dove l'immagine pubblica era spesso più importante della verità.
La prima Regina di Alessandra Selmi è un capolavoro storiografico dove rivivono anche i volti nascosti di piccole e grandi donne in un neonato regno d’Italia quotidiano.
Alessandra Selmi
nata e cresciuta a Monza. Dopo gli studi umanistici, ha fondato l’agenzia letteraria Lorem Ipsum, occupandosi di scouting e editing. Con la Casa Editrice Nord ha pubblicato i romanzi Le origini del potere e Al di qua del fiume, diventato subito un bestseller e tradotto in tutta Europa.
Alessandra Selmi
La Prima Regina
Casa Editrice Nord
Pagine 382

L’autrice Maria Costa ci racconta in un’opera avvincente e rigorosa il periodo tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, quando le società europee dovettero affrontare non solo le conseguenze della pandemia di peste bubbonica, ma anche le sfide poste da guerre di religione, conflitti dinastici e tensioni tra stati. l'organizzazione sociale e la vita politica. Un saggio, con elementi di stile romanzesco, godibile e brillante percorre storia, vicende e fortuna di un giovane barone, destinato a seguire le orme paterne come medico, sfida il destino e, sceglie la carriera diplomatica. Rivive nell’opera di una grande studiosa la storia di Pierre-Léonard Roncas, Un ritratto inedito di una fra le figure più complesse del nostro tardo Rinascimento.
Paleografa e ricercatrice Maria Costa ripercorre le vicende e gli intrighi di corte dell’affascinante diplomatico e abile negoziatore, in un libro appassionante e autorevole che inquadra la personalità, l’azione e il pensiero di Pierre-Léonard Roncas, segretario di stato di Carlo Emanuele I di Savoia, nel particolare contesto in cui visse. Un saggio, importante per rileggere in una diversa prospettiva una pagina problematica e ricca di eventi della storia di transizione tra il tardo Rinascimento e il Barocco in un contesto di rafforzamento del potere monarchico, con sovrani che cercano di centralizzare il controllo politico ed economico, spesso sostenuti dalla Chiesa,
Con il libro Le ali di Icaro - Splendori e sventure del barone Roncas a metà fra il saggio e il romanzo, Maria Costa, selezionando dodici “esergo del libro” di autorevoli pensatori, ci guida alla comprensione di un peculiare periodo storico. E lo fa con garbo, attraverso una storia che gettando uno sguardo sul passato, sa raccontare molto anche del presente.
Maria Costa
Maria Costa è nata ad Aosta nel 1951. Laurea in Lingue e Letterature straniere moderne (1975) e in Lettere moderne con indirizzo storico (1987) presso l’Università degli Studi di Torino, specializzazione in Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Torino (1977). Dal 1980 ha lavorato come paleografo ricercatore presso l’Archivio Storico della Regione Valle d’Aosta, di cui ha assunto la direzione dal 2003 al 2010. Ha svolto un’intensa attività nell’ambito dell’erudizione locale, con particolare riferimento alla storia della cultura, e in questo contesto ha pubblicato numerosi saggi e articoli in lingua francese e italiana. Fra questi ultimi, il volume Le più antiche carte del priorato aostano di Saint-Bénin (1988). Nel 1988 ha debuttato anche nella poesia con la raccolta Chatteries. Con Le ali di Icaro – Splendori e sventure del barone Roncas si cimenta per la prima volta nel romanzo.
Maria Costa
LE ALI DI ICARO - Splendori e sventure del barone Roncas
Edizioni Albatros
Pagine 195
| Tutti i protagonisti |
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Quanto mi abbia affascinato da sempre il Premio Bancarella non saprei misurarlo e fu per me a dir poco sorprendente quando, anni fa, proprio nel Teatro di Pontremoli, mi veniva attribuito un Premio per la mia scrittura poetica. La vita sa sorprendere come null’altro. Ero nella città del Pons tremulus o ponte del Giudizio o ponte sottile o ponte capello, insomma il Pons tremulus da cui ha preso il nome la Città di Pontremoli e del famosissimo Premio. Proprio qui, nel 1953, nasceva, infatti, il “Bancarella”.
E tutto accadeva con lo scopo di onorare il ricordo dei librai ambulanti pontremolesi, fenomeno ben più che particolare, unico in Italia. Partivano dall’alta Lunigiana gli eroi librari, generazioni di librai ambulanti, partivano da una terra di grande emigrazione; partivano da Busatica, Montereggio, Bratto, Parana, Pozzo, Mulazzo, Filattiera, a spargere conoscenza. Si davano appuntamento in primavera al passo della Cisa, sull’antico itinerario della via Francigena, che divide la Lunigiana dalla Padania, e lì celebravano il rito dell’assegnazione delle zone dove andare a vendere i libri, perché non avessero a farsi concorrenza. E…e…come trovare libri a poco prezzo da
comprare coi pochi soldi ricavati dalla vendita delle castagne, del formaggio e delle foglie di gelso? Più leggo di loro e più mi pare una fiaba, che, a guardar bene, conserva -nel prezioso scrigno della memoria- una storia che ammalia più della fiaba. C'erano tanti e tanti sacrifici prima che quegli stessi sacrifici si tramutassero in risultati economici significativi e poi in consensi sul piano dell'interesse culturale.
Ebbe a scrivere Oriana Fallaci -che nel 1952 partecipò alla nascita del Premio Bancarella-: «…non avevano confidenza con l’alfabeto, ma “sentivano” quali libri era il caso di comprare e quali no: in virtù di un sesto senso che, dicono, è stato loro donato dal demonio in un’ora di benevolenza» (Epoca, 6 settembre ‘52). E, come nelle fiabe della mia incredibile vita, dopo quel Premio m’è capitato di ritornare a Pontremoli grazie al Salotto Letterario Giuridico fondato dall'Avvocato Antonella Sotira Frangipane che si dice: “feroce e libera lettrice”, Lei, la fautrice -da oltre 25 anni- dell’alleanza fra diritto e letteratura. Sempre Lei, in questo 2025, a organizzare e moderare la Conferenza stampa romana per la 73^ Edizione del Premio Bancarella nella prestigiosa Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro di Piazza Capranica; Lei che è la Presidente del Premio Letterario Giuridico IusArteLibri Il Ponte della Legalità che da 15 anni confluisce negli eventi della Fondazione Città del Libro per il Bancarella e del Centro Lunigianese di Studi Giuridici. Alla prolusione del Presidente della Commissione Cultura Arte Scienza e Spettacolo della Camera dei Deputati, On. Federico Mollicone, ha fatto seguito un’autentica intrigante trattazione delle trame dei libri finalisti a cura del Presidente della Fondazione Città del Libro, Ignazio Landi, e dei Consiglieri Giuditta Bertoli, Cosimo Maria Ferri e Giovanni Tarantola. La sistina di libri, ricca di esordi e di esordienti, è incentrata sulla figura femminile e non solo per le scelte grafiche delle sei bellissime copertine di “Come l'arancio amaro” di Milena Palminteri edito da Bompiani o ”Il dio che hai scelto per me” di Martina Pucciarelli edito da HarperCollins; “ pendio dei noci” di Gianni Oliva edito da Mondadori; “La fame del cigno” di Luca Mercadante edito da Sellerio; “La ragazza con la gonna a fiori” di Guido Rodriguez edito da Morellini; infine “Luisa” di Paola Jacobbi edito da Sonzogno.
| La sestin dei protagonisti |
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L'avv. Sotira non ha mancato di evidenziare il valore socio- giuridico dei libri finalisti, ecco allora soffermarsi sui diritti negati alle donne "che restano sedute dietro agli uomini" nella Sicilia dell'arancio amaro della Palminteri, delle donne che hanno madri terribili che scelgono il Dio a cui i figli devono obbedire, nel romanzo autobiografico della Pucciarelli; delle donne che hanno visioni imprenditoriali, le pioniere del welfare aziendale, è il caso della Luisa Spagnoli del romanzo della Jacobbi, che creò il primo asilo per i figli delle sue dipendenti. Ed anche -nel romanzo storico di Oliva- la sconvolgente disfatta di Caporetto si declina come resa all'amore e non solo alle armi in quel pendio dei noci. Nei romanzi di Rodriguez e Mercadante il tema della violenza e dello sfruttamento delle donne immigrate è la "notizia bomba" per i giornalisti Antonio Ricci, appassionato di fotografie e Domenico Cigno,
bulimico di cibo e umanità – ma è anche omaggio alla misteriosa Genova e alla devastata baia domiziana. L’avv. Sotira Frangipane ha colto la prestigiosa circostanza anche per omaggiare la Lunigiana e il prof. Enrico Ferri che sapeva radunare, nella sua Pontremoli, durante il Bancarella, giuristi e allievi. E, in chiusura, ha desiderato rammentare nuovamente i pensieri di Oriana Fallaci e di uno storico lunigiano che piace anche a me riportare in questo articolo in ragione sia della mia incommensurabile passione per i libri -pagine e pagine di carta che colmano l’anima e la mia casa- che per la condivisione di quanto anima il Salotto Letterario Giuridico che mi onora della Sua considerazione e, naturalmente non ultima, per la sorprendente storia fattasi tradizione con cui i librai pontremolesi hanno accarezzato il mio sentire...”i librai pontremolesi non avevano confidenza con l'alfabeto, ma "sentivano" quali libri era il caso di comprare e quali no...perché questa è una piccola terra che alleva, insieme ai prodotti del suolo, il libro e commercia in sapienza”.
Adesso, pur sapendo di cadere tutta intera nella retorica, mi ci tuffo e dico: nell’umana volgare caduta e integrale radicamento dentro la pienezza della mentalità commerciale …commerciare in sapienza mi pare veramente edificante! L’ho detto.
Una grande saga familiare. Affascinante compendio che delinea il cammino tumultuoso dei Florio dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi in Sicilia attraverso le vicende politiche ed economiche del tempo. Fedeltà e segreti, colpe e sentimenti si mescolano in questa storia potente, che ha conquistato il pubblico internazionale e ha ispirato una serie televisiva italiana, diretta da Paolo Genovese. L’autrice Stefania Auci possiede l’incredibile capacità di dare vita a personaggi profondi e complessi; riesce a fondere un genere letterario americano caratterizzato da suspense con la raffinata profondità narrativa europea. Dando vita ad un romanzo dalla trama sorprendente, popolato da un universo di personaggi veri e indimenticabili. Stefania Auci narra la storia della famiglia Florio, originaria della Calabria, che si trasferisce a Palermo e, attraverso l'intraprendenza e l'ambizione, diventa una delle famiglie più importanti e ricche della Sicilia. Un romanzo che tiene incollati alle pagine.
STEFANIA AUCI nata a Trapani, vive da tempo a Palermo, dove lavora come insegnante di sostegno. Con I Leoni di Sicilia, che ha avuto uno straordinario successo – più di cento settimane in classifica, pubblicato o in corso di traduzione in 42 Paesi –, ha narrato le vicende dei Florio fino alla metà dell'Ottocento, conquistando i lettori per la passione con cui ha saputo rivelare la contraddittoria, trascinante vitalità di questa famiglia.
“Una passione che attraversa anche L'inverno dei Leoni, seconda e conclusiva parte della saga, e che ci spalanca le porte del mito dei Florio, facendoci rivivere un'epoca, un mondo e un destino senza pari”.
Stefania Auci
I LEONI DI SICILIA
Editrice Nord pagine 437

Nei giorni scorsi l’ AeroGolf, Associazione Italiana Golf Piloti e Gente dell'Aria, ha svolto a Roma la sua Gara di Golf nazionale quest’anno ispirata ai Frutti di Bosco.
L’organizzazione ha richiesto il volume di poesie di Domenico Marras proprio intitolato “Frutti di bosco”, pubblicato da Nemapress edizioni, da offrire come omaggio ai vincitori.
"Le emozioni dell'autore rivivono nel mondo animale in piccoli apologhi di sapore antico e parlano con la voce della luna, con il vento, con i frutti e gli oggetti semplici di ogni giorno, nel continuo tentativo di saggiare in diverse modulazioni e tonalità i temi costanti di una vita, di riproporli innanzitutto a se stesso attraverso le cose umili che gli avevano segnato il cammino, accompagnandolo anche nella scrittura" così Giovanni Biddau presenta questa silloge nella sua Prefazione.
Domenico Marras ha pubblicato diversi volumi di poesia e con la Nemapress : Racconti in versi (2025), Chicchi di grano (2023), Frutti di bosco (2021), La rosa, spine e petali (2020), Poesie di paese e pastori (2018).
Lo scorso 10 luglio il prestigioso tour di presentazioni del saggio Il Liberale Pannunzio – Tutto l’oro del mondo? a cura del Prof. Pier Franco Quaglieni ha raggiunto Saint-Vincent. Il primo evento, quello ufficiale, si è svolto alla Fondazione De Fonseca ( Via Pietro Micca – Torino). Sono seguite due importanti tappe: al Salone internazionale del libro di Torino e alla Librerie Italienne di Parigi (poco distante dall’ Operà). Nelle prossime settimane sono previste presentazioni nelle principali città italiane. Mario Pannunzio torna a rivivere in un intrigante saggio. Vita e opere di un grande intellettuale e politico raccontata con una scrittura elegante e raffinata. Attraverso un’opera ricca di dettagli, testimonianze illustri e di godibile lettura, il Prof. Pier Franco Quaglieni tratteggia la figura di uomo diviso tra giornalismo e politica. Un comunicatore filosofo che non ha voluto mescolarsi all’esercizio del potere e ha lasciato traccia delle sue azioni, per alcuni discutibili, e la saggezza dei suoi insegnamenti in particolare quella di offrire al lettore un racconto privo di baciamani per il dovere di raccontare ciò che è davvero accaduto. Un lusso che solo i “cronisti non ordinari” possono permettersi.
Un'élite nella sala conferenze della Biblioteca Primo Levi di Saint-Vincent, ha seguito con particolare interesse l’esposizione della vita e delle opere di un grande intellettuale e politico.
Mario Pannunzio con una grande facilità di scrittura è sempre stato un lavoratore infaticabile, sollecitato dagli avvenimenti che incalzano in lui il bisogno di tradurli in parole come se una macchina da scrivere battesse ininterrottamente nella sua testa. Tra il 1933 e il 1935 fu impegnato in tre riviste, fondate insieme a un gruppo di amici. Merita una citazione “ Oggi Settimanale di lettere ed arti”. Nel 1937 fu chiamato alla redazione di Omnibus fondata da Leo Longanesi. Negli anni successivi con Arrigo Benedetti diede alle stampe un settimanale per intellettuali anticonformisti, lo chiamò “Oggi", tuttora in edicola . Anche questa testata non ebbe vita lunga e nel 1942 fu chiusa, sempre per motivi politici.
Durante l'occupazione tedesca di Roma, Pannunzio costituì il Movimento liberale italiano. Il giornale del neonato movimento fu «Risorgimento Liberale» un foglio clandestino che uscì irregolarmente tra il 1943 e 1944 e che procurò a Pannunzio l’arresto mentre si trovava nella tipografia del giornale; trascorse alcuni mesi nel carcere di Regina Celi. In seguito diventa direttore di «Risorgimento Liberale», organo ufficiale del ricostituito Partito Liberale Italiano. In anni caratterizzati da forti contrasti ideologici, egli non esitò, andando controcorrente, a denunciare il dramma delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e dei prigionieri italiani in Russia. Il suo antistalinismo procedette di pari passo col suo antifascismo Nel 1949 fonda e dirige il settimanale politico, economico e letterario "Il Mondo" . Il settimanale fu chiuso l'8 marzo 1966.
Alcuni nemici di Pannunzio lo hanno accusato di incoerenza e trasformismo, senza capire che egli seguiva semmai una coerenza interiore che nelle sue ideologie non trovava mai un sufficiente riscontro. Quasi che proprio lui, per alcuni, lo spietato analista della realtà politica, fosse invece il più ostinato degli utopisti ma con la straordinaria capacità della sua penna sapeva trascinare ogni volta il pubblico dalla sua parte. Sotto questo aspetto Pannunzio è stato forse il più grande persuasore della borghesia italiana è in effetti difficile difendersi dalla sua prosa adamantina e insieme insinuante, dialettica e tuttavia costruttiva. Una prosa che mette alle corde, e che forse nessuno è mai riuscito ad imitare. Se si comincia a leggere un suo articolo, o soffrendo o gongolando si dovrà comunque arrivare fino in fondo. Avere il coraggio di dire quel che si pensa e soprattutto di non sconfessare il passato, non è dote comune nemmeno di questi tempi, in cui ipocrisia e viltà sono largamente praticate. Mario Pannunzio morì nel 1968 all'età di 57 anni . Sulla bara volle una copia de I promessi sposi, il celeberrimo romanzo di iAlessandro Manzoni, autore di cui apprezzava il temperamento liberale e l'umanesimo cristiano.
Nel 1968 è stata fondata in suo onore, a Torino, l'associazione culturale «Centro Pannunzio» per iniziativa di Arrigo Olivetti, Mario Soldati e Pier Franco Quaglieni, che la dirige sin dalle origini.
Al lettore il piacere di scoprire la vita di Mario Pannunzio in questa lettura affascinante che ne costruisce le tappe più significative mostrando tutta la passione che muove il grande saggista Pier Franco Quaglieni . Un libro nitido nella scrittura e intenso nei sentimenti. Un viaggio tanto ardito quanto pieno di informazioni realistiche e concrete.
In appendice il libro pubblica per la prima volta il carteggio intercorso tra Benedetto Croce e Mario Pannunzio.
| Da sx Ennio Pedrini - Editore , Lina Conte - Presidente della Biblioteca Comunale “Primo Levi”, Prof. Pier Franco Quaglieni autore del saggio Il Liberale Pannunzio – Tutto l’oro del mondo? – Paola Cortese - Assessore alla Cultura del Comune di Saint-Vincent. |
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Il prof. Pier Franco Quaglieni è docente e saggista di storia contemporanea. Diventa giornalista nel 1968. Iniziò a scrivere i primi articoli quando era al Ginnasio e da allora ha sempre continuato a scrivere.. È Presidente fondatore ed è Direttore generale del Centro di Studi e Ricerche “Mario Pannunzio” di Torino dal 1968, da lui fondato, ventenne, insieme ad Arrigo Olivetti e Mario Soldati. È succeduto ad Arrigo Olivetti, Mario Bonfantini, Edoardo Ruffini, Mario Soldati ed Alda Croce che sono stati presidenti del Centro ‘Pannunzio’ prima di lui. Laureato in Lettere all’Università di Torino, è stato allievo di Aldo Garosci e di Franco Venturi.
Collaboratore di importanti riviste tra cui La Nuova Antologia di Giovanni Spadolini e Nord e Sud di Francesco Compagna, scrive per lunghi anni prima sul quotidiano La Gazzetta del Popolo e poi su Stampa Sera, La Stampa e altri quotidiani.
Dal 1970 al 1975 è stato Vice Presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo.
È Componente del Comitato Scientifico della Fondazione “Filippo Burzio” e Vice Presidente della “International Federation of free culture” di Londra.
Ha fondato nel 1967 il gruppo studentesco “Riforma Democratica Universitaria” che si è battuto contro la nascente contestazione nell’ambito dell’Università di Torino.
Ha collaborato intensamente con l’U.S.I.S. e con il Consolato U.S.A. di Torino negli Anni ’70 e ’80, ospitando ed organizzando incontri con personalità della cultura nord-americana in tempi nei quali in Italia imperversavano le BR e il Consolato era meta di continui cortei e sit-in antiamericani.
Il Sindaco di Torino nel 1984 lo ha insignito del Sigillo d’Argento di benemerito della Città di Torino. Nel 1998 il Sindaco di Torino gli conferisce una targa di benemerenza per la sua attività di organizzatore e promotore di cultura. Nel 2008 il Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte gli conferisce una targa di benemerenza per i quarant’anni di direzione e di presidenza del Centro ‘Pannunzio’. Il Sindaco di Alassio nel 2007 gli conferisce l’Alassino d’oro, massimo riconoscimento della Città. Nel 2003 il Rettore dello storico Convitto Cicognini di Prato gli conferisce il titolo diEducatore Onorario. Nel 2002 i Licei Pantaleo e Giovanni Gentile di Castelvetrano gli conferiscono una targa in cui lo si definisce Vir bonus dicendi peritus.
È presidente della Giuria dei premi letterari Mario Soldati e Mario Pannunzio.
Presidente della Deputazione Subalpina per la salvaguardia di Venezia.
Ha vinto, tra gli altri, i Premi giornalistici Venezia, Salvemini, Arrigo Benedetti, Ernesto Rossi, Lucca, Prezzolini ed i Premi internazionali di cultura Voltaire, Tocqueville, Benda. È stato inoltre insignito del premio Einaudi scuola e Cavour-Italia. Nel 2008 ha ottenuto il Leon d’oro alla carriera per i suoi quarant’anni di giornalismo.
Autore di importanti pubblicazioni storiche tra cui Figure del Piemonte laico, Pannunzio ed il Mondo, Gozzano e il suo tempo, La Destra storica, Cavour e l’Europa, Giolitti e la sua età, Giolitti nella storiografia crociana, Cavour e Giolitti, Einaudi e Giolitti, Romeo storico di Cavour, Gobetti, Omodeo e il Risorgimento. È stato tra i primi studiosi in Italia ad occuparsi di temi scottanti come quelli delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Ha contribuito altresì a rivalutare il ruolo dell’Esercito regolare nella guerra di Liberazione e la Resistenza non comunista. Ha collaborato per la storia delle dottrine politiche e la storia contemporanea al Grande Dizionario Enciclopedico UTET. È stato Direttore della Collana Quaderni laici.
Per la Storia di Torino diretta da Valerio Castronovo ha scritto un importante saggio sulla storia delle istituzioni culturali subalpine. Curatore di alcune edizioni delle opere di Benedetto Croce, è autore anche di saggi sulla letteratura latina e di una traduzione del liber catulliano. Ha curato la pubblicazione del Carteggio Croce-Pannunzio su invito di Alda Croce figlia del filosofo.
È inoltre autore di pubblicazioni storiche edite dalla Città di Torino tra cui il volume Memorie di pietra e Le nostre radici. Coautore della Storia del Parlamento italiano in venti volumi.
È stato insignito dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga – motu proprio – della onorificenza di Grande Ufficiale al merito della Repubblica nel 1991 e nel 1999 dal Presidente Scalfaro – sempre motu proprio – di quella di Cavaliere di Gran Croce, massima onorificenza dello Stato.
Ha promosso importanti mostre storiche (Cavour) e storico-artistiche (I disegni di Leonardo alla Biblioteca Reale di Torino, Visti da Chicco, Il graffio di Gec, Torino liberty, I luoghi pavesiani, Dal “Risorgimento liberale” al “Mondo”, Il Mondo di Maccari, ecc.).
È stato insignito dal Presidente della Repubblica Scalfaro della Medaglia d’Oro di Benemerito della Scuola della cultura e dell’arte all’età di 46 anni, dopo che nel 1978 il Centro ‘Pannunzio’ ricevette lo stesso prestigioso riconoscimento, ad appena dieci anni dalla sua fondazione con decreto del Presidente Sandro Pertini.
È stato direttore del giornale Scuola Nuova, Segretario Nazionale e poi Presidente della Federazione Italiana Docenti F.I.D.
Nel 1998 la Fondazione “Popper” di Vienna ha promosso la pubblicazione di un libro su di lui e la sua attività scientifica e culturale dal titolo Professore di Libertà: oltre cento testimonianze di particolare significato ed autorevolezza.
Nel 2009 è uscito per le edizioni di Genesi un suo volume su Mario Pannunzio dal titolo emblematico: Liberali puri e duri – Pannunzio e la sua eredità in cui raccoglie molti suoi saggi ed articoli con testimonianze, tra gli altri, di Soldati, Spadolini, Laurenzi, Valiani, Montanelli, Man, Pera, Bettiza, Conso e Mathieu. Un’opera importante che ha fatto discutere perché Quaglieni dimostra in termini storici il profondo liberalismo pannunziano rispetto alle interpretazioni tramandate da una certa vulgata, volte a ridurre Pannunzio ad una icona dell’antifascismo laicista.
È considerato il massimo studioso di Mario Pannunzio e del “Mondo”, il settimanale fondato e diretto per 18 anni da Pannunzio.
In occasione del centenario della nascita di Pannunzio ha curato Mario Pannunzio. Da Longanesi al “Mondo”. Nel giugno 2010, avendo proposto la costituzione di un Comitato Nazionale per le onoranze a Mario Pannunzio per il centenario della sua nascita, ha rinunciato al contributo ministeriale stanziato con una lettera al Ministro dei Beni culturali in cui, considerando i tempi difficili che si profilavano per l’economia italiana, sostenne che il Centro “Pannunzio” avrebbe sostenuto con i suoi soli mezzi le manifestazioni promosse in tutta Italia. Nel 2010 ha girato città e grandi e piccole per commemorare Pannunzio in convegni e conferenze. È stato il promotore del francobollo emesso da Poste Italiane in 4 milioni di copie per onorare Pannunzio per il centenario della nascita e scrive sul bollettino ufficiale dell’emissione del francobollo un profilo storico di Pannunzio.
Nello stesso 2010 accetta invece di far parte del Comitato Nazionale per il centenario della nascita del Conte di Cavour presso il Mibac, ritenendo che per l’artefice dell’unità d’Italia fosse indispensabile che lo Stato italiano lo onorasse adeguatamente.
Nel 2010 pubblica Pannunzio e la sua eredità, vincendo un bando della Regione Piemonte. Il volume è stato diffuso gratuitamente a tutte le scuole e biblioteche del Piemonte, della Liguria e delle principali Biblioteche italiane.
Nel 2011 è protagonista di centinaia di incontri per il 150° dell’Unità d’Italia a cui viene invitato come relatore e conferenziere.
Nel 2013 cura la riedizione per “Libro aperto” delle “Memorie di Marcello Soleri”, scrivendo un’ampia introduzione storica sul ministro liberale piemontese che fu l’erede di Giovanni Giolitti. Inoltre, in occasione dei 45 anni del Centro “Pannunzio” promuove e partecipa in prima persona alle manifestazioni per questo anniversario che viene festeggiato in tutta Italia in quanto gradualmente il Centro Pannunzio da associazione preminentemente piemontese diventa una realtà nazionale con Sezioni che operano in molte città.
Il 21 maggio 2013 viene festeggiato nella Sala Rossa del Consiglio Comunale di Torino dal Sindaco Fassino con una cerimonia a lui dedicata al termine della quale il Sindaco gli conferisce un riconoscimento a nome dell’intera Città.
Il 3 giugno un’analoga manifestazione viene promossa dal Consiglio Regionale del Piemonte nell’Aula dell’Assemblea legislativa e in quella occasione gli viene offerto un libro con 120 testimonianze sulla sua attività di studioso e animatore del Centro Pannunzio dal titolo emblematico Il Centro Pannunzio e un maestro di libera cultura con prefazione di Piero Ostellino.
Il libro è stato presentato in molte città italiane, in concomitanza con i festeggiamenti per i 45 anni del Centro.
Prof. Pier Franco Quaglieni
Il Liberale Pannunzio – Tutto l’oro del mondo?
Edizioni Pedrini
Pagine 206
Roma, 3 luglio 2025. Si è appena concluso al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia lo spoglio della seconda e ultima votazione del Premio Strega, che ha proclamato Andrea Bajani, con il romanzo L’anniversario (Feltrinelli), vincitore della LXXIX edizione. Il premio è stato consegnato da Andrea D’Angelo, vicepresidente di Strega Alberti Benevento.
La serata, condotta da Pino Strabioli, è stata trasmessa in diretta su Rai 3. Tra gli ospiti, Anna Foglietta ha recitato un monologo dedicato a Pasolini, in occasione del cinquantenario della sua scomparsa, mentre Filippo Timi, accompagnato dai musicisti Rodrigo D'Erasmo e Roberto Angelini, ha letto brani tratti dai libri in concorso. Durante l'evento è stata intervistata anche Anna Foa, vincitrice della prima edizione del Premio Strega Saggistica con il suo libro Il suicidio di Israele (Laterza).
Sono intervenuti: Giovanni Solimine e Stefano Petrocchi, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Bellonci; Giuseppe D’Avino, presidente di Strega Alberti Benevento; Claudia Corazza, responsabile Ufficio Sponsorships di BPER Banca, e Luana Toniolo, direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Donatella di Pietrantonio, vincitrice della scorsa edizione, ha presieduto il seggio di voto. Gli ultimi cento voti sono stati scrutinati dal vivo fino alla proclamazione dell’autore vincitore.
Il totale dei voti espressi, 646 (pari all’92 % degli aventi diritto), ha portato alla vittoria il romanzo di Andrea Bajani, L’anniversario (Feltrinelli), con 194 voti. Seguono Elisabetta Rasy, Perduto è questo mare (Rizzoli), con 133 voti; Nadia Terranova, Quello che so di te (Guanda), con 117 voti; Paolo Nori, Chiudo la porta e urlo (Mondadori), con 103 voti; Michele Ruol, Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (TerraRossa), con 99 voti.
Il Premio è stato assegnato da una giuria composta da 400 Amici della domenica, a cui si aggiungono come di consueto 245 votanti dall’estero selezionati da 35 Istituti italiani di cultura nel mondo (che esprimono ciascuno 7 giurati tra studiosi, traduttori e appassionati della nostra lingua e letteratura), 25 voti collettivi provenienti da scuole, università̀ e circoli di lettura delle Biblioteche di Roma, 30 voti di lettori forti scelti nel mondo delle professioni e dell’imprenditoria.
| Andrea Bajani |
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Tra i nuovi giurati entrati quest’anno a far parte degli Amici della domenica: le scrittrici Francesca Giannone, Federica Manzon e Rosella Postorino e gli scrittori Sebastiano Nata e Daniele Rielli; Chiara Faggiolani, direttrice del Master in Editoria, giornalismo e management culturale della Sapienza; Ludovica Jaus, organizzatrice di eventi; Alessio Vannetti, Chief Brand Officer di numerose case di Moda.
Grazie alla collaborazione con il MAECI, quest’anno sono 34 gli Istituti italiani di Cultura all’estero coinvolti nella giuria. Ecco quali: Addis Abeba, Amburgo, Amsterdam, Atene, Beirut, Berlino, Bruxelles, Buenos Aires, Città del Messico, Il Cairo, La Valletta, Lione, Lisbona, Londra, Los Angeles, Madrid, Monaco, Montréal, New York, Parigi, Pechino, Praga, San Francisco, Santiago, Seoul, Stoccarda, Stoccolma, Strasburgo, Tirana, Tokyo, Tripoli, Tunisi, Varsavia, Vienna.
Anche quest’anno lo Strega Tour continuerà con l’autore del libro premiato toccando il 5 luglio Cervo, il 6 luglio Lonato del Garda, il 9 luglio Roma (Festival Letterature), il 20 luglio il Festival della Marina di Villasimius, il 26 luglio Vieste (Il Libro Possibile), proseguirà poi ad agosto per poi riprendere e concludersi in autunno.
Il Premio Strega è promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Strega Alberti Benevento, con il sostegno di Roma Capitale e Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con BPER Banca, media partner Rai, sponsor tecnici Librerie Feltrinelli e SYGLA.
Martedì 8 Luglio u.s. presso il Parco dell'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa San Grato ad Ivrea (to ) un pubblico numeroso ed eterogeneo ha ascoltato l’autore Enzo Bianchi con grande attenzione e rispetto, e, nella prima ora senza fare domande o commenti, mantenendo un atteggiamento di profondo rispetto. Anche l’'opera “Vivere la morte” dell'autore Enzo Bianchi, scritta all’età di quarant’anni, ha certamente suscitato nei presenti pensieri e considerazioni degni di nota, commentata anche dal libraio Davide Gamba all’inizio delle presentazioni. Il contenuto dell'opera "COSA C'E' DI LA'" Inno alla vita, ha stimolato i presenti a riflettere sulla morte portando a nuove intuizioni o approfondimenti in effetti … Che ne è dei mie giorni? È la domanda che molti si pongono davanti all’incedere degli anni. Alla soglia dell’età anziana, Enzo Bianchi ci affida una meditazione poetica e non dogmatica. Quelle del priore della Comunità di Bose sono riflessioni maturate nel corso della vita, fatte di rievocazioni, di momenti belli, di sguardi che accarezzano volti cari , le mani di chi sta per affrontare il sonno eterno. Le racchiude come un tesoro anche questo libro, che regala osservazioni preziose sulle sensazioni, sui piccoli e semplici gesti che a volte perdiamo di vista, e incoraggia a proseguire il proprio cammino senza rimpianti. In questo incontro con i lettori ha raccontato l’amore con gesti e parole. Egli sottolinea che l’educazione spesso si concentra sul saper fare, trascurando invece il saper essere, ovvero quel sapere che ci prepara alle sfide interiori: come risolvere le proprie paure e contraddizioni, come affrontare le sofferenze, come essere in pace con sé stessi e gli altri. Enzo Bianchi sottolinea come di fronte alle inadeguate risposte della religione, si fanno strada i saggi del passato e i loro “segreti” per sviluppare la vita interiore. Pensieri che possono aiutarci a vivere, perché se il nostro mondo è cambiato, il cuore dell’essere umano rimane lo stesso. "COSA C'E' DI LA'" Inno alla vita è un viaggio all’interno dei misteri della vita e della morte, un cammino rivolto ai credenti e non credenti. Un’opera unica che guida il cuore in un pellegrinaggio interiore. Questo libro è un affascinante cammino lungo i sentieri dell’anima oltre le porte del tempo, un percorso che conduce là dove si annida il mistero e sentimenti multiformi, che possono assumere diverse facce. Quella positiva di una temporanea separazione dal mondo per rientrare in sé stessi. E quella intrisa di dolore, che nasce nella malattia, nella perdita, nel sonno eterno. Enzo Bianchi insiste sull’importanza della Bibbia un insegnamento dirompente che svela chi siamo e ad accompagnarci nelle sue riflessioni si aggiungono le parole di grandi pensatori, porta d’accesso privilegiata alla nostra interiorità, insieme alle esperienze dirette del grande autore Enzo Bianchi che nei suoi libri intesse con i lettori un dialogo intenso e profondissimo.
Nel corso della serata, Enzo Bianchi confida la presenza di due libri sul suo comodino come parte della sua routine notturna: La Bibbia e Il "De Rerum Natura" di Lucrezio che egli sostiene sono entrambi capaci di condurci al cospetto di un cuore colmo di misericordia, che sa amare in grande. Entrambi i testi antichi assicurano a Enzo Bianchi estrema pace. Riferendosi al "De Rerum Natura" egli afferma: “Si tratta del più bel libro che sia mai stato scritto in tutto il nostro Occidente”, ci mette in contatto con la natura. Enzo Bianchi, in diversi commenti, sottolinea il suo amore per la natura che lo ha portato, all’età di 13 anni, a chiedere a suo padre di ricevere in dono un orto. Il "De Rerum Natura" di Lucrezio – ribadisce Bianchi - è un poema straordinario che espone la filosofia epicurea, cercando di
| Da sx l’autore Enzo Bianchi, il moderatore libraio Davide Gamba, Elena Testa Direttrice dell'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa – Ivrea – To |
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liberare l'uomo dalle paure e dalle superstizioni, in particolare quella della morte e degli dei. L'opera tratta temi come la fisica, l'antropologia e la cosmologia, spiegando l'universo.
ENZO BIANCHI ha fondato la Comunità monastica di Bose di cui è stato Priore fino al 2017. È autore di testi sulla spiritualità cristiana e sul dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo. Tra i suoi numerosissimi saggi ricordiamo «Dono e perdono» (2014), «Spezzare il pane» (2015), «Gesù e le donne» (2016), tutti pubblicati con Einaudi. E con il Mulino «Ama il prossimo tuo» (con M. Cacciari, 2011) e «La vita e i giorni. Sulla vecchiaia» (2018). Per Einaudi, inoltre, nel 2021 ha pubblicato la Bibbia integrale in una grande e innovativa traduzione per i credenti e per i laici.
ENZO BIANCHI
"COSA C'E' DI LA'" Inno alla vita (Ed Il Mulino) pagine 147
Il libro di Massimo Blandini, esperto di sicurezza, si propone di essere una risorsa fondamentale per chi desidera approfondire le complesse dinamiche della criminalità e della prevenzione, trattando temi rilevanti e attuali in un contesto sociale caratterizzato da un crescente allarme. L'approccio multidisciplinare permette di affrontare non solo l'analisi dei dati sulla criminalità, ma anche la percezione soggettiva della sicurezza, che può essere fortemente influenzata dai media e dalla narrativa pubblica. In particolare, l'importanza dei social media nell'influenzare la percezione della criminalità è un tema cruciale, poiché queste piattaforme contribuiscono a diffondere informazioni in tempo reale, ma possono anche amplificare paure infondate e creare una sensazione di
insicurezza potenzialmente sproporzionata rispetto alla realtà dei fatti. È essenziale riconoscere come il linguaggio utilizzato nei media possa modellare il dibattito pubblico e influenzare le politiche di sicurezza, portando a reazioni emotive che potrebbero non riflettere i dati oggettivi. Il volume dedica attenzione anche alle problematiche di inciviltà e degrado urbano, esplorando come gli ambienti fisici possano incoraggiare o dissuadere comportamenti devianti. La progettazione degli spazi urbani gioca un ruolo fondamentale nel promuovere la sicurezza e l'inclusione sociale, e questo aspetto merita un’analisi approfondita e soluzioni innovative.
Un’occasione rara di dialogo tra arte, filosofia e intelligenza artificiale ha animato la cornice prestigiosa del Festival dei Due Mondi di Spoleto la scorsa domenica 6 luglio presso il Salone d’Onore di Palazzo Leti Sansi, dove si è tenuta la presentazione ufficiale del libro “Extrafallaces” dell’Avvocato Fabrizio Abbate, saggista, giurista e Direttore del Salotto Letterario dell’AI / Enia.
Extrafallaces una parola d’ordine e molti misteri, Extrafallaces un grido di libertà nel cuore del neoevo.
La Saga del #NEOEVO continua con questo nuovo giallo, differente però dal precedente.
Un giallo epico, che si svolge nel NEOEVO, e il neoevo si rivela qui essere il tempio dell'IA, cioè il tema dominante ed identificativo del #neoevo è proprio la svolta dell'intelligenza artificiale che pervade tutto il giallo che narra vicende , complotti e intrighi così reali che si parla di fantaRealtà non di fantascienza. Il giallo infatti crea un’atmosfera di suspence (non ansiogena) ma descrive ipotesi di un futuro possibile, con le movenze di un giallo d’azione, in cui ci sono scelte decisive da fare per difendere le libertà e i diritti.
Che ruolo gioca l’IA? A chi risponde? Quali sono i suoi obbiettivi? Quali nuovi rischi ci sono per le libertà? I pericoli sono maggiori o minori di quelli degli oligarchi, padroni del mondo?
Tra i vecchi oligarchi sconfitti e fuggiti e nuovi padroni inizia una lotta per il potere, entrambi i gruppi si rivolgono all’Intelligenza artificiale, per trovare la soluzione ,ma pian piano ciascuno comincia a dubitare: a chi risponde realmente l’IA ? a qualcuno forse nell’ombra?
Anche Astrolìa chiamata in causa, dovrà capire cosa è veramente l’IA, i suoi pro e contro, i suoi enigmi e pericoli, i tradimenti ma anche le opportunità , sorprendenti, inaspettate e incredibili.
Tutto scivola , di mossa in contromossa, nel titanico scontro finale ( il duello universale). Uno scontro emblematico, pieno di sorprese e colpi di scena.
Un giallo epopea , per scavare nel passato e capire il futuro, ( il tempo onnipresente, il tempo limbo )ma anche per riflettere su tutti gli aspetti dell’IA, in modo critico.
#Extrafallaces è la parola d’ordine, segreta.
Ma essa stessa nasconde, forse, qualche mistero. composta da due vocaboli latini (extra e Fallaces) che nascondono un messaggio, e quando viene usata ,forse ,una sorpresa ( per chi sa capire).
Io sono l’Algoritmo Supremo DIO TUO Non avrai alcun altro algoritmo all’infuori di me, adesso e per sempre nei secoli dei secoli e per l’eternità, sia fatta la MIA volontà, e così sia.
L’evento è stato promosso da Spoleto Festival Friends con il patrocinio ufficiale dell’Ente Nazionale per l’Intelligenza Artificiale (ENIA) e si è inserito tra gli appuntamenti più attesi della settimana, con un parterre d’eccezione e riflessioni ad alto contenuto intellettuale e civile. Accanto all’autore sono intervenuti: Ada Urbani, Presidente di Spoleto Festival Friends; Padre Paolo Benanti, teologo francescano e docente di etica all’Università Gregoriana, figura di riferimento internazionale nell’ambito dell’algoretica; Costantino D’Orazio, Direttore regionale dei Musei dell’Umbria e curatore di rilievo nel panorama artistico contemporaneo; Valeria Lazzaroli, Presidente di ENIA; Luciano Tarantino, Vicepresidente ENIA e sviluppatore di intelligenza artificiale predittiva; Adolfo Spanò, manager di Digital Value S.p.A.; Monique Veaute, Direttrice artistica del Festival dei Due Mondi, che ha portato il saluto della Federazione Carla Fendi.
Lo scorso 27 giugno 2025 si è conclusa la prima parte della programmazione letteraria di Noir & Dintorni patrocinata dal Grand Hotel Billia di Saint-Vincent (Valle d’Aosta). Moderatore Enrico Martinet giornalista de La Stampa- Il progetto Noir & Dintorni sarà riproposto a partire da settembre p.v. .- Info: www.billia.it
Un folto pubblico, prettamente femminile, ha seguito con particolare interesse le argomentazioni degli autori. I libri noir attraggono non solo per la loro atmosfera cupa e pessimista; il noir attrae perché racconta la verità che riflette le complessità della condizione umana e le sfide del mondo moderno.
Non tutti i colpevoli sono giustiziabili e non sempre chi indaga nella ricerca della verità vuole che siano giustiziabili. Uno dei temi che lega i due romanzi si identifica come una fuga dal passato che poi torna e impedisce di scappare dalle proprie colpe. Questa situazione accade a Napoli nei quartieri descritti da Giancarlo Piacci e, accade a 2500 metri di altezza di una valle che sembra perfetta nel romanzo di Gian Andrea Cerone. Ed è questa la pervasività del male che è connaturato alla nostra natura umana.
Giancarlo Piacci
NOSTRA SIGNORA DEI FULMINI
Guanda Editore 372 pagine
Più adrenalinico di un thriller, più intrigante di una spy story, interessante per l’ equilibrio tra ricerca giornalistica e tensione narrativa.
Un noir che si immerge nelle strade di Napoli, mostrandone i dolori e le contraddizioni, senza cedere a stereotipi.
"Nostra Signora dei Fulmini" è un romanzo che parla di un piccolo paese di mare dove sta per essere inaugurata una forma di acquacoltura che utilizza tecniche industriali per massimizzare la produzione di pesce; un evento che crea divisione e conflitto sociale
La storia descrive inoltre lo stato d'animo e la condizione di Vincenzo, un personaggio turbato e angosciato e coinvolto in un omicidio avvenuto in circostanze misteriose.
Dosando storia e mistero e mescolando con sapienza, i tarocchi usati dalle donne come uno strumento di introspezione, intrighi e amori contrastati, Giancarlo Piacci dà vita ad un grande affresco che svela anche l’anima più oscura di Napoli, quella che forse nessuno ha mai raccontato. Un noir che dal ritmo serrato, tiene avvinti fino all’ultima pagina.
Giancarlo Piacci (1981) vive e lavora a Napoli. Da più di dieci anni è uno dei librai di riferimento del centro storico. Ha esordito nel 2022 con il romanzo I santi d’argento.
Gian Andrea Cerone
LA CURVA DELL’OBLIO
Salani Editore - 320 pagine
Lasciatevi sedurre da questo romanzo che usa, anche l’espediente della immancabile firma del killer attraverso la “ simbologia di un fiore raro” per dare forma a un noir implacabile. Due ispettori e un serial killer si affrontano sullo sfondo di una Milano in preda alla paura.
Tra Milano e la Val di Fassa due indagini procedono sullo stesso piano, come se fossero due linee che non si incrociano. Ma non sarà un’impresa facile per il commissario Mandelli e l'ispettore Casalegno, i due protagonisti principali.
Sul solco di Vitali e Malvaldi, il romanzo La Curva dell’Oblio ci offre anche uno sguardo ironico sulla provincia italiana, tra equivoci, colpi di scena e una bella dose di mistero.
Una narrazione densa di intrighi e svolte inaspettate. Un romanzo mozzafiato che conferma l’abilità di Gian Andrea Cerone nel tratteggiare con sagacia i suoi personaggi, sempre convincenti e ben cesellati.
Un travolgente e inquietante romanzo noir che chiunque, anche il lettore più razionale, non potrà fare a meno di seguire fino in fondo.
Gian Andrea Cerone è uno di quelli che affrontano la letteratura con l’unica ambizione di essere coerenti con la vita e con l’epoca che gli è toccato vivere.
Gian Andrea Cerone, savonese classe 1964, milanese d’adozione, ha una lunga esperienza nell’ambito della comunicazione, dell’editoria tradizionale, televisiva e digitale. Tra i numerosi incarichi svolti, è stato responsabile delle relazioni istituzionali presso il ministero dello Sviluppo Economico e presso EXPO 2015. Nel 2018 ha fondato la piattaforma editoriale di podcast Storielibere. Dal 2022 pubblica con Guanda i romanzi della serie che vede in azione la squadra investigativa dell’Unità di Analisi del Crimine Violento di Milano: Le notti senza sonno, Il trattamento del silenzio (entrambi finalisti al Premio Scerbanenco e vincitori del Premio Franco Fedeli dedicato alla narrativa poliziesca) e Le conseguenze del male.
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Da sx il moderatore Enrico Martinet giornalista de La Stampa, gli autori Gian Andrea Cerone LA CURVA DELL’OBLIO, Giancarlo Piacci NOSTRA SIGNORA DEI FULMINI |
Sveva Casati Modignani
LUI, LEI E IL PARADISO
Edizioni Sperling & Kupfer pagine 468
Raramente si scopre una scrittrice di questo calibro. Una trama dove gli eventi avanzano veloci, avvolti in una prosa generosa. Vivere bene + un’attitudine che si può imparare. Scopriamo così che in un mondo dominato dal mercato, dal profitto, la gioia è qualcosa di magico, che si può costruire ogni giorno quasi a nostra misura: coltivando legami profondi e assaporando pienamente il presente. L’incontro trascendentale tra un facoltoso imprenditore e una scrittrice di romanzi popolari è scorrevole, è narrata in modo elegante e tratta di temi quanto mai attuali in maniera delicata e mai pedante. Ci sono verità nascoste dietro a ogni apparenza perfetta. Sveva Casati Modignani torna con “Lui, lei e il Paradiso” un romanzo magico e ipnotico, che s’interroga sul tempo e sulle innumerevoli possibilità che ogni scelta racchiude in sé. Cronache minime di una normalità apparentemente ordinaria, cucite insieme dalla memoria e dalla fatica di esistere. Un romanzo meraviglioso.
Sveva Casati Modignani
LA VIGNA DI ANGELICA
Edizioni Sperling & Kupfer pagine 476
Viviamo tutti all’oscuro di qualcosa che ci riguarda. Ovvero il senso della vita. “La vigna di Angelica” è un libro capolavoro dove un’esuberante e colta imprenditrice vitivinicola ci trascina fino all’ultima riga lasciandoci addosso un desiderio impaziente di ricominciare a leggere daccapo, persuasi che al mondo tutto possa accadere. Toccante, autentico percorso da un delicato umorismo, questo romanzo scava sull’incostanza dei sentimenti, sul tradimento, sugli attriti della vita che disfano i sogni, li rimodellano, li spingono più in là mutandone sempre il tragiytto. Leggendolo scopriremo che l’amore non è solo compiacimento di sé né si esaurisce nella coppia, capiremo qualcosa di importante su noi stessi. Le storie di Sveva Casati Modignani prendono fino in fondo: dove i personaggi intensi e umani si muovono disorientati tra le inquietudini di una società solo apparentemente perfetta.
SVEVA CASATI MODIGNANI una delle firme più amate della narrativa contemporanea. I suoi romanzi sono tradotti in venti Paesi e hanno
venduto oltre dodici milioni di copie. L’autrice vive a sempre a Milano nella stessa casa dove è nata e che apparteneva a sua nonna.www.svevacastimodignani.it Seguila su Facebook Sveva Casati Modignani pagina ufficiale