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SULLE MASCHERINE UN’ UNICA CERTEZZA: STANNO SOFFOCANDO IL PIANETA

By Roberto Fantini January 20, 2021 2409

Mai come in questo periodo infelicissimo siamo stati tanto bombardati da osannanti apologie della scienza, unica nostra guida e fonte di risposte e soluzioni salvifiche. Eppure, in mezzo ai rutilanti "bla bla" mediatici e, cosa assai più grave, all'interno dei vari provvedimenti governativi, ben poco, a esaminare il tutto con occhi allenati al rigore di vera analisi scientifica e perciò privi di pregiudizi, si riesce ad intravedere di pienamente e coerentemente “scientifico”, ovvero oggettivamente controllato ed esaustivamente verificato.

Vedi, ad esempio, la questione mascherine. Questione che più nessuno osa sollevare per il timore di essere sommerso da valanghe di isteriche accuse di voler sostenere e favorire negazionismi folli, irresponsabili e scellerati.

Tutti, oramai da mesi, siamo obbligati ad indossarle in nome dell'emergenza sanitaria che ha stravolto la nostra intera esistenza. Ma quali certezze è possibile avere in merito alla loro effettiva utilità e, quindi, indispensabilità?

In realtà, nessuna .

Tutto si basa su semplici valutazioni di carattere congetturale, ovvero su opinioni (come tali "opinabili"!) Prive di appropriati riscontri di natura empirico-sperimentale.

Tant'è vero che lo studio più importante condotto in merito, quello condotto fra aprile e giugno dello scorso anno dagli scienziati dell'Università di Copenaghen e pubblicato a novembre su Annals of Internal Medicine (ritenuto fino ad ora il migliore nel suo genere), non è stato in grado di approdare ad alcuna certezza in merito all'effettiva capacità protettiva derivante dall'utilizzo di mascherine.

Il che significa che, di fatto, sotto il profilo del puro e più elementare rigore scientifico (senza neppure dover scomodare Hume, Popper o Feyerabend), non essendo stata riscontrata alcuna differenza significativa in termini di contrazione del virus tra chi indossa e chi non indossa la mascherina, ci troviamo di fronte ad una questione apertissima .

E 'cosa eccessivamente impertinente, mi chiedo, domandarsi come mai potere politico e potere mediatico continuino a non prenderne ragionevolmente ed onestamente atto?

Ma, se sulla reale utilità delle mascherine nulla è possibile sapere in modo certo, molto è invece possibile sapere (anche se ben poco se ne parla) sulle conseguenze disastrose di inquinamento ambientale che la loro diffusione sta provocando.

In merito a un tale fenomeno, già lo scorso aprile il WWF lanciava un monito fortemente drammatico ed eloquente:

Se anche solo l'1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente e magari disperso in natura questo si tradurrebbe in ben 10 milioni di mascherine al mese disperse nell'ambiente. Considerando che il peso di ogni mascherina è di circa 4 grammi questo comporterebbe la dispersione di oltre 40mila chilogrammi di plastica in natura: uno scenario pericoloso che va disinnescato. "

E a settembre, con la riapertura (purtroppo momentanea) delle scuole, rinnovava gli appelli, mettendo in luce che

“Se anche solo 1 ragazzo per classe (il 5% della popolazione studentesca all'incirca) disperdesse volontariamente o accidentalmente la propria mascherina, ogni giorno verrebbero rilasciate in natura 1,4 tonnellate di plastica”, comportando, entro la fine dell'anno scolastico , la dispersione di  "oltre 68 milioni di mascherine per un totale di oltre 270 tonnellate di rifiuti plastici non biodegradabili in natura."

In pratica, come se si gettassero nelle viscere del nostro povero pianeta già tanto malconcio 100mila bottigliette di plastica ogni giorno dell'anno scolastico!

Ma appelli saggi ed avveduti come questi quanto sono stati responsabilmente recepiti?

Purtroppo, in questi mesi, giorno dopo giorno, l'emergenza planetaria per inquinamento da plastica non ha fatto che peggiorare.

Secondo un ben documentato rapporto dell'organizzazione ambientalista OceansAsia ( https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2020/12/Marine-Plastic-Pollution-FINAL-1.pdf ),

nel corso del 2020 ben 1,5 miliardi di mascherine hanno finito per riempire i nostri oceani. Ciò ha causato e continuerà a causare, per i prossimi 450 anni, la presenza di migliaia di tonnellate di rifiuti di plastica che renderanno sempre più ardua la sopravvivenza di innumerevoli specie animali e vegetali.

Per arginare quello che si sta rivelando un immane disastro ambientale, numerose associazioni ambientaliste (vedi, in particolar modo Greenpeace) raccomandano di ricorrere il più possibile a mascherine di stoffa lavabili e riutilizzabili e, nel caso risultasse impossibile fare a meno delle mascherine usa e getta , di evitare assolutamente la loro dispersione nell'ambiente, favorendone il corretto smaltimento e provvedendo sempre a tagliare gli elastici, in modo da ridurre i rischi per gli animali, qualora dovessero erroneamente finire nell'ambiente. Altra raccomandazione che meriterebbe di essere prontamente accolta è senza dubbio quella di Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia, che esorta tutte le istituzioni a provvedere e predisporre opportuni raccoglitori di mascherine e guanti.

Il problema - spiega Georg Leonard, a capo della ong Ocean Conservancy - è che l'intero ecosistema è a rischio, perché quando queste materie plastiche si rompono nell'ambiente le particelle sempre più piccole e queste possono avere un impatto praticamente su tutta la rete alimentare, dagli animali più piccoli a quelli più grandi . "

Non considerare questi aspetti della questione - scrive il prof. Marco Mamone Capria in una sua pregevole ricerca - significa mettere a rischio la presente e le future generazioni, e mi auguro che chi si è fatto garante dell'adozione di questa misura protettiva da parte di tutta o quasi la popolazione in nome della guerra covid- 19 "(magari raccomandando le mascherine subito dopo aver scritto che non c'erano prove scientifiche dell'utilità!) Sia chiamato a risponderne nelle sedi opportune." ( http://www.dmi.unipg.it/mamone/sci-dem/nuocontri_3/mamone_covid-dic20.pdf )

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Last modified on Thursday, 04 February 2021 19:50
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