L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
“Io so chi sono e quello che sono.
Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo.
Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, né inteso farlo.
E, sì, sono uno che pratica la Danza del Sole.
Anche questa e' la mia identità.
Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cederò mai.”
Leonard Peltier
Leonard Peltier, nativo della comunità Anishinaabe-Lakota, è un attivista del Movimento indiano americano, organizzazione che promuove i diritti dei nativi americani. Durante uno scontro che coinvolse membri del Movimento nella riserva indiana di Pine Ridge nel South Dakota, nell’ormai lontanissimo 26 giugno 1975, rimasero uccisi gli agenti dell’Fbi Ronald Williams e Jack Coler. Due anni dopo, giudicato colpevole, venne condannato a due ergastoli.
Leonard Peltier ha sempre negato la sua colpevolezza. Myrtle Poor Bear (nativa Lakota che viveva a Pine Ridge) è stata una presunta testimone chiave della sparatoria. Successivamente, ritrattò la sua testimonianza, e, nel 2000, dichiarò pubblicamente che la sua testimonianza originale era scaturita da mesi di minacce e molestie da parte degli agenti dell’Fbi.
Leonard Peltier è da molto tempo in precarie condizioni di salute: soffre di malattie renali, diabete di tipo 2, ipertensione, una malattia degenerativa delle articolazioni e della costante mancanza di respiro e vertigini. Nel 1986 un ictus lo ha reso praticamente cieco da un occhio. Nel gennaio 2016, i medici hanno diagnosticato che le sue condizioni di salute mettevano la sua vita in pericolo, soprattutto a causa di un aneurisma dell’aorta addominale di grandi dimensioni e potenzialmente fatale, tale da rompersi in qualsiasi momento e provocare la sua morte. A causa della mobilità limitata, attualmente utilizza un deambulatore.
Importanti personalità, come Nelson Mandela, Desmond Tutu, Rigoberta Menchù, il Dalai Lama, papa Francesco, hanno chiesto la sua liberazione, così come grandi associazioni umanitarie, come Amnesty International e il Movimento Nonviolento, nonché milioni di comuni cittadini di tutto il mondo.
Anche istituzioni rappresentative come l'Onu (che sulla vicenda di Leonard Peltier si e' pronunciata attraverso una commissione giuridica ad hoc) e come il Parlamento Europeo (fin dagli anni Novanta, ed ancora qualche anno fa con l’allora Presidente David Sassoli) hanno chiesto la sua liberazione, così pure la tribù Standing Rock Sioux e il Congresso nazionale degli indiani americani.
Il suo avvocato, nel 2021, ha chiesto la grazia al presidente Biden, il quale si è impegnato a concederla su base continuativa durante la sua amministrazione e non alla fine del suo mandato.
Tuttavia, ad oggi, non è stata presa alcuna decisione a riguardo.
Leonard Peltier e' stato condannato per un delitto che non ha commesso:
e' stato definitivamente dimostrato che le testimonianze contro di lui erano false e che le prove contro di lui erano altrettanto false.
In tutti questi anni, dal carcere, ha sostenuto con la parola e con la testimonianza, innumerevoli iniziative nonviolente in difesa dei popoli e delle persone cui venivano negati i diritti più elementari, in difesa del mondo vivente minacciato di irreversibili devastazioni.
Anche in condizioni di particolare durezza, infatti, Leonard Peltier è riuscito a svolgere un'intensa attività di sensibilizzazione e di militanza; un'attività non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria. Nel corso degli anni, è diventato sempre più un punto di riferimento in tutto il mondo, come accadde per Nelson Mandela, negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario è stata sempre respinta, così come gli sono state negate le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi, in seconda edizione nel 1991, venne pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier, mentre nel 1999, venne pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Amnesty International, in particolare, sostiene la richiesta di grazia per Leonard Peltier
- a causa dei numerosi problemi relativi al processo,
- dell’esaurimento di ogni possibilità di ricorso in appello,
- della quantità di tempo che ha già trascorso in carcere,
- del suo continuo perseverare nel dichiarare la sua innocenza
- e dei suoi problemi cronici di salute.*
Nella sua autobiografia ha scritto:
"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanità.
Noi condividiamo la responsabilità per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sarà terminato fin quando anche un solo essere umano sarà affamato o maltrattato,
una sola persona sarà costretta a morire in guerra,
un solo innocente languirà in prigione
e un solo individuo sarà perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanità.
Credo che il bene possa prevalere,
ma soltanto se vi sarà un grande impegno.
Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Come ha efficacemente scritto Peppe Sini:
“Leonard Peltier rappresenta l'intera umanità oppressa in lotta per la comune liberazione e per la difesa dell'intero mondo vivente minacciato di distruzione dai poteri dominanti.
La solidarietà con Leonard Peltier e' la solidarietà con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarietà con Leonard Peltier e' la solidarietà con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarietà con Leonard Peltier e' la solidarietà con la lotta dell'umanità cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.”
Il 12 settembre, Leonard compirà 80 anni.
Il nostro augurio affettuoso è che, dopo 50 anni di prigionia, prima di abbandonare questo mondo di ingiustizia, possa essere nuovamente illuminato dalla luce del sole ed abbracciato dalla luce delle stelle.
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Cenni biografici**
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoché tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta, incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignità ai nativi americani; e, con l'impegno nell'Aim, riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identità, il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa, nel 1972, al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington, con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco), nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identità, la dignità e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975, per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo, Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975, avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, così come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perché viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto, l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; lì viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di una "testimone" che successivamente rivelerà di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsità.
Peltier viene processato non a Rapid City, come i suoi compagni già assolti per legittima difesa, ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui fossero false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
La solidarieta' in Italia
Anche in Italia si e' sviluppato un movimento di solidarieta' con Leonard Peltier, che nel corso dei decenni ha avuto diverse fasi legate a circostanze particolari.
Con l'elezione di Biden alla Casa Bianca nel 2021 vi e' stata una significativa ripresa delle iniziative.
Una nuova campagna - con una peculiare impostazione nonviolenta - e' stata promossa dal giugno 2021 dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo (This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.)
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
* Stati Uniti: chiediamo la grazia per Leonard Peltier! - Appelli - Amnesty International Italia
** https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html