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BULLISMO E CYBER BULLISMO: TRAGEDIE ANCORA TROPPO SOTTOVALUTATE - L’AZIONE EDUCATIVA DI AMNESTY INTERNATIONAL E IL FILM IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA  

By Roberto Fantini November 29, 2024 159

                                                           

“Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, ad azioni offensive messe in atto da parte di uno o di più compagni.”


                                                                                           Dan Olweus                                                                                                                                                   

 

In base a tutte le informazioni di cui è possibile disporre, il fenomeno del bullismo risulta, con indiscutibile evidenza, in continuo aumento.

Le statistiche più recenti delle Nazioni Unite riportano che uno studente su tre, tra i 13 e i 15 anni, ha vissuto qualche forma di esperienza di bullismo e che ogni anno, a livello mondiale, ben 246 milioni di bambini e adolescenti subiscono atti di violenza a scuola o episodi di bullismo.

A risultare in sensibile aumento è, in particolare, il cyber bullismo: nei Paesi industrializzati, incontriamo percentuali di minorenni che lo hanno sperimentato oscillanti tra il 5% e il 20% della popolazione minorile, con una consequenziale vasta gamma  di gravi problematiche psicofisiche.

Da un’indagine condotta nel 2021 negli Stati Uniti, da parte dei Center for Disease Control and Prevention (CDC), è emerso che, nell’anno precedente, il 15 % degli studenti nelle scuole superiori ha riferito di aver subito atti di bullismo in ambito scolastico e che il 16% ha riportato di essere oggetto di cyber bullismo.

In Italia, nel 2020, i dati statistici sul bullismo mostrano che il fenomeno è sempre più diffuso: secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), il 44% degli studenti delle scuole medie inferiori e il 32% degli studenti delle scuole superiori si è dichiarato vittima di bullismo; il 14% degli studenti delle scuole medie inferiori e il 12% degli studenti delle scuole superiori ha dichiarato di aver commesso atti di bullismo; il 21% degli studenti delle scuole medie inferiori e il 18% degli studenti delle scuole superiori ha dichiarato di aver subito atti di bullismo online.

Nel 2022, i dati statistici in Italia mostrano un ulteriore incremento del fenomeno: sempre secondo l’ ISTAT, il 46% degli studenti delle scuole medie inferiori e il 35% degli studenti delle scuole superiori ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo.

Fortunatamente, in questi ultimi anni, nel mondo della scuola stanno cominciando ad apparire iniziative educative di supporto alla normale attività didattica, rese possibili anche dalla collaborazione con esperti ed associazioni che si occupano di tutela e di promozione dei diritti umani. In questo campo, particolarmente  prezioso si sta dimostrando l’impegno di Amnesty International, da lunghi e collaudati decenni sempre più impegnata sul fronte educativo.

Amnesty International, infatti, considera gli atti di bullismo in palese contrasto con il diritto di tutti a poter godere dei diritti e delle libertà enunciati dalla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, “senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione“ (Art. 2).

In particolare, in molti istituti (sia di medie inferiori che superiori), attraverso incontri di formazione e laboratori, studenti e studentesse vengono messi in condizione di analizzare e discutere i concetti di stereotipo, di pregiudizio e di discriminazione, approdando anche alla elaborazione di interessanti proposte di strategie e pratiche di prevenzione e contrasto al bullismo, volte a migliorare l’ ambiente scolastico e renderlo più aperto e più rispettoso dei diritti umani.

Sul fronte della lotta al bullismo, poi, da qualche settimana sta facendo discutere “IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA”, il bel film scritto da Roberto Proia e diretto da Margherita Ferri.

Accantonate le eccessive perplessità sollevate da alcuni gruppi di genitori, preoccupati che il contenuto doloroso del film potesse essere fonte di nocivi turbamenti per alunni di scuola media, molti sono gli istituti che si stanno mobilitando per favorirne la visione. Scelta sicuramente apprezzabile, soprattutto se la visione del film non rappresenterà un fatto a sé stante, ma sarà adeguatamente preparata e, soprattutto, intelligentemente utilizzata per interventi didattici ben congegnati, capaci di guidare i ragazzi ad una riflessione critica e consapevole.

Il film, ispirato alla vicenda di Andrea Spezzacatena (un ragazzo che frequentava un noto liceo romano, la cui vita si è tragicamente fermata pochi giorni dopo il suo quindicesimo compleanno), privo di roboanti architetture retoriche e costruito con misurata delicatezza, riesce a colpire in maniera diretta sia a livello emozionale che mentale.

Come ha dichiarato l’ottimo protagonista Samuele Carrino,

«Ai bulli il film deve comunicare che le loro azioni e le parole possono uccidere.

 Alle persone che vengono bullizzate deve insegnare che le loro parole li possono salvare».

Fra i tanti meriti del film c’è quello importantissimo di aiutare tutti noi (e non soltanto bulli e bullizzati) a comprendere che l’esistenza del bullismo non presuppone necessariamente quella  di bande di giovani mostri, sadici e spietati. Il bullismo ha, infatti, la terribile peculiarità di riuscire a produrre effetti devastanti anche senza ricorrere ad azioni oggettivamente eclatanti, anzi, spesso semplicemente grazie a comportamenti apparentemente “innocui” o, comunque, non percepiti (da chi li adotta e da gran parte del mondo degli adulti) come “violenti” e, quindi, né riprovevoli né tantomeno sanzionabili.

Non sarà possibile combattere efficacemente il fenomeno del bullismo fino a quando non si riuscirà a comprendere e a far comprendere quanto determinati comportamenti di esclusione, di irrisione, di scherno e di sopraffazione siano veri e propri attacchi all’integrità psicofisica della persona, al valore della sua intrinseca dignità.

Il bullismo è una malattia morale e sociale tanto più pericolosa e difficile da debellare tanto più continuerà ad essere trattata con sufficienza, disattenzione e sottovalutazione.

La storia di Andrea potrà certamente aiutarci ad abbattere il muro dell’irrilevanza e ad infrangere le varie maschere  della minimizzazione autoassolutoria, facendo comprendere a tanti giovani e a tanti adulti quanto ogni forma di violenza, soprattutto se esercitata nei confronti di chi è più isolato, più fragile e più vulnerabile, possa produrre ferite difficili da rimarginare, ferite a volte anche letali.

IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA, come ci dice il giovane e bravo Samuele, può davvero aiutarci a comprendere che le parole possono uccidere, ma possono anche salvare.

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Last modified on Saturday, 30 November 2024 10:00
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