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MAI PIU’ SPOSE BAMBINE: LA CAMPAGNA DI AMNESTY INTERNATIONAL

By Roberto Fantini October 29, 2016 10567

   Secondo le stime del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) al 2015, più di tredici milioni di ragazze ogni anno nel mondo sono costrette a sposarsi prima dei 18 anni con uomini molto più vecchi di loro. Ogni giorno, pertanto, oltre 37 mila bambine si vedono negare l'infanzia, un'istruzione, condannate ad andare incontro a ripetute gravidanze precoci e a diffuse violenze domestiche.

Milioni di donne e bambine nel mondo sono ridotte in schiavitù attraverso matrimoni forzati, comprate e vendute anche per alimentare il mercato della prostituzione. 

Il matrimonio precoce rappresenta una chiara violazione dei diritti umani. Contravviene, infatti, ai principi della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che sancisce il diritto, per ogni essere umano sotto i 18 anni, ad esprimere liberamente la propria opinione (art. 12) e il diritto a essere protetti da violenze e sfruttamento (art. 19), e alle disposizioni di altri importanti strumenti del diritto internazionale.

Oltre ad essere illegale secondo il diritto internazionale, è anche vietato in molti dei paesi che registrano un alto tasso di matrimoni precoci, ma le leggi esistenti non vengono spesso applicate, oppure offrono eccezioni per ottenere il consenso dei genitori o per le pratiche tradizionali. 
Inoltre, viola i diritti fondamentali delle bambine e delle adolescenti, in quanto le obbliga ad assumersi pensanti responsabilità legate al matrimonio (vita sessuale, maternità, doveri domestici) senza avere la maturità adeguata né la possibilità di operare scelte autonome .

Il 2 luglio 2015, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato la prima Risoluzione sulla prevenzione e l'eliminazione dei matrimoni precoci e forzati. Il testo ribadisce che i matrimoni precoci e forzati rappresentano una violazione dei diritti umani, in particolare delle donne e delle bambine. La Risoluzione si rivolge agli stati e sottolinea l'importanza del coinvolgimento dell'intera società civile per rafforzare il monitoraggio e gli interventi di prevenzione a contrasto di questo fenomeno (United Nations, General Assembly, Resolution A/HRC/29/L.15).

I tassi più elevati di diffusione dei matrimoni precoci si registrano nell'Asia meridionale e nell'Africa subsahariana, non a caso le medesime regioni del globo in cui sono massimamente diffusi altri fenomeni, come la mortalità materna e infantile, la malnutrizione, l'analfabetismo, ecc.

E’ evidente che le radici di questo fenomeno risiedono in norme culturali e sociali legate sia a pregiudizi di genere che a strategie sociali proprie delle economie di sussistenza, in primo luogo l'esigenza di "liberarsi" il prima possibile del peso rappresentato dalle figlie femmine, ritenute meno produttive per l'economia familiare.


Il matrimonio precoce colpisce ogni aspetto della vita delle ragazze: una volta date in sposa, queste ragazze hanno scarsissimo o nessun accesso all'istruzione; corrono un rischio maggiore di subire pericolose complicanze - potenzialmente letali - durante la gravidanza e il parto, di contrarre l'Hiv.

Le gravidanze precoci, infatti, mettono a rischio la loro vita e la loro salute: le ragazze tra i 10 e i 14 anni hanno probabilità cinque volte superiori - rispetto a quelle tra i 20 e 24 - di morire durante la gravidanza e il parto, mentre i bambini nati da matrimoni precoci hanno maggiori probabilità di nascere morti o di morire nel primo mese di vita.

   Con l'obiettivo di bandire la pratica dei matrimoni forzati nel mondo, prevenire e proteggere le bambine e le ragazze sopravvissute alle violenza, e garantire maggiore accesso ai servizi sanitari e alle scelte rispetto al proprio corpo,dal 23 ottobre al 12 novembre, Amnesty International Italia ha recentemente avviato MAI PIÙ SPOSE BAMBINE, unacampagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi tramite numero solidale 45523, che sarà online dalle 00.01 di domenica 23 ottobre sul sito www.amnesty.it/sms. 

Amnesty International Italia intende cosìsensibilizzare l'opinione pubblica su questo fenomeno che si radica nella povertà, nella discriminazione e nell'arretratezza culturale;

incrementare l'attenzione dei governinei paesi in cui è presente questa pratica affinché sia bandita;

favorire l'avvio di indagini imparziali, tempestive ed esaurientisu ogni denuncia di violazione dei diritti umani basata sulla discriminazione;

contribuire a far sì che le bambine non subiscano decisioni riguardanti il loro corpoche siano causa di violazioni dei diritti umani e vivano la propria vita senza interferenze da parte di altri. 

Obiettivo di Amnesty International sarà quello di proseguire nel suo lavoro sul territorio per quanto riguarda i matrimoni forzati e precoci. In particolare, grazie all'invio di esperti sul campo attiverà lemissioni di ricerca in Burkina Faso, Mali, Niger e Costa d'Avorio, paesi in cui questa pratica è ancora diffusa. Con i dati e le testimonianze raccolte, Amnesty International cura la redazione di rapporti che mettono in evidenza le violazioni dei diritti umani individuate e le richieste ai governi per porvi fine. I rapporti vengono pubblicati e messi a disposizione dei media così come delle sezioni di Amnesty International e dei suoi attivisti in tutto il mondo.
InBurkina Faso, ad esempio,Amnesty International ha avviato, nel luglio 2015, una campagna per porre fine ai matrimoni forzati e precoci.Grazie alla visibilità ottenuta a livello globale e anche in Italiae alla pressione esercitata da tutto il movimento per i diritti umani,nel dicembre 2015 il governo di questo paese ha adottato una strategia nazionale(2016-2025) e un piano d'azione triennale (2016-2018) per prevenire ed eliminare i matrimoni forzati e precoci. 

Nel febbraio 2016, inoltre,il governo ha annunciato la fornitura di cure gratuite a tutte le donne in stato di gravidanza. Il lavoro di sensibilizzazione e di mobilitazione di Amnesty International non intende fermarsi fino a quando questi impegni non si tradurranno in atti concreti in difesa dei diritti delle bambine e delle ragazze. Oltre ai positivi passi intrapresi a livello politico, è necessario che vengano assicurate le risorse necessarie per la pronta attuazione del piano e per la realizzazione di un cambiamento culturale che sradichi la prassi dei matrimoni tradizionali e religiosi delle bambine e delle ragazze.



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Last modified on Sunday, 30 October 2016 15:57
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