
L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Il recente via libera della Camera alla riforma della giustizia segna un momento decisivo per il sistema giudiziario italiano. Si tratta di una tappa fondamentale di un percorso lungo e complesso, che vede Forza Italia da sempre in prima linea per garantire efficienza, equità e trasparenza nella macchina della giustizia. È una riforma che porta con sé il peso della storia, il valore del cambiamento e il segno indelebile dell’impegno politico e personale del Presidente Silvio Berlusconi, che più di ogni altro ha denunciato e combattuto gli abusi e le distorsioni generate da una magistratura non sempre fedele ai principi costituzionali di terzietà e imparzialità. Il cuore della riforma è la separazione delle carriere tra Magistrature giudicante e requirente, una misura attesa da decenni e mai realizzata fino ad oggi. Con l’istituzione di due distinti Consigli Superiori della Magistratura, viene finalmente riconosciuta l’esigenza di garantire autonomia e indipendenza reale a ciascuna funzione, evitando commistioni che, nel tempo, hanno contribuito ad alimentare dinamiche correntizie e logiche di appartenenza ideologica.
La separazione delle carriere non è, come qualcuno ha voluto far credere, un attacco all’autonomia della Magistratura, bensì un rafforzamento delle garanzie costituzionali che tutelano i diritti dei cittadini e il corretto funzionamento del processo. Peraltro, la riforma non si ferma qui, tra i punti qualificanti vi è anche la nascita dell’Alta Corte disciplinare, un organo terzo e indipendente deputato a giudicare le condotte dei magistrati, ponendo fine a quella pericolosa autoreferenzialità che ha spesso protetto comportamenti discutibili e quando non apertamente lesivi della dignità delle istituzioni. Insieme a questa novità, l’introduzione del sorteggio per la nomina dei membri togati del CSM che rappresenta un ulteriore passo verso la trasparenza e l’equilibrio, spezzando il meccanismo opaco delle correnti, e riportando il merito e l’indipendenza al centro del sistema. Questa riforma, tanto attesa quanto osteggiata da chi difende privilegi e status quo, rappresenta una conquista di civiltà. Per l’Italia significa voltare pagina dopo anni di abusi, fughe di notizie pilotate, processi mediatici e carriere condizionate da appartenenze politiche. Tutto questo significa ridare fiducia ai cittadini, agli imprenditori e agli investitori internazionali, che chiedono regole certe, giudici imparziali, e tempi di giustizia compatibili con un Paese moderno. Ed il merito di questo risultato va riconosciuto a Forza Italia e al suo fondatore, Silvio Berlusconi, che ha trasformato le sue battaglie personali in una causa di libertà e giustizia per tutti. Una visione che oggi trova concreta realizzazione e che merita di essere completata con il via libera definitivo del Parlamento. Sarebbe la degna conclusione di una lunga battaglia politica e ideale, ma soprattutto l’inizio di una nuova stagione per la giustizia italiana, più giusta, più libera e, finalmente, al servizio dei cittadini.