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| a si. Pepe Escobar e Virgilio Violo |
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A Bologna, il 2 dicembre 2025, Pepe Escobar, giornalista e analista geopolitico conosciuto a livello internazionale, ha rilasciato una lunga e vivace intervista al presidente dell’associazione Free Lance International Press, Virgilio Violo, in occasione della conferenza che lo stesso Escobar terrà in città. Il tempo a disposizione era poco, ma sufficiente per affrontare un tema cruciale sui rapporti tra Italia e Russia nel contesto geopolitico attuale. Escobar ha descritto la Russia e l’Italia come “stati-civilizzazione”, realtà con radici culturali profonde e possibilità enormi di dialogo diretto, cooperazione e investimenti reciproci.
Secondo lui, i presupposti per un rapporto maturo ci sarebbero, ma il quadro politico europeo, a suo giudizio, ostacolerebbe uno sviluppo più equilibrato. L’analista sostiene infatti che l’Italia, come altri paesi europei, si troverebbe oggi vincolata a dinamiche decisionali dell’Unione Europea e della Nato, un vincolo che, sempre secondo la sua interpretazione, limiterebbe la sovranità nazionale e la possibilità di una diplomazia più autonoma verso Mosca.
Durante l’intervista Escobar ha delineato due possibili scenari. Il primo è quello di un’escalation continua, alimentata da tensioni belliche e timori reciproci tra Russia e paesi Nato. Ha citato dichiarazioni occidentali da lui considerate provocatorie, arrivando a evocare il rischio di incidenti o false flag capaci di innescare crisi difficili da controllare. Il secondo scenario, al contrario, prevede una ricostruzione graduale del dialogo, a partire dai rapporti tra i popoli, che secondo Escobar resterebbero più pragmatici e meno ostili della retorica politica. L’analista ha raccontato la propria esperienza in Eurasia, dove vive gran parte dell’anno spostandosi tra Mosca, Cina e Sud-Est asiatico.
Dal suo punto di vista, la società russa, negli ultimi mesi, avrebbe spostato il baricentro del proprio immaginario geopolitico dalla “Russia europea” alla “Russia euroasiatica”, privilegiando viaggi, scambi e investimenti verso Cina e Asia orientale. Tale cambiamento, ha affermato, sarebbe accelerato dalle tensioni politiche con l’Occidente e dalle difficoltà dei cittadini russi nell’ottenere visti europei.
Il discorso si è poi spostato sul grande progetto di sviluppo interno russo verso Siberia ed Estremo Oriente, un tema che Escobar segue da anni partecipando ai forum economici di Vladivostok. Ha citato investimenti in infrastrutture, corridoi commerciali e nuove rotte artiche, sottolineando come Mosca consideri questa espansione una priorità strategica. A suo avviso, la Cina avrebbe influenzato questo orientamento, mostrando alla Russia il modello di sviluppo delle proprie province occidentali, come Xinjiang e Tibet, trasformate nel giro di un decennio. Nella parte finale dell’intervista, Violo ha chiesto se l’Europa potrà ritrovare un ruolo nel mondo qualora i popoli europei ricostruissero maggiore autonomia politica. Escobar ha risposto che il cambiamento richiederebbe tempo, formazione e una nuova consapevolezza nelle giovani generazioni. Ha immaginato un processo lento, ostacolato dalla resistenza dei poteri consolidati e dalle tensioni globali tra blocchi geopolitici emergenti. Secondo lui, la competizione tra paesi del Sud globale, Stati Uniti, Russia e Cina potrebbe generare reazioni dure e imprevedibili, come dimostrerebbero varie crisi internazionali. L’intervista si è conclusa con i ringraziamenti di Violo e un saluto caloroso del pubblico. Pur nel tono diretto e nelle opinioni provocatorie tipiche di Escobar, l’incontro ha offerto uno spaccato articolato del suo punto di vista sul futuro dell’Europa e sugli equilibri globali in trasformazione. Una conversazione intensa che ha anticipato la conferenza bolognese e che continua ad alimentare il dibattito sulle dinamiche geopolitiche contemporanee.