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COME L’OCCIDENTE HA PROVOCATO LA GUERRA IN UCRAINA

By Roberto Fantini (in collaborazione con Cesare Maramici) July 12, 2023 570

Un libro utilissimo di Benjamin Abelow, al di là dei pregiudizi e delle faziosità politico-mediatiche.

 

Lo storico statunitense Benjamin Abelow, con il suo Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina, si è guadagnato la piena riconoscenza di tutti coloro (non moltissimi, purtroppo) che, insoddisfatti delle strabiche schematizzazioni politico-mediatiche ricorrenti, continuano ad interrogarsi in merito alle cause profonde del conflitto in corso fra Russia e Ucraina.

Come ha ben scritto Luciano Canfora nella sua Prefazione, su una materia che è diventata spesso “oggetto di rissa mediatica e di sbuffi di intolleranza”, libri come questo, privi di faziosità preconcette e “fondati essenzialmente su documenti”, meritano di essere salutati con gioia, in quanto utili a recuperare lucidità di analisi e oggettività di giudizio, virtù sempre più rare e, pertanto, sempre più preziose.

Si tratta, tra l’altro, non di un tomo corposo e ridondante, bensì di un agile e leggibilissimo libretto di una settantina di pagine, ovvero di un piccolo manuale densamente ricco di informazioni, una sorta di impagabile “Bignami sul contesto politico ed i retroscena internazionali nei quali si inserisce la tragedia della guerra.” *

Il mio obiettivo - scrive Abelow al fine di evitare equivoci e facili etichettature - non è difendere l’invasione, ma spiegare perché è avvenuta. La maggior parte dei cittadini occidentali ha sentito una spiegazione unilaterale e semplicistica di come è nata questa guerra. Ovvero che l’Occidente è tutto buono e la Russia è tutta malvagia. Cerco di pareggiare quel conto. La verità può essere dolorosa, ma è comunque essenziale, perché se non diagnostichi correttamente un problema, non sarai in grado di trovare una soluzione.”

Come ha dichiarato Richard Sakwa (professore emerito di Politica russa ed europea all’Università del Kent),  Abelow ha saputo dimostrare, in modo chiaro e convincente, che la crisi in Ucraina era “prevedibile, prevista ed evitabile” e che, di tale crisi, gli Stati Uniti sono i principali reali responsabili, per via della loro trentennale storia di crescenti, sistematiche ed insistenti provocazioni, iniziate fin dal processo di disgregazione dell’Unione Sovietica.

Una storia di provocazioni, di accumulo di minacce militari, e di sfide politiche che è stata completamente oscurata, ignorata e cancellata dai leader politici delle nazioni europee e dai mass media, che hanno presentato lo scatenamento del conflitto (azione certamente ingiustificabile e criminale come tutte le guerre), come un fatto inspiegabile, frutto dell’impazzimento di un novello Hitler, deciso a soggiogare tutta l’Europa, in preda ad un delirio di potenza.” *

Che cosa sarebbe accaduto - si chiede Abelow - se gli Stati Uniti avessero agito diversamente?

 Ossia, se:

  • non avessero esteso la NATO fino ai confini con la Russia e non avessero calpestato le promesse formulate nel 1990;
  • non avessero installato dei missili con capacità nucleare in Romania e programmato di installarli in Polonia;
  • non avessero contribuito al rovesciamento del governo ucraino democraticamente eletto nel 2014 (colpo di stato che cacciò il presidente Janukovyc e portò al potere Porosenko);
  • gli Stati Uniti non si fossero ritirati dal trattato ABM sui missili nucleari a raggio intermedio e non avessero rifiutato le negoziazioni con Mosca su questo tema;
  • non avessero disatteso i due accordi di Minsk del 2014-2015, per concedere autonomia alle regioni russofone dopo la guerra in Donbass;
  • non avessero condotto esercitazioni in Estonia con obiettivo di colpire la Russia;
  • non avessero condotto una vasta esercitazione militare di 32 nazioni vicino al territorio russo;
  • si fosse interrotta la guerra (invisibile nei media occidentali) contro la minoranza russa violando gli accordi di Minsk;
  • non avessero raccordato l'esercito americano con quello ucraino, inviando consiglieri militari.  

E sarà pur vero, come molti dicono (rischiando, però, di scivolare nel determinismo o nel giustificazionismo), che la storia non andrebbe fatta con i “se”, ma chi potrebbe ragionevolmente dubitare che, se gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO non avessero fatto tutto questo, molto probabilmente la guerra in Ucraina non sarebbe scoppiata?

Inoltre, gli americani facendo arrivare fiumi di armi in Ucraina, sospingendo il governo ucraino su posizioni intransigenti nei confronti della Russia, promettendo fantasmagoriche e rapide ricostruzioni dopo la guerra, proponendo di incorporare l'Ucraina alla NATO, invece di ricercare e sostenere un negoziato nel Donbass tra il governo ucraino e gli autonomisti filorussi, non hanno fatto altro che favorire l’ineluttabilità del conflitto.

Tutto questo, quando, secondo il già menzionato Richard Sakwa, Zelenskij avrebbe potuto evitare la guerra pronunciando soltanto cinque parole: "L'Ucraina non aderirà alla NATO".

Gli USA, fornendo 33 miliardi di aiuti all'Ucraina, di cui 20 miliardi in armi, si preparano a una lunga guerra piena di insidie, che potrebbe condurre le economie europee sull’orlo del baratro ed oltre. Continuando a cercare ad ogni costo la sconfitta della Russia,  l'Occidente, inoltre, sta (quanto inconsapevolmente?) favorendo il consolidamento dell'alleanza tra Russia e Cina. 

Ma come non comprendere le ineludibili potenzialità autodistruttive insite nel progetto americano di distruzione della Russia?

La via d'uscita da questa minaccia, secondo Abelow, è davanti ai nostri occhi:

sforzarsi di trovare un ragionevole quanto realistico accordo con Putin.  Un accordo, cioè, che contempli l’impegno dell'Ucraina alla neutralità, il ritorno ai confini prebellici (senza riprendersi la Crimea) e l’autonomia della regione del Donbass. 

In conclusione, possiamo dire che il libro di Abelow ha veramente molti pregi, facendo emergere, fra le varie cose, quanto sia stata grande e colpevole la cecità dei leader europei che, di fronte alle strategie imperialistiche  statunitensi, hanno finito per dare prova di un “livello di deferenza e di codardia tali da essere quasi inconcepibili”.

Ma ha probabilmente ragione Domenico Gallo nell’affermare che il merito maggiore del libro di Abelow è quello “di far comprendere che non si possono valutare gli eventi internazionali se non si è capaci di mettersi nei panni dell’altro. Il libro stimola il lettore a porsi una domanda di una semplicità disarmante: “come reagirebbe Washington se la Russia stringesse un’alleanza militare con il Canada e poi piazzasse basi missilistiche a cento chilometri dal confine con gli Stati Uniti?” ” *

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*https://www.articolo21.org/2023/03/come-loccidente-ha-provocato-la-guerra-in-ucraina/

 

BENJAMIN ABELOW
COME L’OCCIDENTE HA PROVOCATO LA GUERRA IN UCRAINA
FAZI EDITORE

 

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Last modified on Wednesday, 12 July 2023 18:58
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