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Alfonso Oliver: “I sacrifici fanno parte del gioco”

By Michela Zanarella August 29, 2016 11017

Ha origini calabresi, è nato a Crotone, ma all’età di sei anni si trasferisce con la famiglia a Reggio Emilia. E’ proprio in terra emiliana che Alfonso Oliver inizia a muovere i primi passi nel mondo della musica. Si iscrive ad una scuola pubblica e si dedica al canto moderno,oltre allo studio della chitarra classica. Per mantenersi lavora come carpentiere, ma la musica lo accompagna sempre e si impegna con determinazione per concretizzare il suo sogno. Arriva il primo album“Hotel del rock”, realizzato con il proprio gruppo “Gli Oliver”, prodotto dall’etichetta romana Terre Sommerse, un esordio che consente al giovane artista di farsi conoscere a livello territoriale. Poi una scelta, un percorso da solista, che lo porterà al primo album da cantautore “Tutta colpa della musica”, un progetto discografico che contiene otto brani particolarmente interessanti. “Giro giro mondo” sarà la track di maggior successo. Tanta radio, diverse trasmissioni televisive, live e concerti, l’incontro con i big. Continua la scia di consensi e dopo il singolo #Blablablasi aggiungonoaltre date in giro per l’Italia e in Ucraina. “30” non è altro che una provocazione rivolta a quei giovani non più ventenni che pensano che non ci sia più spazio per le speranze e per i sogni. E’ un invito a reagire, a credere in se stessi e nel futuro, perché la vita è un viaggio da affrontare con coraggio, privi di rimpianti e paure.

Alfonso Oliver, un percorso artistico fatto di sacrifici ed impegno, che ti ha portato anche in Ucraina. Dall’esordio quali sono state le tappe più importanti? E come hai vissuto l’esperienza fuori dai confini nazionali?

La tappa più importante è stata quello di iniziare questo percorso, poi tutte le volte che scrivo, che salgo su un palco, le considero grandi opportunità. I sacrifici fanno parte del gioco, e bisogna essere disposti a pagare il prezzo che questo lavoro richiede.L'Ucraina è stata una grossa scoperta per me. Grazie al cantautore Andrea Pinto, italiano ma residente a LVIV, ed ai suoi promoter, sono stato per due volte in tour in quella bellissima terra. C'è un amore sfrenato per noi Italiani e soprattutto per la nostra musica.

30, come nasce questo nuovo singolo e come è avvenuta la realizzazione del video? Perché proprio questa cifra?

Questo nuovo singolo nasce dalla voglia di provocare tutti coloro che credono che superando una certa età, i "30", si debba porre fine ai propri sogni e mettersi al sicuro,senza poter rischiare più nulla della propria vita...E' un testo scanzonato, ma se si ascoltano bene le parole c'è anche tanta nostalgia.

Che significato ha per te fare musica nell’era digitale?

Essendo io stesso dell'era digitale, non saprei forse dare una giusta risposta…Ma non mi sono mai posto la domanda devo dire.

Che rapporto hai con la tecnologia e con i social?

Molto buona. I social e la tecnologia sono tutto oggi e ad essere sincero amo la comodità che ti danno.

La vita è fatta di incontri. Quale è stato fondamentale in ambito professionale?

La mia prima scuola di canto.

Che rapporto hai con le persone che ti seguono e come vivi la popolarità?

Amo la gente e l'unica cosa di cui veramente mi preoccupo sempre, è riuscire a toccare i loro punti deboli...perché sono loro che decidono chi può o meno fare questo mestiere…E devi dare tutto quello che puoi e anche di più.

Progetti futuri.

Finirò il mio tour in agosto. Poi si torna in studio!!

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Last modified on Monday, 29 August 2016 16:23
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