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“… non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato” (Giovanni 16,17)

By Enrico Malatesta-Ripanti November 04, 2020 2913
Papa Francesco al santuario del Divino Amore Papa Francesco al santuario del Divino Amore

  All’Angelus di domenica 25 ottobre, Papa Francesco ha annunciato la nomina di tredici nuovi cardinali.

 

 

“Tra essi sei sono italiani: ed è insolito che una metà siano nostrani. S’accrescono le modalità di uscita dalle regole tradizionali nella scelta dei ruoli e delle sedi, uscita praticata da Francesco fin dal primo concistoro, nel gennaio del 2014”, ha commentato il decano dei vaticanisti italiani Luigi Accattoli. Per altri, invece, la notizia segna anche il proseguimento di una secca reazione, da parte di Francesco, alle voci che parlavano di un indebolimento del suo Pontificato durante il coronavirus, dopo lo scandalo finanziario vaticano e la pubblicazione dell’Enciclica Fratelli Tutti, l’indizione del Concistoro segna quindi un nuovo cambio di passo.

         Ma andiamo per ordine. Nessun indebolimento ha causato il recente scandalo che ha fatto capo alla destituzione del cardinale Beciu. La fermezza del Pontefice nella volontà di “mettere ordine” nelle cose della Chiesa e di bandire una volta per tutta la corruzione dalla Casa di Dio è dopotutto cosa che ha contraddistinto tutto il suo operato fin dal’inizio della sua salita al Soglio di Pietro. Come anche la scelta operata dallo stesso Conclave che lo ha selezionato e voluto, prendendolo da lontano ed appartenente all’antica e nobile stirpe ecclesiale dei gesuiti. Tanto è vero che nei corridoi dei sacri palazzi, il giorno dopo del suo “Abemus Papam”, già mormorava: “è arrivato il «liquidatore» del disordine“.

         Ciò che invece salta al’occhio, anche del più sprovveduto commentatore di cronache vaticane, è che dei 6 nuovi cardinali italiani, sui 13 nominati, due abbiano stretta “confidenza” con il Santuario della Madonna del Divino Amore. Si perché nello scandalo che ha travolto Beciu, coesiste un secondo “affaraccio” non meno peccaminoso del precedente, anzi per certi versi…. , ben peggiore.

Ci riferiamo alla paventata canonizzazione (proprio sotto la diretta responsabilità del cardinale Beciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi) di don Umberto Terenzi, l’artefice nel 1959 del collocamento dei microfoni nel confessionale, foresteria e cella di Padre Pio, per spiarne l’operato. Un sacrilegio che negli anni sessanta fece gridare allo scandalo religioso alla stampa di mezzo mondo.

Fummo proprio noi, da queste pagine lo scorso giugno, gli unici a protestare (vedi articolo) per l’impropria elevazione del personaggio a “servo di Dio”.

Don Terenzi complice dei frati cappuccini nello scandalo Giuffré, tradì la fiducia, l’amicizia e la sua stessa consacrazione sacerdotale, a danno di chi Santo lo era veramente: Padre Pio.

         Dunque l’elevazione a cardinale di Mons. Marcello SEMERARO (Vescovo di Albano e Segretario del Consiglio dei Cardinali) e la nomina, dello stesso, a Prefetto della Sacra Congregazione delle Cause dei Santi, in sostituzione del destituito Beciu ; come anche l’elevazione a cardinale di Mons. Enrico FEROCI ( Direttore della Caritas) e la sua nomina a Parroco del Santuario della Madonna del Divino Amore di Castel di Leva, ci inducono, gioco forza per diritto di cronaca, a pensare.

         A pensare e dedurre che il nostro amato ed illuminato Pontefice, Papa Francesco, agendo con tempestiva risoluzione, abbia messo in salvo lo spirito di fede di milioni di credenti, devoti alla tradizione dei Santi e …., come anche a quella vastità di numerosi terreni, donati per grazia ricevuta, dagli innamorati di fede della Madonna del Divino Amore che trovarono salvezza da morte certa nel’ultimo conflitto Mondiale.      

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Last modified on Wednesday, 04 November 2020 13:17
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