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Ad ogni vino il suo bicchiere

riflessioni su di una storica visita alla Glashütte Riedel a Kufstein

Di Urano Cupisti

 

1ovvero esaltare le qualità organolettiche specifiche di ciascun vitigno con calici studiati nella forma in una concezione stilistica raffinata ma essenziale. L’intuizione di Claus Riedel, “attizza il fuoco e non salvare le ceneri”. Siamo nel 1961, Claus rappresenta la 9° generazione, viene stampato il primo catalogo di quei calici che segnarono e segnano attualmente la cultura mondiale di “come bere il vino”.

Nel 1973 il lancio di Sommeliers , la vera svolta, il trionfo del concetto “rendere giustizia al vitigno con un calice adeguato”.

Quando Christoph Riedel nacque nel paesino boemo di Neuschloss, siamo nel 1678, nessuno avrebbe potuto prevedere che in quell’anno sarebbe nata la dinastia dei Riedel, la stirpe della più grande azienda produttrice di cristallo al mondo dedicato al Vino (calici e decanter)”.

Rileggendo gli appunti presi nell’incontro con Maximilian Riedel (11° generazione) avvenuto quest’estate presso la Glashütte di Kufstein, nell’Alto Tirolo austriaco, emergono tre elementi “portanti” che identificano il Marchio e la Presenza Riedel nel mondo: “le radici”, “l’imprenditorialità”, “lo stile”.

Le Radici. Storia scritta e narrata da quel lontano 1678 ad oggi attraverso fughe dalle guerre, costruzioni di fabbriche e testimoni delle loro distruzioni, fughe dai vari regimi fino all’incontro con la Famiglia Swarovski: l’inizio della storia della Glashütte di Kufstein.

L’Imprenditorialità. D7eterminazione, spirito innovativo, abnegazione, lungimiranza, successo. Fiutare al momento giusto (oggi diremmo investimenti nelle nuove tecnologie) il grande potenziale della soffiatura del vetro a macchina. Acquisire realtà produttive come la Spiegelau e la Nachtmann e precorrere i tempi.

Lo Stile. Quello inconfondibile Riedel. Eleganza e allo stesso tempo sostanzialità, concisione, essenzialità. E nello stile il viaggiare in tutto il mondo a tenere banchi-laboratori di degustazione con sommeliers ed intenditori di fama internazionale per dare origine e vita ai calici e decanter Riedel. Unici.

Unici come “superleggero” l’ultimo nato: inatteso incontro, eccitazione nel toccarlo, emozione nell’usarlo. E mai come in quell’istante le parole di Maximilian sono echeggiate nella loro veridicità:

Per esprimere al meglio ogni stile di vino un unico calice non basta. Il bouquet, il sapore, l’equilibrio e il finale di un vino sono tutti sensibili alla forma del calice in cui il vino viene servito. Lo stile delle forme dei calici Riedel è mirato ad esaltare il profilo aromatico d’insieme di uno specifico stile di vino, valorizzandone le qualità organolettiche”.

Oggi nella Glashütte di Kufstein c’è una capacità produttiva di 250.000 pezzi all’anno. Rappresenta la tradizione 2(soffiatura a bocca), l’artigianalità, la storia. La sua visita, a partire dalla idilliaca cittadina di confine Kufstein con la sua fortezza che predomina su una piccola altura “la perla del tirolo” (grazie ad una canzone tedesca dedicata alla città. Ma questa è un’altra storia) ti lascia qualcosa dentro che porti con te nei ricordi. Consapevoli che tutto è reso posiibile (economicamente parlando) dalla notevole rimanente produzione assestata intorno ai 55 milioni di pezzi annui che escono dalle tre glashütte bavaresi di Frauenau, Amberg, Weiden.

Nella sala di rappresentanza, mentre Maximilian Riedel parla, osservo, scruto, penso. Una cattiva notizia mi coinvolge: il tempo a disposizione è terminato. Troppo in fretta?. La buona notizia viene in soccorso: ho acquisito il suo valore nell’impiegarlo. Grazie Maximilian.

   Il Sig. Maxmillian Riedel  

 

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Last modified on Tuesday, 11 October 2022 08:03
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