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Uno sposalizio a Palawan

By Nino Modugno May 15, 2016 7472

Non è in una chiesa ma in una capanna che, prevalentemente, a Palawan si celebra il matrimonio fra due componenti del gruppo etnico Tagbanua: lo sposalizio è uno stato di passaggio accompagnato in tutte le culture da particolari rituali.
Palawan è una delle 7107 isole che compongono la repubblica delle Filippine, la quinta in ordine di grandezza. E’ un’isola relativamente sottopopolata, la sua densità, è meno di 30 persone per Kmq (il censimento di popolazioni nomadi fornisce dati approssimativi), ma il tasso di incremento annuo dell’isola (4,3 per mille), nettamente superiore a quello nazionale (2,6 per mille), dovrebbe a lungo termine modificare la situazione. I Tagbanuà, una delle etnie più antiche della Filippine, sono prevalentemente sedentari e cristianizzati a differenza di altri gruppi etnici dell’isola, come i Batak. Convertiti da lungimiranti missionari hispano-filippini, i Tagbanua hanno conservato le antiche tradizioni, mescolando senza problemi la teologia locale con quella cristiana, così come hanno fatto a suo tempo le popolazioni del golfo di Guinea trapiantate nei Caraibi al rretempo della tratta degli schiavi. Rimarchevole che, al momento della penetrazione spagnola (XVI secolo), i Tagbanua presentavano una organizzazione sociale evoluta, disponevano di un alfabeto di 16 caratteri e di una propria scrittura, orientata dal basso verso l’alto e da destra verso sinistra.

Le nozze di due giovani Tagbanua si celebrano in una capanna, che può essere quella di uno dei due fidanzati o quella del divata, il sacerdote-sciamano officiante, cui spetta, per consuetudine, la cattura della prima uscita di pesca o il primo nato dell’allevamento animale. I due fidanzati siedono al centro della capanna. Il divata, borbottando parole incomprensibili per i presenti, si avvicina ad essi con un recipiente pieno di olio di cocco (qualche volta il recipiente è costituito da una mezza noce di cocco o è sostituito dal palmo della mano), intinge un dito nell'olio, traccia una linea sul braccio dello sposo, dall'estremità dell'indice fino alla spalla. Alla sposa traccia una linea analoga, prolungandola fino al seno. Al termine dell’unzione i due fidanzati sono marito e moglie.

 

Nino Modugno

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