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Il Napoli batte 2-0 il Sassuolo e continua la sua volata in testa alla classifica. I partenopei con la vittoria sul Sassuolo, sono alla 20/a vittoria in A su 23 gare giocate. Al Mapei Stadium fin dai primi minuti, il Napoli mette in mostra un possesso palla e un’aggressività non comune. Al 13′ il Napoli è già in vantaggio: Olivera serve nella zona mediana Kvaratshkeila che dopo essersi impossessato del pallone, salta tre uomini, e con un gran tiro batte Consigli. E’ sempre lo stesso calciatore georgiano, imprendibile per qualsiasi avversario a colpire un palo clamoroso al 26′ col sinistro. Poco dopo al 33′ arriva il raddoppio: Osimhen dopo aver vinto un corpo a corpo con due avversari, da posizione defilata con un tiro potente, infila sul primo palo Consigli. Spalletti, alla panchina numero mille, in Serie A, può ritenersi soddisfatto per lo stato di forma della sua squadra e in particolare dei due fuoriclasse Kvaratshkelia e Osimhen. Gli emiliani nonostante il divario tecnico con l’avversario, hanno fatto una buona gara, ma non sono stati nemmeno fortunati: Laurientè ha colpito il palo subito dopo la prima rete partenopea e solo un fuori gioco millimetrico ha impedito allo stesso giocatore francese di ridurre le distanze al 43′
L’Inter batte 3-1 l’Udinese. I nerazzurri non splendono ma si rialzano immediatamente dopo il passo falso con la Sampdoria. Con la riacquistata serenità potranno prepararsi al meglio per l’andata degli ottavi di Champions League contro il Porto in programma mercoledì. Inzaghi in questo incontro, ha puntato molto sul turnover. A sbloccare il match di San Siro è stato un rigore di Lukaku (20′), che non segnava in campionato addirittura dalla prima giornata. il belga prima sbaglia il primo tiro dal dischetto, ma l’ingresso anticipato in area di Masina, gli concede una seconda chance che non sbaglia. L’Udinese però non molla e trova il pareggio al (43′), approfittando proprio di un errore di Lukaku per una ripartenza micidiale, conclusa da Lovric con un preciso destro sotto la traversa. A riportare in vantaggio i nerazzurri ci pensa al 73′ Mkhitaryan, con un bel destro al volo. L’Udinese nel finale prova l’assalto alla caccia del pareggio, ma ci pensa Lautaro Martinez a chiudere la sfida. L’argentino prima spedisce alto un pallonetto, poi sull’azione seguente, batte Silvestri con un destro al volo per il gol del definitivo 3-1.
Vittoria sofferta del Milan per 1-0 contro il Monza in una partita contro il suo storico passato. Nessuno spettatore sarà riuscito a distogliere gli sguardi dalla tribuna dove era seduta l’ex dirigenza rossonera, ora alla guida dei cugini di Brianza. La vittoria dei rossoneri dopo un periodo di crisi, conferma la ritrovata fase positiva dopo Torino e Tottenham. Nonostante il buon inizio dei brianzoli con occasioni per Ciurria e Petagna, il Milan riesce a prendere il sopravvento e colpisce il palo esterno con Leao al (19′). Il gol è nell’aria e arriva al 31′ con un bel sinistro dal limite di Messias che il portiere brianzolo Di Gregorio può solo toccare senza riuscire ad evitare il gol. Il Milan a quel punto riesce a difendersi con ordine senza rischiare. La ritrovata prova positiva del Milan coincide con quella del suo miglior calciatore, Leao, che si esalta negli spazi lasciati dai padroni di casa, esposti in avanti alla ricerca del possibile pareggio. Il Monza anche in questo incontro , ha confermato le qualità del suo gioco, ma dopo essere apparso impreciso e sfortunato, non ha potuto ottenere l’ennesimo risultato positivo.
Al Gewiss finisce 2-1 per i salentini Il Lecce infligge la seconda sconfitta in due partite all’Atalanta e si conferma squadra difficile da incontrare per le grandi del nostro campionato. La partita si mette subito in salita per i bergamaschi e dopo appena 5 minuti, Ceesay realizza con un gran sinistro da oltre venti metri . E’ una rete da incorniciare perché il calciatore riesce a liberarsi al tiro, dopo aver dribblato ben tre atalantini. I salentini poi raddoppiano verso la mezzora della ripresa con Blin. Si rivela inutile la rete di Hojlund, che approfitta di una clamorosa ingenuità del portiere Falcone, che gli rinvia addosso il pallone che poi carambola in porta.
La Roma batte 1-0 l’Hellas Verona e si mantiene nelle posizioni di testa della classifica. I giallorossi dopo aver giocato un primo tempo ad altissimo ritmo schiacciando il Verona nella propria metà campo, passano in vantaggio al 45′ con il diagonale vincente di Solbakken. Questi a sua volta era stato liberato in area da Spinazzola con un colpo di tacco. I giallorossi hanno meritato la vittoria nonostante la piena emergenza, dal momento che le mancavano pezzi importanti quali Pellegrini e Dybala, oltre ad Abraham fattosi male quasi subito.
La Lazio supera per 2-0 la Salernitana e ritrova il successo. Debutto amaro per Sousa, neo tecnico della Salernitana. che non ha saputo fornire una reazione positiva alla sua squadra. Nella prima frazione di gioco, i padroni di casa a seguito di una tattica piuttosto aggressiva, arrivano spesso a mettere a rischio la porta del portiere laziale Provedel, senza riuscire a realizzare Nella ripresa la Lazio riparte con la voglia di far sua la partita, così chiude i campani nella loro metà campo. A risolvere il match con una doppietta è il redivivo bomber biancoceleste Ciro Immobile. Al 60′ Marusic s’invola sulla fascia e crossa per Immobile che tutto solo, al centro dell’area non sbaglia. Nonostante la veemente reazione da parte della Salernitana, al 69′ arriva il raddoppio. Errore difensivo di Pirola e Sepe, con Immobile che dopo essersi inserito tra i due, viene atterrato in area. L’arbitro, richiamato dal Var, rivede l’azione e concede il penalty che viene trasformato con freddezza dallo stesso bomber laziale. Nel finale la Lazio ha la chance per realizzare il tris ma Luis Alberto si fa respingere dal portiere salernitano Sepe un altro rigore, fallendo anche la ribattuta
Spezia Juventus 0 -2. I bianconeri nonostante concedono poco spazio allo spettacolo, innescano due lampi sufficienti per portare a casa i tre punti. In vista del ritorno di Europa League col Nantes, Allegri lascia Chiesa a casa e al Picco fa un po’ di turnover optando per il 3-5-2. La vittoria è la conseguenza di un’attenta partita difensiva e di due giocate in contropiede. Fino alla mezz’ora il match restava bloccato, poi i bianconeri riescono ad andar a segno con Kean, al 32′ bravo a girare in rete di sinistro un cross di Kostic. Il gol innesca subito la reazione dello Spezia, che però non riesce a concretizzare. Nel secondo tempo il tecnico bianconero fa entrare in campo Di Maria, calciatore di livello, in possesso di una tecnica sopraffina. E’ proprio lo stesso nazionale argentino a raddoppiare dopo dieci minuti dal suo ingresso in campo. Al 21′ il suo forte sinistro rasoterra dalla distanza, si insacca nell’angolo alla sinistra di Marchetti. Lo Spezia a quel punto , si getta in attacco, ma a chiudere l’incontro definitivamente, ci pensa Perin con due grandi parate..
Di seguito i risultati della 23.a giornata
SASSUOLO-NAPOLI 0-2 SAMPDORIA-BOLOGNA 1-2 MONZA-MILAN 0-1
INTER-UDINESE 3-1 ATALANTA-LECCE 1-2 FIORENTINA-EMPOLI 1-1
SALERNITANA-LAZIO 0-2 SPEZIA-JUVENTUS 0-2 ROMA-VERONA 1-0
TORINO-CREMONESE 2-2
..In queste giornate invernali avvolte da un gelido ma affascinante e variopinto scenario questo è quanto emerge dalla visualizzazione delle novità nel campo della moda internazionale laddove l'abito ne è il protagonista in assoluto, l'accessorio ne diventa indispensabile e dove vi si accentua il potere ipnotico dei profumi nelle svariate scie di sensualita' perché vengono interpretati su schemi di civetteria da entrambi i sessi con il marchio Bespoke. In questa interminabile carrellata di tendenze e contemporaneita' i colori si disnodano in Pantani specifici ricreati da un arcobaleno in microdots e stribes, da rocambolesche varieta' sottomarine dove l'acqua ne è la sorgente di vita rigeneratrice e dalla natura con le sue molteplici forme e sfumature che giocano come sempre un ruolo molto importante.
La Parigi del lusso smoderato presenta Schiapparelli rivisitato da Roseburry che innalza il desiderio animalesco alla portata delle stelle con multi sfaccettature dell''oro a mo' di gioiello o di scultura che avvolge ed attanaglia il corpo ed a suffragio di un'eleganza imbattibile mentre Chanel con intrecci accurati convergono in collezioni d'avanguardia a volte surreali e definiti veri capolavori d'arte sartoriale. Pierpaolo Piccioli per Valentino smaltisce il set di eleganza correttamente indossata mentre Viktor & Wolf strabiliano come sempre indotti da una capacita' pittoresca e che con magica destrezza ci agguanta interpretando l'abito trasportato a mano dalla modella in grepiers.
Il Christian Dior della Chiuri ci riporta alla spregiudicatezza delicata e corretta dalla maestria del fatto a mano, la sensualità trasparire ma con riservatezza.
Giambattista Valli inonda la passerella con strascichi cinematografici, mentre per Jean Paul Gaultier, l'infante terribile della moda, Haider Ackermann reinterpreta il suo linguaggio in un silenzio monasteriale ed iconografico. Fendi si distingue per grazia e raffinatezza mentre un Zuhair Murad non si smentisce mai per la sua preziosità.
L' Architettura viene coinvolta nella strutturazione e ristrutturazione di capi congeniti ed il gourmant che ne scaturisce dall'immagine rende appetitosi questi abiti scientografici dove la scienza si lega ad avanscoperta e colma la nostra curiosita'.
Nell'enigma della femminilità la donna e' una mutante irreprensibile ed irresistibile, concreta ed astratta allo stesso tempo.
Presentato a Tokio il Volume 2, dopo il precedente successo di New York con il Volume 1, da Francesco Risso per Marni, dove si è giocato con colori saturi quali il bianco,il nero,il rosso ed il giallo e grandi ampollosità xxlarge, che hanno sfilato nell'arena del Yoyogi National Gymnasium (progetto di Kenzo Tange)interamente avvolto da bianca carta per fare emergere questi capi spaziosi.
Roma si concentra con infrastrutture a piramide dove i talenti con le loro genialità ed assurdità confluiscono in un unico filone,come sempre poi proposto dai grandi brand in collezioni capsule.
L'ecostenibilita è leader nel settore dove ci si veste addirittura con polvere di marmo. Nelle sfaccettature del "Made in Italy confluiscono tutte le vere speranze del Made to Measure" del "Pret a Couture"ed il "Pret a Porter",termini quasi ormai caduti in disuso ma ancora sovrani dal dietro le quinte. Puntando sull'Alta Moda ed anticipando la settimana della moda di New York Marc Jacobs sfila al Park Avenue Armony con succinte imbottiture avvolte su modelle che si sospendono sui famosi stivali Kiki a piattaforma altissima. Nella Fashion Week ufficiale della Grande Mela non ci sono eccezioni, più urbanistica ma anche congeniale, a rispetto delle sue architetture e della business attitude, consentono di alleggerire il carico dell'over size, esclusivamente rilegato al Down Town mentre nella City imperversa l' eleganza e la sobrieta', non più minimal ma ricca e vibrante, per la maggiore vanno le collezioni di Sergio Hudson, Christian Siriano, Tory Burch, Kate Spade, Brandon Maxwell, Altuzarra, Helllessy, Marisa Wilson, Alice+Olivia. Gli After party hanno convogliato una moltitudine di vip alla ricerca dei Trends durante un drink.
Londra più consumistica e costumistica che pratica coinvolge lo sguardo sui criptogrammi dell'invenzione Age ed è sempre stata d'ispirazione a quella tendenza "Dark" che la contraddistingue (a parte l'intramontabile romanticismo di Bora Aksu). È inutile anticipare il corto o il lungo il mini o minimal, il giallo o il verde, amaranto o castagna,attillato o svolazzante, fa tutto moda poiché ciascuno di noi la interpreta in un modo diverso,personale e distinto.
La contemporaneità è data dall'alta tecnologia dei tessuti e delle strutture,abili congegni che sostengono il quasi impossibile a realizzarsi ma che esistono non più virtualmente, fatti a mano oa macchina o in tre D, interagiscono in un mondo moderno in cerca dell'unicità '. La ricerca minuziosa in un'industria che non dorme mai è un dato di fatto, si parte da un passato ultra ricco di idee ad un futuro ricco di orbitali della transazione dove la materia prima si esplora nelle galassie siderali o nelle collisioni atomiche.
Di Lady Fiorella Bellagotti
L'essere umano è l'animale meno coerente.
Non ha memoria, soffre di mania di protagonismo, passa continuamente da interessi diversi: segue per esempio lo scempio del recente terremoto in Siria e Turchia e ascolta i pettegolezzi di Sanremo con la medesima attenzione, per poi riprendere ad ascoltare notizie tragiche delegando sempre colpe a questo o a quello. Niente lo sconvolge più quasi fosse abituato al male. Adesso pranziamo o ceniamo di fronte a un telegiornale senza la giusta attenzione a meno che si tratti di notizie che ci toccano da vicino.
Tutti tuttologi, sapienti, riflessivi, pronti a giudicare, condannare e decidere se alzare o abbassare il pollice a favore o a sfavore di chiunque. Siamo diventati automi dei social dove là non ci sia la possibilità di fare la guerra fisica, si passa a quella verbale. Si demoralizza, si umilia, s'intimidisce chi non ha la giusta difesa. Tutti leoni da tastiera che a volte "sparano" parole che uccidono, che fanno male, che inchiodano i più deboli o chi non è capace di difesa.
Nascono gli sfottò, il bullismo, il dominio, s'insinuano orchi adescatori, incantatori di parole e traditori di amicizie. Vi è sempre la vittima e il carnefice, il debole e il vincitore. Ma vincitore di cosa? Siamo passati dai salotti delle chiacchiere ai salotti dove parlare di sangue, di violenza, di orrore.
Ogni giorno i media televisivi ne propongono una quantità esagerata. Lo fanno perché questo tipo di televisione ha un seguito enorme. Un interesse quasi malato. La gente segue dove c'è il male, la curiosità, il dolore. Audience altissimi dove giornalisti (?), personaggi dello spettacolo, gente comune ha la soluzione di qualsiasi problema, tutti che "se ci fossero loro al governo", "se ci fossero loro in quella circostanza..." e intanto diventiamo più soli, più poveri di altruismo, più inclini al dividersi anziché costruire qualcosa di migliore. COERENTE (aggettivo) significato: colui o colei che è conforme ai principi morali, alle idee professate… Ecco, molti si dichiarano di mentalità libera e aborrono chi la pensa diversamente da loro. Altri che si dichiarano compassionevoli ma guai se un extracomunitario gli passa avanti nella fila. Ci sono poi i buonisti che stanno dalla parte di Putin e altri buonisti che invece sono per Zelenski, come se la guerra fosse un gioco e non si parlasse di esseri umani che per voleri di un potere selvaggio e insensato muoiono ogni giorno. Se solo per un attimo, potessimo essere al di sopra della nostra terra e vedere quanto siamo piccoli e inetti, fragili con una fine per ognuno già programmata alla nascita, se potessimo renderci conto che siamo noi il male del nostro male forse cambieremmo modo di pensare.
La terra è di tutti, le risorse anche, i bisogni sono gli stessi ma l'animale terrestre attraverso strutture ben organizzate è diventato schiavo di un potere bisognoso di pedine al loro servizio. Un potere con i tentacoli che ha gerarchie dappertutto e che ci ha ormai "formattato" il cervello rendendoci egoisti, insensibili, sadici e purtroppo ormai inutili nel ricreare un pianeta che respiri di amore, solidarietà e fratellanza civile. Si, qualcuno si salva ma non fa testo...
Con la vittoria 3-0 sulla Cremonese, il Napoli ottiene la sesta vittoria consecutiva e continua la sua fuga in vetta alla classifica. Il match non si rivela per niente facile per gli azzurri, a causa degli ospiti che adottano un atteggiamento prudente basato su una difesa bloccata. E una disposizione tattica che normalmente applicano le squadre che sanno di avere un tasso tecnico inferiore. Il Napoli per scardinare la difesa avversaria si affida al suo gioco corale, esaltato dalle giocate dei singoli. Lozano e Kvaratskhelia larghissimi sulle face laterali si rivelano importanti nel loro compito. La sfida si sblocca grazie a Kvaratskhelia al 22° che portandosi il pallone sul destro riesce a battere il portiere lombardo Carnesecchi. con un gran tiro in diagonale. E’ veramente notevole il tasso tecnico di questo estroso calciatore georgiano che è difficile da marcare per qualsiasi avversario. Al 20′ della ripresa Osimhen devia il pallone in rete sulla linea di porta, dopo un colpo di testa di Kim che diventa un assist decisivo. Nonostante il doppio vantaggio, gli azzurri non demordono e ottengono il terzo gol con Elmas al 34′ del s,t.. Questi con un preciso diagonale. realizza il suo sesto gol in campionato su assist di Di Lorenzo. Il Napoli così si vendica dei lombardi, (che li aveva eliminato dalla Coppa Italia), i quali restano ultimi in classifica con otto punti, a -11 dalla zona salvezza.
ll Milan batte 1-0 il Torino nell’anticipo della 22esima giornata di Serie A e ritrova il successo dopo cinque partite. Giroud che con il suo gol aveva deciso l’incontro contro i granata l’anno scorso, ha realizzato anche quest’anno. il francese ha l’istinto del bomber e si getta in area su ogni pallone creando occasioni da rete in ogni circostanza. Anche in questo incontro ha fatto ritornare il sorriso ai sostenitori del Milan, dopo un primo tempo di grande sofferenza. Suo è il colpo di testa al (62′) che sfrutta al meglio un cross perfetto di Theo Hernandez. Giroud arretra di quel tanto che basta per anticipare Djidji di testa e centra l’angolo lontano dal portiere. I granata tentano il tutto per tutto nel finale, ma non riescono a riprendere gli avversari, che ottengono la seconda sconfitta del 2023.
Lazio Atalanta. 0 – 2. Una grande Atalanta trascinata dalla coppia Lookman-Hojlund batte la Lazio al termine di una partita bellissima, con azioni da una parte e dall’altra, come non se ne vedono sovente nel massimo campionato italiano. All’Olimpico il match si sblocca al 23′ grazie a un destro a giro sotto l’incrocio dei pali di Zappacosta. La Dea gioca meglio e trova il raddoppio al 65′ grazie a Hojlund che deposita a porta vuota un assist perfetto di Lookman. In questo match la Lazio è apparsa sottotono con Immobile ancora lontano dalla migliore condizione. Un brutto stop per i capitolini, che proprio all’andata contro la Dea avevano vinto e giocato un grande incontro. L’Atalanta ha meritato il 2-0 finale, perché ha giocato di più e con maggiore intensità rispetto agli avversari, non apparsi nelle migliori condizioni.
Lecce-Roma 1-1 Allo stadio di Via del Mare, il Lecce riesce a conquistare un punto importante contro una squadra che punta alla Champions. Succede tutto nel primo tempo: al 7′ il Lecce passa in vantaggio sfruttando una deviazione decisiva di Ibanez nella propria porta, su colpo di testa di Baschirotto. Al 17′ la Roma trova il pari con un calcio di rigore di Dybala. A chiudere in parità l’incontro è stato l’atteggiamento di Falcone, portiere del Lecce, autore di almeno tre interventi decisivi. Alla Roma è mancato il gioco a centrocampo quando serviva quel qualcosa in più dal punto di vista tecnico e caratteriale per riuscire ad avere la meglio di una squadra come quella pugliese, che giocava sul piano della fisicità. Di positivo nella Roma, il rientro in campo di Wijnaldum, a quasi sei mesi dalla frattura del perone subita in allenamento
La Juventus batte 1-0 la Fiorentina. Il gol decisivo è al 34′: su cross pennellato di Di Maria, Rabiot colpisce di testa a rete. Terracciano respinge come può e i mezzi tecnologici segnalano all’arbitro Fabbri che il pallone ha superato completamente la linea di porta. Nella ripresa il Var annulla sia il gol del raddoppio a Vlahovic per un fuorigioco millimetrico, che nel finale quello del pari a Castrovilli, per un offside di Ranieri a inizio azione. La Juve con una prova di compattezza, tiene la porta inviolata per la terza gara di fila tra campionato e Coppa Italia. La Fiorentina, nonostante una buona prova complessiva, si ritrova davanti a una classifica davvero desolante, avendo raccolto un punto in 5 partite.
Nel posticipo che chiude la 22.ma giornata di Serie A, l’Inter non va oltre lo 0-0 contro la Sampdoria e si ritrova a -15 dal Napoli. Nel primo tempo Lukaku & Co. giocano spesso sottoritmo e sviluppano un possesso palla sterile. Nella ripresa le occasioni migliori se le procura Calhanoglu, ma gli uomini di Stankovic resistono con una prova di grande valore atletico. Tra i nerazzurri c’è stato anche del nervosismo come in occasione del litigio in campo tra Lukaku e Barella. Proprio in pieno recupero l’Inter costruisce la sua grande occasione: sulla conclusione dalla distanza di Acerbi, Audero il portiere doriano, effettua una grande parata e devia il pallone sulla traversa. Con il pareggio, i liguri si prendono un punto che porta fiducia e speranza, anche se si ritrovano in piena zona retrocessione.
Questi i risultati della 22.a giornata
MILAN-TORINO 1-0 EMPOLI-SPEZIA 2-2 LECCE-ROMA 1-1
LAZIO-ATALANTA 0-2 UDINESE-SASSUOLO 2-2 BOLOGNA-MONZA 0-1
JUVENTUS-FIORENTINA 1-0 NAPOLI-CREMONESE 3-0 VERONA-SALERNITANA 1-0
SAMPDORIA-INTER 0-0
Testo e regia di David Mastinu. Con Stefano Ambrogi, Nadia Rinaldi, Martina Zuccarello, Germana Cifani e Michele Capuano
costumi di Alessio Pinnella, scenografia di Cristian Carcione
Siamo nella periferia di Roma nei primi anni '50, a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, le cui cicatrici sono ancora visibili sul territorio e sulla popolazione. Mentre comincia una lenta rinascita economica, nelle periferie il tempo sembra essersi fermato. Baracche in legno e lamiera ospitano famiglie numerose che, resti senza casa dopo i bombardamenti, cercano di tirare a campare come possono.
“Amara” è la storia amara di una di queste famiglie. Renato (Stefano Ambrogi) e Teresa (Nadia Rinaldi) sono marito e moglie, Maria (Martina Zuccarello) è una trovatella che Teresa cresce come una figlia, Rosetta (Germana Cifani) è un'amica della baraccopoli e Pierpaolo… Pierpaolo è il giovane Pasolini (Michele Capuano), che David Mastinu immagina di aggirarsi per queste periferie in cerca di ispirazione. Cenni delle sue opere si affacceranno durante il racconto e sono in ogni angolo della scena. Una bella idea.Soprattutto il confronto di Pierpaolo con le persone della borgata, che sottolinea il baratro sociale tra lo scrittore e questi sfortunati, ma che permette di far emergere la profondità d'animo dello scrittore nel volerli capire, dargli voce, come farà per esempio in “Ragazzi di vita”.
Renato è gretto, violento, un carnefice della sua famiglia, che sfoga su di loro tutte le sue frustrazioni; costringe la moglie Teresa a subire le sue angherie ea prostituirsi. Maria è una ragazza del sud, orfana di guerra, per di più menomata ad una gamba, adottata affettuosamente da Teresa. Tra le due c'è un forte sentimento, ben manifestato dalla sceneggiatura. Rosetta è l'immancabile e onnipresente “vicina di casa” (o forse è più corretto dire di baracca). In questa cruda realtà arriva Pierpaolo, persona colta che stona con l'ambiente e che col suo parlare forbito spesso non viene capito dalle tre donne, con le quali cerca di relazionarsi allo scopo di scrivere un libro.
Le tre donne, per uscire dalla loro amara realtà, hanno maturato un'idea, che però Renato, diffidente e malfidato, ha fiutato. Il padre padrone è poco propenso a farsi sfuggire le sue vittime: la moglie, unica fonte di reddito, e la figliastra, la sua servetta.
La storia è dura e cruda e così la sceneggiatura la propone, come quella che abbiamo visto rappresentata spesso nei film neorealisti con Fabrizi, Totò, Manfredi, Magnani e altri grandi nomi del primo dopo guerra. Le stesse baracche di quei film che ancora ricordo aver visto nella mia adolescenza; le ultime rimaste, per fortuna.
La scenografia è perfetta: il canneto vicino al fiume, lo stendino per i panni, la baracca, la gabbia con tanto di pollo vero, i pneumatici a mo' di sofà e le sedie sgangherate con il tavolo disadorno. Poi i costumi: fatiscenti, sudati, sporchi di unto e fango, che sprizzano degrado e povertà. Un ottimo lavoro di Alessio Pinnella e Cristian Carcione che restituiscono quello spaccato di vita, accompagnati da un ottimo inserimento delle luci e dall' efficace colonna sonora con qualche brano dell'epoca in sottofondo, in cui ho riconosciuto Gabriella Ferri.
La sceneggiatura di David Mastinu funziona, tocca, va nel profondo. Ci annichilisce proiettandoci in una realtà neanche troppo distante nel tempo dalla nostra e che involontariamente ci riporta a ciò che sta accadendo in Ucraina, come a sottolineare che purtroppo ci sarà sempre una realtà come questa. Un racconto duro, tremendo, fastidioso, ma che trova lo spazio anche per indurre delle risate di cuore, seppur con un retrogusto amaro. La naturalezza, la disinvoltura, la schietta e verace romanità dell'epoca dalla battuta pronta, ci fanno dimenticare a tratti questa storia, grazie a sagaci, divertenti ed argute battute . Poi la storia ci risprofonda inevitabilmente nella vita degradata delle favelas capitoline. Finito di ridere, infatti, si ha l'impressione di rimanere ancora di più invischiati in quel fango, che sembra cementarci, bloccarci,
Gli attori? Magnifici! Stefano a tratti spaventa, sembra che la sua rabbia non si affievolisca maltrattando le donne. Pare voler scendere dal palco per venire a sbatacchiare ognuno di noi. È arrabbiato con tutto il mondo, con la vita, con il destino, forse anche con se stesso. È vittima delle circostanze, della sfortuna, della società; ma preferisce essere carnefice degli altri, vomitare la sua frustrazione sulle persone che dovrebbero amare invece di farsele alleate per tentare di uscire da questo circolo vizioso; ma forse è troppo vigliacco o pigro per farlo. Stefano è perfetto: la fisicità, le movenze, la voce profonda e dura, il dialetto fanno sì che risultano antipatico dal primo momento, ma avrà teatralmente il suo momento di gloria quando tutta la sofferenza per questa vita verrà palesata attraverso uno sfogo davvero toccante e profondo. Si arriva a capirlo nell'intimo, ma ne ha fatte davvero troppe per poterlo scagionare alla nostra coscienza. Non può non far tornare in mente Nino Manfredi in “Brutti sporchi e cattivi', in versione forse anche più cattiva.
Teresa è la vittima predestinata, il capo espiatorio su cui si riversa tutta la frustrazione dell'uomo. Come anche Nadia, una stupenda disgraziata romana, la “Lupa” che forse dà a Teresa la forza di resistere alle vessazioni del marito. Tutta la sofferenza si legge non solo nelle parole, ma negli occhi di quest'attrice, perfetta nella sua interpretazione che non può far ritornare alla mente Anna Magnani. I suoi sentimenti, le sue paure, le violenze patite, ogni gesto, ogni sguardo ci fanno soffrire e capire. È davvero una bella e stupenda rappresentazione di una tipica donna romana dal cuore grande, ma anche dal grande fardello di scelte sbagliate portate sulle spalle.
Martina è dolcissima in questa parte. Claudicante, si muove indossando una calza su è una giù; ottimamente assorbita dal personaggio, con naturalezza ci appare brutta, sciatta, ignorante facendo uso di smorfie enfatizzate che le distorcono il viso trasformandola in una riuscita immagine caricaturale dell'ignoranza e del suo disagio interno, pur lasciando trasparire nei suoi modi una fievole speranza. Davvero bravo. In realtà Martina è una ragazza dolcissima e molto carina. Una grande trasformazione, la sua. Lei è la rappresentazione di un'adolescenza abortita, amputata, sbattuta in quel fango e in quel lezzo, mentre cerca di sopravvivere al suo crudele destino. Unica fortuna riservatale dal fato è quella di aver trovato un' affettuosa e brava seconda madre in Teresa, che con tutti i suoi limiti cerca di darle un futuro. Quando racconta la storia della sua vita diventa ancora più struggente, colpisce il pubblico con le sue parole, ma soprattutto con l'empatia che riesce a trasmettere lasciando davvero senza parole. Personalmente sono rimasto con il groppo in gola…
Germana e l'altra tipica romana, la vicina di casa a cui si può confidare tutto e che ti viene sempre in aiuto. La persona sulla quale puoi sempre contare, un peperino, divertente e schietta, anche lei in questa situazione di disagio, ma sicuramente più fortunata di Teresa perché almeno ha un marito migliore. Ci riserverà un colpo di scena finale inaspettato della sceneggiatura che farà molto riflettere. Germana, dà vita ad un bel personaggio, schietto e vero; anche lei una donna di cuore, che si trovò suo malgrado a fare una scelta crudele, scelta che con molta probabilità va contro il suo carattere o quell'etica che nella sua ignoranza ha comunque sviluppato.
Michele invece è nei panni di un giovane e timido Pierpaolo, così come lo vede David. Colto, attento, ma ancora acerbo in cerca della sua stagione per sbocciare. Mi piace l'idea che David ha voluto osare di Pasolini e che Michele ha saputo capire e ben interpretare. Dà un bel taglio al suo Pasolini; entra quasi in punta di piedi in questa realtà, timoroso, fortemente rispettoso, spontaneo, premuroso e disponibile verso queste persone.
Credo che Davide abbia fatto un ottimo lavoro di sceneggiatura e di regia. Credo che il cast sia perfetto, che i quattro baraccati rendano davvero l'idea di quella realtà triste. Significativi i risvolti umani e molto realistici che la sceneggiatura e gli attori manifestano, veri gli stati d'animo che portano a galla i desideri più reconditi, le paure, le confidenze reciproche, le crisi di rabbia, di violenza. Riuscitissimi i momenti di comicità, ben inseriti nel contesto drammatico. Il tutto è dannatamente realistico e alcuni passaggi sono veramente eccezionali per la loro forza e asprezza. Io, come il pubblico, sono rimasto colpito nel profondo da questa storia e dalla poesia con cui è stata presentata.
Bello spettacolo, bella storia, intense emozioni, bravissimi attori.
A Milano (Palazzo Reale) una Mostra di rara bellezza
Della vita di Hieronymus (o Jheronimus) van Aeken, meglio noto con lo pseudonimo di Hieronymus Bosch, sappiamo pochissimo, quasi nulla. E anche le opere a lui attribuite non sono certo numerose. Inoltre, cosa fondamentale, un mistero immensamente più fitto e impenetrabile di quello biografico avvolge la sua formazione culturale e la sua produzione artistica, facendolo risultare, senza alcun dubbio, come il pittore più enigmatico e impenetrabile dell'intera storia dell'arte occidentale.
Eppure, ben pochi altri artisti sono tanto presenti nell'immaginario collettivo, anche per quanto concerne gli individui meno culturalmente attrezzati e interessati al mondo delle Belle arti.
Ma perché l'arcano pittore fiammingo riuscirebbe a colpire tutti noi con tanta efficacia?
Un po' tutto questo, credo … e tanto tanto altro ancora.
Ma se è indiscutibile il fatto che la pittura di Hieronymus riesca a conquistarci in maniera del tutto indipendente dalla nostra capacità di comprendere e decodificare, riuscendo ad entrare in contatto con le nostre più impalpabili sfere pre-razionali, sub o sovra-razionali, è impossibile pensare che la sarabanda pirotecnica delle sue suggestive fantasticherie non scaturisca da una considerevole profondità di riflessione filosofica e di ricerca spirituale (gnostica? magico-alchemica? mistica ed esoterica? libertina e iconoclasta?).
Bosch non è soltanto, infatti, un disinibito incantatore, uno spregiudicato giocoliere, un prestigiatore dell'assurdo.
Bosch è, oltre che pittore tecnicamente raffinato e illimitatamente creativo, un attentissimo osservatore del suo mondo, dei vortici di follia dei suoi tempi, delle aberrazioni morali della sua società, nonché, soprattutto, critico indignato e severo delle ingiustizie, ingiurie e ipocrisie che, avvelenando l'animo dei gruppi di potere (civili e religiosi), condannano i popoli ad una esistenza di dolori, di stenti ed orrori.
Ritengo, pertanto, molto saggio e illuminante quanto scritto da Wilhem Fraenger, nel sostenere che l'" errore capitale " a lungo commesso dalla critica sia stato
“ quello di interpretare tutti i simboli oscuri di Bosch come altrettante “diavolerie”. Un nugolo di parafrasi cieche e di interpretazioni arbitrarie si è abbattuto sull'oracolo muto ed ha annegato nella confusione il suo linguaggio criptico. Poiché le metafore ei geroglifici di Bosch sono sempre apparsi incomprensibili al critico, questi li ha definiti irrazionali e non vi ha visto che dei sogni, delle allucinazioni e delle chimere, delle ossessioni suscitate da un terrore medievale del mondo e dell'Inferno .
(W. Fraenger, Il Regno Millenario di Hieronymus Bosch , Guanda, Milano 1980, p.27)
Le sue inarrivabili architetture simboliche, pertanto, sono tutt'altro (e immensamente di più) che scurrili e grotteschi “ fantasmi di un sognatore esaltato e irresponsabile ” (ivi, p.19).
Tutta l'opera boschiana, infatti, è attraversata da una travolgente furia smascheratrice delle iniquità perverse e pervertitrici del suo tempo, un tempo in cui, per usare le parole di un altro gigante a lui contemporaneo, “ la frenesia del guadagno è arrivata al punto che non c'è più cosa al mondo, né sacra né profana, che non sia stata trasformata in una fonte di reddito ” (Erasmo, Adagia , Einaudi, Torino 1980, p. 31), e “ i ceti più umili si vedono defraudati del necessario, tutta una serie di decime e di contributi viene a rosicare morso a morso il pane del povero ” (p. 33).
Un tempo in cui a trionfare sono la menzogna, la falsità e l'inganno. Un tempo in cui, sempre nelle parole di Erasmo da Rotterdam, “ Non c'è povero più diseredato di coloro che la folla venera come ricchi. Non c'è vescovo più alieno dall'ufficio episcopale di quelli che, fra i vescovi, vanno per la maggiore (…). E che dire di quelli che, per titolo, abito e cerimonie pretendono di rappresentare la perfezione in fatto di religione? Magari non fosse vero che, anche loro, dalla religione vera sono lontanissimi . (ivi, p.72)
Già, la “ religione vera ”…
Forse, è soprattutto di questo (o, addirittura, soltanto di questo!) che la pittura boschiana martellantemente vuole parlarci, vomitando rabbia e disgusto verso le vanitose lordure di una società inautentica, in cui, strappando la maschera agli individui che affollano la ribalta del potere,
“ Troverai dentro a questo un maiale, dentro a quello un leone, dentro a quell'altro un orso o, forse, un asino. ” (ivi, p. 79)
Già, la “ religione vera ” restituita al suo candore primigenio, alla sua catartica potenza taumaturgica, in grado di restituire luminosa innocenza al genere umano, in grado di far risorgere nel cuore di tutti gli esseri una gioia di vivere affratellante, capace di abbattere tutti i confini moralistici e cerebrali, immergendo tutto e tutti nel sereno godimento di un Eros sacro e profano insieme, nella danza giocosa di un Divino non più lontano o minaccioso, ma pulsante in tutto il respirare e il palpitare della Natura.
Per tutti coloro che desiderano immergersi nell'universo pluridimensionale dell'artista olandese, la città di Milano, sempre prodiga di iniziative eccellenti, offre (fino al 12 marzo) una mostra di straordinaria bellezza: BOSCH E UN ALTRO RINASCIMENTO .*
L'Esposizione, curata con raffinata intelligenza da Bernard Aikema (già professore di Storia dell'Arte Moderna presso l'Università di Verona), da Fernando Checa Cremades (professore di Storia dell'Arte all'Università Complutense di Madrid e già direttore del Museo del Prado) e da Claudio Salsi (direttore Castello Sforzesco, Musei Archeologici e Musei Storici e docente di storia dell'incisione presso l'Università Cattolica di Milano), permette di assaporare alcuni dei più celebri capolavori di Bosch, accompagnati da numerose opere derivate da soggetti del Maestro fiammingo.
Non quindi una monografica di tipo convenzionale, ma una suggestiva esposizione che getta un prezioso fascio di luce su aspetti meno noti (ma affascinantissimi) della cultura rinascimentale e che, soprattutto, offre al nostro sguardo avido e stupefatto, opere di Bosch di bellezza abissale, come il Trittico delle Tentazioni di Sant'Antonio , il Trittico del Giudizio Finale e il Trittico degli Eremiti .
Al di là di ogni ambiziosa quanto ipotetica speranza di apprendimento, comprensione e interpretazione, un'unica granitica certezza:
dopo esserci lasciati permeare da un disorientante effetto di inebriante stordimento psico-sensoriale, ci porteremo via mille interrogativi, infiniti dubbi e un insondabile desiderio di conoscenza.
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*https://www.palazzorealemilano.it/mostre/e-un-altro-rinascimento
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Infoline 02 54912
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Il Napoli vince anche a Spezia per 3-0, sale a 56 punti in graduatoria e fa un altro passo in avanti verso lo scudetto. La squadra ligure largamente rimaneggiata per l’assenza di nove titolari , nel primo tempo riesce a restare bassa e chiude bene gli spazi nel tentativo di frenare la manovra degli azzurri. La ripresa inizia con l’ingresso in campo di Politano al posto di uno spento Lozano e questo cambio contribuisce a fornire maggior vigore alle manovre offensive del Napoli. Ma a cambiare volto alla partita, sono soprattutto gli svarioni della difesa dello Spezia che concede tre reti a seguito di una serie di errori difensivi. Dopo soli dieci secondi del secondo tempo, il difensore dello Spezia Reca, nel tentativo di accompagnare un pallone in fallo di fondo, tocca di mano forse abbagliato dal sole. Rigore, che Kvaratskhelia realizza malgrado Dragowski avesse intuito il tiro. Poi sale in cattedra il bomber Osimhen al (69′ e 73′) che realizza una doppietta. La prima a seguito di un rimpallo al centro dell’area di Ampadu che nel tentativo di liberare, fa rimbalzare il pallone in alto. Dragowski, salta fuori tempo e non riesce ad intercettare la sfera, così Osimhen è più lesto a colpire di testa e a realizzare (69′). Pochi minuti dopo è Caldara che si fa sottrarre il pallone da Kvaratskhelia, questi è svelto a servire Osimhen (74′) che non sbaglia davanti alla porta. A seguito di questa sconfitta, lo Spezia continua a rimanere impantanato nella parte bassa della classifica. Ma le sfide che contano per i liguri sono altre e già dalla prossima settimana contro l’Empoli sarà importante ricominciare a fare punti.
L’Inter batte 1-0 un Milan sempre più in crisi e consolida il secondo posto in classifica. I rossoneri in questo incontro si rivelano troppo rinunciatari, con solo il 36% di possesso palla , al punto da non riuscire ad effettuare alcun tiro in porta . Per tutto il primo tempo è l’Inter ad esercitare un assoluto dominio, con gli avversari chiusi dietro per provare a ripartire in contropiede . Il derby numero 178 in Serie A si decide al 34′: a seguito di un Corner di Calhanoglu, Lautaro Martinez stacca di testa e batte l’incolpevole Tatarusanu. Il Milan del secondo tempo mostra un diverso atteggiamento con maggior grinta e determinazione, ma non incidono più di tanto e nel finale sono sempre i nerazzurri a rendersi pericolosi al punto da sfiorare il raddoppio all’89’ quando un fuorigioco di pochi centimetri nega la doppietta a Lautaro. A seguito di questa sconfitta, il Milan prosegue la sua striscia di risultati negativi, considerato che nel 2023 ha trovato solo una vittoria, il 4 gennaio scorso contro la Salernitana. Leao il calciatore rossonero che fece la differenza l’anno scorso nella cavalcata verso lo scudetto, è ancora una volta partito dalla panchina e sembra un altro giocatore rispetto al passato. Invece Tatarusanu, il portiere romeno che non è tenuto in grande considerazione da parte della critica, contro l’Inter è stato il migliore della sua squadra e con tre belle parate ha evitato un passivo peggiore.
La Roma batte 2-0 l’Empoli e si riscatta dopo la brutta eliminazione in Coppa Italia contro la Cremonese. A decidere il match dell’Olimpico sono due calci d’angolo nei primi 6′ di gioco: entrambi battuti da Dybala e trasformati in gol dai colpi di testa di Ibanez e Abraham. Gli ospiti a quel punto provano reagire mettendo in campo le proprie qualità nel palleggio e nella manovra, ma è sempre la Roma a sfiorare il terzo gol, con una serie di occasioni. In una circostanza il portiere empolese Vicario si supera effettuando tre grandi parate in sequenza, prima su un tiro di El Shaarawy, poi sulle conclusioni ravvicinate di Matic ed Abraham. Nel secondo tempo l’Empoli è più propositivo rispetto alla prima frazione di gioco , ma non crea particolari pericoli alla difesa giallorossa.
Il Sassuolo batte per 1-0 l’Atalanta Al Mapei Stadium, in una partita condizionata dall’espulsione di Maehle al 30′ per grave fallo di gioco, i neroverdi di Dionisi sono riusciti a dare continuità al successo contro il Milan raccogliendo la seconda vittoria consecutiva in campionato. Dopo le occasioni del primo tempo, la giocata decisiva porta la firma di Laurienté che al 55′ dopo essersi accentrato dalla sinistra e rientrato sul destro, conclude nell’angolo la rete dell’1-0 alle spalle di Musso. Per l’Atalanta, che chiude l’incontro in nove dopo il rosso a Muriel nel recupero è il secondo ko consecutivo in pochi giorni, dopo quello in Coppa Italia. La vittoria del Sassuolo allontana gli emiliani dalla zona retrocessione e al tempo stesso rallenta la rincorsa Champions ad una opaca Atalanta, apparsa poco brillante già prima di rimanere in inferiorità numerica.
Finisce 1-1 Verona-Lazio. Dopo un primo tempo piuttosto equilibrato proprio all’ultimo minuto arriva la rete laziale: Pedro dopo aver ricevuto il pallone da Cataldi, si gira su Coppola e si inventa una parabola strepitosa che si infila all’incrocio, dove Montipò non può arrivare. Una vera prodezza tecnica. Ad inzio ripresa, l’immediata risposta dei padroni di casa: su un calcio di punizione di Lazovic, Ngonge recente acquisto, di gran lunga il migliore in campo dei suoi, anticipa tutti e di testa batte Provedel per l’1-1. Un pari che non cambia la classifica dei veneti, sempre terz’ultimi, ma è un segnale che per l’Hellas Verona la salvezza è ancora un obiettivo possibile
Nel posticipo che chiude la 21.ma giornata di Serie A la Juve torna a vincere e batte 3-0 la Salernitana, Massimiliano Allegri il tecnico bianconero alla vigilia aveva definito la partita di Salerno come uno scontro salvezza. La Juventus non sbaglia partita e così aggancia Empoli e Monza. A Salerno è Dusan Vlahovic il grande protagonista del match: nel primo tempo il bomber bianconero segna per primo su rigore al 26′. Di Maria inventa per Miretti che entra in area e viene agganciato da Nicolussi alla caviglia. L’arbitro indica il dischetto e dagli undici metri Vlahovic realizza. Lo stesso centravanti in grande forma poi offre un assist per il raddoppio di Kostic (45′). Nella ripresa è sempre Vlahovich che chiude la gara realizzando una doppietta (47′):Fagioli inventa per il centravanti, che di potenza deposita la sfera alle spalle di Ochoa. La formazione campana è alla terza sconfitta su quattro partite casalinghe disputate nel 2023: in ogni caso conserva un margine di 7 punti sul Verona (terzultimo) che il prossimo lunedì incontrerà in uno scontro salvezza.
Di seguito i risultati della 21/a giornata:
CREMONESE-LECCE 0-2 ROMA-EMPOLI 2-0 SASSUOLO-ATALANTA 1-0
SPEZIA-NAPOLI 0-3 TORINO-UDINESE 1-0 FIORENTINA-BOLOGNA 1-2
INTER-MILAN 1-0 VERONA-LAZIO 1-1 MONZA-SAMPDORIA 2-2
SALERNITANA-JUVENTUS 0-3
Prima Nazionale il 26 febbraio a San Vito Romano a Teatro Caesar (Rm)
"Cose di ogni giorno" di David Norisco
con Denny Mendez e Francesco Branchetti
Il 26 febbraio al Teatro Caesar a San Vito Romano, si terrà l'attesissima prima di uno spettacolo che descriverà la storia di tante famiglie borghesi, dove il tutto verrà sconvolto dalla separazione di una figlia, dall'inattesa rivelazione dell'altro figlio e dai comportamenti di una cameriera "affettuosa" che peggiorerà la situazione già in bilico. Tutto si distingue in un primo tempo in modo angosciante, i fatti hanno sicuramente travolto la routine della famiglia ma...
Là dove esiste l'amore, l'affetto, l'apertura e la lealtà, è possibile ricomporre qualsiasi situazione perché non vi è diversità alcuna se c'è comprensione, ascolto e soprattutto l'amore.
Certo vi è curiosità e attesa per questo nuovo lavoro. Chiediamo direttamente al regista Francesco Branchetti che nello spettacolo sarà anche il protagonista principale-
D- Francesco sei in giro in lungo e in largo per l'Italia portando bellissimi spettacoli di successo e adesso sta per uscire da questo ultimo lavoro. Vuoi parlarcene più ampiamente?
R-In una bella casa con domestica a tempo pieno, vive una famiglia ben organizzata, sorretta da due genitori giovani, attenti e amorosi, hanno una figlia sposata e un figlio laureato.In questo mondo organizza borghese qualcosa si inceppa, niente di eccezionale, ma come tutte le situazioni le diverse fa saltare l'equilibrio quotidiano. Naturalmente sarà la madre, che è l'elemento affettivamente più fragile, a gestire con spirito aperto la paventata separazione della figlia e l'inattesa confessione del figlio. Il Padre, commerciante di successo, vive le situazioni con la foga canina di chi sente tremare la terra sotto i piedi della propria famiglia.
Lo scorrere della vita familiare non distrugge, ma trasforma i rapporti ben organizzati in rapporti più scoperti dove ognuno ritrova la sua dimensione vera ricomponendo così il nucleo sorretto dall'affetto di sempre. Se ci fosse una morale direi che niente è come noi la vediamo e vogliamo, ogni persona o situazione ha delle diversità che l'affetto e l'amore costruttivo possono benissimo ricomporre.
D- Puoi anticiparci alcune date dove chi non potrà essere presente a San Vito Romano verrà comunque a vedervi?
R- Cose di ogni giorno sarà il scena nelle maggiori città italiane a Firenze alle Laudi sarà in scena a Torino al teatro Cardinal Massaia poi a Genova a Roma e in moltissime altre città italiane dalla Calabria al Piemonte alla Sicilia.
D- Vuoi raccontarci come nascono i tuoi spettacoli e in particolar modo perché la scelta di "Cose di ogni giorno"? Cosa ti piacerebbe che la gente "leggesse" in questi due atti che porterai in scena fin dal 26 febbraio?
R- è un testo molto bello ed emozionante e se ci fosse una morale direi che niente è come noi la vediamo e vogliamo, ogni persona o situazione ha delle diversità che l'affetto e l'amore costruttivo possono benissimo ricomporre soprattutto nella famiglia, tema centrale nel nostro spettacolo.
D- Hai sempre avuto accanto bravissime attrici che ho avuto il piacere d'incontrare ai tuoi spettacoli, donne del calibro di Corinne Clery, Nathaly Caldonazzo, Barbara De Rossi, Matilde Brandi e adesso la bellissima Denny Mendez.
R- Con Barbara De Rossi la collaborazione è durata molti anni e non posso che esserne grato per i magnifici spettacoli che abbiamo fatto insieme con Natalie la collaborazione è tutt'ora in corso stiamo portando il scena Sunshine nei maggiori teatri italiani e con Matilde abbiamo appena debuttato felicemente con un commedia molto divertente con Denny stiamo provando Cose di ogni giorno di David Norisco che debutterà' il 26 febbraio appunto a San Vito Romano in prima nazionale.
D- Francesco tu hai un curriculum di tutto rispetto.
Tantissimi e meritati premi a tuo nome, hai interpretato come attore sceneggiato, film, fiction di successo, hai curato la regia di vari spettacoli con grandi nomi, hai diretto intere stagioni teatrali e di spettacoli.Il covid per un po' ti ha tappato le ali ma adesso spicchi voli altissimi con fortunati e indovinati spettacoli.
A quale sei più emotivamente catturato? perché?
R Sono legato emotivamente a tutti gli spettacoli soprattutto a quelli su cui sto lavorando attualmente per cui "Cose di ogni giorno" è senz'altro in questo momento la mia magnifica ossessione.
D-Eccomi come sempre alla domanda "neutra" dove lascio libero arbitrio e spazio per la divulgazione artistica.
Francesco, se hai qualcosa da comunicare a chi ti legge, questo è il tuo spazio.
R- Beh la mia speranza e ciò che mi auguro è che in un momento così difficile per la cultura e per il teatro italiano possa prevalere la positività della volontà e dell'impegno alla negatività che spesso avvolge e travolge tutto ciò che incontra.
E con questo bellissimo augurio ricco di speranza e di luce verso il bello, saluto Francesco Branchetti a cui invio la migliore energia per i suoi bellissimi lavori!
"Cose di ogni giorno" Di David Noriso - Regia di Francesco Branchetti
Prima al teatro Caesar a San Vito Romano il 26- febbraio 2023
Attori: Francesco Branchetti, Denny Mendez
con Isabella Giannone e José De La Paz
Costumi di Clara Surro
Scene di Andrea Franculli
Musiche a cura di Pino Cangialosi