L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.


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Kaleidoscope (1454)

Free Lance International Press

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March 02, 2018

Ottavia Nigris Cosattini, rappresentante legale dell'Associazione Culturale G.G. International, lavora da molti anni come organizzatrice di eventi e collabora come free lance in numerose realtà culturali, come Fattore K, Compagnia LABit, Trasformatorio, IF Animazione.

Con un passato di attrice teatrale e un presente di organizzatrice di eventi, in sinergia con le sue esperienze formative, realizza eventi a sostegno della sostenibilità e della consapevolezza.

Incontriamo Ottavia in occasione della proiezione romana, in programma domenica 4 marzo al Teatro Quirinetta, del suo ultimo lavoro: un docu-film dal titolo “LUPO NERO, LUPO BIANCO”, che mostra i risultati del Permacul-Tour, realizzato nel 2016 dalla stessa Ottavia, con la preziosa collaborazione dei suoi fratelli, Olimpia e Giovanni Nigris Cosattini, allo scopo di raccontare la realtà del Gruppo Permacultura Sicilia.

 

Dal teatro alla permacultura, come è nata l’idea di questo docu-film?

Ho organizzato una residenza per artisti internazionali nel 2012 in Sicilia, sul tema della sostenibilità dell'arte. In quell'occasione sono venuta in contatto con alcuni esponenti del Gruppo Permacultura Sicilia e lì ho scoperto cosa fosse la permacultura. Innamorata dei loro racconti, del loro modo di vivere, ho deciso di trascorrere del tempo per capire meglio come funzionava questo gruppo, questa rete. Dopo svariati anni in cui insistevo con Peppe Arena, che sarebbe stato poi la nostra guida per questo viaggio, che 'qualcuno' avrebbe dovuto raccontare le cose belle che stavano succedendo in Sicilia, Peppe mi rispose: "Ma se aspetti che qualcun altro faccia le cose in cui credi tu, non succederanno mai. Perché non lo fai tu?"... e così è nato il progetto. Nonostante io non sia una documentarista di professione, ho deciso di buttarmi in questa avventura, proprio come un 'atto politico', inteso come lo sforzo di fare qualcosa che possa aiutare a cambiare lo stato di cose attuali. Ho deciso di autoprodurlo con i miei risparmi, di coinvolgere mia sorella Olimpia, come cameraman, e mio fratello Giovanni, come supporto alla logistica. Mi piaceva il fatto che tre fratelli friulani andassero fino in Sicilia a scoprirne le eccellenze. Ho lavorato più di un anno al montaggio, non potendomi permettere un montatore esterno, e poi ho chiesto supporto a Sarah Farmad per l'editing finale e a Michele Saldarella per il montaggio audio.

 

Perché proprio la Sicilia?

Un omaggio prima di tutto ai siciliani che mi hanno fatto scoprire questo meraviglioso mondo della permacultura. E poi perché effettivamente il gruppo permacultura Sicilia è davvero un'eccellenza sotto tutti i punti di vista. Esistono altri gruppi in Italia, ma nessuno è riuscito a creare una rete così unita e produttiva. Non solo parte della loro economia si fonda sul baratto (non solo di beni, ma anche di conoscenze), ma hanno istituito un weekend al mese (l'ultimo weekend del mese) in cui si svolge il mutuo aiuto, ogni volta in un luogo diverso della rete, per supportare e aiutare quel progetto a realizzare strutture, a progettare lo spazio, o fare quei lavori pesanti che da soli sarebbero impossibili. Un senso di collettività assolutamente ammirevole, un vero esempio di reciproco supporto che sarebbe meraviglioso poter replicare in altre regioni.

 

C’è una frase o un incontro che ti ha colpito in modo particolare?

Abbiamo visitato solo alcune delle realtà siciliane che praticano permacultura, per questioni di tempo e di economie. Nel mio docu-film quindi emergono circa 20 realtà, ma ne esistono ad oggi in Sicilia più di 400 e veramente ognuna di queste è meritevole d'attenzione per il lavoro che sta portando avanti. La progettazione sistematica di Saja, a Paternò, il progetto di aridocoltura al Giardino delle Belle a Butera, il progetto della Biotaverna a Montelepre, e il bellissimo progetto di permacultura sociale e con i bambini di A.P.E. (Aula Permanente di Ecologia), sono solo alcuni degli incontri che mi hanno riempito il cuore per la passione e l'amore che mettono nel loro progetto. Direi che è la somma di questi progetti ambiziosi e rispettosi della terra e delle persone che mi ha colpito infinitamente.

Ma se devo scegliere una cosa in particolare, è stato l'incontro con i bambini della rete: i bambini cresciuti in queste realtà (ma anche gli avventori dei corsi e i conoscenti) hanno un approccio alla vita davvero ammirevole: sono bambini molto sicuri di sé, che hanno un rispetto e una predisposizione alle buone pratiche, che non hanno bisogno della televisione per intrattenersi, a cui, come una volta, basta un giardino e la buona compagnia per stare bene.

 

Cosa ti è rimasto più impresso di questo viaggio?

I sorrisi. Il buon umore. La leggerezza con cui tutte queste persone affrontano le problematiche quotidiane. Aspetto che ho cercato di inserire nel film. E che non è da sottovalutare. Nel senso che tutti loro affrontano quotidianamente gli stessi problemi che affrontano tutti gli altri, ma con uno spirito diverso, con una serenità, quella serenità gliela si legge negli occhi, come di qualcuno che ha trovato la sua propria dimensione nel rispetto del mondo che lo circonda, al di là dei problemi che possono sorgere.

Credo che le etiche della permacultura (rispetto e cura della terra, rispetto e cura delle persone e condivisione del surplus) siano le linee guida di un "vivere meglio" che tutti quanti ricerchiamo.

 

Quali sono i messaggi racchiusi nel docu-film?

Il docu-film vuole far vedere che esiste un'alternativa: esiste un modo di vivere diverso dal sistema vigente da cui ci sentiamo schiacciati, esiste un modo di rapportarsi agli altri basato sulla fiducia e sull'etica, esiste un modo di vivere con gli altri che non sia competitivo, ma basato sulla condivisione. E tutto questo volevo farlo vedere, altrimenti si può pensare sia un mondo impossibile o troppo lontano dalla realtà. Invece il mio viaggio serve per far vedere alle persone che non solo è possibile, ma sta già succedendo.

Le tematiche fondamentali sono la consapevolezza personale, il consumo critico/consapevole, la riduzione dei consumi, l'economia positiva e sostenibile, il cibo come rivoluzione sociale. Dal punto di vista più filosofico, il messaggio principale si rifà all'unica legge della permacultura: prenditi la tua responsabilità. Sii cosciente che ogni tua azione ha un peso sul mondo e sulla società. Scegli bene che azioni vuoi intraprendere, perché ognuno di noi ha un ruolo in questo mondo. Più responsabilità ti prenderai nei confronti di te stesso e del mondo che ti circonda, più sarai libero di agire consapevolmente. Il concetto di libertà e di responsabilità sono strettamente connessi.

 

Qual è, secondo te, il primo passo da compiere per andare verso un vero cambiamento?

Il primo passo in assoluto è quello di avere il coraggio di guardarsi dentro. Attualmente viviamo in mondo in cui è molto facile giudicare e criticare l'altro, ma quasi impossibile fare una vera analisi di noi stessi. Siamo troppo abituati a delegare a qualcun altro le sorti della nostra esistenza e non diamo importanza invece a quello

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 Ottavia Nigris Cosattini

che potremmo fare noi per cambiare quello che non ci piace.

La transizione non vuole essere un cambiamento repentino nelle abitudini (i cambiamenti troppo rapidi non sono duraturi), vuole essere un incamminarsi verso una direzione di rispetto e sostenibilità. Credo sia importante cominciare solo osservando le nostre abitudini quotidiane, per capire cosa riusciamo a cambiare subito (lasciare le luci accese inutilmente, sprecare l'acqua, buttare il cibo avanzato), cose semplici che richiedono solo la nostra attenzione. Poi si può passare a gesti più impegnativi, come cambiare le abitudini mentali e pratiche (stare attenti a dove spendiamo i nostri soldi, a dove facciamo la spesa, a quale economia stiamo alimentando con i nostri soldi; fare attenzione a che tipo di comunicazione abbiamo con gli altri: siamo aggressivi, presuntuosi, abbiamo una comunicazione violenta verso il prossimo? non solo di persona, ma anche sui social che ci rappresentano; preferire i mezzi pubblici alla macchina....).

Mi permetto di citare San Francesco senza riferimenti religiosi: "Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile."

 

Avete già fatto un tour di proiezioni in Sicilia, com’è stato accolto?

E' stata un'esperienza incredibile. L'accoglienza che ho ricevuto è stata sorprendente, sono stata accolta come una persona di famiglia.

Le proiezioni sono state fatte nei luoghi più disparati, dal cinema del comune, ad associazioni e anche dentro casa delle persone che mi avevano invitato: in tutte le occasioni è stata una sorpresa, non solo la conoscenza ogni volta di persone nuove, interessate e impegnate e capire quindi che la permacultura si sta diffondendo a macchia d'olio, ma anche lo stupore di molti che una ragazza friulana era riuscita a raccontare la Sicilia, con tanta passione e affetto. In molti mi hanno detto: "Dovevamo aspettare te dal Friuli per conoscere quanto è bella la nostra terra e quanto sono forti i siciliani". Ma forse solo un occhio esterno poteva dare voce a un movimento autogestito e partito dal basso.

 

Dopo Roma, avete in programma altre proiezioni?

Per ora abbiamo confermato il 22 Marzo a Udine, al cinema Visionario. Il 26 Marzo a Milano, alla Cascina Torchiera. Ma in previsione anche Perugia, Napoli, Firenze...

Progetti futuri?

L'anno scorso ho avuto l'occasione di essere coinvolta in un progetto di cooperazione internazionale per gli aiuti al popolo Saharawi, popolo segregato nel deserto dell'Algeria dopo l'invasione del Marocco negli anni '70. Sono più di 40 anni che vivono nei campi per rifugiati senza poter tornare nella propria terra. Il prossimo documentario sarà su di loro.

 

Appuntamento quindi al Teatro Quirinetta di Roma, il 4 marzo, a partire dalle ore 18, per la proiezione del docu-film “LUPO NERO, LUPO BIANCO – Viaggio nel gruppo Permacultura Sicilia”, con l’intervento dei rappresentanti di gruppi e associazioni locali e nazionali, degustazione di prodotti siciliani e non, percorso didattico nell'orto biologico e nel Playground per i più piccoli e, per finire, concerto live del gruppo VERROSPIA. L’ingresso è libero. Non mancate!

March 01, 2018

khkh28 feb 2018 — Il piano fu preannunciato tre anni fa, durante l’amministrazione Obama, quando funzionari del Pentagono dichiararono che «di fronte all’aggressione russa, gli Stati uniti stanno considerando lo spiegamento in Europa di missili con base a terra» (il manifesto, 9 giugno 2015).

Ora, con l’amministrazione Trump, esso viene ufficialmente confermato. Nell’anno fiscale 2018 il Congresso degli Stati uniti ha autorizzato il finanziamento di «un programma di ricerca e sviluppo di un missile da crociera lanciato da terra da piattaforma mobile su strada».

È un missile a capacità nucleare con raggio intermedio (tra 500 e 5500 km), analogo ai 112 missili nucleari Cruise schierati dagli Usa a Comiso negli anni Ottanta.

Essi vennero eliminati, insieme ai missili balistici Pershing 2 schierati dagli Usa in Germania e agli SS-20 sovietici schierati in Urss, dal Trattato sulle forze nucleari intermedie (Inf), stipulato nel 1987. Esso proibisce lo schieramento di missili con base a terra e gittata compresa tra 500 e 5500 km.

Washington accusa ora Mosca di schierare missili di questa categoria e dichiara che, «se la Russia continua a violare il Trattato Inf, gli Stati uniti non saranno più vincolati da tale trattato», ossia saranno liberi di schierare in Europa missili nucleari a raggio intermedio con base a terra.

Viene però ignorato un fatto determinante: i missili russi (ammesso che siano a raggio intermedio) sono schierati in funzione difensiva in territorio russo, mentre quelli statunitensi a raggio intermedio sarebbero schierati in funzione offensiva in Europa a ridosso del territorio russo. È come se la Russia schierasse in Messico missili nucleari puntati sugli Stati uniti.

Poiché continua la escalation Usa/Nato, è sempre più probabile lo schieramento di tali missili in Europa. Intanto l’Ucraina ha testato agli inizi di febbraio un missile a raggio intermedio con base a terra, realizzato sicuramente con l’assistenza Usa.

I nuovi missili nucleari statunitensi – molto più precisi e veloci dei Cruise degli anni Ottanta – verrebbero schierati in Italia e probabilmente anche in paesi dell’Est, aggiungendosi alle bombe nucleari Usa B61-12 che arriveranno in Italia e altri paesi dal 2020.

In Italia, i nuovi Cruise sarebbero con tutta probabilità di nuovo posizionati in Sicilia, anche se non necessariamente a Comiso. Nell’isola vi sono due installazioni Usa di primaria importanza strategica.

La stazione Muos di Niscemi, una delle quattro su scala mondiale (2 negli Usa, 1 in Australia e 1 in Sicilia) del sistema di comunicazioni satellitari che collega a un’unica rete di comando tutte le forze statunitensi, anche nucleari, in qualsiasi parte del mondo si trovino.

La Jtags, stazione di ricezione e trasmissione satellitare dello «scudo anti-missili» statunitense, che sta per divenire operativa a Sigonella. È una delle cinque su scala mondiale (le altre si trovano negli Stati uniti, in Arabia Saudita, Corea del Sud e Giappone). La stazione, che è trasportabile, serve non solo alla difesa anti-missile ma anche alle operazioni di attacco, condotte da basi avanzate come quelle in Italia.

«Gli Stati uniti – spiega il Pentagono nel rapporto «Nuclear Posture Review 2018» – impegnano armi nucleari, dispiegate in basi avanzate in Europa, per la difesa della Nato. Queste forze nucleari costituiscono un essenziale legame politico e militare tra Europa e Nord America».

Legandoci alla loro strategia non solo militarmente ma politicamente, gli Stati uniti trasformano sempre più il nostro paese in base avanzata delle loro armi nucleari puntate sulla Russia e, quindi, in bersaglio avanzato su cui sono puntate le armi nucleari russe.

 

(il manifesto, 27 febbraio 2018)

March 01, 2018

28059054 2118221158459788 3132799562692953787 nNell’ambito della XIII edizione del FESTIVAL TEATRALE EUROPEO  - XACTOR

"La Pizia profetava a casaccio, vaticinava alla cieca,
e poiché altrettanto ciecamente veniva creduta,
nessuno ci faceva caso se le sue profezie non si avveravano quasi mai,
o solo qualche rara volta…"

Friedrich Dürrenmatt 

 

E’ il mito fondante della psicoanalisi, quello che più di tutti ha condizionato per secoli il nostro immaginario collettivo attraverso trattati, letteratura, pittura e musica. Parliamo del mito di Edipo, lo sfortunato figlio del re Laio e della regina Giocasta, che uccide senza sapere chi sia il vecchio re, e ne impalma la vedova diventando re a sua volta. E questo sarebbe il mito di riferimento cui si ispira lo spettacolo Pannichys. Ma chi è costei? Si tratta di una Pizia, o meglio una portavoce dell’oracolo, e in questo caso anche delle predizioni del famigerato Tiresia, il divinatore privo di vista che il mito vuole fatto accecare da Giunone. I greci credevano ciecamente, è il caso di dirlo, nelle predizioni delle pizie, senza distinzione di ceto: popolo e nobili, sovrani e generali, tutti consultavano l’oracolo prima di un’impresa, per capire il senso di disgrazie naturali, per avere indicazioni e consigli anche sulla vita familiare. Ma questa storia nello spettacolo in questione, mette seriamente in dubbio la veridicità di quanto è stato predetto e poi vaticinato. Pannichys infatti, giunta alla fine della sua vita, come fanno tanti anziani, si libera finalmente dai vincoli formali, e diffonde la sua verità. In realtà ha vaticinato a caso, tanto per dare delle risposte agli angosciati abitanti di Tebe vittime di una terribile pestilenza, e anche per divertirsi alle spalle dei creduloni. Così tutto si ribalta, tutto prende un significato diverso, una diversa prospettiva. E i primi ad essere spiazzati sono i protagonisti della vicenda: Edipo e Giocasta che tornati dall’aldilà, sono i primi ad essere sorpresi. In scena, tanto per complicare le cose c’è anche la Sfinge, che racconta la sua verità, e Tiresia, ingannatore ingannato, che confessa di non essere mai stato cieco.

Geniale la trovata di far parlare i vari personaggi in dialetto: un Edipo napoletano, una Giocasta calabrese, una Pannichys che sciorina in siciliano le sue sagge considerazioni con malcelata ironia. D’altronde si sta parlando di un mito mediterraneo, e non erano queste regioni parte della Magna Grecia?

Ma nella volontà dell’autrice, che si è ispirata a Durrenmatt, il vero protagonista della storia è il dubbio, e questo oltre a spiazzare e divertire gli spettatori, dovrebbe far riflettere sullo smarrimento umano, e quanto mai attuale, dinanzi al crollo di certezze, o ideali che appaiono immutabili. L’incertezza è alla base della vita umana, e una univoca verità non esiste. Inutile perdere la vita a cercarla. Questo ci riconduce al pirandelliano “Così è se vi pare”, parlando di un grande autore mediterraneo, certamente influenzato come molti della sua generazione dalle teorie freudiane.

La regia briosa, l’affiatamento degli attori, tutti “in parte e talentuosi”, è evidente e fa di Pannichys uno spettacolo davvero godibile. Tournèe previste in varie città, tra le prossime date: Malborghetto per la rassegna Teatri di Pietra, e Volterra, ospite del Festival Internazionale del Teatro Romano.

 

con

Annamaria Guzzio Pannichys

Paolo Gatti Tiresia

Clif Imperato Edipo

Camilla Cuparo Giocasta

Valentina Tramontana Sfinge

Davide Campenni ’Militto

Regia di Mariagiovanna Rosati Hansen

Ispirato alla novella di Friedrich Dürrenmatt

Luci nel Blu”, la manifestazione scientifico - culturale ideata e promossa dal Presiedente dell’Associazione Nautilusncr.it, Salvo Cacciola, continua la propriadivulgazione grazie al successo e alla sempre calorosa accoglienza ricevuta dagli Istituti di ogni ordine e grado in particolare dalla dirigente degli Istituti (Alberghiero IPSEOA) "Tor Carbone" e "Peano" (Scientifico), la dott.ssa Cristina Tonelli. E ciò grazie anche alla partecipazione dei relatori dei più importanti Istituti di

Ricerca Scientifica Italiani, CNR, ENEA, ISPRA, INGV ed così via. Le richieste di collaborazione da da parte di Istituti Pubblici e Privati pervengono sempre piùnumerose.

Dopo le scuole di Anzio e della Sicilia, “Luci nel Blu” ha fatto tappa a Roma, presso l’ Istituto Scientifico “Peano” e l’Istituto Alberghiero IPSEOA “Tor Carbone”.

Il primo intervento all’ Istituto Scientifico “Peano” è toccato alla nostra Marina Militare per bocca del Tenente di Vascello Simone Pitto e del Maresciallo Biagio Nappi che hanno illustrato la procedura di arruolamento. Grande interesse manifestato dagli studenti e dai professori anche per l’Unità Mobile della stessa Marina Militare con a bordo il I° Maresciallo Vincenzo Mingolla e il sig. Sergio Pro.

A seguire Mauro Cappelli, ricercatore dell’ENEA, ha spiegato i concetti della Fusione e della Fissione nucleare, argomento attuale e sempre caldo dal punto di vista politico e sociale; Sandro Torcini, ricercatore dell’ Unità Tecnica Antartide ENEA, ha raccontato della propria esperienza di attività di ricerca in Antartide; Stefano Urbini, ricercatore del ‘INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) ha spiegato come viene vissuto e gestito il Cambiamento Climatico galoppante di questi anni dalla base di ricerca situata in Antartide e, per concludere, il Presidente Salvo Cacciola ha esposto la storia del prosciugamento del lago di Aral, seconda peggiore catastrofe causata dall’ uomo, dopo Chernobyl, grazie alle informazioni e alle ricerche svolte sul campo.

Il secondo appuntamento presso l’Istituto Alberghiero di “Tor Carbone” ha visto l’importante partecipazione del professor Roberto Verna, ordinario di Patologia Clinica e direttore del Centro per la Medicina e il Management dello Sport presso l’Università “La Sapienza” di Roma, che ha spiegato storia, caratteristiche e benefici del cioccolato, alimento che tutti mangiamo senza però soffermarci sulle reali qualità.

Sulla scia della cultura del cibo si sono poi innestati i preziosi contributi della dott.ssa Federica Nicolò, esperta della valorizzazione e promozione del Patrimonio storico, letterario e artistico, la quale ha parlato della storia e del folklore degli Antichi Romani a tavola; della dott.ssa Elisa Sfasciotti, direttrice delle ENUIP (Ente Nazionale UNSIC Istruzione Professionale) che ha presentato il lavoro del proprio istituto e la promozione di corsi professionali per assaggiatori di olio vergine ed extravergine, con relativo rilascio di un attestato riconosciuto dalla Regione Lazio; infine il dott. Christian Battistoni ha parlato di eventi organizzati per

Uzbekistan 2 
 In collegamento con la repubblica Uzbeka

la degustazione di vino per presentare la Social App “Glu Glu Wine”.

Il fiore all’occhiello degli appuntamenti è stato il collegamento via Skype promosso dal Presidente Cacciola che ha dato la possibilità di interaggire con alcuni responsabili delle istituzioni scolastiche pubbliche e private della repubblica dell' Uzbekistan, entusiasti di condividere le loro esperienze con i nostri Istituti.

February 27, 2018

21 feb 2018 — C’è un partito che, anche se non compare, partecipa di fatto alle elezioni italiane: il Nato Party, formato da una maggioranza trasversale che sostiene esplicitamente o con tacito assenso l’appartenenza dell’Italia alla Grande Alleanza sotto comando Usa.

Ciò spiega perché, in piena campagna elettorale, i principali partiti hanno tacitamente accettato gli ulteriori impegni assunti dal governo nell’incontro dei 29 ministri Nato della Difesa (per l’Italia Roberta Pinotti), il 14-15 febbraio a Bruxelles.

I ministri hanno prima partecipato al Gruppo di pianificazione nucleare della Nato, presieduto dagli Stati uniti, le cui decisioni sono sempre top secret. Quindi, riunitisi come Consiglio Nord Atlantico, i ministri hanno annunciato, dopo appena due ore, importanti decisioni (già prese in altra sede) per «modernizzare la struttura di comando della Nato, spina dorsale della Alleanza».

Viene stabilito un nuovo Comando congiunto per l’Atlantico, situato probabilmente negli Stati uniti, allo scopo di «proteggere le linee marittime di comunicazione tra Nord America ed Europa». Si inventa in tal modo lo scenario di sottomarini russi che potrebbero affondare i mercantili sulle rotte transatlantiche.

Viene stabilito anche un nuovo Comando logistico, situato probabilmente in Germania, per «migliorare il movimento in Europa di truppe ed equipaggiamenti essenziali alla difesa». Si inventa in tal modo lo scenario di una Nato costretta a difendersi da una Russia aggressiva, mentre è la Nato che ammassa aggressivamente forze ai confini con la Russia. Su tale base saranno istituiti in Europa altri comandi della componente terrestre per «migliorare la risposta rapida delle nostre forze».

Previsto anche un nuovo Centro di Cyber Operazioni per «rafforzare le nostre difese», situato presso il quartier generale di Mons (Belgio), con a capo il Comandante supremo alleato in Europa che è sempre un generale Usa nominato dal presidente degli Stati uniti.

Confermato l’impegno ad accrescere la spesa militare: negli ultimi tre anni gli alleati europei e il Canada l’hanno aumentata complessivamente di 46 miliardi di dollari, ma è appena l’inizio. L’obiettivo è che tutti raggiungano almeno il 2% del pil (gli Usa spendono il 4%), così da avere «più denaro e quindi più capacità militari». I paesi europei che finora hanno raggiunto e superato tale quota sono: Grecia (2,32%), Estonia, Gran Bretagna, Romania, Polonia.

La spesa militare dell’Unione europea – è stato ribadito in un incontro con la rappresentante esteri della Ue Federica Mogherini – deve essere complementare a quella della Nato.

La ministra Pinotti ha confermato che «l’Italia, rispettando la richiesta Usa, ha cominciato ad aumentare la spesa per la Difesa» e che «continueremo su questa strada che è una strada di responsabilità». La via dunque è tracciata. Ma di questo non si parla nella campagna elettorale.

Mentre sull’appartenenza dell’Italia all’Unione europea i principali partiti hanno posizioni diversificate, sull’appartenenza dell’Italia alla Nato sono praticamente unanimi. Questo falsa l’intero quadro.

Non si può discutere di Unione europea ignorando che 21 dei 27 paesi Ue (dopo la Brexit), con circa il 90% della popolazione dell’Unione, fanno parte della Nato sotto comando Usa. Non si possono ignorare le conseguenze politiche e militari – e allo stesso tempo economiche, sociali e culturali – del fatto che la Nato sta trasformando l’Europa in un campo di battaglia contro la Russia, raffigurata come un minaccioso nemico: il nuovo «impero del male» che attacca dall’interno «la più grande democrazia del mondo» con il suo esercito di troll.

 

(il manifesto, 20 febbraio 2018)

Pane, Vino e Olio Santo... tutti rigorosamente avvelenati da Pesticidi o modificazioni genetiche. E il Vescovo del Pro-secco? ...ci rimarrà secco anche lui se non smette di usar pesticidi sui propri vigneti.
Perché non seguire i consigli dell'Enciclica "Laudato sì" di Papa Francesco...

 

 

Qualche notte fa alla Rai notte con il buon Mensurati, dopo li giornale radio di mezzanotte, si parlava di prosecco ...ho provato a spiegare che solo il sistema biologico risolve i problemi di mercato, salute e ambiente.
Utilizzando i fondi europei disponibili per pagare ai viticultori biologici le minori rese (fino al 40%), i maggiori costi per manodopera e cure biologiche, più un 20% per i costi burocratici, più un 30% laddove i Sindaci dichiarano i territori biologici attivando un'azione collettiva a immenso beneficio territoriale, dal momento che proprio per la disponibilità di questi fondi obbligatori e prioritari, sufficienti per tutta l'agricoltura italiana, non vi sono ostacoli di natura economica alla riconversione biologica e alla tutela della salute ambientale.

Abbiamo tutto a disposizione e non lo usiamo... Anzi, spesso usiamo questi fondi agroambientali europei per l'esatto opposto cui sono destinati, ovvero regalandoli ad agricoli che acquistano pesticidi secondo un elenco di sostanze chimiche ammesse molto superiore all'uso convenzionale, attraverso quella che viene chiamata agricoltura integrata (che dovrebbe altresì integrare tutte le tecniche alternative ai pesticidi chimici), mentre invece è una semplice lotta chimica "guidata" dagli interessi dei venditori di Pesticidi.
Pratica oltretutto obbligatoria e che pertanto non può godere di fondi agroambientali europei erogati per impegni facoltativi degli agricoltori a fronte di un beneficio ambientale e sanitario collettivo.
In osservanza all'art. 3, comma 2 della Costituzione italiana che obbliga alla rimozione degli ostacoli ai fini della realizzazione sociale dell'attività economica. Socializzando appunto i costi della riconversione biologica dell'agricoltura per il bene nostro e dei nostri figli.

15 miliardi all'anno sono disponibili per l'agricoltura italiana dal 2018 al 2020 ne bastano 7 per riconvertirla tutta alla produzione biologica Mentre, invece, tra poco solo l'Italia userà pesticidi tra Governatori del Cancro e Sindaci dei Cimiteri ...col Vescovo, innaturalmente, per l'estrema unzione.

Brindiamo alla salute dei vivi e sani con prosecco biologico per il recupero del paradiso terrestre... ...trasformato in inferno dalla stupidità umana.

Metodo scientifico rigoroso per arrivare a risultati, che sono frutto di un intenso lavoro di gruppo. È su questi binari che la scienza deve muoversi quando fa ricerca sulle cause del cancro, “fuori da ogni conflitto d’interesse”: un ragionamento che valeva quando era il fumo a essere al centro del dibattito scientifico, che vale per l’asbesto e anche per il glifosato, sulla cui pericolosità oggi ancora si discute. Anche in questo caso, a dispetto di tutto “saranno i risultati scientifici evidenti in modo chiaro a sgombrare il campo da ogni dubbio”.

Ne è convinto Kurt Straif, direttore della sezione monografie di Iarc (International agency for research on cancer), un organismo indipendente, nato nel 1965 e che oggi conta 25 paesi in cui ha sedi e che fa, appunto, dell’indipendenza della ricerca e del rigore il suo baluardo. La scuola di specializzazione di Oncologia medica del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, insieme all’Istituto Ramazzini, lo ha invitato a raccontare il lavoro della Iarc e, nello specifico, della sezione “monografie” che Straif dirige, sulle cui ricerche si basano le agenzie nazionali e internazionali della salute. Noi lo abbiamo intervistato.

Dottor Straif, lei ha detto più volte durante la sua lezione di non voler nominare quella cosa, ma crediamo che la gente abbia il diritto di sapere come finirà la battaglia sul glifosato.

Siamo scienziati ed esperti nell’identificazione delle cause del cancro e per noi il messaggio deve essere quello di sostenere le conclusioni a cui arriva il gruppo di lavoro che, in questo caso ha stabilito che il glifosato è probabilmente cancerogeno per gli umani: abbiamo una chiara evidenza nel caso degli animali, una limitata per ciò che riguarda gli uomini. Sebbene Abbiamo un’evidenza ad oggi ancora limitata sulla cancerogenicità per gli esseri umani ma sappiamo che probabilmente è dannoso. Anche i dati cosiddetti meccanici ne rilevano la tossicità. Come scienziati possiamo dire con forza che nel medio termine emergerà l’evidenza scientifica in modo netto.

Nel frattempo, cosa si fa? La Monsanto non sembra dare segni di cedimento..

Noi abbiamo cercato di comunicare a un livello scientifico, ma sono usciti articoli molto generici che criticavano il lavoro svolto da Iarc. Così abbiamo risposto spiegando che gli scienziati della Iarc si posizionano “dietro” il metodo scientifico e i risultati a cui approda il lavoro di gruppo. La mancanza di risorse ha certamente messo in difficoltà la nostra capacità di comunicare in modo diffuso e forte questi concetti affinché fossero di dominio pubblico, ma non è facile quando dietro a certe posizioni ci sono anche tanti interessi... Sono state fatte nei nostri confronti delle accuse false ma noi, ad un certo punto, invece che rispondere direttamente, abbiamo scelto di pubblicare sul nostro sito una spiegazione molto chiara per documentare come le questioni originali e i responsi originali sono stati fraintesi, manipolati contro la Iarc. Lo abbiamo fatto in un’ottica di trasparenza e chiunque può leggere.

Come ha agito la Monsanto?

Quello che ha fatto la Monsanto è stato fare uscire, ancora prima che la Iarc fosse arrivata alle conclusioni definitive del lavoro, una loro ricerca tesa proprio ad andare con forza contro le conclusioni a cui noi saremmo arrivati, mettendo insieme i loro scienziati e i loro avvocati – con l’appoggio di industrie amiche e vicine a cui hanno chiesto di sottoscrivere le loro relazioni. Hanno pianificato una strategia anticipando le valutazioni della Iarc. Ciò significa che sapevano in anticipo quale fosse l’evidenza scientifica e cosa fare contro di essa. Questo è uno dei tanti esempi. Tuttavia, sono ottimista. In fondo la terra è solo un pianeta che gira nell’universo, uno dei tanti. La ricerca deve proseguire e credo che la ragione scientifica prevarrà.

 

da il SALVAGENTE

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Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

L’”abbuffata” delle Anteprime è terminata. Amarone, Consorzi toscani, Chianti Lovers, Chianti Classico, Vernaccia di San Gimignano, Nobile di Montepulciano, Benvenuto Brunello e Sagrantino di Montefalco. Vendemmie da cinque stelle, scontate come da copione, alle quali ormai nessun più crede. Motivazioni diverse ma tutte orientate verso il penta-giudizio. Fiumi di numeri a non finire tutti dimostranti successi interpretativi. Osservo i comunicati stampa del dopo, li confronto con quelli degli anni precedenti custoditi come se fossero reliquie e, sorpresa (mica tanto), uguali, identici, medesimi tra loro.

Non stiamo facendo del bene al vino.

Preferisco di gran lunga quanto riferitomi da un vignaiolo della Valpolicella mentre assaggiavo un suo 2014:”È stata un’annata difficile, dove spesso ho dovuto trascorrere le notti in vigna. Ce l’ho fatta a portare a casa un piccolo risultato consapevole del “valore” di questa mia impresa”. Chapeau!

Frammento n. 1

I numeri che ti lasciano basito

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Dai tappi si capisce quante bottiglie apriamo nel corso di una vita. Ricerca scientifica ad opera di Uncorked Life, azienda all’avanguardia nella ricerca di chiusure per il settore vinicolo ed alimentare. 3.798 bottiglie per ciascuno suddivise in vini bianchi, rossi, spumanti distillati e birre. Ha vinto alla grande la birra con il doppio dei tappi stappati sul vino. In verità la ricerca è un’altra. Dai tappi per arrivare al consumo di alcool. Ecco, adesso l’indagine assume un connotato più credibile. La conclusione? Ogni persona totalizza un consumo di alcool nella vita pari a 542 lt. Sbalordito, impietrito, semisvenuto!

Frammento n. 2

downloadSolforosa sì, solforosa no.

Non dico da sempre, ma in questi ultimi anni l’uso della solforosa è al centro di studi, dibattiti e prese di posizioni che spesso hanno e portano a “scontri”, a volte pesanti tra enologi, produttori e soloni vari (quest’ultimi molto pericolosi). La nota Fondazione Mach, Università di Trento e Centro agricoltura presso l’Istituto di San Michele all’Adige, ha pubblicato una ricerca su aspetti finora sconosciuti delle reazioni nei vini dell’anidride solforosa. La ricerca entra nel merito con dati e conduzioni che porterebbero ad una futura enologia di precisione. Quindi studi e applicazioni, non demonizzazioni. Vale a dire che la solforosa la dovremo sopportare ancora per lungo tempo.

Frammento n. 3

Cibo e Vino elevati a patrimonio nazionale.2018 01 12 22 58 26 Presentazione Treccani Gusto con Qualivita on Vimeo

È nata Treccani Gusto. Forse è una notizia che non farà clamore ma per i cultori del cibo e del vino, SÌ. Evento che coincide con l’anno nazionale del Cibo italiano, il 2018, proclamato dai Ministeri dei beni Culturali e delle Politiche Agricole. Elevare il cibo, il vino e ulteriori prodotti dell’agricoltura nazionale allo stesso livello di altri tesori italiani come l’arte, la cultura, il paesaggio. Progetto editoriale promosso dall’Enciclopedia Treccani per lanciare una nuova immagine dell’Italia con le sue eccellenze enogastronomiche in un contesto internazionale.

Frammento n. 4

IMG 2175Quando un cibo benefico suona come offesa.

“Trunzu di Aci”. In realtà è anche un epiteto con il quale gli abitanti di Catania prendono in giro (si fa per dire) quelli di Acireale. Il Trunzu altro non è che una varietà di cavolo rapa coltivato nelle campagne intorno ad Acireale, Aci appunto. Alimento antitumorale (prevenzione), detossificante, dall’alto contenuto di vitamine e minerali. Due raccolti l’anno, in primavera ed autunno ed ingrediente di numerose ricette di quel territorio. Presidio Slow Food dal 2012. Chissà, presto troveremo nei menù dei ristoranti stellati pasta con trunzettino di Aci cotto al vapore. Fantasia dello Chef.

Osservo, scruto, assaggio e…penso.

Troppi medici specialisti furbetti che pensano più ai loro interessi che ai pazienti. Intanto, nei prossimi 5 anni i medici di base tenderanno a sparire, per mancata programmazione da parte del ministero della Sanità.

Dunque, specialisti che operano nel privato, in cliniche e studi, che quando hanno a che fare con un paziente, si preoccupano subito di come poterlo spennare, anche perché negli ospedali le cose non vanno affatto bene.

Prenotazioni che viaggiano a passo di lumaca, per cui chi può si rivolge alle strutture private, convenzionate o non.

E così capita che si vada dall’oculista, dove viene diagnosticata una cataratta, e suggerito l’intervento in una clinica dove si appoggia.

Allora si risponde che è meglio andare all’Oftalmico. La risposta è lapidare : “ ci vorrà almeno un anno prima dell’intervento”. Si risponde, facendo il finto tonto : “ Va bene, intanto mi dia le lenti più idonee alla vista”. E così, come per incanto, si ritorna a vedere perfettamente.

Per non parlare degli urologi, dove, gira e rigira, tutti vogliono subito effettuare la biopsia prostatica, per un presunto nodulo od ispessimento della superficie ghiandolare, anche in presenza di un’ecografia, che invece sentenzia di curare la prostatite, e che non vi sono presenze di noduli.

Poi, non si dice se si effettua un prelievo transrettale o con ago da altra parte ( randoom) con punture a casaccio che non servono a nulla. Però si paga. E questo è l’importante.

Ma di una eventuale cura per la prostatite, non se ne parla affatto. Qualcuno azzarda il Prostamol , sponsorizzato sui media, che però non è un curativo, ma solo paliativo, per far fare cassa alla casa farmaceutica che lo produce.

Di prodotti efficaci per la cura, invece, ne esistono, come il Prostalgene , prodotto e venduto negli Usa, come dei cerotti cinesi, prodotti in Olanda,ProstaPlast, ma non disponibili in Italia.

Dunque, ecco solo alcuni esempi di come viaggia la sanità privata, adatta più ai polli da spennare che agli esseri umani.

Intanto si è accesa la miccia sui medici di base. Nei prossimi 10 anni ne andranno in pensione 30.000 , mentre le nuove leve ammontano a 900 l’anno. Se ne deduce che mancheranno all’appello oltre 21.000 unità. Inimmaginabile? No realtà.

E gli sfasci della sanità pubblica e privata, a chi si denunciano? Manca un call center nazionale di riferimento a cui esporre denunce e malversazioni, per cui tutto continuerà a peggiorare.

Chiudiamo sulla malasanità con un ultimo caso segnalatoci qualche giorno fa. Un uomo ricoverato per rottura del femore all’ospedale di Velletri è stato tenuto su di un lettino in astanteria per sei giorni. Poi, operato, dopo due giorni è deceduto.

Le strutture sanitarie e medici, naturalmente, non pagheranno mai le loro inadempienze, come, d’altronde, anche i vertici delle banche che hanno dissanguato gli investitori, Poste comprese.

I pareri sulla cancerogenicità e genotossicità del glifosato, impiegati dalle autorità di regolamentazione europee e statunitensi, sono direttamente sponsorizzati dall’industria e contengono gravi difetti scientifici

– Tra il 2012 e il 2016 Monsanto e altre aziende dell’agribusiness hanno finanziato e promosso la pubblicazione di recensioni scientifiche che sostenessero la non cancerogenicità o genotossicità del glifosato e delle sue formulazioni. Pareri le cui conclusioni sono state falsate tramite l’omissione di dati rilevanti o la loro classificazione come “risultati casuali non significativi”. E nella maggior parte delle valutazioni, l’approccio impiegato evita accuratamente la forza probante dei dati, escludendo linee di evidenza complementari. Come se questo non bastasse a portare l’ago della bilancia a favore delle aziende, tali recensioni hanno assegnato anche un maggior peso agli studi condotti dalle industrie e non pubblicati, piuttosto che a quelli pubblicati in riviste scientifiche specializzate dopo un severo processo di valutazione (peer-reviewed). 

L’accusa arriva dal nuovo rapporto “Glyphosate and cancer: Buying science”, rilasciato oggi dall’associazione ambientalista austriaca GLOBAL 2000. Il documento, redatto con il contributo di Avaaz, BUND, Campact, CEO, GMWatch, Pesticide Action Network (PAN) e l’istituto ambientale di Monaco di Baviera, spiega come la letteratura scientifica a sostegno del controverso erbicida, sponsorizzata dall’industria di settore per mantenere la formula sul mercato, abbia influenzato i regolamenti statunitensi ed europee in materia.

A differenza dell’Agenzia di ricerca sul cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che non considera questi articoli di revisione (e che ha bollato il glifosato come “probabilmente cancerogeno”), l’Agenzia per la Protezione Ambientale USA (EPA), l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) vi fanno diretto riferimento per valutare i rischi per la salute connessi all’utilizzo di agenti pesticidi ed erbicidi. Ma la reticenza mostrata da sempre da queste  autorità alle richieste di mostrare i dati impiegati nella valutazione, ha contribuito nel tempo ad aumentare i sospetti di pesanti ingerenze da parte dell’agribusiness. 

Come sottolinea il titolo stesso del report, molti degli autori di queste recensioni hanno conflitti di interesse con l’industria o con organismi collegati al settore. Alcuni sono legati all’Istituto Internazionale di Scienze della Vita (ILSI), un’organizzazione finanziata anche da società che producono erbicidi, come Monsanto, Dow e BASF, e il cui lavoro è quello sviluppare e promuovere test e metodi di valutazione del rischio.

I produttori di glifosato hanno ingannato le autorità di regolamentazione di tutto il mondo in ogni modo per minimizzare gli effetti allarmanti del glifosato sulla salute. Il fatto che le agenzie abbiano accettato la loro ‘assistenza’ è niente di meno che uno scandalo “, spiega il biochimico Helmut Burtscher, uno degli autori dello studio.

La posizione dell’EFSA è ormai da tempo arroccata sulla non cancerogenicità del glifosato. Posizione condivisa ora anche dall’ECHA che, nella sua valutazione, classifica l’erbicida unicamente come dannoso per gli occhi e tossico per gli organismi acquatici con effetti duraturi.

Due posizioni che pesano moltissimo sulla decisione che dovrà prendere la Commissione Europea in merito al rinnovo o meno della licenza al glifosato

Le organizzazioni che presentano il report “Buying Science” sono tra i promotori dell’Iniziativa dei Cittadini Europei “Fermiamo il Glifosato” che oggi – come parte dei suoi obiettivi  – richiede alla Commissione europea di “garantire che la valutazione scientifica dei pesticidi per l’approvazione regolamentare dell’UE si basi unicamente su studi pubblicati, che siano commissionati dalle autorità pubbliche competenti anziché l’industria dei pesticidi”. “Le decisioni sul futuro del glifosato – conclude  Burtscher dovrebbero essere guidate dalla revisione indipendente delle prove da parte della IARC.”

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