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Quanto mi abbia affascinato da sempre il Premio Bancarella non saprei misurarlo e fu per me a dir poco sorprendente quando, anni fa, proprio nel Teatro di Pontremoli, mi veniva attribuito un Premio per la mia scrittura poetica. La vita sa sorprendere come null’altro. Ero nella città del Pons tremulus o ponte del Giudizio o ponte sottile o ponte capello, insomma il Pons tremulus da cui ha preso il nome la Città di Pontremoli e del famosissimo Premio. Proprio qui, nel 1953, nasceva, infatti, il “Bancarella”.
E tutto accadeva con lo scopo di onorare il ricordo dei librai ambulanti pontremolesi, fenomeno ben più che particolare, unico in Italia. Partivano dall’alta Lunigiana gli eroi librari, generazioni di librai ambulanti, partivano da una terra di grande emigrazione; partivano da Busatica, Montereggio, Bratto, Parana, Pozzo, Mulazzo, Filattiera, a spargere conoscenza. Si davano appuntamento in primavera al passo della Cisa, sull’antico itinerario della via Francigena, che divide la Lunigiana dalla Padania, e lì celebravano il rito dell’assegnazione delle zone dove andare a vendere i libri, perché non avessero a farsi concorrenza. E…e…come trovare libri a poco prezzo da comprare coi pochi soldi ricavati dalla vendita delle castagne, del formaggio e delle foglie di gelso? Più leggo di loro e più mi pare una fiaba, che, a guardar bene, conserva -nel prezioso scrigno della memoria- una storia che ammalia più della fiaba. C'erano tanti e tanti sacrifici prima che quegli stessi sacrifici si tramutassero in risultati economici significativi e poi in consensi sul piano dell'interesse culturale.
Ebbe a scrivere Oriana Fallaci -che nel 1952 partecipò alla nascita del Premio Bancarella-: «…non avevano confidenza con l’alfabeto, ma “sentivano” quali libri era il caso di comprare e quali no: in virtù di un sesto senso che, dicono, è stato loro donato dal demonio in un’ora di benevolenza» (Epoca, 6 settembre ‘52). E, come nelle fiabe della mia incredibile vita, dopo quel Premio m’è capitato di ritornare a Pontremoli grazie al Salotto Letterario Giuridico fondato dall'Avvocato Antonella Sotira Frangipane che si dice: “feroce e libera lettrice”, Lei, la fautrice -da oltre 25 anni- dell’alleanza fra diritto e letteratura. Sempre Lei, in questo 2025, a organizzare e moderare la Conferenza stampa romana per la 73^ Edizione del Premio Bancarella nella prestigiosa Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro di Piazza Capranica; Lei che è la Presidente del Premio Letterario Giuridico IusArteLibri Il Ponte della Legalità che da 15 anni confluisce negli eventi della Fondazione Città del Libro per il Bancarella e del Centro Lunigianese di Studi Giuridici. Alla prolusione del Presidente della Commissione Cultura Arte Scienza e Spettacolo della Camera dei Deputati, On. Federico Mollicone, ha fatto seguito un’autentica intrigante trattazione delle trame dei libri finalisti a cura del Presidente della Fondazione Città del Libro, Ignazio Landi, e dei Consiglieri Giuditta Bertoli, Cosimo Maria Ferri e Giovanni Tarantola. La sistina di libri, ricca di esordi e di esordienti, è incentrata sulla figura femminile e non solo per le scelte grafiche delle sei bellissime copertine di “Come l'arancio amaro” di Milena Palminteri edito da Bompiani o ”Il dio che hai scelto per me” di Martina Pucciarelli edito da HarperCollins; “ pendio dei noci” di Gianni Oliva edito da Mondadori; “La fame del cigno” di Luca Mercadante edito da Sellerio; “La ragazza con la gonna a fiori” di Guido Rodriguez edito da Morellini; infine “Luisa” di Paola Jacobbi edito da Sonzogno.
La sestin dei protagonisti |
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L'avv. Sotira non ha mancato di evidenziare il valore socio- giuridico dei libri finalisti, ecco allora soffermarsi sui diritti negati alle donne "che restano sedute dietro agli uomini" nella Sicilia dell'arancio amaro della Palminteri, delle donne che hanno madri terribili che scelgono il Dio a cui i figli devono obbedire, nel romanzo autobiografico della Pucciarelli; delle donne che hanno visioni imprenditoriali, le pioniere del welfare aziendale, è il caso della Luisa Spagnoli del romanzo della Jacobbi, che creò il primo asilo per i figli delle sue dipendenti. Ed anche -nel romanzo storico di Oliva- la sconvolgente disfatta di Caporetto si declina come resa all'amore e non solo alle armi in quel pendio dei noci. Nei romanzi di Rodriguez e Mercadante il tema della violenza e dello sfruttamento delle donne immigrate è la "notizia bomba" per i giornalisti Antonio Ricci, appassionato di fotografie e Domenico Cigno,
bulimico di cibo e umanità – ma è anche omaggio alla misteriosa Genova e alla devastata baia domiziana. L’avv. Sotira Frangipane ha colto la prestigiosa circostanza anche per omaggiare la Lunigiana e il prof. Enrico Ferri che sapeva radunare, nella sua Pontremoli, durante il Bancarella, giuristi e allievi. E, in chiusura, ha desiderato rammentare nuovamente i pensieri di Oriana Fallaci e di uno storico lunigiano che piace anche a me riportare in questo articolo in ragione sia della mia incommensurabile passione per i libri -pagine e pagine di carta che colmano l’anima e la mia casa- che per la condivisione di quanto anima il Salotto Letterario Giuridico che mi onora della Sua considerazione e, naturalmente non ultima, per la sorprendente storia fattasi tradizione con cui i librai pontremolesi hanno accarezzato il mio sentire...”i librai pontremolesi non avevano confidenza con l'alfabeto, ma "sentivano" quali libri era il caso di comprare e quali no...perché questa è una piccola terra che alleva, insieme ai prodotti del suolo, il libro e commercia in sapienza”.
Adesso, pur sapendo di cadere tutta intera nella retorica, mi ci tuffo e dico: nell’umana volgare caduta e integrale radicamento dentro la pienezza della mentalità commerciale …commerciare in sapienza mi pare veramente edificante! L’ho detto.