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L’OMS E LA CANCEROGENICITA’ DELLA CARNE

L’OMS non dice che imputata è solo la carne trattata, ma che la carne trattata è peggio delle altre.

 

Con le ultime dichiarazioni dell’OMS sulla cancerogenicità della carne, macellai e lobby zootecniche, pervasi da un improvviso terrore che possano diminuire i guadagni, si sperticano per attutire il colpo e blandire il problema; senza considerare l’impatto che produce sull’economia personale e collettiva in fatto di cure mediche, e che ad ogni macelleria che chiude si apre inevitabilmente un negozio di frutta e verdura. In modo particolare l’attenzione è posta sulle carni rosse e quelle trattate classificate come cancerogene al pari della Diossina, dell’Amianto, della Formaldeide, del Benzopirene, del Tabacco, etc. Ma per i presentatori televisivi, e compari nutrizionisti di turno, che cercano in ogni modo di ammorbidire le dichiarazioni dell’OMS, la parola d’ordine è evitare allarmismi in modo da lasciare la massa nell’ipnosi programmata dal sistema capitalistico delle grandi lobby interessate a vendere i loro prodotti anche a costo di un’epidemia planetaria; come se i risultati scientifici di 22 esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, provenienti da 10 paesi diversi, e i più degli 800 dossier arrivati da ogni parte del mondo messi a punto negli ultimi 20 anni, siano dei banali risultati senza valore che noi italiani, gente avveduta e parsimoniosa, non è tenuta a rispettare perché non solo consuma poca carne ma dato che i nostri prodotti sono “sicuri”, queste prescrizioni vanno bene per gli americani che consumano 120 kg di carne a testa l’anno, cioè 3,2 etti al giorno, non per noi che ne consumiamo “appena” 78 kg, cioè 2,2 etti al giorno.

E così evitano di dire che una bistecca fa male e che, come le sigarette, molte fanno peggio. Ma Chi è a corto di idee si trincera dietro la stupida, banale, piccina, avvilente, patetica posizione della “moderazione” col “mangiare un pò di tutto”, che è come invitare a moderare il consumo di sigarette, di alcol o di droga non di eliminarle del tutto; che è come dire che la cicuta in dosi modeste è utile all’organismo: ma se un prodotto è nocivo lo è sempre, in poche e in quantità elevate, i cui effetti più o meno gravi, a breve o a lunga scadenza, dipenderanno dalle condizioni dell’organismo.

In sostanza, l’intento è quello di non turbare il sonno della popolazione, ma di convincerla a consumare almeno la carne due volte a settimana, naturalmente con l’aggiunta di pesce, latticini e uova, in modo da non scontentare i buon gustai più disposti a farsi tagliare un braccio che mettere solo in discussione l’eventualità di ridurre o peggio rinunciare alle piacevoli abitudini gastronomiche: praticamente la dieta di sempre, quella responsabile delle più tremende malattie che sta portando l’Occidente verso una popolazione di ammalati cronici, a beneficio di allevatori, macellai e industrie chimico-farmaceutiche.

A chi per sue motivazioni egoistiche, per scarsa percezione, limitata sensibilità umana o interessi economici sostiene la validità del consumo di carne, ricordiamogli che sostenere questa malsana abitudine è da irresponsabili verso se stessi e verso il destino comune; che il consumo di carne è indifendibile perché ad essa sono imputabili i più gravi problemi che attanagliano l’umanità attuale; che i vegetali sono raccomandati in ogni terapia, anche se non biologici, per contro la carne anche se da allevamenti bucolici è portatrice di prodotti nocivi che scaturiscono dagli organismi in via di decomposizione, come la cadaverina, la putrescina, l’ammoniaca, fenoli, indoli ecc. Diciamo che il consumo di carne è insostenibile perché è impossibile per il pianeta nutrire un popolo di carnivori; che la carne è la maggiore imputata nell’inquinamento che ha alterato il clima terrestre con le nefaste conseguenze di alluvioni che stanno devastando il pianeta.

Diciamo che gli allevamenti di animali e le necessarie monocolture sono la maggiore causa della distruzione delle foreste, dello sperpero di energia e acqua potabile e, non ultima, la fame del Terzo mondo.

Il presidente Provinciale (Le) per la Lotta Contro i Tumori Giuseppe Serravezza dice che la società degli oncologi italiani che ha gettato acqua sul fuoco affermando che basta consumare dosi minime di carne rossa per non correre rischi, non hanno competenza in materia, e che spetta invece agli epidemiologici per farlo. E aggiunge che quella della quantità moderata è una sciocchezza, perché tutte le sostanze cancerogene non hanno una soglia minima perché si accumulano nel tempo… i piccoli danni si accumulano e alla fine si scatena il danno grave.

“Da anni e in migliaia di studi ormai si parla delle gravi problematiche legate al consumo di carne, agli allevamenti intensivi, ai problemi ambientali, all’alto contenuto di sostanze tossiche derivanti dall’inquinamento e concentrate in dosi massicce proprio nella carne. Per cui si parla di interferenti endocrini, di “endocrine disruptors” cioè di pesticidi, diserbanti, fungicidi, insetticidi, rodenticidi, fitoregolatori, nitrosamine, diossina, etc. LE DIOSSINE in particolare sono liposolubili, si accumulano e rimangono nei tessuti. L’uomo non può eliminarle, la donna le trasferisce al bambino. Oltre il 90% di esse penetrano nell’organismo tramite: LATTE e derivati, CARNE e PESCE”. (Dr. Maurizio Contem Pediatra).  

Interessanti sono anche le dichiarazioni dell’oncologo Prof. Umberto Veronesi che così si esprime: “La carne è cancerogena. Tutte le persone che consumano prodotti animali si espongono ad un rischio maggiore di contrarre diversi tipi di patologie. Corrono mediamente il 30% di rischio in più di contrarre vari <http://italia-notizie.it/quali-i-tumori-diffusi-in-italia/> tipi di tumori. Le riviste medico scientifiche più accreditate sono sul libro paga delle multinazionali farmaceutiche e pubblicano solo ciò che è consentito loro di pubblicare o ciò che è imposto loro dalle suddette multinazionali. Molti medici e ricercatori sono coscienti degli effetti dannosi del consumo della carne, ma hanno le mani legate. Io che sono uno scienziato di fama internazionale posso prendermi il lusso di fare queste dichiarazioni, se lo facessero loro molto probabilmente non lavorerebbero più. L’industria alimentare e le multinazionali farmaceutiche viaggiano di pari passo, l’una ha bisogno dell’altro e queste due entità insieme generano introiti circa venti volte superiori a tutte le industrie petrolifere del globo messe insieme, potete dunque capire che gli interessi economici sono alla base di questa disinformazione. Ogni malato di cancro negli Stati Uniti fa guadagnare circa 250.000 dollari a suddette multinazionali, capirete che questa disinformazione è voluta ed è volta a farvi ammalare per poi curarvi”.

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Last modified on Thursday, 05 November 2015 16:10
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