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Music (40)


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La canzone popolare romana è ben rappresentata dai ControCorente, progetto artistico composto da Mauro Delle Donne (voce, tamburello), Martino Cappelli (mandolino), Simone Pulvano (percussioni), Maurizio Trequattrini (basso, mandoloncello), Roberto Delle Donne (voce, chitarra) e Alessandro Severa (fisarmonica). Recentemente si sono esibiti in un concerto al Parco della Musica di Roma ed hanno letteralmente conquistato il pubblico, portando alto il valore della romanità. Il loro stile fonde la tradizione alla ricerca e sperimentazione sonora. Incontriamo per un’intervista uno dei componenti, Alessandro Severa, che quando suona diventa un tutt’uno con la sua fisarmonica. Severa è polistrumentista, suona anche il pianoforte e l'organetto 8 e 12 bassi, diplomato all'UM in hard disk recording e composizione, esperto in arrangiamento. Diplomato in musicoterapia attiva, è co-fondatore con Roberto e Mauro Delle Donne di ControCorente.

Con i ControCorente sei stato il protagonista di un concerto al Parco della Musica di Roma, un omaggio alle melodie della tradizione musicale e poetica romana. Un bilancio della serata e tue sensazioni.

“Serata magica quella del nove aprile. Ci siamo esibiti nella sala studio intitolata a Gianni Borgna, uomo di grande cultura e spessore umano. "Storia della canzone romana", di Gianni Micheli, è il testo principale a cui noi facciamo riferimento per il nostro lavoro di ricerca. L'edizione di cui disponiamo è a cura di Gianni Borgna. Prova ad immaginare per ControCorente cosa abbia potuto significare suonare in questa sala. Magia. La sala studio Borgna contiene trecentocinquanta posti. La sera del nove aprile era gremita di gente. Noi abbiamo dato tutto. E ci siamo emozionati e divertiti come sempre nell'interazione con il nostro pubblico. Per me e gli altri compagni di viaggio di ControCorente l'eco di questo evento rimarrà a lungo nel cuore. Credo di poter dire lo stesso per chi era lì ad ascoltarci. Gli attestati di stima del nostro pubblico si sono manifestati prima con un lungo applauso carico di passione a termine del concerto. Proseguiti poi con numerosi interventi sulla nostra pagina facebook. Sensazioni davvero buone quindi. Sono felice di dirti che la barca di ControCorente naviga a vele spiegate e, "paradossalmente", a favore di vento.”

Nel brano ‘Fiori de malavita’ raccontate il dolore di un detenuto rispetto alla sua condizione carceraria, come è nata questa particolare composizione musicale?

“‘Fiori de malavita’ è l'unico brano a oggi del repertorio di ControCorente composto da noi. Si tratta di antichi fiori in ottava rima trasmessi oralmente da detenuti a Regina Coeli. Chi li abbia trascritti non è a noi noto. Mauro Delle Donne li ha prima selezionati. Io e Roberto Delle Donne li abbiamo poi musicati. Il nostro obiettivo era quello di creare una veste dal profumo tradizionale, utilizzando allo stesso tempo elementi e caratteri compositivi di oggi. Io non posso dire se ci siamo riusciti o meno. Quello che posso dire è che quando la suoniamo mi emoziona sempre come fosse la prima volta. E credo questa sia cosa bella. Abbiamo scelto di raccontare il dolore di un detenuto perché spesso la vita è sofferenza. Ma, forse, è proprio nella sofferenza che l'essere umano ha la possibilità di crescere, mostrando tutta la sua dignità in quanto tale.”

Alcune tematiche ricordano le parole di Romolo Balzani su Roma, il Tevere, le carceri. C’è qualche sinergia con questo antico autore che ha incarnato la romanità?

“Molte, anche se a oggi non abbiamo nessuna delle sue canzoni in repertorio. Il nostro nome viene dal testo della sua composizione più nota, Barcarolo romano. Romolo Balzani era un romano autentico. A proposito di sofferenza, lui ne ha vissuta molta. Ma alla fine è diventato un campione di umanità. E la gente lo seguiva in ogni teatro italiano in cui si esibiva. Addirittura successivamente ha esportato il suo lavoro nel mondo. Io ho avuto uno zio che nella mia infanzia è stato un riferimento per me: zio Fausto. Lui, come Romolo Balzani, era un romano vero. I due erano amici. C'è un antico modo di dire a Roma: "Nun'è romano chi a Roma nasce, ma chi da romano agisce". Romolo Balzani era un uomo del popolo. Anche io lo sono, così come il resto di ControCorente. E' molto probabile che in repertorio inseriremo una sua composizione: L'eco der core. Canzone fantastica, ricca di passione per Roma, la vita e l'amore.”

Ritieni che la fisarmonica sia più uno strumento classico o contemporaneo? Che considerazione hai della versione elettronica?

“La fisarmonica è uno strumento davvero speciale. E' abbastanza recente di nascita, avendo meno di duecento anni. Arriva a sostituire nella musica popolare strumenti antichi come zampogna e ciaramella. E' assai

 ControCorente
 I ControCorente

versatile, e in grado di eseguire qualsiasi tipo di repertorio. Ormai da anni è presente anche nei conservatori. Credo che la fisarmonica possa essere considerata uno strumento contemporaneo e classico allo stesso momento. La versione elettronica non l'ho mai sperimentata. In generale non sono affatto contrario al suo uso. Se utile ad esprimere creatività e fantasia, per me è la benvenuta.”

Che cosa provi quando suoni? Cosa si instaura tra te e lo strumento?

“Principalmente, l'incontro con me stesso. Tutto emerge quando suono. Credo ci sia una stretta relazione tra il suonare e il movimento. E' una percezione fisica da non delegare alla vista, ma ad altri sensi. Al tatto, all'udito e, in un certo senso, a una sorta di terzo occhio che vede e osserva ogni cosa, senza realmente vedere come normalmente si è soliti fare. Quando suono posso percepire ogni mia singola parte, sia fisica che mentale. Spesso mi capita proprio di chiuderli gli occhi. Poi, abbandono tutto e m'immergo nel suono-movimento globale, di cui sono un elemento. E' una grande esperienza di crescita personale e di compartecipazione con gli altri, compreso il pubblico. Tra me e lo strumento una relazione di fusione totale. Siamo un'unica entità, nel bene e nel male.”

Progetti futuri?

“Musicalmente concentrato sul progetto ControCorente. Stiamo pensando alla realizzazione del nostro terzo cd. Sarà un lavoro speciale e delicato per noi, perché rappresenta il ponte verso il nostro futuro, che vedrà maggiore nostra composizione ed evoluzione nelle sonorità. Da circa un anno abbiamo introdotto nell'organico Maurizio Trequattrini al basso elettrico e mandoloncello, e Simone Pulvano alle percussioni. Due splendidi personaggi ancora prima che musicisti. Quindi, questo terzo cd sarà un passaggio, un’evoluzione di ControCorente. Siamo certi che la musica di tradizione può essere alimentata solo con la novità e il cambiamento.

Sempre musicalmente sono impegnato con grande piacere in un altro progetto che è quello della Med Free Orkestra. Una Banda di diciassette elementi fantastici. Con loro ho avuto opportunità di suonare nel concertone del primo maggio a Roma da piazza san Giovanni lo scorso anno. Esperienza unica. Della Med Free sta per uscire anche il nuovo cd, dal titolo Tonnosubito. Un lavoro molto interessante, da seguire assolutamente, che ha visto la partecipazione tra gli altri di musicisti come Fabrizio Bosso e Javier Girotto. In questi giorni stiamo anche girando il videoclip con la Med. Non appena avrò un link dove vedere, non mancherò di segnalartelo.

Infine curo con grande piacere e soddisfazione personale quella che è l'altra mia attività: la Musicoterapia. E qui mi fermo, ringraziando te per l'opportunità offertami e i lettori per il tempo speso.”

Numa nasce a Firenze nel 1982, muove i primi passi nella musica a otto anni. Da sempre affascinato da Freddie Mercury, sceglie di unire alle sue esibizioni una teatralità che lo distingue, oltre alla voce, è il corpo a diventare elemento fondamentale per trasmettere emozioni. I movimenti e le espressioni sono la chiave di un linguaggio artistico che si completa nella musica. La sua prima esperienza come cantante risale al 1999, il suo animo rock prevale a tal punto da portarlo a far parte di una delle band più in voga nel Mugello, gli SHEAKERMAKERS, un’esperienza di cinque anni che ha contribuito alla sua crescita artistica, tra live, ospitate in radio e tv. Dal 2002 comincia a frequentare l’Accademia Musicale di Firenze prendendo lezioni di canto Jazz e moderno, entra successivamente a far parte di diverse compagnie teatrali e si esibisce in diversi spettacoli e musical. Nel 2009 esce il suo primo progetto discografico ‘Nel mio sguardo’, un lavoro molto apprezzato dalla critica, seguirà un secondo album “POUT/POURROCK!”. Nel 2012 viene nominato miglior Cantante Rock dell’importante evento mediatico SANREMO MUSIC AWARDS. Nel marzo 2015 esce il suo terzo disco ‘Il periodo’, un progetto molto più maturo, dai toni forti, tipici dell’hard rock, dove prevalgono atmosfere dark, e l’artista si trasforma attraverso trucchi appariscenti che lasciano il segno. Considerato uno sperimentatore, dopo anni di duro lavoro, Numa è riuscito a farsi apprezzare per lo stile particolare nel suo genere. Lo incontriamo per una breve intervista.

Emanuele Nardoni in arte Numa, cantautore, insegnante di canto, performer in musical, musicista ecclettico ed anticonformista. Sei considerato unico nel tuo genere, perché riesci ad unire all’hard rock la teatralità, in cosa consiste il tuo fare musica?

“Non so se ce la faccio davvero, considerato che non ho un numero di seguaci così elevato, penso che posso fare molto di più, lavoro ogni giorno per migliorare sia l'uomo che l'artista che è in me.

In ogni caso il pacchetto che ne è esce è l'insieme di tutte le esperienze che ho fatto fino ad ora e la musica che mi piace ascoltare di più, non mi sono mai limitato a seguire un solo percorso, ma mi sono sempre buttato in tutte le esperienze che mi sono state proposte durante il mio percorso, quindi la mia testa si è riempita di tante cose che stanno costruendo pian piano un mio stile. Cerco di conoscermi meglio attraverso la musica.”

Quali sono state le tappe più significative del tuo percorso artistico e che cosa ti ha portato verso questo genere musicale?

“Le tappe più significative, direi senza dubbio il mio primo gruppo rock che mi ha fatto capire che stare su un palco a divertirsi davanti alle persone era una cosa che mi faceva sentire utile e allora ho deciso di provare a farlo ancora, ancora e ancora.

E poi la mia prima esperienza teatrale nel 2006, il primo musical, lì ho cominciato a capire il controllo del corpo e mi sono appassionato alla recitazione e poi ovviamente i vari studi nella scuola di musica. La musica che mi è piaciuta fin da subito, già da bambino amavo il pop/rock, poi la vita diciamo ti consuma sotto tanti aspetti, allora si decide di ribellarsi e sfogarsi, quindi il mio pop/rock è diventato sempre più duro, non abbandonando mai il linguaggio del corpo sul palco.”

Il tuo ultimo album ‘Il periodo’ contiene dieci brani in italiano che ci proiettano dentro al tuo mondo, che cosa è racchiuso in questo progetto discografico?

“Nove canzoni in italiano e una in inglese, questo album ho deciso di farlo così perché uno dei periodi più duri della mia vita è trascorso in parallelo con l'avvicinamento alla musica metal, per frequentazioni anche di ambienti dove si fa metal, e quindi è stato quasi naturale, penso sempre di più che niente avviene per caso...mi guardo indietro e torna tutto.”

Miles Davis disse: “La vera musica è il silenzio. Tutte le note non fanno che incorniciare il silenzio.” Il tuo secondo singolo si riferisce proprio al silenzio. Che significato ha per te?

“Vuol dire che se qualcuno ti guarda senza parlarti non vuol dire sempre che non ha niente da dirti, ma che lo emozioni troppo da lasciarlo senza parole...grosso modo è questo diciamo!”

 

A sei anni di distanza dalla vittoria con "Per tutte le volte che", Valerio Scanu torna al festival di Sanremo con "Finalmente piove" scritta per lui da Fabrizio Moro. Il brano dà il titolo anche al nuovo cd di Valerio in uscita il 12 febbraio 2016. 13 tracce prodotte da Luca Mattioni 8 dei quali portano la firma dello stesso Valerio. Bonus track dell'album, la cover di "Io vivrò (senza te)" di Lucio Battisti. Il disco è una continuazione del precedente lavoro (Lasciami entrare) dove il sound internazionale incontra il pop italiano in una fase di crescita, non solo artistica, di Valerio. L'album sarà presentato live, per la prima volta, il 24 aprile, all'Auditorium Conciliazione di Roma.


In una recente intervista Scanu ha dichiarato: "Ho sempre desiderato ritornare a Sanremo ma era per me molto importante presentarmi con un brano maturo, che rappresentasse quello che sono oggi e non posso che essere felice di tornaci con Carlo Conti che mi riporta, dopo due anni di TV, al mio più grande amore: la musica ". Continua Valerio "In questo album il tema principale è quello dell'amore, l'amore vero, fatto di piccole grandi cose, di piccoli grandi gesti, di sguardi, di 'parole non dette', l'amore universale, di un sentimento che dura nel tempo, nonostante le mille peripezie che la vita ci sottopone ma, sempre con una via d'uscita, sempre con un lieto fine..."


Nello Fiorillo, giovane cantautore napoletano, torna con un nuovo album ‘Adesso più che mai’, un lavoro discografico che vanta la collaborazione con tanti professionisti del settore, da Amedeo Perrotta ad Angelo Arcamone, ma ciò che lo rende ancora più interessante è quel mettersi in gioco dell’artista interpretando alcuni brani in dialetto, rispettando i canoni della musica napoletana. Ritmo, attenzione e cura nei testi e negli arrangiamenti, questa volta c’è qualcosa in più nel disco, la voglia di cantare, di regalare emozioni, raccontando l’amore, quello autentico, fatto di ombre, di paure, di mancanze. Insiste nel concentrarsi in questo sentimento Nello Fiorillo e lo fa attingendo al suo vissuto, alle esperienze personali, che lo hanno profondamente segnato. In dieci tracce prende forma l’espressione di un amore mai dimenticato, che continua a pesare sul cuore.


Dopo l’album ‘Il cuore non si arrende’ torni con un nuovo progetto discografico ‘Adesso più che mai’, un disco dove ancora una volta racconti l’amore, con dei pezzi anche in napoletano. Che cosa è racchiuso in questo album?
‘Adesso più che mai’ è un viaggio lungo sei mesi, in cui sentivo il bisogno di raccontare ciò che mi stava accadendo, in questi mesi la mia vita è cambiata radicalmente, ed io partendo da una forte autocritica verso me stesso ho provato a raccontarlo. In tanti anni che scrivo, raramente l’ho fatto in dialetto. In questo disco è stato tutto più semplice, quasi naturale, forse perché racconto storie di tutti, quelle che vedi passeggiando nei vicoli di questa città. L'aiuto di Amedeo Perrotta ed Angelo Arcamone è stato vitale, hanno subito sposato il progetto e con me hanno scritto pezzi di cui sono davvero orgoglioso, spero davvero che il mio pubblico li possa apprezzare.


Nel disco non mancano le collaborazioni, mi riferisco in particolare al duetto con una giovanissima cantante. Come è nato questo incontro artistico?
Ho sempre cercato di unire lo spirito dei giovani come me ad esperti del settore, come è successo anche nei mie album precedenti. In realtà in questo album avevamo scritto un duetto bellissimo che abbiamo proposto ad un artista nazionale molto, molto nota...dopo aver accettato però non se ne è fatto più nulla, in una emittente locale incontrai questa giovanissima cantante che io non conoscevo, rimasi stupito...La feci contattare dal mio webmaster Gennaro Napole, e scoprimmo che abitava a 300 metri da casa mia...il pezzo secondo me, farà molto rumore, questa piccola artista farà dei numeri impressionanti.


Sei molto amato e seguito nella tua terra, ci racconti qualche episodio particolare avvenuto durante i live, tra la gente?
Forse l'immagine più bella che ho di tutti i miei concerti è quella di vedere le persone stupite, nel vedere la mia disponibilità prima e dopo il concerto nel fare foto ed autografi, penso sia il minimo che io possa fare per il mio pubblico che mi sostiene da anni.


La promozione di un disco è fondamentale, che rapporto hai con i social e come ti attiverai per far conoscere ad un ampio pubblico questo nuovo lavoro?
La promozione è diventata negli anni sempre più importante per un artista, specie se autoprodotto come me. Il web è stato sempre il mio punto di forza, anche perché è partito tutto da lì, nel lontano 2006 quando ai tempi di My Space iniziai a far conoscere le mie prime canzoni. Farò come ho sempre fatto, social,tv e radio locali...ma la promozione migliore è quella delle piazze, anche se devo ammettere che su scala nazionale i numeri che ho fatto nel 2015 e 2016, ad esempio come streaming, su portali mondiali come Dezeer e Spotify, vanno oltre un milione trecentomila click, superando tantissimi artisti di fama nazionale, questo dovrebbe far riflettere le major.

Dopo l’esperienza sanremese nel 2015 che li ha visti al secondo posto tra le nuove proposte i KuTso si confermano come una delle band più promettenti e originali del momento. Il loro brano ’Elisa’ ha conquistato tutti, anche la critica e l’ironia con cui calcano il palco è sicuramente una delle cose che piace a chi li ascolta. Matteo Gabbianelli, anima e voce del gruppo, Donatello Giorgi alla chitarra, Luca Amendola al basso e Simone Bravi alla batteria, si possono considerare una formazione determinata e compatta che fa il suo esordio discografico nel 2013, con l’album ‘Decadendo-su un materasso sporco’, per poi arrivare nel 2014 ad aprire i concerti di Caparezza e altri grandi artisti della musica italiana. Nel 2015 oltre al successo dell’Ariston arriva anche il secondo album ‘Musica per persone sensibili’, un progetto discografico che unisce simpatia e provocazione, nella semplicità. La band di Marino, in provincia di Roma, dopo il tormentone di Sanremo ne ha fatti di passi in avanti, sempre mantenendo quel mix di ironia e schiettezza pungente verso ciò che non va nella società. La musica quindi, non solo per riderci su, ma per portare all’attenzione tematiche delicate, scottanti, da non sottovalutare. E non sono mancate le collaborazioni, da Piotta ad Alex Britti, per citare alcuni degli artisti coinvolti nel progetto. Un album coinvolgente e pieno di spunti di riflessione, musicalmente interessante e vivace, dove il rock scatena il divertimento.

Un secondo posto nella categoria nuove proposte al Festival di Sanremo 2015 con il singolo ‘Elisa’, una serie innumerevole di concerti, l’album ‘Musica per persone sensibili’, un periodo davvero intenso per voi. Dal vostro esordio come si è evoluta la vostra musica? Quali sono le caratteristiche che vi distinguono dai tanti gruppi presenti nel panorama musicale odierno?

Da circa tre anni la mole di lavoro sul nostro progetto si è decuplicata rispetto agli esordi. Siamo impegnati tutti i giorni in diverse attività, quali la scrittura di nuovi brani, la prosecuzione del “perpetuo” tour, le interviste e le collaborazioni con i nostri colleghi. Le nostre vite sono totalmente assorbite dalla musica e, dato che non siamo delle grandi popstar ricche ed affermate, non possiamo permetterci vacanze o stop per periodi troppo lunghi, pena la nostra sparizione dalla scena. Siamo degli stacanovisti, degli operai instancabili ed estremamente determinati. La nostra peculiarità musicale è la volontà di infondere gioia, energia e propositività rivoluzionaria. Le nostre canzoni a volte sono degli scherzi provocatori, a volte invece toccano temi cupi, tragici, mortiferi e crepuscolari, che fanno da contraltare ad una parte melodica solare, immediata e potente. La nostra musica è un guazzabuglio agrodolce di luce e buio, tensione emotiva e apertura disperata alla vita, vissuta fino all'ultimo secondo senza remore o tabù.

‘Musica per persone sensibili’ è un mix di energia, simpatia, ma anche provocazione. E’ divertimento e satira sociale. E’ così?

Le canzoni dei kuTso scaturiscono da un contorcimento interiore, esse si possono definire in questo senso “espressioniste”. Spesso i brani sono delle invettive contro tutto e tutti, vi trovano spazio temi sociali, ma anche discorsi più prosaici. In genere, come per tutti gli artisti che cerchino un'espressione sincera di se stessi, la nostra musica è un insieme di pensieri, considerazioni, paure e sensazioni nate in noi dal confronto quotidiano con gli eventi della vita, a cui reagiamo variabilmente con fatalismo, rabbia, ironia, sarcasmo e disfattismo. Tutto ciò viene mitigato dalle armonie maggiori che utilizziamo come lenitivo energizzante contro le difficoltà dell'esistenza.

Il disco vanta la collaborazione di tanti artisti, da Piotta ad Alex Britti. Come avete affrontato queste opportunità?

Suonando ormai da molti anni nella scena romana, ci siamo fatti molti amici (e qualche nemico) che si sono prestati volentieri a collaborare sui nostri lavori. Soprattutto con Alex c'è un rapporto di amicizia che dura da tutta la vita. Quest'anno con Sanremo si è concretizzata la possibilità di collaborare e ne abbiamo approfittato subito per poter usufruire dell'aiuto di uno dei più grandi musicisti che l'Italia possa vantare. Lo scambio tra artisti è essenziale per creare una rete di mutua assistenza e anche per imparare dagli altri, conoscere altri stili e pensieri. Noi abbiamo sempre collaborato con tanti nostri colleghi, quasi tutti estremamente lontani stilisticamente da noi e questo è un aspetto che ci ha permesso di crescere e maturare tantissimo.

Baudelaire scrisse: “La sensibilità è il genio di ciascuno di noi.” Che significato ha per voi?

La sensibilità è ciò che permette all'individuo di scavare nella superficie delle cose, maturando una propria opinione indipendente dalle chiacchiere altrui.

Il giovane rapper romano è diventato popolare dopo aver pubblicato su youtube un brano con delle citazioni in latino 'Ego sum Kaligola'. Porta nel rap la sua passione per la storia e per la poesia, arrivando sul palco dell'Ariston tra le giovani proposte di Sanremo 2015. Ora ha all'attivo un album 'Oltre il giardino' e continua con impegno a dedicarsi allo studio e alla musica.

La storia è la concreta testimonianza di ciò che siamo, dal passato possiamo capire ciò che è accaduto e conoscere i personaggi che hanno rivoluzionato o cambiato con le loro azioni il corso degli eventi. Non sempre i ragazzi di oggi sono interessati a conoscere e studiare la storia, non è il caso di Gabriele Rosciglione, giovane rapper romano, che ha scelto come suo nome d'arte quello di un folle imperatore: Caligola. E' ancora uno studente Gabriele, frequenta il liceo scientifico ed è appassionato non solo di storia, ma anche di poesia, fotografia, botanica e cinema. E' arrivato alla notorietà postando in rete un brano rap con citazioni in latino 'Ego sum Kaligola', poi da lì il successo è stato immediato, lo abbiamo visto sul palco dell'Ariston tra le nuove proposte di Sanremo 2015, era il più giovane dei concorrenti in gara. Inevitabile non notare il talento di questo ragazzo che si distinge non solo per la sua età, ora ha diciassette anni, ma anche per le sue capacità artistiche. Kaligola da Sanremo è uscito più maturo, determinato, continua ad impegnarsi nello studio e si dedica alla musica, ha scritto e composto tutti i brani che fanno parte del suo primo album 'Oltre il giardino', con la collaborazione per gli arrangiamenti e la produzione di Enrico Solazzo e Dario Rosciglione. Il rap è un genere che sta riscontrando interesse nel panorama musicale italiano, anche se sembra essere molto spesso legato al pop, nello stile di Kaligola invece gli arrangiamenti diventano sperimentazioni con il jazz, il funk, a volte addirittura con la musica classica. Forse è proprio questo a renderlo interessante, quel suo modo di unire musica, poesia e arte in genere completa il profilo di un giovane che farà sicuramente parlare ancora molto di sé.

Sei giovanissimo e con un nome d'arte davvero particolare: Kaligola, che ci riporta al Caligola imperatore e all'opera teatrale di Albert Camus, perchè questa scelta?

"Ho scelto questo nome quando ho iniziato a scrivere canzoni, perché mi aveva colpito molto, studiando la storia romana, il personaggio dell'imperatore Caligola: un pazzo, eccentrico, ma che tuttavia agiva sotto una logica precisa. A proposito dell'opera di Camus, ho comprato da poco il libro e cercherò di leggerlo il prima possibile, è molto interessante capire come è stato interpretato durante i secoli questo personaggio e sopratutto sono curioso di vederlo descritto dal grande Camus".

Ti abbiamo visto a Sanremo 2015 tra le giovani proposte con il brano "Oltre il giardino", come hai vissuto l'esperienza del palco dell'Ariston?

"Molto Bene, è stata una grande emozione salire su quel palco, sin dalle prime prove. In generale mi sono divertito tutta la settimana del festival, è stato qualcosa di veramente fantastico".

Come è nato il tuo interesse per la musica, in modo particolare per il rap?

"Ho sempre amato la musica ed essendo nato in una famiglia di musicisti ne ho sempre ascoltata tanta . Il rap mi piaceva già da bambino: ascoltavo principalmente i rapper del momento, come Eminem, 50 Cent e Sean Paul. Tuttavia verso gli undici anni mi ero appassionato in particolar modo per la musica classica e per le colonne sonore dei film e il mio sogno era proprio quello di diventare un compositore cinematografico. Qualche anno dopo è ritornata la passione per il rap e piano piano ho iniziato a scrivere".

Cos'è per te la poesia?

"E' l'arte più fragile".

Ci parli del brano "ll rimorso" tratto dall'album "Oltre il giardino"?

"In questa canzone parlo, come si può capire dal titolo, del rimorso, che è alla fine di ogni azione sbagliata nell'animo di chi capisce di non aver agito nel bene proprio o altrui. Nello specifico racconto la storia di due uomini le cui vite si intrecciano e si incontrano in un rimorso comune. Prima del rimorso, prima dell'azione, c'è pero' il pensiero che li condanna".

Pagina ufficiale di Kaligola su FB: https://www.facebook.com/Kaligolaofficial/photos_stream

L'album d'esordio in tutti i digital store e nei negozi di dischi
dal 27 novembre

 

Ad un anno dal lancio della sua prima canzone “Il mio domani”, Marco Rotelli esce con l'album d'esordio dall'omonimo titolo Il mio domani.
Sono dieci le canzoni presenti, quattro delle quali -PARLAMI CERCAMI, VIVI, FERMEREMO IL TEMPO- già conosciute dal pubblico e proposte in radio nel corso di questo intenso anno di lavoro e 6 nuovi brani. Tra questi
MILLE VOLTE MEsarà il singolo che accompagnerà l'uscita e la promozione dell'album. La scelta di questo brano, più spavaldo musicalmente dei precedenti conosciuti è proprio perché Marco Rotelli ci tiene a mostrare tutta la sua grinta e determinazione. Ascoltare l’album di Marco Rotelli significa entrare completamente nel suo mondo di adolescente prima e di ragazzo dopo. Marco è autore e compositore delle sue canzoni, seppur sempre con ausilio di altri autori e musicisti che lo hanno affiancato nella produzione, alcune delle quali erano tali prima ancora che lui stesso se ne rendesse conto.

Il lavoro di produzione è stato seguito dall'arrangiatore M° Mario Natale e nei brani hanno suonato musicisti d'eccezione come Stef Burns, Nicola Oliva, Paolo Petrini, Francesco Corvino, Giorgio Cocilovo, Diego Corradin, Rossano Eleuteri, Antonio Petruzzelli e Paola Caridi.


 

Finalmente un progetto internazionale per nuovi volti e nuovi talenti della musica: New Entries Europa Tour, ideato da Norma Imbriano e diretto artisticamente da Maurizio Verbeni. New Entries si occupa di orientare, formare ed addestrare gli artisti ed inserirli in maniera seria e reale nel mondo del lavoro.Bisogna avere un’età compresa tra i 16 e i 60 anni, salvo casi eccezionali che la commissione si riserva di accettare. Le selezioni per l’anno accademico 2015/2016 sono gratuite, seguiranno le prove di ammissione sempre gratuite che consistono in test psicoattitudinali, provino live e colloquio di selezione.

Avranno libero accesso tutti gli artisti che supereranno il colloquio di ammissione, che sarà curato da una commissione formata esclusivamente da noti esponenti dello spettacolo. New Entries oltre alla borsa di studio premia i 20 allievi Europa Tour, iscrivendoli a proprie spese ad un prestigioso concorso internazionale o nazionale. Una grande opportunità per accedere nel mondo della musica e costruire passo passo un percorso artistico di rilievo. New Entries Europa Tour non è una competizione, ma una promozione per gli artisti e la musica italiana in Europa e nel mondo.

L’artista più gettonato dal pubblico sia nella rappresentazione in teatro denominata “lancio del tour”, che avrà luogo subito dopo le audizioni, sia durante lo stesso tour, sarà premiato con la partecipazione alle finali del festival dell’Adriatico “Premio Alex Baroni”. Il vincitore del Festival dell’Adriatico, premio Alex Baroni, avrà diritto alla partecipazione al New Entries Europa Tour U.s.a. Presentatrice dell’evento Rossella Diaco, nota conduttrice Rai che ha sposato da subito il progetto. In giuria il direttore d’orchestra Mario Zannini, la cantautrice Linda d, il gruppo internazionale Milk and Coffee, Enzo Spinozzi patron del Festival dell’Adriatico “Premio Alex Baroni”, la professoressa, regista e attrice Anna Baldoni.

Per le iscrizioni e per saperne di più consultate il sito ufficiale: http://www.newentrieseuropatour.com/

Ne hanno fatta di strada i tre tenori de “Il volo” da quando sono saliti sul palco di “Ti lascio una canzone” il programma condotto da Antonella Clerici, che li ha resi noti al pubblico televisivo e non solo. Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Piero Barone sono ormai un trio consolidato amato ed apprezzato in tutto il mondo e dopo la vittoria al Festival di Sanremo 2015, hanno visto crescere la loro popolarità in modo vertiginoso. A conferma del grande successo il doppio platino dell’album Sanremo Grande Amore, il platino del singolo stesso, i sold out del tour estivo e la conquista delle prime posizioni nelle classifiche. E’ prevista per il 25 settembre l’uscita dell’album “L’amore si muove” che sarà anticipata dal singolo omonimo proprio in questi giorni di fine agosto.Nel 2016 i ragazzi de Il Volosaranno impegnati con il tour “IL VOLO 2016 LIVE NEI PALASPORT”. Tra le tappe già confermate il 15 gennaio al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 16 gennaio al Palalottomatica di Roma, il 20 gennaio al Pala Maggiò di Caserta, il 21 gennaio al Pala Florio di Bari, il 23 gennaio al Palasport di Acireale (CT), il 26 gennaio all’Unipol Arena di Bologna, il 27 gennaio al Pala Alpitour di Torino e il 29 gennaio al Mediolanum Forum di Milano. I tre giovani talenti in questi ultimi anni si sono esibiti in tutto il mondo, acclamati negli Stati Uniti, hanno cantato con star internazionali come Quincy Jones, Celine Dion, BarbraStreisand per citarne alcuni. Con il nuovo progetto discografico tornano a raccontare l’amore, un amore che si muove e che sembra essere la chiave di un nuovo ed importante successo di respiro internazionale.

Michela Zanarella

 

Fascinating Road è un progetto ambizioso che prenderà il via il 26 settembre 2015 all’Elegance Cafè di Roma, un progetto che mira ad un rilancio della musica jazz che va dagli anni 40 agli anni 60, partendo da Sinatra, attraverso un filtro creativo che si avvale della professionalità di musicisti contemporanei uniti alla voce di un interprete che sa avvolgere con uno stile originale chi lo ascolta.

 

Antonio Marziantonio è un artista multiforme. Nato a Napoli, si è diplomato all'Accademia Internazionale di A.Fersen a Roma e si è perfezionato all'Actor's Studio di New York. Dal 1990 in poi ha lavorato al cinema, in teatro e in televisione in numerose fiction di successo e ha partecipato a famose campagne pubblicitarie. Al percorso di attore ha unito una carriera nel mondo della musica, come cantante e autore, che nel 2005 lo porta alla realizzazione di un album brit-rock ‘A Sunshine Day’, un lavoro discografico con un buon riscontro di critica. La voglia di sperimentare e di elaborare nuovo materiale lo stimola verso un nuovo percorso di rivisitazione jazz e swing. Le esperienze nella musica prima brasiliana, poi nel rock, hanno plasmato la vocalità di Antonio Marziantonio, che ha cercato di dare forma ad una nuova linea artistica in collaborazione con ottimi elementi di estrazione jazz. Il risultato è una sonorità innovativa, che vuole ridare vigore alla bellezza che fu di un tempo straordinario, dove un mito come Sinatra segnò un’epoca. Marziantonio ha in qualche modo assorbito da Sinatra e da altri grandi di quel periodo il meglio della loro produzione, riproponendola sotto una veste nuova, del tutto personale. Un progetto certamente non facile da realizzare, ma che ha il merito di dare alla musica una funzione altamente emotiva e comunicativa. La conferma di ciò è evidente nel video di ‘If I could’ve stopped time’, brano arrangiato e diretto da Massimo Ruocco, che dimostra le capacità vocali di Marziantonio, ma anche la profonda conoscenza di diversi generi musicali, che sono stati minuziosamente studiati e affrontati. E dalle note calde e coinvolgenti di ‘If I could’ve stopped time’, si snoda una dolce malinconia per un rimpianto d’amore, ma non si avverte tristezza, solo la consapevolezza di un momento passato che non può far altro che diventare linfa di una nuova luce per ricominciare ad amare, le parole del testo lasciano intuire il desiderio di ritrovare la strada per la felicità. La musica diventa allora quell’atto di magia che rende vivo ed autentico ogni momento della propria esistenza.

 

Da attore diplomato all'Accademia Internazionale di A.Fersen a Roma a cantante e autore musicale, cosa ti ha spinto verso la musica e quali sono state le tappe fondamentali per la tua formazione artistica?

 

“Diciamo che la musica è arrivata prima dell’Accademia, è stato il primo amore perché già da ragazzino, dopo studi privati e al conservatorio, facevo le mie prime composizioni e i primi concertini per i miei compagni di liceo e prima dell’Accademia avevo già avuto esperienze professionali con la musica brasiliana, ma se ti riferisci alla parte più importante della mia carriera musicale dal 2000 in poi, è stata senz’altro la consapevolezza di quanto materiale compositivo, accumulato negli anni, avevo da parte e veniva fuori prepotentemente nei momenti più impensati oltre ad una capacità comunicativa accresciuta dalla mia carriera di attore ed a quella che è stata sempre una mia facilità naturale nel canto. Le tappe, accorciandole all’osso: l’esperienza con la musica brasiliana, oltre che nella bossanova di Jobim e Gilberto, anche in quella di matrice più prettamente bahiana di Caetano Veloso e Djavan, poi l’esperienza negli anni 90’ con il grande teatro classico, Sofocle, Aristofane, Shakespeare, Molière, Pirandello, Beckett, e con i grandi Maestri del cinema come Marco Risi, Marco Bellocchio, Dario Argento e le tante fiction televisive di valore fatte. A seguire la pubblicazione nel 2005 del mio primo album ‘A Sunshine Day’ di ispirazione Brit- Rock, che mi ha portato ad una tournée nazionale che si è protratta per tutto il 2006, l’incontro con Massimo Ruocco che mi ha condotto con maestria verso la svolta stilistica del jazz dietro la valutazione della mia composizione ‘If I Could’ve stopped time’, da lui arrangiata e diretta, l’incontro determinante con il maestro Federico Capranica che, grazie anche all’esperienza con il Coro Altavoce, ha perfezionato (e continua a farlo) con una severissima disciplina la mia tecnica vocale e mi ha incoraggiato sulla strada del jazz e dello swing dei grandi cantanti del passato come Sinatra, riconoscendo in me queste potenzialità. Ricordo che una sera a casa sua dopo una registrazione mi disse che potevo senz’altro continuare su quella strada, previo uno studio ancora più feroce. Conoscendo la sua durezza ed inflessibilità, fu questo per me il segnale che ero sulla strada giusta.”

 

Hai all'attivo un progetto di diffusione dell'arte poetica italiana. In cosa consiste e cos'è per te la poesia?

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“Parlare di poesia di fronte a una poetessa di grande valore come te è un vero onore. Ritengo che l’Italia abbia il patrimonio poetico più importante del mondo. Basti ricordare Dante, Foscolo, Leopardi, D’annunzio, Pascoli, Montale, Pavese, Ungaretti per capire che è una vergogna la mancata diffusione di questa meraviglia sia tra gli adulti che non hanno avuto tempo e modo ed educazione di potersi avvicinare alla poesia, sia tra i giovani che studiano questi poeti in modo spesso sommario, scolastico e poco avvincente. Ho notato che mettendo la mia arte di attore al servizio della poesia ho dei riscontri di emozione e di partecipazione e di riflessione talmente importanti ed incoraggianti che mi spingono sempre più ad incentivare il mio lavoro in questo senso. Infatti oltre a siti istituzionali, la prossima stagione comincerò pure a svolgere questa attività in alcuni licei della capitale sensibilizzati a questa potenzialità comunicativa. I giovani che crescono educati a questo patrimonio, saranno il vero tesoro di questa nazione, qualunque lavoro svolgeranno nella vita. Dobbiamo salvaguardare le nostre radici culturali, la nostra identità e le nostre arti. Per finire, non è escluso che in qualche concerto non faccia anche qualche escursione poetica per gettare un ponte tra le due arti, visto che per me la Poesia, quando è di grande valore come la tua, è anche meravigliosa musica.”

 

Dal rock, alla musica brasiliana per arrivare al Jazz, come si è evoluto il tuo modo di fare musica e in cosa consiste il progetto Fascinating Road?

 

“Intanto colgo l’occasione per comunicarti che il tour Fascinating Road, dopo un periodo di gestazione che è stato più lungo del previsto, prenderà il via ufficialmente il 26 Settembre 2015 con un concerto all’Elegance Cafè prestigioso locale in Via Veneto a Roma con la denominazione di formazione Antonio Marziantonio Quartet, per poi essere ospitato in tante città italiane. Questa è un’esperienza decisiva per completare il mio percorso di cantante e musicista. Non è stato facile, venendo dal rock. Ma il mio rock già in partenza era particolare, la musica che stavo componendo prendeva valenze diverse che si avvicinavano a R.E.M. e Radiohead e poi anche jazz, diciamo jazz-rock. E’ una strada che andava esplorata. Ho cominciato a studiare e il resto è venuto da solo, certo non mi aspettavo neanch’io una adesione così profonda. Ma guarda che esperienze simili le hanno fatte per esempio Rod Stewart e Robbie Williams, addirittura ultimamente Dylan, che ha fatto un disco su Sinatra. Il jazz è una musica popolare colta ed antica, depositaria, di molto di quello che sarebbe venuto poi dopo nei generi musicali.

Fascinating Road è un percorso molto ambizioso che ho intrapreso nella mia vita musicale. Partire dalla grande bellezza di un periodo straordinario degli anni 40-50 e 60, fatto da una sinergia di interpreti meravigliosi come Sinatra, arrangiatori e Direttori musicali straordinari come Nelson Riddle e di autori strabilianti come Cole Porter, solo per citarne alcuni tra gli altri fantastici, farli rivivere con una band compatta di alcuni musicisti di grande spessore e creatività, Stefano Sastro, Flavio Ianiro e Marco Rovinelli, uniti alla mia voce che, a detta di molti addetti ai lavori, è un mediatore perfetto per questa operazione, per filtrare poi questa esperienza nella mia capacità compositiva. ‘If I Could’ve Stopped Time’ è la testa di ponte di questo progetto. Sto accumulando altro materiale, che dopo un autunno ed un inverno “ live” in giro per l’Italia sfocerà spero in sala d’incisione in un album il cui stile e le cui composizioni si chiariscono lentamente giorno dopo giorno, un album per certi versi un po’ misterioso, fatto oltre che di qualche rivisitazione importante del nostro repertorio, di materiale originale con svariate contaminazioni e in cui il jazz sarà senz’altro fondamentale, ma sarà fuso in evocazioni inusitate, frutto delle mie esperienze brazil e soprattutto rock e di quelle dei musicisti che collaborano con me a questo progetto, oltre che jazz, blues e soul. Vorrei infatti coinvolgere, così come negli anni ’40 e 50 la straordinaria competenza musicale degli artisti che in questi anni ho avuto la fortuna di conoscere per un vero lavoro di equipe, che spero riesca a creare uno stile ed un suono originale, così come era stato il mio primo album.”

 

Parlando di un mito, Frank Sinatra disse: “Progresso vuol dire che per tutto occorre sempre meno tempo e sempre più denaro.” Una tua riflessione.

 

“Il capo dei capi, come l’ha definito Bono Vox aveva ragione. Ti voglio fare un esempio. Billy Strayhorn, straordinario compositore ed arrangiatore degli anni ’40, primo collaboratore e vera ‘altra’ mente di Duke Ellington lavorò su una sua celeberrima composizione ‘Lush Life’, continuando a perfezionarla, per ben 15 anni. Conosci qualcuno oggi disposto ad un tale lavoro? Le canzoni si elaborano oggi spesso in pochi giorni, sono la cosa meno importante, perché poi quello che conta sono i capitali che ci vogliono per la sua diffusione e commercializzazione. Risultato: le canzoni, anche quando rendono molti soldi alle Majors, vengono dimenticate in fretta, perché senza anima, senza spessore, spesso inutili, sono temporanei strumenti commerciali, mentre ‘Lush Life’ e tanti altri capolavori sono ancora lì a mostrare al mondo come si fa musica, come si entra nel cuore delle persone per sempre. E così è per la musica pop- rock, soul e così via. Pensa alle meraviglie che ci ha regalato Steve Wonder!! Anche ‘If I Could’ve Stopped Time” ha avuto una lunga gestazione, ma sono molto felice del risultato. Al di là del successo commerciale, sono certo che rimarrà, magari ci metterà molto più tempo ad essere conosciuta a livello globale ma sono certo che accadrà e che sarà interpretata da altri artisti. Quando la pubblicai, il giorno prima scrissi: “Scrivere una canzone è un atto creativo, scrivere una bella canzone può anche essere un fatto di fortuna, scrivere una canzone che rimanga nel cuore è un atto di magia.” Bene, da quel giorno, tanti, indistintamente, mi ripetono che l’ascoltano, si emozionano, che gli è entrata dentro. Per me, come quando recito una poesia e vedo i volti grati delle persone, la missione è compiuta!!”

 

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