L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.


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Kaleidoscope (1457)

Free Lance International Press

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Chiara Rossi, Autrice di "UNA LUNGA NUOTATA", è stata premiata lo scorso 17 maggio presso il “Caffè Letterario” di Via Ostiense, 95 a Roma. Per l'occasione alcuni allievi deĺla scuola di recitazione “Angelo Longoni” hanno letto dei brani.

Nel 1986 l’Ente israeliano per la Memoria della Shoah insignì del riconoscimento di Giusto tra le nazioni, un anno prima della sua morte, Chiune Sugihara, unico giapponese ad avere il suo nome inciso nel Giardino dei Giusti del museo Yad Vashem di Gerusalemme, per aver rilasciato - nel 1940, durante l’occupazione nazista, disobbedendo agli ordini di Tokyo - visti di transito per migliaia di Ebrei Lituani in fuga dalla Polonia e da altri paesi dell’Europa orientale.

Da questo spunto, che si staglia sullo sfondo, nasce la pièce teatrale, in cui, a partire dalla figura di Lucio, mai presente in scena, si intrecciano le storie di Dalya, Lucilla e Metella, inconsapevolmente legate da un destino comune, che inciderà per sempre sui loro reciproci rapporti. Dalla lunga nuotata - quale è stata la vita della protagonista - si evince che ogni esistenza influisce sull’altra, e che, al di là di allusioni, illusioni e delusioni, esiste una quinta stagione: quella che appartiene alla scelta di viverla, come ognuno di noi la crea. Nella vita di Dalya, felicità, sofferenza e amore sono accaduti per grazia, avendo potuto scegliere le diramazioni su cui incamminarsi. Sarà per questo che lei afferma nel monologo finale: “Alla soglia degli ottant’anni, mi sveglio e mi scopro allegra” e “Più viva di così non sarò mai”.

Chiara Rossi

Lombarda di nascita, ligure di adozione, laureata quale “Esperto nei processi formativi e in Scienze dell'Educazione degli Adulti e della Formazione continua”, è giornalista pubblicista. Le esperienze professionali sono legate a progetti editoriali e di comunicazione (anche in ambienti no profit), oltre che di consulenza e coaching, nell’ambito della redazione di tesi di laurea in Scienze umane e psico-sociali e writing coaching. Appassionata di scrittura (drammaturgica, cinematografica e narrativa), arti visive, viaggi e musica (nonché di molte altre cose), crede fermamente nel long life learning e nell’utilità dell’Inutile, ossia dei saperi che, pur non producendo guadagno, migliorano l’Uomo. È iscritta al Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea (CENDIC), Roma; alla Società Italiana Autori Drammatici (SIAD), Roma; alla Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS), Roma; alla Federazione Italiana dei Cineclub (FEDIC) e alla SIAE, sezione DOR (opere drammatiche e radiotelevisive). Fa parte, inoltre, della comunità di autori di www.dramma.it e www.autoriexpo.it (siti nei quali sono pubblicati anche riconoscimenti e pubblicazioni) e membro di SCRIBIOMEMO (gli Scribi di Memoria).

Una società democratica si riconosce dai diritti che garantisce alle minoranze, ai più deboli, e a chi non ha voce.

 

E’arrivata a Roma “Psichiatria e Diritti Umani: Storia di Errori ed Orrori psichiatrici”, mostra multimediale patrocinata dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus. Inaugurata ufficialmente lunedì 18 maggio, la mostra sarà a Palazzo Velli, Piazza di S. Egidio 10, dall’11 al 22 maggio, con ingresso gratuito, dalle ore 10 alle 22.30.

 

Con una serie di documentari e pannelli informativi la mostra “Psichiatria e Diritti Umani: Storia di Errori ed Orrori psichiatrici” documenta le origini ideologiche della psichiatria a partire dagli esperimenti di Willhelm Wundt. Dichiarando che tutto è di origine materiale, anche il pensiero e la mente, Wundt diede il via ad una “scienza senz’anima” che fornì un’ottima giustificazione alle teorie eugenetiche ispiratrici del nazismo, alle dittature di inizio secolo e alle forze militari che portarono milioni di vittime in due guerre mondiali: una incredibile ondata di morti, violenza e violazioni dei diritti umani in meno di 50 anni dall’inizio del 1900, la più grave di tutta la storia.

 

Ma qual è la situazione al giorno d’oggi? La mostra “Psichiatria e Diritti Umani: Storia di Errori ed Orrori psichiatrici” descrive anche gli abusi ai diritti umani nel campo della salute mentale che si verificano ai nostri giorni.

 

Erroneamente si crede che il periodo buio della psichiatria, un inferno con manicomi, contenzioni, elettroshock e lobotomie, appartenga ormai al passato, ma la mostra documenta un’altra e ben più vera realtà: la psichiatria dal volto umano rappresenta solo un’apparenza, dietro la quale si nascondono gli stessi orrori, sebbene mascherati da opportune campagne mediatiche. L’elettroshock è stato ribattezzato TEC (Terapia Elettroconvulsivante): l’unica differenza è che viene fatto sotto anestesia, ma gli effetti negativi sono gli stessi. La contenzione sta assumendo nuove forme: l’immobilizzazione fisica viene ancora usata (basti pensare a Francesco Mastrogiovanni, morto a Vallo della Lucania nel 2009 dopo tremenda agonia, legato al letto di contenzione per oltre 90 ore) ma è sempre più integrata dalle cosiddette camicie di forza chimiche - pillole a lento rilascio che molte persone sono costrette ad assumere sotto minaccia di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Il passaggio dalla contenzione fisica a quella chimica, oltre a fornire la foglia di fico dietro alla quale si nascondono le stesse pratiche di sempre, è stato probabilmente favorito anche dal marketing multimiliardario della lobby psicofarmaceutica.

 

Questi temi saranno esposti in particolare nel convegno di Mercoledì 15 maggio, che si svolgerà all’interno della mostra con inizio alle ore 14.30: “Elettroshock e altri trattamenti e pratiche inumane e degradanti della psichiatria”.

 

Un secondo convegno si terrà lunedì 20 maggio alle 17: “Bambini allo sbaraglio, Bambini bersaglio”. In questo secondo incontro verranno presentate testimonianze concrete di bizzarre e infondate perizie psichiatriche che hanno portato ad abusi e sottrazioni di minori alle famiglie d’origine. Ma saranno presentate anche le conclusioni positive di queste vicende e verranno illustrati gli strumenti legislativi per poter evitare questa intrusione pretestuosa e non scientifica nella vita delle persone, evitando violazioni ai diritti umani fondamentali che causano disagi e storie drammatiche.

 

La mostra “Psichiatria e Diritti Umani: Storia di Errori ed Orrori psichiatrici” approda a Roma dopo le tappe di Torino, Milano, Padova, Firenze, e proseguirà il suo viaggio di informazione in altre città. E’ una inziativa sociale del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus. Fondato in Italia nel 1979, è diventato una Onlus nel 2004. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) è un'organizzazione indipendente ed è collegato ideologicamente al CCHR (Citizen Commission on Human Rights), che ha sede a Los Angeles. Il CCHR International è stato fondato nel 1969 dalla Chiesa di Scientology e dal professor Thomas Szasz, professore emerito di psichiatria all'Università di Syracuse, Stato di New York e autore di fama internazionale. A quel tempo le vittime della psichiatria erano una minoranza dimenticata, segregate in condizioni terribili nei manicomi sparsi nel mondo. A quel tempo, il CCHR elaborò una Dichiarazione dei Diritti Umani sulla Salute Mentale che è diventata la linea guida per le riforme nel campo della salute mentale.

In genere tutti hanno timore di perdere ma quando qualcuno ricorre alla sproporzione, non mostra alcuna intenzione di accettare un confronto

 

Pesi e misure….

 

L’ ennesimo recente attacco a distanza con multe e sanzioni rivolte al noto giornalista Adriano Panzironi a fronte della sua divulgazione mediatica di notizie e informazioni scientifiche sulle cause della maggior parte delle attuali malattie, fa evincere il timore delle Istituzioni di intervenire in un confronto diretto per bloccare quella stessa attività ritenuta illecita.

Quando però, la posta in palio è la salute dei cittadini non si tratta più di una questione di principio ma di fine.

Le Istituzioni nazionali che rispondono invece, con provvedimenti amministrativi e pecuniari che piovono a distanza e di continuo sul giornalista da varie parti, non si curano di entrare nel merito di quanto egli sostiene sulle cause e sull’ incalzare delle patologie.

Sembra infatti, per le stesse che la mobilitazione nazionale sulla ricerca ad oltranza della “verità” di questi ultimi anni, si fermi di fronte a quella relativa all’incalzare delle gravi patologie che compromettono in modo sempre più preoccupante la vita di milioni di cittadini. Ma a chi giova tutto questo?

 

 

“Amarcord”

 

Molti ricorderanno che non sono poi così dissimili le contestazioni formulate nei confronti del giornalista Panzironi da quelle del conflitto di interessi per le leggi presentate da certi personaggi politici; leggi obiettivamente migliorative rispetto alla situazione generale precedente, ma che non dovevano essere approvate in quanto avrebbero portato beneficio anche agli stessi propositori.

Qualcosa del genere si sta ripetendo da qualche tempo a questa parte, intorno al caso Panzironi, in quanto i ricavi economici che questi trae dalla sua attività, vengono ritenuti illeciti, a prescindere dai risultati testimoniali di migliaia di persone che si dichiarano beneficiate e di cui una parte, anche difronte alla televisione.

Gli attacchi su tutti i fronti che egli continua a ricevere dalle Istituzioni hanno evidentemente l’intento di interdire soprattutto dal punto di vista economico, l’attività divulgativa delle sue trasmissioni TV, mentre lo stesso Ministero della Sanità, ben si guarda dall’ affrontare gli argomenti relativi all’alimentazione e alle relative conseguenze biologiche sullo stato di salute dei cittadini, in quanto paradossalmente sembra non disporre della capacità scientifica del suo staff per controbattere allo stesso elevato livello di competenza, ciò che il giornalista sostiene da alcuni anni a questa parte, sugli effetti biologici dell’ alimentazione.

 

L’ autopsia dei termini

 

Non è un caso che le Autorità istituzionali nella loro sproporzione di risorse nei confronti di quelle di un comune mortale, come il giornalista Adriano Panzironi, non riescano a tacitarlo se non ricorrendo a condizionamenti e a sanzioni economiche.

La contestazione di “Live 120”, ossia che la vita arrivi fino a 120 anni, che è anche il titolo del libro di Panzironi, è soprattutto un modo di dire, in quanto i due termini esprimono  il concetto che una vita salubre possa arrivare molto oltre a quanto generalmente si ritiene, ma non è certo una promessa di vivere 120 anni e soprattutto per tutti, ragionevolmente parlando.

Così ad esempio, l’integratore alimentare che si chiama Armolipid, con il quale si possono talvolta sostituire le fastidiose statine, necessarie per la cura della ipercolesterolemia, non ha il significato che l’ ”armonia dei lipidi” debba essere presa alla lettera. Si tratta infatti del nome accattivante con il quale il prodotto è stato posto in commercio. O forse qualcuno potrebbe credere che quel nome sia sinonimo di garanzia?

 

Prima o poi

 

 

Non sempre il tempo è il miglior medico, come si suol dire, per dimenticare; talvolta avviene anche il contrario. Stante l’importanza “pro veritate” di questa disputa che in teoria interessa in Italia la salute di sessanta milioni di persone, di cui circa quattro di diabetici in progressivo aumento, sicuramente l’ accusato o i suoi accusatori non potranno continuare a mantenere a distanza le loro posizioni per il timore del confronto diretto.  E’ tempo ormai di uscire allo scoperto.

May 17, 2019

Nuova conversazione con Maria Gemma Grillotti Di Giacomo

 

 

 

In seguito all’interesse suscitato dalla conversazione avviata* con la prof.ssa Maria Gemma Grillotti Di Giacomo, curatrice (insieme a Pierluigi De Felice) di un pregevole volume relativo ai fenomeni di land grabbing e land concentration**, e in considerazione dell’estrema gravità delle questioni con essa affrontate, ho ritenuto opportuno renderne possibile un accurato approfondimento.

 

Noi della Free Lance International Press, d’altronde, da sempre dalla parte delle vittime delle ingiustizie, non possiamo fare a meno (in piena sintonia con i responsabili di questa encomiabile iniziativa editoriale) di auspicare e di favorire, in vista di un’ equa giustizia sociale, una progressiva crescita del livello di conoscenza e di consapevolezza in merito a fenomeni tanto inquietanti e devastanti come quello in atto, di esproprio e concentrazione di immense risorse naturali nelle mani di pochi predatori. Di un esproprio, cioè, vergognoso quanto destabilizzante, consistente in un vero e proprio saccheggio neocoloniale di terre fertili ai danni delle comunità rurali più deboli del pianeta.

 

  • Nella nostra conversazione di qualche mese fa, ci eravamo lasciati con alcune amare considerazioni in merito agli effetti disastrosi dell’accaparramento delle terre ai danni dei poveri del mondo, parlando, in particolar modo, di “fame e forzato, definitivo abbandono di quelle terre che assicuravano la magra economia di sussistenza”.

Ora, un aspetto della questione meritevole di essere sviluppato maggiormente è quello relativo al fatto che, nonostante le dichiarazioni rassicuranti delle società finanziarie, dei gruppi multinazionali, dei fondi di investimento, delle banche e dei governi che investono nell’accaparramento di terre fertili, l’82% delle terre in questione non venga neppure messo a coltura.

Come spiegare una simile scelta?

 

 

La forte concentrazione della ricchezza nel mondo occidentale (USA, Europa dell’Ovest, Giappone, Australia e Medioriente) impone di cercare, se non ulteriore crescita, almeno garanzie di "immobilità" per i capitali accumulati. I popoli più ricchi, meglio dovremmo dire le classi e i gruppi sociali più agiati, sono perciò spinti all'accaparramento delle risorse naturali, ovunque esse siano disponibili. Nella generalità dei casi le transazioni hanno carattere di mero investimento fondiario, esercitato con enormi vantaggi speculativi, anche come “rendita di attesa” dal momento che ad essere realmente messo a coltura è meno di un quinto del totale delle superfici complessivamente cedute agli acquirenti stranieri dai Paesi in via di sviluppo ai quali, insieme agli ampi spazi territoriali, vengono sottratte risorse vitali come l’acqua e/o preziose come quelle minerarie, di idrocarburi e turistico-naturalistiche.

In questi casi alcune fonti di informazione parlano di global land grab, di land grab hype e di commercial pressures on land, accomunando nella corsa all’accaparramento della terra le differenti destinazioni d’uso delle superfici acquistate (industrie estrattive, turistico-alberghiere, coltivazioni agricole); in questa più ampia accezione del fenomeno di concentrazione fondiaria l’uso del termine land grabbing resta perciò riservato all’esclusivo significato di accaparramento delle terre coltivabili. Pur circoscrivendo la nostra attenzione a quest'ultimo caso, accade tuttavia che intere regioni, messe a coltura per ottenere biomas­se, siano abbandonate prima ancora che vengano raccolte le produzioni, perché ci si accorge che i costi del trasporto e della trasformazione delle colture in biocombustibili superano il ricavo atteso (caso Tanzania). Dobbiamo perciò chiederci come sia possibile definire “sostenibile e salutare” la destinazione delle terre - sottratte all’autoconsumo - all’agricoltura di piantagione, alle piantagioni di colture diverse da quelle alimentari o addirittura al solo scandaloso investimento finanziario (l’82% dei terreni acquistati viene lasciato incolto).

 

 Ma come è possibile che si possa realizzare un simile abnorme fenomeno di accaparramento, vero e proprio processo di saccheggio fondiario ai danni dei lavoratori più poveri, nel silenzio e nell’indifferenza generali?

 

L'accaparramento è attuato con espropri e confische ovunque e sempre accompagnati da ribellioni cruente: rivolte sociali, lotte contadine e migrazioni di massa. Fenomeni che agitano la società contemporanea e che si ripresentano dopo ogni periodo storico involutivo, caratterizzato cioè prima da una crisi economica globale e poi dalla riscoperta del “bene rifugio terra”; un processo cui stiamo di nuovo assistendo a partire dagli anni 2000. Per questa ragione nei Paesi in cui più si esercita l’accaparramento delle risorse autoctone non sono mancate rivolte e denunce, “sedate” con repressioni reazionarie, mentre quanti hanno provato ad esplorare e contrastare il fenomeno sono stati minacciati e persino uccisi; si pensi all’assassinio nel marzo 2018 di Marielle Franco in Brasile e alla morte nel 2015 di circa 200 persone che, secondo quanto denunciato da The Rights and Resources Initiative (2017), cercavano di difendere la proprietà delle loro terre e l’ambiente.

 

Quali effetti tende a produrre la creazione di grandi proprietà dovuta agli investimenti stranieri che attuano l’agricoltura di piantagione monoculturale estensiva? In particolar modo, per quanto concerne i cambiamenti climatici, la produttività dei suoli e i flussi migratori?

 

Tutti i processi di esagerata concentrazione fondiaria, per la gravità degli esiti che li accompagnano, sia sul piano sociale che ambientale, sono stati contrastati fin dall’epoca classica, basti pensare alla Lex agraria di Tiberio e Caio Gracco – che stabiliva il limite massimo della proprietà terriera in 500 iugeri (250 ha) – e alle lucide raccomandazioni di carattere agronomico di Columella e Plinio il Vecchio, che denunciavano la scarsa produttività dei latifondi («già rovina d’Italia e ora anche delle province») e raccomandavano di curare i campi in modo da garantirne sempre la produttività futura (“seminare meno e arare meglio”). I capitali fondiari investiti nel land grabbing non hanno più come nel secolo passato lo scopo di produrre alimenti, esotici o primaticci, pregiati sui mercati dei paesi investitori, quanto piuttosto quello di allargare gli spazi per le colture no food e, soprattutto, quello di "trovare rifugio" in beni immobili capaci di conservarne e accrescerne il valore, salvaguardandoli nell’attuale crisi delle economie più avanzate. D'altra parte l’agricoltura di piantagione incide, accelerandolo, sul cambiamento climatico globale perché espone centinaia di migliaia di ettari all’inquinamento e alla desertificazione; sradicare la policoltura famigliare di sussistenza per introdurre il modello produttivo dell'agricoltura di speculazione che adotta monocolture industriali su centinaia di migliaia di ettari significa quindi desertificare i suoli, favorire i cambia­menti climatici in atto e, in ultima analisi, alimentare i flussi migratori eufemisticamente definiti economici e ambientali. Diversa è la strada da intraprendere per rendere sostenibili le pratiche agricole e, come già ammonivano gli autori classici, non passa mai attraverso latifondi e monocolture annuali (minus serere et melius arare); è ormai improrogabile accogliere alcuni cambiamenti di rotta non soltanto nell’agricoltura di sussistenza, ancorata a tecniche colturali che ripristinano la fertilità naturale dei suoli solo con il debbio e la policoltura promiscua, ma anche e soprattutto nell’agricoltura di speculazione ancorata all'industrializzazione spinta.

I prodotti dell'agricoltura famigliare offrono infatti derrate alimentari capillarmente e direttamente distribuite in tutti i Paesi e le regioni del mondo e sono perciò i soli in grado di far fronte alle esigenze alimentari di tutte e di ciascuna delle diverse comunità umane del nostro pianeta, e quelli ottenuti con metodi più sostenibili, perché ingegnosamente messi a punto dai coltivatori in funzione dei molteplici, peculiari ambienti naturali. Per contro l’esasperata concentrazione fondiaria, in qualsiasi forma e a qualsiasi scopo essa venga favorita e realizzata (abbattimento dei costi di esercizio, colture no food per energia rinnovabile), si accompagna sempre e ovunque all’allentamento delle capacità produttive dei suoli (seminativi annuali a basso costo di esercizio versus colture di pregio ad elevato utilizzo di manodopera) e, ciò che è peggio, ad inique sperequazioni e disparità non soltanto economiche, ma soprattutto sociali e di genere.

 

Come ritieni sia possibile spiegare il fatto denunciato dall’ex relatore speciale dell’ONU per il diritto al cibo, Olivier De Schutter, relativo alla accesa concorrenche ci sarebbe tra gli Stati africani “venditori” nel cercare di attrarre gli acquirenti stranieri?

 

Il problema land grabbing non può essere compreso se ci si limita ad una analisi che fa ricorso alla sola scala planetaria e/o nazionale. Il fenomeno va analizzato a scala internazionale e nazionale, ma va anche denunciato svelandone le forme perpetrate alla scala regionale, dove si consuma come sopraffazione esercitata da governi locali e dai maggiorenti locali sulle comunità rurali. Sul fronte dei Paesi “venditori” di terre fertili troviamo in genere Stati caratterizzati da istituzioni deboli, governi antidemocratici e/o totalitari con elevati livelli di corruzione politica ed economica. L’assurda cessione dei terreni, già coltivati dai piccoli conduttori agricoli, avviene infatti attraverso espropri forzati ed è oggetto di accordi tra governatori locali, che intascano il prezzo dei fondi, e investitori stranieri, “interessati” a salvaguardare l’ambiente con il potenziamento delle colture energetiche (no food per biomasse), ritenute più “sostenibili” di quelle alimentari.

Ecco perché Olivier De Schutter, ex relatore speciale dell’ONU per il diritto al cibo, ha denunciato che lo scandalo fondiario è aggravato dalla concorrenza tra gli Stati africani nell’offrire terre a prezzi sempre più bassi per attrarre gli investitori (in Sudan e in Etiopia l’affitto pluriennale oscilla dai 2 ai 10 dollari per ettaro e in altri casi la vendita unitaria per ettaro è pari a qualche decina di centesimi di euro). Anche per evitare rifiuti e ribellioni delle comunità rurali, alcuni contratti di cessione dei suoli prevedono, come compensazione, la costruzione di scuole o di infrastrutture per le popolazioni locali, in genere strade asfaltate utili soprattutto agli stessi investitori. Nonostante il “vantaggio sociale” che secondo alcuni osservatori deriverebbe ai Paesi in via di sviluppo dalla vendita delle loro terre, non c’è dubbio che la sottrazione dei campi per i contadini locali significa sempre povertà, insicurezza alimentare e perdita di identità e tradizioni colturali e culturali. I vantaggi economici e sociali delle transazioni sono infatti di breve durata, anche perché i proprietari terrieri stranieri praticano forme di agricoltura industriale che impoveriscono piuttosto che valorizzare i terreni.

 

Fino a che punto ritieni sia possibile cogliere un rapporto di causa-effetto tra land grabbing e flussi migratori forzati? Non è certo né eticamente accettabile, né razionale credere o sperare di poter continuare ad affamare le popolazioni che vivono nel “Sud del mondo” e al tempo stesso pretendere di impedire che fuggano dai loro territori derubati.

 

 

Pur non riconoscendo valido, perché riduttivo, l’automatismo che lega le ondate migratorie al fenomeno dell’accaparramento delle risorse naturali nei Paesi in via di sviluppo - troppe e tutte altrettanto gravi (guerre, disastri naturali, cambiamenti climatici, rivolte tribali e sociali, speculazioni finanziarie sui prezzi degli alimenti, fame cronica) sono infatti le ragioni che spingono ad affrontare viaggi senza speranza - c’è dunque un dovere che ci impone di non sottovalutare l’incidenza che land e water grabbing hanno nell’aggravare le condizioni di vita già assai precarie dei Paesi in via di sviluppo e nel far esplodere contrasti economico-sociali, locali e internazionali che certamente concorrono ad alimentare le ondate migratorie.

Non è affatto difficile infatti riconoscere che là dove il land grabbing ha agito con maggiore incidenza (Africa, America Latina, Asia Sud-orientale), ha avuto come immediate conseguenze fame, suicidi, ribellioni e trasferimenti di interi gruppi umani; né è perciò troppo complicato prevedere dove produrrà i maggiori danni non soltanto sul piano economico al settore primario ma, e soprattutto, sul piano sociale alle comunità umane, costrette ad allontanarsi dalle loro terre per l’impossibilità di produrre anche l’indispensabile all’autoconsumo.

D'altra parte le rotte dei migranti, che muovono dal continente africano verso i Paesi europei, seguono tracciati che ricalcano, nel verso opposto, le stesse direzioni dei capitali; quelli che dal vecchio continente vengono spostati nei Paesi africani per essere investiti nel land grabbing. Non è dunque difficile indagare su eventuali, possibili relazioni tra i due fenomeni: il risultato di tante transazioni fondiarie è l’al­lon­tanamento coatto dai territori d’origine di interi gruppi umani costretti ad emigrare.

 

 Le tue ricerche e quelle dei tuoi colleghi approdano chiaramente alla richiesta di sostenere e incentivare l’agricoltura di tipo familiare, riscoprendo, tra l’altro, lndispensabile centralità della donna nell’ambito del settore primario. Perché? Quali conseguenze positive dovrebbero derivarne?

 

Secondo la FAO, che ha dedicato l’anno 2014 alla celebrazione dell’“agricoltura famigliare”, nel mondo le microaziende con superficie inferiore ai 2 ettari sono ben 500 milioni e garantiscono la sopravvivenza a circa 2 miliardi di persone; va da sé che queste ultime, se vengono private della terra da coltivare, saranno obbligate a cercare di sopravvivere altrove.

E' evidente che l’espropriazione delle terre dei villaggi, in nome di una presunta efficienza produttiva, reddituale e in taluni casi ipocritamente definita persino ecologica, affama le famiglie contadine spingendo i componenti più forti a cercare “fortuna” nei Paesi più ricchi e inducendo persino al suicidio molti agricoltori che hanno perduto i loro campi. Nella sola India dal 1995 al 2012 sono stati registrati ben 284.673 suicidi di agricoltori pari al 14% dei suicidi totali.

Esiste però una strada maestra per contrastare il land grabbing e per avviare il processo di valorizzazione delle potenzialità autoctone: è la riscoperta dell’indispensabile, capillare apporto dell’agricoltura famigliare e della donna al settore pri­ma­rio. Autorevoli studi della Banca Mondiale attestano che in molti paesi dell’Africa sub-Sahariana, la produzione alimentare potrebbe aumentare dal 10 al 20%, se le donne avessero meno ostacoli da superare e godessero degli stessi diritti fondiari degli uomini, in troppi casi, infatti, non possono né comprare, né vendere né ereditare la terra. Il prezioso contributo della donna al settore primario si impone tanto nelle economie di sussistenza agropastorali - dove spesso le donne assicurano più del 90% della produzione di cibo - quanto nei paesi a economia più evoluta, dove emerge nelle nicchie elitarie del mercato alimentare di qualità che ha riscoperto in loro le gelose custodi dei valori della tradizione, delle produzioni tipiche locali e della bellezza dei paesaggi rurali.

Le produzioni dell'agricoltura famigliare - in cui peraltro è più coinvolta la donna - cioè quelle autoctone, tradizionali e tipiche di qualità, proprio perché circoscritte nel tempo e nello spazio sono sì ottenute in quantità limitate, ma allo stesso tempo e per gli stessi motivi sono anche le più presenti e le più diffuse in ogni angolo del pianeta terra. Sostenere e incentivare l’agricoltura famigliare e l'apporto della donna al settore primario significa allora intervenire direttamente sulle capacità di autosostentamento delle comunità rurali, “radicandole” al bene terra e ai loro luoghi di origine e aiutandole:

 

1) a salvaguardare le risorse ambientali di cui dispongono;

2) a potenziare le capacità produttive locali;

3) a eliminare i rischi di carestie, fame e malnutrizione;

4) a permettere che ogni scelta migratoria sia libera e volontaria.

 

Ripartire dal rispetto e dal potenziamento di quell'agricoltura famigliare che capillarmente organizza e tutela gli spazi coltivati, assicurando sostenibilità all'ambiente e alle singole comunità umane autonomia e sopravvivenza, è la strada obbligata lungo la quale siamo tutti chiamati a incamminarci anche se, nelle azioni da mettere in atto, un ruolo di primo piano spetta e dovrà essere svolto dai governi nazionali e, soprattutto, dagli Organismi sovranazionali e dalla Cooperazione internazionale.

 

*https://www.flipnews.org/component/k2/il-land-grabbing-fra-neocolonialismo-e-crisi-economica-globale.html

 

**Land grabbing e land concentration. I predatori della terra tra neocolonialismo e crisi migratorie

Autori e curatori

Maria Gemma Grillotti Di GiacomoPierluigi De Felice

Contributi

Francesco Bruno, Francesca Krasna, Mario Lettieri, Paolo Raimondi, Vittoradolfo Tambone

Dati: pp. 166,   1a ristampa 2019,    1a edizione  2018   

Edizioni Franco Angeli, Milano.

KOROLEVA significa Regina in Russo. A Roma è stata presentata la nuova marca di caviale proveniente dall'allevamento sul mare Baltico che pretende di diventare la "regina" delle tavole italiane. Il  packaging accattivante oro-bordò evoca i tempi dello zar, la confezione è dotata anche di un cucchiaino di madreperla in un sacchetto di velluto rosso per la degustazione. Forse il nome più adatto sarebbe Zarina...

Koroleva Caviar è un’azienda leader nella produzione del caviale operativa da molti anni in Russia ed è una realtà ben consolidata in diversi paesi del mondo (Emirati Arabi, Indonesia, Cina, Nord  Europa, Gran Bretagna).

Collabora con Hotel di lusso in Asia e compagnie aeree private e può vantare partner di grande rilievo. Questo grazie alla qualità dell’allevamento biologico situato in un’area decontaminata nel Mar

Baltico. Come dichiarano i rappresentanti dell'azienda: è l’unica al mondo a non contenere conservanti. I pesci si nutrono esclusivamente di alghe e sali minerali, ed ha superato con successo i test microbiologici chimici sanitari di Gran Bretagna e Emirati Arabi che sono i più complessi e rigidi del mondo.

La presentazione ha avuto luogo al Giulia Restaurant che, sotto la guida in Cucina dello Chef Pierluigi Gallo, è un punto di riferimento gourmet a Roma.

In questa particolare occasione il giovane Chef ha preparato per gli ospiti con un menù a base di caviale creato ad hoc. Anche il dessert è stato coronato da questa pregiata leccornia.

La serata ha registrato il pienone, merito ovviamente del talento del giovane Chef, ma anche del crescente interesse degli italiani verso gli alimenti fin'ora considerati esotici. Oramai il caviale comincia a far parte della quotidianità della cucina moderna italiana.

Archiviato lo scudetto, da qualche settimana gli occhi sono puntati sulla serrata lotta per conquistare da una parte una qualificazione alle prossime competizioni europee e dall’altra, per conquistare la salvezza. Per la Champions sono in lizza ci sono e lottano, a parte il Napoli già qualificato, Atalanta, Milan e Inter, per quella Uefa League se la giocheranno fino in fondo Torino, Roma e Lazio. Per il discorso retrocessione invece, per evitare la terz’ultima piazza attualmente occupata dall’Empoli, avranno da sudare Parma, Udinese, Genoa e Bologna.

L’Atalanta fatica contro un Genoa alla disperata caccia di punti salvezza e ottiene la vittoria di misura rischiando sul finire di subire addirittura il pareggio. Reti di Barrow, Castagne e Pandev. Il Cagliari le prova tutte ma in casa contro la Lazio subisce una sconfitta che mette in crisi i sardi, che hanno ancora bisogno di un punto per conquistare la matematica salvezza. Reti di Pavoletti, Luis Alberto e Correa. Vittoria esterna di misura del Milan che batte la Fiorentina (un punto in sei partite) e rimane in corsa per una miracolosa qualificazione in Champions League. Rete di Calhanoglu. Rocambolesca rimonta del Torino che alla fine batte uno spensierato Sassuolo e rimane in corsa per una postazione Uefa League. Reti di Belotti (2), Zaza, e Bourabia. Fra Sampdoria ed Empoli vince la squadra che ha più motivazioni, quindi sono i toscani i quali, con questa vittoria, hanno ancora qualche piccola chance di giocarsi la salvezza fino alla fine. Reti di Quagliarella, Diego Farias e Di Loreto. Vittoria “obbligata” dell’Udinese in casa del già retrocesso Frosinone, tre punti che ridanno spirito e fiducia in casa friulana. Reti di Dionisi, Okaka (2) e Samir. Una Spal già salva prova a mettere in difficoltà anche il Napoli ma i partenopei, nonostante raggiunti sul pari a pochi minuti dal termine, trovano in extremis la vittoria per chiudere al meglio questo campionato. Reti di Petagna, Allan e Mario Rui. In casa contro la Juventus, la Roma aveva l’obbligo della vittoria per non rimanere fuori dalle coppe europee e dopo aver patito un buon avvio dei bianconeri è uscita alla distanza e conquistato una vittoria che la rilancia in chiave europea. Reti di Florenzi e Dzeko. Fra Bologna e Parma c’erano in palio punti pesanti per la salvezza, hanno avuto la meglio i felsinei che conquistano una pesante vittoria che “quasi” li salva, discorso opposto per gli avversari che dovranno ancora sudare fino al termine. Reti di Orsolini, Sepe, Lyanco, Sierralta e Inglese. L’Inter batte il Chievo e riconquista la terza posizione, da adesso in poi i neroazzurri non potranno più sbagliare. Reti di Politano e Perisic.

Risultati

Atalanta-Genoa 2-1; Cagliari-Lazio 1-2; Fiorentina-Milan 0-1; Torino-Sassuolo 2-3; Sampdoria-Empoli 1-2; Frosinone-Udinese 1-3; Spal-Napoli 1-2; Roma-Juventus 2-0; Bologna-Parma 4-1; Inter-Chievo 2-0.

Classifica

Juventus 89; Napoli 76; Inter 66; Atalanta 65; Milan e Roma 62; Torino 60; Lazio 58; Sampdoria 49; Sassuolo 42; Spal 42; Bologna, Cagliari e Fiorentina 40; Parma 38; Udinese 37; Genoa 36; Empoli 35; Frosinone 24; Chievo 15.

Prossimo turno

Udinese-Spal; Genoa-Cagliari; Sassuolo-Roma; Chievo-Sampdoria; Parma-Fiorentina; Empoli-Torino; Milan-Frosinone; Juventus-Atalanta; Napoli-Inter; Lazio-Bologna.

Che tu possa vivere in tempi interessanti. Che sia vera o meno l’antica maledizione cinese sentita pronunciare da un diplomatico britannico in Cina, a quanto pare mai esistita, poco importa vista l’intenzione dell’arte di trasformare la presunta maledizione in una sfida da affrontare con

 
 Padiglione Austria - Renate Bertlmann (Artedamiani)

entusiasmo.

May you live in interesting times è il titolo della Biennale curata da Ralph Rugoff, direttore della Hayward Gallery di Londra dal 2006, già direttore artistico nel 2015 della XIII Biennale di Lione, dal titolo La vie moderne.

La Mostra è divisa in due presentazioni distinte, Arsenale e Padiglione Centrale ai Giardini, comprende 79 artisti provenienti da tutto il mondo. Da parte sua Ralph Rugoff ha dichiarato: “May You Live in Interesting Times includerà senza dubbio opere d'arte che riflettono sugli aspetti precari della nostra esistenza attuale, fra i quali le molte minacce alle tradizioni fondanti, alle istituzioni e alle relazioni dell'ordine postbellico".

La Mostra è affiancata da 90 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia.

 
 Padiglione Paesi Nordici (Artedamiani)

La Repubblica Dominicana e la Repubblica del Kazakistan partecipano per la prima volta alla Biennale Arte con un proprio padiglione, mentre sono 4 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Algeria, Ghana, Madagascar e Pakistan.

Sono 21 gli Eventi Collaterali ammessi dal Curatore e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro. Organizzati in numerose sedi della città di Venezia, propongono un'ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la Mostra.

Due progetti speciali realizzati dalla Biennale di Venezia: Progetto Speciale Forte Marghera, a Mestre dove Ludovica Carbotta, tr gli artisti presenti all’Esposizione Internazionale, è stata invitata da Ralph Rugoff per un intervento specifico all’interno dell’edificio chiamato Polveriera austriaca.  Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate, Arsenale, Sale d’Armi: Marysia Lewandowska è l’artista chiamata a esporre. Il progetto, che si rinnova per il quarto anno consecutivo, è frutto

 
 Andreas Lolis (Artedamiani)

della collaborazione tra La Biennale e il Victoria and Albert Museum di Londra.

 
  Andreas Lolis  2 (Artedamiani)

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane presenta la mostra “Né altra né questa: la sfida al labirinto” a cura di Milovan Farronato. La mostra ospita lavori inediti e opere storiche di tre artisti italiani: Enrico David, Chiara Fumai e Liliana Moro.

Il sottotitolo della mostra allude a “La sfida al labirinto” saggio seminale di Calvino del 1962, a cui né altra né questa si ispira. In questo testo l’autore propone un lavoro culturale aperto a tutti i linguaggi possibili e che si senta corresponsabile nella costruzione di un mondo che, avendo perso i propri punti di riferimento 

 
 “Barca nostra” di Christoph Büchel (Artedamiani)

tradizionali non chiede più di essere semplicemente rappresentato.

Molteplici e generosi sono i percorsi e le interpretazioni offerti allo spettatore a cio la mostra affida la possibilità di assumere un ruolo attivo nel determinare il proprio itinerario e mettersi a confronto con le proprie scelte.

Indugiare e non abbiate paura. Non esiste il perdersi, ma solo il tornare sui propri passi ed è legittimo: regredire non significa peggiorare. Godete il senso di un tempo dilatato e non abbiate ansia di dover vedere tutto. Ogni strada si ricongiunge a un’altra, ogni scelta è giusta, non ne esiste una sbagliata. Lo spazio è generoso, offre ossigeno, non è soffocante: si apre, non si chiude.

La mostra è accompagnata da un ciclo di eventi collaterali che si terranno tra maggio e novembre. Nell’ambito della mostra verrà inoltre realizzato un programma di attività educative rivolte ai giovani studenti delle accademie e delle scuole di ballo promosso dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del MiBAC.

 

Patrizia Grandis

 

 

 May You Live In Interesting Times

58. Esposizione Internazionale d'Arte

Biennale di Venezia
Venezia, Giardini e Arsenale

11 maggio > 24 novembre 2019

Sito web ufficiale: www.labiennale.org
Hashtag: #BiennaleArte2019 #MayYouLiveInInterestingTimes

Multiple Artist from West Ukraine, born in Ternopil. Since child he has been always drawings and engraving on wood, creating sensational pieces of human forms in an futuristic way which later on became his own style. Coming to London was his artistic adventure, scouting for new forms and new experiences. Mykola is living and working until now in his studio in Chelsea.

He is been recognised in 2007 one of the best British /Ukrainian rising star in the phantasmagoric world of contemporary art by representatives of the Opera Gallery,one of the most important galleries in the world, in Bond Street signing a three years contract to provide paintings and sculptures and other masterpieces in mix media and formally entering in their international catalogue. Same year he is been accepted as a member of the famous Chelsea Art Club in London were he held quite few exhibitions, among his admirers is famous English pop icon Peter Blake, celebrity photographers John Stoddart, Barry Lategan and Vyacheslav Kostyukov, Soviet rock star Andrey Makarevich, caricaturist Gerald Scarfe, Derrick Stafford, the main influencing teacher of David Hockney, currently living artist which works are the most expensive in the world.

In 2007 is been invited by the Victoria and Albert Museum to show his hand craft techniques by invitation to a valuable only public in the sector. 2015 he was finally exhibiting in his own country, in the Academia of Art of Ukraine in Kiev,where 20 of his fabulous sculptures were appreciated; always in 2015 he was invited for a personal exhibition in the local museum of his birth city Ternopil where he donated 20 pieces of his works like sculptures and drawings and graphic designs. Cosmopolitan press and Media have been writing about him since as well as interviews were given to TV channels.

In 2018 twenty of his sculptures were shown in the Art Gallery of Ternopil in permanent exhibition.

In 2019 one short Movie on his new revolutionary techniques on making clay sculptures was chosen for the Venice Biennale and it will be on till end of June.

His latest exhibition is been held in Rome in Palazzo Velli Expo in Trastevere during the Ukranian Art Festival curated by Marianna Abramova. In this occasion Nick has opened his works to the eternal city and conquered the italian and foreign visitors in the most exquisite way as he is been asked to come back and provide some works for this country.

His latest studies are based on types of collages with special metal gloss light sparkling in all the shades of the rainbow colours, meaning the celebration of life, among symbolism, fantasy and imagination in abstract forms resembling, baby face women, pompous hair for prosperity, health and happiness, shopping with their hand bags, with a long neck searching for something in their life which is all contained in all the are holding in their hands as you can think: passport and mobile phone, car and apartment keys, credit card and money, make up and sunglasses, jewellery and perfume; this the idea that Mykola expressed observing women around the world coming to the conclusion that they are the same, they carry their life in their hand bag: you can see woman not all the time carrying a baby but you can see them carrying a bag all the time.

One of the biggest collector of his works is Royal Prince of France Robert D'Orleans, Compte de la Marche.



lady Fiorella Bellagotti

 

Nick Solonair

Questo artista poliedrico e' nato a Ternopil nell'Ucraina Occidentale. Sin da bambino disegnava e scolpiva il legno creando pezzi sensazionali con forme umane in modo futuristico, quello che poi contrassegnerà il suo stile.

Giunto a Londra, inizia la sua avventura artistica, qui viene a contatto con nuove forme e nuove esperienze e qui Mykola vive e lavora nel suo studio di Chelsea ancora oggi. Nel 2007 e' stato riconosciuto una delle migliori stelle emergenti Ucraino/Britannico,nel mondo fantasmagorico dell'Arte contemporanea, dai maggiori esponenti dell'Opera Gallery, una delle più importanti gallerie del mondo; a Bond Street dove firma un contratto triennale con il compito di produrre una serie di quadri e sculture e vari moduli di avanguardia, entrando ufficialmente nel loro catalogo internazionale. Nello stesso anno è accettato quale membro del Chelsea Art Club di Londra dove espone saltuariamente, tra i suoi ammiratori notiamo l'icona pop inglese Peter Blake, celebri fotografi quali John Stoddart, Barry Lategan e Vyacheslav Kostyukov, la rock star Sovietica Andrey Makarevich, il caricaturista Gerald Scarfe, Derrick Stafford, colui che ha influenzato con i suoi insegnamenti, il famoso artista vivente le cui opere sono le più costose al mondo, David Hockney.

Nel 2007 e' invitato dal Victoria ed Albert Museum londinese a esporre le sue nuove tecnologie scultoree ad un selezionato pubblico molto importante nel settore.

Nel 2015 finalmente è invitato ad esporre 20 delle sue migliori sculture, che verranno poi molto apprezzate con una mostra personale nel suo paese, all'Accademia Di Arte di Ucraina a Kiev. E sempre nel 2015 ha esposto nella Galleria Nazionale della sua Città di origine molte opere, donandone una ventina di pezzi a questo Museo tra disegni, grafiche e sculture. Da questo momento la stampa internazionale,

 
 Nick Solonair with Free Lance International Press President Virgilio Violo

media e canali TV si sono interessati a questo artista con entusiasmo. Nel 2018 venti delle sue sculture sono state esposte in una permanente a Ternopil.

Nel 2019 un documentario sulle sue tecniche rivoluzionarie sulle sculture in argilla è stato scelto per essere presentato alla biennale di Venezia aperta fino alla fine di giugno.

La sua ultima mostra si e' svolta a Roma a Palazzo Velli, Expo in Trastevere durante il festival Di Arte Ucraino curato da Marianna Abranova. In questa occasione Mykola si e' aperto alla città eterna ed ha conquistato i visitatori italiani e stranieri con estrema squisitezza per lcui gli e' stato chiesto di tornare e portare nuovi capolavori nel nostro paese.

I suoi studi più recenti si basano su tipi di collage fatti con luci metalliche speciali che brillano di tutti i colori dell'arcobaleno, a significare la celebrazione della vita tra simbolismo, fantasia ed immaginazione; le sue forme astratte che si esplicano in volti di donna bambina, dai capelli voluminosi raffiguranti prosperità, salute e felicità, con in mano le loro borsette, dal lungo collo, alla ricerca di un qualcosa nella loro vita che e' contenuto tutto nelle loro mani e che può farti pensare: passaporto e cellulare, chiave di casa e della macchina,carte di credito e soldi, trucco ed occhiali da sole, gioielli e profumo; questa e' l'idea che Mykola esprime osservando le donne nel mondo, arrivando alla conclusione che sono tutte uguali, portano la loro vita nelle borsette: si può vedere che non sempre una donna porta un bambino ma si può vedere che sempre porta la sua borsetta. Uno dei più grandi collezionisti dei suoi lavori è il Principe Reale di Francia Rodert D'Orleans, Compte de Marche.

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

 

La Riflessione!

Auspicabile un’alleanza Vinitaly – Vinexpo - Prowein

 

Pensiero comune con Angelo Gaja. Il futuro anticipa cosa accadrà. A gennaio 2020 per la prima volta si svolgerà a PARIGI Vinexpo Paris. Un doppione? Perché? Risposta semplice. I francesi hanno capito che Bordeaux non è più in grado di continuare ad offrire “un servizio” adeguato alle sempre più numerose richieste di spazi espositivi e la città è troppo piccola per “gestire” la massa dei visitatori. Parigi sarà lo scenario che porterà la manifestazione a primeggiare in quantità e qualità. L’Asia e l’Africa sono i mercati futuri del vino e l’Europa vitivinicola “deve” presentarsi “unita”. Non più eventi ripetitivi con spreco di risorse e tempo ma un unico Salone congiunto capace di accogliere e divenire espressione di promozione del vino europeo sui mercati internazionali. Utopia? NO, necessità!

 

 

 

Frammento n. 1

Vinexpo Bordeaux 2019

Apre il 13 e si conclude il 16 di questo mese. Vinexpo, il grande evento internazionale dedicato ai vini e agli alcolici di qualità. Quattro giorni per fare il giro del mondo vitivinicolo, incontrare i decision maker leader, fare affari, confrontarsi sulle sfide strategiche della filiera e beneficiare di un’esperienza unica nel cuore di uno dei vigneti più famosi. Il salone di riferimento per i produttori mondiali. Un DNA assolutamente internazionale. Accanto a tutte le regioni francesi trovano la giusta dimensione espositiva paesi come Sud Africa, Austria, Georgia, Portogallo, Germania, Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Libano, Cina, Giappone, la penisola indocinese e i paesi vinicoli del Sud America al completo.Ed infine WOW (World of Organic Wines), l’evento nell’evento per riunire un’offerta internazionale di vini e liquori biologici e biodinamici.

 

Frammento n. 2

I vini sovranisti

Il significato delle parole “di moda”. Ma il vino che c’azzecca? Autoctono è ormai troppo sfruttato, obsoleto. Avanti con sovranista e perché no patriottico e tricolore (attenzione a quest’ultima parola perché usata anche dai cugini francesi). A spingere il successo del vino italiano, secondo una recente indagine di Coldiretti diffusa durante il Vinitaly, sono le etichette sovraniste che occupano i primi dieci posti del maggior incremento dei consumi. Si tratta dell’alta qualità offerta dalla tradizione millenaria della viticoltura tricolore. E allora cosa aspettiamo ad inserire sovranista nelle etichette?

 

 

Frammento n. 3

Forse non è l’Eldorado che credevamo.

East Asia, meglio identificata con Asia orientale. A dirla con l’Onu quella macro-area formata da Mongolia, Cina, Giappone, Corea del Nord e del Sud, Taiwan. L’export del vino italiano da quelle parti funziona? Per niente! Se poi aggiungiamo che in buona parte dei paesi citati non conoscono l’Italia e non sanno dove si trova la situazione diviene sconcertante. Negli anni abbiamo commesso l’ingenuità di ritenere l’Asia orientale come il nuovo Eldorado andando all’assalto della diligenza. La verità è che bisogna non commettere l’errore di fare letture troppo affrettate e seguire le orme di altri paesi che in ottica di medio, lungo periodo consolidano quanto raggiunto.

 

 

Frammento n. 4

Il primo dizionario di Vini e Vitigni in cinese

Secondo alcuni “comunicare in modo corretto è l’unica via per conquistare i mercati”. E per conquistare il mercato cinese, Gambero Rosso e Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano hanno ideato e realizzato il Dizionario dei vini e vitigni d’Italia in formato cartaceo. 1.200 voci.

 

 

 

 

 

Frammento n. 5

I modi alternativi di fare Vino.

Dall’etichetta fatta di fieno che salva gli alberi al vino scomponibile, da quello invecchiato nelle acque del mare e dei laghi a quello che matura in miniera, dai tappi di zucchero a quelli che diventano gioielli. Che cosa si inventa per sopravvivere.

 

 

 

Frammento n. 6

Il vino del contadino fa schifo

È quanto asserito dal noto fotografo e produttore di vino Oliviero Toscani in un’intervista a Repubblica durante il recente Vinitaly. Non risparmia provocazioni e dice sempre quello che pensa. “Il vino del contadino fa schifo a meno che non intoppi l’annata buona”. E ha continuato dicendo: “ Oggi vinificare è affare di tecnici specializzati, enologi, agronomi, tecnici della terra. Gente preparata, insomma”. Parlando poi del suo vino ha precisato:” Non lo faccio in prima persona. Lo guardo fare”. E alla domanda perché il vino prodotto porta il suo nome, la risposta è stata:” Non ho fantasia”.

 

Osservo, scruto, assaggio e…penso. 

Roma, 9 maggio 2019 - Nel celebrare la storica amicizia e solidarietà tra Sudafrica, Cuba e Italia, le Ambasciate della Repubblica del Sudafrica e della Repubblica di Cuba e il Ministero degli Affari Esteri hanno tenuto una conferenza stampa presso l'Ambasciata di Cuba per lanciare ufficialmente il Progetto di Liberazione "Friendship and Solidarity Tour 2019"

Le relazioni storiche tra il Sudafrica e Cuba sono ben documentate e nel tempo sono cresciute sempre di più, soprattutto nei settori medico e culturale, estendosi ad altri settori importanti e a mutuo beneficio. Le forti e storiche relazioni tra Sudafrica e Cuba furono forgiate nella lotta comune contro l'apartheid e il colonialismo nel continente africano. La vittoria delle forze del Movimento popolare cubano per la liberazione dell'Angola (MPLA), che hanno combattuto fianco a fianco con le forze di liberazione contro le Forze di difesa sudafricane dell'apartheid nella battaglia di Cuito Cuanavale nel sud dell'AngolA nel 1988, ha aperto la strada all'indipendenza della Namibia.

In seguito alla transizione democratica del Sudafrica, il Sudafrica e Cuba hanno stabilito relazioni diplomatiche formali nel 1994 e aperto Ambasciate residenti rispettivamente a Pretoria (1994) e L'Avana (1995). Quest'anno il Sudafrica festeggia 25 anni di democrazia. L'Ambasciata ospiterà eventi commemorativi in tutta Italia, ed è sullo sfondo di queste solide relazioni bilaterali, che il Progetto di Liberazione diventa un'importante pietra miliare per la collaborazione per evidenziare ulteriormente l’importanza delle relazioni. Il Sudafrica ha avuto un grande sostegno sia dall'Italia che da Cuba durante i momenti di bisogno, e "ora abbiamo l'opportunità di mostrare la forza dell’amicizia e la solidarietà sotto forma di musica," ha affermato l'ambasciatore del Sud Africa  Prof. H.E. Shirish M. Soni. " In Sud Africa, ogni anno, a luglio viene celebrato il  "MESE di MANDELA" e il 18 luglio viene celebrato ogni anno dalle Nazioni Unite e da persone di tutto il mondo come il  "Nelson Mandela Day". Le comunità di tutto il mondo sono pregate di fare 67 minuti di servizio il 18 luglio per commemorare questo giorno importante per il Sud Africa." ha affermato l'ambasciatore." I 67 minuti simboleggiano i 67 anni che Nelson Mandela ha dedicato al servizio del popolo del Sud Africa, dell'Africa e del Mondo. Mandela ha dedicato 67 anni per costruire una vita migliore per tutti.Il 2019 è un anno speciale per noi in quanto segna 25 anni di democrazia in Sud Africa e 25 anni da quando abbiamo nominato Nelson Mandela come  primo presidente democraticamente eletto del Sudafrica. Pertanto, questo luglio ha una grande importanza per tutti noi nel celebrare il mese di Mandela." ha continuato l'ambasciatore": "la nostra libertà è arrivata a caro prezzo. Molti hanno perso la vita, i propri cari e e propri parenti nella lotta per costruire un Sud Africa non razziale, non sessista e democratico. Dobbiamo questa libertà a molti dei nostri partner internazionali che hanno fatto grandi sacrifici per porre fine al razzismo e al colonialismo. I loro contributi hanno provocato colpi decisivi al regime dell' apartheid

Il mese di luglio 2019 è quindi un mese importante per tutti coloro che nel mondo hanno contribuito a costruire un Sourh Africa, Africa e Mondo pacifici, non razzisti, non sessisti e democratici. È importante per tutti coloro che hanno chiesto la liberazione di Nelson Mandela dalla prigione e ci hanno supportato a nominare Nelson Mandela come nostro primo presidente del Sudafrica, eletto democraticamente. È un mese importante per tutti noi che siamo impegnati a costruire una vita migliore per tutti.

In particolare, ringraziamo il popolo di Cuba che ha combattuto il regime dell' apartheid a fianco dei combattenti per la liberazione dell'Africa in Angola.  Al governo cubano e al popolo di Cuba diciamo grazie. Non lo dimenticheremo mai e manterremo sempre una fraterna amicizia con questo popolo".

In particolare ringraziamo " ha continuato l'ambasciatore" le persone in Italia che hanno lavorato instancabilmente per porre fine al colonialismo e all'apartheid. Viaggiando in tutta Italia incontro grandi persone che hanno avuto e hanno ancora una visione chiara del mondo in cui vogliamo vivere e del mondo che vogliamo lasciare ai nostri figli e ai figli dei nostri figli. A loro diciamo grazie. Vi amiamo e ci ricorderemo sempre di voi. Quest'anno festeggiamo i 150 anni dalla nascita di Mahatma Gandhi. Ricordiamo con affetto il tempo trascorso dal Mahatma  in Sud Africa e il suo contributo alla lotta per sradicare il razzismo e il colonialismo. La canzone più amata di Mahatma Ghandi verrà cantata durante i concerti dell'Amicizia e del tour solidale che si svolgeranno a luglio. Ai nostri

 
  dietro le rispettive bandiere gli ambasciatori Prof. H.E. Shirish M. Soni e il dott. José Carlos Rodriguez Ruiz

amici di tutto il mondo diciamo che non li dimenticheremo mai, li amiamo e li ringraziamo. Nelson Mandela ci ha insegnato  ascegliere i nostri amici, nessuno ci potrà dire chi dovremmo scegliere. I legami rivoluzionari tra Fidel Castro e Nelson Mandela devono essere apprezzati e celebrati da tutti noi. I legami rivoluzionari tra OR Tambo, Nelson Mandela e il popolo italiano devono essere ricordati e apprezzati" continua l'ambasciatore" per l'occasione proporremo per luglio in Italia un modo unico, creativo e divertente per celebrare il mese di Nelson Mandela:  il "Tour di amicizia e solidarietà del progetto di liberazione." The Liberation Project"  ha lanciato un CD:  gli artisti canteranno African Freedom Songs, Cuban Freedom Songs e Italian Partisan Songs per esprimere la nostra solidarietà e amicizia. Commemoreremo il mese di MANDELA  con musica e danza che collegherà il Sudafrica, Cuba e l'Italia in un modo unico. Connetteremo la nostra gente in Africa, Europa e Sud America con la musica, la danza e l'amore incondizionato che condividiamo con gli altri. Invito i membri dei media a unirsi a noi nella commemorazione del  mese di Mandela. Per costruire una buona cittadinanza dobbiamo promuovere la cultura del servizio disinteressato all'umanità. Unisciti a noi e alle Nazioni Unite per celebrare il MANDELA Day il 18 luglio 2019. Invitiamo tutti i gruppi che aspirano a costruire la pace, il non razzismo, il non sessismo, la democrazia, lo sviluppo sostenibile e la sicurezza, a venire e unirsi a noi durante i concerti. per costruire partnership strategiche per promuovere i valori di Nelson Mandela. Il Sudafrica ha avuto un grande sostegno sia dall'Italia che da Cuba durante i momenti di bisogno, e ora il Sud Africa ha l'opportunità di mostrare la forza dell’amicizia e la solidarietà sotto forma di musica." ha concluso l'ambasciatore.

Il filo conduttore di questo progetto è il Signor Dan Chiorboli, che essendo nato in Italia e cresciuto in Sudafrica durante l'era dell'apartheid, conosce fin troppo bene le lotte avvenute sotto i suoi occhi. La sua passione per la lotta per la libertà in entrambi i Paesi lo ha portato ad un forte desiderio di collaborare con artisti sudafricani, italiani e cubani per produrre un album e un gruppo itinerante che rappresenti queste culture e i loro viaggi indipendenti verso la liberazione. 

IL TOUR ITALIANO: LUGLIO 2019

The Liberation Project è un collettivo di musicisti composto da una core band di 6 musicisti del Sudafrica: Dan Chiorboli, Neill Solomon, Tebogo Sedumedi, Peter Djamba, Kabelo Seleke & Lindi Ngonelo.

A questi si aggiungono di volta in volta diversi musicisti provenienti da diversi paesi. Per questi concerti in Italia si aggiungeranno gli Italiani Cisco Bellotti (ex Modena City Ramblers) e il chitarrista Roberto Formignani (The Bluesman) oltre all’Inglese/Cubano Phil Manzanera (Roxy Music / Pink Floyd) e al Guineiano N'Faly Kouyate (Afro-Celt Sound System / Peter Gabriel) che sono i promotori del progetto fin dagli inizi insieme a Dan Chiorboli.

Il live set di luglio include canzoni dal triplo CD di The Liberation Project e si concentra su stili sudafricani, italiani e cubani. Il concerto dal vivo è una fusione di musica rock e world, è up-tempo, emotivo e pieno di grande musicalità. A supporto dell’esibizione vi saranno alcuni visual ad alta risoluzione che daranno un senso visivo alla performance.Il gruppo è visto come rappresentante del Sudafrica e portatore di un messaggio positivo di speranza, riconciliazione e celebrazione. Il tour e per questo denominato "Friendship and Solidarity Tour".

IL CONCEPT

L’idea di questo progetto nasce da Dan Chiorboli, nato in italia e cresciuto in Sudafrica durante l'era dell'apartheid. La visione di questo progetto è emersa dalla sua visita nella sua città natale, Ferrara, analizzando il ruolo della sua famiglia nella resistenza partigiana. La sua passione per la musica e per entrambi i paesi ha portato a un forte desiderio di far collaborare artisti sudafricani con artisti italiani (in particolare Roberto Formignani) per la produzione di un album che potesse rappresentare la liberazione.

Il concept ha preso forma quando Dan ha lanciato l’idea ad un amico di lunga data, suo partner musicale e compositore sudafricano pluripremiato Neill Solomon, che subito ha avuto un ruolo importante e vitale per il progetto.

Espandendo ulteriormente i punti in comune sul tema della liberazione e l'amore per la musica cubana, Dan  ha coinvolto al progetto il chitarrista dei Roxy Music Phil Manzanera e già il co-produttore dei Pink Floyd. Con l’evolversi del progetto, poi anche il leader della band cubana Juan De Marcos, l’icona musicale del leggendario Buena Vista Social Club e Afro-Cuban All Stars, ha aggiunto idee artistiche e contribuito con due canzoni appositamente scritte per il CD. Sia Phil che Juan sono cresciuti a Cuba e hanno trascorso la loro infanzia durante il culmine della rivoluzione cubana di Fidel Castro, condividendo così un simile viaggio di libertà e liberazione.

A causa dell'incredibile buy-in e interesse mostrato dalla rete di amici musicali del produttore, il concept è cresciuto a tal punto che l'idea originaria del formato di un singolo CD di 12 canzoni è cresciuta fino ai capolavoro di un triplo CD (canzoni di Liberazione del Sud Africa, dell’Italia e di Cuba).

STORIA

L'apartheid era un sistema di segregazione razziale in Sudafrica applicato attraverso la legislazione. Nell'ambito dell'apartheid, i diritti, le associazioni e i movimenti degli abitanti neri di maggioranza e di altri gruppi etnici erano fortemente limitati e veniva mantenuto il dominio delle minoranze bianche. La musica ha giocato un ruolo chiave sia nel guidare il cambiamento sia nel creare armonia.

La musica comunicava messaggi attraverso testi che avevano significati politicamente sovversivi. Questa musica ha anche permesso al pubblico internazionale di vedere le ingiustizie subite dai gruppi razziali oppressi in Sudafrica. La musica univa i sudafricani in un momento in cui ogni altro aspetto della vita era dettato dalla razza e dalla cultura.

In Italia, la provincia dell' Emilia Romagna (un punto centrale della resistenza partigiana nella seconda guerra mondiale) e il movimento di resistenza in Sudafrica hanno goduto di una relazione lunga

 

 S.E. Prof. H.E. Shirish M. Soni  e il presidente della Free Lance
International Press Virgilio Violo

e significativa. La città di Reggio Emilia è stata la prima al mondo a firmare un patto di solidarietà nel 1977 con l’ANC di Oliver Tambo (allora presidente dell'ANC in esilio). Nel 1985 Reggio Emilia fu dichiarata "una forza costituita contro il regime dell'apartheid", l'unica città europea citata.

IL CD

Diciotto mesi di lavoro, il tripìo set di CD del The Liberation Project intitolato Songs That Made Us Free (Sud Africa - Italia - Cuba) è stato pubblicato a livello internazionale a Johannesburg il 3 ottobre. Questo esclusivo concept album comprende 37 canzoni e presenta 142 musicisti provenienti da 18 paesi diversi ed è stato prodotto da Neill Solomon, Dan Chiorboli e Phil Manzanera.

I   tre volumi hanno temi separati, ovvero Celebration, Introspection and Inspiration, con la musica su ogni CD che riflette diversi stati d'animo sia musicalmente che sonoramente.

II    progetto è guidato con orgoglio dal Sudafrica e presenta una collaborazione multiculturale unica di musicisti che hanno unito le forze per celebrare le loro lotte di liberazione nelle varie parti del mondo. A questo hanno contribuito anche musicisti di paesi diversi come Francia, La Reunion, Guinea, Burundi, Stati Uniti, Brasile, Regno Unito e altri. Pesi massimi della musica internazionale come Phil Manzanera (Roxy Music & Pink Floyd), Juan de Marcos (del leggendario Buena Vista Social Club di Cuba), Cyril Neville (stimato Neville Brothers di New Orleans), icone italiane Cisco Bellotti (ex Modena City Ramblers), Roberto Formignani (The Bluesmen) e il pioniere DJ Miki thè Dolphin così come il maestro guineano griot e kora N'Faly Kouyate (Afro- Celt Sound System e Peter Gabriel) sono       tra i tanti    che hanno     supportato disinteressatamente e prestato il loro immenso    talento per  la causa. Il  leggendario Sipho "Hotstix" dei Sud Africa Mabuse ha svolto un ruolo fondamentale e si è anche esibito nei concerto inaugurale del Festival Jazz internazionale di Cape Town. L'album è distribuito da JUST MUSIC (un'etichetta discografica orgogliosamente interamente controllata da SA) e la pubblicazione internazionale avviene tramite SONY ATV. 

The Liberation Project “Friendship and Solidarity Tour" Italia,  9 - 24  luglio 2019

 

09 - FERRARA - Spazio Grisou ingresso gratuito

Ogni anno il primo sabato di luglio tutto il mondo festeggia la Giornata Internazionale delle Cooperative, una ricorrenza promossa dalNnternational Co-operative Alliance (ICA) e dall'ONU per celebrare il contributo della cooperazione verso uno sviluppo sostenibile e la costruzione di una società più equa. Legacoop Estense, l'associazione di rappresentanza delle cooperative di Ferrara e Modena, insieme alle proprie associate ha scelto di festeggiare questo importante appuntamento regalando alla città il concerto di The Liberation Project: "un evento di grande spessore culturale e sociale, capace di trasmettere quei valori di giustizia, inclusione e convivenza civile che le cooperative di tutto il mondo difendono quotidianamente", afferma il presidente di Legacoop Estense Andrea Benini.

 

12 - NAPOLI - Anteprima Festival Ethnos ingresso a pagamento - biglietto da definire

Ethnos è una manifestazione artistico-culturale ideata per promuovere la conoscenza delle "culture e arti dei mondo" e la valorizzazione dei beni culturali delle città vesuviane, esaltandone le peculiarità e gli elementi di attrattività attraverso la programmazione di spettacoli e performances che incrociano culture popolari, ricerca, nuove produzioni. Nato nel 1995 con l'intento di recuperare le tradizioni popolari dell'area vesuviana, nel corso degli anni il festival ha allargato il suo raggio di azione, diventando uno dei maggiori festival campani, invitando per la prima volta in Campania grandi artisti internazionali, immagine tangibile di mondi e culture lontani, ad esibirsi in siti di interesse storico-architettonico non inseriti nei grandi circuiti del turismo, promuovendone la riscoperta sia a livello locale che nazionale.

 

15 - COLLEGNO (TO) - Cortile della Lavanderia a Vapore @ Flowers Festival - Parco della Certosa ingresso 15 euro + prevendita

Flowers Festival è un festival musicale, giunto alla IV edizione, che si tiene a Collegno (To) nel Parco della Certosa, parco urbano di 400.000 mq. L'area spettacolo, allestita nello spazio insonorizzato noto come Cortile della Lavanderia, è racchiusa da due delle grandi esperienze di riprogettazione urbana messe in atto dalla Città di

Collegno:    la Lavanderia a Vapore, eccellenza della danza contemporanea internazionale e il Padiglione 14, centro culturale giovanile. Il Festival intende quindi superare la sua dimensione di spettacolo e intrattenimento e, nei suoi limiti, vuole contribuire al dibattito sulle trasformazioni sociali che sta attraversando tutti i settori del nostro vivere quotidiano proponendo artisti che si stanno interrogando nella propria opera su come costruire una nuova società, su quali valori farlo, percorrendo quali strade in futuro e quali sono state percorse in passato.

Info www.flowersfestival.it - This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. - Tel 011 3176636 Prevendite su www.mailticket.it:www.ticketone.it;www.flowersfestival.it

 

18  - REGGIO EMILIA - "Mandela Day" in Piazza Prampoìini @ Mundus Festival

ingresso gratuito

Mundus è uno storico festival che da 24 anni si svolge in vari Comuni e province dell'Emilia. Il sottotitolo del festival è "Linguaggi dell'identità e della differenza" a testimonianza dello spirito con cui fu concepito negli anni Ottanta, di apertura verso le altre culture. L'immaginario verso Paesi lontani è il fil rouge che in quest? anni ha condotto il festival a presentare artisti e musicisti da tutti i continenti. Perché solo la musica, linguaggio universale, può' far conoscere ed avvicinare chi sembra lontano. ,Solo la musica può' veramente liberare tutti dai pregiudizi.

 

19   - MILANO - location da definire -  ingresso gratuito

 

20    - BOLOGNA - BOtanique Festival

ingresso gratuito

A Bologna nei giardini di via Filippo Re, da dieci anni, la rassegna estiva di Estragon Club in uno scenario immerso nel verde nel centro storico! Per festeggiare il decennale il festival propone grandi appuntamenti internazionali con focus sula world music da tutti i continenti e con una settimana dedicata all'Africa durante la settimana del Mandela Day. www.botanique.it

 

22 - ROMA - Villa Ada Roma incontra il Mondo. ingresso 5 euro

"Nulla si sa, tutto si immagina": dal 15 giugno al 10 agosto torna per la sua XXVI edizione Villa Ada Roma incontra il mondo, sotto l'egida di Dada srl e ARCI Roma.

Sessanta giorni di programmazione e due palchi - il main stage e il "Mini Dada", ovvero l'area a ingresso gratuito dove ogni sera si esibiranno gruppi emergenti e si terranno eventi enogastronomici - delineano la manifestazione come uno dei principali eventi dell'Estate Romana e il festival più lungo in Europa. Nella suggestiva cornice del laghetto di Villa Ada si alterneranno concerti, dibattiti, laboratori formativi, talk e presentazioni che caratterizzano il festival non solo dal punto di vista musicale, ma lo rendono punto di riferimento culturale e sociale guidato da parole chiave quali Innovazione, Condivisione, Partecipazione e Sostenibilità.

Prevendite www.i-ticket.it

 

23 - FALLO (CH) - Viale della Rimembranza - ingresso gratuito

Questo concerto per il comune di Fallo è Poccasione per suggellare un rapporto, con il Sudafrica, che dura ormai da molti anni. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, molti fallesi sono emigrati lì e in Sudafrica hanno trovato fortuna e costruito la loro vita, senza però mai dimenticare il proprio paese Natale. Nel corso degli anni tanti esponenti politici hanno onorato il paese con la loro presenza in visite non ufficiali, fino a coronare questo "gemellaggio" nell'agosto 2018, con il conferimento della Cittadinanza Onoraria all'ex presidente della Repubblica Sudafricana, Kgalema Motlanthe. Tutto questo è stato possibile grazie al costante impegno dell'Aw. Maurizio Mariano, fallese nato in Sudafrica ma fortemente legato alle sue origini.

 

-                    Nei prossimi giorni verrà definito inoltre un concerto nella città di Genova e uno nella città di Gubbio (PG).

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