L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Free mind (157)

Lisa Biasci
contatto

 

 

       

 

 

 

 

 

                  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

          

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

         

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 Renato Rovetta (Il " leone di Brescia")

 

 

 

 

 

   

 

 

   

Opatije Croazia 1999 - convegno Flip

  

       

 

 

      

Come eravamo

May 01, 2019

 

 

 

 

 la redazione del mensile Free Lance International Press News

da sinistra in alto: Antonio Russo, un collega croato, Andrea Franchini, Aldo Parmeggiani, Virgilio Violo, in basso: Giorgio Ferraresi, Paola Pepere, Alessandra Gesuelli, Leo Reitano

    

       

 

 

 

 

 

 

 

 

 Sono le organizzazioni criminali che si avvalgono soprattutto sul mare di nuovi espedienti per trasformare un piano deliberato a tavolino in un intervento di emergenza in nome della solidarietà umana

 

I clandestini

E’ ormai più che chiaro l’ accanimento anche di certe Autorità che si avvalgono di un vero e proprio sistema ideato per immettere il maggior numero possibile di clandestini nel nostro Paese senza regole, se non quelle improvvisate in nome della emergenza telecomandata e della umanità invocata ad arte.

I mezzi più utilizzati sono le navi delle ONG, inviate per far confliggere con le Istituzioni del nostro Paese e per raccogliere sovvenzioni in beffa, anche da parte degli stessi italiani; navi delle quali si avvalgono sia i noti Stati europei attualmente intenti alla disgregazione politica e economica italiana, sia i nemici interni corrosi da odio politico che supera il sentimento di difesa della territorialità nazionale.

Gli uni e gli altri si propongono di creare una indebita ingerenza in Italia  attraverso i “salvataggi” dei così detti “naufraghi” prelevati dagli zatteroni allestiti allo scopo, poco più lontano dalle coste libiche.

Vi sono infatti le note ONG che con ogni pretesto si trovano per caso, naturalmente, nelle condizioni di raccogliere immigranti in difficoltà sulle zattere in partenza dalla Libia.

Ciò avviene in modo che per ragioni di sicurezza questi siano soccorsi e trasferiti direttamente in Italia al fine di creare e acuire lo scontro politico con la bagarre.

E’ vero che nel momento del trasbordo la documentazione fotografica parla chiaro sullo stato di imminente affondamento. Ma forse neppure i più creduloni personaggi delle fiabe potrebbero pensare che con un semplice coltello non si possa sventrare un imbarcazione pneumatica, inscenando il naufragio al momento opportuno. Si noti la coincidenza del trasbordo con lo sgonfiamento dei gommoni.

 

Corsi e ricorsi storici

Visto e considerata la stretta relazione tra i soccorritori di questo genere e i flussi migratori indagati dalla Magistratura nel modo contraddittorio a cui abbiamo assistito, è stato ora escogitato un altro sistema.

Si tratta del “soccorso terzo”, ossia , di coloro che per caso si imbattono in barche o gommoni di emigranti e che segnalano a loro volta questa presenza alle navi che con sorprendente tempestività si recano sul posto, raccolgono gli immigranti e li trasportano nei nostri porti.

E’ questo un vecchio trucco che in Italia e in particolare le Istituzioni marittime preposte al controllo dovrebbero ben riconoscere. L’ espediente consiste nell’ “avvistamento per caso”, così come quando nell’ultima guerra, la flotta e l’aviazione inglese ha “per caso”, distrutto con cronologica puntualità, le nostre più prestigiose navi da guerra e da trasporto.

Sia consentita una piccola digressione per spiegare quanto sopra.

L’ Inghilterra dopo aver penetrato il codice segreto di guerra adottato dalla Regia Marina, utilizzava il trucco dell’ aereo da ricognizione a cui venivano date le coordinate navali di rotta per incrociare le nostre navi; si trattava di un aereo   che sorvolava “per caso” naturalmente, gli obiettivi navali.                  

Mentre veniva così fatto credere all’Autorità italiane che da quel momento in poi, il ricognitore avrebbe segnalato la presenza navale italiana alla formazione aero-navale inglese, quest’ ultima invece che da tempo attendeva bene impostata il passaggio delle nostre navi, appariva all’ improvviso nel luogo più vulnerabile.

Tali avvistamenti venivano imputati dallo Stato Maggiore italiano a strane coincidenze della ricognizione aerea ed erano pertanto, imprevedibili e giustificati solo dalla malasorte dell’ imprevisto.

 

La catena di Sant’ Antonio”

È così che adesso le ONG non intervengono direttamente ma attendono la segnalazione “per caso fortuito” di un segnalatore di passaggio, della presenza di queste zattere, e il gioco del braccio di ferro delle opposizioni con il governo è subito innescato. 

A questo punto si scatena l’asfissiante attacco alle Istituzioni con l’immancabile ipocrisia di certi ambienti italiani ed esteri, ormai specializzati in questo genere di cose. E a molto poco potranno,  ai fini utili delle indagini sulla responsabilità diretta delle ONG, le Procure di Palermo o di Catania o di Ragusa o di Trapani. Non solo, ma lo scaricabarili della prima conoscenza della posizione in mare delle bagnarole destinate a imbarcare acqua a poche miglia della costa, si avvarrà   nel futuro di sub organizzazioni   sempre più piccole, ingannevoli e sfuggenti; organizzazioni collegate con un semplice cellulare in   una sorta di “Catena di Sant’ Antonio” per le quali se non verranno impartite alla radice nuove disposizioni di indagine, sarà sempre più difficile individuare l’ origine dell’ invasione del nostro Paese.

Di nome e di fatto gli “Orologi del mare” si presentano con cronologica puntualità davanti ai porti del nostro Paese per scaricare il fardello politico anti italiano delle violazioni in dispregio alle leggi; leggi che però, troveranno sempre il livore politico della interpretazione contro l’attuale “Nemico” da abbattere.

 

 

Premessa della situazione

Si sostiene per scagionare le intenzioni del capitano della Sea Watch, di non aver compiuto alcun atto ostile nei confronti dell'Italia in quanto la forzatura dell’ approdo da parte di una nave che trasportava profughi non può rappresentare alcuna minaccia; ragion per cui questa o altre navi che ancora si presenteranno con loro carico nei porti italiani, potranno attraccare senza problemi poiché tutto ciò è stato reso regolare.

 

Le obbiezioni

La prima obiezione da fare è che una ONG come la Sea Wacth, predisposta proprio a questo scopo non può prescindere dalla responsabilità dei ruoli del personale di bordo e di terra e dalla premeditata consapevolezza di violare con la forza il preventivo divieto di approdo di uno Stato sovrano.

La seconda obiezione è di carattere interpretativo così come interpretativa è stata la giustificazione giuridica a favore della Sea Wacth fino adesso ottenuta, per ammantare di legalità lo sbarco delle persone trasbordate.

Ma ricercare per mare imbarcazioni di clandestini destinati in Europa e trasferire a bordo tutti quanti per dirigersi nel nostro Paese, malgrado il tassativo divieto delle Autorità italiane, significa mettere in atto una sorta di trasferimento pilotato di clandestini che oltretutto, potevano essere diretti altrove.   Si tratta quindi di una fattispecie di violazione che non può avere qualità diverse da quelle che scaturiscono da una invasione di gruppo oltre il fatto che la Sea Wotch ha approdato in porto in condizioni di scontro fisico con navi militari che ne impedivano l’ ingresso.

 

 

La reiterata intenzione

Il fatto non è avvenuto casualmente per eventi naturali e imprevisti, ma attraverso la pervicace volontà del comandante, di andare prima a cercare per mare i passeggeri delle imbarcazioni partite dalle coste africane (questo è il compito) per trasferirli poi, a bordo, iniziando così la forzatura politica e militare delle nostre direttive costiere.

Era di recente avvenuta la incresciosa imposizione dell’accoglienza in un porto italiano della nave Diciotti; fatto questo che ha rappresentato per la politica interna e internazionale la messa in accusa del Ministro delI‘Interno e la logorante contrapposizione politica tra Parlamento e governo sottratto alle consuete attività costituzionali.

Ecco che certamente con intenzioni ostili nei confronti del Governo italiano, si presenta per lo stesso scopo ora, una nave olandese con comandante tedesco che dall’oceano transita nel Mediterraneo. Questa si mette alla ricerca dei “naufraghi” che si trovavano ancora in terra d’ Africa e che naufraghi non erano, neppure quando dalla loro imbarcazione erano stati trasbordati sulla Sea Watch.

Infatti, quando la Rackete li ha   prelevati dall’ imbarcazione che li trasportava, questi non si trovavano affatto in difficoltà di navigazione e tanto meno pericolo di vita; quindi il trasbordo è avvenuto senza alcuna emergenza che lo esigesse.

D’ altra parte le intenzioni del comandante dopo l’ imbarco di venire ad approdare in Italia si evincono chiaramente per essere rimasto in attesa davanti alle coste italiane per due settimane , mentre avrebbe potuto dirigersi ovunque, in questo stesso tempo.

La Rackete quindi non ha agito in stato di necessità o di pericolo o di forza maggiore previsti dal codice penale per l’impunibilità in queste circostanze. Ha agito invece sotto la premeditata ostinazione di trasportare i clandestini in Italia con il pretesto zoppo di adempiere ad un dovere da lei stessa creato, a danno e in beffa delle istituzioni del nostro Paese.

 

 

Non si tratta di capricci

Dopo i ripetuti dinieghi delle autorità portuali, il comandante Carola Racketeha continuato la serie delle disobbedienze fino allo speronamento di una nostra nave da guerra (motovedetta) del blocco navale che le autorità marittime avevano predisposto per evitare lo sbarco.

Il divieto infatti, va commisurato al contesto politico di sicurezza demografica che il governo italiano aveva predisposto a tutela degli attuali interessi di Stato; divieto di approdo divulgato ai naviganti italiani e stranieri.

Il diniego è correlato al pericolo che le ONG in particolare, ma anche altre associazioni di dubbia qualifica etica, che si stanno concretizzando con il prelevamento degli immigranti da imbarcazioni precarie sui più comodi mezzi navali dotati di quanto necessita per affrontare il viaggio collettivo verso il nostro Paese.

La domanda che alcuni   avanzano alle Autorità politiche per ottenere una risposta scontata di loro comodo, è questa: “Come è possibile che una nave che trasporta naufraghi in Italia costituisca una presenza ostile?”

Come al solito per chi formula una domanda di tal genere, la risposta ovviamente dovrebbe essere scontata, nascondendo però, dietro un dito il resto della frase che viene omessa.

 

 

Per dare l’ idea

Facciamo un esempio di fantasia per rendere più chiaro il dilemma.

Se vi fosse una nave carica di dolci che attraccando in un porto intendesse regalare per liberalità, zuccherini a tutti quanti, l’ atto sarebbe certamente gradito.

Ma se queste stesse circostanze accadessero in un contesto sociale abitato da una popolazione ad alta percentuale di diabetici a cui lo Stato dedica ogni possibile risorsa terapeutica contro questa dilagante patologia, allora si tratterebbe di un atto ostile.

Di atto ostile infatti, si tratta quando il capitano della Sea Watch, consapevole della situazione dell'immigrazione nel nostro Paese e del conflitto sociale in corso su questo tema, si pone ostinatamente davanti al porto fino a forzare lo sbarramento che le Forze Armate avevano allestito; sbarramento che era stato eretto proprio per impedire alla nave                     l’ approdo in banchina.

Ma allora perché lo sbarco nel porto di Lampedusa non costituisce un reato per violazione di legge, attribuendo invece al capitano Carola Racketela qualifica di irresponsabile del reato consumato in dispregio delle leggi del nostro Paese?

Dopo tanti timori, ansie e brontolii, eccoci qui ad archiviare questa prima esperienza dell’Esame di Stato riveduto e corretto.

Che bilancio possiamo farne? In un’ottica di grande magnanimità, direi che è stato possibile registrare qualche innovazione positiva all’interno di un progetto globale assai discutibile.

Fra le cose positive indicherei, innanzitutto, il rilevante incremento di peso (divenuto pressoché determinante) del credito scolastico, cosa questa che consente a tutti i candidati di affrontare le prove di esame con maggiore serenità e che garantisce, in particolar modo, una maggiore raggiungibilità della soglia minima per i candidati più fragili, e un minor pericolo di spiacevoli imprevisti per i candidati più meritevoli, aspiranti a voti di eccellenza.

Direi pure non male la scomparsa della cosiddetta “tesina”, pensata, all’alba della riforma del vecchio esame, come centro nevralgico di un colloquio ariosamente inter/pluridisciplinare, ma, nel corso degli anni, mestamente retrocessa a spento rituale da celebrarsi nei primissimi minuti di un colloquio inesorabilmente destinato a precipitare in una penosa somma di tanti esamini monodisciplinari. Trattavasi, tra l’altro, frequentemente, non di vere “esperienze di ricerca” (come richiedeva l’ignoratissimo testo ministeriale), bensì di pateracchi raffazzonati, spesso pure scopiazzati o riciclati, in cui si tentava disperatamente di appiccicare insieme, con qualche vaga parvenza di logicità, poveri frammenti di programmi assortiti.

L’aspetto tragicamente negativo di questa minirivoluzione è stato, però, che, a rimpiazzare la logora e incartapecorita “tesina”, menti perverse, probabilmente più a loro agio con la dimensione dei quiz televisivi che con quella di una sana pedagogia, hanno partorito l’ideona dell’oramai celebre busta misteriosa!

Ovvero, il povero candidato-condannato, dopo essersi accomodato davanti alla commissione esaminatrice, si ritrova a dover scegliere fra tre buste proposte, contenenti ciascuna un qualche documento (artistico, storico, letterario, ecc.) da utilizzare per organizzare, in tempi assai rapidi ed in base a più o meno sensati e/o strampalati processi associativi, una sorta di itinerario multidisciplinare. Operazione questa che sembrerebbe voler verificare e premiare più la prontezza di spirito e la capacità di improvvisazione che lo spessore culturale e la serietà delle reali conoscenze e competenze acquisite.

Ma la colpa più grande e decisamente imperdonabile imputabile a coloro che hanno concepito e imposto questo nuovo esame è senza dubbio il fatto che tutto sia stato compiuto all’insegna della fretta e dell’ improvvisazione, obbligando studenti e professori a cercare affannosamente di rimodellare, nell’arco di pochi mesi ed in una condizione di grande e nebulosa indeterminatezza, metodi di lavoro collaudati nel corso degli anni.

Così facendo, anche un’innovazione indubbiamente apprezzabile, come quella di voler conferire un posto importante, nell’ambito del colloquio, a tematiche attinenti alla cosiddetta “Cittadinanza e Costituzione”, ha finito per scivolare sul piano dell’approssimazione e dell’arbitrarietà, generando soprattutto ansia ed incertezza …

Auguriamoci, in definitiva, che, in vista del prossimo anno scolastico, le regole del gioco siano ben chiare fin dall’inizio e che sia possibile, pertanto, programmare, da parte dei docenti e dei rispettivi consigli di classe, una didattica ragionata e ben ponderata che possa consentire di sintonizzarsi, sul piano pratico, senza dover compiere grotteschi giochi di prestigio, con quanto verrà poi richiesto ai nostri studenti alla fine del loro percorso di studi.

Uno scandalo senza Fine.

Mercoledi, 3 luglio 2019 - Riportiamo questi passaggi dall'ordinanza dell'operazione cosiddetta “Università Bandita”, che ci sembrano di una gravità particolare. Lasciamo al lettore ogni riflessione e commento: ci pare evidente l'interesse pubblico a conoscere. Esigenza primaria di chi fa giornalismo.

...Gli eventi che hanno portato alla decadenza di Pignataro e alla nomina di Basile consentono di dare una chiara chiave di lettura alle vicende sopra riportate sui concorsi nei diversi dipartimenti, nonché sulle alleanze e le dinamiche all'interno dell'Ateneo catanese e degli organi collegiali rappresentativi, riportate in maniera esaustiva nella richiesta del Pm a cui si rinvia.

La sentenza del C.g.a

Con la sentenza n.150 del 27.02.15 -il C.G.A della Regione Sicilia annullava lo Statuto dell'Ateneo catanese del 28 novembre 2011, imponendo al Rettore la immediata ricostituzione degli organi statutari. Alla luce della perdurante inerzia del Rettore, in data 29 luglio 2016, il C.G.A. -accogliendo il ricorso della Prof. Elia Febronia- definiva tale inerzia ingiustificata e imponeva allo stesso Rettore di dare avvio alla procedura per la ricostituzione dei suddetti organi statutari con la previsione di una eventuale nomina di un commissario ad acta in caso di non ottemperanza (v. sentenza, all. n 72). Appresa la decisione del C.G.A, Pignataro, da un lato, provvedeva all'indizione delle elezioni per la nomina del Senato Accademico, ma, al contempo, presentava al C.G.A. un ricorso al fine di comprendere le modalità di ottemperanza alla sentenza, con particolare riguardo all'aspetto se la decadenza degli organi statutari vada estesa anche alla carica di Rettore.

Dopo il deposito del ricorso al C.G.A., si assiste a diversi tentativi di contatto fra Pignataro e Zucchelli Claudio, nato..., Presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana.

Tali contatti culmineranno in un incontro tra i due in data 7 settembre 2016 nel corso del quale il Presidente Zucchelli anticipa al Pignataro quale sarà il contenuto della sentenza emessa sulla base del ricorso presentato dallo stesso Pignataro.

Pignataro comunica a Di Rosa i particolari della futura decisione del CGA, come appresi da Zucchelli, con la decadenza del Rettore, conservando tuttavia la possibilità di una nuova candidatura. Pignataro decideva in un primo tempo di ricandidarsi limitatamente al biennio residuo del mandato, sia pure nell'ottica di un'alleanza con Basile...

Il 25 novembre 2016 veniva diffusa la motivazione della sentenza del CGA, che ricalca tutto quanto anticipato dal Presidente Zucchelli.

Si ricostruisce la vicenda indicando le fonti di prova.

  1. In data 5 agosto 2016 Pignataro viene informato dall'avvocato Scuderi Andrea che il ricorso presentato per comprendere se la decadenza degli organi statutari coinvolga anche il Rettore sarebbe stato deciso da un collegio presieduto dal presidente dell'organo amministrativo ovvero Zucchelli Claudio...

    Il Rettore si premura quindi di contattare Catanoso Pasquale, Rettore della Università di Reggio Calabria, il quale gli suggerisce di parlare con il “Presidente” concordando un appuntamento per il tramite di Lapecorella Fabrizia, Direttore Generale del Ministero dell'Economia e Finanze...

Pignataro, seguendo il consiglio del collega, contatta Fabrizia Lapecorella (che nel corso della conversazione afferma di conoscere molto bene il magistrato Zucchelli), alla quale riferisce che aveva interesse ad incontrare Zucchelli il prima possibile, non facendo mistero di voler discutere con Zucchelli proprio del suo ricorso al C.G.A...

Le conversazioni appena riportate attestano dunque come Pignataro abbia intenzione di incontrare il Presidente del C.G.A. Prima della decisione sul ricorso relativo all'eventuale decadenza dello stesso Rettore.

2. In data 9 agosto 2016, Lapecorrella comunica a Pignataro che il Presidente Zucchelli potrebbe incontrarlo il successivo 7 settembre, nelle ore pomeridiane, a Palermo...

La P.G. Delegata effettivamente attesta che il 7 settembre presso il C.G.A di Palermo Pignataro ha avuto un incontro con Zucchelli...

L'intercettazione e l'annotazione di servizio documentano inequivocabilmente l'avvenuto incontro tra Zucchelli e Pignataro.

  1. Dopo il colloquio con Zucchelli, Pignataro comunica al Di Rosa (professore ordinario presso il Dip. di giurisprudenza) i particolari della futura decisione del C.G.A. Per come appresi dallo stesso Presidente (il Rettore sarebbe stato dichiarato decaduto conservando però la possibilità di una nuova candidatura).

    Il tratto maggiore di interesse, sotto riportato, è particolarmente significativo perchè documenta la condotta di Pignataro il quale -dopo avere illecitamente appreso da Zucchelli il contenuto della sentenza ancora non pubblicata- contatta gli altri associati e getta le basi per la sua candidatura anche alle successive elezioni...

    Nello stesso senso la conservazione tramite Sms con Alessandra Gentile (il prorettore di Pignataro). Il Rettore, alla domanda “com'è?”, risponde: “prepariamoci per il 29 settembre, io sono ricandidabile”. Convergono poi sul “silenzio assoluto”....”

Facciamo presente che il Presidente Claudio Zucchelli (che non firma la sentenza) non è indagato nell'inchiesta, al pari dell'avvocato Andrea Scuderi, del professore Di Rosa, della professa Alessandra Gentile, della dottoressa Fabrizia Lapecorella, del Rettore Pasquale Catanoso.

Sottolineiamo che questo articolo ci pare doveroso per la gravità dei fatti esposti: interesse pubblico che dovrebbe essere sempre primario nel giornalismo.

 

di iena giudiziaria Marco Benanti 

Per gentile concessione della testata "Le jene sicule"

© 2022 FlipNews All Rights Reserved