L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.


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Kaleidoscope (1429)

Free Lance International Press

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January 06, 2025

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Centodecimo notiziario settimanale di lunedì 6 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Buon Natale agli ortodossi osservanti il calendario giuliano, buona Epifania per i cattolici che seguono quello gregoriano. Per me, da buon ateo, è un’ulteriore occasione per fare bisboccia. Stavolta, inevitabilmente, parleremo molto di gas. Buon ascolto e buona visione.

* Ho tradotto l’intervento di Putin per Capodanno. Naturalmente, i detrattori hanno detto di tutto.

* Gli Stati Uniti hanno segretamente fornito armi di vario tipo all’Ucraina ancora nel 2021, ovvero prima dell’inizio dell’operazione militare russa. Le rivelazioni clamorose sono state fatte dal segretario di Stato uscente degli USA, Antony Blinken, in un’intervista al quotidiano “New York Times”.

* Kiev si è rifiutata di rinnovare gli accordi di transito siglati tra la società russa Gazprom e le ucraine “Naftogaz” e OGTSU (Operatore ucraino del sistema di trasporto del gas).

* Il 4 gennaio, a seguito di un attacco mirato di droni da parte di militanti del regime di Kiev, è morto il corrispondente freelance di Izvestija Martem’janov.

* E’ stato annullato l’evento promosso da un consigliere comunale di Arezzo (Michele Menchetti) che prevedeva l’utilizzo di una sala del Comune per la proiezione del documentario di Russia Today “Maidan, la strada verso la guerra” e successivo dibattito.

* Rivelazioni clamorose di una commissione d’inchiesta del Senato degli Stati Uniti: durante le indagini degli anni Novanta la banca svizzera “ha fatto di tutto per nascondere l’esistenza dei conti segreti, riconducibili a gerarchi del regime hitleriano”. Il denaro fu sequestrato durante l’Olocausto alle famiglie ebraiche in tutta l’Europa e depositato sui conti bancari cifrati nella Confederazione Elvetica.

* Dai media italiani si evince che in Russia l’economia è in crisi a causa dello stop dell’Ucraina al gas che costerà 5 miliardi all’anno, e che addirittura c’è un rischio di caos interno, anche se si ammette che le famiglie italiane rischiano di pagare 300 euro in più. Crisi economica in Russia, non pervenuta, nonostante il sottoscritto ci viva nuovamente da oltre un ventennio.

* Musica: Astrachan’, Krasnodar, Adighezia, Volgograd, Mosca, Rostov sul Don, Calmucchia, Crimea, Mariupol’ (Repubblica Popolare di Doneck), Vladimir.

December 31, 2024
 
Una truffa di un’agenzia che vende multiproprietà mette in difficoltà la coppia formata da Mauro, rozzo e burbero macellaio romano (Giorgio Gobbi), e Beate (Annalisa Favetti), la sua compagna russa. Arrivati su un’isola tropicale quasi deserta per la loro vacanza dei sogni, si ritrovano a condividere con un’altra coppia, formata dagli insegnanti Mino (Flavio De Paola) ed Elena (Serena Renzi), lo stesso appartamento fatiscente. 
L’isola è piuttosto selvaggia, i cellulari non sono utilizzabili e quindi è impossibile risolvere il problema con l’agenzia. Il personale del residence è composto esclusivamente dall’inserviente tuttofare Carlos (Ilario Crudetti), che di volta in volta si presenta anche nelle vesti di presunti fratelli gemelli buffissimi e marpioni che si improvvisano idraulico, postino, portiere, operaio… Carlos e fratelli parlano uno spagnolo discutibile inframmezzato da parole italiane, ed è convinto che i quattro si trovino sull’isola per praticare lo scambio di coppia. 
 
I nostri disgraziati vacanzieri sono bloccati su quest’isola dove manca tutto, e l’unico collegamento con la terraferma è una nave che salpa soltanto una volta alla settimana… Non gli rimane che condividere la penosa situazione in un esiguo spazio, cercando di andare d’accordo nonostante le diversità caratteriali e sociali che li dividono e che minano da subito la convivenza, creando una situazione per loro impossibile se non catastrofica ma divertentissima per il pubblico.
La pièce porta con sé il sapore della pura commedia all’italiana del passato, che non disdegna un’ironia più attuale. Nei personaggi si amalgamano stili diversi di recitazione e comicità: Giorgio, tronfio e verace romano senza peli sulla lingua, si fronteggia con Flavio, ponderato, educato e remissivo. I due stili si incontrano, si sfidano e poi si prendono per mano per tornare a fronteggiarsi provocatoriamente con il risultato di far ridere di cuore lo spettatore e dar vita ad una storia riuscita ed esilarante.
Non da meno sono le figure femminili: Serena è una virago inviperita per la superficialità del marito che l’ha trascinata in questa situazione. Risulta indifferente, coriacea, arrogante; lo schiaccia con la sua mascolina ed altèra personalità. Si trova a relazionarsi con la povera e sprovveduta Annalisa, immigrata dalla Russia e oppressa dall’invadente e inveterato maschilista compagno. 
Ilario è il jolly della situazione; istrionico, si inserisce quando meno lo si aspetta cambiando con estrema duttilità la sua veste e intervenendo sempre con una forte comicità. 
Tutte le battute che sentirete sono genuine e spontanee, altre sono provocatorie; sempre estremamente puntuali, contribuiscono alla riuscita di un testo divertente ed intelligente. Trovano posto anche riferimenti allo sfottò calcistico, alla vecchia politica e a quella attuale, in maniera neanche troppo velata. Non manca un’irritante critica ai diversi stili di vita, allo snobismo del ceto più elevato e colto e alla spontaneità delle figure più umili e meno istruite. Questi atteggiamenti, però, non sono stucchevoli ma espressi in chiave leggera e umoristica, talvolta satirica, alimentando il divertimento e la riflessione. 
La spontaneità dei personaggi e l’esagerata personalità dell’indigeno, sempre pronto a dileggiare i truffati turisti e furbescamente convinto di essere al cospetto di scambisti e pronto a sfilargli sonore mance per ogni piccolo servigio, si esprimono con tempi comici perfetti. 
 
Alla contrapposizione tra il colto e ingenuo Flavio e il furbo e gretto Giorgio, come tra la burbera ed insofferente Serena e la sottomessa donna oggetto Beate, si manifesta la critica alla discriminazione razziale e ai pregiudizi della cultura patriarcale e maschilista. Alla fine, le figure che dovrebbero prevalere vengono messe alla berlina, poste in secondo piano. Ma quando le instabili e vacillanti sicurezze sociali dei membri del gruppo crollano, avviene un vero e proprio incontro su quelle macerie emotive che porta ad un avvicinamento tra le diverse culture. I due mondi apparentemente incompatibili trovano un’inaspettata quanto riuscita soluzione pacifica che si traduce in una mutua convivenza fatta di dialogo, comprensione e accettazione fino a un sentimento di amicizia.
Frizzante e divertente commedia, dispensatrice di risate e spunti di riflessione.
 
 
Teatro degli Audaci
“Coppie in multiproprietà”
Con Flavio De Paola, Giorgio Gobbi, Annalisa Favetti, Serena Renzi, Ilario Crudetti
Scritto e diretto da Pino Ammendola
 
 
December 29, 2024

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Centonovesimo notiziario settimanale di lunedì 30 dicembre 2024 degli italiani di Russia. Addio al 2³·11·23, benvenuto 3⁴·5². Buon ascolto e buona visione.

* Dalle risposte del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin alle domande del giornalista Pavel Zarubin, (20 dicembre 2024)

* Nei Paesi europei, i canali Telegram di RIA Novosti e Izvestija sono stati oscurati: non sono disponibili in Polonia, Belgio, Francia, Grecia, Repubblica Ceca e Italia, riferiscono i corrispondenti dell’agenzia.

* Il primo ministro slovacco Robert Fico ha dichiarato: “Ho parlato della disponibilità ad ospitare i negoziati sull’Ucraina in Slovacchia con il presidente russo Vladimir Putin, quindi accolgo con favore la sua reazione positiva. Sto perseguendo e perseguirò una politica estera slovacca sovrana, focalizzata su tutti e quattro gli angoli del mondo”, – ha detto Fico in un videomessaggio pubblicato venerdì sui social media.

* Aereo azero precipitato: i media ucraini attaccano la Russia

* 25 dicembre 1989: Nicolae Ceausescu e sua moglie Elena furono fucilati dai ribelli, dopo il colpo di Stato, sostenuto dall’Occidente. Mentre si recava all’esecuzione, Nicolae Ceausescu cantò “L’Internazionale”. Le sue ultime parole furono: “Lunga vita alla Repubblica Socialista di Romania, libera e indipendente! Abbasso i traditori!”

* Originaria dell’URSS con passaporto rumeno, ora presidente della Moldavia, Maia Sandu si è laureata all’Harvard Institute of Government John F. Kennedy a Cambridge negli Stati Uniti, era un economista presso l’ufficio della Banca Mondiale a Kišinëv, poi consigliere del direttore esecutivo della Banca Mondiale a Washington, DC, USA.

* Il gruppo bancario italiano Intesa Sanpaolo, uno dei più grandi gruppi bancari della zona euro, non accetterà più pagamenti in euro dalle banche russe, ad eccezione della propria filiale in Russia, Intesa.

* Questa settimana, una canzone che non conoscono manco qui in Russia. La cantano i lavoratori delle varie centrali nucleari sparse lungo gli undici fusi orari di questo Paese immenso. La parola d’ordine è: salvare la pace nel mondo, contro la guerra, per l’amore.

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci nel 2025, sui miei canali!

December 29, 2024
 
Ogni anno questo bel gruppetto di simpatici attori ci delizia con una nuova divertente proposta. Debutta in prima assoluta, al Teatro  de Servi, la nuova commedia di Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi e Simone Giacinti.
Una storia in cui i protagonisti principali sono i sogni, la voglia di riscatto e l’amicizia, quella che nasce tra persone caratterialmente e socialmente diverse ma che condividono una stessa sorte.
Valeria è nei panni della delusa Stella, ragazza che sogna di lanciare una sua linea di moda ma che lavora in un negozio di abbigliamento come commessa. Walter (Maurizio) è invece un architetto sognatore, un bonaccione tenerone, licenziato ed arrestato dopo essere stato incastrato per un reato che non ha commesso. Ora vorrebbe aprire una società edilizia e dimenticare il passato.
 
Gianni (Simone) era una promessa del calcio, ma per un infortunio ha dovuto smettere di giocare, così ora lavora nel bar dello zio anche se vorrebbe diventare un talent scout o aprire un bar suo.
Bogdan (Alessandro) è un rom laureato in economia, costretto a rubare perché nessuno gli concede un’opportunità lavorativa. Sogna di lavorare in proprio come commercialista.
Tutti i protagonisti hanno in comune un passato ma anche un presente travagliato che gli impediscono di realizzare i propri sogni. Insomma, sono tutti insoddisfatti, sottopagati e sfruttati. Nonostante la frustrazione e i pochi soldi in tasca, ambiscono ad un riscatto personale ma non hanno i fondi necessari per raggiungerlo. 
I quattro, pur avendo in comune un destino simile, non si conoscono ma frequentano tutti lo stesso bar, dove finalmente una mattina a colazione si incontreranno grazie a un evento che potrebbe tramutarsi in tragedia e che, loro malgrado, li coinvolgerà tutti. Calmata la situazione, entrano in confidenza e scoprono di avere molto in comune. 
Tutti hanno un sogno da realizzare ma nessuno ha gli strumenti economici per concretizzarlo. Quando uno di loro ha un’idea: siccome a breve verrà esposto un quadro di un famoso artista, che sul mercato nero renderebbe un bel gruzzoletto, decidono di percorrere questa strada per realizzare le loro ambizioni. Certo, sono una banda sgangherata senza esperienza, dei sempliciotti un po’ imbranati ma anche molto motivati. Riusciranno nella loro impresa? Saranno baciati dalla fortuna? Cambieranno idea o rischieranno il tutto per tutto? Tra una risata e l’altra, tra gag e piccoli momenti di tensione e trovate esilaranti, scoprirete il destino del quartetto.
 
Quando si viene a vedere uno spettacolo proposto da questo gruppo artistico, si sa già a cosa si va incontro. Le loro commedie sono tutte tenere e divertenti, e i loro personaggi, oltre che a far ridere, mirano a toccare il cuore dello spettatore. Questo è il segreto delle loro proposte, che riescono sempre ad attirare nuovo pubblico e a riempire le sale. Ci si diverte, si riflette, si viene toccati nel profondo, a volte ci si riconosce nei personaggi e poi ci si alza sempre dalla poltrona con un sorriso, il cuore leggero e una sensazione di allegria che accompagna fino a casa.
Maurizio, Alessandro e Valeria lavorano spesso insieme, sono più che affiatati, e con loro troviamo spesso anche Simone, ormai diventato uno di casa. Insieme, con la loro personalità e sensibilità danno vita sempre a personaggi buffi, simpatici, un po' sfortunati ma anche profondamente umani, veri e soprattutto dolcissimi, come quelli che conosceremo stasera. I loro personaggi prendono vita non solo grazie alla loro grande comicità, ma anche a una evidente sensibilità che vuole valorizzare e riscattare quei caratteri strampalati e sfortunati dall’animo buono. È un loro modo di dare un’opportunità ai protagonisti, che rispecchiano le persone bistrattate dalla vita e dalla società, i deboli  schiacciati da eventi più grandi di loro che trovano però nel gruppo e poi nel loro intimo la voglia di reagire. 
Così Alessandro, Maurizio, Valeria e Simone gli danno un’ anima, li inventano, li creano, gli danno vita, parola, sentimenti, permettendogli di salire sul palco e farsi conoscere, apprezzare per quello che sono, per le debolezze che non nascondono e per  gli sforzi che sostengono  per sopravvivere e affermarsi o per trovare semplicemente un piccolo posto in una società che li ignora, abituata ad accettare stereotipi ben diversi come le persone affermate, sicure di sé, realizzate, oppure i furbetti e i prevaricatori che non mancano mai e calpestano i diritti dei più deboli. 
Alessandro stasera è esteticamente improponibile; è riuscito ad indossare una serie di tute da ginnastica una più brutta dell’altra, le peggiori che si possano trovare nei mercatini dell'usato, restituendoci un personaggio più che realistico. Si è fatto crescere la barba e i baffi e ha studiato movenze e modi di esprimersi tipici di un rumeno italianizzato. Ha inserito poi, nel suo lessico, parole storpiate che suscitano un grande divertimento nel pubblico. 
 
Maurizio porta sempre con sé quella personale comicità che lo caratterizza: introversa, mai eccessiva, oserei dire timida ed educata, che spesso non ha bisogno neanche di battute riuscite per divertire. Gli bastano la sua spontaneità, la semplicità e la tenerezza, quell’ aspetto un po’ sottomesso e riservato mai invadente che colpisce e fa ridere. 
Valeria questa sera mostra una sua comicità particolarmente esuberante ed aggressiva, sprizza energia ed allegria da tutti i pori e si impone attraverso un personaggio divertentemente prepotente e caotico. Strilla, salta, balla, lotta. Così facendo, impone il suo ruolo femminile e tiene testa ai tre maschi in scena pur rimando deliziosa e femminile, esaltando le doti di una donna che vuole reagire ed essere sé stessa.
Simone, con la sua vivace romanità, veste un personaggio inizialmente sottomesso ma che al momento giusto sa diventare brioso ed effervescente. Gioca da protagonista e da spalla a seconda dei momenti, sfoderando uscite ricche di comicità che colpiscono proprio perché inaspettate e nascoste dietro ad un’apparente rassegnazione caratteriale.
I nostri cambiano spesso costume e colorano le varie scene che si susseguono senza fine. Il bar è ben ricostruito dalla scenografia, azzeccata e sfiziosa la scelta delle musiche. Da sottolineare l'attento e riuscito uso delle luci, determinante nella maggior parte delle scene perché da una parte crea gli spazi giusti che esaltano ogni personaggio e situazione, dall’altra crea l'atmosfera ideale e suggestiva per la storia.
Uno spettacolo adatto a trascorrere una piacevole e spensierata serata.
 
 
Teatro de Servi
“Ci prendesse un colpo”
-La svolta della vita-
Di Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi, Simone Giacinti
Con Valeria Monetti, Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi, Simone Giacinti
Regia di Andrea Palotto
December 26, 2024

 Davvero un momento alquanto delicato per i cinefili di orientamento piagnon-pessimistico-cinico-catastrofistico …

E sì, perché nelle italiche sale cinematografiche si aggirano due terribili film in cui, in maniera insolitamente e straordinariamente felice, non muore (quasi) nessuno; dove non si assiste a tarantineggianti cascate di sangue, con relativo contorno di frattaglie e materia cerebrale; dove la gente è in grado di aiutarsi, di abbracciarsi, di pensare alla vita degli altri, soprattutto di quelli che stanno peggio; dove le persone sanno godere dello starsi accanto, dello starsi vicine nell’affrontare i tanti guai della vita, dell’inventarsi strade e ponti per andare oltre gli immancabili momentacci, tenendosi per mano e procedendo, piangendo e ridendo, insieme; dove quelli che sembrano cattivi sanno scoprire, dentro di sé, insperati raggi di luce, e aprirsi ad un nuovo cammino; dove chi si odiava riesce a farsi conquistare dal piacere della condivisione e dello scambio solidale; dove, messe da parte le gabbie egocentriche dell’ “uomo lupo all’uomo”, l’umanità sa farsi empatica famiglia; dove le ostilità e i conflitti possono essere benedetti da generosi brindisi di ironia; dove, soprattutto, il dolore, la solitudine, l’odio, la rabbia e la vendetta non appaiono invulnerabili trionfatori della storia e unici itinerari percorribili del destino comune.

Quindi, se tutto questo vi appare un insopportabilissimo guazzabuglio di buonismo melenso ed ingenuo, nonché di irrealistico moralismo, evitate attentamente:

Diamanti di Ozpetek (una ludica sinfonia di affetti)

e Napoli-New York di Salvatores (un poeticissimo sogno di fiabesca allegria).

Vi potrebbero persuadere (chissà!) che, in questo triste mondo, nonostante tutto, c’è ancora posto per quella strana cosa che chiamiamo

 il BENE!

December 23, 2024

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Centottesimo notiziario settimanale di lunedì 23 dicembre 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

* Dall’articolo di Dmitrij Medvedev, Vice Presidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, pubblicato sulla rivista russa di geopolitica “Meždunarodnaja Žizn’”. (13 dicembre 2024)

* Il 17 dicembre, a New York, durante i lavori della 79a sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU, su iniziativa della Federazione Russa è stata adottata la risoluzione “Lotta all’esaltazione del nazismo, al neonazismo e ad altre pratiche che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza ad essi legata”.

* La notizia dell’assassinio del tenente generale Igor’ Kirillov, a capo del Dipartimento di Difesa dalle armi radioattive, chimiche e biologiche delle Forze Armate della Federazione Russa, ha occupato le prime pagine dei maggiori giornali italiani, ma né le autorità italiane né i media locali hanno assunto una posizione di condanna. Si è preferito ignorare i segnali del terrorismo nelle azioni dei servizi speciali di Kiev.

* Ho tradotto la parte internazionale della conferenza stampa di fino anno del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin del 19 dicembre 2024. E’ durata quattro ore e mezza, io così l’ho ridotta a mezzora, due milioni e mezzo di domande. Putin ha risposto a 76 domande raggruppate tramite l’intelligenza artificiale. Cercate la mia traduzione nei miei canali e nei vari social network.

* Nei vari social, il 12 marzo 2022 vi avevo parlato di una stazione radio. Ne feci un articolo proprio in questo notiziario il 9 settembre 2024, il N°94. Si chiama UVB-76, Žužžalka, non voglio ripetermi, sintetizzo.

* Quasi in coincidenza con la conferenza di Putin di fine anno, la stazione si è rifatta viva, trasmettendo brani dal “Lago dei cigni” di Čajkovskij, l’inno dell’Unione Sovietica (attenzione: proprio dell’Unione Sovietica, non della Federazione Russa, la musica è la stessa, ma le parole cambiano un po’) e la canzone “Ja russkij” (“Io sono russo”) del cantautore Jaroslav Dronov, in arte Shaman, di cui vi avevo parlato nel notiziario svariate volte.

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

https://rutube.ru/video/0ec2e71e851f8ee75520a640e9e3ae20

December 21, 2024
 
 
Non so se avete visto questo thriller girato da Alfred Hitchcock… 
Ebbene, teoricamente, ma solo teoricamente, la commedia vorrebbe riproporne il copione in una versione super comica.
 
Ricordo che cercai appositamente il film sul web, proprio per confrontarlo con quanto avevo visto a teatro. Nonostante l’originale fosse un film serio, ad ogni scena ridevo ricordandomi della versione teatrale. 
 
Ricordo anche che appena finito lo spettacolo, prenotai un altro biglietto per rivederlo il giorno dopo…
Tutto è proposto in chiave estremamente comica sforando i limiti del demenziale, per una rocambolesca commedia che raggiunge i vertici della follia. Si rimane colpiti dalle geniali idee e dalla poliedricità degli attori che interpretano ben trentanove personaggi diversi. 
 
C’è davvero di tutto! Donne ammalianti, spie, poliziotti, personaggi ambigui; elementi esplosivi per un giallo basato su un intrigo internazionale che si trasforma in qualcosa di esilarante ed estremamente originale, ricco di gag dissennate che stupiscono e divertono continuamente lo spettatore.
 
Sul palco i nostri, oltre a cambiarsi repentinamente e continuamente di abito, si avvicendano per interpretare una masnada di personaggi e ad ogni scena utilizzano gli oggetti più semplici e stravaganti. 
Il cast è lo stesso da anni, quando però lo vidi circa cinque anni fa per la prima volta, il posto di Yaser era stato occupato momentaneamente da Matteo Cirillo. 
Sono due attori che si assomigliano per certi punti di vista, ma hanno una loro spiccata personalità. Oggi Yaser ritorna al suo posto travolgendoci in sinergia con i suoi spettacolari colleghi e la loro inesauribile verve comica.
 
Un povero uomo d’affari, caduto per errore in un intrigo spionistico internazionale, viene braccato come un animale dopo aver incontrato una… “bellissima” donna, poi assassinata perché a conoscenza di un complotto internazionale di cui rivela alcuni particolari. Così il disgraziato non solo viene accusato e ricercato per la morte della donna, ma anche dalle terribili spie che vogliono zittirlo per sempre. 
 
Con le sue sole forze, cerca di raggiungere in Scozia un luogo indicato dalla donna assassinata, che al solo nominarlo scatena tuoni e fulmini. Una gag sulla falsariga di quella con la Frau Blucher di Frankenstein junior, che al solo pronunciare il suo nome, scatena i nitriti nervosi degli equini presenti. Reazione simile quando si fa il nome della villa dove avviene il dramma comico di “Che disastro di commedia”, di cui questa proposta ricorda la comicità.
 
Arrivato in Scozia dopo innumerevoli divertentissime peripezie, Marco, nei panni di questo poveraccio un po’ marpione che cede inevitabilmente al fascino femminile di tutte le discutibili donne impersonate da Yaser, Alessandro e Diego, finalmente troverà la chiave del mistero. Il questo folle viaggio incontrerà una pletora di variopinti personaggi stravaganti e  bizzarri che lo aiuteranno o lo ostacoleranno nel suo tentativo di dimostrare la sua estraneità all’intrigo.
 
Le scene sono tutte di una comicità estrema; ad esempio quella del vagone del treno in moto, ricreato con due panche ed un appendiabiti; o quelle del viaggio in auto e dell’inseguimento aereo, tutte ricostruite con elementi di scena semplici e tanta fantasia. 
Yaser, Diego, Marco ed Alessandro sono geniali, ben diretti dall’accurata regia di Leonardo Buttaroni che costruisce scene ben legate tra loro con l’aiuto di effetti sonori e scenici a sottolineare le continue e repentine entrate ed uscite di scena con un impegno che definirei ginnico, in cui vengono inseriti anche momenti di devastante e riuscita improvvisazione.
 
Sono gli stessi attori che creano le scenografie in cui si muovono, cambiandosi direttamente sul palco e rendendo più divertenti le trasformazioni di ogni personaggio. 
Se riuscite ad immaginare un paradossale mix di Monty Python, Mel Brooks e i Fratelli Marx elevati all’ennesima potenza, forse avrete una pallida idea di cosa vi aspetta.
 
 
Spazio Diamante
 
“39 scalini”
Di Patrick Barlow
Scene Paolo Carbone
Foto Manuela Giusto
Disegno luci Pietro Frascaro
Aiuto regia Gioele Rotini
Produzione Lea Production
 
Regia Leonardo Buttaroni
Con Alessandro Di Somma, Diego Migeni, Marco Zordan, Yaser Mohamed 
 
December 18, 2024

 

Arte allo stato puro l’altra sera al “Piccolo teatro San Paolo” a Roma. Il genio di Antonella Pagano ha colpito ancora nel segno e ha mostrato la vera arte in cui il nostro Paese primeggia nel mondo. Fantastica realtà o realtà fantastica, come ha amato definire l’autrice la sua opera, ode alla letteratura. Sincronia, armonia, di un dolce canto che scaturisce dal profondo del nostro cuore, ci conduce per mano in un mondo quasi onirico in cui l’uomo riscopre la sua bellezza, la sua luce, il suo armonico con il tutto, la Pagano riesce a farci sognare ad occhi aperti.

L’opera è di grande attualità, visti i tempi drammatici in cui gran parte dell’umanità vive. La bravissima Antonella Pagano, scrittrice-drammaturga, e Bruce Payne (Raimondin), superstar inglese e internazionale, propongono agli spettatori la metafora di Melusìne e Raimondin. Alla forza bruta, all’ignoranza, all’odio, alla paura, all’oscurantismo culturale, alla violenza generale, in cui un grande fratello’ utilizza paura e odio per mantenere il controllo sulle popolazioni, Antonella Pagano  (Melusìne) si oppone ricorrendo alle potenti arti magiche femminili  e con la bellezza in tutti i suoi attributi riesce a trasformare il vile metallo in oro.

Melusìne è una figura affascinante e misteriosa che affonda le sue radici nel folklore europeo, viene considerata l'antenata mitica della casata dei Lusignano, una delle famiglie nobili più importanti d'Europa. Si ritiene che la leggenda di Melusìne sia legata alle antiche credenze in esseri femminili legati all'acqua e alla natura, dotati di poteri curativi e profetici, che sia una fata bellissima e potente. La sua figura continua a esercitare un grande fascino, invitandoci a riflettere sulla natura umana e sul rapporto tra l'uomo e il soprannaturale.

Rappresenta la dualità tra il mondo umano e quello soprannaturale, tra bellezza e mistero, tra amore e dolore. La sua figura è spesso associata alla fertilità e alla prosperità, grazie ai suoi poteri magici e alla sua discendenza numerosa.  E’ un simbolo del potere femminile, spesso represso e temuto in una società dominata dagli uomini.

Raimondin incontra Melusìne in circostanze fortunate, spesso legate a un evento tragico o a una necessità urgente e la fata lo affascina con la sua bellezza e i suoi poteri magici fin tanto che decide di sposarla, nonostante la sua natura soprannaturale.

Altri interpreti di altrettanto talento che si aggiungono alla Melusìne narrante (Antonella Pagano) e a Raimondin: Monica Marziota, Jaquelina Barra, Claudia Pompili. Le musiche della Pagano sono arrangiate dal Maestro Daniela Brandi. le voci di Flavja Matmuja e Valdrin Gaashi. I costumi di VerbaVeste. Un cast di artisti internazionale capace di dialogare oltre i confini, con l’umanità.

 

 

 

December 18, 2024

 

L’ottimo film Il ragazzo dai pantaloni rosa, qui recensito qualche settimana fa*, sta continuando ad incontrare grande consenso di critica e di pubblico, suscitando forte interesse e sincero entusiasmo soprattutto in ragazzi e bambini.

Il film ha indubbiamente molti meriti, ma credo che il maggiore sia rappresentato dall’avere la capacità di richiamare la nostra attenzione sulla necessità di un impegno serio e sistematico, soprattutto in sede educativa, volto ad arginare e, auspicabilmente,  a debellare un fenomeno come quello del bullismo, tanto diffuso e sottovalutato, quanto incalcolabilmente gravido di effetti devastanti.

Molti sono stati i commenti positivi giuntici in seguito alla pubblicazione del nostro articolo, da parte di persone di ogni età, ad ulteriore conferma dell’ampiezza e della gravità di tale problema.

Particolarmente apprezzabile quanto scritto da Gabriele Giuliani, in arte Perso, giovane cantautore di Trevignano Romano:

                                “Il ragazzo dai pantaloni rosa è un film che racconta una storia vera, fatta di dolore, bullismo e giudizi superficiali. Mentre lo guardavo, mi rendevo conto di quanto sia facile ferire qualcuno, spesso senza pensarci, con una parola, un gesto o una risata. E oggi, con i social, tutto questo diventa ancora più crudele, perché quel dolore viene amplificato davanti a migliaia di persone.

Mi sono sentito travolto da una riflessione: quanto poco ci vuole per distruggere qualcuno, ma allo stesso tempo quanto potrebbe cambiare il mondo se solo scegliessimo di essere gentili. Credo che tutti, soprattutto i ragazzi adolescenti, dovrebbero vedere questo film. E’ un grido di aiuto, un invito a guardare oltre le apparenze, a conoscere il cuore e l’anima delle persone prima di giudicarle.

Mi ha fatto capire ancora di più quanto sia importante tendere una mano a chi è in difficoltà, piuttosto che ignorarlo o, peggio, opprimerlo.

La vera forza sta nel proteggere, non nel ferire.

Questo film mi ha lasciato dentro un messaggio chiaro:

la sensibilità, l’amore, la comprensione, la gentilezza, l’altruismo sono le armi più potenti che abbiamo che possono farci fare la differenza e spesso riuscire a salvare le persone più fragili.”

 

*BULLISMO E CYBER BULLISMO: TRAGEDIE ANCORA TROPPO SOTTOVALUTATE - L’AZIONE EDUCATIVA DI AMNESTY INTERNATIONAL E IL FILM IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA   - FlipNews - Free Lance International Press

 

December 15, 2024
 
Fresco, vivace, allegro, spensierato, romantico e dolcissimo. Perfetto per una serata in allegria, un ottimo toccasana che mette il buon umore e fa uscire dal teatro rinfrancati e sorridenti.
Questo è l’effetto di questa storia, semplice delicata e se vogliamo realistica, con le sue buffe dinamiche. Nasce dalle sapienti ed esperte mani di Michele La Ginestra e Adriano Bennicelli, che spesso collaborano alla stesura di testi validi e divertenti come questo.
Michele impersona un quotato fotografo di moda che sta per inaugurare una nuova mostra fotografica dopo un lungo periodo di assenza dalle scene; appare nervoso e teso, mantenendo però la sua simpatia. Ha vicino a sé Beatrice, l’amabile ed affascinate ma anche gelosa moglie. La sua “antagonista” è Manuela, nei panni di una femme fatale francese, deliziosa e conturbante. La ragazza è la nipote di un’importante giornalista che scriverà un articolo sulla mostra dal cui esito dipenderà la sorte lavorativa del simpaticissimo fotografo.
Lo spettacolo è costruito su scene deliziose, dove sono gli stessi attori a muovere la semplice ma efficace scenografia. Sullo sfondo ci sono dei pannelli con belle foto in bianco e nero che ritraggono una bellissima donna posta di schiena; poi un letto e una sorta di muretto movibile spostato di volta in volta per cambiare assetto alla scena. In un secondo tempo apparirà una bellissima gigantografia che darà  vita alla mostra e immortala una modella in particolare, che poi svelerà parte del piccolo mistero che Michele cerca di nascondere alla moglie.
Le scene si svolgono raccontando la storia al presente, altre fanno dei piccoli passi indietro nel tempo per spiegare situazioni accadute poco prima e ricostruire così i fatti che verranno svelati man mano. Questo servirà per ricostruire le vicende che conducono Michele a svegliarsi nel suo talamo nuziale con l'avvenente francesina anziché con la moglie, dopo che alla mostra si sono presi una sonora ubriacatura.  
La moglie in precedenza si era dimostrata particolarmente gelosa della ragazza, potete immaginare i timori dell'uomo quando realizza di aver passato la notte in compagnia di questa ragazza ora completamente svestita senza peraltro avere memoria di cosa sia successo durante la notte.  Considerando poi che la moglie a momenti potrebbe entrare nella stanza… Cosa potrà succedere al povero fotografo? Lo vedremo in scena in una gag esilarante.
Insomma, il titolo “Ti posso spiegare” è più che azzeccato! E le spiegazioni si trasformano in un turbinio di alta comicità.
Sono passati dieci anni dall’ultima volta che lo spettacolo è stato in scena, eppure l’ho trovato molto attuale con la sua fresca comicità spontanea e a tratti pungente che strizza un pochino l’occhio alle vecchie commedie all’italiana, quelle con il protagonista un po’ imbranato e distratto dalle donne, la moglie gelosa e burbera e la gattamorta. 
Oltre agli equivoci e alle imbarazzanti situazioni pensate per essere particolarmente divertenti, gli attori sono spassosissimi e danno vita ad una gag dietro l’altra, sempre con idee e battute efficaci. Quello che mi ha colpito di più è proprio la spontaneità e la naturalezza con cui vengono pronunciate le battute, talmente vere da strappare sonori applausi e risate del pubblico. 
Michele veste i panni di un uomo sornione e bonaccione, semplice e schietto che cerca di fare il simpatico con la ragazza francese e siccome non conosce neppure una parola della sua lingua, utilizza una sorta di pugliese francesizzato… Le sue espressioni divertono moltissimo gli spettatori, così come i suoi buffissimi farfugliamenti quando la moglie lo mette con le spalle al muro.
Beatrice è un’altra grande interprete duttile e plasmabile, un'attrice che apprezzo moltissimo e che seguo costantemente, che ancora oggi riesce a sorprendermi svelando sempre qualche nuova sfumatura che sembra voler tener celata per l’occasione giusta. Il suo personaggio è particolarmente geloso, ogni volta che il marito gliene dà modo si abbandona a  sproloqui in dialetto napoletano vorticosi e simpaticissimi. 
Divertentissima, poi, quando parla in francese cercando di schernire la ragazza per sminuirla al cospetto del marito. Grande prova di recitazione poi, quella esibita con i dialoghi davanti agli invitati immaginari che incontra all'apertura della mostra del marito; molto realistici e vari, vengono presentati letteralmente bucando la quarta parete. Essendo solo tre i personaggi in scena, Beatrice utilizza il pubblico come fosse il suo interlocutore di turno. Non si perde così neanche un'espressione, un accigliamento, un momento di voluto imbarazzo in quei frenetici e vivaci scambi verbali. Una bella prova dell'attrice e al contempo una bella idea della regia, molto presente in tutta la proposta e che riesce a vivacizzare grazie ad una riuscita sinergia con gli attori tutta la commedia.
Manuela invece è la graziosa giovane che non parla una parola di italiano. Si aggira con il suo vestitino piuttosto ridotto e luccicante durante la mostra facendo girare la testa al povero Michele con i suoi atteggiamenti femminili, sbarazzini e provocatori. Pur non perdendo mai il suo fascino, riesce ad inserire anche della sana comicità nel suo personaggio.
Un testo gradevole, apparentemente semplice ma obiettivamente complesso ed impegnativo; molto dinamico e veloce, funziona bene anche grazie alle spiccate capacità artistiche di questo trio e al palese affiatamento tra loro.
 
Teatro 7
“Ti posso spiegare” 
di Michele La Ginestra e Adriano Bennicelli  
regia Roberto Marafante
Con Michele La Ginestra, Beatrice Fazi e Manuela Zero 
 
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