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Kaleidoscope (1342)

Free Lance International Press

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September 03, 2024
  Weir

E’ il Festival cinematografico che nello storico Palazzo del Cinema, sul Lungomare Marconi, si celebra al Lido e nella Laguna di Venezia. Manifestazione cinematografica più antica al mondo, vide la prima edizione tra il 6 e il 21 agosto del 1932. La Mostra del Cinema di Venezia va inquadrata nella più vasta attività della Biennale di Venezia, istituzione culturale fondata nel 1895 che, a far data da quell’anno, organizza l’Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea e dal 1930 il Festival Internazionale di Musica Contemporanea. E’ il Leone d’oro il Premio più importante che viene assegnato, onora il simbolo della città, ossia il Leone di San Marco. La critica internazionale lo classifica tra i più importanti Premi del mondo assieme alla Palma d’oro di Cannes e l’Orso d’Oro di Berlino. Ogni anno a Venezia si contano ben 140 Titoli proiettati tra lungometraggi, documentari e progetti speciali. In questo anno siamo all’81esima edizione dacchè la pensò il Conte Giuseppe Volpi insieme allo scultore Luciano De Feo (già fondatore dell’Unione Cinematografica Educativa-a quel tempo direttore dell’Istituto Internazionale per la cinematografia educativa, emanazione della Società delle Nazioni con sede in Roma) che sposò l’idea di svolgere al Lido di Venezia la rassegna e ne divenne il primo direttore-selezionatore. Quella 1^ edizione si tenne sulla terrazza dell’Hotel Excelsior; non vi fu competizione, solo la presentazione delle opere al pubblico e vantò titoli di grande importanza per la Storia del Cinema: “Proibito” del grande regista cinematografico Frank Capra, il primo Frankenstein di James Whale, Gli uomini, che mascalzoni di Mario Camerini, A me la libertà di Renè Clair e via ancora con tanti grandi registi del calibro di: Raoul Walsh, Ernst Lubitsch, Maurice Tourneur, Anatole Litvak e ancora. Le stars presenti: Grata Garbo, Clark Gable, James Cagney, Ioan Crawford, Jonh Barrymore, Leretta Young, i grandi Vittorio De Sica e Boris Karloff (passato alla storia per aver interpretato il mostro del

primo Frankenstein). Il primo film proiettato? Il dottor Jekill (Dr. Jekill and Mr. Hyde) di Rouben Mamoulian - nella sera del 6 agosto 1932. Alla proiezione seguì un grande ballo nei saloni dell’Hotel Hexcelsior. Il primo film italiano? Gli uomini, che mascalzoni di Camerini alla sera dell’11 agosto. Mi fermo alle luci

della prima edizione per fare un salto fino al 2024 in cui trionfa un glamour scintillante che mi fa pensare subito ed insistentemente ad una rinascita del Cinema nella forma e modi dei migliori tempi. Da quel lontano 1895, quando i fratelli Lumière inventarono la macchina magica, l’immaginazione del mondo è andata esplodendo grandemente e il cinema è diventato uno dei massimi miti dell’epoca contemporanea che neppure la soverchiante luce dei cellulari e dei tablet riesce a scalfirne la magnifica luminescenza. E’ il Cinema ad aver fotografato, da sempre, rivoluzioni e catastrofi, da sempre ha prestato volti e gesti agli eroi della storia e della letteratura incarnando ogni tipo di storia possibile.

Il Cinema è un rito che incanta ancora, è arte della luce e delle ombre che affascina e continua a segnare il costume e i comportamenti fino ai modi di pensare e a plasmare nuove forme sempre più sfaccettate del sentire, facendo tutto con più pregnanza che qualunque altro strumento espressivo. Il Cinema compone altre realtà, disegna fantasmi che entrano nelle nostre vite e fa diventare nostri familiari attori che non abbiamo mai conosciuto personalmente. Il cinema ci affranca dalla noia e fa battere più forte il cuore, accelera i battiti della vita in noi e tutt’attorno a noi. Nutre la nostra fantasia il Cinema e ci porta le storie dall’altro emisfero del pianeta, alla nostra umanità aggiunge l’umanità di altri, da noi lontanissimi, che piano piano vengono a comporre -incredibilmente- la nostra memoria e aggiungendo colori, arditezza e possibilità finanche ai sogni. Sa far passare davanti ai nostri occhi tutto il possibile e l’impensabile, nella tragedia e nella violenza, nel crudo e nel soave, il fantascientifico si fa profetico e lo storico rivela verità taciute. Insomma muove tutte le nostre emozioni, soprattutto quelle che non potremmo mai provare poiché quelle circostanze non accadranno mai nella nostra vita…allora il cinema aumenta il numero di vite vissute? In qualche modo, si. Espande il tempo, moltiplica la meraviglia, ci fa vivere la realtà d’un sogno. Vale la pensa, dunque, guardarlo anche nello scintillìo di questa edizione spettacolare e grandiosa, diretta da Alberto Barbera il quale ha dichiarato: Arte, spettacolo e industria in uno spirito di libertà e dialogo con una sezione dedicata alla valorizzazione di operazioni di restauro di film classici per contribuire a una migliore conoscenza della storia del cinema, in particolare a vantaggio del pubblico dei giovani. I film vengono proiettati nella lingua originale con i sottotitoli in italiano e inglese. I Premi saranno assegnati nella serata conclusiva del 7 settembre, intanto il Leone d’Oro alla carriera è andato a Peter Weir (1944, Sydney, Australia), regista e sceneggiatore australiano (L’attimo fuggente, The Truman Show, Master & Commander) che della Mostra di Venezia ha dichiarato: è nell’immaginario di coloro che fanno il mestiere del cinema. E Alberto Barbera di Lui: cinema audace, rigoroso e spettacolare in cui c’è la costante di una sensibilità che gli consente di affrontare tematiche eminentemente moderne, come il fascino per la natura e i suoi misteri, la crisi degli adulti nelle società consumiste, le difficoltà dell’educazione dei giovani alla vita, la tentazione dell’isolamento fisico e culturale, ma anche il richiamo degli slanci avventurosi e l’istinto della salutare ribellione…un percorso artistico che ha saputo conservare la sua integrità di fondo sin dentro il successo commerciale dei film realizzati…”. ll Premio Cartier Glory to the Filmaker - dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo- va a Claude Lelouch (1937, Parigi, Francia) (Un uomo, una donnaUna donna e una canaglia; La belle histoire)- grande regista, sceneggiatore e produttore francese;  il premio gli è stato consegnato ieri, 2 settembre, in Sala Grande-Palazzo del Cinema,  prima della proiezione Fuori Concorso del suo nuovo film, Finalement. Lelouch è regista ambizioso i cui film illustrano le più grandi passioni dell'uomo: l'infanzia, gli incontri, l'amore, l'amicizia, i rischi, l'ingiustizia, la morte, la reincarnazione, il ritorno a casa, i viaggi...Il cinema è sempre stato per lui una storia d'amore, un elemento indissolubile dalla vita stessa.

Alberto Barbera, di Claude Lelouch ha detto: è uno dei maggiori autori del cinema francese, molto prolifico, avendo diretto oltre sessanta lungometraggi. Cinefilo precoce, autore di corti e video musicali, direttore della fotografia, sceneggiatore, attore e produttore, raggiunge il successo internazionale nel 1966 con il film Un uomo, una donna (Un homme et une femme) vincitore della Palma d'oro al Festival di Cannes e di due Premi Oscar nel 1967, come miglior film straniero e per la migliore sceneggiatura originale. La colonna sonora di Francis Lai diventa refrain leggendario di un'epoca- “Chabadabada” è stata canticchiata da un’intera generazione e fa parte del mito musicale del cinema. Lelouch segna in modo indelebile il cinema, soprattutto incontrando il gusto e il favore del pubblico. Autore anomalo e

 Lelouch

inclassificabile, predilige la contaminazione dei generi (drammi, commedie, polizieschi, film d’avventura e western, fantascienza e musical, film di guerra e d’ambientazione storica), le cui convenzioni non esita a scompaginare ricorrendo a strutture narrative e temporali irrituali. Restano indimenticabili alcuni suoi successi come L'avventura è l'avventura (L'aventure, c'est l'aventure, 1972), Una donna e una canaglia (La bonne année, 1973), Una vita non basta (Itinéraire d'un enfant gâté, 1988), La belle histoire (1991), modelli di un cinema stilisticamente sofisticato, sensibile ai temi melodrammatici e alla commedia corale, dalla proverbiale capacità affabulatoria.

E’ tecnicamente all'avanguardia il cortometraggio L'appuntamento (C'etait un rendez-vous, 1976), 9 minuti di piano sequenza in steadicam sfrecciando su una Mercedes per Parigi, resta un punto di riferimento per chiunque abbia con la macchina da presa un rapporto “fisico”. In oltre 60 anni di attività, Claude Lelouch ha saputo creare con attori e attrici di eccezionale talento – da Anouk Aimée a Jean-Louis Trintignant, da Françoise Fabian a Lino Ventura, da Belmondo a Fabrice Luchini – la geografia moderna di un cinema dei sentimenti…La sua filmografia si estende per oltre sessantaquattro anni, con molti film premiati, tra cui il mitico duo formato da Jean Louis Trintignant e Anouk Aimée, che incarnano -per l’eternità- la coppia romantica. I personaggi di Lelouch sono incredibilmente umani, le sue storie di vita rimangono impresse nella nostra mente, in particolare la sua incrollabile ossessione per le belle storie d’amore. Come farebbe l’Amore, senza Claude Lelouch, a esprimere la sua forza inarrestabile? Dal 2021, Cartier collabora con La Biennale di Venezia quale main sponsor della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, contribuendo allo stesso tempo a sostenere la produzione del cinema contemporaneo. L’arte e la cultura sono sempre state intimamente legate alla storia di Cartier. In questo caso la si basa sugli impegni duraturi della Maison, volti a preservare l’eredità culturale e a sostenere la produzione artistica contemporanea. Oggi che una moltitudine alluvionale di immagini ci arriva da piccoli schermi tra le nostre mani, lo schermo di una sala cinematografica ci restituisce la vera dimensione del Cinema e soprattutto delle storie che ci regala insieme all’atmosfera che si crea solo dinanzi-dentro a quel grande schermo. Ho tanta voglia di dire e lo dico: Evviva il Cinema!

 

 

 

Se la foto Reuters non è di repertorio ma attuale, in questi giorni nella striscia di Gaza, si sta impiegando il vaccino antipolio orale di tipo Sabin in una grande campagna di massa nei confronti della prima infanzia palestinese.

Purtroppo se le Autorità hanno scelto il vaccino orale di tipo Sabin (non ne sono certo ma questo pare dalle foto Reuters), bisogna ricordare che tale vaccino ad uso orale è stato già responsabile nel mondo di migliaia di casi di poliomielite vaccino-associata (paralisi flaccida causata dal vaccino stesso come reazione collaterale dovuta al riattivarsi del patogeno nell'organismo, perché esso è attenuato nel preparato Sabin ma non ucciso).

L'impiego del vaccino orale di tipo Sabin fu infatti non a caso abbandonato negli Stati Uniti d'America alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, proprio per ragioni di sicurezza, ed evitare che molti bambini (e adulti a contatto con le loro feci) finissero in sedia a rotelle a causa del vaccino stesso.

Anche in Europa, qualche anno dopo, il vaccino fu abbandonato sostituendolo con l'antipoliomielite tipo Salk a virus ucciso, il quale non garantisce immunità di gregge ma non presenta i problemi di sicurezza manifestati dal vaccino Sabin.

Vaccinare centinaia di migliaia di bambini a Gaza, in quelle condizioni igieniche così disastrate, significa incrementare ancora di più il rischio di poliomielite vaccino-associata.

Mi unisco alla indignazione di Giorgio Bianchi che ha stigmatizzato l'Occidente il quale rimane impotente e timido nei confronti del massacro di oltre trentamila civili inermi (di cui un 70 % di donne e bambini) negli ultimi mesi a causa della sproporzionata e criminale forza e strategia di ingaggio militare scelta dallo IDF israeliano contro Hamas, ma trova il tempo di occuparsi di 1 caso di poliomielite dopo mesi di guerra e migliaia di mutilati e bambini orfani e a cui è stata rubata la infanzia, e perorare una campagna vaccinale di

massa che rischia di aggiungere sofferenza alla sofferenza.

Come non si capisca che condizioni igieniche buone, acqua potabile e alimentazione sana ed equilibrata riducono e azzerano il rischio di focolai di poliomielite?

Di fronte ai corpi smembrati di tanti bambini (ho visto foto e video raccapriccianti di innocenti fatti a pezzi dalle esplosioni degli attacchi dello IDF israeliano), la campagna vaccinale antipolio (con un farmaco di profilassi con gravi rischi di sicurezza) suona una beffa, un insulto alla vita e alla dignità umana.

I bambini di Gaza hanno bisogno di acqua potabile, un tetto sulla testa, e di una città al sicuro dagli ordigni di morte.

L'Occidente è naufragato nella dissonanza cognitiva ove i diritti della sessualità e l'ardire della provocazione intersessuale, in un caos totale, sono più importanti dei diritti di un bambino palestinese ad avere una infanzia serena.

 

September 02, 2024

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Novantatreesimo notiziario settimanale di lunedì 2 settembre 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

- Io non sono mai stato un giornalista professionista, che vende la sua penna a chi gliela paga meglio e deve continuamente mentire, perché la menzogna entra nella qualifica professionale. Gramsci

- Il problema del transito del petrolio russo attraverso l’Ucraina non può cambiare la nostra posizione sulla guerra in Ucraina, che deve essere conclusa con un rapido cessate il fuoco, e non prolungata artificialmente con l’obiettivo irrealistico di mettere in ginocchio la Russia e con l’obiettivo reale di riempire ancora di più le tasche degli armaioli. Robert Fico

- Diritti umani negli USA

- Puoi guardare la TV cinese o russa in Svizzera? Se è proibito, è una democrazia? In Serbia puoi guardare la TV ucraina, la TV russa, la TV cinese, ma anche la TV americana, la TV britannica, la TV svizzera, la TV francese, la TV tedesca, qualunque cosa tu voglia. Vučić

- Nazisti ucraini su Belgorod

- Sto litigando con le aziende italiane perché devo consegnare un sistema Samp T di difesa all’Ucraina e l’azienda italiana che deve sistemarlo ad agosto era chiusa per ferie, sabato e domenica non lavora e di sera non lavora. Crosetto

- La rimozione delle restrizioni sull’uso delle capacità contro l’esercito russo porterà presumibilmente a rafforzare l’autodifesa dell’Ucraina, a salvare vite umane, a ridurre la distruzione in Ucraina e a promuovere il mantenimento della pace. Borrel

- Gli approcci di Washington consentono all’Ucraina di effettuare contrattacchi come una sorta di “difesa” dagli attacchi russi provenienti dalle regioni di confine, tra cui Kursk e Sumy. Sabrina Singh

- Quando è iniziata la pandemia, in internet in tutto il mondo sono proliferati i virusologi. Dopo l’inizio dell’operazione militare speciale, è comparsa una marea di esperti e strateghi militari. E tra l’altro, spesso le due categorie coincidono. Alla ricerca di like, di visibilità, nella speranza di essere monetizzati, molti dimenticano la condizione principale in tempo di guerra: non chiacchierare invano.

- El perro del hortelano, Il cane sulla Senna.

- 1963, На безымянной высоте, in un avamposto senza nome.

August 30, 2024

Una notizia apparsa sui mezzi di informazione alla vigilia di Ferragosto, riportava – cito testualmente dallo ‘strillo’ – “L'accorato appello di Bruno Cergnul, vicesindaco di Pola, di riavere il busto di Dante apposto sulla facciata dell'Arsenale…” di Venezia.

Lo dico con franchezza, la notizia – ufficiale e riconducibile a una ‘accorata’ esternazione di un vicesindaco la cui origine è certamente italiana, e che in loco rappresenta proprio le sensibilità e le possibili istanze della minoranza Italiana di Pola – ha suscitato in me una certa curiosità ma anche sorpresa e meraviglia.      

Ammetto che – per rinfrescare la memoria - sono riandato indietro all’immediatezza di un dopoguerra più che sfortunato per le popolazioni Italiane di Nord-Est, e in particolar modo quelle di Istriani, Fiumani e Dalmati, ricche di amor patrio e di un forte radicamento alle tradizioni, ai ricordi, alle fatiche, spese per generazioni nel segno di una schietta italianità. Eh sì! Perché è impossibile non ricordare che proprio quelle terre – e come non ricordare anche le questioni e le tensioni legate alle nostre amate e italianissime città di Trento e Trieste – costituirono momento di vero e proprio cruento baratto tra gli Alleati vincitori della II° Guerra Mondiale e il tetro regime che in Jugoslavia era sottoposto a Josip Tito e ai suoi esecutori, qual era Milovan Dilas.   Come non ricordare la vera e propria persecuzione etnica che subirono pesantemente e drammaticamente gli Italiani che risiedevano in quelle terre, e i cui uomini avevano versato il loro sangue per l’Italia: come non ricordare il cruento, canagliesco, sterminio – il numero degli Italiani allora uccisi pecca tuttora per difetto - degli Italiani di tutte le età infoibati per mano di bande e militari Jugoslavi, uccisi sì per feroce odio etnico ma anche per derubare quella povera gente di terre, case e beni personali, costringendola all’esilio.  Bande cui si unirono, con pari efferatezza, anche miserabili, infami, Italiani: altrettanto violenti, ladri e sanguinari, che forti della forza delle armi e vantando spesso la loro dichiarata appartenenza a bande pseudo-partigiane, saccheggiavano, stupravano ferocemente, uccidevano senza pietà, anche consumando vendette per antiche invidie o rancori prescindendo così da altre motivazioni di tipo etnico e/o politico.                                                           

Nel rispolverare vecchi testi, ho ritrovato il Trattato Dini-Granic - “Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Croazia concernente i diritti delle Minoranze;  Zagabria, 5 novembre 1996” – che all’Art. 3 recita “Tenendo conto dei documenti internazionali rilevanti accennati nel preambolo, la Repubblica di Croazia, nell'ambito del suo territorio, si impegna ad accordare alla minoranza italiana l'uniformità di trattamento nel proprio ordinamento giuridico al più alto livello acquisito; questa unitarietà può essere acquisita attraverso l'estensione graduale del trattamento accordato alla minoranza italiana nella ex zona ‘b’ sul territorio della repubblica di Croazia tradizionalmente abitato dalla minoranza italiana e dai suoi membri”.         

Leggendone, mi è sorta una domanda: l’esternazione con toni ‘accorati’ di Bruno Cergnul, vicesindaco di Pola, intesa a ottenere in restituzione’ del busto di Dante, allora portato in Italia dai profughi e oggi collocato in una nicchia sulla facciata dell'Arsenale a Venezia, al pari di ogni azione della vita quotidiana, ha delle motivazioni: ma di quale tipo? Credo poco a una boutade personale: quindi, l’antico quesito cui prodest si pone, proprio per voler risalire alle pulsioni che possano aver mosso il vicesindaco Cergnul a formulare la particolare richiesta, fors’anche potenziale causa del possibile rinfocolarsi di polemiche e idonea a riaccendendo dolori mai sopiti.   

Lo ha fatto per motivazioni squisitamente di tipo ‘culturale’? Come “stava qui” e “qui“deve tornare? Voglia cortesemente chiarirlo.                                  

Lo ha fatto per motivazioni ideologiche, fors’anche di segno politico, personali e/o collettive? Anche in questo caso, voglia cortesemente chiarirlo.                                

Lo ha fatto per una motivazione di tipo sociale, o per captare la possibile benevolenza di una qualche ‘parte’? Sia cortese nel chiarirlo.

In ogni caso, di norma, per aderire a una qualsiasi richiesta, è buona norma verificarne lo spessore e le reali motivazioni che possano rendere il richiedente credibile e meritevole di attenzione, piuttosto che i contenuti della richiesta stessa; nel particolare, una tematica fatta di pesi e contrappesi: impossibili da ignorare.           

Proprio riandando all’Art.3 sopra menzionato è notorio – e il vicesindaco, proprio perché rappresentante in loco della minoranza italiana, non può non sapere - che proprio alcune parti essenziali dello stesso siano tuttora disattese, e non certo da parte Italiana.                                                                          

Ad esempio sono cadute nel vuoto le richieste di parte Italiana di dar luogo a una doppia toponomastica tanto negli atti istituzionali che nelle cartine; l’utilizzo anche della lingua Italiana nelle indicazioni descrittive dei luoghi di interesse turistico e naturalistico; l’applicazione della legge croata che stabilisce ‘Il diritto all’educazione e istruzione nella Lingua e nella scrittura delle minoranze nazionali nella Repubblica di Croazia’, come pure per quanto riguarda l’applicazione concreta delle ‘modello C’, ovverosia ‘l'insegnamento viene svolto in Lingua croata, ma un monte ore che può variare da due a cinque ore settimanali viene dedicato all'insegnamento della Lingua e della cultura della minoranza nazionale nello specifico Lingua e letteratura, geografia, storia, arte musicale, arte figurativa’, che – è di tutta evidenza - includa l’utilizzo e il rispetto della lingua italiana (cfr. Fiume 6-1-2017, comunicaz. della Unione Italiana dal titolo ‘Il diritto all’educazione e istruzione nella Lingua e nella scrittura delle minoranze nazionali nella Repubblica Croazia’; cfr. intervento 7-12-2016 del Presidente della ‘Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati’, dr. Antonio Ballarin, nel corso delle cerimonie per la ‘Celebrazione dei 25 anni dell’Unione Italiana ed i 20 anni del Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Croazia concernente i diritti minoritari’).                                      

Quindi, parlando un linguaggio piano e rispettoso verso il vicesindaco, chiederei se sia per lui ‘normale’ o meno formulare richieste pretendendone attenzione e soddisfazione, mentre da controparte Croata molte e più serie inadempienze di Atti ufficiali, formali e istituzionali, restano irrisolte: nonostante il trascorrere del tempo.      

E ancora: se i profughi Italiani nell’abbandonare le loro case e le loro cose, ritennero di portare con sé ‘quel’ busto di Dante fu perché esso era testimonianza di cultura, patria e di libertà, Italiane: in esso fu anche riposto simbolicamente lo stesso affetto che si rivolge a un familiare, a un parente, trasmettendolo di mano in mano mettendolo così in salvo da mani diversamente degne. Proprio la raffigurazione di Dante Alighieri, tra i massimi rappresentanti della Cultura e della Storia Italiane, che non si poteva lasciare nelle mani di chi tale Storia, tale Cultura, tale respiro antico, non rispettava e anzi offendeva e combatteva aspramente.  E ritengo che queste considerazioni - proprio alla luce delle motivazioni relative alla perdurante e tenace inappliccazione di parte delle intese istituzionali tra Italia e Croazia – abbiano mantenuto la propria attualità.           

La stessa impossibilità si riverbera sul rilascio di una eventuale copia proprio di ‘quel’ busto di Dante. Dall’originale dovrebbe ricavarsi un calco da poter lavorare: ma il calco, a contatto con l’originale, ne trarrebbe un quid di immateriale ma esistente: un pezzo dello spirito di quella scultura, se vogliamo. Uno spirito meno peregrino di ciò che possa sembrare. La scultura in questione, così come ogni opera d’Arte, ha in sé la scintilla creativa dell’Artista che la concepì, e tale scintilla permea la scultura stessa.  L’Artista in questione fu lo scultore – ma anche pittore, deputato, Direttore e Professore presso il Regio Istituto di Belle Arti di Roma – Ettore Ferrari: lo stesso dalle cui mani capaci ebbe vita anche la Statua di Giordano Bruno, collocata tuttora a Campo de’ Fiori, a Roma.   Ferrari – i cui valori erano e sono ben noti, essendo stati improntati nel segno degli Ideali di Tolleranza, Libertà e Fraternità - realizzò per la Città di Pola, un busto dedicato a Dante Alighieri, dando così testimonianza e corpo ancorché simbolico ad alcuni celebri versi danteschi “Sì come a Pola presso del Quarnaro / Che Italia chiude e i suoi termini bagna.”. (cfr. Inferno, Canto IX, versi 113, 114).              

Certamente, anche l’Artista non avrebbe accettato né gradito – né lo farebbe ora - che la sua opera, con tutto ciò che in essa fosse ed è tuttora riposto e rappresentato, non fosse più nelle mani di coloro cui essa era stata solennemente destinata e quindi consegnata: autentici Italiani, dignitosi e di forte personalità, e non certo gente da ‘poco’.  Opera Italiana, di uno scultore Italiano, fatta per la comunità di Italiani residenti allora a Pola, rappresentante anche un Autore e una Cultura unicamente Italiani.    

Egregio vicesindaco, se permette un sommesso e rispettoso suggerimento; se proprio dovesse accontentarsi di un calco, ma non di ‘quel’ calco, non è meglio comprare un oggetto similare da qualche parte in uno dei negozi lì presenti? Potrà così dire ‘è mio’, è ‘nostro’, anche con enfasi: lo avrà acquistato con i suoi mezzi, e sarebbe veramente e totalmente ‘suo’. E se lo volesse potrà ancor più adoperarsi, con l'usuale vigore che le gocce di sangue Italiano che scorrono nelle sue vene certamente le danno, a far sì che proprio la minoranza italiana presente a Pola, possa lì godere appieno dei propri diritti.                                           

E ciò con buona pace di Dante Alighieri, di Ettore Ferrari e delle sensibilità, affatto irrilevanti, di quanti allora subirono offese e violenze inenarrabili, e che dovettero abbandonare terre, case e oggetti di famiglia, ma che non vollero abbandonare il loro simbolo di cultura e italianità, in territorio e in mani non italiane, fors’anche insanguinate.

 

August 26, 2024

 

VIDEO     

  

Stando alle notizie, la polizia ha fermato il fondatore di Telegram all’aeroporto di Parigi, appena sceso dal suo jet privato, atterrato all’aeroporto francese di Le Bourget intorno alle 20:00 di sabato 24 agosto per il rifornimento di carburante.

La direzione nazionale della polizia giudiziaria ha emesso un “mandato di perquisizione” sulla base di un’indagine preliminare a causa del rifiuto di Durov di collaborare con le forze di sicurezza francesi, che lo ha reso complice del traffico di droga e di altri gravi crimini.

Si può dire con certezza che lo scopo di tale azione da parte della polizia è piuttosto evidente: le autorità francesi (e non solo) vogliono ottenere l’accesso a informazioni che Durov ha criptato in nome della libertà di parola e di pensiero. Telegram è la sola piattaforma al momento che non consente ad alcuna autorità di alcun Paese l’accesso ai dati personali di chi pubblica, di chi legge e di chi commenta.

Sullo sfondo delle notizie sull’arresto di Durov, il prezzo della criptovaluta TON ha subito un forte calo. Attualmente il tasso è sceso di oltre il 15%.               

https://youtu.be/PCTUNfHidW8

Per le accuse attuali, tra cui “terrorismo, droga, frode, riciclaggio di denaro, contenuti pedofili, ecc.”, Durov rischia fino a 20 anni di carcere.

Indipendentemente dall’ulteriore sviluppo degli eventi, la notizia diventerà chiaramente un importante tema di discussione e influenzerà sia il lavoro del team di Telegram, sia la sfera mediatica globale.

L’hashtag #FREEDUROV è stato lanciato su Telegram a sostegno di Pavel Durov.

Durov è accusato di complicità in traffico di droga, pedofilia e terrorismo.

Secondo la versione ufficiale, l’uomo d’affari non ha fatto alcuno sforzo per limitare l’uso del messenger Telegram da parte dei gruppi criminali internazionali.

Per analogia, un’accusa simile può essere mossa contro i produttori di smartphone, che, oltre alla gente comune, vengono utilizzati anche da criminali.

Si tratta solo di un sotterfugio utilizzato per “prendere in custodia un imprenditore ed esercitargli pressioni amministrative e psicologiche”.

Versione non ufficiale: “I servizi segreti francesi sospettano che Pavel Durov abbia ascoltato le conversazioni del presidente francese Macron e visualizzato i suoi messaggi mentre utilizzava canali sicuri su Telegram”.

Il programma di controllo di Telegram è scritto in codice aperto: ciò significa che è impossibile intercettare una conversazione o leggere un messaggio.

Pavel Durov viene ricattato direttamente. In condizioni di escalation politica, ci attendiamo le decisioni più inaspettate da parte dei sistemi giudiziari dei Paesi dell’UE.

In Russia al momento non ci sono cittadini francesi arrestati o condannati di livello tale da poter parlare seriamente di uno scambio per il fondatore di Telegram.

Terrorismo, droga, riciclaggio, pedofilia, evasione sanzioni. Manca l’omofobia, il razzismo, l’antisemitismo e la misoginia. Ma ci sarà, scommettiamo? E poi è russo, chissenefrega se vive negli EAU, che oltretutto hanno la gravissima colpa di far parte dei BRICS… Attendiamo fiduciosi la richiesta di estradizione degli Stati Uniti. Volete farne un secondo Assange?

L’ambasciata russa a Parigi, come dovrebbe essere nei casi in cui si ricevono informazioni sulla detenzione di cittadini russi da parte locale, si è immediatamente impegnata nei suoi lavori.

Nel 2018 un gruppo di 26 ONG, tra cui Human Rights Watch, Amnesty International, Freedom House, Reporter Senza Frontiere, Comitato per la Protezione dei Giornalisti e altri, hanno condannato la decisione del tribunale russo di bloccare Telegram. Altre affermazioni simili furono fatte in Occidente.

Hanno detto tutto questo perché il 1 luglio 2018 in Russia è entrata in vigore una legge che obbliga gli operatori di servizi di telecomunicazioni a conservare per sei mesi i registri dei messaggi telefonici e del traffico Internet dei loro clienti, nonché le chiavi per decrittografare la corrispondenza degli utenti e fornirli su richiesta dell’FSB.

Molti Paesi avevano rivendicazioni legislative nei confronti di Telegram in relazione ai parametri tecnici del sistema di crittografia. Queste ONG occidentali hanno invitato le autorità russe a smettere di creare ostacoli al lavoro di Telegram. Hanno fatto appello alle Nazioni Unite, al Consiglio d’Europa, all’OSCE, all’Unione Europea, agli Stati Uniti e agli altri governi affinché resistano alle azioni della Russia e proteggano i diritti fondamentali della libertà di espressione e della privacy. Inoltre, hanno invitato le società Internet ad opporsi a richieste irragionevoli e illegali che violano i diritti dei loro utenti.

Hanno chiesto alle autorità russe di garantire il diritto degli utenti della rete globale di pubblicare e visualizzare in modo anonimo le informazioni sui siti web, sottolineando che qualsiasi restrizione deve essere autorizzata dal tribunale e rispettare pienamente le disposizioni della Convenzione europea sui diritti dell’uomo. Durov è rimasto libero per tutto questo tempo, continuando a sviluppare Telegram.

Pensate che questa volta si appelleranno a Parigi e chiederanno il rilascio di Durov, o rimarranno colpevolmente abbottonati?

Prendete carta e penna. Chiunque volesse inviare un messaggio di protesta nei confronti dell’ambasciata francese in Italia, l’indirizzo è:

Cancelleria diplomatica – La France en Italie

https://it.ambafrance.org/Cancelleria-diplomatica-664

 

Sono perplesso: anche stavolta, mi tocca essere d’accordo con Dmitrij Medvedev.

Molto tempo fa, ho chiesto a Durov perché non voleva collaborare con le forze dell’ordine su crimini gravi. “Questa è la mia posizione di principio”, ha detto. “Allora però avrai problemi seri in qualsiasi Paese”, gli ho detto.

Ha ritenuto che i suoi maggiori problemi fossero in Russia, e se ne è andato, ricevendo poi anche la cittadinanza/permessi di soggiorno in altri Paesi. Voleva essere un brillante “uomo di mondo” che vive bene senza la sua patria. Ubi bene ibi patria!

Ha sbagliato i calcoli. Nonostante tutti i nostri nemici ormai comuni, è russo e quindi imprevedibile e pericoloso. Sangue diverso. Sicuramente non Musk o Zuckerberg (che, tra l’altro, collabora attivamente con l’FBI). Durov deve finalmente capire che la Patria, come i tempi in cui si vive, non si può e non si possono scegliere…

 

 

C’è un’altra notizia di cui volevo parlarvi questa settimana, che però impallidisce a fronte del proditorio rapimento di Pavel Durov. Ve la riporto lo stesso, per dovere di cronaca, anche perché ravviso gli stessi elementi sotto il profilo della logica e dei mandanti.

Flavio Graziottin, 81 anni, responsabile tecnico, socio unico e amministratore della Società di Brugherio Idronaut (anch’essa coinvolta dalle sanzioni dell’Ofac); Massimo Falchini, 53 anni, amministratore unico della Fagima Fresatrici (Barberino Tavarnelle), anch’essa colpita dalle sanzioni americane; Giulio Sfoglietti, 64 anni, residente a Roma, socio dell’azienda anch’essa romana di apparecchi di telecomunicazioni Microlab (non soggetta a sanzioni); Fulvio Salvadori, nato a Siena 58 anni fa e, secondo il Cerved, almeno in apparenza non legato a una specifica impresa.

Tutti sanzionati da Washington perché sospettati di commerciare con la Russia. Sospettati ergo sanzionati. Io penso che la faccenda si farà sempre più pesante, e coinvolgerà sempre più persone tra noi: come ogni ratto stretto in un angolo, il “giardino fiorito” occidentale si farà sempre più perfido ed infame. Prepariamoci a dare loro battaglia, vinceremo noi.

 

 

“Sono convinto che per l’Ucraina sarà possibile giungere a una vera sovranità solo cooperando con la Russia. I nostri legami spirituali, umani e di civiltà, formatisi nel corso dei secoli, risalgono a un’unica, comune origine, e sono stati temprati dalle medesime difficoltà e da conquiste e vittorie condivise.

La nostra ascendenza comune viene trasmessa di generazione in generazione. Essa è presente nei cuori e nella memoria delle persone che vivono nella Russia e nell’Ucraina di oggi, ed è presente anche nei legami di sangue che uniscono milioni di nostre famiglie.

Insieme, noi siamo sempre stati, e sempre saremo, di gran lunga più forti e più vittoriosi.

Perché dopotutto, noi siamo un unico popolo”.

Il Presidente della Russia Vladimir Putin

 

 

Sono stato intervistato dal canale televisivo russo Car’grad, ve lo traduco. Da tempo immemorabile, desiderare qualcosa non ha mai fatto del male a nessuno, ma a una condizione obbligatoria: in nessun caso bisogna confondere i propri desiderata con la realtà. Altrimenti, i risultati possono essere molto disastrosi e direttamente opposti.

Gli ucronazisti continuano a catturare civili nella regione di Kursk, sperando di scambiarli con prigionieri di guerra ucraini. Il fatto è ovvio: il ritorno dei russi in patria non rappresenta una minaccia per il regime fascista ucraino, mentre il ritorno dei nazisti ucraini comporta il loro rientro nelle file degli occupanti di Kiev. Inoltre, il nemico parla della formula “tutti per tutti”, anche se attualmente il rapporto tra prigionieri civili russi e prigionieri di guerra ucraini è di uno a cinque. Non ha senso.

Tutto questo – e la coesa narrazione occidentale su presunti negoziati immaginari dietro le quinte – fa il gioco di Zelenskij, non certo della Russia. E Putin ne ha parlato in modo inequivocabile:

“Di che tipo di negoziati possiamo parlare con persone che colpiscono indiscriminatamente civili, infrastrutture civili o cercano di creare minacce agli impianti di energia nucleare? Di cosa puoi parlare con loro?”.

Zelenskij non si è mai distinto per lungimiranza politica, e questo ne è un altro esempio. Permettetemi di ricordarvi ancora una volta che le favole occidentali secondo cui ogni guerra finisce con i negoziati sono semplicemente una sostituzione dei fatti storici con i propri desideri. La Guerra Patriottica si concluse con la resa incondizionata e la capitolazione senza precondizioni dei nazisti. Possiamo ripeterlo. E così sia.

Altra mia ennesima intervista, tradotta, sempre per Car’grad. Mezzo secolo fa, in Italia, dopo il lavoro, uomini un po’ alticci si riunivano nei bar e, dopo aver tracannato un bicchiere o due di vino scadente, discutevano animatamente al bancone della partita di calcio appena trascorsa: se fossi l’allenatore, avrei messo in campo un altro giocatore. Personalmente ho sempre avuto una domanda ovvia: ti sei mai chiesto perché l’allenatore non sei tu?

Cinquant’anni dopo, in internet accade la stessa cosa, non solo in Italia e non solo su argomenti calcistici. Bensì su temi che decisamente non tollerano il chiacchiericcio a babbo morto. Ad esempio, la guerra. I nostri patrioti sciovinisti a volte danneggiano la nostra causa comune senza saperlo.

Gli ucrofascisti fucilano principalmente qualsiasi persona di lingua russa, il resto viene fatto prigioniero per formare il cosiddetto “fondo di scambio” per future trattative. Noto che di negoziati, anche segreti, si parla a Kiev, a Washington e a Bruxelles, ma non a Mosca: loro dicono che ogni guerra finisce con i negoziati. E’ una menzogna spudorata: la seconda guerra mondiale si è conclusa con la resa incondizionata e senza precondizioni dei nazisti.

Gli ucrofascisti tagliano i genitali dei prigionieri di guerra russi. A noi non verrebbe nemmeno in mente. Perché? Perché siamo diversi. Gli ucrofascisti violentano le nostre donne. Noi le loro no. Perché? Perché non siamo loro. No, non perché altrimenti in Occidente ci dicono che siamo come loro. In primo luogo, tanto ce lo dicono lo stesso. E in secondo luogo, chissenefrega da tempo di ciò che dicono i collaborazionisti occidentali dei nazifascisti. Rispondiamo alla nostra coscienza, siamo veramente diversi, ed è per questo che combattiamo. Permettetemi di ricordarvi che lo stupro delle donne tedesche comportava la fucilazione davanti al plotone di esecuzione senza processo o indagine preliminare.

Le domande ci sono, figuriamoci. Si possono colpire i giornalisti occidentali? No. Si possono colpire le infrastrutture critiche ucraine, comprese quelle energetiche? Si può ed è perfino necessario. E se ci fossero giornalisti occidentali lì? E’ un problema loro, non nostro. Si può colpire Kiev? Non c’è ragione. E la Bankovaja, il quartiere ministeriale? Sì, immediatamente. E’ possibile abbattere i missili occidentali se decollano dal territorio dei Paesi NATO? Sicuramente, non c’è bisogno di aspettare che sorvolino il suolo ucraino. E’ possibile colpire i depositi dei Paesi NATO dove sono presenti missili che sappiamo colpiranno la nostra popolazione civile? Sarebbe anche ora. Ma hanno l’articolo quinto dello statuto della NATO? Embeh? Che ci provino. 

 

Il New York Times: “Le autorità americane intendono condurre nuove perquisizioni nelle case dei cittadini statunitensi che collaborano con i media russi”.

Cosa ne pensano Reporter Senza Frontiere, il direttore generale dell’UNESCO Madame Azoulay e i commissari dell’OSCE? Non rimarranno mica in silenzio?

Questo fatto vergognoso verrà registrato nel rapporto del Dipartimento di Stato sul degrado della situazione dei diritti umani e della libertà di parola negli Stati Uniti. Aspettiamo un rabbioso rimprovero alle autorità americane per il ritiro della democrazia da parte della portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.

Dimenticato qualcuno? Esatto, ci vorrebbero anche un tweet di McFaul sull’attacco al liberalismo negli States e i comunicati stampa delle ambasciate americane nel mondo che minacciano di imporre sanzioni contro Biden.

 

Come forse sapete, gli organi competenti russi hanno aperto un procedimento penale contro i giornalisti italiani per aver attraversato illegalmente il confine russo.

E questo, non è il reato più grave dei dipendenti della RAI. Ciò che giustamente ha lasciato attonita l’opinione pubblica è stato il fatto che i media occidentali continuano a impegnarsi nella riabilitazione mirata dei neonazisti ucraini e nella revisione delle decisioni del Tribunale di Norimberga.

In precedenza il corrispondente Ilario Piagnerelli si era già distinto per aver riferito storie su Buča e su un defunto neonazista del Settore Destro. Ora ha raggiunto un nuovo livello, o meglio ancora, si è tuffato in una nuova profondità, dopo aver fatto una video intervista con un nazista ucraino con un berretto con il segno della 1ª Divisione Panzer SS “Leibstandarte SS Adolf Hitler”.

Per chi non lo sapesse, si trattava di una formazione d’élite creata sulla base della guardia personale di Hitler, successivamente schierata nel 1° Corpo Panzer delle SS.

Sulla base dei materiali della Commissione statale straordinaria per stabilire e indagare sulle atrocità degli invasori nazisti, la divisione Leibstandarte SS Adolf Hitler è inclusa nell’elenco delle formazioni e unità della Wehrmacht e delle SS che hanno commesso crimini di guerra sul territorio dell’URSS. La divisione prese parte alla battaglia di Kursk, si fece notare in Italia e combatté contro gli alleati in Normandia e nelle Ardenne. Al processo di Norimberga l’intera organizzazione delle truppe delle SS, compresa la Leibstandarte SS Adolf Hitler, fu dichiarata criminale.

E’ possibile che la prossima volta Piagnerelli filmerà un ucronazista con i simboli della divisione SS “Reichsführer SS”. Sarebbe più simbolico per il pubblico italiano nell’80° anniversario della tragedia di Marzabotto, a sud di Bologna. Nel periodo dal 29 settembre al 5 ottobre 1944, come rappresaglia per gli attacchi dei partigiani e della Resistenza contro i soldati tedeschi, le forze punitive di questa divisione uccisero, secondo varie fonti, da 770 a 1830 civili (di cui 155 di età sotto i 10 anni, 95 dai 10 ai 16 anni, 142 oltre i 60 anni, 316 donne, cinque sacerdoti).

I media italiani ricordano sempre più l’Osservatore Popolare, Völkischer Beobachter, l’organo ufficiale del NSDAP, il Partito nazista di Hitler, Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei.

Aspettiamo la reazione della Roma ufficiale. Che ovviamente non ci sarà, se non per condannare la Russia per aver sollevato il caso.

Commento di Marija Zacharova:

Media: “Il giornalista della televisione e radiofonica statale italiana Ilario Piagnerelli, che la settimana scorsa ha pubblicato un servizio con un soldato delle forze armate ucraine che indossava un berretto con l’emblema di una divisione delle SS, ha detto che “si rammarica profondamente” di ciò, ma ha chiamato il tumulto sui social network strumento di propaganda filo-russa”.

In primo luogo, nessuno ha il diritto di insultare gli antifascisti con il sospetto di parzialità e di mancanza di indipendenza.

In secondo luogo, credendo che sia stata la Russia ad attirare l’attenzione sul vile aiuto informativo dei media italiani ai neonazisti di Kiev, il giornalista italiano conferma letteralmente il ruolo storico del nostro Paese e del nostro popolo nella lotta contro il fascismo, il nazismo, il razzismo e tutto i loro derivati. Quella che Ilario Piagnerelli chiama “propaganda filo-russa” è propaganda dell’antifascismo, trasmessaci dai nostri antenati, che a costo della loro vita liberarono il mondo dalla peste bruna.

Sì, è vero, promuoviamo la lotta al fascismo e al nazismo. E la promuoveremo sempre!

A margine, un servizio della BBC. Cosa dicono Battistini e Piagnerelli?

Due anni fa, il 20 di agosto del 2022, a seguito di un attentato terroristico pianificato e messo in atto dai servizi segreti ucraini, perdeva la vita Dar’ja Dugina, giornalista di talento, nonché filosofo e personalità pubblica.

Quello non fu certo il primo crimine commesso dal regime di Kiev ai danni dei giornalisti impegnati a dare copertura mediatica al conflitto in corso in Ucraina: è dal 2014 che Kiev dà la “caccia” ai giornalisti ritenuti indesiderati, ossia a quelli che cercano di dare conto in maniera obiettiva dei fatti riguardanti la crisi ucraina al pubblico di tutto il mondo. In Occidente, sia i loro “colleghi” del settore che gli organismi internazionali per la tutela dei diritti umani, per non parlare poi dei politici, preferiscono aggirare la questione rimanendo in silenzio. Non una parola di rimprovero o di condanna da parte loro.

Eppure, malgrado il fatto che in Italia il conflitto ucraino venga documentato dai media in maniera estremamente faziosa, comunque la gente comune, le personalità della vita pubblica e gli esponenti del mondo culturale del Paese mantengono viva la memoria di Dar’ja Dugina e mostrano interesse nei confronti dei suoi scritti e della sua produzione in campo filosofico, “La mia visione del mondo. Ottimismo escatologico” e “Io sono Dar’ja”. Lo scorso febbraio, presso l’Ambasciata della Federazione Russa in Italia si è tenuta la prima mondiale della cantata scenica intitolata a “Dar’ja Dugina”, scritta dal compositore italiano Angelo Inglese, eseguita da musicisti italiani e interpretata da cantanti sia italiani che internazionali. Noi apprezziamo moltissimo il fatto che questi musicisti italiani non abbiano guardato con indifferenza alla storia della giovane e talentuosa giornalista Dar’ja Dugina; e siamo loro grati per aver ritenuto doveroso immortalare, in musica e in poesia, i suoi nobili slanci spirituali, la sua ricerca intellettuale e la battaglia da lei intrapresa affinché l’umanità potesse perseguire un futuro radioso.

Ogni tanto, facciamoci anche due risate, che il ciel l’aiuta.

Ordunque, cosa ritengo che sia fondamentale per noi? Come avete sentito da una marea di leader incredibili, in ogni istante del tempo è importante vedere in quell’istante in cui esistiamo e siamo presenti. Mi riferisco al senso dello scorrere del tempo. Quando pensate a questo, lo scorrere del tempo assume un’importanza enorme. Noi abbiamo la capacità di vedere quel che potrà essere, vederlo senza il fardello di quel che era, per poi realizzare quel che è possibile.

Ve le ricordate le supercazzole di quei burloni di Ugo Tognazzi, Adolfo Celi, Philippe Noiret e Gastone Moschin? Bene, siamo alle supercazzole 2.0, questa è Kamala Harris.

Superata solo dal pugile suonato Vitalij Kličko, sindaco di Kiev. Un piccolo bouquet.

Di coronavirus muoiono persino coloro che prima non ne morivano.

Oggi non tutti possono guardare al domani, o meglio, possono guardare non solo tutti, pochi possono farlo.

Grazie alle porte, si può passare attraverso i muri.

Chi come nessuno ha importanza in questa vita come ciò che sarà allora e comprenderà la verità dell’essere.

 

 

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Давай закурим, tra una battaglia e l’altra fumiamoci una sigaretta. Col testo geografico riadattato all’attualità. Mosca, Mariupol’ (Repubblica Popolare di Doneck), Energodar, Tokmak e Melitopol’ (Zaporož’e, Donbass), Lugansk, Cherson, Doneck, Novoural’sk (regione di Sverdlovsk, il capoluogo è Caterimburgo, sugli Urali).

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

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Forte Sangallo accoglie la quarta edizione del Festival Jazz e non solo. Quando il jazz si coniuga con l’arte e con la storia.

Un fine settimana impegnativo a Nettuno.  Dal 23 al 25 agosto, abbiamo infatti goduto di importanti figure del jazz, progetti di danza, teatro, poesia e mostre d’arte.

Tre serate all’ insegna della musica e dell’ arte nel cuore del forte rinascimentale di Giuliano da  Sangallo che domina la cittadina ed è polo di creatività. Il Forte Sangallo fu costruito tra il 1501 e il 1503 da Antonio da Sangallo, per volere di Cesare Borgia, detto il Valentino.

Tra le mostre: “Donne: libere nell’ arte, libere sempre”. Opere di pittura tutte al femminile di Mirella Celani, Monica Celestino, Monica Galli, Roberta Ghelli. Esposte creazioni originali e stampe di artiste che  sottolineano che il  loro lavoro vuole rappresentare un’opera di liberazione.

Ogni sera un tema musicale diverso ha consentito agli estimatori del jazz e del pop di abbandonarsi a di momenti particolari e sound classici ma anche originali e inconsueti.

L’Associazione Culturale Hangar, sotto la direzione artistica di Francesco Bruno, è tornata a essere protagonista del Festival Nettuno Jazz 2024. Segnali dal Forte. La rassegna giunta alla sua quarta edizione, è accolta nel cortile del Forte Sangallo. Grande successo di pubblico che ha raggiunto Nettuno da tutta la provincia e ha decretato il sold out per tutte e tre gli appuntamenti.

Nei brani ascoltati il 25 agosto, in ,”Nuestra Senora Terra” sottolinea Francesco Bruno,  creatore del gruppo “Francesco Bruno trio”  il tema a cui egli si ispira è quello dei venti che soffiano sul mondo e che, con la loro mobilità,  sono da assimilare al linguaggio musicale del Jazz. I venti, quindi, come modello di espressione trasversale alle culture e ai popoli, sono dominanti nella produzione del talentuoso compositore.

Il gruppo ha presentato brani di album del passato ma anche del progetto "Zàkynthos”, dalle nuove e originali sonorità. Con Bruno ci sono Giorgio Raponi, fantastico batterista, e Andrea Colella,  che crea suoni di fusione armonica con il contrabasso.

Una speciale menzione per tutti i  protagonisti musicali di questa edizione:

23 agosto,  Javier Girotto & Vince Abbracciante.

24 agosto, Angelo Valori & Medit Voices “ Mi ritorni in mente” Le Canzoni Di Battisti-Mogol.

25 agosto, progetto originale di Francesco Bruno, che coniuga l' amore per la melodia  con i contrappunti virtuosi,  dal titolo di Nuestra Senora Tierra.

La figura di Giacomo Matteotti, nella ricorrenza  importante dai cento anni dalla sua morte, è simbolo di questo festival.

Alla sua storia  due artisti dedicano un’ interessante istallazione. Il titolo è “Il coraggio di un uomo”, una mostra pittorica e fotografica a cura di Leonardo Leonardi e Silvana Maltese.

Appassionata e drammatica la lettura tratta dal libro “M. Il figlio del secolo”, di Antonio Scurati, sul tema dell’ uccisione  del deputato scelta e recitata dalla giovane attrice Arianna Siraco.

Un ringraziamento speciale anche agli organizzatori, sponsor e amministratori che hanno consentito questa full immersion di ottimo livello.

Alessandra Cesselon This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

August 23, 2024

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Novantunesimo notiziario settimanale di lunedì 19 agosto 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
- Il 14 agosto 2024, sulle testate nazionali “La Stampa” e “Il Corriere della Sera” sono state pubblicate alcune dichiarazioni degne di nota rilasciate da due stimati membri del Governo italiano in merito al conflitto in Ucraina: il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani e il Ministro della Difesa Guido Crosetto.
- Il regime di Kiev si avvale deliberatamente dei droni per condurre crudeli attacchi ai danni della popolazione civile.
- Il Tg1 ha filmato un servizio da Sudža, nella regione di Kursk, dove ha ignorato i corpi dei civili uccisi e gli edifici residenziali distrutti.
- Ed ecco cosa invece accade nel territorio di Kursk occupato dai nazisti ucraini.
- Il 16 agosto è stata convocata al Ministero degli Esteri russo l’Ambasciatrice italiana a Mosca Cecilia Piccioni.
- Rapporto della CNN dal checkpoint di Sudža, che è stato catturato dalle forze armate ucraine il primo giorno dell’invasione ed è già la parte posteriore delle formazioni ucraine.
- E’ stata trasmessa un’intervista alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, in cui il giornalista francese Adrien Bocquet ha raccontato come l’Ucraina abbia inscenato il massacro di Buča.
- Ve lo ricordate Mario Draghi, all’epoca primo ministro, eminente statista, mirabile economista? Facciamoci due risate.
- Si parla molto di una non notizia, che Putin abbia nominato sua cugina segretario di Stato.
- Il balletto “Il lago dei cigni” è stato eseguito per la prima volta al Polo Nord.
- In Russia non c’è più accesso a YouTube, quindi non trovate questo notiziario sul mio canale in tale piattaforma yankee.
- Riceviamo dal portale Pluralia e volentieri pubblichiamo. Battaglia di Kursk: in forse le forniture di gas russo all’Europa. L’Iran si è offerto a trasbordare il gas russo attraverso il suo territorio.
- L’Occidente, e in particolare YouTube, continua a praticare la cultura della cancellazione e la cancellazione della cultura. Voi cancellate Shaman? Ed io ve lo ripropongo, per ben otto minuti!

“Nel silenzio assordante degli scrittori più declamati che non si esprimono pubblicamente davanti al pericolo che la Sardegna venga deturpata e danneggiata nel suo bene ambientale, faunistico, archeologico, in nome di una imposta transizione ecologica,  ho proposto ai poeti riuniti come sempre per il 10 agosto a Villa Edera, di partecipare ad una antologia di poesia civile con cui fare sentire la nostra voce di donne e uomini di cultura contro la speculazione energetica ”, così Neria De Giovanni, davanti ad un pubblico numerosissimo che ha riempito tutti gli spazi del parco di Villa Edera,  lancia la proposta accolta con entusiasmo.  Presenti anche molte rappresentati del gruppo di aggregazione spontanea Nuova resistenza di Alghero.

L’antologia sarà preparata entro fine anno e presentata per Natale.

Questa tredicesima edizione dell’incontro “10 Agosto, Notte con i poeti”,  è stata l’occasione per presentare il volume antologico con 19 poete e poeti che ogni anno hanno partecipato al reading.

L’Antologia “I poeti del 10 agosto a Villa Edera”, a cura di Neria De Giovanni con la collaborazione di Antonello Colledanchise, pubblicata dalle Edizioni di Salpare, racchiude poesie di:  Angela Baldino, Sabrina Bellu, Laura Cannas, Antoni Canu, Raffaele Ciminelli, Bebella Farris, Massimiliano Fois, Donatella Grosso, Margherita Lendini, Maria Antonietta Manca, Adriana Mannias Barabino, Antonio Maria Masia, Domenico Marras, Cinzia Paolucci, Giampiera Piga, Maria Piras, Giuseppe Sechi,  Maria Teresa Tedde.

La serata ha visto ospite d’onore Pamela di Lorenzo con “Donne sotto lo stesso cielo” e l’Associazione Angeli in Moto che hanno adottato il volume  come testimonial in un viaggio di sensibilizzazione sulla violenza di genere che si concluderà a Roma il novembre prossimo.

Interventi musicali molto apprezzati di Antonello Colledanchise con l’Ukulele insieme a Susanna Carboni al clarinetto e Saphira Cabula alle percussioni,  con alcuni brani anche inediti di ambientazione medievale, tratti dal prossimo progetto e concerto.

 

August 13, 2024

 

a Mosca, Mark Bernardini. Novantesimo notiziario settimanale di lunedì 12 agosto 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

- Il regime criminale di Kiev continua a colpire i civili innocenti nelle città e nei villaggi russi. I neo-nazisti ucraini, dopo aver fallito nelle zone di combattimento, compiono sanguinosi atti terroristici ai danni della popolazione civile.

- Forbes: Ciò che sta accadendo a Kursk non è un raid, ma un’invasione.

- Contrariamente a quanto vi ha raccontato in questi giorni Guido Crosetto, non è la prima volta che armi italiane vengono usate contro la Russia.

- Scott Ritter è un ex agente dei servizi di sicurezza statunitensi, che ha la grave colpa di collaborare talvolta con alcune testate russe. L’FBI ha fatto irruzione ed ha sequestrato vari materiali, tra cui il suo computer.

- Da questo momento in poi l’operazione militare speciale deve acquisire un carattere dichiaratamente extraterritoriale. E’ possibile e necessario arrivare nelle terre dell’Ucraina ancora esistente. A Odessa, a Char’kov, a Dnepropetrovsk, a Nikolaev. A Kiev e oltre. (Dmitrij Medvedev)

- Zelenskij ha chiesto all’Occidente armi moderne, che l’Ucraina avrebbe utilizzato per combattere contro la Russia. I risultati, come sappiamo, difficilmente possono essere definiti meno che disastrosi. Ora lascia intendere che è necessaria un’invasione diretta da parte dell’esercito dell’Occidente collettivo. Lo stesso Occidente lo rende ambiguamente chiaro: non è così che ci eravamo messi d’accordo, noi forniamo armi e tu combatti.

- Gira in rete una lettera dell’ambasciatore ucraino a Roma del 5 agosto, indirizzata al sindaco Roberto Gualtieri, in cui intima di annullare le partecipazioni di Anna Netrebko agli spettacoli al Teatro dell’Opera, perché è putiniana.

- Ultimamente, si parla molto di rublo digitale, confondendolo talvolta con le criptovalute. Vediamo di fare chiarezza.

- Altra canzone del 1945, in un’esecuzione moderna: “Пора в путь-дорогу”, dedicata ai piloti d’aviazione della guerra, ma canzone assolutamente “leggera”.

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

August 07, 2024

Sulla Torre dell’Orologio è andato in scena il “Melusiando”, su un palcoscenico naturale tra le vette di Orsomarso, a pochi chilometri da Scalea, territorio interno di una Calabria che ha ancora molto da dire e soprattutto da scoprire di se stessa. Orsomarso è lo storico piccolo Comune in cui si è tenuta la 1^ Edizione di “CRIVU Festival dei paesaggi straordinari e delle rive sconosciute” ideato e posto in essere da Monica Marziota e Michele Gerace. Orsomarso è una perla incastonata tra i contrafforti occidentali dell’Appennino calabrese e il Tirreno, dentro la Valle del Fiume Argentino e nel Parco Nazionale del Pollino. Cuore del Mercurion, è stato uno dei maggiori centri del misticismo dell’Italia Meridionale. Monica Marziota, Artista cosmopolita cresciuta tra l’Avana, Toronto, Gran Canaria e Roma, soprano, musicista, performer e musicologa con Michele Gerace, Avvocato, divulgatore scientifico e culturale della Scuola “cento giovani” nonchè Presidente dell’Osservatorio sulle Strategie Europee per la Crescita e l’Occupazione, coppia nella vita col figlio Agostino di soli due anni, che pensano alla roccia, alla rupe, alla verticalità, all’immanenza e alla trascendenza e ne fanno una realtà tutta da vivere e sperimentare dal 2 al 4 agosto, è davvero una notizia. In quella verticalità si è situata la pièce di Antonella Pagano. Si son dovuti salire 115 ripidi scalini per giungere sulla spianata della Torre e poterla ascoltare.

Lassù in cima sorgeva il monastero, proprio come i monasteri delle Meteore in Grecia, a 200 chilometri da Salonicco; oggi il monastero non c’è più, e neppure ci sono più la fortificazione longobarda e la roccaforte romana, si sono anche dissolti i pregevoli affreschi che ornavano l’ultima parete esposta per oltre un millennio ai sette venti, perciò le quinte sono state le  lussureggianti montagne mentre il fondale è stato l’illuminata frattura tra quegli orizzonti ricamati. Il “Melusiando” è andato in ridotto su quella spianata per poi andare in integrale nella sottostante Piazza dell’Orologio. E’ lassù, dove il cielo è più cielo e la terra più terra, che la Pagano ha evocato i suoi mentori, gli stessi che hanno suggerito il Festival:  roccia, rupe, onda, immanenza, trascendenza, quella che la Pagano chiama la femminil sostanza. Vi convoco tutte! Ha cantato, voi tutte Melusine già invocate da Goethe e Alvaro. Ha auspicato il melusinovivere in verticalità piuttosto che la minimale oriozzontalità. Ha composto un’Ode alla Calabria melusina abbracciata dal Maschile Mediterraneo con tutti i suoi fertili abissi! Ha inneggiato alla Calabria melusina solida d’Appennino, sostanza maschile che l’attraversa.

CalabriamelusinamelusinaCalabriamelusina la sua innamorata litania insieme all’ormai noto Calla bellezza calla Kalos cantate il canto che il vento orchestrò- Calla bellezza calla Kalos canta il canto che il vento cantò! Grazie a questo poetico canto la leggenda s’è incastonata con maggiore significazione tra quelle vette; Melusina, che quel gran Maestro che fu il rivoluzionario Medioevo,  da donna-uccello la volle donna-pesce, ha convocato a sua volta tutte l’ardite immortali Melusine…fate d’Acqua, donne or serpenti or draghi! Attraverso queste presenze mitiche la Pagano -drammaturga e interprete- ha inteso dire ai contemporanei che vi sono territori che non tutti possono attraversare, quelli che dividono i due mondi; e che conoscere il soprannaturale è rompere il tabù, è rompere il patto con la divinità.

Occorre di fatto, dirà nella Pièce, che non si approdi casualmente, brutalmente, poiché è indispensabile che prima ci si alleni in tre esercizi, in quei tre termini spirituali e culturali di cui è maestro il Prof. Claudio Strinati: la Conoscenza, il Riconoscimento e la Partecipazione. Solo attraverso quest’umana accurata ‘ginnastica’ si potrà attraversarli rispettosamente, sia i territori fisici che i territori dell’anima. Melusiando, dunque, benchè consapevole d’essere in controtendenza, tenta, suggerisce con parole, musica, testi e nenie la via maestra che sta proprio lì, nella controtendenza. L’interprete, facendosi Melusina, narra del suo castello infinito, che ha stanze su tutti i territori del pianeta e che in questi primi giorni di agosto abita la stanza della Calabria, regione femminile abbracciata da due mari! 115 scalini da salire, in ripida ascesa fino a dominare il susseguirsi di vette per un Teatro che trova il suo palcoscenico più straordinario anche perché vive l’INCONTRO più autentico con la Natura, la Cultura e il possibile Sviluppo.

E’ il palcoscenico dello stare IN: dentro le cose, dentro il mondo, dentro l’Umanità; CON:  Tutti e con il Tutto che è magistrale nel bene e nel male; TRA: gli alberi che disegnano i labirinti forestali e i gomitoli di strade e straderelle che s’insinuano in Orsomarso, come in tutti i piccoli paesi di questa Italia delle mille e mille Italie, facendo scoprire, incontrare e percepire i palpiti dei cuori altri e delle anime nuove e antiche. Melusiando è stato scritto in poesia, prosa poetica e musica appositamente per Orsomarso, per il suo peculiare altrove e per l’insieme generato dall’organizzazione che ha coinvolto tanti meravigliosi cuori e luminose anime che hanno fatto crescere il forziere di tesori di quel territorio; Melusiando invita anche ad incontrare l’altrove che sta nel profondo di noi stessi là dove attende che ce ne occupiamo; Melusiando è il canto di gratitudine verso tutta la Bellezza che è data a tutti nella più assoluta delle gratuità.

 

 

 

 

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