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Marzia Carocci
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PERFORMANCE DI ARTE DEI BORSISTI 2017/2018 - RUBBANO L’ANIMA A ROMA
Tutti gli anni Villa Massimo apre le porte ad uno degli eventi romani più significati della capitale: mercoledì 20 giugno 2018, infatti, tra le carezze del vento del ponentino e l’aria frizzante , la fila delle persone per entrare all’evento (gli ospiti non hanno dovuto aspettare molto tutto era organizzato in stile tedesco ordinato e puntuale), ai bellissimi giardini di un verde intenso, arricchiti con busti antichi, alla grandezza degli edifici della Villa, è stata inaugurata l’edizione 2018, Festa dell’Estate dell’Accademia Tedesca. Un viaggio festoso da godere fino alla fine immersi nelle sale allestite con mostre, letture, concerti, performance dei borsisti residenti per 10 mesi nella capitale. E’ cosi che abbiamo incontrato il contrabbasso dell’artista Jay Schwartz che ha vibrato sotto le onde dei gong, portandoti in un luogo, lontano dallo stress quotidiano, il luogo della pace, di cui questo pianeta ha immenso bisogno.
L’incanto ha proseguito nelle altre stanze affacciate sui rigogliosi giardini di Villa Massimo con il ceppo sradicato da terra ,dell’artista Cristoph Keller, caduto in via Tiburtina e trasportato nel luogo espositivo, e foto di Corviale, di una gioventù che ha visto già troppo, ed i grattacieli del quartiere come cubi neri uno sull’altro e la solitudine raccontata da un immagine dentro una stanza buia, come in opera di Quasimodo dove gli sguardi di questi giovani in erba trafiggono il cuore e poi arriva il buio, dell’artista Benedict Esche.
Pochi passi e incontriamo l’atelier di un altro artista , Bettina Altamoda che fa spalancare la bocca e gli occhi per la luce e i colori dei sui drappi di stoffe iridescenti con grandi paillette. I borsisti 2017/2018 hanno colto nel poco tempo trascorso a Roma i colori, suoni, architettura, la natura della bella capitale e sembrano dirci come in un quadro del Caravaggio “Guarda”.
Interessante il lavoro del pittore Marx Ernst presentato dall’artista Thomas Baldischwyler, il quadri di Simone Haug in omaggio alle tavoglie delle famiglie di Olevano Romano e dintorni, e il box bianco con all’interno la pianista Hui Ping lan che ha suonato in prima italiana il brano The Incredible Nightcrawler.
Dopo le mostre ha “aperto le danze” alle ore 21.00 il buffet : anche in questa occasione nonostante la presenza numerosa di persone, le pietanze sono state servite velocemente, “come si dice i Tedeschi non si fanno parlare dietro”. Piatti e forchette ecologiche non è mancata la mostarda, cetrioli, rapa rosa, patate e wuster con polpette. Birra e vino e una mousse con yougurt e frutti di bosco come dessert. Personaggi noti e meno noti hanno accompagnato la serata, tra cui l’ incontro veloce con il vicesindaco del Comune di Roma Luca Bergamo.
La serata ha proseguito fino a mezzanotte con il DJ Cilloman nel parco di Villa Massimo tra alberi centenari si è ballato. Anche la musica della disco/dance è stata un’ autentica opera di arte , con proiezioni di luci sugli alberi, sembrava di stare in una spa per la terapia dei colori e una musica tecno dai suoni delicati come in un rave party per altolocati. Un’ esperienza da ripetere all’Accademia Tedesca, ma di questo ne siamo sicuri con la prossima festa dell’estate 2019 che racconta Roma e ne ruba l’anima.
I giovedì dei Musei Vaticani sono occasione di comunicazione con il pubblico, sia essa la presentazione di un restauro o di una pubblicazione. Ma è comunque sempre una comunicazione scientifica, ottemperando a quel dovere dell’istituzione museale, che è il continuo aggiornamento su tutto ciò che la riguarda. Uno scambio culturale tra istituzioni e discipline differenti, non ultimo, in funzione della formazione, perché, da sempre, il museo ha una funzione educativa.
L’ultimo appuntamento del giovedì ha riguardato un argomento, eccezionale e particolare insieme, intitolato: Oltre l’immagine. Iscrizioni nascoste sui vasi ateniesi, straodinarie scoperte tra il Museo Archeologico di Firenze e il Museo Gregoriano Etrusco.
Mario Iozzo, direttore del Museo Archeologico di Firenze, ha esaurientemente spiegato, da una parte l’importanza della scoperta e della sua divulgazione e, dall’altra, la differenza con altre iscrizioni presenti sui vasi.
Prima di tutto è utile ricordare che le decorazioni sui vasi sono l’unica testimonianza che ci rimane della pittura greca.
Le iscrizioni visibili sui vasi, di solito sono costituite dai nomi dei personaggi raffigurati, divinità o eroi della mitologia, oppure sono dediche.
La particolarità di quelle nascoste è che sono state coperte dal colore e non erano destinate ad essere viste. L’ipotesi è che fossero un messaggio, una comunicazione operativa tra il vasaio e il decoratore o cermografo. Non sempre le due figure coincidevano nella stessa persona. Queste iscrizioni sono poste anche in punti strategici, comunicavano cioè, anche in base alla posizione. L’iscrizione poteva addirittura essere un verso tratto da una rappresentazione teatrale. Il ceramografo non solo conosceva la scena e le figure che doveva ritrarre, ma la posizione strategica dell’iscrizione, indicava anche la disposizione delle figure e il loro atteggiamento. Ad esempio la direzione dello sguardo, come si può vedere dall’immagine di Edipo con la Sfinge, nella kylix attica a figure rosse. Il vaso eponimo, che cioè da il nome all’artista che l’ha prodotto, definito Pittore di Edipo, è parte della collezione etrusca dei Musei Vaticani. Proviene da Vulci ed è datata tra il 470 e il 460 a.C. La tipologia dei vasi è distinta in base alla loro forma e funzione, la kylix è una tazza poco profonda con manici.
Le iscrizioni nasconste quindi costutuiscono un avanzamento e un’apertura negli studi delle botteghe e delle figure degli artigiani. Quella che si auspica è una ricerca a tutto campo condotta all’interno delle collezioni di tutto il mondo. Non è la prima volta che qualcuno vede queste iscrizioni nascoste, già gli studiosi del passato, pur guardando solo ad occhio nudo le avevano intraviste. Oggi siamo avvantaggiati dai progressi della tecnologia, che costituisce anche uno dei motivi per cui i Musei Vaticani sono stati coinvolti, sono infatti responsabili delle immagini delle iscrizioni, di difficile realizzazione. L’altro motivo è che sono detentori di una delle più importanti collezioni di vasi greci, che costituiscono una sezione corposa del Museo Gregoriano Etrusco.
I vasi erano oggetti preziosi, veri e propri status symbol, parte del corredo funerario di personaggi importanti del mondo etrusco.
Il pezzo più famoso è forse l’anfora a figure nere dove sono raffigurati Achille e Aiace che giocano a dadi. L’opera è firmata da Exekias, il famoso artista che era sia vasaio che ceramografo ed è datata tra il 540 e 530 a.C. Sono presenti altre iscrizioni visibili, oltre ai nomi, dalla bocca dei personaggi, a mo’ di fumetto, esce la scritta col punteggio realizzato.
I giovedì dei Musei Vaticani riprenderanno dopo la pausa estiva, in chiusura è stato ricordato l’appuntamento con la mostra dedicata a Johann Joachim Winckelmann, che chiuderà le celebrazioni dedicate, tra il 2017 e il 2018, all’archeologo ed erudito in occasione dei 300 anni dalla nascita e i 250 dalla morte.
Serata evento in onore del gruppo di ballo SANAM - alla scoperta del Folklore Uzbeko
Anzio, 13 giungo – I colori e la tradizione dell’Uzbekistan incantano il pubblico di Anzio, che accorso numeroso ha assistito e partecipato alla serata dedicata al gruppo di ballo folkloristico SANAM esibitosi durante l’evento organizzato dall’ Ambasciata dell’Uzbekistan in Italia, di cui era portavoce e presente l’Head Mission of the Embassy of the republic of Uzbekistan Mr. Rustam Kayumov, e curato da Salvo Cacciola presso la sua AQ International.
Il gruppo SANAM nasce nel 2002 e vanta la presenza di 40 artisti (tra cui 20 ballerini) che esportano la cultura del paese Uzbeco in giro per il mondo, avendo alle spalle spettacoli in ben 41 Paesi.
Il direttore artistico e cantante Mr. Shuhrat Vakhidov, nonché Direttore del Central Palace of Culture presso Tashkent (capitale dell’Uzbekistan), si è esibito insieme a parte del gruppo SANAM e alla ballerina Mrs. Rushana Sultanova. L’esibizione ha catturato la platea grazie alla presenza dei costumi originali delle varie
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Mr. Rustam Kayumov (a sin.) e Salvo Cacciola |
Regioni del Paese (Khorezm, Fergana, Bukhara, Tashkent, Surkhandarya) indossati dalle danzatrici e alle musiche rituali e quotidiane delle danze tradizionali, conosciute per il grande pathos emotivo trasmesso tramite la gestualità delle mani e del volto.
Degno di nota è stato il duetto canoro del Baritono Vakhidov e della Soprano Marzia De Lorenzo, che citando la cultura operistica italiana tramite Caruso, hanno espresso una lode all’ arte senza barriere, in grado di avvicinare diverse culture e gli animi delle persone. Questo incontro artistico, voluto da Cacciola e Francesca Pellegrino,nasce dalla consapevolezza del successo che ha la musica italiana in Uzbekistan, tra tutti la lirica e le canzoni di Albano e Toto Cutugno.
È Mr. Rustam Kayumov a sottolineare l’importanza della serata: «L’Italia per noi è una Nazione affascinante, perché con essa condividiamo non solo la tradizione millenaria che tutt’oggi ci identifica nel mondo, ma anche l’importanza dell’espressività artistica manifesta nelle tradizioni folkroristiche. In questo quadro, Anzio è una città dalle infinite potenzialità che vanta un passato degno di nota e che ringraziamo per aver partecipato a questa serata di cultura e divertimento». A queste parole è stato aggiunto il desiderio e l’auspicio di portare avanti una stretta e proficua collaborazione, iniziata da Salvo Cacciola che per anni ha rappresentato la Nazione Uzbeca effettuando studi sul posto e promuovendone la storia e la cultura.
Quest’ ultimo, a chiusura dell’evento, insieme ad Augusto Mammola, presidente della Pro loco città di Anzio, e parte del Consiglio Direttivo della stessa Associazione, ha consegnato una prestigiosa targa al gruppo di ballo e all’ Ambasciata Uzbeca come segno di riconoscimento e di ospitalità da parte di tutta la città Anziate.
Un evento che rimarca l’importanza per la città di Anzio di promuovere la cultura tout court, la quale, in quanto città di Nerone, porta con orgoglio sulle spalle una storia fastosa che spesso dimentichiamo di promuovere con la giusta importanza e consapevolezza.
Anzio, sabato 12 Maggio - Una giornata preziosa e significante, rappresentata dal Capo Missione e Primo Addetto Commerciale dell’Ambasciata dell’Uzbekistan Rustam Kayumov, dal Console Mr. Shuhrat Rashidov,Capo Dirigente Finanziario Madam Farzona Muminova, Madam Nilufar Kayumova e dal Rappresentante Legale dell’“Uzbekistan Airways” in Italia Khushnud Artikov, che ha messo in evidenza il ruolo prestigioso dell’ Ambasciata dell ‘ Uzbekistan in Italia e ha presentato la compagnia aerea di bandiera “Uzbekistan Airways”, promotrice di nuove rotte di collegamento tra Italia, Uzbekistan ed India e ha visto la grandissima partecipazione di pubblico e della Comunità Indiana fornendo l’occasione di vivere questa giornata come esperienza di cultura, integrazione e festa.
Salvo Cacciola e la sua AQ International hanno avuto l’onore e il piacere di ospitare questo importantissimo evento, sotto il coordinamento dei Carabinieri del Comando Stazione di Lavinio Lido Di Enea e del loro Comandante Giuseppe Luca. Il primo interesse è stato quello di rafforzare i rapporti già esistenti tra Italia, Uzbekistan e India che è rappresentata dalla comunità indiana presente in modo importante nel territorio anziate e nel Lazio con cui l’Associazione NCR.it lavora da anni promuovendone e integrandone l’interessante identità culturale.
Da menzionare la stessa presenza di Salvo Cacciola, insieme alla collaboratrice Francesca Pellegrino, a nome della Pro Loco “Città di Anzio” che, grazie al lavoro del proprio Presidente Augusto Mammola, si impegna annualmente per la promozione e la
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Il prof. Salvo Cacciolla |
conoscenza del mostro territorio.
“L’Uzbekistan è uno scrigno inesplorato, la cui cultura è la perfetta cerniera e comunione tra Occidente e Oriente. È una regione dall’importanza unica dove il tempo ha costruito le civiltà rimanendo intatto e preservandone gli aspetti.” Così Salvo Cacciola giustifica i solidi contatti con il Paese, dimostrato dall’ interesse continuo promosso anche durante la sua manifestazione “Luci nel Blu” dove, ogni anno, affronta l’argomento del Lago di Aral per cui la mano dell’uomo ha causato una catastrofe ambientale, prosciugandone le acque, seconda al disastro di Cernobyl.
Un sodalizio rimarcato grazie a questa giornata, che si propone di continuare e di gettare nuove basi per una fruttuosa collaborazione socio-culturale intenta anche a far conoscere Anzio e questa bellissima Regione dell’ Uzbekistan, dove la grandezza del passato conserva ancora una preziosa attualità.
Martedì 5 giugno nella prestigiosa sala Igea della Enciclopedia Italiana, a Roma, è stato assegnato il Premio “Le rosse pergamene del nuovo umanesimo” ideato e coordinato dalla scrittrice Anna Manna. Due le giurie tecniche presiedute da Corrado Calabrò che premierà i vincitori del concorso sulla poesia per la Calabria e da Neria De Giovanni che assegnerà i premi speciali per il nuovo umanesimo .
“La pergamena del nuovo umanesimo 2018” è stata conferita a Giurie riunite ad Antonio Casu, Consigliere capo servizio e Bibliotecario della Camera dei Deputati, membro di vari comitati scientifici, condirettore di collane di filosofia politica, autore e /o curatore di oltre cento pubblicazioni, uno dei massimi studiosi di Thomas More e presiedente dell’Associazione culturale “Cenacolo di Tommaso Moro”.
Antonio Casu, della famiglia del grande studioso di Berchidda Pietro Casu, ha ottenuto il premio, come si legge nella motivazione, perché : “La sua “curiositas”lo ha portato a spaziare in diversi campi del sapere ma sempre con il medesimo rigore da bibliofilo e ricercatore.
Ne sono prova gli ultimi preziosi volumetti che aprono la collana “Sentieri” delle Edizioni Nemapress, “La memoria e il sacro, Appunti di viaggio nella letteratura del primo Novecento” e “L’enigma Grazia Deledda, la grande scrittrice e il lungo silenzio delle Istituzioni”.
Antonio Casu con la sua attività di studioso ben incarna lo spirito con cui il Premio intende contrastare il pericolo di una retrocessione rispetto ai valori del vivere in “social catena”.
Durante la cerimonia Neria De Giovanni ha presentato il “Manifesto delle donne letterate per l’educazione al sentimento” proponendo un convegno in autunno che coinvolgerà intellettuali di tutta Italia per una lotta contro la violenza di cui sono vittime le donne e non solo, per una proposta di impegno culturale e civile, per un nuovo umanesimo rispettoso della persona umana.
L’istituzione museo nasce come luogo-contenitore delle arti e della memoria culturale ad esse legata. Luogo della memoria e dell’identità quindi, l’accento sulla funzione educativa, da svolgere sul pubblico, viene posto dall’Illuminismo e dall’epoca napoleonica.
A livello legislativo le funzioni del museo sono raccolte, da una parte sotto il termine tutela, intesa come conservazione dell’oggetto e della memoria ad esso legata, implicante la conoscenza dell’oggetto stesso e del suo contesto. Dall’altra sotto il termine valorizzazione, inteso come divulgazione ad un pubblico più vasto possibile del contenuto museale. Anche in questo caso è implicata la conoscenza, in funzione della fruizione e acquisizione di informazioni, ma anche dell’intrattenimento a vario livello.
L’attività editoriale del museo ottempera ai doveri e alle funzioni dell’istituzione.
Nelle scorse settimane i Musei Vaticani hanno presentato il Catalogo delle pubblicazioni 2018 e un trittico di volumi.
Alla stessa collana Dentro il Palazzo, appartengono Vestire i palazzi. Stoffe, tessuti e parati negli arredi e nell’arte del Barocco e Lusingare la vista. Il colore e la magnificenza a Roma tra tardo Rinascimento e Barocco, dedicati agli allestimenti, agli arredi e alle collezioni dei palazzi romani nell’età moderna, a questi si aggiunge Il Papa e le sue vesti. Da Paolo V a Giovanni Paolo II (1600-2000). I tre volumi hanno in comune l’intento ormai dichiarato da anni di contravvenire alla divisione tra arti maggiori e minori, per tornare ad una visione complessiva e di contesto. Viene confermata quella attenzione accordata all’effimero e al collezionismo. Ancora nuova è l’attenzione concessa al tessuto, indagato nelle sue molteplici sfaccettature di manifattura, moda, mercato.
I due volumi della collana hanno visto la collaborazione tra il Getty Research Institute di Los Angeles, la “Sapienza” Università di Roma e i Musei Vaticani. Parati, tessuti, arazzi e i cosiddetti corami, cioè cuoi lavorati, di cui si ha un esempio nelle pareti laterali di quella che era la cappella privata di Urbano VIII, adiacente alla Stanza dell’Incendio di Borgo di Raffaello ai Musei Vaticani, costituiscono gli oggetti di ricerca di Vestire i palazzi.
La magnificenza espressa da mosaici, dai marmi pregiati e dagli stucchi è il tema di Lusingare la vista.
Il Papa e le sue vesti indaga sulle figure dei pontefici, dei committenti, degli artigiani, dei disegnatori, dei tessitori e dei ricamatori.
Vestire i palazzi
Stoffe, tessuti e parati negli arredi e nell’arte del Barocco
Dentro il Palazzo, 1
Edizioni Musei Vaticani
Città del Vaticano 2014
€ 56,00
Lusingare la vista.
Il colore e la magnificenza a Roma tra tardo Rinascimento e Barocco
Dentro il Palazzo, 2
Edizioni Musei Vaticani
Città del Vaticano 2017
€ 60,00
Marzia Cataldi Gallo
Il Papa e le sue vesti
Da Paolo V a Giovanni Paolo II (1600-2000)
Edizioni Musei Vaticani
Città del Vaticano 2016
€ 70,00
Circa venti opere realizzate da Giovanni Neri negli ultimi due anni, sono disposte negli spazi del Palazzo Santa Chiara nel cuore di Roma. Sono disposte più che esposte, perché entrano quasi a far parte dell’arredo dei particolari ambienti del palazzo, adibiti soprattutto ad ospitare eventi. Una parte dell’edificio seicentesco viene trasformata in teatro nel 1873.
I dipinti sono dislocati lungo le mura perimetrali di quello che possiamo definire il foyer del piccolo teatro, che, sul fondo, si apre su uno spazio minore dove si trova l’accesso alla Cappella del Transito di Santa Caterina da Siena. Il corpo della Santa è visibile al di sotto dell’altare centrale della Chiesa di Santa Maria sopra Minerva. La cappella fu realizzata nel 1638 negli ambienti che l’avevano ospitata, ormai spogli di qualsiasi memoria materiale.
Nel foyer, al di là di una tenda, si accede ad un disimpegno che conduce al piccolo teatro, mentre sulla sinistra parte una breve scalinata. Sui gradini, il Banner di Giovanni Neri è una sorta di guida che conduce al dipinto posto alla sommità, creando un allestimento suggestivo.
Le opere sono costituite in maggioranza da acrilici su masonite.
L’effetto dripping, che ricorda la pittura gestuale di Pollock, è accompagnato da quello che sembra generato dalla stessa interazione chimico-fisica del colore con se stesso e con la superficie. Una sorta di interferenza o onda, è quella che sembra di vedere, o come se il colore avesse una consistenza elastica e fosse stato tirato e deformato.
Proprio nel gesto e nel colore Giovanni Neri, in questi ultimi anni, ha trovato la migliore espressione dell’emozione e della sua ricerca. Questa si svolge per temi, gran parte delle opere esposte appartengono alla serie Leggendo Ungaretti.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo che rende conto del lavoro dell’artista, le immagini coprono un arco temporale che dal 1989 arriva al 2018.
Nella pubblicazione si parla anche del documentario Terre incolte. Giovanni Neri e la sua pittura, che fa capire come l’arte sia per lui una necessità di evasione dal quotidiano lavoro della terra.
Giovanni Neri
Opere recenti
17 maggio-12 giugno 2018
Roma, Palazzo Santa Chiara
Ingresso libero
Orari: dalle 10 alle 20.30, lunedì chiuso
Catalogo: Palombi Editori €. 19,00
Fino al 26 maggio è visibile presso Cosarte a Roma, la mostra collettiva Contemporanea-mente. Non c’è un tema univoco che collega le opere, differenti anche per il mezzo espressivo prescelto dai diversi autori. In prevalenza sono state realizzate con una tecnica mista, come le opere di Luciano Antonacci, ma anche con colori acrilici, Maurizio Campitelli, o olio su tela, Anna Cunicella. In gran parte sono dipinti, ma sono presenti anche alcune fotografie di Giorgio Cirillo e di Debora Gloriani, delle illustrazioni di Cinzia Isabella Chitti e una scultura di Enzo Romani, forse il più classico degli autori presenti.
Figurativo, Debora Mazzone e astratto, ricorda la tecnica del dripping di Pollock, Maria Grazia Lunghi, ma anche recupero e riutilizzo di materiali, proposto da Roberto Fantini.
Il trait d’union è da rintracciarsi proprio nel titolo, in cui mente e contemporanea sono separati. Il protagonista è quindi il mondo contemporaneo interpretato, però, o meglio filtrato, pensato dalla mente, che condivide e vive il medesimo momento.
Lo spazio espositivo di Simona Gloriani nasce come scelta di vita, a contatto con il quotidiano del quartiere Garbatella. Si apre sulla strada come spazio creativo che invita a partecipare a corsi di pittura, ad eventi di varia natura, disponibile alla collaborazione con altre iniziative culturali ad ampio spettro presenti sul territorio.
Annunciati a Murcia i narratori e i poeti delle quattro lingue ufficiali vincitori del Premio conferito dall’Associazione Spagnola dei Critici letterari
Come ormai da tradizione a fine aprile sono stati proclamati i vincitori dei Premi Nazionali di poesia e narrativa decisi dall’Associazione Spagnola dei Critici Letterari, l’unico premio nazionale che dal 1975 include a pari merito gli scrittori delle quattro lingue ufficiali dello Stato spagnolo: castigliano, catalano, basco e galiego.
Il Premio della Critica che era sempre convocato a Saragoza, Barcellona e Madrid ha iniziato a proporsi in diverse città spagnole cambiando ogni anno sede di conferimento. Le ultime città che lo hanno accolto, tra le altre, sono Soria, Santa Cruz de La Palma, Pontevedra, Logroño, Cáceres, Santander, La Coruña, Sevilla, Lugo.
Il rituale si ripete dal 1956 quando un gruppo di critici spagnoli propose di organizzare un premio indipendente, dal prestigio riconosciuto, che sottolinea l’influenza della critica letteraria in contrasto con i premi più commerciali. Infatti la peculiarità di questo Premio è che viene assegnato senza alcun compenso in denaro o altro riconoscimento materiale; addirittura i premiati sono assenti perché sanno del premio soltanto cinque minuti prima che la Giuria lo annunci alla Stampa.
E’ veramente singolare assistere allo spoglio delle preferenze espresse dalla giuria dei critici spagnoli che via via si assottiglia eliminando i meno votati fino alla discussione sui due più votati che devono arrivare allo spareggio!
Serietà e continuità nel tempo caratterizzano così questo Premio che conta tra i suoi vincitori i più affermati scrittori nelle lingua della Spagna: dal premio Nobel Camillo José Cela a Torrente Ballester e Delibes fino a Luis Mateo Díez passando per Ana Matute, Vargas Llosa, Aldecoa, Cristina Fernández Cubas e Aramburu, tra gli altri grandi narratori di ieri e di oggi; Vicente Aleixandre, Luis Rosales e Blas de Otero, José Ángel Valente, José Hierro, Caballero Bonald e María Victoria Atencia, passando per Guillermo Carnero, García Montero, tra gli altri poeti di prima linea.
Così anche i più importanti poeti e narratori catalani, baschi e galieghi hanno vinto il Premio della Critica tra cui Cunqueiro, Méndez Ferrín, Celso Emilio Ferreiro, Carlos Casares e Manuel Rivas tra i galieghi Salvador Espriu, Mercè Rodoreda, Josep Pla, Joan Margarit e Pere Gimferrer tra i catalani e Ramón Saizarbitoria, Bernardo Atxaga, Kirmen Uribe e Anjel Lertxundi tra i baschi.
Per il 2018 I Premi della critica sono andati, per la lingua castigliana al narratore Javier Marías per il libro Berta Isla e al poeta catalano Luis Bagué Quílez per Clima Mediterráneo; per la lingua catalana in narrativa, Els fills de Llacuna Park di María Guasch e in poesía, Convivència d'aigüe di Zoraida Burgos; in lingua galiega Emma Pedreira, per Bibliópatas e fobólogos,ey Lupe Gómez in poesia, per Camuflaxe; in lingua basca Aingeru Espaltza, perr Mendi-joak e Luis Garde, per la poesia Barbaroak baratzean.
Il Presidente della Giuria Angel Basanta ha sottolineato come pochissimi nei lunghi anni del Premio lo hanno vinto due volte, tra cui proprio Javier Marìas che giusto 25 anni fa ha vinto per un altro racconto ed oggi è annoverato tra i massimi scrittori spagnoli.
Come Presidente internazionale dell’Associazione Internazionale dei critici letterari sono stata invitata, così come già a Soria, dal presidente Angel Basanta a seguire i lavori della Giuria e la premiazione. Mi ha entusiasmato e profondamente colpito la serietà di questa scelta critica e soprattutto mi pare che sia da onorare una selezione che prescinde dalla visibilità commerciale e mondana per privilegiare invece soltanto la qualità letteraria del testo.
Angel Basanta e tutta la Giuria mi dicono che dopo l’annuncio di questo riconoscimento anche le vendite dei libri premiati vola perché i lettori si fidano del giudizio dell’Associazione Spagnola dei Critici Letterari.
Mi adopererò per portare in Italia questo modello grazie anche all’aiuto di Angel Basanta che oltre ad essere il Presidente dell’Associazione Spagnola dei Critici Letterari è anche il Segretario generale dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari .
Murcia, con il suo prestigioso Sindaco José Ballesta, già Magnifico rettore dell’Università di Murcia e lo splendido barocco delle sue piazze e della Cattedrale, con l’ottima ospitalità offerta, sarà la culla del Premio della Critica letteraria italiana?
Al direttore del Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma, Oleg Ossipov, chiediamo quanto sia importante per il suo Paese questo centro culturale nato nel cuore di Roma e se il governo di Mosca creda opportuno incrementare il ponte culturale tra Italia e Russia.
https://www.youtube.com/watch?v=NyEHZTWMdhc&feature=youtu.be
Vediamo tante manifestazioni culturali di gran livello nel vostro centro, qualche mese fa' si e' esibita anche la banda dei carabinieri…
https://www.youtube.com/watch?v=PdnKqlfh0_w&feature=youtu.be
Quali i progetti per il futuro? Lo scambio interculturale tra Italia e Russia va sempre piu' aumentando...ospitate artisti italiani nel vostro centro?
https://www.youtube.com/watch?v=HnCcGLxDDxA&feature=youtu.be
Vediamo che organizzate anche corsi di lingua russa, la vostra iniziativa ha un bun riscontro di utenza?
https://www.youtube.com/watch?v=7fHNJ7W1I68&feature=youtu.be
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Canaletto: il ritorno del Bugintoro al Molo il giorno dell'Ascenzione, Venezia |
Il più bel dipinto di Canaletto della mostra inaugurata oggi a Palazzo Braschi, a Roma, viene dal museo Pushkin di Mosca.
Arriva a Roma il più grande nucleo di opere mai esposto in Italia Dall’11 aprile al 19 agosto 2018. Il Museo di Roma Palazzo Braschi celebra il grande pittore veneziano a 250 anni dalla sua morte.
La mostra“Canaletto 1697-1768”, intende celebrare il 250° anniversario della morte del grande pittore veneziano presentando il più grande nucleo di opere di sua mano mai esposto in Italia: 42 dipinti, inclusi alcuni celebri capolavori, 9 disegni e 16 libri e documenti d’archivio.
La stessa è accompagnata da un ciclo di visite guidate gratuite per le scuole di Roma e della città metropolitana e da una serie di attività didattiche a pagamento per il pubblico non scolastico.
Info e prenotazioni allo 060608.
Canaletto è uno dei più noti artisti del Settecento europeo. Con il suo genio pittorico ha rivoluzionato il genere della veduta ‒ ritenuto fino ad allora secondario ‒ mettendolo alla pari con la pittura di storia e di figura, anzi, innalzandolo a emblema degli ideali scientifici e artistici dell’Illuminismo.
Il suo percorso affascina e coinvolge. Dalla giovinezza tra Venezia e Roma come uomo di teatro e impetuoso pittore di rovine romane, al suo ritorno da Roma come stella nascente sulla scena delle vedute veneziane. Prosegue poi arrivando al successo internazionale, con le commissioni degli ambasciatori stranieri per le ampie tele che rappresentano le feste della Serenissima in loro onore – in mostra si può ammirare il magnifico Bucintoro di ritorno al Molo il giorno dell’Ascensione del Museo Pushkin – e l’entusiasmo dei turisti inglesi del Grand Tour. Per loro le luminose vedute di Venezia, così ricche di dettagli architettonici e di vita quotidiana, rappresentano i più incantevoli souvenirdel viaggio. Non mancano, però, imprevisti e sfortune: a Londra deve pubblicare annunci sulla stampa per rispondere ad alcune voci denigratorie e, tornato a Venezia, viene eletto accademico delle Belle Arti con difficoltà. Infine, come accade a molti geni, la morte lo coglie in povertà.
Le opere in mostra provengono da alcuni tra i più importanti musei del mondo, tra cui il Museo Pushkin di Mosca, il Jacquemart-André di Parigi, il Museo delle Belle Arti di Budapest, laNational Gallery di Londra e il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Presenti anche alcune opere conservate nelle collezioni britanniche per le quali sono state appositamente create e altre provenienti dai musei statunitensi di Boston, Kansas City e Cincinnati. Tra le istituzioni museali italiane presenti in mostra con le loro opere: il Castello Sforzesco di Milano; i Musei Reali di Torino; la Fondazione Giorgio Cini. Istituto per il Teatro e il Melodramma e leGallerie dell'Accademia di Venezia; la Galleria Borghese e le Gallerie Nazionali d'arte Antica Palazzo Barberini di Roma.
Tra i capolavori in mostra, oltre al già menzionato dipinto del Museo Pushkin,spiccano due opere della Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli di Torino: Il Canal Grande da nord, verso il ponte di Rialto,e Il Canal Grande con Santa Maria della Carità, esposti per la prima volta assieme al manoscritto della Biblioteca Statale di Lucca che ne illustra le circostanze della commissione e della realizzazione.
Una sala ricca di prestiti eccezionali – dal museo di Cincinnati e da collezioni private - è dedicata alle vedute di Roma che Canaletto realizza negli anni della maturità, sulla base dei propri disegni o delle stampe di Desgodets, Falda, Specchi e Du Pérac, alcune delle quali sono raccolte negli album provenienti dal Museo di Roma.
Tra i dipinti, alcuni dei quali esposti per la prima volta in Italia, vanno menzionate le due parti di un’unica, ampia tela, raffigurante Chelsea da Battersea Reach, tagliata prima del 1802 e riunita in questa mostra per la prima volta. La parte sinistra proviene daBlickling Hall, National Trust, Regno Unito, quella destra dal Museo Nacional De Bellas Artes de la Habana, eccezionalmente concessa in prestito dal governo cubano.
Il Mondo Fluttuante di Hiroshige torna a Roma dove era già stato nel 2009, in un luogo diverso, le Scuderie del Quirinale, ma più o meno con la stessa estensione temporale, dal 1 marzo al 29 luglio 2018. Anche questa mostra propone soprattutto xilografie dove la natura ha il ruolo predominante.
Le pareti ci avvolgono in una atmosfera blu che cresce in intensità verso l’alto, al contrario delle stampe, dove il blu appartiene soprattutto alla terra e all’acqua, mentre i cieli hanno sfumature giallo-arancio. La nostra guida in questa immersione in un mondo altro, seppure naturale e familiare ai nostri sensi, è l’artista stesso. Il suo ritratto lo mostra sereno, in abito da monaco shintoista.
Anche l’arte occidentale conferisce alla figura dell’artista una forte connotazione spirituale, investendolo di una carica sacerdotale di messaggero e guida.
In mostra sono riportate le parole di Vincent van Gogh, che in una lettera al fratello Theo, scrive: «Studiando l’arte giapponese si vede un uomo indiscutibilmente saggio, filosofo e intelligente, che passa il suo tempo a fare che? A studiare la distanza fra la terra e la luna? No. A studiare la politica di Bismarck? No. A studiare un unico filo d’erba. Ma quest’unico filo d’erba lo conduce a disegnare tutte le piante, e poi le stagioni, e le grandi vie del paesaggio, e infine gli animali, e poi la figura umana. Così passa la sua vita e la sua vita è troppo breve per arrivare a tutto. Ma insomma, non è quasi una vera religione quella che ci insegnano questi giapponesi così semplici e che vivono in mezzo alla natura come se fossero essi stessi dei fiori? E non è possibile studiare l’arte giapponese, credo, senza diventare molto più gai e felici, e senza tornare alla nostra natura nonstante la nostra educazione e il nostro lavoro nel mondo della convenzione».
Non c’è molto da aggiungere alle parole del grande artista per quello che riguarda l’essenza delle opere in mostra, ma molto altro c’è da dire sulle singole stampe, sulla tecnica.
Sono presenti disegni preparatori destinati ad essere distrutti una volta assolta la loro funzione e invece miracolosamente sopravvissuti. Ci mostrano in modo più diretto la mano di Hiroshige, che, nella stampa, risulta mediata dall’opera dell’intagliatore della matrice di legno. Il formato ha anche grande importanza e le opere erano parte di pubblicazioni. Illustrazioni di viaggi, panorami e temi cari alla società e alla cultura dell’epoca. La scrittura calligrafica accompagna le linee del disegno, riporta titoli e, a volte, piccoli componimenti poetici.
Le immagini raccontano leggende, tradizioni e storie. Attraverso gli occhi ci arriva il silenzio del paesaggio ovattato sotto la neve di sera o le raffiche della pioggia battente o le voci del mercato. Ma anche gli odori e i sapori, tutti i sensi sono sollecitati e rievocati dalle e nelle immagini.
La collaborazione dell’Istituto Giapponese di Cultura offre un programma di incontri, conferenze, laboratori e attività culturali di approfondimento.
La brochure della mostra, una volta dispiegata, diventa un piccolo poster. Nel bookshop pubblicazioni e gadgets sono tentazioni a cui è difficile resistere.
Hiroshige
Visioni dal Giappone
1 marzo-29 luglio 2018
Roma, Scuderie del Quirinale
Orari: da domenica a giovedì dalle 10.00 alle 20.00
venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30
Ingresso: intero 15,00€.
Ridotto 13,00€.
Info: https://www.scuderiequirinale.it/mostra/hiroshige-visioni-dal-giappone-roma
Catalogo: Skira
Pensare ai dipinti di Turner significa evocare masse e vortici di colore e luce, bagliori e superfici specchianti. La mostra in corso al Chiostro del Bramante guida alla visione e all’approfondimento di ulteriori aspetti della personalità e dell’opera dell’artista inglese.
Il Lascito Turner alla Tate Britain è costituito soprattutto da acquerelli e da opere che si trovavano nello studio dell’artista, che li considerava come bozzetti e appunti, non destinati ad essere conservati e tantomeno esposti. Eppure sono proprio queste caratteristiche a renderli estremamente interessanti. Già il solo medium in se stesso, l’acquarello, conduce ad un’epoca, l’Ottocento, e all’Inghilterra, dove questa tecnica ha avuto una grande diffusione. Le sue caratteristiche di immediatezza, trasparenza e rapidità, ne hanno fatto il mezzo espressivo d’eccellenza del paesaggio romantico, specchio dell’animo e delle emozioni dell’autore. Il mezzo ideale per esprimere quel sentimento del sublime alla base dell’estetica e di una nuova concezione dell’arte e del suo significato.
Per Turner l’acquerello è il mezzo con cui realizzare bozzetti e appunti per la ricerca tecnica e la sperimentazione, ma anche opere su committenza o destinate all’incisione. Usa anche carte colorate che esaltano gli effetti di luce e colore che l’artista cerca e vuole comunicare. Allo stesso modo l’allestimento della mostra ha dato colori diversi alle sale, per far risaltare le opere esposte. In alcuni casi, un diverso colore, guida dal pavimento, fino al dipinto a cui si vuole dare risalto attraverso un approccio progressivo e frontale. La presenza di alcuni specchi, invece, amplifica gli effetti luministici e specchianti delle opere.
L’esposizione segue una disposizione cronologica e tematica. Turner debutta come disegnatore topografo, cioè inserisce progetti architettonici all’interno di vedute paesaggistiche da mostrare ai clienti.
Come pittore di paesaggio è influenzato dal Lorrain, oltre la natura, nei dipinti trova spazio anche la storia. Le figure, diversamente dal paesaggio, trovano forme e tocchi definiti, non sono destinate ad esprimere un sentimento o una sensazione, ma a narrare una storia.
Una sezione della mostra è dedicata ai viaggi e all’Italia, oltre al fascino delle rovine, tipologia caratteristica del Grand Tour, è Venezia la protagonista ideale dell’opera di Turner. Le architetture della città lagunare segnano la linea dell’orizzonte, labile e impercettibile confine tra gli specchi di acqua e cielo, in un’atmosfera abbacinata dalla luce, ora scintillante e dinamica, ora immota e soffusa.
Affascinante è l’accenno al Turner illustratore di libri, sarebbe interessante un approfendimento in tal senso.
Nell’ultima sezione esplode il Turner che conosciamo maggiormente, il maestro del paesaggio interiore, dove le masse di colore e la luce sono specchio dei moti dell’anima. Questo è il Turner che ispira gli Impressionisti, ma anche artisti del Novecento come Mark Rothko e Cy Twombly e contemporanei come James Turrell. La mostra rende conto anche di questi importanti e affascinanti collegamenti.
Turner
Opere dalla Tate
22 marzo – 26 agosto 2018
Roma, Chiostro del Bramante
Orari: lunedì-venerdì 10.00-20.00
Sabato e domenica 10.00-21.00
Ingresso: intero 14,00€.
ridotto 12,00€.
Sabato 17 marzo il Castello di Santa Severa ha ospitato i combattimenti medioevali per il torneo valido per le selezioni di accesso al “ Battle of the nations”. Si è trattato del toreo di qualificazione per la squadra nazionale italiana.
Battle of the Nations è ospitato ogni anno in una nazione diversa, l’edizione 2018 è prevista in Italia, ed è considerato il mondiale del Combattimento Medievale, con oltre 700 combattenti provenienti da varie parti del mondo, come ad esempio la Nuova Zelanda per citare la più lontana e la Cina per menzionane un paese la cui storia è molto diversa dal medioevo europeo. Le categorie sono il suddivise in 4 discipline (spada lunga, spada e scudo, spada e brocchiere ed arma in asta (tutte sia maschile che femminile) e gli scontri di gruppo solo femminili e solo maschili. L’Italia ha partecipato sin dalla seconda edizione del 2011, quando le nazioni interessate erano solo 7 rispetto alle 35 odierne ed è rappresentata da 50 combattenti e partecipa a tutte le discipline.
A castello di Santa Severa, sulla spianata dei Signori, è stato allestito per l’occasione un autentico accampamento storico per mostrare al pubblico un vero fabbro alla forgia da campo, le armi e le armature del tempo, il tiro con l’arco e poter assistere alle fasi di selezione per il Battle of the Nations, una competizione con vere armi, vere armature di ferro, e veri guerrieri in lotta. Lo svolgimento del mondiale è previsto nei prossimi mesi a Roma.