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Health (140)

Dallo scandalo del vaccino MPR (1989-1993) – con la retromarcia nipponica sulla obbligatorietà a causa degli eventi avversi – al recente scandalo del particolato inorganico estraneo nei vaccini (nanoparticelle)

Risponde l'ex capo del Dipartimento di Epidemiologia dell'Istituto di Salute Pubblica del Giappone
[...]

"Il dolore e la disperazione che vivono i genitori dei bambini vittime degli effetti collaterali, tormentano la loro intera vita"
[...]
Hiroko Mori, PhD

 

 

Alcune settimane fa (a fine dicembre 2016) – attraverso un mio lettore residente in Giappone e già membro di un corpo accademico, e che ci ha messi in contatto - ho intervistato a distanza la dottoressa Hiroko Mori. La Mori, che ha già compiuto ottantadue anni, è stata ricercatrice nipponica in campo medico (soprattutto nel campo della microbiologia, ricerca su virus e batteri, ma non solo), nonché ha ricoperto il delicato incarico di capo della Sezione Malattie Infettive dell'Istituto di Salute Pubblica del Giappone.

L'ho intervistata perché in merito alla vaccinoprofilassi mi sembrava corretto dare voce alla storia professionale di un addetto ai lavori – oggi in pensione - che considera i genitori dei protagonisti sempre attivi, chiamati ad essere responsabilmente vigili ed in prima linea, in merito alle scelte di cura mediche per i loro figli. Inoltre le "reazioni avverse" e gli "eventi avversi" ai vaccini (effetti indesiderati, nocivi, non voluti e con stretto oppure possibile ma non necessariamente esistente nesso causale con il farmaco), sono una realtà scientifica ben documentata da diversi decenni, con cui bisogna fare i conti nel campo della vaccinoprofilassi e della farmacovigilanza più in generale.
Le "reazioni avverse" e gli "eventi avversi" secondo taluni Autori e ricercatori medici non corrispondono e non vanno confusi con gli "effetti collaterali", legati invece alle proprietà farmacologiche del farmaco stesso somministrato in dosi normali ("side effects" in lingua inglese). Nell'intervista sono rimasto sul più generico e meno appropriato "side effects", cioè effetti secondari, collaterali, come conseguenza della vaccinazione, aventi però il carattere di "effetti avversi" ("adverse effects"). Questo lo preciso a scanso di equivoci. Del resto, la stessa italiana Legge n. 210/1992 che riconosce degli indennizzi, parla di "effetti collaterali derivanti dalle vaccinazioni stesse".

Il Giappone, fra i primi Paesi al mondo come qualità della vita, con eccellenti livelli di istruzione e con speranza di vita superiore alla media OCSE, assunse alcuni anni fa un atteggiamento di buon senso e di apertura ad istanze legali e sociali che qui in Europa, e soprattutto in Italia, sembrerebbero impensabili oggi, nell'attuale clima di allarmismo mediatico in tema vaccinazioni, sebbene anche in Giappone lo scontro fra due diverse concezioni sull'argomento sia stato, e sia tuttora, aspro e duro.

Nel 1992 la Corte Regionale di Tokyo (non la Corte Suprema), le associazioni dei consumatori e soprattutto le famiglie dei danneggiati con le loro azioni legali, misero il Governo centrale con le spalle al muro e di fronte alle proprie responsabilità, in tema di indennizzi per gli eventi e le reazioni avverse causate, i cui negativi effetti vennero riconosciuti in Tribunale (si parla di nesso causale), la cui possibilità e realtà non erano state dai medici sufficientemente illustrate in anticipo, con chiarezza, alle famiglie dei minori obbligate all'atto sanitario a cui erano state chiamate (scandalo del vaccino trivalente MPR - MMR nella sua sigla inglese - contro Morbillo-Parotite-Rosolia, avvenuto negli anni 1989-1993).

Da questo scandalo sanitario avvenuto in terra asiatica orientale, nacque nel 1994 una riformulazione del piano nazionale vaccini del Giappone: fu abolita l'obbligatorietà e furono introdotti programmi di vaccinazioni facoltative e di routine.

Noi in Italia abbiamo dovuto attendere il 1992 per avere una legge analoga che preveda una domanda di indennizzo da parte dei singoli cittadini, ed un riconoscimento economico dello Stato in caso di danno/complicanze di tipo irreversibile, a seguito di una vaccinazione ordinata per Legge/o comandata su ordinanza di autorità sanitaria (la nr. 210/1992 e s.m.i.).


Luca Scantamburlo: Dottoressa Hiroko Mori, può dirci qualcosa a proposito della sua carriera professionale in poche parole? Lei ha 85 anni, ho ragione? E Lei, è ora in pensione? La sua pregressa posizione nelle Istituzioni nazionali di Salute del Giappone, e la sua specializzazione come medico. Come dottore in medicina con molti anni di esperienza, Lei ha un punto di vista originale ed importante, perché ha lavorato per decadi in Giappone, dai tempi difficili della Seconda Guerra mondiale sino ai tempi presenti, e può giudicare meglio di altri medici la nuova situazione dal punto di vista epidemiologico, e l'aggressiva campagna di vaccinazione portata avanti da Big Pharma e da alcuni nuclei presenti all'interno di istituzioni di salute pubblica, e presenti in circoli politici di alto livello, in tutto il mondo, che vogliono incrementare il numero di dosi/richiami da inoculare ai bambini ed agli infanti, sin dai primi mesi di vita.

Hiroko Mori, PhD: È con piacere che rispondo a questa tua intervista scritta e tenterò di esprimere i miei punti di vista il più chiaramente possibile. È stata davvero una grande sorpresa per me ricevere un invito da una persona come te, così lontana, al di là del mare, ma condividerò con te le universali ed inflessibili preoccupazioni genitoriali in merito alla sicurezza e salute dei loro bambini.

Innanzi tutto sono nata nel 1934 ed ho portato avanti la mia carriera professionale come ricercatrice medica nel campo delle malattie infettive. Ho ottenuto il mio dottorato di ricerca (PhD) in microbiologia (virus e batteri) nel 1964. Sebbene io sia un medico, non ho mai lavorato su casi clinici, il che sembra ovviamente una cosa piuttosto eccezionale. Dapprima lavorai all'Istituto di Ricerca sul Cancro di Nagoya, nella Prefettura di Aichi, e terminai la mia carriera governativa come Capo del Dipartimento di Epidemiologia, Malattie Infettive, dell'Istituto di Salute Pubblica. La ragione per cui lasciai il mio incarico governativo fu a causa dei dubbi che nutrivo contro l'attitudine governativa assunta nei confronti dell'amministrazione della salute pubblica.

La mia attenzione è stata rivolta alla politica del Ministero giapponese del Welfare, della Sanità e del Lavoro, e mi sono impegnata per divulgare le mie preoccupazioni e punti di vista sulle vaccinazioni e sulla discutibile politica assunta dal Governo.


1) L.S.: Il confronto dei rischi fra gli effetti secondari delle vaccinazioni e che cosa accade se i bambini sono infettati naturalmente con la malattia, particolarmente i casi in cui i bambini possono essere infettati naturalmente dal morbillo, dalla rosolia, dalla parotite epidemica…. Ect

2) Le vostre parole pubblicate su The Japan Times, “il diritto a scegliere [le vaccinazioni] dovrebbe essere riconosciuto come un fondamentale diritto umano„ per i genitori, suppongo che tocchiate un argomento sensibile e bioetico, una questione bioetica, che interessa il consenso informato del paziente, già riconosciuto in Europa dalla Convenzione di Oviedo; essere informato dei possibili effetti secondari è inoltre importante, per i nuovi genitori, ma quest'ultimi non sono spesso bene informati dai medici sugli effetti secondari; questi negativi effetti collaterali [è più corretta l'espressione "reazioni avverse", ndr], sono sempre possibili ed in alcuni casi, anche mortali; potete commentare ancora per noi la vostra dichiarazione e fornirci alcuni esempi in proposito?

3) Il fatto che tutti i vaccini siano facoltativi in Giappone. Nessuno è richiesto per la frequenza scolastica. Anche attualmente c'è in Giappone la medesima situazione od essi nel frattempo sono diventati obbligatori per la frequenza scolastica?


H.M: Naturalmente, la mia discussione è pricipalmente basata sulle circostanze disponibili in Paesi avanzati dal punto di vista sanitario, specialmente mi riferisco alle condizioni di salute nel Giappone. I rischi degli effetti collaterali sono molto più seri e spiacevoli quando avvengono a seguito della inoculazione, piuttosto dei rischi che corrono i bambini quando vengono infettati naturalmente. La maggior parte o persino tutte le malattie infettive quali il morbillo, rosolia e parotite epidemica, possono essere vinte naturalmente dai bambini, nelle situazioni in gli stessi siano in buone condizioni di salute. Il dolore e la disperazione che vivono i genitori dei bambini vittime degli effetti collaterali, tormentano la loro intera vita. Se i genitori sono sicuri che la vaccinazione sia necessaria, non negherei la loro convinzione, ma se un qualunque genitore avesse un dubbio sulle vaccinazioni, alla luce di vari effetti collaterali, gravi, riferiti, voglio sottolineare che essi hanno il diritto di dire No.

Come ho già dichiarato sopra, ai genitori dovrebbe essere consentito scegliere, sia nel caso intendano vaccinare sia nel caso non abbiano questa intenzione. In Giappone tutte le vaccinazioni sono facoltative, ed alcune sono classificate come di routine. Sì, c'è un atmosfera dominante in tutto il Giappone creata dagli Istituti di Salute pubblica, dai medici, dai membri del business farmaceutico, secondo la quale le vaccinazioni dovrebbero essere ampiamente accettate per mantenere buona la salute pubblica. Le madri si sentono gravemente isolate ed incolpate se scelgono di non fare vaccinare il loro bambino durante la crescita, come raccomandato, all'inizio della scuola materna, ecc. Anche gli anziani sono costretti a sentirsi piuttosto colpevoli, quando vedono alla televisione pubblicità progettate in modo persuasivo e con stelle del cinema, se non assumono i vaccini come quelli contro l'influenza e la polmonite. Credo che quanto sopra abbia risposto collettivamente alle tue prime tre domande.


4) L.S.: Le morti degli infanti di 1 anno di età, sono diminuite nel 2013 da 205.000, dato del 1947, a 2.200. Credete che la migliore nutrizione, le migliori condizioni igieniche sviluppate nel mondo occidentale e nel Giappone, siano stati fattori chiave per questi numeri? Sono interessato a capire meglio, quale fu il ruolo svolto dai programmi di vaccinazione in tutto il mondo?

H.M.: Credo inoltre che i bambini che crescono in ambienti estremamente difficili dal punto di vista sanitario e nutrizionale, potrebbero avere una migliore probabilità di sopravvivenza attraverso i mezzi offerti dalle vaccinazioni. Gli effetti positivi possono ben superare i rischi degli effetti secondari (collaterali). Tuttavia, il Giappone come pure la maggior parte delle nazioni sviluppate nel mondo, hanno da tempo vinto l'ampia diffusione delle malattie infettive mortali. Se qualcuno sta viaggiando oltremare dove ci sono rischi predominanti di infezione epidemica, vaccinazioni contro malattie specifiche saranno necessarie. Nel Giappone come pure nel vostro Paese, non ci sono più alcune malattie infettive mortali che minacciano le nostre vite immediatamente, nella nostra vita quotidiana. La vaccinazione ha avuto un ruolo necessario soltanto quando la nostra condizione di vita molto era molto meno avanzata.


5) L.S.: Che cosa accadde nel Giappone quando l'Istituto Nazionale di Salute (o il Ministero della Salute, mi corregga se sbaglio) introdusse il vaccino MMR (contro morbillo, parotite epidemica e rosolia) nel 1989? Potete dirci perché è stato costretto a eliminarli dagli scaffali 4 anni più tardi? Che cosa può dirci delle circa 2000 persone che accusarono effetti secondari, fra i quali la meningite asettica. E poi c'è la Legge Preventiva delle vaccinazioni del 1994, con i Legislatori che decisero di riclassificare la vaccinazione: ora esse sono di routine e facoltative?

H.M.: Il nostro istituto governativo incaricato per tutelare la salute è chiamato Ministero della Sanità, del Lavoro e del Benessere. Non appena il vaccino MMR è stato introdotto nel 1989, sono stati riferiti molti seri casi di effetti collaterali che condussero alla meningite asettica. A quel tempo, la vaccinazione era obbligatoria. Ci vollero 4 anni affinchè il MHLW [sigla che sta per Ministero della Salute, Lavoro e Benessere, Ministry of Health, Labour and Welfare, ndr]riclassificasse questa vaccinazione da obbligatoria a vaccinazione di routine (per esempio facoltativa). Inoltre cessarono [la vaccinazione contro, ndr] la parotite epidemica [cioè gli orecchioni, ndr] ed attualmente l'MMR è stato cambiato in MR. La categoria di ROUTINE significa che [la vaccinazione, ndr] è gratuita (il costo è coperto dal Governo) ed anche il momento [l'età in cui si vaccina, ndr] è assegnato. Tutti i vaccini per gli infanti, compreso l'MR, sono classificati come di routine.

La categoria FACOLTATIVA si riferisce alle vaccinazioni per le quali i destinatari [cioè gli utenti del servizio sanitario giapponese, ndr] devono pagare, ad esempio quella contro l'influenza. Ovviamente né quelle di routine né quelle opzionali (facoltative) sono obbligatorie, ma molti Giapponesi, sia giovani sia anziani, sono portati a pensare che sia un obbligo pubblico assumere le vaccinazioni raccomandate sebbene la consapevolezza degli effetti secondari, come pure il reale scarso effetto rispetto a quanto annunciato al momento dell'inoculazione, stia incrementando.



6) L.S.: “i bambini stanno perdendo la loro capacità di guarire naturalmente„ avete detto a The Japan Times: non vi opponete al programma di vaccinazione, ma siete d'accordo con me se dico che la vaccinazione è soltanto uno strumento medico, che i medici possono utilizzare, ma che dovrebbero usare con molta attenzione e sarebbe meglio condurre alcuni analisi ed esami per identificare eventuali allergie, prima?

H.M.: Credo che i bambini dovrebbero essere cresciuti affinché possano sviluppare la loro propria immunizzazione, per fare fronte alle malattie infettive, esponendosi all'ambiente naturale, se la società è ben sviluppata in termini di igiene pubblica. Che cosa desidero precisare in termini di allergie, è la possibilità che molte delle allergie riscontrate attualmente, potrebbero originariamente essere causate dalla immunizzazione artificiale creata, avvenuta fra molti altri fattori quali quello dell'inquinamento ambientale, ecc


7) L.S.: Siete d'accordo con me se dico che ci sono altre linee di difesa importanti per il corpo umano, per evitare le malattie e le infezioni letali causati dal virus e dai batteri? È vero che nel passato (secolo scorso), il tasso di malattie stava cadendo anche prima dell'introduzione dei programmi di vaccinazioni?

H.M.: Ci sono effettivamente alcune malattie abbastanza letali, che devono ancora essere vinte dalla umanità, ma non credo che la vaccinazione ed il farmaco siano la migliore soluzione per la salute. L'umanità è sopravvissuta finora senza cedere alla estinzione, e deve pertanto avere alcune forze fisiche di base con cui affronta la maggior parte delle malattie. Tuttavia, devo dire che alcune popolazioni che si trovano in un ambiente difficile ed altamente avverso, necessitano della vaccinazione per diminuire l'impatto mortale che i virus hanno sulle loro condizioni fisiche sfavorevoli.


8) L.S.: Siete d'accordo con me se dico che vi sia un pericolo reale nell'approntare una campagna di vaccinazione di massa per la comunità infantile, contro un malattia con virus a RNA, perché questo genere di virus (con la struttura a RNA, come morbillo ed influenza) può cambiare più velocemente di quanto un virus a DNA faccia, cioè che un RNA può geneticamente subire una mutazione in una nuova forma più aggressiva se attaccato?

H.M.: È ovvio che il virus a RNA continui a mutare in natura senza cause esterne. Tuttavia, non sono sicura circa l'impatto esatto dei vaccini sullo [virus a, ndr] RNA.

9) L.S. Siete al corrente che alcuni ricercatori - anche qui in Italia, per esempio il dr.. Stefano Montanari e sua moglie, la d.ssa Antonietta Gatti – hanno scoperto che alcuni vaccini hanno metalli non elencati nelle loro relazioni tecniche allegate [nei loro foglietti illustrativi, chiamati volgarmente "bugiardini", ndr]? I vaccini analizzati dagli scienziati italiani (un campione di 28 di loro), avevano nano-particelle di acciaio, titanio, ferro, cromo, zinco, tungsteno, silicio, ect… I due ricercatori italiani hanno analizzato il contenuto dei 28 vaccini più ampiamente usati in Italia, con analisi di microscopia elettronica. Queste nano-particelle metalliche sono naturalmente impurità metalliche, probabilmente dovute ai processi di produzione differenti che richiedono miglioramenti e protocolli di sicurezza aggiuntivi.

H.M.: Non mi sono imbattuta sinora in questa particolare informazione. Prenderò del tempo per leggerla quando mi riprenderò dal mio viaggio attorno al mondo, da cui sono tornata appena una settimana fa.


Hiroko Mori, Ph.D.

APPROFONDIMENTI

La dottoressa Hiroko Mori ha poi concluso la sua risposta alla mia intervista dicendomi che un suo amico, con una buona padronanza della lingua inglese, l'ha gentilmente aiutata a rispondere alle mie domande, in particolare nella traduzione dall'inglese al giapponese e viceversa, essendo trascorsi oramai 25 anni dall'ultima volta che l'aveva usato durante i suoi studi.

© Luca Scantamburlo, febbraio 2017

socio Free Lance International Press (Roma)

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© L. Scantamburlo, Febr. 2017. Reproduced by permission.

 

Esistono 4300 specie di mammiferi sulla terra, ogni specie ha il suo latte specifico. Una volta svezzato nessun mammifero consuma latte. Noi umani continuiamo a succhiare le mammelle degli animali per tutta la vita. E’ come prendere una madre umana, strapparle il bambino,  rendere il suo latte con la forza e lasciala piangere.

Se gli stessi vitelli non dipendono più dalla loro madre per la loro crescita e per il calcio dopo lo svezzamento, perché l’uomo esige il latte della mucca? Per le lobby casearie l’uomo non deve mai essere svezzato, anche se il latte non è un alimento per adulti, né è un alimento perfetto e la pastorizzazione lo rende ancora peggiore. Cinesi, indiani d’America, tribù africane, asiatiche, polinesiane ecc. non bevono mai latte dopo lo svezzamento. Il fatto che il 90% della popolazione umana sia intollerante al lattosio indica chiaramente che la natura non ha previsto sia un alimento per gli umani.

Il latte non è un cibo per gli uomini, se lo consumi preparati alle seguenti malattie o disturbi: catarro, febbre da fieno, asma, bronchite, raffreddore, rinorrea, vista debole, cataratta, obesità, otite, mal di testa, dispepsia, allergia, dissenteria, palpitazioni, malattie, cardiache, angina, calcoli renali, artrite, spondiliti, tumori e soprattutto cancro, rinorrea, otite, tosse, raffreddore, adenoidi del naso, acne, foruncoli, tonsilliti, febbri occasionali, stitichezza, debolezza, anemia, obesità e molte altre.

Il latte vaccino contiene tre volte più proteine e quasi 4 volte più calcio del latte umano ed è fatto per far crescere rapidamente un animale dalle ossa enormi e 4 stomaci; per alimentare un vitello che da 40 kg alla nascita raggiunge il peso di 900 kg in due anni. Inoltre contiene steroidi ed ormoni per la crescita veloce. Gli animali la cui dieta è ricca di proteine sviluppano prima ma muoiono anche prima.

Il lavoro pesante richiede più carboidrati non proteine. Il latte vaccino ha la metà dei carboidrati del latte umano. Ha 6 volte più fosforo, 3 volte più sodio che creano eccessi di sostanze di rifiuto nel corpo. Il vitello prende tutte le proteine dall’erba. Da dove prende il calcio il vitello i cui bisogni sono molto più alti dell’uomo? L’eccesso di calcio nell’uomo si

deposita nelle articolazioni, nelle arterie o viene espulso sovraccaricando gli organi escretori.

Quando l’organismo è in stato di acidosi il calcio viene utilizzato per neutralizzare gli acidi. Il latte ed i prodotti animali sono cibi altamente acidificanti e sono una delle cause maggiori di osteoporosi. Più proteine si assumono più calcio si perde. Una dieta iperproteica non è solo la causa dell’osteoporosi ma anche delle maggiori cause di cancri, tumori, malattie renali, ecc.

Le parti indigeste delle proteine del latte vanno in putrefazione e generano ammoniaca ed altre tossine che si depositano nel sangue; quando il fegato è sovraccaricato generano il terreno adatto alla crescita cancerosa. L’eccesso di proteine porta via dal corpo minerali importanti come calcio, zinco, fosforo e magnesio. Mangiare più proteine del necessario causa acidità, tossiemia, purine, artriti, arteriosclerosi, malattie del cuore, schizofrenia, cancro.

La necessità proteica di un organismo è direttamente proporzionale alla velocità di crescita. Nel latte umano il contenuto di proteine diminuisce gradualmente dalla nascita adattandosi alla crescita sempre più lenta del corpo del bambino: inizia con 2% di proteine alla nascita per alare all1,2% e fermarsi alla fine dell’8^ settimana; in seguito si stabilizza intorno all’1%. Quindi la media in percentuale proteica del latte umano, in cui la crescita del corpo e del cervello sono più veloci, è del 1,4% di proteine.

Le scimmie, notevolmente più forti degli esseri umani vivono con una percentuale proteica che va da 0,2 a 2%.

Il rapporto calcio/fosforo nel latte umano è circa 2 a 1; nel latte vaccino è 1 a 1. E solo i cibi con un rapporto calcio/fosforo di 2 a 1, o più, possono essere utilizzati come fonte principale di calcio. Nessun latte animale ha questo rapporto, perciò nell’uomo non avviene nessun assimilazione di calcio (dr. Frank Oski, pediatra, New York). A causa dell’eccessiva presenza di calcio e degli ormoni animali, gli alti livelli di calcio del latte vaccino possono sconvolgere i livelli di calcio e fosforo nel corpo umano.

La caseina, la proteina del latte, è la base delle più potenti colle usate per incollare i legni delle navi, coagula nello stomaco, forma dei grumi grandi, duri, densi e difficili da digerire, adatti ai 4 stomaci dell’apparato digerente della mucca.

Il latte vaccino produce più muco di qualsiasi altro cibo, spesso, denso e appiccicoso, irrita l’intero apparato respiratorio, ostacola gli scambi dei fluidi, le capacità eliminative e favorisce malanni; la caseina è il principale fattore che scatena i problemi della tiroide.

Dal momento in cui il bambino mette i denti inizia a consumare cibi solidi.

La caseina, scissa dall’enzima rennina, è assente nello stomaco degli adulti. Dopo lo vezzamento, il corpo del bambino, da 2 a 4, non produce più la lattasi, l’enzima per scindere il lattosio. Il fegato, particolarmente coinvolto nella digestione del latte, nel bambino è tre volte più grosso che nell’adulto. Il bambino ha un ingrossamento marcato del fegato a causa dell’eccessivo carico di grasso e proteine e talvolta c’è un ingrossamento del cuore probabilmente causato da riduzione di sodio nel sangue.

Al latte manca ferro, molte vitamine, minerali e gli Omega 3; il bambino che dipende solo dal latte risulta fortemente anemico. Dice il Dr. Nand Kishore Sharm: “Ho curato e intervistato molti santoni che hanno vissuto esclusivamente con il latte, erano fortemente stitici e di solito sono morti di cancro, artrite o infarto, i denti e le gengive erano assolutamente in cattivo stato e l’apparato digerente era molto debole, la maggiore parte aveva grandi calcoli renali ed ingrossamenti della prostata e la loro vecchiaia era stata terribilmente infelice”.

Con il latte vaccino si assume un gran quantità di fosforo che nel bambino può causare convulsioni. Il latte animale provoca anemia perché privo di ferro. Ci sono doversi vegetali che contengono il doppio in ferro e calcio organico: cavolo, verza rossa, sedano, spinaci, lattuga, ravanello, pomodori, rape, crescione; tutte le noci e la frutta contengono 3 volte più calcio del latte, assimilabile al 100%.

I bambini odiano spontaneamente il latte, ma i genitori non lasciano mai che i loro figli seguano gli istinti naturali. Nei bambini che usano troppo latte si sono notati i seguenti insoliti comportamenti: atteggiamento asociale e aggressivo e spesso violenza, autolesionismo, comportamento distruttivo e vendicativo, urla incessanti, carattere incontrollabile, tosse perenne e naso gocciolante. Il comportamento diventa normale dopo una settimana dalla rimozione dei latticini.

Il latte animale non è fatto per il cervello umano. Il latte umano contiene 3 volte più lecitina e il doppio dello zucchero del latte di mucca. Il cervello umano alla nascita è proporzionalmente più grande di qualsiasi altra specie animale e si sviluppa più velocemente. Il latte fa crescere il corpo rapidamente ma ostacola lo sviluppo delle facoltà mentali. Nei test psichici l’intelligenza dei ragazzi alimentati con latte di mucca è inferiore rispetto a quelli che non ne bevono o ne bevono poco. Gli ormoni della crescita contenuti nei latti animali fanno crescere anche fibromi,

sarcomi, cancri.

Legumi, cereali, tabacco, caffè, bibite industriai, sale, zucchero, antiacidi, mancanza di sole ecc. sono la maggiore causa di osteoporosi.

Il latte pastorizzato è un sudiciume batterico: un cibo morto e come tale non può dare la vita. La pastorizzazione serve a prevenire la fermentazione non ad aumentare il suo valore alimentare. La pastorizzazione distrugge sia i batteri buoni sia quelli cattivi. I batteri iniziano a svilupparsi a dismisura perché i batteri uccisi restano nel latte, si decompongono e producono tossine. I vitelli allevati con latte pastorizzato sono morti prima della maturità in 9 casi su 10. La pastorizzazione non ha alcun effetto sul bacillo della tubercolosi e del tifo, mentre sono presenti i bacilli di Welch e gli streptococchi.

Con la pastorizzazione gli enzimi e le vitamine A e C ed il complesso B sono distrutte; il calcio ed il fosforo sono resi inutilizzabili; la digeribilità rovinata; il valore delle proteine fortemente ridotto; lo zucchero agglutinato; i minerali resi insolubili. I bambini allevati con latte pastorizzato non hanno alcuna resistenza a tutte le malattie infettive. Il latte pastorizzato è la causa principale della perdita di denti e di acidosi.

Il latte non si combina bene con nessun’altro cibo per il suo alto contenuto di grasso che quando raggiunge lo stomaco coagula, per questo la natura ha previsto che nei primi mesi di vita il cucciolo consumi solo il latte.

Perché non si usa riscaldare il latte umano? Perché in questo caso le proprietà nutritive verrebbero distrutte.

Lo yogurt differisce dal latte solo per la digeribilità; provoca maggiore formazione di muco dello stesso latte; ostruisce l’intestino e i vasi sanguigni interrompendo la circolazione del sangue e l’assimilazione dei nutrienti. Favorisce i dolori reumatici, artriti, stipsi, raffreddore, tosse e tutti i catarri e le malattie dell’apparato respiratorio.

Subito dopo la mungitura i batteri nel latte sono circa 900 per cc, dopo 24 ore sono circa 58 milioni. Più si spremono le mammelle e più le ghiandole mammarie saranno stimolate a produrre latte. Vi sono tribù africane in cui le donne possono allattare fino a 10 bambini per volta e il periodo di allattazione continua anche per 10-12 anni.

Il latte può essere considerato un cibo utile alla sopravvivenza, ma con molte malattie. Le persone che fanno abuso di latticini sono molto più predisposti al cancro.

Il latte contiene ormoni secreti dalla tiroide, quando la crescita umana è completata questi ormoni continuano a stimolare la crescita anormale che è la principale causa dello sviluppo del cancro. La maggior parte delle persone che hanno un cancro sono anche affette da stitichezza cronica.

Ippocrate e Galeno consentivano l’uso del latte solo a scopo medicinale. Il medico Pantaleone da Confienza nel 15° secolo dice: “Il latte è consigliabile solo alle persone che godono di perfetta salute e con molte precauzioni: dovrà essere di bestia sana, di buona qualità e appena munto; lo si berrà ad ogni caso, a digiuno, ad almeno tre ore dai pasti e astenendosi poi dall’esercizio di attività fisiche impegnative” “Se sei determinato a continuare ad usare i derivati del latte non potrai mai sfuggire alle sue conseguenze. Durante la mia attività ho salvato migliaia di bambini e ragazzi che erano afflitti da queste malattie eliminando il latte dalla loro dieta”.

(Spunti tratti dal testo del Dr. Nand Kishore Sharm Latte, un omicida silenzioso: in India è la più importante autorità sul cancro nell’ambito della Medicina Naturale; ha trattato e curato parecchie migliaia di casi di cancro e molte altre terribili malattie; ha allevato due figli senza latte animale, senza vaccinazioni e senza malattie infantili).

Nessuna generazione preceduta è stata colpita da tante patologie come l’attuale. Sembra che più passa il tempo e più sia precaria la salute umana.
Oggi 1000 nuovi casi di tumore si registrano ogni giorno solo in Italia: complessivamente è vittima di 4000 diverse malattie. Antichi testi induisti dicono che prima che il popolo si nutrisse di carne vi erano solo 2 malattie, dopo ne scoppiarono 78. Il grande medico Ippocrate a suo  tempo ne contava una cinquantina, alcuni secoli dopo Galeno ne annoverava 150.

Non vi è trasmissione televisiva in cui non si parli di alimentazione e malattie, in cui si esaltano i progressi della scienza nel combatterle, vantando nuovi ritrovati sempre più efficienti che consentono cure sempre più efficaci, ma mai risolutive. La scienza medica essenzialmente  sintomatologica continua ciecamente a concentrarsi sulle capacità dei farmaci di arginare gli effetti prodotti, ma non indaga sulle cause che determinano le malattie: farmaci che facessero guarire dalle malattie farebbero fallire le industrie mediche e renderebbero inutili gli istituti di ricerca e gli stessi operatori sanitari. Un operaio che guadagna riparando calzature l’ultima cosa che aspirerebbe sarebbe quella dell’invenzione di calzature che non si logorano.

Da dove vengono le malattie? Perché gli animali che vivono in natura non si ammalano quasi mai, mentre l’essere umano, raramente gode ottima salute? Molto probabilmente perche vive contro natura, si nutre di alimenti privi o scarsi di sostanze necessarie al suo organismo.

Se si immagina riunita tutta la massa umana in una grande vallata, un numero impressionante di questa avrà difficoltà a muoversi, a correre; mentre tutti i rappresentanti di un’uguale massa di qualunque specie si muoverà veloce, agile, spedita, piena di energia e di vita.

La mia ipotesi in fatto di malattie umane è semplice: se una macchina ha i componenti adatti a funzionare con un suo specifico carburante, se questo non è quello previsto sarà inevitabilmente destinata a funzionare male, ad aver bisogno di interventi di riparazione e a durare meno del tempo previsto. Allo stesso modo, se la “macchina” umana è stata progettata per utilizzare come “carburante” alimenti vivi e genuini, cioè frutta, verdura e semi e a respirare aria salubre, bere acqua pulita e praticare il necessario movimento; se questo viene a mancare è facile dedurre che la nostra “macchina” non può funzionare a dovere, sarà soggetta a continue riparazioni e questo compromette le sue difese immunitarie, e quindi l’organismo resta preda di qualunque attacco batterico o virale che si manifesterà colpendo la parte  geneticamente più debole: l’identico meccanismo di un palloncino gonfiato fino a scoppiare, la crepa si manifesterà nel punto più debole della sua struttura.

Se la causa della malattia è l’accumulo di tossine nell’organismo con il conseguente indebolimento delle difese immunitarie per un’innaturale stile di vita ed un’alimentazione inadatta, dannosa e priva di nutrienti necessari, la strategia per recuperare la salute non può che essere il rafforzamento del sistema immunitario attraverso un corretto stile vi vita, un’alimentazione adatta alla nostra “macchina”, il movimento, l’aria buona, acqua pulita e serenità d’animo.

In sostanza il segreto per debellare ogni malattia conosciuta è: dare al nostro organismo il “carburante” necessario, stabilito dalla natura. Da notare che tra gli animali carnivori si registrano più tumori che negli erbivori, a conferma che la carne fa male anche ai carnivori. Non un solo
beneficio può essere attribuito alla carne, mentre non vi è aspetto nutrizionale, protettivo, antiossidante di cui non sia dotato il mondo vegetale, esente, tra l’altro, da sostanze mutagene.

 Un singolo alimento (frutto, seme o pianta di qualsiasi natura esso sia) può essere considerato adatto alla nostra alimentazione solo se può costituire (per noi umani/frugivori) un pasto completo fino a saziarci. Per esempio cipolla, aglio, peperoncino, melanzane, patate, funghi o una qualunque spezia (basilico, prezzemolo, rosmarino ecc.) consumati crudi e fino a saziarci non può che causare seri problemi alla salute; solo utilizzandoli in piccole dosi l’organismo è in grado di neutralizzare in parte i loro effetti negativi, ma restano sempre sostanze più o meno tossiche e quindi non proprio adatte alla nostra dieta. Se un determinato alimento deve essere necessariamente cotto per essere reso commestibile allora non era destinato dalla natura a nutrirci. Per questo è opportuno limitare il più possibile i cibi cotti. Non che una specie animale sia destinata, fin dalla sua comparsa, a nutrirsi eternamente allo stesso modo, ma da 15 milioni di anni il nostro patrimonio genetico è rimasto inalterato.

E’ opinione abbastanza diffusa che alcune sostanze siano utili in piccole dosi e dannose in dosi massicce, come i medicinali, il caffè, l’alcol, lo zucchero, la carne (della quale viene sempre raccomandato un consumo moderato dagli stessi venditori), i formaggi, le uova, il pesce, tutti i prodotti raffinati ecc..

A mio avviso una qualunque sostanza, alimentare e non, se è nociva in grandi quantità lo è anche in piccole dosi; anche se in quest’ultimo caso gli effetti sull’organismo non sono immediatamente avvertibili, ma accumulandosi nel tempo danno sicuramente i loro effetti negativi.

Per esempio, ogni sostanza chimica di un farmaco induce l’organismo ad una particolare reazione di difesa, spesso scambiata come evento terapeutico.

Si dice che anche l’acqua nelle giuste quantità è indispensabile alla vita di un organismo ma in quantità eccessive può essere nociva. E’ vero. Ma le quantità devono essere compatibili con organismo che riceve gli alimenti nella giusta misura che sazia, non che lo affoga. L’invito dei nutrizionisti di limitare la carne a due volte a settimana fa capire chiaramente che una quantità superiore è dannosa.

L’organismo, in perfetta salute, alle prese con quantitativi modesti di una sostanza nociva, sarà forse in grado di neutralizzare gli effetti negativi, e questo dipende anche dalla frequenza in cui vengono assunte le modeste quantità di quella sostanza. Ma se la sommatoria dei singoli componenti di una sostanza nociva per l’organismo fanno male, il singolo componente non può far bene. Se dieci sigarette fanno male una sola sigaretta farà meno male ma non si può dire che faccia bene.

Se magio una pesca farà sicuramente bene alla mia salute ma se ne mangio fino a saziarmi farà ancora meglio. Lo stesso meccanismo non è riscontrabile con alimenti di derivazione animale. Se mangiare una  bistecca al giorno fa male, mangiarne tre farà sicuramente peggio. Se mangiare un uovo al giorno fa poco male, mangiarne tre non può che essere dannoso. Se mangiare un etto di formaggio al giorno è pericoloso per la salute, mangiarne tre sarà sicuramente nocivo. Se bevo un bicchiere di vino o di coca cola al giorno fa male, berne 2 litri non può far bene. Se prendere un’aspirina al giorno fa male prenderne dieci non farà certo bene alla nostra salute.

Il sapore di un alimento è solo uno dei fattori determinanti nella scelta degli alimenti, ma non l’unico ( il fetore serve a tenerci lontani da certi alimenti). Un alimento per essere compatibile con la nostra fisiologia
dovrebbe rispondere ai seguenti requisiti:

1: essere esteticamente attraente, appetibile, desiderabile

2: avere un buon profumo

3: essere commestibile da crudo, gradevole e gustoso

4: essere facilmente digeribile e assimilabile

5: avere il giusto equilibrio dei nutrienti

6: essere compatibile con la fisiologia umana

7: non contenere residui chimici né adulterazioni

8: non generare patologie

9: non essere facilmente deperibile

10: non causare danni all’ecosistema

11:essere economicamente conveniente

12: essere un alimento necessario e apportare benefici al nostro organismo

13: essere eticamente compatibile.

Noi umani abbiamo perso l’istinto/guida nella scelta dei cibi (che gli animali posseggono) che deve essere supportato dalla conoscenza, dal raziocinio, dal buon senso. Il dilemma da sempre è: mangiare ciò che piace, ciò che fa bene o ciò che è giusto?

La prima fase dell’umanità, in fatto alimentare, è stata caratterizzata dall’istinto guidato dall’attrazione del colore, comprovato poi dal gusto fornito da quell’alimento; la seconda fase, più recente, (in virtù della ragione e dalla conoscenza scientifica dei componenti nutrizionali) è caratterizzata da ciò che fa bene o che può essere utile alla nostra salute; il terzo stadio è e sarà caratterizzato dall’alimentazione etica, da ciò che è giusto mangiare (non disgiunto da ciò che serve a dare al nostro organismo gli opportuni nutrienti) ma soprattutto è e sarà il frutto della volontà e della nuova coscienza umana più matura e sensibile verso un sistema alimentare compatibile con la civiltà a cui l’umanità è inevitabilmente protesa.

Quando in televisione si parla di alimentazione non convenzionale, esperto di turno è l’onnipresente professor Calabrese il quale, sentendosi depositario della verità scientifica in fatto nutrizionale, usa trattare con
sufficienza, se non commiserazione, ogni interlocutore che non preveda nella sua dieta l’illuminante formula “Mangiare un po’ di tutto”. Quel mangiare un pò di tutto che già fanno tutti, da sempre, e che è stato ed è la rovina fisica, mentale e morale della specie umana. Occorre si mangiare un pò di tutto, ma di tutto ciò che è compatibile con la nostra natura.

Per il prof Calabrese le argomentazioni che non siano figlie della scienza ufficiale sono esternazioni improvvisate senza alcun valore, non degne di considerazione: di persone che parlano di problemi di cui non  hanno conoscenza.

Ma da dove viene il sapere del prof Calabrese se non dalla medesima procedura di molti che, senza cercare riconoscimenti ufficiali, cercano, nella letteratura di scienziati e ricercatori indipendenti, i meccanismi della vera salute? Ma probabilmente il professore Calabrese snobba l’immensa letteratura dell’igienismo scientifico che ha come rappresentanti gente dal calibro di H. Shelton, B. Benner, H. Diamond, M.C. Latham, H.  Chittenden, A. D’Elia, L. Costacurta, G. Tallarico, A.I.Mosseri, B. Commoner ecc. Tilden, Trall, Bircher ecc.

“Chi non prevede prodotti animali nella dieta diffonde concetti pericolosi per la salute delle persone”. Noi riteniamo che l’alimentazione carnea appartiene all’era dell’uomo delle caverne, a contesti naturali non più
giustificabili. Pericolosi quanto irresponsabili sono invece gli inviti a consumare prodotti di cui è ampiamente dimostrata la dannosità per la salute umana. Un genitore ragionevole, informato, che ama i propri figli non dà da mangiare animali ai suoi bambini.

A quale scienza si appella il prof calabrese? Alla scienza che fino al secolo scorso proibiva alla gente il consumo di frutta e verdura cruda ritenendola causa di malattie? Alla scienza della FDA che negli anni 70  prevedeva 300 grammi di proteine al giorno e che negli anni 80 erano calate a 250, negli anni 90 a 200, nel 2000 erano state ulteriormente decurtate a 150 e portate attualmente a 75? Alla scienza   dell’alimentazione onnivora che ha prodotto più morti di tutte le guerre che ci hanno preceduto? Alla scienza che va avanti per tentativi e che quello che oggi afferma domani smentisce? Alla scienza degli ospedali e delle cliniche che come in gironi danteschi traboccano di gente in cerca di cure? (non c’è mai stata una generazione più ammalata dell’attuale, più precaria nella salute, più bisognosa di assistenza sanitaria). Alla scienza che assorbe sostanze economiche ed umane inimmaginabili e che non è in grado di debellare il raffreddore e assiste impotente ai mille casi di tumore che si aggiungono ogni giorno solo in Italia? Alla scienza che tramite la vergogna della pratica vivisettoria cerca nelle viscere dei topi la soluzione alle malattie umane e che col Talidomite fu la causa di diecimila bambini focomelici?

Che razza di scienza è quella medica che sa tutto di malattia e nulla di salute? Che parla di calorie, proteine e grassi e mai di digeribilità e assimilabilità degli alimenti o di impatto acidificante o di leucocitosi  digestiva, che calcola al grammo i nutrienti e trascura l’unicità dell’entità umana?

C’è una scienza più alta, più profonda e più vasta della scienza nutrizionale convenzionale: quella immutabile, perfetta che viene dall’ordine naturale delle cose, di Madre Natura che ha stabilito per ogni organismo vivente un suo alimento elettivo. La scienza che attraverso l’anatomia comparata, la fisiologia, l’istintologia, l’immunologia ci fa capire che il “carburante” elettivo per la specie umana frugivora non sono prodotti di derivazione animale ma i frutti, i germogli, i semi, le radici.
Se fossimo onnivori la natura ci avrebbe fornito gli strumenti necessari a mangiare anche la carne, come gli animali onnivori.

Ma il professore se la ride di ogni pensiero che non derivi dalla “bibbia” della scienza ufficiale, e con sufficienza e patetico tono paternalistico sembra dire ai vari presentatori “Fatemi interloquire con chi è  scientificamente preparato”, come se ogni altra visione delle cose non fosse degna di considerazione: posizione che ci relegherebbe ancora all’era tolemaica. E’ stata la falsa sacralità della intoccabile cultura scientifica dominante ad impedire l’evoluzione della vera conoscenza delle cose.

Il professore parla di proteine nobili in un linguaggio ancora ottocentesco. Possono essere considerate nobili le proteine che derivano da un cadavere in via di decomposizione perché contengono gli aminoacidi necessari a formare le proteine? L’identico processo si attua combinando cereali e legumi senza gli effetti nocivi e spesso letali delle proteine animali. In ogni modo siamo disponibili a confrontare lo stato di salute dei suoi pazienti con quello dei nostri associati vegan, poi vedremo da che parte stanno le carenze di cui il prof avverte dei pericoli.

Negli ultimi tempi lo chef Franco Vissani più volte ha sentito la necessità di definire i vegan una setta: una setta che però solo in Italia conta 600 mila persone in una tendenza a cui è impossibile opporvisi dal   momento che rappresenta la coscienza più lungimirante ed evoluta della specie umana. Se si pensa poi che i vegetariani nel mondo, per vari motivi, sono circa un terzo della popolazione, le sue esternazioni risultano fuori luogo. Ma spesso alcune persone rivelano il peggio di se stesse quando vedono in pericolo i loro interessi.

Mentre una setta ha bisogno di un capo, la nostra filosofia di vita si pone ideologicamente agli antipodi da tali visioni della vita in quanto il nostro scopo è quello di rendere l’essere umano artefice del proprio destino, capace di essere medico di se stesso con una coscienza libera e luminosa, senza condizionamenti mentali e senza attaccamenti a tradizioni di cui dovremmo solo vergognarci.

Ma se Vissani si esprime in modo offensivo e denigratorio nei confronti dei vegani noi non raccogliamo la sfida e non definiamo i mangiatori di animali coloro che continuano a nutrirsi di salme come l’uomo delle caverne. Noi non diciamo che chi usa mangiare animali disprezza la vita ed il dolore di esseri che forse più di tanti umani meritano rispetto. Non diciamo che promuovere il consumo della carne è un crimine contro la vita, la civiltà, la giustizia, la salute delle persone, l’economia, l’ambiente. Non diciamo tutto questo, ma lo pensiamo.

Vissani pensi piuttosto a verificare il suo stato di salute dal momento che i mangiatori di carnami sono sicuramente in stato di perenne acidosi, e molto più esposti dei vegani a ritenzione idrica, all’acido urico, a  putrefazione intestinale, a insufficienza epatica e a tutto ciò che ne consegue l’aumento di colesterolo, di obesità, di diabete, di ipertensione e cancro.

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LE CODE DEI MAIALINI

(da “Il dilemma dell’onnivoro” di Michael Pollan – Ed. Gli Adelphi)

“Gli allevatori tagliano le code alla nascita seguendo una pratica che ha la sua logica perversa nel culto dell’efficienza che domina una porcilaia industriale. I maialini sono allontanati dalla madre a dieci giorni dalla
nascita (in natura lo svezzamento avviene in 13 settimane) perché ingrassano meglio con un pastone pieno di medicine che con il latte di scrofa. Ma questo distacco prematuro frusta il loro innato desiderio di succhiare e mordicchiare, una voglia che cercano di soddisfare nelle gabbie con la coda di chi sta davanti a loro. Un maiale sano si ribellerebbe a questo morso, ma agli esemplari depressi degli allevamenti non importa nulla, in psicologia si parla di “impotenza appresa”, fenomeno molto diffuso nei Cafo, dove decine di migliaia di maiali passano la vita senza mai vedere la terra o il sole, stretti dentro gabbie di metallo chiuse sui quattro lati e sospese su una fossa settica. Non deve stupirci il fatto che un animale così intelligente si deprima in queste condizioni e si lasci mordere la coda fino a farsi venire un’infezione. Visto che curare gli esemplari malati non conviene economicamente, queste unità non più efficienti vengono in genere ammazzate sul posto a bastonate.

Il Ministereo dell’Agricoltura raccomanda la mozzatura delle code come soluzione al “vizio” porcino di mordersele. Con l’aiuto di un paio di pinze, ma senza anestetico, si strappa via il codino lasciandone però un pezzetto attaccato. Questo perché lo scopo dell’operazione non è eliminare del tutto l’organo, ma renderlo ipersensibile. Dopo questo trattamento il morso di un altro individuo è talmente doloroso da provocare la reazione anche del maiale più depresso”.

Se da una parte l’onnivorismo ha consentito all’uomo di superare tempi di penuria dall’altra è stato ed è la rovina della nostra condizione fisica e morale

Nella comune accezione si considerano onnivori gli animali che usano mangiare di tutto. E anche se l’essere umano non ha alcuna caratteristica degli animali onnivori, lo si ritiene tale, senza considerare che furono estreme necessità di sopravvivenza a costringere la specie umana ad adattarsi a mangiare anche la carne.
Fuorvianti e tendenziose le immagini che in tv mostrano gli uomini primitivi consumare sanguinolenti pezzi di carne di animali abbattuti, come se i nostri progenitori si fossero nutriti solo di carne: in questo caso non sarebbero sopravvissuti un solo mese. Gli animali carnivori mangiano l’animale intero (cosa che l’uomo non può fare), cioè ossa, cartilagini, muscoli e le interiora con il cibo ingerito della preda.

Nei periodi più duri della guerra gli uomini mangiavano pane fatto con cortecce di alberi, segatura di legno e gramigna essiccata. Continuare a farlo anche dopo passato il periodo di penuria porterebbe inevitabilmente a malattie di vario genere. Il leone affamato mangia anche le mele ma se l’eccezione diventa norma ne paga le conseguenze. Oggi l’umanità continua ad adottare un’alimentazione di guerra in tempo di pace.
Col passare del tempo la carne è stata appannaggio delle classi abbienti, e il popolo ha emulato le abitudini dei ricchi, sia perché erroneamente convinto della sua importanza nella dieta e sia perché resa gradevole dalla cottura.

La paura infondata che manchi qualcosa nella nostra dieta, se priva di prodotti carnei, suffragata abbondantemente dalla medicina convenzionale, crea dei dubbi anche nelle persone più inclini al vegetarismo. E nell’incertezza, nel dubbio, la gente è portata se non altro a limitarne il consumo, e soprattutto non farla mancare ai bambini, nella convinzione che questa sia necessaria al loro sviluppo. Se fossimo onnivori avremmo alche la caratteristiche fisiche, anatomiche ed istintuali degli animali onnivori.
Tra gli animali più conosciuti considerati onnivori abbiamo, in ordine alfabetico: babbuino, carpa, cigno, cinghiale, corvo, criceto, formica, gabbiano, gallina, gallo, gorilla, granchio, macaco, maiale, mandrillo, merlo, oca, orango, pesce gatto, piranha, ratto, riccio, scarafaggio, scimpanzé.

Ebbene, l’essere umano archetipo dei primati (non ha nulla in comune con nessuno di questi animali considerati onnivori eccetto babbuino e scimpanzè che raramente mangiano anche insetti ed altri animali) non ha come gli altri animali onnivori gli strumenti naturali per procacciarsi la carne come cibo; non ha artigli, zanne, corna, zoccoli, becco; non ha i denti secodonti adatti a strappare brandelli di carne dal corpo dell’animale; non ha quantitativi necessari di acido cloridrico nello stomaco per digerire le ossa; non ha l’enzima uricasi per neutralizzare gli acidi urici; non ha un intestino corto adatto a smaltire rapidamente le scorie prodotte dagli organismi in via di decomposizione.
Le scimmie antropomorfe, per il 98% vegetariane e per il 2% onnivore, hanno canini corti utilizzati per difesa, mentre nell’uomo sono corti e smussati e non si incrociano. Come le scimmie antropoidi produciamo ptialina salivare che ci consente di digerire i carboidrati. Ma anche se, per assurdo, noi fossimo addirittura carnivori, il nostro senso di giustizia e della nostra ostentata civiltà non dovrebbe indurci ad adottare l’alimentazione etica e ad escludere dalla nostra alimentazione prodotti che non sono necessari al nostro sostentamento ma che urlano di dolore?
Anche se babbuino e scimpanzé, quando scarseggia il loro cibo elettivo, occasionalmente si nutrono anche di carne in modo occasionale (non sistematico come succede negli umani) tutti gli altri componenti della grande famiglia delle scimmie antropoidi, a cui la specie umana appartiene, sono fruttariane. Non solo. Mentre i nostri cugini antropoidi sono provvisti di armi naturali (come denti ben appuntiti e potenti mascelle, di cui noi umani siamo sprovvisti, e che in qualche modo giustificherebbe una dieta a volte onnivora), gli esseri umani, fisiologicamente e anatomicamente risultano essere ancora più marcatamente progettati per nutrirsi esclusivamente di frutta, germogli, bacche, semi e radici. Insomma, la natura non ha previsto che l’uomo consumi prodotti di derivazione animale, pena il subire gli effetti di un cibo incompatibile con la sua salute fisica e soprattutto con la sua dimensione morale e spirituale.

“L'uomo è in grado di mangiare qualsiasi cosa.
Ha la capacità di digerire zampe di cadaveri mummificate, rocce,
miceti e secrezioni irrancidite e fermentate delle ghiandole
mammarie. Ovvero, prosciutto, sale, funghi e formaggio,
se detti così vi piacciono di più”. (Jasmina Trifoni)

La proposta di legge dell’onorevole Elvira Savino di Forza Italia, al fine di impedire ai genitori di adottare una dieta vegan per i loro bambini (convinta che l’alimentazione vegetale sarebbe carente di zinco, ferro eme, vitamina D, vitamina B12 e Omega3”) ha del paradossale: è più  adatta alle multinazionali di allevatori e macellai che ad un’esponente politico cui sta a cuore il benessere della popolazione giovanile.

Se l’onorevole Elvira Savino non vive sulla luna conosce benissimo la situazione allarmante cui versa la salute dei bambini alimentati nella maniera onnivora convenzionale. Ma dovrebbe anche conoscere lo stato di benessere cui godono i bambini vegan. Le statistiche parlano chiaro: un terzo dei bambini onnivori è in sovrappeso e l’obesità tra i giovanissimi ha raggiunto cifre allarmanti. Il calcolo è presto fatto: dei circa 600.000 vegani in Italia, almeno un terzo di questi sono genitori; sfidiamo chiunque a trovare 200.000 bambini onnivori che godono della stessa ottima salute dei bambini vegan.

A mio avviso, considerata la preoccupante pericolosità di quello che mangiano i bambini onnivori che li espone alla peggiori patologie che vanno manifestandosi in età sempre inferiore, ed essendo la dieta vegan la sola compatibile con l’essere umano, la sola a in grado di garantire salute e benessere, ben venga la proposta della Savino purchè i genitori e che IMPONGONO la dieta onnivora con cibi spazzatura ai loro bambini, siano obbligati non solo ad avere la giusta conoscenza in fatto alimentare, ma a farsi seguire da un nutrizionista, indipendente, libero responsabile e preparato, pena la perdita della patria potestà.

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Mangiare animali è come mangiare i nostri parenti

La superiorità dell’alimentazione vegetale appare immediatamente evidente dal fatto che se nella dieta si escludono tutti i prodotti di derivazione animale si continua a vivere in ottima salute, mentre se si escludono i prodotti vegetali si va incontro inevitabilmente a malattie e a morte
precoce. Se mangi solo carne difficilmente arrivi vivo a fine mese; se invece mangi solo frutta o solo vegetali a fine mese la tua salute sarà eccellente.

Ci vuole un bel coraggio a considerare nobili le proteine che derivano dal cadavere di un animale. Chi ancora si ostina a considerarle necessarie per la salute umana deve fare i conti non solo con l’eccellente salute di coloro che non ne fanno uso ma con tutti gli animali più forti della terra che costruiscono le loro possenti masse muscolari mangiando erba.

E’ importante considerare che gli animali carnivori assumono le proteine necessarie mangiando gli animali erbivori i quali hanno a loro volta hanno tratto le proteine dai vegetali, la sola e vera fonte di aminoacidi da cui dipende la vita di tutti gli animali sulla terra.

A tal proposito il Dr. Michele Riefoli dice: “L’essere umano invece di mangiare proteine da fonte vegetale prende i vegetali che le contengono e le da mangiare agli animali che alleva (con tutte le spese che comporta per la gestione della stalla, spreco d’acqua, dio terreno, cure veterinarie, costi di personale ecc.) e poi mangia l’animale dove trova le stesse proteine che
aveva prima a disposizione, pagandole di più, ma con una concentrazione di sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici ecc. 16 volte maggiori rispetto a quelle che si ritroverebbe mangiano proteine da vegetali, quelli coltivati non in modo biologico”.

In sostanza è da sconsiderati scegliere di mangiare il prodotto A perché contiene il fattore X anche se può favorire ictus, infarto, cancro, ipertensione o diabete ecc. quando posso mangiare i prodotti B e C che hanno la medesima peculiarità senza gli effetti negativi di A. E, nella fattispecie, non è necessario abbinare cereali e legumi in uno stesso pasto per ottenere la perfetta miscela di aminoacidi. Chiunque assuma nell'arco della giornata cereali (pane, pasta, riso, etc.) e legumi (come i fagioli, le lenticchie, i ceci, etc.) è in grado di ottenere facilmente tutti gli aminoacidi necessari, senza dover ricorrere al consumo di prodotti animali, con le inevitabili dannose conseguenze scientificamente riconosciute.

Se un individuo mangiasse per un mese solo carne il suo stato di salute sarebbe a pezzi: se invece per un mese consumasse solo pasta e fagioli, oppure solo frutta o solo legumi o solo ortaggi la sua salute sarebbe ottima. Da questo esperimento si può facilmente intuire quali alimenti meritano l’appellativo di “nobili”.

Gli 8 amminoacidi “essenziali” furono dichiarati tali da W. C. Rose nel 1949 in seguito ad esperimenti effettuati sui topi bianchi i quali hanno un fabbisogno proteico 7-8 volte maggiore dell’uomo. In sostanza, come asseriva il Dr. H. Shelton: “Tutti gli alimenti, senza alcuna eccezione contengono tutti gli aminoacidi essenziale”.

Nel 1728 il Dr. Bartolomeo Beccari, scopritore del glutine del frumento, dimostrò scientificamente l’isovalenza tra le proteine animali e vegetali, cioè gli aminoacidi di origine vegetale sono assolutamente identici agli aminoacidi di origine animale. Non solo, ma l’utilizzazione delle proteine di un determinato alimento è tanto più grande, quanto minore è la sua percentuale proteica.

Gli esperti di nutrizione dicono che le proteine animali servono costruire i muscoli, ma succede che nonostante la popolazione occidentale mangi almeno il triplo delle proteine necessarie, nella maggior parte dei casi le persone mostrano un organismo tendente al grasso, al flaccido.

Nel 1957, un comitato di esperti della Fao e dell’Oms stabilì il necessario quantitativo in un grammo per Kg di peso corporeo al di. Nel 1963, lo stesso comitato concordò di dimezzare la quota, precedentemente stabilita e di portare a 35 grammi la percentuale di proteine necessarie, per persona al giorno, cioè 0,5 grammi per peso corporeo. Gli igienisti ritengono che tale quantitativo sia ancora eccessivo e che sono sufficienti 0,25 grammi per peso corporeo.

L’organismo umano necessita di circa 25-30 gr di proteine al giorno, le proteine in eccesso, oltre a trasformarsi in glucidi e grassi di deposito con probabile produzione di radicali liberi, non possono essere accumulate nell’organismo come i lipidi ed i glucidi: al fegato tocca l’onere di trasformarle in urea e ai reni di eliminarle. Ma se i reni non sono pienamente efficienti l’organismo resta intossicato e per liberarsene lega le proteine eccedenti alle pareti dei capillari che diventano più spesse impedendo il transito delle sostanze nutritive. Per compensare questa situazione l’organismo aumenta la pressione arteriosa.

L’eccesso proteico più di ogni altro fattore intossica l’organismo. Le scorie prodotte dal consumo eccessivo di proteine, veri e propri veleni per l’organismo, oltre ad acidificare il sangue, ad affaticare fegato e reni, spesso sono causa di uricemia, obesità, calcolosi, reumatismi, dispepsie, eczemi, arteriosclerosi ecc.

L’eccesso proteico (oltre a causare carenza di triptofano e serotonina) è più insidioso dell’eccesso di zuccheri o grassi, perché con l’aumento del quantitativo proteico aumenta anche la quantità di calcio espulsa con le urine e che col tempo, questo meccanismo genera osteoporosi. Per espellere le proteine in eccesso l’organismo elimina la parte azotata; restano
idrogeno, carbonio e ossigeno che utilizzerà come carboidrati con produzione di grassi di deposito.

Le proteine animali, oltre a bloccare la produzione di vitamina D, e ad essere in compagnia di grassi saturi e colesterolo, danno come prodotto finale l’acido urico che i carnivori, provvisti dell’enzima uricasi (di cui l’uomo è sprovvisto) viene trasformato in urea e quindi eliminato.
Nell’uomo questo acido urico si combina con il sodio e si deposita soprattutto nelle articolazioni provocando gotta, dolori articolari, tumefazioni e deformazioni.

Inoltre, mentre le proteine di arachidi, semi di soia, di girasole, di sesamo, di quinoa sono complete, non lo sono le proteine del singolo muscolo di animale (per avere le proteine complete bisognerebbe mangiare l’animale intero. Ed è fuorviante invitare a consumare la carne per la completezza degli aminoacidi essenziali, dal momento che la carne per motivi di sicurezza e gusto deve essere cotta, e la cottura distrugge (a parte molti altri nutrienti) due dei più importanti aminoacidi essenziali, la Lisina e la Glutammina.

Negli ultimi tempi la reazione dei carnofili, alla inarrestabile tendenza vegan, è quella di dare la colpa dell’aumento, ormai vertiginoso, delle malattie moderne, non al consumo di carne, di per se stessa considerata
utile e necessaria, ma al fatto che la carne degli animali oggi allevati è contaminata dai cattivi mangimi, dall’inquinamento generale e dagli allevamenti intensivi.

Posizioni come al solito strumentali, tra l’altro non suffragate dalla scienza alimentare, dal momento che se gli animali fossero allevati nel paradiso terrestre le loro carni sarebbero ugualmente dannose per la  salute umana perché comunque ricche di grassi saturi, colesterolo e acidi urici, oltre alle pericolose tossine che si sviluppano da ogni organismo in via di decomposizione, come putrescina, cadaverina, istamina, fenoli ecc. presenti in ogni tipo di carne, ivi comprese le cosiddette “carni bianche” e il pesce.

Gli alimenti vegetali (non biologici) possono essere contaminati a causa dei fertilizzanti chimici cui vengono trattati i terreni sempre più sfruttati e poveri di nutrienti, anche a causa dei pesticidi, fungicidi,  anticrittogamici ecc. ma non hanno le tossine della carne dovute ai farmaci somministrati agli animali, non hanno le probabili malattie dell’animale, non hanno le dannose ptomaine e inoltre il loro alto contenuto di fibra ed acqua diluisce e consente una rapida espulsione delle eventuali sostanze tossiche. A questo è da aggiungere le sostanze protettive di cui sono ricchi i vegetali, sempre indicati come protettori della salute: antiossidanti, bioflavonoidi, auxine ecc. al contrario delle carni sempre imputate in ogni patologia.

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