L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Health (144)

Contrariamente alla filosofia di Ippocrate, la cui scienza e la cui attività di medico erano interamente concentrate sulle cause che determinano le malattie, e a neutralizzarle tramite un giusto stile di vita ed una corretta alimentazione vegetariana, l’industria chimico-farmaceutica (e l’apparato  medico allopatico) opera principalmente sui sintomi delle malattie e trova nella negligenza del popolo il migliore alleato per i suoi giganteschi interessi economici. Sfrutta  l’indolenza della maggior parte della gente che preferirebbe farsi tagliare una mano piuttosto che rinunciare a certi piaceri gastronomici: si reca dal medico non per conoscere le cause del suo problema di salute e intervenire su questo; vuole il farmaco che gli consente di continuare a vivere senza dover rinunciare ai vizi che causano la malattia. Cioè, se una persona soffre di cirrosi epatica al medico chiede la pillola che gli consente di continuare a consumare alcolici, che è come spegnere la spia del carburante sul cruscotto dell’automobile pensando di continuare a viaggiare senza benzina.


 Naturalmente  l’ultimo degli interessi dell’industria farmaceutica è quello di debellare le malattie e quindi di patrocinare la cultura delle cause e della guarigione, anzi spesso sono i medicinali stessi a generare altre malattie, da curare: gli effetti iatrogeni dei medicinali risultano essere la 4^ causa di morte nel mondo occidentale.  D'altronde, può un’industria di ricambi d’auto sostenere la produzione di automobili che non si deteriorano? In sostanza, l’apparato medico allopatico non è preposto a debellare le  malattie, ma a curarle. Non esiste un ente preposto a dare alla popolazione il benessere e la salute. Questo dovrebbe essere il principale obiettivo del Ministero della salute, ma la realtà dei fatti conferma che per salute si intende curarsi con i farmaci.


Io non voglio essere complottista, non voglio pensare che questo infernale meccanismo sia pensato a tavolino per danneggiare volutamente la salute del pianeta e trarre dalla malattia umana benefici economici;  voglio credere che l’industria farmaceutica sfrutti a suo vantaggio i problemi di malattia, i vizi e le debolezze umane,  e abbia trovato nella tendenza umana, a delegare a terzi il proprio benessere, il mezzo più efficace per i suoi immensi guadagni finanziari. Attualmente, il fatturato mondiale delle industrie farmaceutiche supera i 1.100 miliardi di dollari ed è in crescita esponenziale. L’industria farmaceutica investe milioni in campagne di disinformazione. Il Vioxx prescritto come antidolorifico, ha ucciso 100.000 persone e si stima che i casi di infarto superi il milione. (Farmaci e protocolli per bambini) - da panorama di apr. 2008.  In America è stato esaminato un campione di 100 spot televisivi, tutti sono stati giudicati parzialmente o totalmente falsi e ingannevoli.  Solo il 2 % degli studi clinici per testare i farmaci a scopo pediatrico si basa su Comitati di Controllo Indipendenti non legati ad <http://www.mednat.org/big_farma.htm> industrie farmaceutiche per valutare l’eventuale presenza di reazioni avverse. Questo e’ quanto emerge da un’analisi, effettuata dall’Università di Nottingham (UK) ed apparsa sulla rivista Acta Pediatrica di 739 trial (prove) internazionali  effettuata fra l 1996 ed il 2002.


Ad innumerevoli scienziati fu chiesto “Cosa ne pensa del cancro? “Un gran  parte un imbroglio” (Linus pauling, due volte primio Nobel); “Un verofallimento” (John Bailar, medico, ex direttore del Jouarnal of the National Cancer istitute);  “Il Vietnam della medicina” (Donald Kennedy , ex presidente della Stanford University); “Un mucchio di letame” (James Watson, genetista, scopritore della struttura della molecola del DNA, premio Nobel).

Mentre la malattia avanza e colpisce anche in Italia, la morte del campione del passato Fausto Coppi potrebbe essere il simbolo di questa subdola patologia

 

 

 
 Università Ambrosiana

Tra le principali emergenze sanitarie dell’ umanità attualmente in atto, la malaria è una malattia endemica in vasti distretti della Terra. In epoca relativamente recente il nostro contesto occidentale in qualche modo era stato messo al riparo da questa patologia che tuttavia si ripropone con crescente intensità nelle zone già bonificate nel passato, a causa probabilmente dei flussi migratori in special modo di questo ultimo periodo.

Ma è ancora la malaria, durante i viaggi turistici in certe zone verso il Sud del mondo quantunque non dichiaratamente malariche, che colpisce inaspettatamente una significativa parte di persone non sufficientemente immuni da questa patologia.    

Complessivamente nel mondo sono circa 500 milioni gli individui ammalati e nella stragrande maggioranza, questi si trovano nella vicina Africa sud sahariana. Ma anche in Italia, a causa degli spostamenti della popolazione, la malaria si sta diffondendo negli ultimi decenni, prima ancora che nel nostro continente, con tutte le conseguenze annesse e connesse.

 

L’origine della malattia

La malaria è provocata dai parassiti del genere “Plasmodium” trasmessi da zanzare che causano un alto tasso di mortalità o di invalidità tra coloro che ne sono colpiti.

È la femmina di questi insetti del genere “Anopheles” che inocula il parassita presente nella sua saliva quando introduce il pungiglione per prelevare sangue dalla vittima.

Esisteva nel passato un insetticida, il DDT, molto efficace contro le zanzare ma che si è rivelato dannoso anche per la salute umana. Da allora null’altro di effettivamente efficace è stato prodotto a difesa da questi micidiali insetti.

Il Plasmodium, ossia il parassita che causa la malaria, viene introdotto nel sangue solo dalle zanzare femmine. Non per voler scagionare i poveri maschi da tutte le accuse di questo periodo, ma per evidenziare simbolicamente che la “puntura” delle femmine talvolta è più micidiale di quella dell’altro sesso.

 

Anophele portatrice di malaria 

 

Le zanzare

Tornando alle zanzare, se anche si accoppiano nella vita una volta sola, tanto è e ce n’avanza per il danno che sono capaci di compiere. A questo punto sarebbe sufficiente renderle anche momentaneamente sterili, per risolvere il problema dalla radice. Riuscire a prevalere sulla malaria debellandola completamente alla stregua del vaiolo, sarebbe una conquista per l’intera umanità. Ma ogni tentativo meritevole di considerazione per la probabilità di successo, non ha però dato fino adesso, risultati attendibili, tanto che la ricerca antimalarica si è indirizzata verso altri rimedi.

 

La ricerca in Italia

In questo settore di ricerca si sono inseriti da qualche anno, l’Università Ambrosiana e l’ENEA, che già per la stessa reputazione e serietà, dovrebbero offrire garanzia per i loro intenti; intenti che nel caso specifico riguardano proprio lo studio, la ricerca e la proposizione di metodo, per interrompere il ciclo patologico della malaria.

In mancanza di risorse economiche, ossia, di fondi pubblici che pur disponibili non sono stati stanziati per questo Progetto denominato,“Against Malaria”, proposto dall’ENEA e dall’Università Ambrosiana, gli scienziati dei due Enti con l’utilizzo di molecole di sintesi hanno sviluppato una metodologia atta ad interrompere all’interno della Anopheles il ciclo del Plasmodium. Il metodo proposto consiste nell’interruzione del passaggio del Plasmodium dallo stomaco alle ghiandole salivari della Zanzara, impendendo quindi la trasmissione del Plasmodium.

Il prodotto di sintesi è stato concepito per essere facilmente disperso nelle acque stagnanti che questi insetti prediligono, senza creare altri problemi ambientali.

Tale sistema con buona pace degli ecologisti che ritengono le zanzare meritevoli di vivere, interromperebbe solo il ciclo patologico espresso dal Plasmodium che in tal caso, non potrebbe essere inoculato.


L’ umanità sofferente

- La campionatura statistica sull’ efficacia del prodotto di sintesi è stata effettuata con innumerevoli test nei laboratori dell’ENEA e dell'Università Ambrosiana. Dopo queste sperimentazioni con la sostanza ideata, è stata sicuramente esaurita la fase teorica della ricerca sul prodotto focalizzato dai ricercatori.

Va anche detto che quando la teoria è bene costruita e dà anche come riscontro sperimentale in laboratorio il risultato atteso, ogni ulteriore perplessità, basata sul far trascorrere inutilmente il tempo prima di procedere oltre, è molto probabilmente motivata da interessi contrari. E allora come stanno le cose? Sono oltre 200 milioni nel mondo coloro che ogni anno contraggono la malaria.

Sarebbe interessante portare allo scoperto il motivo per il quale una ricerca che potrebbe rappresentare la fine della sofferenza e della morte di milioni di persone, non viene finanziata.

Il metodo è abbastanza semplice: si tratta soltanto della omissione delle sovvenzioni richieste che i soliti boiardi di Stato disperdono tra gli enti inutili; enti che pertanto, essendo inutili, non rappresentano alcun problema per coloro che sono incuranti del resoconto delle somme investite, né tanto meno, per le lobby contro interessate al successo.

 

Le priorità del Ministero della Salute

Da quanto risulta, i due Enti hanno richiesto al Ministero della Salute le sovvenzioni occorrenti alla seconda fase della ricerca tesa a sconfiggere la malaria.

Ma la risposta formale del Ministero che disponeva dei fondi necessari, come detto, è stata il silenzio. Mentre quella ricevuta in via ufficiosa ha confermato il “no” che la prima aveva lasciato intendere. Per motivare infatti, il pratico diniego è stato riferito che vi erano altre priorità da seguire.

Ricordando che questo progetto di ricerca si è reso possibile grazie ad una Convenzione non onerosa per lo Stato, fra i due Enti, sarebbe interessante di fronte alla morte certa tra 500 milioni di persone ammalate quale priorità internazionale lo stesso Ministero della Salute reputa più alta e più nobile di questa proposizione.

 

Un confronto

Se il pratico diniego fosse motivato da una questione di disponibilità economica, allora è giusto fare un confronto.

Quante centinaia di milioni di euro è costato allo Stato, ovvero ai contribuenti, l’invio di navi della nostra Marina Militare fin sulle coste libiche a prelevare gli emigranti dalle bagnarole dei trafficanti?

Il Ministero della Salute non reputa dunque, di dover concedere ad una pandemia come questa la priorità delle risorse economiche, perché non la ritiene una condizione di necessità meritevole di sostegno.

Ignorare però, una ricerca tesa all’eradicazione della malaria nel mondo, quando già si conosce in via teorica il risultato positivo che sarà conseguito, allora l’omissione in atto assume un altro significato.

Alberto Zei

Il ricorso all’Antitrust, alle Associazioni consumistiche, all’Ordine dei medici, alla denuncia presso la Magistratura, alle interrogazioni parlamentari e alle altre azioni di contrasto di varo genere delle lobby contro interessate per contestare la “verità” di un giornalista, non ha diviso ma ha invece compattato quella parte dell’ opinione pubblica sempre più numerosa che lo sostiene. Quale è la ragione?

 

 

La verità controversa – Se il proponimento è riportare la presunzione scientifica del giornalista Panzironi a più miti pretese, stante ai risultati da quest’ ultimo finora ottenuti o è la Ministra ad avere sbagliato atteggiamento o è Panzironi ad avere ragione sul progressivo aggravamento dello stato di salute degli italiani.

L’aspetto più importante della attuale controversia tra lo Stato e il giornalista consiste nell’accertamento della verità, non per una questione di principio ma di fine. Tenendo conto dell’importanza dell’argomento, al momento è del tutto secondario se debba essere l’autorità politica o il privato cittadino ad avere la meglio su questioni come la sanità degli italiani.

 

L’impegno economico - La spesa sanitaria in Italia ha già superato i 150 miliardi di euro all’anno di cui circa tre quarti a carico dello Stato e un quarto, ossia, quasi 40 miliardi di euro a carico delle famiglie.

Anche per questa ragione, ma non solo, la conoscenza della verità riguardante il valore supremo della salute di milioni di cittadini deve prevalere sugli interessi di parte. Qui non si tratta di una partita di calcio o di qualcosa del genere, in cui il tifo determina gli atteggiamenti e le distorsioni anche della verità. Ci sono 60 milioni di italiani sottoposti alla “spada di Damocle”, delle malattie in continua crescita in Italia, che accompagnano la vita di tutti noi, talvolta in forma cronica e invalidante, fino alle estreme conseguenze.

Il giornalista Panzironi accusa la medicina ufficiale di non preoccuparsi della prevenzione né della efficace cura delle malattie, preferendo con la somministrazione dei farmaci sintomatici tamponare gli effetti patologici ma non certo curare le cause. Cosi che quando la cura finisce o non è più efficace, la malattia si ripresenta assumendo molto spesso il prevalente carattere di cronicità.

 

Le malattie iatrogene - È vero che ci sono farmaci per quasi tutte le evenienze, ma è altrettanto vero che per curare una malattia molto spesso se ne generano altre. Ne è riprova che almeno il 10% di tutte le morti comprese quelle della folgorazione o degli incidenti stradali, tanto per dare l’idea della totalità cui ci si riferisce, è determinata dalle cosiddette malattie iatrogene che sono quelle che si contraggono durante le cure mediche o la somministrazione di farmaci.

In considerazione che in Italia le morti per ogni genere di causa, sono statisticamente di 600.000 persone all’anno, solo per le malattie iatrogene muoiono circa 60.000 persone. Una intera città che muore così, quasi per sbaglio.

Ma oltre a questi decessi, quante altre malattie vengono generate dagli stessi farmaci che curando le patologie in atto, ne provocano altre a causa dei cosiddetti “effetti indesiderati”. Meno male che sono indesiderati! Altro che effetto placebo!

 

Il vorticoso incremento delle malattie - Tornando al problema centrale, Panzironi afferma che curare i sintomi come è attuale prassi medica, non significa risolvere la malattia. Egli ritiene che la medicina ufficiale, così come la chiama, non vuol capire che le malattie stanno attualmente subendo un aumento esponenziale rispetto ai decenni passati. E se nulla è cambiato se non l’alimentazione con i prodotti sempre più sofisticati e accattivanti per la dolce delicatezza del sapore, questi sono la vera causa della maggior parte delle patologie comprese quelle più invalidanti.

Anche se ormai una larga parte della pubblica opinione ha compreso che a fronte della pluriennale disputa tra la medicina ufficiale e la innovazione di una dieta povera di zucchero che Panzironi ha introdotto, una decisione seria si impone.

Si tratta di una decisione consapevole e responsabile di fronte all’ intera popolazione degli italiani, che doveva già essere presa da tempo da parte del Ministero della Salute.

 

Il timore del confronto - Di fronte all’ostinazione di questo genere e alle malattie che si moltiplicano, dovrebbe essere compito della stessa Ministra accertare tempestivamente come stanno le cose, assumendosi in prima persona le iniziative più adeguate alla realtà dei fatti.

In caso contrario ove poi Panzironi dimostrasse di aver ragione, l’ostinazione della Ministra della Salute a sorvolare sull’accertamento della verità, non la potrà esimere dalle responsabilità politiche e morali che si assume di fronte all’intero Paese.

Agli italiani non interessa quanto possa guadagnare Panzironi a fronte delle vendite di pillole, o di quanti libri ha venduto sulla dieta o di quanto ha guadagnato, o quanto paga al parrucchiere il taglio dei capelli. Ciò che preme è piuttosto quanto costa alle casse dello Stato o alle risorse delle famiglie, l’assistenza sanitaria in farmaci, in ospedalizzazione, in perdita della attività lavorativa, in invalidità permanente e soprattutto in sofferenza per gli ammalati e le loro famiglie.

Questa è una disputa tra persone che si nascondono dietro un dito per non esporsi di fronte a un giornalista che si assume a viso aperto le proprie responsabilità, verso cui lo Stato sembra temere il confronto.

Ma se solo è la verità che le due parti cercano nell’interesse dei cittadini, allora il timore del confronto avrebbe per la stessa Ministra un altro significato.

La comunità Narconon Gabbiano e l’Istituto Comprensivo Statale di Veglie uniti nella prevenzione alle tossicodipendenze.

 

Ieri, 4 Dicembre 2018 alle ore 9.00, presso la scuola Media Statale di Veglie “Don I. Negro” alla presenza di oltre 150 studenti dell’Istituto Comprensivo Statale Polo 1 e Polo 2 gli operatori della comunità Narconon Gabbiano di Torre dell’Orso hanno svolto una conferenza di prevenzione alle droghe suscitando enorme interesse da parte di tutti i presenti.

Con il patrocinio del Comune di Veglie, la conferenza dal titolo “La scuola senza droga” ha risposto esaurientemente alle diffuse domande come: cosa sono le droghe? Esistono droghe leggere? C’è dipendenza fisica e mentale?

La conferenza è stata aperta con il saluto del sindaco di Veglie, dott. Claudio Paladini ed è proseguita con le dettagliate spiegazioni dell’operatore della comunità Narconon sugli effetti che le varie sostanze psicotrope causano a livello fisico e mentale, soffermandosi sull’uso di marijuana e alcol fra i giovanissimi, vista la fascia d’età –13-14 anni – degli studenti presenti e confutando il falso mito che le droghe leggere non fanno male e non creino dipendenza. Ha spiegato inoltre che non c’è nessuna distinzione tra droghe leggere e pesanti, ma viceversa sono tutte dei veleni.

Tra tutti gli studenti hanno poi suscitato profondo interesse le storie, di ex tossicodipendenti, di due giovani ragazzi che stanno terminando il loro percorso riabilitativo presso la comunità Narconon. Questi due ragazzi hanno raccontato la loro esperienza con le droghe, da quando hanno iniziato a quando hanno capito che stavano vivendo un problema pesante e come, quindi, si sono lasciati guidare dagli operatori della comunità fino a risolverlo. Hanno esposto quanto sia difficile accettare di avere un problema con le dipendenze e ammetterlo in primis a se stessi, ma soprattutto quanto sia stato veramente difficile uscirne, rispetto alla facilità, quasi banale, con cui sono cascati nel tunnel della droga.

Gli studenti sono stati per l’intera conferenza molto concentrati e coinvolti, ma soprattutto incuriositi da questi racconti di vita. Sono state molte le domande e gli apprezzamenti fatti e tra le varie domande le più gettonate sono state:

Quale è la parte più difficile dello smettere di fare uso di droghe?” “Perché somministrano farmaci o metadone per uscire dal problema con le droghe?”“Quando si fa uso di droghe si fanno atti di criminalità?”

Agli operatori sono state rivolte anche domande personali e richiesti consigli:“Perchè una mia amica ha smesso di uscire con me quando ha iniziato a fare uso di droghe?”“Come posso fare per aiutare un amica che ha appena iniziato ad utilizzare sostanze?”“I genitori, come devono fare per accorgersi che il figlio si droga?”

Alla fine dell’incontro sono stati distribuiti dei questionari da compilare in forma anonima con la richiesta di descrivere come avrebbero usato le informazioni apprese nella conferenza e le sorprendenti e profonde risposte da parte degli studenti hanno riempito di entusiasmo gli insegnanti e autorità presenti:

“Questa lezione mi ha permesso di capire che bisogna stare lontano dalle droghe!!!”.

“Innanzitutto posso prevenire evitando certi ambienti o persone e poi posso aiutare gli altri messi male con questo argomento, grazie a tutto ciò che mi avete spiegato!”.

“Con queste informazioni ho capito che la mia vita è un dono prezioso e va custodito”.

“Dopo questo incontro ho capito che non bisogna fare uso di queste determinate sostanze perché è meglio vivere la propria vita così come è”.

“Dopo queste due ore che sono state molto belle, ho capito che anche senza la droga ci può essere divertimento e se non riesci ad entrare a far parte di un gruppo, secondo me dovresti insistere, senza drogarti, e se gli amici non ti vogliono perché sei brutto, non sei snob o altro lasciali perdere perché sei meglio tu che loro che si credono forti ma in realtà sono molto deboli”.

“Non facendo uso di droghe e cose simili perché danneggerebbero la mia salute fisica e psicologica”.

“Questo incontro, mi ha fatto approfondire molte informazioni che già conoscevo in parte e mi ha fatto capire quanto sia pericolosa la droga e ringrazio persone come queste che ce ne hanno parlato”.

“Posso usare queste informazioni per parlarne ai miei amici e fargli capire di non fare sbagli”.

“In questa esperienza ho imparato molte cose sulla droga e ho capito anche le emozioni e stati d’animo che un tossicodipendente prova. Io non ho mai avuto la tentazione ma se in futuro l’avrò grazie a questo incontro avrò la forza di abbattere la tentazione ed essere forte contro la droga!”.

“Le informazioni mi hanno aiutata a capire meglio un argomento così vasto, NON FARO’ USO DI DROGHE”.

“Mi è stato molto utile perché ero curiosa di ascoltare le storie di chi ha provato le droghe e scoprire i vari effetti così da non esserne tentata a provare”.

“Posso usare le informazioni ottenute in questo incontro così da fare attenzione quando esco (visto che sono le prime volte che esco sola) scegliendo gli amici giusti, non accettando cose dagli sconosciuti e stare attenta!”.

“Facendo capire agli altri a cosa vanno incontro e facendo capire a me stessa che ho una ragione in più per odiare tutto ciò”.

“Sicuramente userò queste informazioni per capire quali sono i giri o i gruppi da evitare”.

“Pensando soprattutto a me stessa senza seguire la massa e quindi evitando di fare scelte sbagliate che potrebbero deviare i miei progetti di vita”.

“Sicuramente mi hanno reso responsabile e cosciente del mondo d’oggi e della società in cui vivo, mi è piaciuto tantissimo quest’incontro, soprattutto le testimonianze dei due ragazzi e mi piacerebbe avere un altro incontro”.

“Posso utilizzare queste informazioni per accrescere il mio senso critico su questi argomenti e non farmi influenzare dagli altri”.

I materiali utilizzati nelle conferenze sono tratti dal programma Narconon, una metodologia di successo per la riabilitazione e la prevenzione delle dipendenze, basata sulle ricerche dell’educatore statunitense L. Ron Hubbard.

Per coloro che desiderano ricevere maggiori informazioni o organizzare conferenze di prevenzione è possibile contattare la comunità Narconon Gabbiano di Torre dell’Orso allo 0832.841856 o a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

Parlare di stile vegetariano in Russia e' molto difficile, perché la prima cosa che viene in mente è come sopravvivere alle condizioni climatiche di questo paese solo con prodotti vegetali. Eppure il movimento vegetariano in Russia in questi ultimi anni ha avuto un significativo aumento di interesse, e pensare che i primi aderenti a questo stile di vita in questo paese sono comparsi più di cento anni fa'.

Il rifiuto totale del cibo di origine animale e' giustificata dall'aspetto religioso durante I 40 giorni della Quaresima ortodossa, alcuni santi venerati della chiesa ortodossa sono vegetariani. La nascita del vegetarismo in Russia può risalire al 14esimo secolo.

Il digiuno durante la Quaresima consiste nell'escludere vino e alcolici, olio e proteine animali (carne, pesce, uova, burro, latticini) e nel consumare solo pane, pasta, riso, olive, ortaggi e verdure (cotte o crude), frutta fresca o conservata. Sono consentiti crostacei e molluschi che, come si dice, non sono considerati né carne e né pesce.

Le statistiche mostrano che il 55% dei russi e' favorevole al vegetarianismo, ma ancora non sono pronti a passare al cibo vegetale, mentre il 4% della popolazione e' vegetariana convinta. I giovani fino ai 24 anni sono i più convinti nell’ abbandonare i prodotti animali.

Naturalmente il conflitto tra chi è pro e chi è contro lo stile vegetariano esiste anche in Russia, sono molte le teorie addotte dalle due parti.

Abbandonando questa piccola prefazione sul vegetarismo in Russia, a Mosca dal 16 al 18 novembre si e' svolto il 5° anniversario della Fiera vegetariana: VEG-LIFE-EXPO.

Ogni anno circa 4.000 visitatori tra vegetariani e non affollano la fiera. Sono persone che cercano di tenere il passo con il tempo per uno stile di vita sano, per la salute, per la bellezza e per il cibo. Gli espositori sono produttori e fornitori di varie categorie di prodotti del settore.

Con 104 aziende in fiera sono stati esposti più di 2000 articoli: lo scopo ovviamente è stato quello di sviluppare sempre di più questo stile di vita e facilitarne l'acquisto dei prodotti: queste le sezioni della Fiera.

Alimentare: vari tipi di latte vegetale, colazioni salutari, frullati, superfoods, integratori, dolci, cioccolato, salsicce vegane, formaggi, oli, noci naturali e chi più ne ha più ne metta.

Salute: forza ed energia con i prodotti alimentari vegani: snack energetici, integratori alimentari, prodotti per lo yoga, fitness, pulizia del corpo e prodotti ayurvedici (la medicina ayurvedica mira ad allungare e migliorare la vita dell'essere umano in armonia con la natura).    

Bellezza: cosmetici naturali, cosmetica decorativa ( trucco gratuito offerto a tutti), detergenti disintossicanti, cliniche che curano con la medicina orientale, trattamenti antinvecchiamento e consulenze naturopatiche (consultazioni dettagliate per approfondire lo stato bioenergetico, emotivo, mentale e fisico della persona)

Abbigliamento e accessori: scelta di eco-pelliccie, abbigliamento per fitness e yoga, gioielli fatti a mano, scarpe, casa, eco-tessile.

Attività alimentari-vegetariane offerte dai migliori caffé e ristoranti di Mosca; selezioni di piatti gourmet di pura genuinità.

Molte le attività collaterali: dagli esperti di cosmetica naturale che, a richiesta, hanno fatto il make-up ai visitatori, aiutandoli a scegliere i cosmetici più appropriati, agli Insegnanti di yoga che hanno svolto lezioni, presentazioni e seminari in tema per tutti i gusti.

Una fiera per conoscere meglio un altro stile di vita, forse più consono ai nostri bisogni. Mai come questo anno s’era verificata una così massiccia affluenza di persone di tutte le età.

La continuazione del dibattito – Per chi avesse letto l’articolo precedente sullo stesso incontro, si ripete qui la presentazione dei personaggi.

 

Coloro che prendono parte al dibattito sono il giornalista Adriano Panzironi, che non ha certo bisogno di ulteriori presentazioni, ritenuto reo di aver introdotto un’innovazione nel concetto dietetico tradizionale in Italia e che si confronta con due medici rappresentanti della medicina ufficiale.

Chi ha dato gradevolezza alla  trasmissione che si è svolta in modo pacato, chiaro e professionale è stato il direttore della stessa emittente Tele Universo, Alessio Porcu, nella funzione di interlocutore e moderatore della discussione. Questi ha cadenzato gli interventi con precisazioni su quanto veniva detto, improntando il colloquio in un sereno ascolto. Ciò che ha piacevolmente stupito nel corso della trasmissione, almeno per chi non conosceva la signorilità del dott. Pizzutelli, è stata appunto, la pacatezza con la quale i due medici hanno affrontato con Panzironi i vari argomenti trattati dal punto di vista obiettivo, cosi da aver più chiaro quale sia nel futuro, l’ oggetto dell’ attuale disaccordo.

 

L’importanza di una dieta bilanciata

L’incontro è proseguito affrontando direttamente l’importante fattore della dieta. Panzironi ritiene che lo stato di benessere delle persone dipenda soprattutto da ciò di cui ognuno si nutre, indipendentemente dalla propria costituzione; ragione per la quale non si può mangiare ciò che si vuole illudendoci che sia la costituzione a determinare le conseguenze, in quanto è un fatto oggettivo che i carboidrati in sé, contengono per la loro trasformazione all’interno dell’organismo, le sostanze zuccherine che nelle loro varie forme chimiche di trasformazione, comportano una alterazione metabolica, tale da indurre poi, in preoccupante aumento percentuale, le più importanti malattie che colpiscono la salute oggigiorno.

Secondo i medici invece, la realtà è un’altra in quanto essi sono dell’avviso che una dose moderata di alimenti a base di carboidrati costituisca il giusto compromesso di una dieta omnicomprensiva delle sostanze necessarie alla corretta funzionalità dell’organismo; ciò in quanto l’equilibrio che viene raggiunto dalle sostanze alimentari fra di loro calibrate secondo il bisogno organico, come i risultati di longevità lo dimostrano, è il miglior compromesso possibile per il raggiungimento della buona salute.

Sono invece gli zuccheri, ossia, i carboidrati secondo Panzironi, la causa della morte a seguito di malattia, di un numero impressionante di persone ogni giorno. Non è dunque vero che se siamo tutti diversi, si possa mangiare tanta pasta quanta se ne vuole, senza il pericolo di incorrere in patologie vascolari, tumori, malattie immunitarie ed altro ancora.

 

Maggiori approfondimenti - A questo punto della trasmissione, l’aspetto discorsivo tra gli interlocutori si fa più tecnico e le precisazioni che seguono in questo paragrafo riportano i concetti espressi dalle due parti.

I carboidrati, alla luce dell’esperienza e conoscenza dello stesso Panzironi, danneggiano l’organismo che non è abituato per sua natura primordiale, ad una dieta diversa nell’arco temporale di quest’ultimi secoli di storia. Non avviene infatti, senza danno per l’uomo moderno, l’abbandono di quella dieta atavica del suo antenato “raccoglitore e cacciatore” per la sopravvivenza, fin dalla sua origine. Tutto ciò secondo il giornalista, è un messaggio importantissimo in quanto le più gravi malattie in cui incorriamo sono generate soprattutto dallo zucchero dei carboidrati. Ecco che a questo punto subentra l’insulina per trasportare le sostanze zuccherine alle cellule interessate; ma quando l’insulina generata dall’organismo a questo scopo supera quantitativamente la soglia naturale di azione, ecco che inizia un “effetto domino”. Infatti è proprio l’insulina che innesca uno stato infiammatorio generale; questo a sua volta attiva l’intervento massiccio dei meccanismi immunitari di difesa che, eccedendo nella loro opera, raggiungono l’effetto contrario.

Panzironi insiste nel dire che il nostro organismo funziona alimentandosi con i grassi, mentre lo zucchero serve soltanto al cervello, ai leucociti del sangue e a qualche cellula del cuore.

Non sono invece di questo avviso i medici che intervengono con precisazioni differenti, ritenendo però, che il meccanismo essenziale che fornisce energia alle cellule che ne hanno bisogno è basato sul noto “ciclo di Krebs” attraverso il quale le sostanze energetiche vengono fornite soprattutto al tessuto muscolare. Si tratta di sostanze zuccherine e non di altre.

La discussione tra i medici e Panzironi si fa ancora più stretta sulla distinzione tra i vari tipi di cellule muscolari, rosse, rosa e bianche che si avvalgono di sostanze nutrienti diverse, che qui non è il caso di riportare.

Questo argomento però, appare essenziale per chiarire in altra sede, proprio attraverso esemplificazioni come questa, la differente necessità energetica di cui l’organismo ha bisogno, soprattutto nel progressivo grado di impegno muscolare, sport compreso.

 

 
 I medici sono il Dott. Francesco Carrano, dirigente della Asl di Frosinone e
il_Dott. Giancarlo Pizzutelli, responsabile del Dipartimento di Prevenzione della stessa Asl.

Alimentazione a base di riso - I medici obiettano a Panzironi che se è vero che i carboidrati e lo zucchero sono così deleteri alla salute, come lo zucchero contenuto all’80% nel riso, non si spiega perché cinesi o gli asiatici in generale, si nutrono da sempre quasi esclusivamente di riso, senza avere particolari problemi di salute.

Panzironi esita prima di rispondere, come se fosse in difficoltà e non trovasse le parole. Poi riprendendo la sua consueta sicurezza, ricorda che i cinesi mangiano riso da migliaia di anni così che il loro organismo si è progressivamente adattato a questo genere di alimentazione. Poi prosegue che non è così per il mondo occidentale, dove negli ultimissimi secoli, la nostra alimentazione si è trasformata troppo rapidamente in una dieta ricca di zuccheri e carboidrati in sostituzione delle tradizionali scarse risorse alimentari dei secoli precedenti basate soprattutto su caccia, pesca, pastorizia, verdure, frutta e poco altro ancora. Prima si moriva letteralmente di fame mentre ora si muore per eccesso di carboidrati, ossia, di zucchero.

 

Lo zucchero per attività muscolare - Altro argomento trattato è stato quello della necessità del mantenimento muscolare attraverso il movimento, in quanto la vita sedentaria anche per chi ha avuto un infarto, favorisce l’insorgenza di ulteriori patologie, soprattutto per la mancanza di stimoli muscolari.

Secondo i medici che concordano nel principio, il movimento che si ottiene attraverso una marcia con sforzo moderato nel corso della giornata è sufficiente a soddisfare questa necessità.

Secondo Panzironi questo non basta, perché l’attività muscolare per essere benefica nel tempo, necessita di un coinvolgimento totale del corpo fino all’affaticamento. Ed è proprio in questa fase che le strutture cellulari danneggiate vengono integrate nella parte muscolare compromessa, con nuove cellule più efficienti e più durature.

 

Una proposta difficilmente attuabile - La discussione tra i medici e Panzironi sul possibile riconoscimento benefico della dieta che lui propone in luogo di quella mediterranea, viene conclusa dagli stessi medici. Questi ritengono di poter concordare con il giornalista sui risultati ottenuti, solo dopo che la dieta ricca di proteine e grassi animali da lui indicata, sia stata sperimentata e comparata con la dieta mediterranea su migliaia di persone sottoposte per circa due anni alle due tipologie di alimentazione.

A questo punto però, appare poco verosimile una sperimentazione pluriennale in così vasta scala e così impegnativa 24 su 24 ore di ogni giornata, per essere certi di ottenere un risultato sicuro.

Tutto ciò potrebbe essere ottenuto con molto meno impegno dalle sperimentazioni del tipo che lo stesso giornalista sta effettuando attraverso il riscontro in tv, con i volontari che si rivolgono a lui per la necessaria verifica, attraverso analisi cliniche prima e dopo la dieta adottata per alcuni mesi.

Ma una risposta che possa privilegiare la dieta proposta da Panzironi alla luce della contestazione in atto, potrebbe trovare in disaccordo coloro ai quali, almeno per ora, un eventuale risultato a suo favore, non sarebbe affatto gradito.

Questo è il punto fondamentale dell’intera questione in quanto gli interessi in gioco nel mantenimento dell’attuale contesto sanitario, politico e industriale, complicano ogni possibilità di soluzione.

Finisce così l’incontro tra i medici e il giornalista; incontro in qualche modo chiarificatore che gli interessi in gioco sono molti. Ce n’è però uno che prevale su tutti e sul quale i medici e Panzironi si dichiarano d’ accordo: la salute dei cittadini. Per quanto però riguarda il modo…………qui sta il problema.

Il primo confronto diretto tra medici e il giornalista Adriano Panzironi, mette ancor più in evidenza la necessità di un corretto chiarimento scientifico sulla salute degli italiani a fronte dell’incremento vertiginoso delle maggiori patologie nel nostro Paese

 

I personaggi - Finalmente dopo tante sterili polemiche a distanza, Panzironi, che non ha certo bisogno di presentazioni, ritenuto reo di aver introdotto un’innovazione nel concetto dietetico tradizionale del nostro Paese, si confronta per la prima volta a “distanza ravvicinata” con due medici rappresentanti della medicina ufficiale.

Si tratta del Dott. Francesco Carrano, dirigente della Asl di Frosinone e il Dott. Giancarlo Pizzutelli, responsabile del Dipartimento di Prevenzione della stessa Asl.

L’incontro è stato condotto in modo chiaro e professionale dal direttore della                       emittente Teleuniverso, Alessio Porcu, nella funzione di interlocutore e moderatore della trasmissione. Questi ha cadenzato gli interventi con precisazioni su quanto veniva detto, improntando il colloquio in un piacevole ascolto. Ciò che ha stupito nel corso della trasmissione almeno per chi non conosceva la signorilità del dott. Pizzutelli, è stata la pacatezza con la quale i due medici hanno affrontato con Panzironi i vari argomenti trattati dal punto di vista obiettivo, cosi da aver più chiaro quale sia nel futuro, la sostanza del contendere.

Avvalendoci dell’opportunità di ascoltare per la prima volta le parti che discutono in modo diretto tra loro il futuro della nostra salute, si è ritenuto di non sintetizzare eccessivamente gli interessanti approfondimenti su questo argomento così che, per ragioni di spazio, si riporta quanto è stato detto, in due articoli.  

 

Entrando in tema - Il tema ovviamente, è stato quello delle precisazioni sulle caratteristiche della così detta dieta mediterranea e su quella che Panzironi propone in sostituzione ritenendo la dieta mediterranea, ricca di zuccheri e carboidrati, sia la causa primaria dell’insorgenza e dell’aggravarsi della maggior parte delle più insidiose e pericolose malattie del nostro tempo.

I due medici si sono alternati nelle loro precisazioni e hanno integrato attraverso i vari interventi il pensiero ortodosso della medicina ufficiale ovviamente, ritenendo giusto e corretto tutto ciò che è stato finora realizzato ai fini terapeutici attraverso il Servizio Sanitario Nazionale del nostro Paese.

Il primo argomento affrontato è stato quello delle cause patologiche che affliggono attualmente la nostra realtà demografica, quantunque ritenuta la più longeva del Mediterraneo, con i suoi 83 anni di aspettativa di vita; risultato questo di primaria importanza che confermerebbe secondo gli stessi medici, la valenza anche dell’alimentazione tipica del nostro Paese, ossia, della tipica dieta mediterranea.

Si deve però far notare che il limite di 83 anni non è una soglia invalicabile ma soltanto l’attuale base di partenza dell’età dei 120 anni che in senso ovviamente teorico, Panzironi ritiene raggiungibile attraverso una dieta sicuramente diversa da quella mediterranea.            È vero che ciascuno di noi potrà portare un esempio di una persona estremamente longeva che pur facendo una vita dissennata, si fa per dire, ha vissuto oltre 100 anni in buona salute. Ma un caso del genere è sicuramente un’eccezione che come si dice, conferma la regola, e, la regola è quella della statistica di 83 anni. Vi è tuttavia ancora un altro aspetto, forse ancor più importante della vita, rappresentato dalla qualità dello stato di salute degli ultimi anni dell’esistenza nei quali alcuni gradi di invalidità possono pesare di più di quanto si possa o si voglia immaginare.

Quindi, se anche in Italia la media di 83 anni è il risultato finora ottenuto, questo fatto non smentisce lo slogan di Panzironi di arrivare in salute fino al suo estremo limite che in teoria si differenzia di quasi quarant’anni rispetto all’attuale.

 

Le cause di malattia secondo la medicina ufficiale - Questi argomenti vengono integrati dalla risultanza statistica sull’insorgenza di malattie in Italia che come gli stessi medici precisano, il 45 - 50 % è dovuta al comportamento individuale e alla alimentazione, il 20% alla predisposizione genetica, il 20% all’ambiente e 10 -15% ai farmaci e ai servizi sanitari.

Per quanto riguarda Panzironi, questi sostiene che le sue affermazioni di carattere                  medico-biologico non sono sue opinioni ma sono delle precisazioni che derivano dalle ricerche scientifiche di insigni ricercatori che non sono state, però, recepite nel protocollo della nostra medicina ufficiale e che quindi, non vengono prese in considerazione.

Di conseguenza, le prescrizioni terapeutiche risalgono a circa trent’anni prima e pertanto, alla luce delle ultime risultanze della scienza e non del pensiero di Panzironi, non trovano una rispondenza nella realtà attuale.

Egli differenzia la dieta da lui proposta sulla base sostanziale di carne o pesce, verdura e grassi con modica quantità di frutta, da quella italiana   tipica, ricca soprattutto di sostanze zuccherine o di carboidrati che egli stesso esemplifica in pane, pasta, mais, legumi, e farinacei; alimentazione questa che all’interno dell’organismo si trasforma in zuccheri i quali a loro volta richiedano insulina per essere trasportati attraverso il sangue negli organi elettivi. Ma l’insulina e anche la causa primaria di infiammazione dell’organismo e della insorgenza delle peggiori patologie, come malattie cardiache, cancro, morbo di Alzheimer ed altro ancora. Tra queste malattie vi è anche il diabete che paradossalmente necessita di insulina per trasferire lo zucchero presente nel sangue nelle cellule che sono costrette ad assorbirlo, in luogo delle proteine. Da qui ha inizio il ciclo perverso cumulativo, come il cane che si morde la coda.

 

L’ origine della avversione ai grassi animali - Panzironi spiega che l’avversione alle sostanze proteiche e ai grassi animali da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha un’origine di carattere molto opinabile. Infatti, nella circostanza della morte di infarto negli anni 70 di un Presidente americano, l’ opinione pubblica fu molto allarmata per questo decesso improvviso, tanto che fu istituita una commissione USA affinché indagasse sulla causa degli infarti, per evitare che nel futuro la popolazione fosse sottoposta a rischi di questo genere.

I risultati della commissione furono divergenti, tra coloro che sostenevano che le cause della patologia erano dovute ad una dieta ricca di farinacei e sostanze zuccherine, e gli altri che invece, attribuivano ai grassi in generale e soprattutto ai grassi animali, il danno alle arterie ed in particolare a quelle del cuore.

La controversia fu risolta affidando ad una commissione diversa la soluzione del problema, la quale elaborando gli elaborati altrui, attribuì ai grassi l’insorgenza di patologie cardiache, probabilmente perché il colesterolo che ostruisce in progressione le arterie è sostanzialmente composto da sostanze lipidiche, ovvero, grasse.

Questa decisione trasferì anche in Europa l’impronta finora indelebile, sulla presunta origine delle malattie cardiovascolari e di gran parte delle altre soprattutto, ove la presenza di colesterolo in eccesso, si ritiene causata dall’uso di grassi alimentari.

 

Gli effetti dei carboidrati - Di contrario avviso è invece Panzironi che sostiene che

allo stato delle cose è la tipica dieta con significativa presenza di carboidrati o addirittura di sostanze zuccherine che ha causato una progressione patologica sia di insorgenza che di aggravamento, non attribuibile ad altro se non alla alimentazione quotidiana che com’è prima accennato, è quella tipica della pastasciutta, della pizza e così via.

Possiamo prenderne atto del preludio di questo peggioramento, facendo riferimento ad un passato relativamente recente ma molto significativo. Una proiezione statistica del trend delle patologie in atto è che da trent’anni a questa parte, a fronte del presunto miglioramento della qualità alimentare, di effetti piuttosto deleteri, l’obesità è aumentata del 500%; le malattie cardiache del 1000%; mentre una persona su quattro attualmente si ammala di tumore e una persona su due muore di malattie cardiovascolari. Questo fatto ha traghettato l’umanità verso una sorta di morti premature che diversamente non vi sarebbero state.

D’altra parte anche altri studi scientifici hanno dimostrato quanto nel passato le cose erano state improntate su convinzioni errate. Un esempio è il burro sostituito per queste ragioni dalla margarina che, essendo un prodotto vegetale, veniva preferita al burro, espressione di grasso animale e come tale ritenuto corresponsabile di molte malattie. Guarda caso però, che i convincimenti adesso sono cambiati di 180° e il burro ha ripreso la sua tradizionale gerarchia nutrizionale, mentre la margarina è ora ritenuta nociva.

Finisce qui la prima parte dei commenti sulla trasmissione che va avanti affrontando lo stato di salute della popolazione. Segue in articolo diverso la seconda parte, interessante per le conclusioni, che sarà pubblicata nei prossimi giorni.

I principi cardine su cui è basata la convivenza sociale e i pilastri su cui l’Umanità ha posto la base della sua sopravvivenza sembrano affievolirsi, l’Uomo si sente sempre più smarrito in un mondo in cui forse non si riconosce più, risente di quest’angoscia e grida dolore. Roma in questo momento storico vive, forse, uno dei periodi più bui della sua storia; la sua gente, incatenata dai tanti ostacoli cui la città costringe, è sempre più assuefatta ai modelli che la società impone. Il vuoto interiore si fa sempre più stringente, più prepotente, si vaga nel deserto della città senza mete, senza riferimenti, alla sfrenata ricerca dell’effimero nella vana convinzione sia il fine ultimo del nostro vivere. C’è molto da fare,in questi frangenti, per le associazioni che cercano di dare una risposta a questo malessere generale. La cooperativa sociale “Il Futuro Quadrifoglio” di Roma si occupa di assistere persone al proprio domicilio, sia che si tratti di persone agli arresti domiciliari, sia si tratti di tossicodipendenti o alcolisti, sia che si tratti di persone deboli psicologicamente.

“Abbiamo dieci persone fisse specializzate, tutte volontarie: psicoterapeuti, psicologi,operatori sociali, educatori, i quali operano tutti nei contesti familiari, nelle case c’è una forte disconnessione familiare” – dice Massimo Tomaselli, responsabile della cooperativa – “ Si cerca in qualche modo di supplire a questi tipi di problemi con uno staff multidisciplinare. Sono operatori che lavorano per noi, attualmente siamo in trattativa con alcuni Municipi della Capitale ma, per ora, non abbiamo sovvenzioni, quindi tutti a carico della cooperativa sociale.”

Le strutture pubbliche fanno una convenzione con voi e voi fate assistenza a chi è indicato da queste previo compenso. C’è un bando di gara per questo tipo di servizi?

“Lavoriamo come privati, certamente ci sono dei bandi di gara a cui partecipiamo, attualmente stiamo vedendo di spingere il progetto presso alcuni Municipi.”

Quindi vi offrite come punto di riferimento tra le strutture pubbliche e i cittadini?

“Esatto. Questo servizio a Roma non c’è. Ci sono persone che non hanno ferite visive ma dei traumi irrisolti che non si vedono ma fanno male quanto le ferite visive. Il servizio di assistenza socio-sanitaria, conforme alle normative vigenti in materia, prevede un percorso educativo – riabilitativo specifico e individualizzato.

Il programma prevede la partecipazione ad attività strutturate attraverso le quali, progressivamente, si cerca di migliorare la qualità della vita dell’utente in carico, potenziarne le abilità e di fargli acquisire delle competenze lavorative. La Cooperativa dispone, inoltre, di alcune abitazioni residenziali di pronta accoglienza nella provincia di Roma.”

Assistere i soggetti più fragili, dal tossicodipendente che vuole smettere, agli alcool dipendenti…. è il vostro pane quotidiano. Avete assistito parecchie persone nell’arco della vostra attività sin’ora, qual è il risultato del vostro lavoro?

“ne abbiamo assistito centinaia e centinaia. Quando prendiamo questo tipo di utenti in carico con il nostro nuovo progetto abbiamo un grandissimo risultato in quanto si sentono accettati, hanno un punto di riferimento. Molte persone non sapevano da dove provenissero i loro problemi, pensavano addirittura fosse la droga a creare dipendenza, e ciò invece a noi non risulta perché, facendo degli studi, anche scientifici, ai professionisti che abbiamo nell’equipe risulta che dopo aver somministrato in ospedale per mesi e mesi anche della morfina, molto più potente dell’eroina, non si è verificata alcuna tossicodipendente da questa. Non è la sostanza a creare tossicodipendenza ma il vuoto psicologico, l’informazione sulla droga che crea dipendenza è sbagliata.”

In che anno è nata la cooperativa?

“Siamo nati come associazione nel 2013, nel tempo poi abbiamo creato la cooperativa sociale.”

La ricerca della verità in questo caso non può essere rimandata per timore dello scontro, quando si tratta della contestazione di metodi che mettono in discussione la salute di 60 milioni di persone.

La difesa dei monopoli - È ormai ricorrente la notizia della pesante sanzione inflitta al giornalista Adriano Panzironi dall’Antitrust a causa degli integratori alimentari a complemento della dieta da lui stesso argomentata, ricca di proteine e verdure ma povera di zuccheri, mentre gran parte dei cittadini si avvalgono di ciò che offre il mercato secondo gli usi e costumi dei prodotti venduti in Italia. Era pertanto prevedibile che il suggerimento di Panzironi, di evitare gli zuccheri e i carboidrati, tipici della cosiddetta “dieta mediterranea”, dovesse in qualche modo essere attaccato dai vari fronti delle lobbies dominanti e interessate a confermare il loro monopolio alimentare. Durante le sue trasmissioni in TV, questi spiega con dovizia di particolari le ragioni del danno causato dalle sostanze alimentari che l’organismo trasforma in zucchero e che egli imputa soprattutto alla tanto decantata “dieta mediterranea; dieta questa, contenente in abbondanza pane e pasta, legumi, farinacei e altri alimenti suscettibili a trasformarsi in zucchero che, secondo lo stesso Panzironi, sarebbero causa di insorgenza o di aggravamento di molte malattie nelle persone maggiormente predisposte.
Queste persone, una volta entrate in stato patologico, difficilmente si sottraggono alla progressiva cronicità della malattia se non si astengono dal quotidiano uso di quegli alimenti da cui l’organismo assorbe direttamente o indirettamente una dose di zucchero eccedente al fabbisogno.
Gli interessi diversi - Se i protagonisti delle iniziative legali contro Panzironi fossero interessati alla salute dei cittadini, avrebbero potuto attaccare le notizie che egli divulga, contestandole sul medesimo piano scientifico nel quale egli continuamente si esprime. Invece, niente di tutto questo. Ciò che importa ai contestatori è interrompere la pubblicità degli integratori alimentari che le stazioni TV mandano in onda durante le trasmissioni di Panzironi.
Appare allora chiaro che la preoccupazione delle lobby contro interessate, verso le trasmissioni televisive, è dovuta al mancato raggiungimento del loro scopo. Ed ecco che si escogita un altro metodo: quello di trovare il pretesto formale interpretando la legge per ricorrere all’intervento dell’antitrust.
È pertanto evidente l’intenzione di tacitare le varie trasmissioni TV che mandano in onda gli incontri tra il giornalista e i cittadini sull’argomento salute. Questa interruzione viene tentata, impedendo la commercializzazione di innocui (dal punto di vista tossicologico) integratori alimentari e quindi, aggredendo le risorse economiche necessarie per continuare.
Ma sono proprio le parole che ricorrono nel provvedimento dell’Antitrust, che rendono l’idea che non si tratti soltanto della formalizzazione di un atto dovuto per violazione di norme formali in tema di concorrenza. Infatti, i termini “informazioni ingannevoli” sottendono l’anticipato giudizio di condanna, in quanto “ingannevoli” è già un giudizio espresso sulla valenza biologica, fisiologica, chimica e funzionale di queste sostanze sull’ organismo che invece non avrebbero.

L’aggressione alla pubblicità - Le spiegazioni del giornalista alla TV e le testimonianze nel corso della trasmissione, dei cittadini sui risultati ottenuti e sul proprio stato di salute dopo aver abbandonato la precedente dieta al largo uso di zuccheri e carboidrati, sono intervallate in modo nettamente separato, dalle inquadrature pubblicitarie delle spezie illustrate da altre persone, come integratori di una corretta alimentazione.
Si tratta soprattutto di spezie le quali potrebbero avere per molti, ma certamente non per tutti, quelle caratteristiche di complemento dietetico sufficiente a dotare l’organismo di ulteriori apporti alimentari che favoriscono la regolazione delle funzioni biologiche.
D’altra parte, è evidente che la concentrazione in pillole di vitamina C, tanto per fare un esempio a tutti noto, ove si volesse far consumo naturale, per assumere la stessa quantità di vitamina in un giorno si dovrebbe mangiare qualche chilo di arance. Ciò vale in questo caso, ma anche in altri, ricorrendo però ai diffusissimi concentrati necessari alla corretta funzione dell’organismo che gli alimenti stessi conterrebbero naturalmente, ove, si fa per dire, se ne trangugiassero quanto un elefante.
Non c’è dubbio che in molti casi vi sono dei veri e propri centri di potere che intendono appropriarsi del monopolio della salute dei cittadini, senza voler considerare le conseguenze di una dieta sbagliata e la scarsa efficacia dei farmaci che si oppongono soltanto agli effetti della malattia, ma non alla causa.

La sostanza è ben altra
Con queste premesse, Panzironi è accusato di pubblicità occulta per i noti integratori alimentari collegati alla dieta povera di zuccheri nelle loro varie forme chimiche, che lui stesso propone; mentre integratori di vario tipo da decenni hanno invaso il mercato per attività di ogni genere e per scopi anche molto meno nobili.
Intervenendo contro Panzironi sugli integratori alimentari, significa però evitare ancora una volta, un confronto nel piano scientifico sulle cause dell’ insorgenza e dell’ aggravamento delle più importanti e invalidanti patologie nel nostro Paese a cui lo stesso giornalista si riferisce, accusando di questo, proprio la medicina ufficiale.
I dati più significativi che attestano la necessità di un’inversione di tendenza in campo sanitario sono quelli che riguardano l’impegno dello Stato e delle famiglie per il mantenimento della salute.
L’incremento percentuale in atto delle patologie acute e croniche costano al nostro Paese quasi 150 miliardi di euro, a cui il Servizio Sanitario Nazionale interviene complessivamente con oltre 113 miliardi. Gli altri 37 miliardi sono quelli che le famiglie e gli enti privati spendono direttamente per le necessità non coperte dallo Stato. Si tratta di una cifra da capogiro, all’anno naturalmente.

Il temuto confronto – l’inversione di tendenza di questo grave problema sanitario non potrà iniziare con delle sanzioni amministrative dell’antitrust né di altre Istituzioni, ma dal confronto ad alto livello scientifico che si auspica tra i rappresentanti della medicina ufficiale e quelli che saranno designati a sostenere la tesi del giornalista.
Il coraggio però, se questo è il termine corretto, di questo confronto sembra mancare piuttosto alla rappresentanza della medicina ufficiale che preferisce ricorrere alla magistratura, anziché confrontarsi sulla base scientifica all’alto livello che lo stesso giornalista esprime.
Gli attacchi che quotidianamente Panzironi riceve dalle varie lobby che non lo affrontano però sul piano scientifico che è quello che a tutti cittadini interessa, se non dicendo che un giornalista, quale egli è, non ha titolo per parlare di scienza, richiama un po’ alla memoria storica il processo di giordano Bruno.
I Giudici non trovando obiettivamente una valida ragione di condanna, che comunque il Vaticano doveva emettere per impedire la divulgazione del pensiero del Bruno, fu che quest’ultimo che si rivolse a loro con la seguente frase: «Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza, che io nell’ascoltarla».

I giudici della situazione - Con queste prospettive, se la classe medica nella sua espressione corporativa, a cui è stato affidato giudizio insindacabile in materia, si esprimerà senza confronto, la domanda che, come si suol dire, sorge spontanea è: “Chi può giudicare gli stessi medici che così si esprimono?”
Ecco che ritorna alla ribalta la storia che è maestra di vita: quella dell’antico quesito che Giovenale rivolgeva, 2000 anni fa, ai giudici con la pittoresca frase romana di intuibile traduzione che in questo caso si ripropone. “ Quis custodiet ipsos custodes ?“ Questa volta però, dovrebbero essere i cittadini a dare la giusta risposta.

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