L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Health (149)

Negli ultimi tempi lo chef Franco Vissani più volte ha sentito la necessità di definire i vegan una setta: una setta che però solo in Italia conta 600 mila persone in una tendenza a cui è impossibile opporvisi dal   momento che rappresenta la coscienza più lungimirante ed evoluta della specie umana. Se si pensa poi che i vegetariani nel mondo, per vari motivi, sono circa un terzo della popolazione, le sue esternazioni risultano fuori luogo. Ma spesso alcune persone rivelano il peggio di se stesse quando vedono in pericolo i loro interessi.

Mentre una setta ha bisogno di un capo, la nostra filosofia di vita si pone ideologicamente agli antipodi da tali visioni della vita in quanto il nostro scopo è quello di rendere l’essere umano artefice del proprio destino, capace di essere medico di se stesso con una coscienza libera e luminosa, senza condizionamenti mentali e senza attaccamenti a tradizioni di cui dovremmo solo vergognarci.

Ma se Vissani si esprime in modo offensivo e denigratorio nei confronti dei vegani noi non raccogliamo la sfida e non definiamo i mangiatori di animali coloro che continuano a nutrirsi di salme come l’uomo delle caverne. Noi non diciamo che chi usa mangiare animali disprezza la vita ed il dolore di esseri che forse più di tanti umani meritano rispetto. Non diciamo che promuovere il consumo della carne è un crimine contro la vita, la civiltà, la giustizia, la salute delle persone, l’economia, l’ambiente. Non diciamo tutto questo, ma lo pensiamo.

Vissani pensi piuttosto a verificare il suo stato di salute dal momento che i mangiatori di carnami sono sicuramente in stato di perenne acidosi, e molto più esposti dei vegani a ritenzione idrica, all’acido urico, a  putrefazione intestinale, a insufficienza epatica e a tutto ciò che ne consegue l’aumento di colesterolo, di obesità, di diabete, di ipertensione e cancro.

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LE CODE DEI MAIALINI

(da “Il dilemma dell’onnivoro” di Michael Pollan – Ed. Gli Adelphi)

“Gli allevatori tagliano le code alla nascita seguendo una pratica che ha la sua logica perversa nel culto dell’efficienza che domina una porcilaia industriale. I maialini sono allontanati dalla madre a dieci giorni dalla
nascita (in natura lo svezzamento avviene in 13 settimane) perché ingrassano meglio con un pastone pieno di medicine che con il latte di scrofa. Ma questo distacco prematuro frusta il loro innato desiderio di succhiare e mordicchiare, una voglia che cercano di soddisfare nelle gabbie con la coda di chi sta davanti a loro. Un maiale sano si ribellerebbe a questo morso, ma agli esemplari depressi degli allevamenti non importa nulla, in psicologia si parla di “impotenza appresa”, fenomeno molto diffuso nei Cafo, dove decine di migliaia di maiali passano la vita senza mai vedere la terra o il sole, stretti dentro gabbie di metallo chiuse sui quattro lati e sospese su una fossa settica. Non deve stupirci il fatto che un animale così intelligente si deprima in queste condizioni e si lasci mordere la coda fino a farsi venire un’infezione. Visto che curare gli esemplari malati non conviene economicamente, queste unità non più efficienti vengono in genere ammazzate sul posto a bastonate.

Il Ministereo dell’Agricoltura raccomanda la mozzatura delle code come soluzione al “vizio” porcino di mordersele. Con l’aiuto di un paio di pinze, ma senza anestetico, si strappa via il codino lasciandone però un pezzetto attaccato. Questo perché lo scopo dell’operazione non è eliminare del tutto l’organo, ma renderlo ipersensibile. Dopo questo trattamento il morso di un altro individuo è talmente doloroso da provocare la reazione anche del maiale più depresso”.

Se da una parte l’onnivorismo ha consentito all’uomo di superare tempi di penuria dall’altra è stato ed è la rovina della nostra condizione fisica e morale

Nella comune accezione si considerano onnivori gli animali che usano mangiare di tutto. E anche se l’essere umano non ha alcuna caratteristica degli animali onnivori, lo si ritiene tale, senza considerare che furono estreme necessità di sopravvivenza a costringere la specie umana ad adattarsi a mangiare anche la carne.
Fuorvianti e tendenziose le immagini che in tv mostrano gli uomini primitivi consumare sanguinolenti pezzi di carne di animali abbattuti, come se i nostri progenitori si fossero nutriti solo di carne: in questo caso non sarebbero sopravvissuti un solo mese. Gli animali carnivori mangiano l’animale intero (cosa che l’uomo non può fare), cioè ossa, cartilagini, muscoli e le interiora con il cibo ingerito della preda.

Nei periodi più duri della guerra gli uomini mangiavano pane fatto con cortecce di alberi, segatura di legno e gramigna essiccata. Continuare a farlo anche dopo passato il periodo di penuria porterebbe inevitabilmente a malattie di vario genere. Il leone affamato mangia anche le mele ma se l’eccezione diventa norma ne paga le conseguenze. Oggi l’umanità continua ad adottare un’alimentazione di guerra in tempo di pace.
Col passare del tempo la carne è stata appannaggio delle classi abbienti, e il popolo ha emulato le abitudini dei ricchi, sia perché erroneamente convinto della sua importanza nella dieta e sia perché resa gradevole dalla cottura.

La paura infondata che manchi qualcosa nella nostra dieta, se priva di prodotti carnei, suffragata abbondantemente dalla medicina convenzionale, crea dei dubbi anche nelle persone più inclini al vegetarismo. E nell’incertezza, nel dubbio, la gente è portata se non altro a limitarne il consumo, e soprattutto non farla mancare ai bambini, nella convinzione che questa sia necessaria al loro sviluppo. Se fossimo onnivori avremmo alche la caratteristiche fisiche, anatomiche ed istintuali degli animali onnivori.
Tra gli animali più conosciuti considerati onnivori abbiamo, in ordine alfabetico: babbuino, carpa, cigno, cinghiale, corvo, criceto, formica, gabbiano, gallina, gallo, gorilla, granchio, macaco, maiale, mandrillo, merlo, oca, orango, pesce gatto, piranha, ratto, riccio, scarafaggio, scimpanzé.

Ebbene, l’essere umano archetipo dei primati (non ha nulla in comune con nessuno di questi animali considerati onnivori eccetto babbuino e scimpanzè che raramente mangiano anche insetti ed altri animali) non ha come gli altri animali onnivori gli strumenti naturali per procacciarsi la carne come cibo; non ha artigli, zanne, corna, zoccoli, becco; non ha i denti secodonti adatti a strappare brandelli di carne dal corpo dell’animale; non ha quantitativi necessari di acido cloridrico nello stomaco per digerire le ossa; non ha l’enzima uricasi per neutralizzare gli acidi urici; non ha un intestino corto adatto a smaltire rapidamente le scorie prodotte dagli organismi in via di decomposizione.
Le scimmie antropomorfe, per il 98% vegetariane e per il 2% onnivore, hanno canini corti utilizzati per difesa, mentre nell’uomo sono corti e smussati e non si incrociano. Come le scimmie antropoidi produciamo ptialina salivare che ci consente di digerire i carboidrati. Ma anche se, per assurdo, noi fossimo addirittura carnivori, il nostro senso di giustizia e della nostra ostentata civiltà non dovrebbe indurci ad adottare l’alimentazione etica e ad escludere dalla nostra alimentazione prodotti che non sono necessari al nostro sostentamento ma che urlano di dolore?
Anche se babbuino e scimpanzé, quando scarseggia il loro cibo elettivo, occasionalmente si nutrono anche di carne in modo occasionale (non sistematico come succede negli umani) tutti gli altri componenti della grande famiglia delle scimmie antropoidi, a cui la specie umana appartiene, sono fruttariane. Non solo. Mentre i nostri cugini antropoidi sono provvisti di armi naturali (come denti ben appuntiti e potenti mascelle, di cui noi umani siamo sprovvisti, e che in qualche modo giustificherebbe una dieta a volte onnivora), gli esseri umani, fisiologicamente e anatomicamente risultano essere ancora più marcatamente progettati per nutrirsi esclusivamente di frutta, germogli, bacche, semi e radici. Insomma, la natura non ha previsto che l’uomo consumi prodotti di derivazione animale, pena il subire gli effetti di un cibo incompatibile con la sua salute fisica e soprattutto con la sua dimensione morale e spirituale.

“L'uomo è in grado di mangiare qualsiasi cosa.
Ha la capacità di digerire zampe di cadaveri mummificate, rocce,
miceti e secrezioni irrancidite e fermentate delle ghiandole
mammarie. Ovvero, prosciutto, sale, funghi e formaggio,
se detti così vi piacciono di più”. (Jasmina Trifoni)

La proposta di legge dell’onorevole Elvira Savino di Forza Italia, al fine di impedire ai genitori di adottare una dieta vegan per i loro bambini (convinta che l’alimentazione vegetale sarebbe carente di zinco, ferro eme, vitamina D, vitamina B12 e Omega3”) ha del paradossale: è più  adatta alle multinazionali di allevatori e macellai che ad un’esponente politico cui sta a cuore il benessere della popolazione giovanile.

Se l’onorevole Elvira Savino non vive sulla luna conosce benissimo la situazione allarmante cui versa la salute dei bambini alimentati nella maniera onnivora convenzionale. Ma dovrebbe anche conoscere lo stato di benessere cui godono i bambini vegan. Le statistiche parlano chiaro: un terzo dei bambini onnivori è in sovrappeso e l’obesità tra i giovanissimi ha raggiunto cifre allarmanti. Il calcolo è presto fatto: dei circa 600.000 vegani in Italia, almeno un terzo di questi sono genitori; sfidiamo chiunque a trovare 200.000 bambini onnivori che godono della stessa ottima salute dei bambini vegan.

A mio avviso, considerata la preoccupante pericolosità di quello che mangiano i bambini onnivori che li espone alla peggiori patologie che vanno manifestandosi in età sempre inferiore, ed essendo la dieta vegan la sola compatibile con l’essere umano, la sola a in grado di garantire salute e benessere, ben venga la proposta della Savino purchè i genitori e che IMPONGONO la dieta onnivora con cibi spazzatura ai loro bambini, siano obbligati non solo ad avere la giusta conoscenza in fatto alimentare, ma a farsi seguire da un nutrizionista, indipendente, libero responsabile e preparato, pena la perdita della patria potestà.

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Mangiare animali è come mangiare i nostri parenti

La superiorità dell’alimentazione vegetale appare immediatamente evidente dal fatto che se nella dieta si escludono tutti i prodotti di derivazione animale si continua a vivere in ottima salute, mentre se si escludono i prodotti vegetali si va incontro inevitabilmente a malattie e a morte
precoce. Se mangi solo carne difficilmente arrivi vivo a fine mese; se invece mangi solo frutta o solo vegetali a fine mese la tua salute sarà eccellente.

Ci vuole un bel coraggio a considerare nobili le proteine che derivano dal cadavere di un animale. Chi ancora si ostina a considerarle necessarie per la salute umana deve fare i conti non solo con l’eccellente salute di coloro che non ne fanno uso ma con tutti gli animali più forti della terra che costruiscono le loro possenti masse muscolari mangiando erba.

E’ importante considerare che gli animali carnivori assumono le proteine necessarie mangiando gli animali erbivori i quali hanno a loro volta hanno tratto le proteine dai vegetali, la sola e vera fonte di aminoacidi da cui dipende la vita di tutti gli animali sulla terra.

A tal proposito il Dr. Michele Riefoli dice: “L’essere umano invece di mangiare proteine da fonte vegetale prende i vegetali che le contengono e le da mangiare agli animali che alleva (con tutte le spese che comporta per la gestione della stalla, spreco d’acqua, dio terreno, cure veterinarie, costi di personale ecc.) e poi mangia l’animale dove trova le stesse proteine che
aveva prima a disposizione, pagandole di più, ma con una concentrazione di sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici ecc. 16 volte maggiori rispetto a quelle che si ritroverebbe mangiano proteine da vegetali, quelli coltivati non in modo biologico”.

In sostanza è da sconsiderati scegliere di mangiare il prodotto A perché contiene il fattore X anche se può favorire ictus, infarto, cancro, ipertensione o diabete ecc. quando posso mangiare i prodotti B e C che hanno la medesima peculiarità senza gli effetti negativi di A. E, nella fattispecie, non è necessario abbinare cereali e legumi in uno stesso pasto per ottenere la perfetta miscela di aminoacidi. Chiunque assuma nell'arco della giornata cereali (pane, pasta, riso, etc.) e legumi (come i fagioli, le lenticchie, i ceci, etc.) è in grado di ottenere facilmente tutti gli aminoacidi necessari, senza dover ricorrere al consumo di prodotti animali, con le inevitabili dannose conseguenze scientificamente riconosciute.

Se un individuo mangiasse per un mese solo carne il suo stato di salute sarebbe a pezzi: se invece per un mese consumasse solo pasta e fagioli, oppure solo frutta o solo legumi o solo ortaggi la sua salute sarebbe ottima. Da questo esperimento si può facilmente intuire quali alimenti meritano l’appellativo di “nobili”.

Gli 8 amminoacidi “essenziali” furono dichiarati tali da W. C. Rose nel 1949 in seguito ad esperimenti effettuati sui topi bianchi i quali hanno un fabbisogno proteico 7-8 volte maggiore dell’uomo. In sostanza, come asseriva il Dr. H. Shelton: “Tutti gli alimenti, senza alcuna eccezione contengono tutti gli aminoacidi essenziale”.

Nel 1728 il Dr. Bartolomeo Beccari, scopritore del glutine del frumento, dimostrò scientificamente l’isovalenza tra le proteine animali e vegetali, cioè gli aminoacidi di origine vegetale sono assolutamente identici agli aminoacidi di origine animale. Non solo, ma l’utilizzazione delle proteine di un determinato alimento è tanto più grande, quanto minore è la sua percentuale proteica.

Gli esperti di nutrizione dicono che le proteine animali servono costruire i muscoli, ma succede che nonostante la popolazione occidentale mangi almeno il triplo delle proteine necessarie, nella maggior parte dei casi le persone mostrano un organismo tendente al grasso, al flaccido.

Nel 1957, un comitato di esperti della Fao e dell’Oms stabilì il necessario quantitativo in un grammo per Kg di peso corporeo al di. Nel 1963, lo stesso comitato concordò di dimezzare la quota, precedentemente stabilita e di portare a 35 grammi la percentuale di proteine necessarie, per persona al giorno, cioè 0,5 grammi per peso corporeo. Gli igienisti ritengono che tale quantitativo sia ancora eccessivo e che sono sufficienti 0,25 grammi per peso corporeo.

L’organismo umano necessita di circa 25-30 gr di proteine al giorno, le proteine in eccesso, oltre a trasformarsi in glucidi e grassi di deposito con probabile produzione di radicali liberi, non possono essere accumulate nell’organismo come i lipidi ed i glucidi: al fegato tocca l’onere di trasformarle in urea e ai reni di eliminarle. Ma se i reni non sono pienamente efficienti l’organismo resta intossicato e per liberarsene lega le proteine eccedenti alle pareti dei capillari che diventano più spesse impedendo il transito delle sostanze nutritive. Per compensare questa situazione l’organismo aumenta la pressione arteriosa.

L’eccesso proteico più di ogni altro fattore intossica l’organismo. Le scorie prodotte dal consumo eccessivo di proteine, veri e propri veleni per l’organismo, oltre ad acidificare il sangue, ad affaticare fegato e reni, spesso sono causa di uricemia, obesità, calcolosi, reumatismi, dispepsie, eczemi, arteriosclerosi ecc.

L’eccesso proteico (oltre a causare carenza di triptofano e serotonina) è più insidioso dell’eccesso di zuccheri o grassi, perché con l’aumento del quantitativo proteico aumenta anche la quantità di calcio espulsa con le urine e che col tempo, questo meccanismo genera osteoporosi. Per espellere le proteine in eccesso l’organismo elimina la parte azotata; restano
idrogeno, carbonio e ossigeno che utilizzerà come carboidrati con produzione di grassi di deposito.

Le proteine animali, oltre a bloccare la produzione di vitamina D, e ad essere in compagnia di grassi saturi e colesterolo, danno come prodotto finale l’acido urico che i carnivori, provvisti dell’enzima uricasi (di cui l’uomo è sprovvisto) viene trasformato in urea e quindi eliminato.
Nell’uomo questo acido urico si combina con il sodio e si deposita soprattutto nelle articolazioni provocando gotta, dolori articolari, tumefazioni e deformazioni.

Inoltre, mentre le proteine di arachidi, semi di soia, di girasole, di sesamo, di quinoa sono complete, non lo sono le proteine del singolo muscolo di animale (per avere le proteine complete bisognerebbe mangiare l’animale intero. Ed è fuorviante invitare a consumare la carne per la completezza degli aminoacidi essenziali, dal momento che la carne per motivi di sicurezza e gusto deve essere cotta, e la cottura distrugge (a parte molti altri nutrienti) due dei più importanti aminoacidi essenziali, la Lisina e la Glutammina.

Negli ultimi tempi la reazione dei carnofili, alla inarrestabile tendenza vegan, è quella di dare la colpa dell’aumento, ormai vertiginoso, delle malattie moderne, non al consumo di carne, di per se stessa considerata
utile e necessaria, ma al fatto che la carne degli animali oggi allevati è contaminata dai cattivi mangimi, dall’inquinamento generale e dagli allevamenti intensivi.

Posizioni come al solito strumentali, tra l’altro non suffragate dalla scienza alimentare, dal momento che se gli animali fossero allevati nel paradiso terrestre le loro carni sarebbero ugualmente dannose per la  salute umana perché comunque ricche di grassi saturi, colesterolo e acidi urici, oltre alle pericolose tossine che si sviluppano da ogni organismo in via di decomposizione, come putrescina, cadaverina, istamina, fenoli ecc. presenti in ogni tipo di carne, ivi comprese le cosiddette “carni bianche” e il pesce.

Gli alimenti vegetali (non biologici) possono essere contaminati a causa dei fertilizzanti chimici cui vengono trattati i terreni sempre più sfruttati e poveri di nutrienti, anche a causa dei pesticidi, fungicidi,  anticrittogamici ecc. ma non hanno le tossine della carne dovute ai farmaci somministrati agli animali, non hanno le probabili malattie dell’animale, non hanno le dannose ptomaine e inoltre il loro alto contenuto di fibra ed acqua diluisce e consente una rapida espulsione delle eventuali sostanze tossiche. A questo è da aggiungere le sostanze protettive di cui sono ricchi i vegetali, sempre indicati come protettori della salute: antiossidanti, bioflavonoidi, auxine ecc. al contrario delle carni sempre imputate in ogni patologia.

 

La dieta migliore è quella che non si fa

 

Negli ultimi anni imperversa un numero impressionante di diete proposte da personaggi che, tranne poche eccezioni, hanno poco o nulla a che fare con la scienza dietologica: furbastri che si arricchiscono  sfruttando l’ignoranza assai diffusa in fatto nutrizionale. E così c’è - La dieta Hig-Protein Low-Card, che prevede molte proteine e pochi carboidrati.

- La dieta Pritikin che utilizza percentuali molto elevate di carboidrati (circa il 76 % delle calorie giornaliere) a fronte di quantità ridottissime di lipidi.

- La dieta Atkins iperproteica, iperlipidica e a basso apporto di carboidrati.

- La dieta a Punti che assegna ai vari alimenti un punteggio che non bisogna superare a fine giornata.

- La dieta Beverly Hills con uno scarsissimo apporto di proteine e lipidi, che dura un mese e varia ogni settimana.

- La dieta Ornish, che propone una dieta vegetariana povera di grassi e ricchissima di carboidrati.

- La dieta del Minestrone che prevede minestroni, verdura e succhi di frutta in quantità industriali.

- La dieta dei Gruppi Sanguigni che differenzia l’alimentazione in base al gruppo sanguigno delle persone: 0, A, B, AB.

- La dieta Biogenic che suddivide i cibi in 4 gruppi in ordine decrescente di energia.

- La Crono Dieta che si basa sulla capacità dell’organismo di assimilare i nutrienti a seconda del momento della giornata.

- La dieta a Zona con una quota di carboidrati molto bassa e l’apporto di grassi e proteine del 30% delle calorie giornaliere.

- La dieta del Gelato con un gelato e una porzione di frutta al posto del pranzo.

- La dieta del Panino previsto al posto del pranzo, un tramezzino o un toast.

- La dieta Messegué che autorizza a mangiare per 6 giorni alla settimana in modo libero e poi stare a dieta al settimo giorno.

- La dieta del Pompelmo che prpone il consumo di mezzo pompelmo prima di ogni pasto.

- La dieta dell’Uovo Sodo che autorizza a mangiare in quantità illimitata un solo qualunque alimento.

- Poi c’è la dieta dell’Indice Glicemico, la dieta South Beach, la Dieta in Rete ecc. ecc.

In sostanza c’è una dieta per ogni esigenza per gente vorrebbe dimagrire senza rinunciare a nulla, o perdere peso continuando a mangiare quel che si vuole. Ma specialmente in questo campo non è possibile  avere “la botte piena e la moglie ubriaca”: o l’una o l’altra. Le tremende immagini di prigionieri nei campi di concentramento o delle popolazioni indigenti del Terzo Mondo sconfessano qualunque attenuante: il solo modo per dimagrire è... quello di non mangiare.

In tutto questo pullulare di soluzioni “miracolose” è come se l’umanità fosse impegnata a cercare la sua dieta ideale; come se il leone carnivoro o la mucca erbivora cercassero la loro dieta ottimale. Mai che   qualcuno degli autori delle diete più note o dei nutrizionisti televisivi si domandasse quale sia l’alimentazione adatta all’essere umano prevista da madre natura; cioè capire per quale carburante è stato progettato l’essere umano.

Si sa, ogni persona ha esigenze nutrizionali diverse a seconda dello stile di vita, della latitudine in cui vive, del lavoro e dell’attività fisica che svolge, ma per tutti gli esseri umani, ed in misure adeguate,  l’alimentazione deve comprendere: vitamine, minerali, proteine, grassi, zuccheri, oligoelementi, fibra ed acqua. Qualunque dieta che non prevede questi fondamentali macro e micro nutrienti è da considerare dannosa.

Spesso le diete improvvisate hanno effetti collaterali molto gravi, specialmente in chi ha una fragile situazione psichica. Per esempio, tutte le diete ipocaloriche fanno dimagrire, anche le più banali, ma privano  l’organismo dei nutrienti necessari e lo condannano al deperimento.

L’antropologia, l’anatomia comparata, lo studio degli istinti, l’immunologia ed altro ancora dimostrano chiaramente che l’uomo appartiene all’ordine dei primati, alla classe dei mammiferi, al genere homo, alla specie homo sapiens, alla categoria dei frugivori di conseguenza la sua dieta ideale dovrebbe essere frugivora, cioè fatta di frutta, ortaggi, legumi, semi e radici. A questo è da aggiungere la necessaria attività fisica, il variare il più possibile gli alimenti, possibilmente biologici, integrali e di stagione, consumando 5 porzioni giornaliere di frutta e verdura ( possibilmente cruda), e masticare a lungo: più si mastica meno si mangia.

Appurato questo tutto diventa più facile in fatto nutrizionale, ricordando che la buona salute dei vegani viene non da ciò che mangiano ma da ciò che escludono dalla dieta, cioè tutti gli alimenti di origine animale e loro derivati, prodotti denaturati, industriali e raffinati.

La mia logica mi induce a credere che la principale causa di obesità è da ricercare nel consumo di cibi spazzatura che essendo scarsi, o privi del tutto, di nutrienti l’organismo richiede un quantitativo maggiore di  alimenti nel tentativo di disporre di quelli necessari che troverebbe in un quantitativo minore se biologici ed integrali. Inoltre, l’organismo trattiene liquidi per diluire le tossine in circolo indotte dai cibi innaturali.

Fino a quando gli esseri umani si nutriranno come le belve si comporteranno come le belve.

I continui episodi di improvvisa violenza che si stanno verificando in Italia, e non solo, non hanno precedenti nella storia recente. Non passa giorno che non si registri una esplosione di follia con efferati omicidi di cui le vittime sono quasi sempre le donne e i minori.

Questa lunga catena di delitti, in apparenza inspiegabili, riconduce il problema al fenomeno di pochi anni fa della cosiddetta mucca pazza diventata tale perché alimentata con residui di carnami contrari alla sua natura di animale erbivoro. L’identico effetto non lo si può non associare all’essere umano per sua natura frugivoro. Mai l’umanità ha consumato quantitativi di carne come in questo periodo storico. E siccome la carne è un alimento adatto agli animali predatori, serve a dar loro la necessaria aggressività per uccidere la vittima: la logica vuole che se gli  umani consumano questa sostanza (incompatibile con la loro struttura anatomica) è probabile che si verifichino i medesimi effetti e di conseguenza avranno di un comportamento aggressivo e violento.

Se una persona si nutre di alimenti scarsi di un determinato principio nutritivo, (per esempio di piante coltivate su un terreno povero di un certo minerale), anche il suo organismo accuserà la stessa carenza e questa si riflette inevitabilmente sulle funzioni del suo organismo. Ogni nutriente può far funzionare meglio o peggio un organo del corpo e di conseguenza l’intero organismo. Il nostro cervello è una macchina che funziona prevalentemente a glucosio, se manca tale nutriente funzionerà male, con le conseguenze che si immaginano.

Vi sono aminoacidi (come la tirosina, di cui sono ricchi i prodotti animali) che favoriscono la concentrazione nel cervello dei neurotrasmettitori dopamina e adrenalina i quali inclinano l’individuo alla competizione, alla litigiosità, all’aggressione, alla violenza (gli yogi indiani sostengono che i carnivori non possono mai raggiungere l’estasi). Anche la fenilalanina, di cui sono ricchi le carni, i formaggi ed anche i legumi, e un eccesso di zuccheri e di colesterolo nel sangue risultano essere tra i maggiori imputati.

Per contro altri principi nutritivi presenti principalmente nei prodotti vegetali, in virtù del loro altro contenuto in amidi e fibra consentono la concentrazione di triptofano nel cervello consentendone la trasformazione in serotonina, neurotrasmettitore che favorisce uno stato di calma, di serenità, di socievolezza la di empatia, di disponibilità verso gli altri.
Anche l’ossitocina, ormone dell’amore, predispone all’ empatia, alla fiducia negli altri. In sostanza, è possibile aumentare o diminuire certe funzioni cerebrali, introducendo con la dieta certi aminoacidi in misura maggiore o minore di altri.

E’ documentato che grassi di origine animale, zuccheri e carboidrati raffinati compromettono la salute del cervello, mentre una dieta vegana svolge un’azione protettiva. Due importanti cardiologi (Michael Cooper e Michael Agent) hanno dimostrato come la meditazione è in grado di abbassare di un terzo il livello di colesterolo nel sangue: e se la mente è in grado di condizionare la materia allo stesso modo la materia (il cibo) è in grado di condizionare il pensiero e di conseguenza la condotta dell’individuo. In sostanza, siccome ogni cibo entra in relazione con la  nostra coscienza e con la nostra mente, modificando la dieta si influisce anche sulle emozioni e sul comportamento della persona.

La cattiva alimentazione impoverisce le facoltà cognitive e favorisce la demenza. La droga rende apatici, assenti, modifica il pensiero e il comportamento delle persone. Il profumo inebria, calma e rilassa. Traumi in specifiche zone del cervello ledono specifiche funzioni. Certi settori del cervello coinvolti in processi emotivi lo sono anche nella elaborazione dei pensieri. Differenti emozioni attivano differenti zone del cervello e viceversa.

Studiosi dell’University of California hanno dimostrato che anche i batteri presenti nell’intestino possono modificare alcune funzioni psichiche; in sostanza si può modificare lo stato psichico dell’uomo utilizzando specifici alimenti (intuizioni che risalgono ad Ippocrate). Modificando la flora batterica intestinale si possono influenzare le risposte psichiche, e con esse migliorare o peggiorare determinati comportamenti.

Anche gli stati d’animo e le emozioni si riflettono su tutte le cellule e le funzioni del corpo. Le emozioni negative generano disarmonia nelle funzioni fisiche e alterano i battiti cardiaci. Sentimenti come l’odio, la gelosia, la paura se persistono possono arrivare a provocare dei  cambiamenti organici e quindi delle vere malattie. I capelli di una donna belga condannata a morte dai tedeschi divennero improvvisamente bianchi nella notte precedente l’esecuzione. Non solo la mente ma anche la coscienza umana è un’energia capace di modificare il mondo fisico.

La meditazione, la preghiera, giocano ruoli determinanti nei processi di guarigione. La mente ha il potere di attivare le difese immunitarie dell’organismo ed operare la guarigione. Un terzo delle persone guarisce attivando il potere della mente. Un atteggiamento attivo nei confronti della malattia influenza pesantemente il decorso. Anche l’ipnosi risulta essere un potente mezzo di guarigione. Gli esperimenti placebo sono una realtà riconosciuta anche dalla medicina ufficiale. Addirittura mente e cuore possono interagire al di fuori della dimensione spazio e tempo.

Seneca faceva notare che tra i mangiatori di carne si trovano i tiranni, gli organizzatori di eccidi, di faide e di guerre fratricide, i mandanti di assassinii, gli schiavisti, mentre coloro che si nutrono dei frutti della terra sono caratterizzati da comportamenti miti e socievoli. E Porfirio  scriveva: “Non è tra i mangiatori di vegetali ma tra i mangiatori di carne che si trovano gli assassini, i ladri, i tiranni. Il regime vegetali più di ogni altro è adatto a dare una salute perfetta e una mente riflessiva e filosofica”. Rousseau: “Comunque si voglia spiegare il fenomeno, è certo che i mangiatori di carne sono in genere feroci e crudeli più degli altri uomini. E’ quindi necessario non abituare i bambini a nutrirsi di carne, se non per la loro salute almeno per il loro carattere”. Lamartine: “Sonoconvinto che uccidere gli animali per nutrirsi della loro carne sia una delle disgrazie della razza umana. Io credo che queste immolazioni questo appetito di sangue, questa vista di carni palpitanti, siano fatti per rendere il cuore più duro e brutale”.Questo l’aveva intuito già Platone, vegetariano, che consentiva il consumo di carne solo ai soldati che partivano per la guerra.

Le popolazioni, o le comunità più pacifiche e miti, sono quelle che hanno escluso la carne dalla loro dieta, come gli Hunza del Kashmir, i russi del Caucaso, gli indiani del Toda e dello Yucatan (centro America), i Vilcabamba nell’antico Perù, gli indigeni del Monte Hagen nella Nuova Guinea, i Carani Guaranti dell’America del Sud, certe tribù dell’Africa o gruppi di Indios del Brasile nord-occidentale o gli Indios Piaroa in Venezuela. In questi non c’è traccia di aggressività e di violenza e l’odio è sconosciuto.

Si grida allo scandalo quando un bambino di genitori vegani(?) viene ricoverato per ragioni di salute, dimenticando che in Italia ogni anno circa 2400 bambini (cioè circa 500 mila bambini) figli di genitori onnivori muoiono ogni anno per infezioni, malattie varie, traumi, violenza, maltrattamento ecc. Naturalmente di questo nessuno ne parla.

Quei genitori che fanno ammalare i loro bambini a causa di una cattiva o inappropriata alimentazione non centrano nulla con la cultura vegan: sono solo degli elementi anomali che non hanno raggiunto la maturità necessaria che richiede la conoscenza scientifica delle necessità nutrizionali dell’adulto e del bambino. La dieta vegetale è in grado di assicurare tutti i nutrienti necessari, come confermato dalla stessa American Dietitic Association: “Tutte le diete vegetariane, comprese quelle vegane, correttamente pianificate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e possono apportare benefici nella prevenzione e nel  trattamento di alcune patologie.”.

Diversamente occorrerebbe dimostrare che la malattia è correlabile alla mancanza di nutrienti reperibili solo nei prodotti carnei. La carenza di vitamina B12 è la sola che può costituire pericolo, ma facilmente arginabile attraverso integratori, senza incorrere agli effetti collaterali dei prodotti carnei.

Alcuni ritengono ingiusto imporre al bambino una dieta vegan; noi riteniamo ingiusto e irresponsabile imporre l’alimentazione onnivora ai bambini. Noi portiamo la testimonianza di molti bambini e adolescenti, nati da genitori vegan, che godono ottima salute, e questo ci spinge a dare ai nostri bambini l’alimentazione prevista dalla natura per noi frugivori come la più adatta a garantire loro una vita sana e felice.

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I MIRACOLI DELLA DIETA VEGAN

Uno studio della Oxford University pubblicato dalla rivista Pnas, ha calcolato i benefici della dieta vegan, in termini di salute e di economia.

E’ emerso che se tutto il mondo adottasse una dieta strettamente vegana si risparmierebbero 8,1 milioni di morti premature da qui al 2050, dovute soprattutto alle minori malattie cardiovascolari, ma anche a tumori e patologie correlate all’obesità. I benefici economici (solo) per i sistemi sanitari, poi, andrebbero da 700 a 1000 miliardi di dollari l’anno.

(Dalla rivista Optima Salute, mensile diffuso in farmacia nel giugno 2016)

- perché contiene ptomaine, sostanze tossiche che si sviluppano dagli organismi in via di decomposizione: cadaverina, putrescina, istamina, indolo, scatolo, fenoli, ammoniaca ecc.

- perché la carne genera radicali liberi (a questi sono collegati ad almeno 50 diverse gravi patologie);

- perché le proteine della carne bloccano l’utilizzo della vitamina D, provocano concentrazione di calcio e di ossalati nei reni e questo favorisce la formazione di calcoli;

- perché la carne genera carenza di enzimi e di vitamine, aumento di colesterolo, acidificazione della matrice extracellulare, prelazione di calcio, uricemia, ipertensione, gotta, abbassamento delle difese immunitarie;

- perché le proteine della carne sono altamente acidificanti e l’acidità riduce la capacità dell’organismo di produrre enzimi ed ormoni, e senza enzimi non si digerisce: nessuna attività biochimica è possibile;

- più proteine si ingeriscono più l’organismo ha necessità di vitamina B12;

- la putrefazione della carne nell’intestino impedisce il fattore intrinseco e ritarda la formazione della vitamina B12;

- perché carne e pesci risultano inquinati da 10 a 70 volte più dei vegetali;

- perché la carne genera leucocitosi digestiva, cioè aumento anomalo di globuli bianchi nel sangue, situazione che si verifica in ogni infiammazione, segno che l’organismo considera la carne ed il cibo cotto come un aggressore;

- perché la carne genera aumento di colesterolo;

- perché ha effetto dopante: stimola e poi causa successiva depressione di Energia;

- l’omocisteina aumenta con le proteine e può essere causa di demenza, depressione, malattie cardiovascolari, cancro;

- perché per digerire la carne l’organismo sottrae minerali e vitamine;

- perché gli aminoacidi solforati della carne sottraggono calcio, potassio e magnesio all’organismo;

- perché il 70% delle fratture ossee è dovuto ad un eccesso di proteine (che sottraggono calcio ed altri minerali alcalinizzanti);

- Gilbert e Dominicé, due ricercatori belgi, affermano che la carne fa aumentare i germi patogeni nell’intestino portandoli da 2.000 a 70.000 per millimetro cubo;

- perché la carne fa aumentare i livelli dell’aminoacido tirosina e l’accumulo nel cervello dopamina e adrenalina, neurotrasmettitor responsabili della grinta e dell’aggressività tipica degli animali predatori, con  conseguente nascita di un comportamento energico, aggressivo e violento;

- perché abitua alla logica della violenza, della soppressione del più debole, al disprezzo della vita e dell’altrui sofferenza;

- perché spegne il senso della pietà, della compassione e preclude L’evoluzione dello spirito.

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“Coloro che uccidono gli animali e ne mangiano le carni saranno più inclini dei vegetariani a massacrare i propri simili”. (Pitagora)

Per Rai, Mediaset e le altre televisioni pubbliche, i risultati scientifici dei 22 esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, provenienti da 10 diversi paesi e gli 800 dossier prodotti, sono carta straccia, dati senza
valore: tempo e risorse spesi inutilmente. Loro continuano a fare quello che vogliono, perché il dio denaro versato nelle loro casse dalle lobby degli allevatori, macellatori di animali e dall’industria chimico-farmaceutica, è più forte di qualunque senso di onesta responsabilità verso il sociale.

Come può essere permesso che la televisione di Stato, e le televisioni pubbliche, sponsorizzino prodotti scientificamente causa delle peggiori patologie umane? Come è possibile che si dica, giustamente, ogni male
possibile del fumo di sigaretta, delle droghe e dell’alcol mentre per il consumo di carne, che causa più malattie e morti dei tre precedenti imputati messi assieme, se ne favorisca addirittura il consumo?

Se ne infischiano Rai e Mediaset di quanto dice sia l’art.32 della nostra Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”; sia l’art. 444 del CP che recita: “Chiunque detiene per il commercio, pone in commercio ovvero distribuisce per il consumo sostanze destinate all’alimentazione, non contraffatte né adulterate, ma pericolose alla salute pubblica, è punito...”

Tutto questo è scandaloso. Non è tollerabile che i media stimolino, con i loro spot pubblicitari, la popolazione a consumare insaccati, carni rosse e lavorate, come prosciutti, mortadelle, carne in scatola, wurstel ecc., pur avendo la certezza del danno che producono. Come può la Magistratura permettere tutto questo? Possibile che nessun magistrato abbia il coraggio di prendere provvedimenti contro i generatori di malattie,
sofferenze e morte e impedire la pubblicizzazione non solo di prodotti carnei ma di ogni altro prodotto scientificamente riconosciuto nocivo per la vita delle persone e dell’ambiente?

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