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Energie alternative: perché in Basilicata si litiga sull’eolico.

By Nunzio Ingiusto March 27, 2021 2161

Polemiche e ricorsi per una legge che limita le installazioni.

La ricerca di una sintesi senza mercanteggiamenti è forse la partita più difficile che dovrà giocare il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. Per raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione e ben spendere un terzo dei soldi del Recovery fund, nei prossimi mesi dovrà mostrare doti di mediatore e decisore al tempo stesso. La Regione Basilicata gliene sta dando l'occasione con una guerra alle pale eoliche. Più di cinquanta associazioni ambientaliste si sono rivolte alla Corte costituzionale affinché metta ordine nelle nuove installazioni. In mezzo c'è la Regione guidata da Vito Bardi che in quanto a questioni energetiche ed ambientali da venti anni è il territorio simbolo del fabbisogno energetico italiano. Mentre in Val d'Agri Eni e Shell continuano, infatti, ad estrarre petrolio, ci sono aziende pronte a creare nuovi parchi eolici sui crinali delle montagne. Uno scempio selvaggio, hanno scritto gli ambientalisti, sollecitando della Corte Costituzionale. Assistono sconvolti alla devastazione di quel paesaggio che soltanto due anni fa ha visto Matera Capitale europea della cultura. E nella lotta anti eolico c'è anche il Parco della Murgia materana, molto impegnato sui temi della sostenibilità. Ci mancherebbe! molto impegnato sui temi della sostenibilità. Ci mancherebbe! molto impegnato sui temi della sostenibilità. Ci mancherebbe!

Il cuore del problema è in una proposta di modifica della legge regionale sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Si autorizzano nuove installazioni, ma se ne limita la potenza e si salvaguardano i diritti esistenti. In sostanza, scrivono le associazioni, la Regione sta cercando di limitare le nuove installazioni contro le richieste delle aziende interessate a crescere. Il tema si è ingarbugliato proprio rispetto all'anticipazione del Ministro Cingolani sulla transizione green.

“La produzione di energie rinnovabili è di basilare importanza , ma è altrettanto importante tutelare il paesaggio, punto di forza del nostro territorio" dice  Michele Lamacchia, Presidente del Parco della Murgia. L’iniziativa legislativa vuole ridurre  l'impatto paesaggistico in un contesto dove i punti di forza sono il turismo, la cultura e l’ambiente. A sostegno  dello stop ci sono anche  i dati del Gestore Servizi Energetici (GSE) che nel 2018 ha contato tra le province di Matera e Potenza ben 1412 aerogeneratori. Un business compulsivo ,si legge nella  lettera alla Consulta , favorito dalla mancanza di un Piano Paesaggistico regionale. L’energia eolica  è stata concepita  "non come alternativa al fossile, bensì come complementare ad esso, visto che è stato impiantato nelle aree ove insistono siti petroliferi o dove si prevedono nuove prospezioni". Una bella contraddizione: Fatto sta che il territorio è  malconcio, bistrattato, con ricadute  sulla salute, l’acqua, la biodiversità e l’agricoltura. E gli industriali ? La Confindustria lucana replica che la proposta della Regione è in contrasto con gli obiettivi nazionali ed europei in materia di sviluppo delle fonti rinnovabili .Per rispettare le indicazioni europee i nuovi impianti ci vogliono eccome, senza limitazioni di potenza o altri artifici. Chissà quando la Consulta si esprimerà, in ogni caso le imprese vedono  compromessi, “per effetto della previsione dei limiti di potenza installabili , i loro programmi di investimento”. Il Ministro Cingolani sta lavorando al piano di transizione ed ha stimato un fabbisogno di 80 miliardi di euro, nonostante le perplessità suscitate dalle sue dichiarazioni sui tempi e sul mix energetico con le fonti fossili. Ma come si fa a procedere in un programma ambizioso con una Regione contro?  E’ solo la Basilicata o se ne altre a negare la svolta verde italiana? Attenzione, noi non siamo contro le energie alternative -spiegano gli ambientalisti - ma in Basilicata sono stati commessi un affronto al territorio e una lacerazione al tessuto sociale che meritano una seria riflessione». La dovrà fare senz'altro il Ministro Cingolani a cui va ricordato che se l’Italia green é affidata anche alle mani dei giudici, non c’è da stare per niente tranquilli.

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Last modified on Saturday, 27 March 2021 18:45
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