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LAUDATO SI’: UNA ENCICLICA MERAVIGLIOSA CHE INVITA AL SUPERAMENTO DELL’ANTROPOCENTRISMO … CON LA SPERANZA CHE IL MONDO CATTOLICO SAPPIA ASCOLTARE (E CAPIRE).

         Con l’ Enciclica Laudato sì ci troviamo di fronte ad un testo di una importanza difficilmente sopravvalutabile, un testo che segna una vera e propria svolta all’interno della storia della Chiesa cattolica. Molto è stato detto, nelle scorse settimane, ma è mia impressione che la portata rivoluzionaria delle tesi espresse da papa Francesco (nei contenuti espliciti e nelle consequenziali applicazioni pratiche) non sia stata ancora ben compresa al di fuori e soprattutto all’interno della stessa Chiesa. Proverò, a tal fine, ad evidenziare quelli che, a mio avviso, costituiscono gli aspetti di maggiore novità e “rottura”.

      yy   Innanzitutto, ritengo bellissima ed estremamente eloquente la volontà di papa Francesco di recuperare e riscoprire (potremmo forse dire, addirittura, di cominciare a comprendere sul serio) la grande eredità spirituale di Francesco d’Assisi (volontà, tra l’altro, già ben annunciata nella scelta del proprio nome pontificio), strappandolo dall’altezza degli altari, per riportarlo in mezzo a noi, non più come inarrivabile espressione di fede, umiltà e carità, bensì come concretissimo modello di vita degno di essere amato e coerentemente imitato (e non più semplicemente celebrato).

   “Credo - scrive – che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. E’ il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso.” 1)

       In lui, prosegue papa Francesco, è possibile cogliere quella che costituisce la vera tesi portante dell’intera Enciclica, ovvero l’inseparabilità di:

-          Preoccupazione/attenzione per la natura;

-          Richiesta di giustizia verso i poveri;

-          Dovere di impegno all’interno della società;

-          Conseguimento di una reale pace interiore. 2)

   Di Francesco d’Assisi il papa sottolinea la sua capacità di entrare “in comunicazione con tutto il creato” 3) arrivando a predicare persino ai fiori, avvertendo ogni creatura come propria sorella “unita a lui con vincoli di affetto” e, pertanto, sentendosi “chiamato a prendersi cura di tutto ciò che esiste”, pervaso da un fattivo sentimento di “pietà”.

   Fondamentale è il fatto che il papa si preoccupi di mettere in luce, in maniera molto ferma, che tali sentimenti del santo non andrebbero intesi (come spesso è accaduto) in quanto forme di “un romanticismo irrazionale” (sempre oscillante fra agiografica mitizzazione e grossolana banalizzazione), bensì come una solidissima convinzione destinata a influire in maniera determinante sul comportamento.

       “Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente - infatti - senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea.” 4)

 E di enorme valenza concettuale è la conclusione a cui approda il pontefice, ben evidenziando come la povertà e l’autenticità di Francesco non fossero mera esibizione di ascetismo esteriore, “ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso e di dominio.” 5)

     Impossibile non intravedere in queste parole chiare affinità con il pensiero nonviolento di Aldo Capitini, grande estimatore laico ed anticlericale del poverello di Assisi. Il filosofo e pedagogista perugino, nella sua visione etica ariosa e ampiamente ispirata alle tesi gandhiane (oltre che alla morale francescana), propone infatti di allargare la sfera di applicazione del principio dell’etica kantiana relativo al rispetto assoluto della dignità del soggetto umano anche al soggetto animale. Capitini,cioè, ritenendo che l’evoluzione spirituale sia caratterizzata da una crescita di attenzione nei confronti dell’Altro, propugna di applicare la seconda formula dell’”imperativo categorico” kantiano (l’obbligo, cioè, di considerare il proprio prossimo mai soltanto come “mezzo”, ma sempre anche come “fine” del proprio agire) anche agli animali e, entro certi limiti, anche al mondo vegetale e alle cose stesse. Propone, cioè, un allargamento progressivo del concetto di “prossimo”, in una prospettiva sempre più desiderosa di includere e sempre meno capace di escludere.

     Ed è interessante constatare come, a distanza di qualche decennio, questo orientamento sia potuto riapparire in Norberto Bobbio, uno dei principali amici ed estimatori di Aldo Capitini, il quale, mettendo momentaneamente da parte la sua nota refrattarietà verso ogni atteggiamento profetico, nelle righe conclusive di uno dei suoi libri di maggior successo, scrive:

    ff  “E che dire del nuovo atteggiamento verso gli animali? Dibattiti sempre più frequenti ed estesi, riguardanti la liceità della caccia, i limiti della vivisezione, la protezione di specie animali diventate sempre più rare, il vegetarianesimo, che cosa rappresentano se non le avvisaglie di una possibile estensione del principio di eguaglianza al di là addirittura dei confini del genere umano, un’estensione fondata sulla consapevolezza che gli animali sono eguali a noi uomini per lo meno nella capacità di soffrire?” 6)

     Il discorso di papa Francesco è appunto in tale direzione che si sviluppa, pagina dopo pagina, invocando una “nuova solidarietà universale” 7), nella convinzione che tutto nel mondo sia “intimamente connesso” 8) e con l’intento di indurre tutti noi al riconoscimento del “valore proprio di ogni creatura” 9), fino ad approdare alla consapevolezza

               “Che, essendo stati creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge ad un rispetto sacro, amorevole e umile.” 10)

Si tratta indubbiamente di posizioni concettuali imbevute di mistico lirismo sì, ma anche dense di riflessione filosofico-teologica, e che, se correttamente intese, dovrebbero comportare conseguenze di immensa portata nell’ambito del mondo cattolico. Un rispetto “sacro, amorevole e umile” (reale e non retorico), infatti, nei confronti degli esseri viventi non umani, come potrebbe tollerare, mi chiedo, il perdurare di quelle forme millenarie di sfruttamento spietato e di oppressione violenta esercitate dal genere umano nei confronti degli animali (ridotti a meri “strumenti”, trasformati in oggetti rapinati di ogni dignità), quali il carnivorismo, gli allevamenti intensivi, la caccia, gli spettacoli circensi, la vivisezione, ecc …?

L’intera Chiesa cattolica, i singoli credenti e le società civili che dichiarano di riconoscersi all’interno del mondo dei princìpi e dei valori della morale cristiana sapranno confrontarsi e coerentemente sintonizzarsi con onesta serietà con le parole del sommo pontefice o le parole del Francesco odierno saranno condannate, come quelle del Francesco medioevale, ad essere (dopo tanti entusiastici apprezzamenti) beffardamente relegate nella sacra teca delle teorie tanto belle, ma tanto (troppo!) difficili da essere rispettate ed attuate?

 Roberto Fantini

Note:

  1. Papa Francesco, Laudato sì, Enciclica sulla cura della casa comune, Edizioni San Paolo, 2015, pp.33-4
  2. Ivi, p.34
  3. Ibidem
  4. Ivi, p.35
  5. Norberto Bobbio, Destra e sinistra, Donzelli Editore, Roma 1994, p.90
  6. Ivi, p.37
  7. Ivi, p.39
  8. Ivi, p.94
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Last modified on Monday, 24 August 2015 13:11
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