L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Food & Wine (255)

 
 
 
 
Urano Cupisti
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 Claudio Mollo presenta

“Artigiani del gusto toscani, con le loro delizie gastronomiche, accompagnano da sempre la kermesse Terre di Toscana, l’Eccellenza nel bicchiere, nata nel 2007 inserendosi nell’ambito di un ciclo di eventi con l’obiettivo di offrire uno spaccato di alto livello dell’enologia d’eccellenza della regione toscana”.

A parlare Claudio Mollo, giornalista e scrittore, ideatore di questo angolo sfizioso all’interno dell’evento divenuto “evento cult nazionale”, uno di quelli da non perdere assolutamente.

Golosizia rappresenta l’ineludibile corollario della manifestazione “marzolina” con i suoi cooking show ovvero “la vetrina della cucina d’autore, animata da chef affermati ed emergenti di Toscana.”

Apprezzare meglio viaggi nelle tradizioni del Cibo in questa regione dalle molteplici varietà: mare, terra, montagna.

Qualcuno, di cui non ricordo il nome, ebbe a dire in altra sede: “Per la mente, per il cuore, per la gola”. Magnifica, fantastica, straordinaria espressione che si addice perfettamente a Golosizia. Sorprendente idea ad identificare la professionalità in cucina.

Oggi constatiamo, nel girare per ristoranti, trattorie, locande, la difficoltà di coniugare il bello al bravo. Golosizia : scopo di valorizzare un territorio, lo spirito del luogo.

E l’evento interpreta questi valori proponendo ogni anno le interpretazioni da parte di personaggi già conosciuti o emergenti, selezionati da Claudio

 
 piatto di Ilan Catola  

Mollo in quella ricerca non basata su semplici ricette o ricordi della nonna ma frutto di studio tramutato in arte consolidato da un passato e coniugato con il presente da cui emerga intelligenza e professionalità.

E vedere “sfornellare” gli chef aiutati da parte delle proprie brigate di cucina, capisci il senso e la differenza con “il finto sapere” che quotidianamente riscontriamo nelle moltitudini di programmi televisivi.

Edizione 2018: a confronto cinque chef nella due giorni di Terre di Toscana.

 
 piatto di Nicola Gronchi   

Nicola Gronchi, Chef del Ristorante Bistrot di Forte dei Marmi, una stella Michelin che ha presentato due piatti di pesce, libera interpretazione di crudité risultati armonici, al top.

Nicoletta Marighella del Ristorante Il Mestolo di Siena. Nicoletta si è imposta in quel della città del palio portando nel cuore del Chianti il Mare. Ravioli di

 
 piatto di Nicoletta Marghella

patate con gamberi rosa e sarago affumicato in “diretta”, sfilettato e accompagnato da un misto di pasta. Chapeau!

Emiliano Lombardelli, Ristorante Gourmet con Gusto di Santa Liberata, Porto Santo Stefano GR. “Abbraccio Terra e Laguna (Orbetello n.d.r)”. Questi i temi dei due piatti presentati: Cavolfiore, panzanella in crema, bottarga di femminella (uova di granchio di laguna) e sfumature di cefalo. Intrigante!

Ilan Catola, Ristorante Locanda Garzelli di Quercianella LI. Cucina fusion con le innovative cotture e utilizzo di materie prime fuori dalle tradizioni toscane come ostriche affumicate e funghi Shitake, considerati elisir di lunga vita. Blasfemo!

Andrea Perini del Ristorante Al 558 di Bagno a Ripoli FI. La degna conclusione di Golosizia con piatti dai sapori della tradizione animate da colori e aromi internazionali: grande esperienza gourmet.

Appuntamento al 2019 per altre conoscenze, scoperte da assaggiare e ricordare. Parola di Claudio Mollo.

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

Siamo pronti. Dopo Prowein è in arrivo Summa, il bellissimo evento ideato ed organizzato da Alois Lageder. Il piccolissimo e “lindo” paesino Magrè, nella Bassa Atesina, in Alto Adige, appena al di là del “confine” è pronto ad accogliere la moltitudine di wine-lovers provenienti dal resto d’Italia, Austria, Francia e Germania. Una due giorni di full-immersion nella filosofia legata alle tradizioni sud-tirolesi, alla bio-dinamica e non solo. E poi, raggiungendo Verona, a partecipare al Vinitaly, il sempre discusso evento nazionale del vino italiano che proverà a “stupirci” ancora. Sarà così o saremo costretti a riportare le ataviche “lagne e piangistei” dei “soloni nostrali” sempre pronti a distinguersi nel denigrare la “nazional-manifestazione”?

Frammento n. 1

Cantine Storiche Italiane al Vinitaly

Associazione Dimore Storiche e Cantine Storiche saranno presenti al Vinitaly 2018. 64 tenute storiche con cantina parteciperanno all’evento veronese forti di una produzione vinicola di ben 35 milioni di bottiglie prodotte da circa 30.000 ettari di proprietà. “I Soci ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane) sono proprietari di beni culturali vincolati come monumenti nazionali che, nel caso delle tenute viticole, comprendono, oltre alle cantine, giardini, vigneti, oliveti e boschi, in un insieme di straordinaria bellezza al tempo stesso architettonica e paesaggistica. Gaddo della Gherardesca, Presidente dell’Associazione, nella conferenza-stampa tenuta per spiegare i motivi della partecipazione ha insistito sull’impegno costante dei soci a mantenere e conservare questa parte rilevante del nostro patrimonio culturale.(Fonte Cronache di Gusto)

Frammento n. 2

Il Pinot Grigio ha la sua DOC.

La DOC delle Venezie, ovvero il Consorzio di Tutela Doc delle Venezie è una denominazione interregionale che comprende i territori vitati della Provincia Autonoma di Trento, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, della Regione Veneto e nasce dalla volontà di tutelare e valorizzare l’intera produzione del Pinot Grigio. In queste terre viene attualmente prodotto l’85% del Pinot Grigio italiano. 23.374 ettari vitati e dedicati a questo vitigno, 750 milioni di euro il fatturato. La nuova DOC rappresenta ed opera sulla più grande area vitata a Pinot Grigio nel mondo. (Fonte: Zed.Comm)

Frammento n. 3

Passione e soldi, petrolio e vino: Bulgheroni

Alejandro Bulgheroni, miliardario argentino. La storia d’investimenti da sogno per noi comuni mortali. Pensate:”non mi diverto più con il petrolio. Mi butto nel vino, olio, cantine e frantoi”. Direte voi: butta via tutto e cambia vita. Scherzate? Per niente. Non si diverte più ed investe in altro campo e continua a fare soldi a palate. Ha speso 125milioni di euro per l’acquisto di 330 ettari di filari tra Montalcino, Bolgheri e Chianti Classico. Da 4 etichette a 27. Le Aziende rilevate? Dievole nel Chianti Classico Castelnuovo Berardenga, Poggio Landi e Podere Brizio a Montalcino, Tenute le Colonne e Tenuta Meraviglia a Bolgheri. 850.000 bottiglie per un fatturato di 5milioni. Così, tanto per iniziare. I possedimenti italiani si aggiungono a quelli tenuti in Argentina, Uruguay, Australia, Napa Valley e Bordeaux. E accanto al vino e cantine, i lussuosi agriturismo per gli enoturisti facoltosi. Chiamala passione. (fonte Corriere.it)

Frammento n. 4

Info per i consumatori: etichetta “salva-pummarola”

La Coldiretti annuncia:”in arrivo l’etichetta di origine obbligatoria per la provenienza dei pomodori.” Pubblicato in G.U. il decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse. Sembrerebbero tolte dall’anonimato tutte le coltivazioni di pomodoro illegali. Paese di coltivazione e paese di trasformazione. Come al solito ci troveremo di fronte a diciture come: Paesi UE, Non UE, UE e non UE insieme. Attualmente i paesi non UE dai quali arriva concentrato di pomodoro per diventare “italiano”, sono l’Usa e Cina. Vedremo se sarà tutela vera.

Frammento n. 5

È primavera, torna lo StreetFood

Come esce il sole lo street food, il cibo da strada riprende il suo ruolo “del mangiare all’aperto”. Non solo. Inizia di nuovo il Giro d’Italia con decine di tappe promosse in tante città. Opera dell’Associazione Streetfood, l’associazione che riunisce gli operatori che negli anni hanno puntato sulla qualità. “ Da quando siamo nati la nostra associazione non ha pensato solo ad organizzare eventi pubblici ma promuovere la cultura del cibo di strada rispettando le tradizioni familiari di ogni Regione di provenienza”. Parole del presidente dell’associazione Massimiliano Ricciarini. Prato, Novara, Arezzo, Bergamo, Castelfiorentino, Foggia, Castiglioncello e altre località reperibili sul sito web www.streetfood.it.

Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)

i visitatori“Il Vino muove la primavera, cresce come pianta di allegria, cadono muri, rocce, si chiudono abissi, nasce il canto” ( Ode al Vino, Pablo Neruda ).

È quanto troviamo scritto in 3a pagina del libretto di presentazione e guida alle degustazioni dell’undicesima edizione di “Terre di Toscana, l’Eccellenza nel bicchiere”, ideata, costruita e programmata da Fernando Pardini insieme ad alcuni amici del gruppo AcquaBuona.

Undicesima edizione che già da alcuni mesi si presentava e presagiva come un grande successo. Così è stato analizzando i numeri del “giorno dopo”. 130 tavoli per altrettante aziende vinicole toscane. Piccole a conduzione familiare, medie nella produzione di bottiglie, grandi “dai grandi (volutamente ripetuto) volumi”.

Aziende biologiche, biodinamiche, convenzionali: tutte selezionate nel comparto dell’eccellenza e tutte presentate con “pari dignità”.

-Fernando raccontaci la vigilia, il lavoro che hai definito “di cuore”.

-Terre di Toscana è tornata più forte che mai. Lo ha fatto abbattendo un altro record per noi importantissimo. Ossia il tempo in cui sono andati esauriti i 130 tavoli disponibili per le aziende: mai così breve. Non solo. Registriamo un crescente interesse di tanti, tanti produttori che vorrebbero partecipare e questo se da una parte alimenta l’imbarazzo di fronte al limite invalicabile delle presenze, dall’altra non può che spronarci a “fare sempre meglio”. L’ho sempre affermato: lavorare di cuore, con il cuore, non si sbaglia mai, comunque vada.si versa vino

-Ormai Terre di Toscana da qualche anno a questa parte è una delle Manifestazioni imperdibili a livello nazionale. Raccontaci “la filosofia” di questo evento.

- La “storia” la conosci. Il passato, con le sue scelte logistiche, ha rappresentato quella continua ascesa nel proporre un evento che si interponesse tra le Anteprime Toscane e il Vinitaly. Una pagina enoica di indirizzo verso l’Eccellenza. A conferma l’undicesima edizione ha messo in campo un “parterre mirabolante”, distintivo, unico che non chiede ulteriori parole a commento, casomai il più sincero dei ringraziamenti, in qualità soprattutto di appassionato per gli appassionati. I neofiti, i wine lovers, gli operatori del settore e gli addetti ai lavori in questo viaggio ci sono stati sempre vicini con la loro sincera volontà di partecipare, scoprire, ascoltare, dare e ricevere. Questa la semplice lettura della nostra filosofia.

Fernando risponde alle mie domande ma non si estranea dal contesto della Manifestazione. Controlla che tutto vada per il meglio, interviene a “correggere” il servizio anche il più umile come quello degli svuota-vino. Vigile, attento così come tutti i componenti dello staff AcquaBuona in quel sincronismo perfetto senza “sbavature”.

-Ho incontrato tra i tavoli colleghi, amici e conoscenti. Giornalisti rappresentanti testate importanti a livello nazionale e blogger seguiti su internet che svolgono informazione sul mondo del vino e dell’eno-gastronomia. Una crescente attenzione del mondo dei media italiani e non solo verso Terre di Toscana.

una particolarità-Ritrovare amici e conoscerne di nuovi nel mondo dei media ci lusinga molto ed emoziona. Sapere di essere al centro delle attenzioni “dei comunicatori” che ogni anno, sempre più numerosi, chiedono gli accrediti-stampa, non può che allettare e compiacere. Con i loro interventi, comunicati, articoli, servizi fotografici, post hanno movimentato le opinioni e, nel far conoscere l’evento, hanno permesso di dilatare i confini geografici di provenienza inimmaginabili all’inizio della nostra avventura.

Terre di Toscana, non solo Vino. Da alcuni anni, con la collaborazione del giornalista scrittore Claudio Mollo, questa manifestazione ospita al suo interno un’area gourmet, Golosizia, dove chef selezionati toscani o comunque operativi in ristoranti toscani danno vita, sotto l’attenta regia di Claudio, a show cooking di alta perfezione. Ma questa è un’altra storia da raccontare a parte nei dettagli.

Terre di Toscana, l’evento dell’eccellenza: più forte che mai.

Palazzo Comunale di San Gimignano, Sala di Dante  - Ormai dovrei esserci abituato. Ma non è così. Ogni volta che entro in Sala Dante, meglio conosciuta come Sala di Dante, nel Palazzo Comunale di San Gimignano, ogni momento, sguardo, mi avvicina all’incanto, alla bellezza, allo stupore. Sala che deve il suo nome al soggiorno (breve) del Sommo Poeta in versione Ambasciatore della Repubblica di Firenze.

Azzo di Masetto è l’autore degli affreschi a tema cavalleresco; Lippo Memmi di quello splendore che è La Maestà, ispirato ad un altro dipinto di Simone Martini esposto nel Palazzo Pubblico di Siena.

 

Un po’ di ricordi trecenteschi ci vogliono per descrivere lo stato d’animo di chi varca la soglia ed entra nella Storia.

Il 14 febbraio di quest’anno la Sala era gremita di colleghi affaccendati per altro evento, non storico ma enoico. Nonostante il brusio generale sono riuscito ad assentarmi dal contesto per alcuni minuti ed “ascoltare” gli zoccoli dei cavalli, il rumore delle gualdrappe, il galoppo dei cavalieri raffigurati negli affreschi. Da sempre, dalla mia prima volta in gita scolastica a San Gimignano, la Sala di Dante mi provoca queste sensazioni.

Ma veniamo all’evento enoico e al perché della mia presenza in Sala Dante nello scorso 14 febbraio.

Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2018. XII edizione del ciclo di degustazioni “Il Vino bianco e i suoi territori”. Tema specifico: Il Cordone Ombelicale. Degustazione alla ricerca di quel filo conduttore tra sei Vernacce e sei vini bianchi provenienti da sei diversi territori italiani. Conduttore della degustazione Daniele Cernilli aiutato da Riccardo Viscardi.

Ricerca dei cordoni ombelicali tra Vernacce di sei zone diverse del territorio comunale, interpretazioni e vinificazioni diverse e vini bianchi provenienti da Collio friulano, Custoza superiore, Greco di Tufo, Grillo siciliano, Soave classico e Verdicchio di Matelica. Dodici bottiglie a confronto.

 

Ecco come è andata: i confronti.

 

Sicilia Grillo Laluci Baglio del Cristo di Campobello 2016, bouquet di fiori gialli, agrumi e pesche bianche. Tonalità marine, fresco ed equilibrato. Da terreni misto calcare e gesso. Ottimo voto 89/100

Vernaccia Riserva La Lastra 2015, anche questo con toni floreali, agrumati. Buona struttura. Da terreni pliocenici mediamente argillo-sabbiosi. Ottimo voto 88/100

Vernaccia Riserva Teruzzi&Puthod 2015. Profilo olfattivo ben marcato, al palato morbido a sostenere freschezza e sapidità. Da terreni pliocenici mediamente argillo-sabbiosi. Ottimo, voto 88/100

Soave Classico Calvarino Pieropan 2015. Colore paglierino dorato che introduce le note minerali e cenni balsamici. Terreno argilloso e tufo basaltico. Ottimo, voto 89/100

Verdicchio Matelica Riserva Mirum La Monacesca 2015. Leggera surmaturazione, grande complessità olfattiva: ampi sentori di mandorle tostate unite a cedro. In bocca è risultato potente lunghissimo e profondo. Terreni prevalentemente argillosi. Ottimo, voto 89/100

Vernaccia Riserva Sanice Cesani 2014 Decisamente fine, elegante e floreale con un gusto rotondo, con tipico retrogusto ammandorlato. Terreno medio impasto tendente al limoso-sabbioso con depositi marini pliocenici. Ottimo, voto 89/100

Custoza Superiore Ca’ del Magro Monte del Fra 2015. Colore giallo, con riflessi verdi paglierino. Olfatto su fiori di campo e mele con sfumature di vaniglia. Al palato asciutto, sapido e di corpo con ritorni olfattivi. Terreni di origine morenica quindi calcarei, argillosi, ghiaiosi e sabbiosi. Ottimo voto 88/100

Vernaccia Riserva Albereta Il Colombaio di Santa Chiara 2014. Colore giallo dorato, olfatto complesso con note vanigliate, al palato sapido, ben strutturato, persistente. Terreni di medio impasto. Eccellente voto 90/100

Collio Friulano Schioppetto 2016. Paglierino con riflessi oro verde, con intensi aromi fruttati su pera ed albicocca. Al palato è risultato sapido e equilibrato. Terreni formati da marne collinari di origine eocenica. Ottimo voto 89/100

Vernaccia Riserva Vigna a Solatio Casale Falchini 2010. Colore giallo paglierino , olfatto su sentori di mela verde e fiori di gelsomino, palato con vena fresco-sapida ben in equilibrio con morbidezze. Finale gradevole. Terreni di medio impasto Eccellente voto 90/100

Vernaccia Riserva Panizzi 2008. Colore giallo luminoso con sfumatura tendente all’oro antico, olfatto variegato su note floreali bianche, frutti che hanno spaziato dal pompelmo al melone sfumando nelle note vanigliate. Evidenti sentori minerali della pietra focaia. Al palato è risultato essere un vino di carattere perfettamente equilibrato. Terreni di medio impasto Eccellente voto 91/100

Greco di Tufo Vittorio 2007 Di Meo. Colore dorato brillante, olfatto con fine bouquet di cedro. Sono seguiti richiami minerali di pietra focaia e ardesia, oltre ad una lieve nota idrocarburica. Al palato è risultato caldo e avvolgente. Terreni argilloso-calcarei di origine vulcanica. Eccellente 90/100

E il Sommo Poeta, nella sua sala, posizionato alle nostre spalle, ad osservare il volteggiare dei vini nei calici ed ascoltare tintinnii e commenti bisbigliati tra i degustatori.

 

Come è sempre splendida, affascinante, seducente la Sala di Dante a San Gimignano.

 

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Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

L’”abbuffata” delle Anteprime è terminata. Amarone, Consorzi toscani, Chianti Lovers, Chianti Classico, Vernaccia di San Gimignano, Nobile di Montepulciano, Benvenuto Brunello e Sagrantino di Montefalco. Vendemmie da cinque stelle, scontate come da copione, alle quali ormai nessun più crede. Motivazioni diverse ma tutte orientate verso il penta-giudizio. Fiumi di numeri a non finire tutti dimostranti successi interpretativi. Osservo i comunicati stampa del dopo, li confronto con quelli degli anni precedenti custoditi come se fossero reliquie e, sorpresa (mica tanto), uguali, identici, medesimi tra loro.

Non stiamo facendo del bene al vino.

Preferisco di gran lunga quanto riferitomi da un vignaiolo della Valpolicella mentre assaggiavo un suo 2014:”È stata un’annata difficile, dove spesso ho dovuto trascorrere le notti in vigna. Ce l’ho fatta a portare a casa un piccolo risultato consapevole del “valore” di questa mia impresa”. Chapeau!

Frammento n. 1

I numeri che ti lasciano basito

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Dai tappi si capisce quante bottiglie apriamo nel corso di una vita. Ricerca scientifica ad opera di Uncorked Life, azienda all’avanguardia nella ricerca di chiusure per il settore vinicolo ed alimentare. 3.798 bottiglie per ciascuno suddivise in vini bianchi, rossi, spumanti distillati e birre. Ha vinto alla grande la birra con il doppio dei tappi stappati sul vino. In verità la ricerca è un’altra. Dai tappi per arrivare al consumo di alcool. Ecco, adesso l’indagine assume un connotato più credibile. La conclusione? Ogni persona totalizza un consumo di alcool nella vita pari a 542 lt. Sbalordito, impietrito, semisvenuto!

Frammento n. 2

downloadSolforosa sì, solforosa no.

Non dico da sempre, ma in questi ultimi anni l’uso della solforosa è al centro di studi, dibattiti e prese di posizioni che spesso hanno e portano a “scontri”, a volte pesanti tra enologi, produttori e soloni vari (quest’ultimi molto pericolosi). La nota Fondazione Mach, Università di Trento e Centro agricoltura presso l’Istituto di San Michele all’Adige, ha pubblicato una ricerca su aspetti finora sconosciuti delle reazioni nei vini dell’anidride solforosa. La ricerca entra nel merito con dati e conduzioni che porterebbero ad una futura enologia di precisione. Quindi studi e applicazioni, non demonizzazioni. Vale a dire che la solforosa la dovremo sopportare ancora per lungo tempo.

Frammento n. 3

Cibo e Vino elevati a patrimonio nazionale.2018 01 12 22 58 26 Presentazione Treccani Gusto con Qualivita on Vimeo

È nata Treccani Gusto. Forse è una notizia che non farà clamore ma per i cultori del cibo e del vino, SÌ. Evento che coincide con l’anno nazionale del Cibo italiano, il 2018, proclamato dai Ministeri dei beni Culturali e delle Politiche Agricole. Elevare il cibo, il vino e ulteriori prodotti dell’agricoltura nazionale allo stesso livello di altri tesori italiani come l’arte, la cultura, il paesaggio. Progetto editoriale promosso dall’Enciclopedia Treccani per lanciare una nuova immagine dell’Italia con le sue eccellenze enogastronomiche in un contesto internazionale.

Frammento n. 4

IMG 2175Quando un cibo benefico suona come offesa.

“Trunzu di Aci”. In realtà è anche un epiteto con il quale gli abitanti di Catania prendono in giro (si fa per dire) quelli di Acireale. Il Trunzu altro non è che una varietà di cavolo rapa coltivato nelle campagne intorno ad Acireale, Aci appunto. Alimento antitumorale (prevenzione), detossificante, dall’alto contenuto di vitamine e minerali. Due raccolti l’anno, in primavera ed autunno ed ingrediente di numerose ricette di quel territorio. Presidio Slow Food dal 2012. Chissà, presto troveremo nei menù dei ristoranti stellati pasta con trunzettino di Aci cotto al vapore. Fantasia dello Chef.

Osservo, scruto, assaggio e…penso.

dgreCome spesso ho ricordato il Merano Wine Festival, l’evento delle eccellenze, non è solo il “Festival del Vino”. Da alcune edizioni le eccellenze del food trovano sempre più spazio.

Helmuth Köcher, presidente e fondatore della manifestazione altoatesina, è riuscito a selezionare aziende “preziose” da tutto il territorio nazionale. Tra queste il Caseificio Marovelli da Vibbiana, una frazione del Comune di San Romano in Garfagnana, provincia di Lucca. Pensare che si trova a due passi da casa mia e l’ho conosciuto a Merano.

Nel girovagare incuriosito tra i banchi di prodotti di alta raffinatezza, sono stato colpito da una scritta: Laboratorio Didattico Sensoriale…Diventare Casaro in poche ore. Cosa significa?

È stata Romina, la giovane imprenditrice, terza generazione della Famiglia Marovelli a darmi la risposta.

“ Una esperienza sensoriale, raccontando la storia gastronomica del territorio attraverso il mondo casaro”. E nello specifico?

Il Casaro ed il suo staff aprono le porte del laboratorio mettendo a disposizione la propria esperienza e professionalità a chiunque sia incuriosito ed interessato a vivere in prima persona tutte le fasi del processo di trasformazione del latte in formaggio”.

Non solo. Percorsi lungo sentieri, osterie alla ricerca della tradizione contadina. Farro, Ippocastano (vino insaporito con spezie profumate) e i formaggi del Caseificio Marovelli1Caseificio Marovelli. Dalla tipologia “freschi” agli “stagionati”, ai “conciati”.

“Aspirazione alla massima qualità e alla capacità di coniugare le più moderne tecnologie con la tradizione artigianale familiare”.

Dalla semplice caciotta di mucca, ai caprini abbucciati ai più “secchi” e profumati Casaro dell’Ariosto e Verruchio fino a degustare l’Ubriaco Garfagnino ed altri affinati con erbe e foglie selezionate.

L’integrazione verticale: la “vera forza” del Caseificio Marovelli.

“ L’integrazione verticale, ovvero l’integrazione delle esperienze di tre generazioni verso la produzione di qualità medio-alta, altro non è che la migliore garanzia dell’accesso alla ricerca, materie prime e controllo dei processi. Uniti all’aspirazione del raggiungimento della massima qualità come riferimento nel mondo caseario italiano”.

18888983 160353534503948 913523532221120512 nIl carattere generoso, spontaneo, accogliente di Romina si ritrova negli assaggi dei suoi formaggi: formaggi espressivi che si sono rivelati alleati golosi.

La storia dell’azienda non ha radici così lontane: è stato suo nonno Giovanni, alla fine della seconda guerra mondiale, ad iniziare la trasformazione del latte garfagnino in formaggi. Come si legge nella presentazione aziendale: “per atto di sopravvivenza alimentare”. In termini più semplici: per campare.

Il successo: mantenere la semplicità di quei tempi con l’evoluzione tecnologica di oggi. Ed è proprio come interprete di questi principi che la Famiglia Marovelli ha consolidato nel tempo di tre generazioni la sua reputazione di produttori non solo affidabili ma anche attenti e sensibili alla Storia e Tradizioni di una valle, la Garfagnana, stretta tra le cime delle Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano. Chapeau!

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La Riflessione!

La prima notizia “sconvolgente”(sic!) del 2018 nel mondo del vino italiano è stata la nascita di una nuova associazione di sommelier. La “fecondazionefoto Assosommelier dell’idea” dai soliti spermatozoi smaniosi che solitamente coabitano in altre realtà. Il “parto” avvenuto dalla rottura con la FIS (Fondazione Italiana Sommelier) guidata dal giornalista Franco Maria Ricci. La sigla? Assosommelier. Si tratta della Delegazione Umbra della Fis che ha annunciato, per bocca di Davide Marotta, eletto presidente della neonata associazione, di operare sia nella formazione professionale (corsi e master) quanto nella divulgazione del vino attraverso degustazioni ed eventi. La riflessione immediata: ma le altre associazioni presenti sul territorio ( una trentina tra nazionali, regionali, provinciali, comunali, parrocchiali ecc…) cosa fanno?

 

Frammento n. 1

Per chi ama i cosiddetti Vini Naturali

VinNatur Genova 2018 724x1024Genova, Palazzo della Borsa in Piazza De Ferrari, domenica 21 e Lunedì 22 gennaio, appuntamento con i banchi di assaggio dei produttori di “vini naturali” organizzati da Vinnatur. “Siamo molto affezionati a Genova – ha affermato Angiolino Maule, presidente di Vinnatur nel presentare l’evento – dove abbiamo già organizzato due banchi negli anni scorsi. Qui vi è una ristorazione illuminata che ha compreso come produrre vini naturali possa essere un modo per valorizzare la cucina ligure.” Genova consacrata da Maule come “capitale d’Italia dei vini naturali”. 70 produttori a rappresentare le regioni italiane insieme ad “amici di comprovata fede” provenienti da Austria, Francia, Italia e Slovenia.

 

Frammento n. 2

Anteprima Amarone

Da sempre l’evento annuale veronese da il via alla kermesse delle presentazioni anteprime della nuova annata messa in commercio secondo quanto disposto dai singoli disciplinari di produzione. Per l’Amarone si tratterà della presentazione della vendemmia 2013. E poi se ricordiamo che quest’anno si celebra il compleanno dei 50 anni della costituzione DOC Amarone della Valpolicella, l’evento è uno di quelli da non perdere per gli appassionati. Le date: Sabato 3, Domenica 4 e Lunedì 5 febbraio al Palazzo della Gran Guardia di fronte all’Arena. I viticoltori aderenti al Consorzio che da anni gestisce questa manifestazione, operano su 8 mila ettari di vignamaroneeto per una produzione di circa 13 milioni di bottiglie ( circa il 60% destinate all’export) con un fatturato che supera i 330 milioni di euro. Cifre che supportano un lavoro che viene svolto nelle tre aree distinte della Volpolicella identificate dal Disciplinare di produzione: quella Classica, la Valpantena e la Doc Valpolicella.

 

Frammento n. 3

Decanter spara la sua TOP 10 su gli sparkling.

Gli esperti incaricati da Decanter (due!), la nota rivista inglese che si contrappone a quella americana Wine Spectator, hanno sparato i loro giudizi sui migliori spumanti (sparkling, bollicine, perlage ecc…) individuati nelle produzioni in commercio nel 2017 presi tra quelli con un costo inferiore a 55 sterline. Qualità/prezzo. Fuori quindi i pezzi da 90 (francesi soprattutto ma anche italiani come Giulio Ferrari e Annamaria Clementi) e scelta tra 173 spumanti provenienti da tutto il mondo. Come dire: “facciamo una graduatoria degli spumanti di un Dio minore”. Tutto questo è stato pubblicato prima delle feste natalizie. La riflessione:”vuoi vedere che è stata una mossa per indirizzare i consumatori verso il consumo di alcune etichette?” Come affermava Andreotti: a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina.d6b0d 10955658 637750649686999 1372253562787086920 n

Frammento n. 4

Il 2018 proclamato anno nazionale del Cibo Italiano

Iniziativa dei Ministri Franceschini e Martina. “Abbiamo un patrimonio unico al mondo – ha sottolineato il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – caprese1 1che grazie all’anno del cibo potremo valorizzare ancor di più. Dopo la grande esperienza di Expo Milano (alzi la mano se qualcuno la ricorda) l’agroalimentare italiano torna ad essere protagonista in maniera diffusa in tutti i territori” E giù statistiche, successi economici, record d’export e facce sorridenti di agricoltori, allevatori, pescatori, cuochi e vignaioli tratti da Alice nel paese delle meraviglie. La riflessione inevitabile: “è iniziata la campagna elettorale”.

Osservo, scruto, assaggio e…penso.

 491676acfdf4dc725fdff2e6b0b57256 MFrammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

ULTIM’ORA

È MORTO Gualtiero Marchesi, un grande della cucina italiana che amava definirsi semplicemente “un cuoco”. Sua la frase cult:” Un piatto ha bisogno di studio, ricerca, passione e coreografia. Ma ricordarsi poi che dovrà piacere e soddisfare”. Così mi piace ricordarlo.

IMG 20160401 135319La Riflessione!

Ci siamo, come tutti gli anni. È Natale “dobbiamo spendere”. E per farlo servono dati economici “scacciacrisi”. Dobbiamo sorridere all’Anno Nuovo con i soliti, sempre uguali, dati sulla produzione vitivinicola. “Siamo la nazione che produce più vino al mondo”, “il nostro Prosecco batte lo Champagne”. Poi, conti alla mano, siamo terzi in ordine di fatturato e il nostro export, per oltre il 60%, è tirato dal vino in tetra pak (Tavernello, Ronco ecc…), dal prosecco e dal lambrusco. E al quarto posto c’è la CINA.

 

 

Frammento n. 1

Nasce VINTEGRA, Vino patrimonio comune.

 Vintegra

FederVini e AssoEnologi, nell’ambito dell’accordo “Vino Patrimonio Comune” hanno dato vita a VINTEGRA, sistema specializzato e garantito di servizi integrati basato sui principi dell’economia e della condivisione. “Vogliamo applicare i principi della sharing economy all’interno della filiera vitivinicola” ha affermato Riccardo Cotarella, presidente dell’Assoenologi. “Ogni singolo prodotto è oggi ambasciatore del saper fare italiano e quindi deve attingere da una rete di competenze e diventare patrimonio comune” ha aggiunto Sandro Boscaini, presidente di Federvini. Quindi dal 2018 contributo della ricerca e comunicazione nei mercati. Fare squadra!

 

 

vino vigne in toscanaFrammento n. 2

Vino: in Toscana (e non solo) il 2017 la peggior annata di sempre per quantità.

Il valore economico è previsto in 480 milioni di euro persi. Confagricoltura Toscana precisa che il tutto è dovuto dalla gelata di Aprile, dalla siccità estiva e dall’effetto ungulati (da non sottovalutare anche in altre regioni). Confagricoltura usa il termine devastante. Tutto quanto, ahimè, si ripercuoterà sul consumatore che sarà costretto a sborsare dal 20% al 40% in più per una bottiglia di vino.

 

 

Frammento n. 3image

Cantine ad emissioni zero.

Arriva dalla Spagna questa verde notizia. Miguel Torres, presidente della storica cantina iberica Bodegas Torres, ha presentato le nuove tecnologie che entro il 2032 potrebbero permettere di avere la prima cantina ad emissine zero di CO₂. In un prossimo futuro si prevedono aumenti delle temperature globali di oltre 2 gradi. Per questo la Bodegas Torres vuole essere in prima linea per recuperare e riutilizzare la CO₂. Intanto ridurrà entro il prossimo 2020 l’emissione di circa il 30%. La Cantina aziendale posta nel Penedes (Catalogna)ha già installata una caldaia a biomassa, installazioni solari e fotovoltaiche tanto da produrre il 25% delle proprie necessità.

Frammento n. 4

olivo NG13Leccino CSS 02 Minerva. Addio alla Xylella.

È uno dei cloni brevettati da un vivaio di Pistoia: Vivaio Attilio Sonnoli. Resistente al freddo e maggior qualità e quantità di produzione. Si chiama Minerva ed è stato dichiarato dall’Istituto per la Protezione sostenibile delle piante (CNR Bari) resistente alla Xylella, batterio che vive e si riproduce all'interno dell'apparato conduttore della linfa grezza (i cosiddetti vasi xilematici, portatori di acqua e sali minerali). Una speranza in più per i produttori pugliesi ai quali recentemente la Comunità Europea ha concesso la possibilità di reimpianto nelle zone infette.

Frammento n. 5

Un patto di filiera per rafforzare la competività della “pasta italiana”

Firmato in questi giorni un importante accordo che “sembra superare” la guerra del grano in Italia. Alleanza Cooperative, Confagricoltura,shutterstock 136439594 623x421 Cia, Copagri, Aidepi e Italmopa insieme per aumentare la disponibilità di grano duro italiano adatto alla pastificazione sostenendo gli agricoltori che scelgono di puntare sulla qualità. L’Italia è prima al mondo nella produzione ed export della pasta. Ma paesi emergenti come l’Egitto e la Turchia stanno facendo passi da gigante appoggiati dai propri governi. E noi… Serve adesso una risposta di “squadra”. Le intenzioni ci sono tutte in questo protocollo d’intesa. Rimarrà tale?

Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)

Il 7° Mercato dei Vignaioli Indipendenti, svoltosi a Piacenza il 25 e 26 novembre scorso, si è chiuso con un successo atteso (era nell’aria) ma non nella misura che lo è stato veramente.

Grande, Grande, Grande, volutamente in crescendo a significare un successo maturato anno dopo anno, ben programmato, solidificando e compattando quanto realizzato. Crescere insieme è il motto. Come dargli torto.

I numeri parlano da soli. Una due giorni da Sold Out. E la cosa più sorprendente e allo stesso tempo clamorosa è stato il registrare affluenza di visitatori da regioni svariate e lontane. Presenze dalla Sicilia, Calabria e Sardegna per assaggi e acquisti ai circa cinquecento banchi dei vignaioli indipendenti .

La formula di così tanto successo?

  • rappresentare la figura del viticoltore promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani

  • fatta da vignaioli che coltivano le proprie vigne, imbottigliano il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vendono tutto o parte del proprio raccolto in bottiglia, sotto la propria responsabilità, con il proprio nome e etichetta.

  • persone che rispettano le norme enologiche della professione, limitando l'uso di additivi inutili e costosi, concentrando la propria attenzione sulla produzione di uve sane che non hanno bisogno del maquillage di cantina.

Quest’ultima posizione non vuol dire condurre necessariamente la propria coltivazione e le tecniche di cantina con certificazione biologica e/o biodinamica, ma produrre vini che prima di tutto siano buoni.

Ragione di questo trionfo, boom?

L’impegno generoso in vigna e in cantina, la ricerca costante della qualità, l’attenzione (finalmente aggiungo) dell’immagine del prodotto e perché no l’attività unitaria, associativa, di promozione e valorizzazione nel rispetto delle tradizioni, dei territori, per una offerta eterogenea di grande qualità.

E poi, non ultima, la familiarità che si respira appena varcate le porte della Mostra-Mercato. Essere uno di loro. D’obbligo dare del “tu” . Sorrisi, euforia, ottimismo, il bicchiere mezzo pieno. Fuori del capannone fieristico i problemi di tutti i giorni, dentro disponibilità, fratellanza, cordialità e stima. Quest’ultima toccata con mano. Alla richiesta di darmi qualche dritta negli assaggi, la risposta immediata e gentile è stata: ”vai ad assaggiare i vini di quel produttore o dell’altro” in una forma di cameratismo inusuale di questi tempi.

Giri per i banchi, leggi da dove provengono i vignaioli e subito il richiamo alla mente della straordinarietà dei luoghi di origine dei loro vini e la solidità delle tradizioni locali. Forse la mia presenza vuol essere il raccontare modestamente, con sobrietà, semplicità l’immenso patrimonio vitivinicolo che si cela dietro queste facce, le più arse dal sole, sagomate dalle intemperie.

Duemila anni di cultura del vino, di generazione in generazione, a volte di acquisizione in acquisizione, di volontà e ritorno alla terra, di lascio tutto e vado a vivere in campagna. Legame alla terra e al vino comunque sia la provenienza portando qui a Piacenza testimonianze, storia, echi e suggestioni.

Scrisse un giorno Pablo Neruda:” Non soltanto amore, bacio bruciante e cuore bruciato, tu sei vino di vita, ma amicizia degli esseri, trasparenza, coro di disciplina, abbondanza di fiori…”.

Questa è stata la FIVI, la mostra-mercato giunta alla sua 7° edizione. Lunga vita alla FIVI.

Urano Cupisti

Il 7° Mercato dei Vignaioli Indipendenti, svoltosi a Piacenza il 25 e 26 novembre scorso, si è chiuso con un successo atteso (era nell’aria) ma non nella misura che lo è stato veramente.

Grande, Grande, Grande, volutamente in crescendo a significare un successo maturato anno dopo anno, ben programmato, solidificando e compattando quanto realizzato. Crescere insieme è il motto. Come dargli torto.

I numeri parlano da soli. Una due giorni da Sold Out. E la cosa più sorprendente e allo stesso tempo clamorosa è stato il registrare affluenza di visitatori da regioni svariate e lontane. Presenze dalla Sicilia, Calabria e Sardegna per assaggi e acquisti ai circa cinquecento banchi dei vignaioli indipendenti .

La formula di così tanto successo?

  • rappresentare la figura del viticoltore promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani

  • fatta da vignaioli che coltivano le proprie vigne, imbottigliano il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vendono tutto o parte del proprio raccolto in bottiglia, sotto la propria responsabilità, con il proprio nome e etichetta.

  • persone che rispettano le norme enologiche della professione, limitando l'uso di additivi inutili e costosi, concentrando la propria attenzione sulla produzione di uve sane che non hanno bisogno del maquillage di cantina.

Quest’ultima posizione non vuol dire condurre necessariamente la propria coltivazione e le tecniche di cantina con certificazione biologica e/o biodinamica, ma produrre vini che prima di tutto siano buoni.

Ragione di questo trionfo, boom?

L’impegno generoso in vigna e in cantina, la ricerca costante della qualità, l’attenzione (finalmente aggiungo) dell’immagine del prodotto e perché no l’attività unitaria, associativa, di promozione e valorizzazione nel rispetto delle tradizioni, dei territori, per una offerta eterogenea di grande qualità.

E poi, non ultima, la familiarità che si respira appena varcate le porte della Mostra-Mercato. Essere uno di loro. D’obbligo dare del “tu” . Sorrisi, euforia, ottimismo, il bicchiere mezzo pieno. Fuori del capannone fieristico i problemi di tutti i giorni, dentro disponibilità, fratellanza, cordialità e stima. Quest’ultima toccata con mano. Alla richiesta di darmi qualche dritta negli assaggi, la risposta immediata e gentile è stata: ”vai ad assaggiare i vini di quel produttore o dell’altro” in una forma di cameratismo inusuale di questi tempi.

Giri per i banchi, leggi da dove provengono i vignaioli e subito il richiamo alla mente della straordinarietà dei luoghi di origine dei loro vini e la solidità delle tradizioni locali. Forse la mia presenza vuol essere il raccontare modestamente, con sobrietà, semplicità l’immenso patrimonio vitivinicolo che si cela dietro queste facce, le più arse dal sole, sagomate dalle intemperie.

Duemila anni di cultura del vino, di generazione in generazione, a volte di acquisizione in acquisizione, di volontà e ritorno alla terra, di lascio tutto e vado a vivere in campagna. Legame alla terra e al vino comunque sia la provenienza portando qui a Piacenza testimonianze, storia, echi e suggestioni.

Scrisse un giorno Pablo Neruda:” Non soltanto amore, bacio bruciante e cuore bruciato, tu sei vino di vita, ma amicizia degli esseri, trasparenza, coro di disciplina, abbondanza di fiori…”.

Questa è stata la FIVI, la mostra-mercato giunta alla sua 7° edizione. Lunga vita alla FIVI.

2017: Edizione da bollino Platinum, il più prezioso

 

 

IMG 20171114 115604Devo dire proprio di sì. Evento difficilmente superabile, senza alcuna “sbavatura organizzativa”. Vicinissimo alla perfezione.

Una “macchina” che ha bisogno di un solo goccio d’olio, meglio dire di vino, per far girare gli ingranaggi degli avvenimenti durante i cinque giorni. Dalla bio-dinamica al Catwalk Champagne passando per i tre giorni tradizionali, centrali, ricchi, come sempre, di novità “stellari” per gli appassionati di vini e non.

 

Non solo Vino.

La Gourmet Arena che da alcuni anni ha trovato la giusta location, come continuità del Wine, nella tensostruttura posizionata tra il fiume Passirio e il Kurhaus, lungo quella passeggiata resa famosa nel mondo come promenade Sissi.

Quet’anno oggetto di ulteriore “sana decisione”, da parte di Helmuth Köcher, liberandola dallo Show Cooking che, meritatamente, ha ottenuto il suo spazio in altra sede, piazza della Rena, vicinissima al Kurhaus, ribattezzata Cooking Farm.

Già, la Cooking Farm, meglio dire Chef Performance.

Dal venerdì 10 al Lunedì 13, nell’orario di apertura, più di venti chef stellati si sono alternati ai fornelli nel proporre piatti di particolare importanza cucinati secondo le loro filosofie di pensiero. Senza dimenticare i “temi giornalieri”

 

Wild Cooking, Fermenti in cucina, la prima manifestazione italiana sui cibi fermentati svoltasi Venerdì 10 in contemporanea con Bio&Dynamica, l’evento enoico più importante e rappresentativo insieme a Summa di Alois Lageder, guarda caso anche lui altoatesino.

 

Cooking Farm, confronto tra la più prestigiosa cucina italiana e la tradizione contadina svoltasi nel giorno 11. Sperimentare e giocare, amore per le radici e curiosità verso altre culture, lavorare in sintonia con la natura, la pizza nella continua e costante ricerca delle migliore eccellenze gastronomiche italiane.

Cooking Farm, “Place to be” per gli amanti dell’Alta Gastronomia svoltasi nel giorno 12. Rispetto come pilastro centrale di una precisa architettura, il fedele artigiano del cibo, la proposta di Risate&Risotti, cucinare per soddisfare i propri familiari.

Cooking Farm, il premio GODIO, inserito dall’ormai lontano 2004 in onore e memoria dello chef Giancarlo Godio, svoltosi Lunedì 13, con la premiazione di Luis Haller, altoatesino della Val Passiria, come giovane appassionato per l’arte culinaria e per la sua vocazione ai piatti semplici, composti di tre o quattro ingredienti, sapientemente selezionati, con cui riesce a creare sapori del tutto inaspettati.

 

Ed infine, martedì 12, durante l’evento di chiusura dedicato agli Champagne “esclusivi”, Catwalk Champagne, lo chef Italo Bassi trent’anni ai vertici della ristorazione italiana e internazionale insieme al giornalista francese Sebastien Ripari fondatore di “Le Bureau d’elude gastronomique”, hanno dato vita ad un show cooking con la complicità della Maison Maxime Blin. Maison che si trova a Trigny nel Massiccio di Saint-Thierry, chiamato anche Petit Montagne de Reims, posto sul C 2 fotogallery 3083803 6 image50esimo parallelo.

Il nostro lavoro- parole di Helmuth Köcher – consiste nello scegliere annualmente il massimo della qualità per gli appassionati di vino e gourmet. E presentarlo in

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 Helmuth Köcher

una cornice esclusiva come Merano. Siamo e rimaniamo i nostri clienti più esigenti”

Lo “sdoganamento” ufficiale del nuovo Merano Food & Wine Festival e risposta secca, con “una cornice esclusiva come Merano” alle insistenti e continue pressioni svolte da alcuni media nell’indicare Milano come sede logistica migliore. Svanirebbe il fascino, la seduzione, l’attrazione unite a charme, carisma a favore della sola massificazione senza anima, solo business.

 

E il futuro? Sono sempre le parole di Helmuth Köcher ad indicarne le linee.

Diffondiamo l’eccellenza enogastronomica da oltre 25 anni attraverso la selezione e valutazione dei prodotti, comunicazione dell’eccellenza, allestimento di eventi esclusivi rivolti al B2B e al B2C ed organizzazione di eventi in Italia e Europa. Da dicembre partiranno i Corsi di formazione di figure professionali e specializzate in ambito eno-gastronomico. Wine export manager, Event Manager tra tradizione e innovazione, Commesso agroalimentare, Cameriere, Aiuto cuoco ed altri. Un nutrito programma per tenere sempre ai vertici il Merano Wine Festival senza dimenticare che siamo arrivati fino a qui grazie al VINO”. Chapeau!

 

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